Anno II – Numero 185 AVVISO 1. Regione Campania: approvato il bando per il concorso straordinario Lunedì 27 Maggio 2013, S. Agostino, Federico, Oliviero Regione CAMPANIA: APPROVATO il BANDO PER IL CONCORSO STRAORDINARIO Si attende la pubblicazione del bando ai fini della partecipazione al concorso per 209 Sedi Notizie in Rilievo farmaceutiche. 100 le sedi in provincia di Napoli. Prevenzione e salute 2. Acidità di stomaco? Più che il menù controllate la bilancia. 3. Gli esami del sangue: calcitonina Alimenti e Salute 4. Dieta mediterranea ancora a “pieni voti”Pancia: i suggerimenti per la prova bikini Scienza e Salute 5. Ai funghi piace camminare …con i nostri piedi. 6. Diagnosi reimpianto contando i cromosomi. Luogo n. sedi Luogo n. sedi Acerra Afragola Anacapri Bacoli Barano d’Ischia Boscoreale Caivano Calvizzano Camposano Cardito Casalnuovo Napoli Casamicciola Terme Casandrino Casoria Castellammare Castello di Cisterna Cercola Cimitile Ercolano Forio Frattaminore 3 3 1 1 1 1 2 1 1 1 2 1 1 4 3 1 1 1 2 1 1 Giugliano Gragnano Grumo nevano Lettere Marano di Napoli Mariglianella Marigliano Massa di Somma Massa Lubrense Melito di Napoli Monte di Procida Mugnano Napoli Nola Ottaviano Piano di Sorrento Pimonte Poggiomarino Pollena Trocchia Pomigliano d’Arco Pompei Pozzuoli 7 2 1 1 3 1 1 1 1 2 1 1 2 1 1 1 1 1 2 2 4 Luogo Qualiano Quarto Roccarainola S. Gennaro Vesuviano S. Giorgio a Cremano S. Giuseppe Vesuviano S. Sebastiano Vesuvio Sant’Agnello Sant’Anastasia Sant’Antimo Sant’Antonio Abate San Vitaliano Santa Maria la Carità Scisciano Somma vesuviana Sorrento Striano Terzigno Torre del Greco Vico Equense Villaricca Volla n. sedi 2 2 1 1 1 2 1 1 2 1 1 1 2 1 2 1 1 1 3 1 1 1 Corso ECM (5CF): La farmacia oggi fra innovazione e tradizione: come affrontare la tendenza al “back to the future” L’evento gratuito si terrà sabato p.v. presso StarHotels Terminus, ore 9.30. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 185 GLI ESAMI DEL SANGUE Una sintetica «biblioteca» dei principali valori che si possono trovare sul referto Esami per il RENE EMOCROMO ESAMI PER IL FEGATO ESAMI PER CUORE E METABOLISMO Esami per il FERRO Esami Malattie Infettive Azotemia, Creatininemia MCHC, MCV, RDW, Emoglobina, Globuli rossi, Ematocrito, Globuli bianchi, elettroforesi di proteine plasmatiche Bilirubina, Gamma GT, Fosfatasi alcalina, Transaminasi Colesterolo, Trigliceridi, Glicemia, Troponina, D-Dimero, Proteina C-reattiva, Calcemia, Paratormone, Vitamina D, CALCITONINA Sideremia, Transferrina serica, Ferritina Test per l’HIV Oggi parliamo di alcuni esami che rientrano negli esami per il Cuore; GLI ESAMI PER IL CUORE Sono diversi i test ematici che possono dare indicazioni sullo stato di salute del cuore. È importante valutarli nel loro insieme. CALCITONINA Calcitonina meno di 19 pg/ml Donna meno di 14 pg/ml Che cosa si misura: Il test misura la concentrazione di calcitonina nel sangue. La calcitonina è una proteina prodotta dalla tiroide, la cui funzione non è ancora del tutto chiara. Si sa però che i suoi livelli aumentano in risposta a un incremento della calcemia e che agisce riducendo i livelli di calcio nel sangue. In due malattie rare della tiroide, l’iperplasia benigna delle cellule C (tumore benigno) e il carcinoma midollare (tumore maligno), la calcitonina viene prodotta in eccesso. Quando e perché il test è indicato: L’esame può essere usato come test di supporto per la diagnosi di due malattie rare della tiroide: l’iperplasia benigna delle cellule C e il carcinoma midollare. È utilizzato anche per seguire l’andamento di queste due malattie, per valutare l’efficacia delle terapie e per individuare l’eventuale ricomparsa del tumore (recidiva) a trattamento concluso. Siccome il 2025 per cento dei carcinomi midollari della tiroide è ereditario, il test della calcitonina potrebbe essere usato per seguire i soggetti a rischio, soprattutto quelli con una storia familiare di questo tipo di tumore o con una mutazione in un gene specifico (RET). Come si fa il test: Per effettuare il test è sufficiente prelevare un campione di sangue dalla vena di un braccio. In laboratorio viene poi eseguito il dosaggio, cioè la misurazione della concentrazione della proteina nel campione di sangue prelevato. Informazioni aggiuntive: Oltre al test classico, esiste un esame definito test di provocazione della calcitonina: esso misura i livelli di calcitonina dopo stimolazione con un’iniezione di una quantità nota di calcio. Quando i valori di calcitonina misurati con il test classico sono nella norma ma persiste un sospetto clinico, il medico può prescrivere questo secondo test: esso è più sensibile del primo e può riconoscere un carcinoma midollare o un’iperplasia benigna già nelle fasi precoci della malattia. Di solito, quando la calcitonina è elevata, gli altri test che indagano la funzionalità della tiroide (TSH, T3, T4) sono nella norma. (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 185 PREVENZIONE E SALUTE ACIDITÀ DI STOMACO? PIÙ CHE IL MENU CONTROLLATE LA BILANCIA Cambiano i consigli sui cibi: per combattere la risalita dei succhi gastrici meno proibizioni e tanta verdura Contrordine per chi soffre di reflusso gastroesofageo, cioè di una risalita dei succhi gastrici nell’esofago così frequente da creare una vera e propria patologia: la dieta conta fino a lì. Dalle linee guida dell'American College of Gastroenterology, emerge infatti che non esiste un regime alimentare valido per ridurre acidità e bruciore in tutti. «In effetti - queste linee guida hanno ridimensionato il ruolo della dieta e, più in generale, anche dello stile di vita. Non sembra, infatti, giustificata l'esclusione, a priori, di certi alimenti o bevande da parte di tutti i pazienti. Persino l'abolizione del fumo e dell’alcol non sembra migliorare i sintomi della malattia. In caso di sovrappeso o obesità è invece sempre valida la raccomandazione di dimagrire. Il troppo grasso addominale provoca un aumento della pressione all'interno dell'addome, e la conseguente compressione della parete dello stomaco favorisce il reflusso di acido nell’esofago». DIETA VERDE - Se gli accorgimenti dietetici vanno personalizzati, la "dieta verde" si sta comunque rivelando sempre più utile per prevenire le complicanze della malattia da reflusso, quali l'esofagite (infiammazione esofagea dovuta all’azione "irritativa" dell’acido gastrico) e l’esofago di Barrett, fattore di rischio per il tumore dell'esofago. Lo confermano due nuovi studi. Nel primo, pubblicato da Digestive Diseases and Sciences, alcuni ricercatori dell'Univ. di Seul (Corea), hanno confrontato 148 monaci buddisti, vegetariani, con altrettanti soggetti non vegetariani: hanno osservato che l'esofagite da reflusso era assai meno frequente fra i monaci, nonostante fossero più grassi dei non vegetariani. In un altro studio, condotto in Texas, pubblicato su Cancer Causes Control, i ricercatori, dopo aver analizzato le abitudini alimentari di 155 ammalati di esofago di Barrett e 777 soggetti che non soffrivano di questa patologia, hanno visto che una dieta ricca di verdure verdi (broccoli, spinaci, lattuga, rucola) e di legumi era associata a un ridotto rischio di esofago di Barrett. «Tra i consumatori abituali di verdure e legumi il rischio di ammalarsi di esofago di Barrett è circa dimezzato». I componenti cui va il merito di questo effetto sono: fibra, folati e, soprattutto, antiossidanti, che proteggono il Dna delle cellule esofagee. (Salute Corriere) Diagnosi preimpianto contando i cromosomi Con una nuova tecnica si può verificare lo stato embrionale a cinque giorni dalla fecondazione Contare i cromosomi per prevedere se un embrione riuscirà a svilupparsi o meno: è quanto permette di fare la tecnica che può analizzare tutti i cromosomi a cinque giorni dalla formazione dell'embrione. Ancora pochi centri al mondo, però, fanno quest'indagine. Analisi genetica - Il presidente della Società italiana di conservazione della fertilità (ProFert), A. Borini ha spiegato: "E' una tecnica al servizio della fecondazione assistita e, grazie a un'analisi genetica, permette di conoscere lo stato di salute dell'embrione prima che venga impiantato". Chiamata Microarray CGH (Microarray Comparative genomic hybridization), la tecnica permette di individuare e studiare tutti i cromosomi, verificando che nell'embrione siano presenti nel numero corretto. Quando questo non accade gli embrioni ci sono cromosomi in più o in meno (aneuploidia) e, poiché sono a rischio di aborto, non vengono impiantati. (Tgcom24 Salute) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 185 ALIMENTI E SALUTE DIETA MEDITERRANEA ANCORA «A PIENI VOTI» Studio spagnolo su 7.500 soggetti a rischio. Metà degli italiani è in sovrappeso perché non segue questo modello alimentare Di studi sull'argomento ne sono stati pubblicati a non finire. Tutti, o quasi, con le medesime conclusioni, ma l'ultima indagine sugli effetti preventivi della dieta mediterranea, pubblicata sul New England Journal of Medicine, riesce a darci conferme ancora più evidenti e molto precise della validità di questo modello alimentare. A condurre lo studio, è stato un pool di esperti dell'Università di Barcellona, guidati da Ramon Estruch, professore della facoltà di medicina del l'ateneo catalano. LO STUDIO - I ricercatori hanno verificato che chi segue un'alimentazione mediterranea ha un rischio inferiore del 30% di incorrere in patologie cardiovascolari, in particolare nell'infarto del miocardio. «Il risultato dà sostanza a precedenti lavori scientifici e ribadisce come uno stile alimentare idoneo possa promuovere la salute e prevenire l'insorgenza di obesità, diabete mellito, aterosclerosi e ipertensione» sottolinea A. Ghiselli, medico dell'Ist. Naz. di ricerca per gli alimenti e la nutrizione. Durante lo studio "Predimed", condotto su 7447 spagnoli, tra i 55 e gli 80 anni, interrotto dopo cinque anni per la manifesta superiorità della dieta mediterranea, i ricercatori hanno monitorato gli effetti di tre regimi alimentari differenti. 1. Il primo consisteva in una dieta mediterranea caratterizzata da una particolare attenzione sull’olio extravergine d'oliva (quattro cucchiai al giorno); 2. il secondo si rifaceva pure alla dieta mediterranea ma con un’aggiunta di noci, mandorle e nocciole (trenta grammi al giorno); 3. chi ha seguito la terza tipologia di dieta ha costituito invece il cosiddetto gruppo di «controllo», per il quale era prevista solo una riduzione nell'apporto dei grassi, compreso l’olio d’oliva. BENEFICI - I risultati ottenuti dal primo e, soprattutto, dal secondo gruppo hanno confermato i benefici della dieta mediterranea. Tutti i soggetti avevano diabete mellito di tipo II o almeno tre fattori di rischio tra i seguenti: fumo, ipertensione o ipercolesterolemia, sovrappeso o obesità o familiarità per malattia coronarica precoce. «Spero che questa ricerca riporti la dieta mediterranea sulle nostre tavole non solo a parole - afferma Ghiselli -. Il 50% degli adulti italiani è in sovrappeso, segno che l'adesione a questo modello alimentare è calata negli ultimi anni». «Ma poiché i nostri fabbisogni sono molto bassi e una dieta adeguata a esigenze così modeste non è gratificante, occorre anche aumentare l'attività fisica per permettersi qualche "strappo" in più". Le regole base sono sempre le stesse: deve essere costante l'apporto di prodotti vegetali, cereali, frutta, legumi, olio d'oliva e verdura. Moderati i consumi di alimenti d'origine animale: poca carne, quindi, e soprattutto magra. Più larga la tolleranza per latte e derivati, pesce e uova. Per i dolci c'è tempo a colazione. Se del vino non si riesce a fare a meno, è bene non eccedere: un bicchiere al giorno per le donne, due, invece, per gli uomini». CUORE SANO - «I nostri risultati spiegano, almeno in parte, la minor incidenza di malattie cardiovascolari nelle popolazioni del Mediterraneo rispetto agli abitanti del Nord Europa o degli Stati Uniti» commenta il prof. R. Estruch. Per verificare l'aderenza dei pazienti alla dieta, gli studiosi hanno misurato in un campione di partecipanti, scelto casualmente, livelli di due marker nelle urine: l'idrossitirosolo (proveniente dall'olio d'oliva) e l'acido alfa-linolenico (omega 3, componente della frutta secca). «Non è escluso che alcuni elementi presenti in questa dieta regolino favorevolmente l'iperlipidemia, la sensibilità all'insulina, il processo infiammatorio e la risposta ossidativa: tutti fattori che aumentano il rischio cardiometabolico» conclude Estruch. (Salute, Corriere) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 185 SCIENZA E SALUTE AI FUNGHI PIACE CAMMINARE… CON I NOSTRI PIEDI La maggior parte dei funghi della pelle si annida nella parte inferiore dei piedi, rispetto ad altre parti del corpo che, tuttavia, non ne sono esenti. Sebbene molti ospiti del nostro corpo siano utili, le infezioni fungine sono un problema diffuso quanto sottovalutato La micosi, ossia la parassitosi da funghi della pelle, interessa più persone di quanto non si creda. Spesso poi chi ne è affetto non sa neanche di esserlo. Eppure, questa infezione può avere effetti deleteri sulla salute causando una diffusione dell’infezione e un serio indebolimento del sistema immunitario. Sono molte le specie di funghi patogeni che possono attecchire sull’uomo, superando le barriere difensive e andando a infettare l’organismo. Una delle infezioni da funghi più famosa è senz’altro quella da candida – in tutte le sue varianti. Tuttavia, in questo sede tratteremo delle infezioni fungine della pelle. Secondo uno studio pubb. su Nature, i luoghi preferiti dai funghi patogeni sono i piedi. Luogo in cui è possibile trovarne il maggior numero. Altri luoghi elettivi sono tutti quelli dove “non batte il Sole”, dato che i funghi non amano la luce: tra questi le ascelle, le pieghe degli arti, le zone intime. Le ricercatrici hanno scoperto che una delle specie più diffuse nel corpo umano è il genere Malassezia. Questo lo si ritrova in complesse comunità sulla superficie del corpo in genere e sulle braccia. Si contraddistingue per la capacità di provocare la perdita di scaglie di pelle e forfora. Ma, come accennato, la maggior parte delle variegate specie fungine la si ritrova nel tallone del piede, nelle unghie dei piedi e tra le dita – sempre dei piedi. Uno squilibrio tra queste popolazioni, avvertono i ricercatori, può portare alle diverse malattie da micosi, come per esempio il piede d’atleta. Come già si sa, la nostra pelle è una sorta di mondo a parte, dove vivono numerose specie viventi: soprattutto batteri. Fino a oggi, sono numerosi gli studi che si sono concentrati sui batteri che vivono in simbiosi con il nostro corpo, tuttavia pochi hanno posto l’accento sui funghi. Sebbene questi ultimi costituiscano una comunità degna di nota. Lo studio dei ricercatori statunitensi si è proprio concentrato sui funghi. E, per far ciò, ha utilizzato delle raschiature (tamponi) della pelle di 10 adulti sani. I campioni di pelle sono stati prelevati in 14 diversi siti del corpo. Dopo di che si è proceduto con il sequenziare il Dna presente sui tamponi. Nel totale, gli scienziati sono riusciti a isolare oltre 130 ceppi fungini. I generi più diffusi erano il già citato Malassezia (vince su tutti), ma anche Penicillium e Aspergillus. Le zone più interessate dalla presenza di funghi sono state trovate essere l’interno del gomito, il palmo della mano, lo spazio tra le sopracciglia, dietro la testa, le narici e l’avambraccio. Le zone meno colpite sono risultati il torace e l’addome. Ma, come detto, la palma della maggiore infestazione è andata alla zona dei piedi con tallone, unghie e tra le dita. Qui, tra i tanti, i ricercatori hanno trovato floride popolazioni di Malassezia , Aspergillus, Cryptococcus, Rhodotorula e Epicoccum. Nel solo tallone sono stati trovati 80 generi fungini. In sostanza, anche se non ce ne rendiamo conto – perché magari non abbiamo sintomi eclatanti – i funghi popolano il nostro corpo in diffuse e floride comunità. Non tutti sono dannosi, certo, tuttavia combattere, e soprattutto prevenire le infezioni, è possibile ed è importante quando queste popolazioni siano in squilibrio divenendo potenziale causa di malattie e disturbi più o meno gravi. Una visitina ogni tanto dal medico o il dermatologo dunque non guasta. (Salute, La Stampa) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 185 PANCIA: I SUGGERIMENTI PER LA PROVA BIKINI Secondo un nuovo studio, eliminare il grasso addominale è semplice e veloce. Basta seguire alcuni consigli, insieme a una dieta sana e un poco di esercizio quotidiano Tutti sappiamo che dobbiamo fare attenzione all’eccesso di calorie se vogliamo conservare un fisico asciutto e una pancia piatta. Quello che però non sappiamo è che alcuni tipi di grassi possono aiutarci a smaltire la tanto temuta “pancetta” – per lo meno questo è quanto riporta l’Huffington Post. Di cosa stiamo parlando? Ma dei grassi “buoni”, ovviamente. Come, per es., gli acidi grassi monoinsaturi che, se assunti in tempo o, meglio ancora, come preventivo possono evitare l’insorgere dei salsicciotti addominali. Secondo quanto riportato sulla rivista Diabetes Care le persone che assumevano quotidianamente una buona quantità di acidi grassi monoinsaturi (25%) non erano soggette ad aumento del grasso viscerale. Al contrario, quelli tra cui prevaleva nella dieta un maggior numero di carboidrati, rispetto ai grassi (seppur monoinsaturi), mostravano un aumento evidente del girovita. Tra gli alimenti più ricchi di questi preziosi elementi – alleati dunque della linea – ricordiamo l’olio di oliva, di nocciola, di fegato di merluzzo, di semi vari e di avocado. Ottime fonti sono anche mandorle, nocciole, noci pecan, semi di girasole, pinoli eccetera. Questi ultimi, contengono anche buoni quantitativi di acidi grassi polinsaturi. Otteniamo, in questo modo, un prodotto completo che, tra le altre cose, svolge anche un ruolo fondamentale nel fornire un senso di sazietà. Se si vuole perdere peso, quindi, si potrebbero fare alcuni spuntini con i pinoli una mezz’ora prima dei pasti. In questa maniera ci si sentirà già un po’ sazi e si mangerà molto meno durante i pasti principali. Un altro fattore cui bisogna porre molta attenzione è la gestione dello stress. Più siamo suscettibili ai cambiamenti della vita e ai problemi di varia natura, più i livelli di cortisolo – l’ormone dello stress – aumentano e con esso anche l’adipe addominale. Allo steso modo, gli alimenti che hanno un alto indice glicemico (IG) causano picchi elevati di zuccheri nel sangue e, di conseguenza, un aumento del cortisolo. Ecco che diviene importante scegliere cibi con IG medio-basso per evitare ripercussioni sia sulla salute che sulla linea. Tra questi ricordiamo i legumi come ceci, fagioli e lenticchie, oppure cereali come il riso bianco. Ottime anche le patate cucinate in tanti modi diversi. Altro elemento importante è il tè verde. Riferisce dei suoi benefici uno studio sul Journal of Functional Foods che aveva dimostrato come le persone che bevevano quotidianamente del tè verde arricchito con oltre 600 mg di catechine, in soli tre mesi erano riusciti a ridurre il grasso addominale di ben sedici volte. I risultati erano evidenti bevendo da un minimo di due tazze a un massimo di quattro al giorno. Nel valutare le motivazioni dell’eccesso di grasso addominale bisogna anche tenere in considerazione l’eventuale livello di Calcio nel nostro organismo. Se si assumono i latticini, per es., viene prodotto un ormone che comunica al corpo di immagazzinare il grasso viscerale. Questo accade solo quando i livelli di Calcio sono insufficienti. Infatti il Calcio riduce vistosamente l’attività di questo ormone. Per aumentare la quantità di Calcio nel nostro organismo si consiglia di assumere alimenti che lo contengono in buona quantità. Cibi che permettono di assorbire meglio questo minerale. Tra gli esercizi più benefici, ci sono la corsa, la camminata e l’andare in bicicletta. Fare soltanto i classici addominali, permette la tonificazione muscolare ma non brucerà l’adipe in eccesso. Secondo l’Univ. Duke mezz’ora di camminata al giorno per otto mesi permette di non accumulare grasso a livello addominale. Il jogging, invece, sembra che permetta persino di ridurlo del 7%. Un altro studio, ha preso in esame delle donne in sovrappeso che, dopo aver fatto due volte a settimana 8-10 tipi di esercizi che coinvolgevano e tonificavano la maggior parte dei muscoli, hanno visto ridurre di ben il 67% il grasso viscerale. Questi accorgimenti possono aiutarci a prevenire e ridurre il grasso addominale. (Salute, La Stampa)