Anno VII – Numero 1297
AVVISO
Ordine
1. ORDINE:
Progetto “Un
Farmaco per tutti†e “Una
Visita per tuttiâ€;
2. Sussidio di solidarietÃ
3. Quota sociale 2018
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. Quel grasso di troppo che
ci salverÃ
5. Palpebra
cadente,
l’intervento di chirurgia
plastica per risolvere la
ptosi
Prevenzione e Salute
6. Cervicale, sfatiamo i falsi
miti
7. "Una ferita che non
guarisce"
8. I disturbi comuni: gambe
– crampi muscolari
Meteo Napoli
Mercoledì 28 Febbraio
ï‚· Variabile
Minima: -2° C
Massima: 7 °C
Umidità :
Mattina = 50%
Pomeriggio = 53%
Mercoledì 28 Febbraio 2018 – S. Romano
Proverbio di oggi………
"nun vò correre e nun vò cammenà (non vuole far nulla)
QUEL GRASSO DI TROPPO CHE CI SALVERÀ
Spera in ciò che odi: vivrai a lungo.
Dal trattamento della calvizie e dell'alopecia al trattamento di ulcere
e ferite complesse, dall'aumento del seno fino al ringiovanimento del
volto e alla ricostruzione di tessuti danneggiati o mancanti. Queste
sono solo alcuni dei possibili utilizzi delle cellule staminali nel campo
della chirurgia plastica e ricostruttiva
I chili di troppo possono essere una
risorsa da cui poter estrarre le cellule
staminali adulte utilizzate per rigenerare
i tessuti, con lo scopo di restituire
funzione e integrità a tessuti danneggiati:
questa la cornice in cui si muove la
chirurgia rigenerativa.
“Sono tre gli elementi fondamentali
utilizzati nella chirurgia rigenerativaâ€,
spiega Valerio Cervelli, dir. della Cattedra di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed
Estetica dell’Università di Roma "Tor Vergata".
“Parliamo delle cellule staminali ottenute dal tessuto adiposo e da altri tessuti,
dei biomateriali sintetici (scaffold), e dei fattori di crescita contenuti nelle
piastrineâ€:
 utilissime nel trattamento della calvizie, delle ulcere e ferite complesse,
ma anche per l'aumento del seno e per la ricostruzione di parti di tessuto
danneggiati, per esempio da una ustione, o mancanti.
E dato che sia le cellule staminali sia le piastrine vengono prelevate dallo stesso
paziente, attraverso un'autodonazione di tessuto adiposo e di sangue, non c’è
rischio di rigetto.
(Salute, Rai News)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1297
SCIENZA E SALUTE
PALPEBRA CADENTE, L’INTERVENTO DI CHIRURGIA
PLASTICA PER RISOLVERE LA PTOSI
Le palpebre possono essere oggetto dell’intervento del chirurgo plastico non solo in
caso di blefaroplastica per la correzione dei vari inestetismi
che interessano quest’area, dalle borse all’eccesso di cute.
Il chirurgo interverrà anche in caso di ptosi palpebrale, una condizione
caratterizzata dall’abbassamento della palpebra sull’iride.
In cosa consiste l’intervento?
L’abbiamo chiesto al professor Marco Klinger, responsabile di Chirurgia
Plastica di Humanitas.
CONGENITA O ACQUISITA
La blefaroptosi o ptosi della palpebra può interessare uno o entrambi gli occhi. La palpebra superiore
risulta cascante sul bulbo oculare in misura diversa e l’occhio sembra più piccolo. Nei casi più severi può
anche limitare la visione.
Questa condizione si può scorgere sul volto dei bambini e a tal proposito si parla di ptosicongenita. È
coinvolto il muscolo che solleva la palpebra, il muscolo elevatore.
Nel 70% dei casi la ptosi riguarda un solo occhio e può associarsi ad altri problemi.
Questi possono riguardare la vista stessa, con la correlazione, per esempio, fra la ptosi palpebrale e
l’ambliopia, il cosiddetto occhio pigro, con la funzione visiva dell’occhio che è ridotta, o lo strabismo.
La presenza di ptosi palpebrale potrà anche involontariamente indurre l’innalzamento del sopracciglio per
compensare il deficit oppure una deviazione del capo all’indietro, con il mento sollevato, o lateralmente per
cercare di migliorare la visione.
Se non è congenita, la ptosi tende a manifestarsi in età avanzata come conseguenza dell’invecchiamento.
Anche in questo caso ci sono disfunzioni del muscolo elevatore per via del rilassamento dei tessuti. Oltre a
quella congenita o senile, la ptosi può essere conseguenza, tra l’altro, di un trauma oculare, di un disturbo
muscolare sistemico come la miastenia grave, di un danno ai nervi che controllano il movimento dei
muscoli, ad esempio come conseguenza di un ictus.
IL TRATTAMENTO: La diagnosi della ptosi congenita viene effettuata dal pediatra e in età adulta
dall’oculista. L’intervento della chirurgia è comunque risolutivo. Anche i bambini possono essere soggetti
all’operazione di correzione della ptosi palpebrale soprattutto se grave e tale da pregiudicare la vista.
«L’intervento consiste nel ridurre la lunghezza del muscolo elevatore. Per ottenere il risultato si possono
percorrere due strade: eliminare una striscia di muscolo (immaginando che sia una tapparella, si rimuove
qualche “steccaâ€) oppure piegarlo su se stesso, “raddoppiandoloâ€, come quando si fa una pince in un
tessuto». «L’intervento avviene in anestesia locale, perché è molto importante la collaborazione del
paziente, a cui nelle varie fasi viene chiesto di chiudere e aprire gli occhi, per verificare il grado di
correzione effettuata». Di cosa tiene conto il chirurgo?
«Di quanta parte dell’iride è coperta dalla palpebra, in modo da programmare correttamente l’
“accorciamento†e da creare una situazione completamente simmetrica con l’altro occhio. Siccome
la palpebra tende leggermente a lasciarsi andare, pochi giorni dopo l’intervento, si fa in modo di ottenere
nell’immediato il risultato di un occhio decisamente aperto, che nel giro di pochi giorni si trasformerà in un
risultato definitivo corretto. Se ben programmata ed eseguita – sottolinea lo specialista – l’operazione
permette di recuperare completamente l’integrità del campo visivo».
Ci sono possibili effetti collaterali? «Si possono avere dei sanguinamenti e delle correzioni insufficienti,
peraltro non facilissime da rimediare, visto che si tratta già in partenza di correzioni di pochi millimetri, che
in caso di chirurgia secondaria avverrebbero su tessuti già “pasticciatiâ€Â». (Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1297
PREVENZIONE E SALUTE
CERVICALE, SFATIAMO I FALSI MITI
“Cervicaleâ€, e tutti drizzano le antenne.
La “cervicale†è infatti uno dei disturbi comuni più temuti a
tutte le età : è molto diffuso e interessa almeno il 10% della
popolazione. Ma di “cervicale†si sa tutto? Quanto c’è di
scientificamente valido e quanto appartiene invece alle
credenze popolari?
Una corrispondenza dall’Italia della Bbc di qualche anno fa
ironizzava bonariamente sul fatto che la “cervicale†fosse un
disturbo tipicamente nostrano, addirittura in inglese non c’è una
parola equivalente.
Ebbene,cervicale non è altro che sinonimo di cervicalgia.
«Un
dolore
alla
COS’E’ LA CERVICALGIA?
zona cervicale, la parte di colonna vertebrale che decorre nel capo»,
risponde la dottoressa Lara Castagnetti, specialista in Medicina fisica e
riabilitativa e osteopata dell’ospedale Humanitas.
«Per far chiarezza, diciamo che la “cervicale†o cervicalgia non è una diagnosi ma un sintomo di patologie
che interessano le vertebre e i dischi vertebrali o i muscoli a tale livello».
Quali sono le cause della “cervicale�
«Il dolore nasce perché, ad esempio, si soffre di artrosi o di ernie discali oppure perché i muscoli si possono
irrigidire a causa di posture errate. Queste vengono assunte per lunghi periodi anche per “colpa†della
tecnologia, con il capo chino e le spalle ricurve su smartphone e tablet».
«Le contratture muscolari possono accompagnarsi a una cefalea di
UN DOLORE “CERVICALE†PUÒ
tipo tensivo, non scatenarla.
CAUSARE MAL DI TESTA?
Queste sono infatti frequenti in chi ha cefalea, ma non ne sono causa:
la cefalea tensiva è legata a una serie di tensioni non solo muscolari»,
sottolinea la specialista.
Mamme e nonne spesso ripetono di non uscire con i capelli bagnati per evitare “colpi d’aria†e poi soffrire
di “cervicaleâ€. Sono solo credenze popolari? «Una persona in salute, che non soffre di stress o di disturbi
come ernie discali, può stare al sicuro.
Se un soggetto ha l’artrosi o delle contratture muscolari, allora può risentire di uno sbalzo di temperatura.
Un colpo d’aria o anche il cambio del tempo non provocano cervicalgia ma accentuano qualcosa che giÃ
c’è».
Anche lo stress rientra tra le cause della cervicalgia:
«La zona cervicale, più di altre, risente maggiormente dello stress. I muscoli delle spalle si contraggono e
sono tenuti “in alto†per tanto tempo».
I trattamenti servono solo a risolvere le tensioni muscolari?
«La migliore terapia prevede un intervento su un doppio binario. Oltre al rilascio muscolare, che si può
ottenere con yoga o esercizi di stretching, si lavora anche sull’aspetto dello stress psicologico.
I trattamenti osteopatici, ad esempio, puntano proprio a diminuire l’iperattività della componente
ortosimpatica del sistema nervoso autonomo che aumenta con lo stress e stimolare quella parasimpatica
che invece è legata al rilassamento.
Anche una semplice camminata di mezz’ora al giorno può lavorare sulla componente ortosimpatica e
contrastare lo stress», conclude la dottoressa Castagnetti.
(Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1297
PREVENZIONE E SALUTE
"UNA FERITA CHE NON GUARISCE"
Le lesioni cutanee croniche sono aree di sostanza dermo-ipodermica che non dimostrano
alcuna tendenza alla riparazione spontanea.
Questo tipo di lesioni, particolarmente dolorose e debilitanti per il
paziente, sono quasi sempre la manifestazione di una condizione
patologica concomitante la quale determina un arresto della
cicatrizzazione a causa dell'alterata omeostasi vascolare dovuta a
processi endogeni o esogeni di varia natura.
Questi fattori determinano infatti un rallentamento dei processi di
ricostruzione della matrice fondamentale e di riepitelizzazione,
favorendo infine un processo di necrosi per essiccamento.
Il processo di risoluzione della lesione può variare in modo molto evidente a seconda di come si protegge la
ferita dagli agenti esterni quali microtraumi meccanici ed alterazioni della temperatura al di fuori del range
fisiologico.
Le lesioni croniche sono rappresentate dalle ulcere ischemiche, dalle ulcere
TRATTAMENTO diabetiche, da quelle venose e dalle lesioni da decubito che non riepitelizzano.
I capisaldi per il trattamento
I capisaldi per il trattamento delle lesioni, sia acute che croniche sono sostanzialmente i seguenti:
1. la manovra più importante per la prevenzione, in particolare per le lesioni da decubito, è il mantenimento
della pressione arteriosa sistemica a livelli ottimali;
2. il riposizionamento del paziente e uso di superfici di supporto;
3. la gestione globale del paziente (valutazione delle condizioni fisiche, psicologiche e stato nutrizionale)
4. la gestione della lesione, con rimozione del tessuto necrotico (sbrigliamento o debridement)
Se compaiono escare o se si assiste alla formazione di tessuto necrotico la lesione va sbrigliata. Le escare
possono essere rimosse con la toilette chirurgica o con medicazioni a base di idrocolloidi, assorbenti osmotici
e capillari. Va inoltre protetta la cute sana circostante;
5. la detersione della lesione con soluzione salina, evitando l'uso di antisettici;
6. la gestione della colonizzazione batterica e delle infezioni;
7. l'applicazione di medicazioni che mantengano la lesione detersa e l'ambiente umido, ma la cute circostante
asciutta. (DS Nutrition, Ulcere Cutanee)
I DISTURBI COMUNI: GAMBE – CRAMPI Muscolari
DESCRIZIONE E SINTOMI Il crampo è una violenta contrazione muscolare involontaria, improvvisa e
dolorosa. Il soggetto presenta un dolore improvviso, violento e localizzato al muscolo colpito, che
aumenta anche di consistenza. Di norma tale dolore è destinato a estinguersi spontaneamente in
brevissimo tempo. Può infatti essere sufficiente provocare uno stiramento e successivo rilassamento
del muscolo colpito per risolvere il crampo. Il crampo può essere provocato da eccessivo sforzo
compiuto da un muscolo non allenato, o non riscaldato in precedenza, o da mancanza di acqua e sali
minerali persi con un'abbondante sudorazione. In genere colpisce i muscoli delle gambe ma anche
quelli delle braccia. Può comparire sia durante l'esecuzione di una qualsiasi attività fisica, anche
leggera, che durante lo stato di riposo.
CONSIGLI TERAPEUTICI Provocare uno stiramento e successivo rilassamento del muscolo colpito. Può
risultare utile l'applicazione locale di pomate antinfiammatorie, o il raffreddamento della parte con
ghiaccio.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1297
SCIENZA E SALUTE
I DISTURBI COMUNI DEL PIEDE: DISTORSIONE
: La distorsione è una lesione articolare di origine
traumatica.
DESCRIZIONI E
Frequentissima nell'età adulta, colpisce più spesso il
SINTOMI
ginocchio, il collo del piede, il gomito, le dita e la colonna
vertebrale.
E' provocata da un trauma sempre indiretto, cioè che non agisce direttamente
sulla parte lesa, ma impone all'articolazione un movimento esagerato e anomalo.
Si manifesta con dolore e gonfiore della articolazione. Nei casi gravi, in cui i
legamenti siano stati strappati, sono presenti anche
movimenti e atteggiamenti non caratteristici di quella
CONSIGLI
articolazione.
TERAPEUTICI
Le forme gravi, specie se non trattate in modo tempestivo e
adeguato,possono predisporre a futuri cedimenti, ad
ulteriori distorsioni o alla comparsa di artrosi.
Le distorsioni lievi guariscono, di solito, senza complicazioni.
Borsa di ghiaccio sull'articolazione colpita e assoluto riposo. Creme e lozioni a base di farmaci
antiinfiammatori per ridurre il dolore ed il gonfiore.
NOTE :Consultare il medico se si notano movimenti ed atteggiamenti impropri dell'articolazione.
PERCHÉ LE PERSONE ANZIANE SONO COSÌ PELOSE?
Peli del naso, delle orecchie e delle sopracciglia che basterebbero a tessere un tappeto.
La colpa è forse di una prolungata esposizione al testosterone, ipotizzano gli esperti.
Guardando i vostri nonni o un anziano vicino di casa ve ne sarete accorti: il suo grado di
saggezza ed esperienza sarà direttamente proporzionale alla lunghezza della sua
peluria. Ma perché, con l'età , i peli si prendono sempre più spazio, invadendo delle
orecchie, narici cavità e formando folti ciuffi tra le sopracciglia?
Gli scienziati non hanno ancora una risposta precisa ma David Liebovitz, prof. di
medicina alla Northwestern University ha una teoria:
la crescita smisurata di questa "pelliccia" potrebbe avere a che fare con gli ormoni e
con il ciclo di vita dei peli.
Lo sviluppo di un pelo attraversa tre fasi: anagena, catagena e telogena.
La prima è la fase di crescita che per alcuni peli, come per es. i capelli, può durare anche diversi anni.
La seconda, catagena, rappresenta il periodo in cui il pelo cessa di crescere: i peli delle braccia, per es., una
volta nati raggiungono la fase catagena nell'arco di poche settimane.
Nella fase telogena, il pelo che ha cessato di crescere ha anche maggiori probabilità di cadere o essere
cambiato.
Alcuni tipi di pelo, svilupperebbero, con l'avanzare dell'età , una sensibilità alla fase anagena.
La prolungata esposizione dei follicoli agli ormoni come il testosterone interferirebbe con il loro periodo di
crescita allungandolo ad oltranza. E questo accadrebbe solo in alcune parti del corpo (orecchie, naso,
sopracciglia) mentre non interessa altre zone come lo scalpo, che - tende invece a perdere gran parte dei
propri peli, portandoci a sviluppare la "piazza" con l'avanzare dell'età . (Focus)
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
PAGINA 6
Anno VII – Numero 1297
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
ORDINE:
IN RISCOSSIONE LA QUOTA SOCIALE 2018
E’ in riscossione la quota sociale 2018 di EURO 150,00 di cui Euro 108,20 per l’Ordine e
Euro 41,80 per la FOFI.
Si Comunica che in questi giorni, Equitalia, Agente della riscossione dell’Ordine della Provincia di Napoli, sta
recapitando l’avviso di pagamento relativo la Tassa di iscrizione all’Ordine per l’anno 2018.
Il pagamento sarà possibile effettuarlo entro il 28 Febbraio p.v.
Si ricorda che è obbligo di ogni iscritto il versamento della quota d’iscrizione annuale e
che un eventuale ritardo comporta l’aggravio delle spese di esazione.
Il mancato adempimento, oltre a causare un’infrazione alla deontologia professionale,
fa venir meno il requisito necessario per mantenere l’iscrizione all’Albo Professionale.
AVVISO
GLI ISCRITTI CHE NON HANNO ANCORA RICEVUTO
L’AVVISO DI PAGAMENTO,
POSSONO SCARICARLO dal sito dell’Ordine
INSERENDO il PROPRIO CODICE FISCALE
al seguente link:
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1381-quotasociale-2018
PAGINA 7
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1297
ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTI†e
“UNA VISITA PER TUTTIâ€
I progetti hanno come obiettivo quello di contrastare la povertà sanitaria sia
mediante l’utilizzo di farmaci e di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico
chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da
donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende
Farmaceutiche, nonché di organizzare visite specialistiche
gratuite attraverso il camper della salute dell’Ordine.
Al fine di favorire la prevenzione sul territorio, nonché di contribuire ad
assicurare ai cittadini in difficoltà non solo i farmaci provenienti dal
progetto “Un Farmaco per Tutti†ma anche forme di attività assistenziali,
il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di acquistare un CAMPER della
SALUTE, da utilizzare sul territorio per pianificare in modo capillare, ed in
collaborazione con medici specialisti e volontari, laddove siano richiesti nuove forme assistenziali e di
prevenzione (Visite mediche specialistiche, Autoanalisi etc.).
Tale iniziativa, denominata, “Una Visita per Tuttiâ€, insieme al progetto “Un Farmaco per Tuttiâ€
andrebbe a costituire una sorta di “Servizio Sanitario Solidale†che merita di essere considerato e
supportato in modo sistemico dal Nostro Ordine e da altre Istituzioni pubbliche.
PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1297
PAGINA 9
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1297