Anno VII – Numero 1328
AVVISO
Ordine
1. ORDINE:
Progetto
Farmaco per tuttiâ€;
“Un
2. Ordine: assistenza legale
gratuita,
sussidio
di
solidarietÃ
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
3. MAGNESIO, lo sai che
assumerlo 7 giorni prima
del ciclo evita il mal di
testa?
4. Sindrome di brugada:
descritto il meccanismo
che (forse) ha ucciso
Davide Astori
Prevenzione e Salute
5. Fitness
and
Fatness:
meglio grassi e in forma o
magri ma poco allenati?
6. “Cefalea a grappolo: le
donne sono più a rischio a
primaveraâ€, vero o falso?
Meteo Napoli
Giovedì 12 Aprile
ï‚· Variabile
Minima: 12° C
Massima: 22 °C
Umidità :
Mattina = 57%
Pomeriggio = 54%
Giovedì 12 Aprile 2018 – S. Giulio Papa
Proverbio di oggi………
Pur''e mmure tènono 'e rrecchie.
MAGNESIO, lo sai che assumerlo 7 giorni
prima del ciclo evita il mal di testa?
Tra i vari sintomi e disagi della sindrome premestruale, uno dei più
fastidiosi è proprio il mal di testa da ciclo.
Tuttavia – spiega il dottor Vincenzo Tullo, specialista neurologo e responsabile
dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas –,
il mal di testa prima del ciclo può essere alleviato
con l’assunzione, una settimana prima del ciclo,
di un prezioso sale minerale, il magnesio. Il
pidolato di magnesio, ovvero un sale di magnesio
che favorisce l’ingresso del magnesio all’interno
della cellula dove più serve, migliora l’umore,
stimola la trasmissione degli impulsi nervosi e la
contrazione dei muscoli. Per godere dei suoi
benefici, il magnesio va assunto a partire da una
settimana prima dell’inizio del ciclo mestruale, fino al suo termine.
L’assunzione del magnesio è così efficace da rientrare nelle terapie preventive
per alleviare i sintomi della sindrome premestruale.
Oltre al magnesio, anche l’assunzione di un analgesico della famiglia dei
triptani a partire da 4-5 giorni prima dell’inizio del ciclo fa parte della strategia
terapeutica preventiva per i sintomi della sindrome premestruale. In caso di
cefalee premestruali, si può anche adottare la terapia sintomatica: in questo
caso, i sintomi vengono curati nel momento in cui si manifestano.
La terapia sintomatica prevede l’assunzione di Paracetamolo,
antinfiammatori non steroidei e triptani. Quest’ultimi farmaci agiscono sulla
serotonina, comunemente chiamata “ormone della felicità â€. Anche queste
sono soluzioni efficaci e conferiscono un rapido sollievo.
Tuttavia, se il mal di testa persiste, è molto intenso e le soluzioni
precedentemente elencate non mostrano nessun effetto benefico, è
importante rivolgersi ad uno specialista ed effettuare una visita neurologica
per trovare una terapia adatta e recuperare il benessere. (Salute, Humanitas)
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
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PAGINA 2
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1328
PREVENZIONE E SALUTE
FITNESS AND FATNESS:
MEGLIO GRASSI e in FORMA o MAGRI ma poco ALLENATI?
Alcuni studi dicono che i sovrappeso vivono più a lungo dei normopeso che, ad esempio,
fumano. Ciò non toglie che sia meglio smaltire i chili di troppo
E se fosse vero che «grasso è bello»?
ï¶ Alcune
ricerche
sembrano
suggerire che essere obesi non sia
per forza una condanna.
I primi dati a mettere in dubbio l’assioma
per cui la «ciccia» è sempre negativa
risalgono a uno studio pubblicato
sul Journal of the American Medical
Association (Jama) una trentina di anni
fa, che dimostrò come avere una
funzionalità cardiorespiratoria ottimale
contasse molto di più del peso nel
determinare il destino:
ï¶ in sostanza, si osservò che le
persone con una buona fitness
vivevano di più rispetto a chi era
meno in forma, a prescindere da
fattori come il fumo o il peso.
Risultati confermati da una revisione su
10 studi condotti nei decenni successivi
su circa 93 mila persone:
 quando la fitness è scarsa la mortalità cresce sempre,
 invece chi è in buona forma è più protetto indipendentemente dall’indice di massa corporea
(BMI).
PIÙ IMPORTANTE MISURARE GIRO VITA E MUSCOLI
Possiamo allora permetterci di ignorare il BMI?
Meglio frenare gli entusiasmi, nessun via libera all’aumento di peso indiscriminato, come spiega
Ferruccio Santini, docente di Endocrinologia all’Università di Pisa:
«L’indice di massa corporea è un parametro che può servire negli studi di popolazione, ma a livello del
singolo individuo ha poco significato.
Non dice infatti nulla della proporzione del grasso rispetto alla massa muscolare, né di come sia
distribuito: non tutto fa male infatti, quello dannoso è il grasso viscerale attorno agli organi, responsabile
della pancia.
La misura del girovita, quindi, sarebbe già più indicativa:
 un uomo con gambe e braccia fini ma la pancia grossa può avere un indice di massa corporea
basso ma il suo rischio cardiovascolare è sicuramente alto».
«Pure la quantità relativa di grasso e muscoli fa la differenza.
Il muscolo produce ormoni favorevoli per lo stato di salute generale e una buona massa muscolare si
associa a un miglioramento della qualità e della durata di vita: non c’è quindi contraddizione fra i dati
raccolti negli ultimi anni e il concetto che i chili di troppo fanno male, il grado di fitness è sicuramente un
indicatore delle condizioni del singolo più valido rispetto all’indice di massa corporea».
PAGINA 3
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1328
IL «TOCCASANA» PER TUTTI
Fare esercizio fisico è perciò il modo migliore per prevenire
l’obesità e pure per riportare indietro l’ago della bilancia:
non a caso, infatti, solo chi dimagrisce facendo sport ha una
buona probabilità di non recuperare i chili persi.
«Vale anche per gli obesi, proprio perché a prescindere
dall’indice di massa corporea allenare i muscoli protegge la
salute - continua Santini -.
Nei casi più estremi servono esercizi adattati, ma chiunque
deve muoversi perché più ci si allena, più diminuisce il
grasso interno che fa più male».
Nessuna incongruenza allora, fare esercizio è l’unico elisir di
lunga vita: tra l’altro dati raccolti su oltre 14 mila uomini
confermano che con l’andare degli anni conta di più
premurarsi di restare attivi che impedire un modesto
aumento di peso.
IL PARADOSSO DELLA SOPRAVVIVENZA
Ma come la mettiamo col paradosso dell’obesità , secondo cui esisterebbe una sorta di obesitÃ
«metabolicamente sana», in cui accanto ai chili di troppo non ci sarebbero ipertensione, diabete o
alterazioni dei lipidi nel sangue?
Alcuni studi poi hanno segnalato che essere sovrappeso od obesi migliorerebbe la sopravvivenza
rispetto a chi è normopeso, perfino in pazienti con problemi cardiovascolari: possibile?
Fermo restando l’effetto protettivo della forma fisica (non valutato da molte delle indagini che
sostengono l’esistenza del paradosso), Santini fa notare che «per molte patologie, dai tumori alle
infezioni, essere magri è uno svantaggio perché si hanno meno risorse fisiche e nelle fasi terminali si
muore prima.
Chi ha le “riserve†di energia del sovrappeso vive un po’ più a lungo, ma il gioco non vale la candela
perché in linea generale l’effetto dei chili di troppo è sempre di accorciare l’aspettativa di vita».
«Di fronte a una malattia molto grave è possibile che l’obeso viva un po’ di più: anche chi ha uno
scompenso cardiaco tende a perdere peso e quindi un paziente che in partenza non abbia chili di troppo
potrebbe sopravvivere meno di chi ha tanti grassi a cui poter attingere pure per far funzionare il cuore
conferma Paolo Sbraccia, direttore del Centro per la Cura dell’Obesità al Policlinico Tor Vergata di Roma.
Tutto ciò però non deve assolutamente servire a far passare un messaggio fuorviante: per un minimo
vantaggio in una fase terminale di vita non si può rischiare di dover convivere con una malattia, l’obesità ,
che è responsabile di un notevole aumento della disabilità e del rischio di ammalarsi, dimostrati al di lÃ
di ogni dubbio».
L’UNICA CERTEZZA
Lo conferma un’indagine pubblicata nelle scorse settimane su JAMA Cardiology per la quale sono state
seguite quasi 200 mila persone, con dati raccolti nell’arco di 50 anni:
ï¶ chi è sovrappeso od obeso ha un’aspettativa di vita inferiore e soprattutto sviluppa prima le
malattie cardiovascolari, condannandosi a vivere più a lungo da malato.
Le donne, poi, sembrano più fragili di fronte ai danni dei chili di troppo: basta già un modesto
sovrappeso ad accorciarne l’aspettativa di vita.
Gli obesi senza parametri sballati, quindi, o sono un’eccezione che conferma la regola o prima o poi
avranno qualche guaio. «Il paradosso dell’obesità è un equivoco che ha creato parecchi danni - ha
osservato l’autore, Sadiya Khan della Northwestern University -.
Perdere peso riduce la probabilità di moltissime malattie.
Si vive meglio e più a lungo da magri». (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1328
SCIENZA E SALUTE
SINDROME DI BRUGADA: DESCRITTO IL
MECCANISMO CHE (FORSE) HA UCCISO
DAVIDE ASTORI
È una malattia rara del cuore: scoperto che l’anomalia genetica è
presente nei soggetti fin dalla nascita anche se gli esami non la evidenziano. È una delle
bradiaritmie per cui potrebbe essere morto Davide Astori
Il “difetto†che provoca la “sindrome di Brugadaâ€, una malattia rara del cuore che può causare la morte
improvvisa in giovani altrimenti considerati sani, è presente sin dall’infanzia nei soggetti che ne sono
colpiti. Lo ha mostrato uno studio dell’Irccs Policlinico San Donato di Milano, appena pubblicato sulla
rivista Journal of the American College of Cardiology, che descrive per la prima volta l’anomalia elettrica
alla base della fibrillazione ventricolare della sindrome rara.
COME AVVIENE LA MORTE IMPROVVISA
Normalmente, la diagnosi di tale malattia si effettua mediante un elettrocardiogramma che viene
eseguito spesso per caso, oppure in corso di screening cardiologico quando si verifica una morte
improvvisa in un familiare.
L’anomalia è quindi presente sin dalla nascita sulla superficie epicardica del ventricolo destro e il rischio
di sviluppare aritmie ventricolari potenzialmente fatali è presente per tutto l’arco della vita.
«Sono stati arruolati sia pazienti sopravvissuti a un arresto cardiaco sia pazienti con sintomi sfumati.
Ciò che può accadere durante la vita di questi pazienti è stato simulato:
ï¶ cellule dormienti che all’improvviso durante la febbre o dopo pasto abbondante o durante il
sonno, possono “esplodere†generando la completa paralisi elettrica del cuore con conseguente
arresto e morte improvvisa.
Questo studio dimostra che i sintomi e l’elettrocardiogramma non sono sufficienti, da soli, a identificare i
pazienti a rischio, poiché spesso il primo sintomo può essere la stessa morte e, in circa i 2/3 dei casi,
l’elettrocardiogramma è completamente normale».
POSSIBILI INTERVENTI
Le anomalie variano in estensione e distribuzione in ogni paziente, caratterizzandone il rischio di morte
improvvisa che a questo punto dipende sia dalla dimensione del substrato elettrico anomalo, sia dal
grado di compromissione dei canali del sodio delle cellule che lo compongono.
Nello studio è stato dimostrato che è sufficiente un’area anomala di 4 cm quadrati per sviluppare
un’aritmia potenzialmente letale. «Abbiamo evidenziato la possibilità di eliminare quelle isole di tessuto
elettricamente anomale - spiega ancora il professor Pappone - utilizzando delle onde di radiofrequenza
di breve durata, con lo scopo di riportare quelle cellule a un corretto funzionamento elettrico.
Fino ad ora, 350 pazienti sono stati sottoposti a tale procedura, mostrando la completa normalizzazione
dell’elettrocardiogramma. Inoltre, nessuno di loro ha presentato alcun sintomo o aritmie ventricolari».
LE BRADIARITMIE: Ogni anno, la morte improvvisa colpisce circa 400mila individui in Europa. Si ritiene
che circa 1/3 di queste morti possa essere determinato da aritmie ventricolari generate da anomalie
genetiche, come la “sindrome di Brugadaâ€. Questa patologia è una malattia rara ereditaria classificata
come bradiaritmia: sono aritmie che si caratterizzano per un disturbo nella formazione o nella
conduzione dell’impulso elettrico del cuore. «Le aritmie lente possono essere causate da molti tipi di
malattie legate alla trasmissione dell’impulso cardiaco: cardiomiopatie, oppure malattie genetiche come
la laminopatia o la “sindrome di Brugada†dove le aritmie insorgono soprattutto durante il sonno». In
particolare, chi soffre della “sindrome di Brugada†ha un cuore apparentemente sano e la condizione può
restare asintomatica per tutta la vita ed è molto difficile da diagnosticare. (Salute, Corriere)
PAGINA 5
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1328
PREVENZIONE E SALUTE
“CEFALEA A GRAPPOLO: LE DONNE SONO PIÙ A RISCHIO
A PRIMAVERAâ€, VERO O FALSO?
Quando si parla di cefalea, sembra che siano sempre e solo le donne ad esserne colpite e
lamentarne il dolore, specie a primavera e in autunno. E questo, nell’opinione generale,
vale anche per la cefalea a grappolo. Vero o falso?
Risponde il dottor Vincenzo Tullo, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di
Humanitas.
“FALSO. Nel caso della cefalea a grappolo, una
forma particolare di mal di testa che compare
soprattutto in primavera e autunno, sono gli
uomini ad esserne maggiormente colpiti –
spiega l’esperto -.
Non si sa ancora perché questo tipo di mal di
testa colpisca gli uomini 3-4 volte più delle
donne, ma sappiamo che si manifesta attraverso
un dolore molto intenso, che dura dai 5 ai 180
minuti.
Gli attacchi possono comparire con molta variabilità , da una volta ogni due giorni o persino otto volte al
giorno. Il dolore è talmente intenso che nemmeno sdraiandosi si riesce a trovare sollievo.
La cefalea a grappolo, talvolta, può essere accompagnata anche da altri disturbi, come congestione
nasale, lacrimazione, sudorazione.
La comparsa dei sintomi della cefalea a grappolo avviene generalmente con i cambi di stagione, in
particolare all’arrivo della primavera e dell’autunno.
Il legame tra cefalea e cambio stagionale è dovuto al fatto che il dolore nasce dall’attivazione di alcune
aree cerebrali tra cui l’ipotalamo e il nucleo sopra-chiasmatico.
Di fatto, l’ipotalamo è una zona del cervello estremamente sensibile ai cambiamenti dei ritmi circadiani,
ovvero i ritmi naturali legati anche alle variazioni atmosferiche, che si verificano proprio con il passaggio
da una stagione all’altra.
Per chi è affetto da cefalea a grappolo è molto importante evitare alcuni fattori peggiorativi durante il
periodo attivo:
 alcol, fumo, inalanti, altitudini elevate, sonno pomeridiano e farmaci vasodilatatori.
Inoltre all’esordio del grappolo va iniziata precocemente la terapia preventiva al fine di ridurre al minimo
il numero delle crisi e la loro intensità .
Per risolvere il fastidioso problema della cefalea a grappolo, il consiglio è di rivolgersi subito ad un
esperto. Infatti, se curata in tempo, si eviterà che la cefalea diventi un disturbo cronico. Le cure possono
essere sia farmacologiche che chirurgiche.â€
(Salute, Humanitas)
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
PAGINA 6
Anno VII – Numero 1327
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
l’ENPAF incontra l’ORDINE - Venerdì 13 Aprile
DATA
TITOLO
Venerdì
L’ENPAF incontra l’ ORDINE:
13 Aprile
A partire dalle ore 10:00 e fino alle 18:00 saranno presenti i
ore
funzionari dell’Enpaf per fornire ASSISTENZA a tutti i Colleghi
10.00 - che interverranno dando loro delucidazioni in merito alle proprie
posizioni Contributive e Previdenziali
18.00
NOTE
Sede
Ordine
Corso ECM :
“PREVIDENZA e ASSISTENZA del FARMACISTA: NOVITÀâ€
Venerdì
13 Aprile Interverranno:
ï¶ Dr Emilio Croce – Presidente ENPAF
ore
21.00
ï¶ Dr Paolo Savigni – V. Presidente ENPAF
ï¶ Dr Marco Lazzaro – Direttore Generale ENPAF
ï¶ Dr Pasquale Imperatore – Consigliere
ï¶ Dr Romeo Salvi – Collegio dei Sindaci
ORDINE:
IN RISCOSSIONE LA QUOTA SOCIALE 2018
E’ in riscossione la quota sociale 2018 di EURO 150,00 di cui Euro 108,20 per
l’Ordine e Euro 41,80 per la FOFI.
GLI ISCRITTI CHE NON HANNO ANCORA RICEVUTO
L’AVVISO DI PAGAMENTO,
POSSONO SCARICARLO dal sito dell’Ordine
INSERENDO il PROPRIO CODICE FISCALE
al seguente link:
https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1381quota-sociale-2018
PAGINA 7
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1328
ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTIâ€:
FARMACI DONATI IN BURKINA FASO
I progetti hanno come obiettivo quello di contrastare la povertà sanitaria sia
mediante l’utilizzo di farmaci e di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico
chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da
donazione spontanea da parte di cittadini.
Consegnati i farmaci raccolti attraverso il progetto alla Congregazione
delle Suore “Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentatoâ€.
I farmaci sono stati inviati con un container in una missione fondata in
Africa, in Burkina Faso nella diocesi di Tenkodogo. Le suore operano in
questa missione fornendo aiuto alla popolazione distribuendo farmaci e
dispositivi medici alle scuole, ai villaggi e all’Ospedale di Tenkodogo.
PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1328
ORDINE: PHARMA CAMPUS – FINITI I LAVORI
Cala il sipario sull’edizione 2018 del Capri Campus patrocinato dall’Ordine