Anno VII – Numero 1325
AVVISO
Ordine
1. ORDINE:
Progetto “Un
Farmaco per tutti†e “Una
Visita per tuttiâ€;
2. Quota sociale 2018
3. ENPAF: evento del 13
Aprile
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. Rinosinusite, quando naso
e seni paranasali sono
infiammati
5. Consumi: in italia è boom
di noci, pistacchi e
mandorle con +10%
6. Pollice «a scatto», meglio
curarlo o aspettare?
Prevenzione e Salute
7. Pulizie
di
primavera,
perché evitare di inalare i
detersivi?
8. durante
attivitÃ
fisica
meglio una banana di uno
sport-drink
Meteo Napoli
Lunedì 09 Aprile
ï‚· Variabile
Minima: 11° C
Massima: 20 °C
Umidità :
Mattina = 42%
Pomeriggio = 51%
Lunedì 09 Aprile 2018 – S. Maria Cleofe
Proverbio di oggi………
L'acqua scarzeggia e 'a papera nun galleggia.
RINOSINUSITE, QUANDO NASO E SENI
PARANASALI SONO INFIAMMATI
Un tipico male di stagione, che però può tormentare chi ne soffre
anche fuori dal periodo autunnale e invernale, è la sinusite,
ovvero l’infiammazione dei seni paranasali, con il suo corredo di
sintomi che vanno dal naso chiuso alla tosse ai dolori al volto,
spesso sotto le orbite o alla fronte.
Ma più che di semplice sinusite bisogna parlare
di rinosinusite:
«È questa la definizione corretta.
La sinusite intesa come infiammazione dei seni
paranasali, le cavità pneumatiche scavate nello
scheletro del cranio, non può essere considerata
senza che lo stesso processo infiammatorio
coinvolga il naso», sottolinea il dottor Luca
Malvezzi, otorinolaringoiatra e specialista in
chirurgia cervico facciale di Humanitas. Per la sua valutazione è indispensabile il
coinvolgimento di più medici.
La sinusite, infatti, “comunica†con diverse patologie: «Il mondo delle rinosinusiti
– continua l’esperto – è tanto variegato quanto purtroppo sottovalutato sia dalla
classe medica che dai pazienti.
Eppure una vasta letteratura medica si occupa delle rinosinusiti e, più
estesamente, delle infiammazioni delle vie respiratorie in generale, proprio a
sottolineare come il quadro clinico non debba essere affatto sottovaluto potendo
comprendere numerose altre problematiche: sensibilizzazione allergica e asma in
primo piano, ma anche ovattamento auricolare, disturbi del sonno e inabilitÃ
scolastica o lavorativa.
La spesa sanitaria per queste problematiche è in deciso aumento, e, allo stesso
tempo, sono in aumento gli sforzi in termini di ricerca per comprendere più a
fondo queste patologie». (Salute, Humanitas)
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1325
PREVENZIONE E SALUTE
PULIZIE DI PRIMAVERA,
PERCHÉ EVITARE DI INALARE I DETERSIVI?
Anche se non sembra, fare le pulizie di casa non è sempre un’attività priva di rischi
spiega il dottor Stefano Ottolini, medico dell’Unità di Medicina d’urgenza dell’Ospedale Humanitas –
specialmente in primavera, quando si approfitta della bella stagione per fare lavori in grande e rimettere a
nuovo la casa.
I rischi principali riguardano le intossicazioni che possono derivare dall’uso di
miscele fai-da-te di detersivi o altri prodotti per la casa che, mescolati insieme
possono dare luogo a fumi e vapori altamente irritativi per l’apparato
respiratorio o addirittura tossici.
Pertanto, prima di usare i prodotti per la pulizia degli ambienti domestici è
importante leggere le istruzioni per l’uso sulle etichette dei prodotti, usare una
mascherina o proteggere naso e bocca per evitare inalazioni anche in caso si
usino vernici, antimuffe, o detergenti vari. Infine, proteggere la pelle dal contatto
diretto con queste sostanze, con guanti di gomma resistente permette di evitare eventuali reazioni
allergiche, irritazioni alla cute o dermatiti.
Questi consigli valgono per gli adulti mentre vale la regola di tenere tutti i prodotti per la pulizia degli
ambienti lontano dalla portata dei bambini. (Salute, Humanitas)
DURANTE ATTIVITÀ FISICA MEGLIO UNA BANANA DI UNO
SPORT-DRINK
Studio Usa, è antinfiammatoria e riduce stress muscolare
Per fare esercizi più a lungo ed essere veloci, mangiare una banana
durante l'attività fisica può essere una buona alternativa agli sport drink.
Rispetto a queste bevande, ha infatti un'azione anti-infiammatoria uguale
se non maggiore, riduce lo stress muscolare e non è artificiale.
I ricercatori hanno messo a confronto gli effetti cellulari dei carboidrati
consumati durante l'attività sportiva.
I carboidrati infatti fanno arrivare rapidamente energia ai muscoli, riducono lo stress fisiologico e
l'infiammazione dopo.
Quello più digeribile e portatile è lo zucchero, che gli atleti spesso assumono con gli sport drink, che però
non sono sostanze presenti in natura, ma fabbricate usando aromi e sostanze chimiche che per alcune
persone sarebbe meglio evitare. In questo caso i ricercatori americani hanno voluto vedere se tra la frutta
ci fosse un'alternativa più sana agli sport drink.
Hanno così chiesto a 20 ciclisti professionisti, maschi e femmine, di completare un percorso di 75 chilometri
in bicicletta, in cui gli hanno fatto bere solo ad acqua. In altre corse, oltre all'acqua potevano bere sia acqua
che un po' di sport drink o mangiare mezza banana ogni 30 minuti.
Nel mentre gli hanno prelevato il sangue prima, subito dopo e anche 45 ore dopo la corsa. Come previsto,
con la sola acqua i livelli dei marcatori infiammatori nel sangue erano alti, mentre erano molto più bassi con
la frutta o gli sport drink. C'erano invece differenze nelle attività di alcuni geni ed enzimi, che intensificano
l'infiammazione, in chi mangiava banane. I farmaci antinfiammatori, come l'ibuprofene, funzionano
inibendo proprio questi geni ed enzimi, e la banana agisce in modo simile. (Salute, Ansa)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1325
SCIENZA E SALUTE
CONSUMI: IN ITALIA È BOOM DI NOCI, PISTACCHI E
MANDORLE CON +10%
Portano benefici e allungano la vita: aiutano l’organismo a combattere l’insorgenza di
diverse malattie croniche tra cui diabete, patologie vascolari, osteoporosi, demenze e
tumori e lo fanno senza penalizzare la linea, perché contengono i grassi «buoni»
Gli italiani sempre più salutisti e alla ricerca dei cibi di “lunga vitaâ€, tra cui da tempo è annoverata la frutta a
guscio. Non solo Natale quindi: i consumi di noci, mandorle, pistacchi e nocciole ha registrato un aumento
del 10% degli acquisti nell’ultimo anno per un mercato che ha superato la storica soglia del miliardo di euro
nel 2017.
I DATI
Emerge da un’elaborazione di Coldiretti su dati
Ismea che evidenziano la svolta per questi prodotti
con acquisti praticamente raddoppiati negli ultimi
dieci anni:
ora si stimano arrivati a 3 Kgi all’anno per
persona.
«In Italia - si raccolgono circa 300 mila tonnellate
di frutta in guscio all’anno.
Noci e nocciole sono presenti lungo tutta la
Penisola, anche se la produzione è concentrata fra
Piemonte, Campania, Lazio, Sicilia, Emilia
Romagna e Veneto.
La crescita dei consumi sta portando anche a un
aumento dei terreni dedicati a queste coltivazioni con un +30% di noccioleti e mandorleti previsto nei
prossimi 10 anni anche se rimane forte il flusso delle importazioni».
5-7 NOCI HANNO UN RUOLO PROTETTIVO
Le noci sono ricche di acido alfa-linolenico, la base vegetale dei grassi omega-3 che non solo aiutano a
prevenire le patologie cardiache, ma aiutano la funzionalità del cervello, la memoria e migliorano l’umore.
Uno studio ha scoperto inoltre che gli omega-3 contenuti nelle noci possono abbassare il colesterolo in
modo più efficace rispetto a quelli del salmone. Le mandorle aiutano a mantenere bassi i livelli di
colesterolo “cattivo†che aumenta il rischio di malattie cardiache.
IL COMMENTO
«La frutta secca oleosa, in cui vengono generalmente incluse anche le arachidi non salate, è effettivamente
uno degli alimenti più rivalutati dalla ricerca scientifica. Una porzione di 30 g equivalente, per es., a 5-7
noci, consente di assumere buone quantità di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi, di minerali (potassio,
rame, fosforo, ferro, calcio) e di composti “bioattiviâ€, importanti per il loro ruolo protettivo».
FRUTTA DISIDRATATA
«Questo oltre alla comodità d’uso e alla conservabilità , fa della frutta a guscio una valida scelta come
spuntino o a pasto - purché le quantità siano contenute. Lo stesso vale per la frutta essiccata - o meglio
disidratata - che è però più simile alla frutta fresca di cui mantiene, concentrandoli, la fibra, i minerali,
specialmente potassio, i polifenoli, ma anche lo zucchero. Attenzione, però, a leggere sempre l’etichetta
per verificare la possibile presenza di anidride solforosa, (spesso utilizzata come agente sbiancante e come
conservante alimentare) che, in individui ipersensibili potrebbe dare reazioni indesiderate, e alla possibile
aggiunta di zuccheri, utilizzati per ovviare alla mancanza di sapore quando la qualità della frutta da
sottoporre a disidratazione non è delle migliori». (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1325
SCIENZA E SALUTE
POLLICE «A SCATTO», MEGLIO CURARLO O ASPETTARE?
Succede soprattutto alle donne, non si sa perché, ma è un disturbo piuttosto frequente:
il pollice si blocca, «scatta», fa male.
«A volte può essere transitorio e regredire spontaneamente (specie nei bimbi) dopo qualche mese, troppo
spesso accade però che chi ne soffre vada dal medico quando la situazione è ormai compromessa e l’unica
soluzione è la chirurgia», spiega Davide Smarrelli, responsabile dell’Unità di Chirurgia della mano
all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo
QUALI I SINTOMI A CUI PRESTARE ATTENZIONE?
Il pollice solitamente inizia a causare sofferenza quando si fanno in alcuni
movimenti, si gonfia aumentando di volume. Il dolore aumenta per
intensità e frequenza e inizia a comparire dapprima una difficoltà alla
fluidità del movimento sino a un vero e proprio scatto, che può portare
sino al blocco del dito in posizione piegata e alla manipolazione esterna
per far rientrare il pollice in posizione normale. A volte compare persino
un nodulo, che rappresenta la reazione al continuo conflitto. «Accade più
spesso con il pollice, ma anche al medio o all’anulare e in generale può succedere con qualsiasi dito –
spiega Smarrelli, che è specialista in ortopedia e traumatologia -.
Quando l’indolenzimento iniziale, di solito alla base del dito, si prolunga per qualche settimana è bene
parlarne con un medico, senza temporeggiare troppo. Meglio intervenire prima che diventi molto doloroso,
non più “utilizzabileâ€, con la conseguenza di avere praticamente la mano fuori uso, anche nel compiere
gesti molto semplici della quotidianità ».
CHI NE SOFFRE PIÙ SPESSO?
Il dito a scatto è condizione diffusa in alcune categorie di lavoratori (che comportano gesti manuali
frequenti e ripetitivi, come maneggiare forbici, cesoie, cacciaviti) e nelle donne dopo la menopausa,
probabilmente per il ristagno di liquidi, che favorisce l’infiammazione dei tendini.
Negli adulti la causa generalmente va ricercata in un’infiammazione dovuta all’“usura†o ad alcune malattie
correlate (come l’artrite reumatoide, la gotta e il diabete), caratterizzate da processi autoimmunitari o
degenerativi che alterano la struttura dei tendini e della loro guaina. Nei neonati, invece, il pollice a scatto è
ereditario (congenito) ed è causato da un marcato aumento di volume del flessore lungo del pollice che
porta alla formazione di noduli che rendono difficoltoso il
movimento.
PERCHÉ IL DITO «SCATTA»?
«La tenosinovite stenosante, comunemente nota come «dito a
scatto», interessa i tendini della mano che servono per flettere le
dita – spiega Smarrelli -. In pratica nel pollice (così come nelle
altre dita) il tendine infiammato aumenta di volume e quando
entra nel suo canale, una sorta di galleria ove scorre guidato
(detta guaina sinoviale o puleggia), non riesce più a scorrere in
quanto è troppo voluminoso per scorrere liberamente.
Quindi si crea un conflitto meccanico: il tendine viene schiacciato
ogni volta che deve attraversare la “galleria†vicina al rigonfiamento e questo provoca, dolore
accompagnato da una sensazione di scatto nel dito corrispondente. È un circolo vizioso di continuo stimolo
irritativo e infiammatorio ad ogni movimento del pollice (o di altre dita, appunto):
il tendine infatti si imprigiona a ogni movimento di flessione e lo scatto rappresenta il passaggio difficoltoso
che il tendine riesce a superare. Quindi, per far tornare il quadro alla normalità , bisogna ricreare spazio».
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1325
COSA SI PUÃ’ FARE PER PREVENIRLO?
In pratica nulla. Per tutte le dita e anche per il pollice, che è il segmento più
usato dalla mano: la ripetitività di certi gesti porta a infiammazione e a causare il
disturbo in questo o altre dita.
QUALI ESAMI SERVONO PER DIAGNOSTICARLO?
Come in molte patologie della mano, la visita con uno specialista e la raccolta
dei sintomi permette già di fare la diagnosi. «I disturbi sono in genere più intensi dopo il riposo – chiarisce
l’esperto -, per esempio al risveglio al mattino, e tendono a diminuire utilizzando la mano. Di solito per
avere maggiori dettagli, in vista di un eventuale trattamento chirurgico, si esegue un’ecografia. È bene però
anche ricordare che il dito a scatto è una patologia piuttosto frequente, a volte transitoria e a regressione
spontanea dopo qualche mese. Per cui bisogna valutare bene come procedere».
QUANDO SI DEVE ASPETTARE?
Il pollice/dito a scatto può anche guarire da solo, con una regressione spontanea dell’infiammazione e
progressiva normalizzazione del tendine. Accade spesso nei neonati: in circa la metà dei casi il disturbo
scompare, senza che sia necessario alcun intervento terapeutico particolare (generalmente avviene entro i
5 anni di vita del bambino). «La strategia da adottare richiede sempre una valutazione clinica – spiega
Smarrelli -: di solito si opta per un trattamento chirurgico se lo scatto perdura da almeno due o tre mesi,
senza anche modesti miglioramenti e se lo scatto appare molto “strutturatoâ€, cioè si evidenzia come un
oggettivo difficoltoso passaggio del tendine nel suo canale e quindi un movimento molto ostacolato del
dito».
COME SI CURA?
«Nelle fasi iniziali, il riposo, il ghiaccio e i farmaci anti-infiammatori non
steroidei per via orale o topica sono buoni rimedi – dice Smarrelli -. Si
ottengono ottimi risultati anche aggiungendo un’infiltrazione di cortisonici,
se può essere eseguita in tempi utili: cioè tra i 20- 45 giorni dall’insorgenza
dei sintomi. Se si è fuori da questa tempistica e il dolore si fa sentire,
vengono invece prescritti tecarterapia, laserterapia, ionoforesi, ultrasuoni.
Se non si ottengono miglioramenti bisogna prendere in considerazione il trattamento chirurgico».
QUANDO SERVE IL TUTORE?
L’uso del tutore in questa patologia è controverso: se indicato, si consiglia
solo nelle prime fasi, per la durata di 1-2 mesi, a seconda anche delle
risposta del dito, ma spesso è mal tollerato dai pazienti che lo
abbandonano.
QUANDO È INDICATO L’INTERVENTO CHIRURGICO?
«La chirurgia rappresenta la più comune soluzione del problema –
conclude Smarrelli -.
Prevede un piccolo intervento in anestesia locale, con una miniincisione centrata dove si manifesta lo scatto. Si apre la puleggia,
struttura che rappresenta il tetto del canale digitale ispessito, in modo
da non comprimere più il tendine e permettergli di scorrere
liberamente, interrompendo il conflitto meccanico e il conseguente
circolo vizioso di continua infiammazione. Il recupero è piuttosto
veloce (si va fra i 2 e i 20 giorni) e il pollice si consiglia di usare il dito
operato “ascoltando†le risposte della mano, quindi il dolore che si
sente nella progressiva ripresa funzionale. Senza forzare troppo».
(Salute, Corriere)
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Anno VII – Numero 1325
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
l’ENPAF incontra l’ORDINE - Venerdì 13 Aprile
DATA
TITOLO
Venerdì
13 Aprile
ore
10.00 18.00
L’ENPAF incontra l’ ORDINE:
A partire dalle ore 10:00 e fino alle 18:00 saranno presenti i
funzionari dell’Enpaf per fornire ASSISTENZA a tutti i Colleghi che
interverranno dando loro delucidazioni in merito alle proprie
posizioni Contributive e Previdenziali
NOTE
Sede
Ordine
Corso ECM :
“PREVIDENZA e ASSISTENZA del FARMACISTA: NOVITÀâ€
Venerdì
13 Aprile
ore
21.00
Interverranno:
ï¶ Dr Emilio Croce – Presidente ENPAF
ï¶ Dr Paolo Savigni – V. Presidente ENPAF
ï¶ Dr Marco Lazzaro – Direttore Generale ENPAF
ï¶ Dr Pasquale Imperatore – Consigliere
ï¶ Dr Romeo Salvi – Collegio dei Sindaci
ORDINE:
IN RISCOSSIONE LA QUOTA SOCIALE 2018
E’ in riscossione la quota sociale 2018 di EURO 150,00 di cui Euro 108,20 per l’Ordine e
Euro 41,80 per la FOFI.
GLI ISCRITTI CHE NON HANNO ANCORA RICEVUTO
L’AVVISO DI PAGAMENTO,
POSSONO SCARICARLO dal sito dell’Ordine
INSERENDO il PROPRIO CODICE FISCALE
al seguente link:
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1381-quotasociale-2018
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1325
ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTIâ€:
FARMACI DONATI IN BURKINA FASO
I progetti hanno come obiettivo quello di contrastare la povertà sanitaria sia
mediante l’utilizzo di farmaci e di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico
chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da
donazione spontanea da parte di cittadini.
Consegnati i farmaci raccolti attraverso il progetto alla Congregazione
delle Suore “Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentatoâ€.
I farmaci sono stati inviati con un container in una missione fondata in
Africa, in Burkina Faso nella diocesi di Tenkodogo. Le suore operano in
questa missione fornendo aiuto alla popolazione distribuendo farmaci e
dispositivi medici alle scuole, ai villaggi e all’Ospedale di Tenkodogo.
PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1325