Anno II – Numero 186 AVVISO 1. Regione Campania: approvato il bando per il concorso straordinario Martedì 28 Maggio 2013, S. Emilio, Ercole Corso ECM (5CF): L’Omeopatia nei Disturbi Estivi L’evento si terrà Giovedì p.v. presso la sede Notizie in Rilievo dell’Ordine alle ore 21.00 Prevenzione e salute AVVISO 2. Igiene orale, questione I Colleghi interessati al Corso possono prenotarsi direttamente presso la sede dell’Ordine al momento dell’espletamento dell’evento. di vita o di morte. 3. Gli esami del sangue: Sideremia È Possibile Cambiare il Colore degli OCCHI? Chi ha gli occhi marroni non può farli diventare azzurri, e neppure può accadere il contrario. Professione 4. La crisi e l’immagine sbagliata che si ha delle farmacie. Scienza e Salute 5. Le nuove armi contro il mal di testa 6. Sperimentazione maglia Hi tech per bimbi malati di cuore Però il colore può cambiare nel corso della vita. Nelle popolazioni di origine caucasica (come gli italiani), il 10-15% di chi ha gli occhi chiari ne cambia la tonalità, che in genere diventa più scura, soprattutto dopo l’adolescenza, quando aumenta la produzione di melanina. Un blu poco sano: Anche alcune malattie dell’occhio possono far cambiare colore all’iride, anche dal marrone al blu scuro. Fra queste, la sindrome di Horner, l’iridociclite eterocromica di Fuchs e il glaucoma pigmentario, tutte poco comuni. (Focus) PLASTICA E PRESSIONE ALTA NEI BIMBI, SEMPRE COLPA FTALATI Alcuni composti chimici contenuti nel packaging in plastica per gli alimenti potrebbero portare i bimbi a sviluppare la pressione alta. A rivelarlo è uno studio americano pubb. sulla rivista Pediatrics. In particolare - sarebbe tutta colpa degli ftalati, additivi tossici e inodore utilizzati nell'industria delle materie plastiche, che si trovano non solo nelle confezioni alimentari ma anche nella pavimentazione o in altri oggetti come le palle da spiaggia, responsabili di squilibri ormonali soprattutto nelle prime fasi dello sviluppo e che farebbero alzare la pressione. (Sani e Belli) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 186 GLI ESAMI DEL SANGUE Una sintetica «biblioteca» dei principali valori che si possono trovare sul referto ESAMI PER IL FERRO Esami Malattie Infettive SIDEREMIA, Transferrina serica, Ferritina Test per l’HIV Oggi parliamo di alcuni esami che rientrano negli esami per il ferro; GLI ESAMI PER IL FERRO Sono diversi i test ematici che possono dare indicazioni sullo stato del ferro. È importante valutarli nel loro insieme. SIDEREMIA Che cosa si misura: Il test misura la sideremia, cioè la concentrazione di ferro nel sangue. Il ferro è un elemento molto importante per l’organismo, perché è 170-190 microgrammi/dl Sideremia indispensabile per il trasporto dell’ossigeno ai tessuti e per la 50-70 microgrammi/dl 2-3 mesi formazione di alcuni enzimi. In un individuo adulto sano sono 100 microgrammi/dl presenti circa 3-5 g di ferro totale: di questo, una parte si trova Infanzia nei globuli rossi (ferro legato all’emoglobina), una parte Uomo adulto 75-160 microgrammi/dl costituisce le riserve dell’organismo (ferro legato a ferritina ed Donna adulta 60-150 microgrammi/dl 40-80 microgrammi/dl emosiderina) e una parte rappresenta il cosiddetto «ferro di Vecchiaia trasporto» (ferro legato alla transferrina), che, attraverso il sangue, è veicolato dal fegato e dall’intestino ai tessuti che ne hanno bisogno. Essendo la quota di ferro libero nel sangue trascurabile, la sideremia di fatto misura il ferro legato alla transferrina. Quando e perché il test è indicato: Il test della sideremia serve a controllare se i livelli di ferro sono nella norma, ma non fa parte degli esami di routine. Se i valori di emoglobina ed ematocrito sono anomali, il test può essere utile per determinare le cause di un’eventuale anemia. L’esame viene anche usato nei pazienti in trattamento per una carenza di ferro, per valutare se il ferro assunto venga assorbito correttamente. Nei bambini che abbiano ingoiato accidentalmente tavolette di ferro, la misurazione della sideremia è l’unico metodo per determinare la gravità dell’avvelenamento. La sideremia può essere usata, insieme alla capacità ferro-legante totale (transferrina sierica), come esame di screening per una malattia genetica, l’emocromatosi. Intorno all’utilità di questo tipo di screening si è acceso un grosso dibattito: secondo alcuni esperti esso dovrebbe essere esteso a tutti i soggetti sopra i 20 anni, per consentire il riconoscimento e il trattamento precoce della malattia; altri, non lo ritengono utile, data l’impossibilità di distinguere tra i casi sintomatici e quelli asintomatici. Come si fa il test: prelevare un campione di sangue dalla vena di un braccio. Il prelievo dovrebbe essere eseguito di mattina, a digiuno. Inoltre, è bene evitare l’assunzione di tavolette o pastiglie di ferro nelle 24 ore che precedono il prelievo: in caso contrario i valori risulterebbero falsati. Quali sono i valori anomali e come interpretare i risultati dell’esame: Bassi livelli di ferro possono essere dovuti a: aumento delle richieste, durante infanzia, gravidanza e allattamento, ridotto assorbimento (malattie del tratto gastrointestinale), emorragie, abbondanti perdite mestruali, anemia sideropenica (cioè dovuta a carenza di ferro), diabete, età avanzata, insufficienza renale, malattie infettive (tubercolosi, ascesso polmonare, endocardite batterica), malattie croniche (morbo di Chron), tumori (del seno, del polmone, linfoma di Hodgkin), infarto cardiaco, una dieta povera di ferro, assunzione di alcune sostanze (ACTH, testosterone) e di alcuni farmaci (colchicina, meticillina). Alti livelli di sideremia possono essere dovuti a: malattie genetiche (talassemie, emocromatosi), eccessive trasfusioni di sangue, emosiderosi (eccessivo accumulo di ferro), epatite virale acuta, leucemie, terapie con ferro, overdose accidentale di ferro, assunzione di alcune sostanze (estrogeni, pillola contraccettiva) e di alcuni farmaci (metildopa, cloramfenicolo (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 186 PROFESSIONE LA CRISI E L’IMMAGINE SBAGLIATA CHE SI HA DELLE FARMACIE Si discute molto di sostenibilità nel sistema salute. Spesso in modo approssimativo, perché sono in tanti ad approcciare al confronto senza capire nulla sull’argomento. Sono in tanti che descrivono sogni e conoscono poco la realtà negativa che si sta via via formando. Sono oramai decine le farmacie che mensilmente falliscono. La sanità pubblica è fatta sempre di più di prestazioni inappropriate, di disavanzi inarrestabili, di desertificazione di corsie e poliambulatori a causa di un blocco del turnover preteso senza intelligenza, di un sud che si avvia costantemente verso il nord alla ricerca di ciò che dalle sue parti non c’è più e/o non c’è mai stato. La sanità privata arranca sempre di più. Spesso trascina i piedi, perché non ha più energia sufficiente. Le manca di incassare ciò che deve, sapendo spesso di avere incassato in passato anche ciò che non le era dovuto. Così come è successo in Calabria & C. ove l’extrabudget corrisposto agli erogatori accreditati privati era un corrispettivo “dovuto” alla faccia di chi rispettava invece le regole. Una brutta abitudine che ha trasformato gli imprenditori in prenditori. Dunque, tante imprese della salute sul lastrico, ove dimorano giorno e notte le povere maestranze, spesso professionalizzate ad ottimi livelli, oramai senza occupazione. A tutto questo si aggiunge la povertà delle farmacie. Ideologicamente massacrate da una politica che le conosce poco. Sono infatti in tanti a prendere ad esempio la farmacia sotto casa, magari piena di latta e lustrini, che ha vissuto negli anni scorsi di lauti guadagni. Questa non è la farmacia italiana, quella fatta di migliaia di esercizi disseminati nei piccoli paesi, frequentemente sperduti, ove rendono il loro impagabile servizio. Sono gli unici presidi ad essere rimasti, a non avere violate le cosiddette consegne. Persino i carabinieri e i parroci hanno abbandonato i loro. Per non parlare dei notai, ai quali era una volta concessa per “il disturbo” l’indennità di cavalcatura, che sono scesi nelle valli urbanizzate, tanto da essere concentrati nelle città presso i loro studi “secondari”. Dunque, una immagine sbagliata, causa di un progetto di revisione sbagliato al quale il Giudice amministrativo, conoscitore della tematica, sta dando ragione nei diversi contenziosi incardinati nei Tar e avanti il Consiglio di Stato. Nel frattempo i morti non si contano. Sono oramai in decine le farmacie che mensilmente falliscono e/o che intraprendono procedure di concordato preventivo, nelle sue diverse tipologie. Alcune riescono negli intenti di salvare l’azienda, altre soccombono, buttando a mare anni di lavoro e duri sacrifici, cancellati da una perseverante mala gestione che ha contribuito ai tanti disastri registratisi. Insomma, in tutta l’Italia sta accadendo quanto era fino all’altro ieri l’inimmaginabile. Stanno chiudendo in tanti o giù di lì. Ciò a causa di una ingiustificata aggressione al sistema che non ha eguali, di tanti truffatori che ci sono in giro che, spesso travestiti da “ideologi” delle novelle strategie consortili, tanto favorevoli alle esportazioni all’estero, di tanti istituti di credito che hanno chiuso i rubinetti, pur in presenza di loro specifici compiti istituzionali, di numerosi grossisti divenuti collezionisti delle titolarità di chi è divenuto povero, anche per colpa loro. Occorre una svolta pubblica e privata. Un intervento dell’Autorità che impari a proteggere ciò che del sistema è rimasto, evitando di sottrarre all’utenza, soprattutto decentrata, l’unico presidio garante 24 ore su 24 della tutela della salute, quanto a livello di assistenza farmaceutica. Quanto ai privati colpiti, va sollecitato il loro sapere fare. Che vuol dire sapere scegliere compagni di viaggio nella loro gestione quotidiana, frequentemente aggredita da tanti poco di buono. (E. Jorio, Farmacista on line) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 186 SCIENZA E SALUTE LE NUOVE ARMI CONTRO IL MAL DI TESTA Ad ogni tipo di emicrania corrisponde una diversa personalità Per il mal di testa i pazienti non avranno più solo farmaci, ma probabilmente anche una sorta di rasoio elettrico da passare sul collo, o uno speciale braccialetto da applicare ai polsi. Le nuove armi anti-cefalea arrivano dal convegno «Pain, Emotion and Headache» di Stresa organizzato dal Centro Cefalee dell'Ist. Neurologico Besta di Milano. Tutte queste innovazioni non sembrano ancora in grado di intaccare la vera causa del mal di testa: il tentativo del cervello di recuperare l'equilibrio omeostatico perduto. «Nel nostro cervello gli impulsi nervosi periferici raggiungono un'area chiamata insula, una centralina dove vengono messi in ordine, creando ciò che riconosciamo come il nostro stato di normalità, che è, in sostanza, l'omeostasi del l'organismo — spiega G. Bussone, dir. del Dip. di Neuroscienze Cliniche del Besta. Il dolore emicranico è il frutto di un'alterazione di questo equilibrio omeostatico. Tutti siamo consci della nostra normalità, e se si altera ce ne accorgiamo, perché l'insula è collegata alla corteccia cingolare che elabora emotivamente la situazione di squilibrio, producendo in risposta ciò che percepiamo come dolore. Essendo una risposta emotiva, il mal di testa cambia a seconda della personalità di ognuno». L’emicrania è, infatti, la risposta di dolore di un soggetto «passivo», mentre chi tende a rispondere allo squilibrio con un atteggiamento di «attacco e fuga» sviluppa la cefalea a grappolo. Anche la reazione al mal di testa stesso cambia, coerentemente, a seconda della personalità del soggetto. «Se si sviluppa dolore emicranico, il cervello risponde riducendo le attività e facendo addirittura rifugiare il paziente nel sonno. In pratica, l’emicranico, che è un "passivo", aspetta in un angolo che passi la tempesta. Chi invece sviluppa cefalea a grappolo (il peggiore dei mal di testa, tanto da essere definito cefalea da suicidio) ha reazioni opposte, di esasperata agitazione. In pratica, è un soggetto che "scappa" dal dolore». «I diversi tratti di personalità non solo ci dicono quale cefalea si svilupperà, ma anche se un certo trattamento funzionerà o se si rischia di cadere nella cronicità e nella spirale dell'abuso farmacologico. Se il dolore diventa cronico, cambia addirittura l'assetto recettoriale delle vie del dolore: ma questo cambiamento è legato all'abuso di farmaci, non alla malattia. In donne con emicrania cronica che abusavano di farmaci la risonanza magnetica ha rivelato che le aree cerebrali parietale posteriore e somato-sensitiva primaria erano ipoattive, ma, una volta ridotta la terapia, sono tornate normali». Neurostimolatori esterni come quello presentato a Stresa, che non necessitano di interventi di posizionamento neurochirurgico e sono gestiti dal paziente, potrebbero essere un’opportunità che non espone all'abuso. Resta comunque basilare l'opera di educazione del paziente da parte del medico: «Occorre innanzitutto addestrare i pazienti col nuovo strumento, chiamato gammacore. Solo così si riducono gli errori da scorretto impiego e si infonde tranquillità al paziente, aumentando significativamente le possibilità di successo». L'apparecchio, delle dimensioni di un cellulare, va collocato sul lato destro del collo, in corrispondenza con il nervo vago; lo strumento emette quindi microstimoli elettrici che, tramite il nervo vago, risalgono alle aree cerebrali riequilibrandole elettricamente. «I dati, preliminari, sembrano promettenti e confermerebbero i risultati di precedenti studi condotti negli USA, in Inghilterra, in Germania. I pazienti acquisiscono facilmente dimestichezza con il metodo e la sua tollerabilità è ottima, anche se possono presentarsi involontarie contrazioni della muscolatura facciale inferiore per errori di posizionamento dello strumento». Errori di posizionamento possono verificarsi anche con lo strumento studiato da G. Allais, resp. del Centro Cefalee della donna dell’Osp. Sant'Anna di Torino, per migliorare l'emicrania associata a nausea: un braccialetto per acupressione, simile a quelli usati nella nausea da viaggio. Se collocato correttamente su un determinato punto del polso (agopunto PC6, punto noto nella medicina cinese), questo braccialetto elimina in oltre l'80% dei pazienti la nausea, sintomo questo che più spesso si associa all’emicrania (dal 73% a oltre il 90% dei casi), peggiorandola e facendo ritardare l'assunzione dei farmaci per bocca (che invece vanno sempre presi ai primi sintomi del l'attacco). (Salute, Corriere) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 186 PREVENZIONE E SALUTE IGIENE ORALE, QUESTIONE DI VITA O DI MORTE Mantenere in salute denti e gengive assicura il benessere di tutto l’organismo e in particolare del cuore «Se ci tieni alla salute, lavati i denti» Non è una frase a effetto per convincere i bambini a usare lo spazzolini prima di andare a letto, ma il messaggio che emerge chiaro dai risultati di una ricerca internazionale pubblicata sul Journal of Epidemiology & Community Health che ha stabilito una relazione tra igiene della bocca e mortalità. LO STUDIO - «Abbiamo cercato di individuare una relazione tra igiene orale nell’adulto di mezza età e morte prematura e di analizzare il peso di vari determinanti, in particolare la situazione socioeconomica e lo stile di vita» dichiara Wael Sabbah dell’Oregon Health and Science University di Portland. La popolazione studiata era quella del Vietnam Experience Study, un progetto volto a indagare diverse variabili legate alla salute in parecchie migliaia di veterani (arruolati in media ventenni tra il 1965 e il 1971) ben rappresentativi della popolazione maschile statunitense. Le condizioni di denti e gengive sono state valutata clinicamente nel 1984 esprimendo un giudizio qualitativo su quattro livelli (buone, discrete, scarse, presenza di edentualia ovvero mancanza di uno più elementi dentari). I dati di mortalità sono stati raccolti fino al 2000, quando l’età media dei veterani era di 38 anni. Sempre ragionando in termini di media, i 234 decessi avevano colpito persone poco più che cinquantenni. Un’inadeguata igiene orale comportava un aumento del rischio di morire per qualsiasi causa di circa 3 volte, di morire per malattie cardiache di quasi 3 volte e mezza. L’edentulia moltiplicava ulteriormente la probabilità sfavorevole, di 4 e 5 volte e mezza, rispettivamente. Il dato interessante è che questa relazione si manteneva anche dopo correzione per i fattori socio-economici e comportamentali, che da soli spiegavano il 50% circa del rischio di mortalità. UN COMPLESSO DI COSE - Ovviamente, per una relazione non così immediata come quella tra igiene orale e mortalità precoce non ci sono spiegazioni semplici e ancora meno semplicistiche. I ricercatori invocano dunque una molteplicità di meccanismi (una genesi multifattoriale per dirla in "medichese") che si può raccontare iniziano dalle cause locali individuali fino a giungere a quelle più generali. Guardando prima di tutto in bocca, i maggiori imputati sono le malattie prima infiammatorie e poi infettive delle gengive e dei tessuti che circondano e stabilizzano il dente, dovute soprattutto a una scarsa familiarità con lo spazzolino. Da queste si genererebbe uno stato infiammatorio con ricadute a livello sistemico soprattutto sul cuore e sui vasi e a livello locale culminerebbe nella caduta dei denti. Anche il fatto di essere edentuli ha ripercussioni più ampie, in quanto limita o condiziona in modo significativo la varietà dei cibi introdotti e quindi la completezza della dieta. C’è poi una visione più olistica e un po’ giudicante: chi non ha cura della propria bocca non ha cura della sua persona nell’insieme e quindi è destinato ad ammalarsi di più. Ma non si può dimenticare un elemento che di questi tempi fa la differenza per molti e dipende poco dalla buona volontà: la possibilità di andare dal dentista. (M.R. Valetto, Salute Corriere) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 186 SCIENZA E SALUTE SPERIMENTAZIONE MAGLIA HI-TECH PER BIMBI MALATI DI CUORE Una vera e propria rivoluzione in sanita'. Una maglietta che permette ai bambini malati di cuore di essere controllati a distanza senza il ricovero in ospedale. E' appena partita per la prima volta in Italia la sperimentazione della suddetta maglietta, presso il reparto di Cardiologia dell'ospedale Infantile Regina Margherita della Citta' della Salute e della Scienza di Torino. Il progetto "Happy Heart" sarà la punta di diamante della sanita' italiana: la maglietta che cancella il ricovero e' dotata di sensori tessili "intelligenti" lavabili e riutilizzabili, che trasmettono il tracciato ECG del paziente e la sua posizione. E' confezionata su misura ed aderente al corpo, come una canottiera, e puo' inoltre rilevare 24h/24 la saturazione d'ossigeno, la frequenza respiratoria e la portata cardiaca. L'indumento trasmette i dati rilevati via connessione wireless Bluetooth ad uno smartphone (in dotazione al paziente), che a sua volta trasmette le rilevazioni al centro ospedaliero di riferimento. In ogni paziente gli allarmi sono adattati alla persona, alla sua eta' ed alle condizioni cliniche. Saranno 150 circa i bimbi che ogni anno potranno beneficiare di questa maglietta. Sono i piccoli pazienti affetti da aritmia o i cosiddetti "bimbi cianotici". Saranno controllati e seguiti a distanza dai cardiologi del Regina Margherita. In futuro la sperimentazione dovrebbe estendersi anche a coloro che sono affetti da scompenso cardiaco. Si tratta quindi di una medicina nuova, "su misura", non "pret a porter", ma non per questo piu' costosa, anzi umana, etica ed economica. E' dimostrato che il costo del progetto e' ammortizzato in meno di 3 mesi, considerato il risparmio sui ricoveri e sul personale non impegnato. Si riducono notevolmente i costi (risparmio fino al 30%), i tempi di ospedalizzazione ed il numero di visite in ospedale, senza trascurare la qualita' delle prestazioni e dei servizi. L'utilizzo di tali sistemi ha evidenti benefici psicologici ma anche concreti per il paziente, le famiglie e la societa'. Permette il monitoraggio del paziente a domicilio o ovunque esso sia (al parco piuttosto che a scuola), evitando la dipendenza da strumentazioni che lo connettano tramite elettrodi allo strumento di rilevazione. La monitorizzazione puo' essere continua, facendo decadere, per es., la necessita' della lettura Holter del ritmo cardiaco e limitando gli accessi ospedalieri a situazioni di emergenza. Il rapporto medico paziente e paziente - struttura ospedaliera e' in questo modo rinconfigurato. Questo sistema migliora la qualita' di vita del paziente e della famiglia, favorisce la gestione cosciente della propria salute, diminuisce e modifica la dipendenza fisica e psicologica dalla struttura ospedaliera che diventa un luogo piu' umano e meno spaventoso, evita le infezioni nosocomiali, diminuisce drasticamente l'affollamento del pronto soccorso e delle strutture di degenza diurna. La domiciliazione e territorializzazione delle cure e' un modo per migliorare l'assistenza, l'appropriatezza e l'accuratezza, per migliorare la qualita' di vita del paziente e contemporaneamente abbassare drasticamente i costi sanitari. (Agi, salute)