Anno II – Numero 189 AVVISO Ordine Farmacisti Napoli: segui le attività dell’Ordine oltre che sul sito Istituzionale anche su Facebook Venerdì 31 Maggio 2013, S. Angela, Giovanna d'Arco, Petronilla ALLARME ANTIDOLORIFICI, AUMENTANO il Rischio di ICTUS e INFARTO L'uso prolungato di antinfiammatori della famiglia dei FANS aumenta di un terzo la morte per eventi cardiovascolari Notizie in Rilievo L'uso prolungato di certi antidolorifici della famiglia dei FANS, farmaci antinfiammatori non steroidei, è • Farmaci e Salute associato a un aumento di circa un terzo del rischio di 1. Allarme antidolorifici, aumentano il rischio di infarto, ictus e morte per eventi cardiovascolari. ictus e infarto Alcuni dei principi attivi legati a tale rischio sono il diclofenac e l'ibuprofene, mentre il naprossene non Patologie e Salute 2. Gli anoressici si aumenta tale rischio, probabilmente perchè ha muovono come i grassi effetti protettivi che contrastano la potenziale cardiotossicità. Sono i risultati 3. Obesità: abuso sessuale allarmanti di una importante meta-analisi realizzata da ricercatori del MRC provoca dipendenza da cibo in donne Clinical Trial Service Unit & Epidemiological Studies Unit presso la Univ. of 4. Colore, forma e Oxford diretti dal prof. C. Baigent, in collaborazione con il professor C. consistenza delle unghie Patrono, Ordinario di farmacologia all'Univ. Cattolica di Roma. possono svelare molti dubbi PAZIENTI A RISCHIO - La ricerca è stata pubb. su The Lancet e suggerisce che la scelta di una terapia di lunga durata con FANS debba essere fatta in modo ragionato, scegliendo l'antidolorifico giusto, soprattutto se il paziente è già a rischio cardiovascolare, e informando adeguatamente il paziente circa i rischi Nutrizione e Salute legati a questi farmaci. Già in passato si era evidenziato un rischio infarto 5. Il rosmarino fa bene maggiore per soggetti che assumevano alcuni FANS di nuova generazione detti alla vista inibitori selettivi dell'enzima COX-2, quali celecoxib e etoricoxib, un dato confermato dal nuovo studio sulla base di tutta l'evidenza oggi disponibile. Prevenzione e Salute LA RICERCA - Così i ricercatori hanno considerato i risultati di 639 trial clinici 6. Aumentano i pericoli e analizzato i dati dei singoli pazienti al fine di predire l'entità degli effetti dell’andropausa nell’uomo avversi dei diversi FANS in particolari tipi di pazienti, in cura con alte dosi e per un tempo prolungato. Per questi è emerso un rischio più elevato di complicanze vascolari, soprattutto a livello cardiaco, e un rischio da 2 a 4 volte superiore di emorragia gastrointestinale, che tuttavia raramente risulta fatale. Si calcola che per ogni 1000 soggetti trattati in questo modo si verificano tre infarti in più (che non si verificherebbero se i soggetti non fossero in cura con FANS) di cui uno con esito fatale. Il prof. Baigent sottolinea che «questi rischi riguardano le persone con artrosi o artrite che hanno bisogno di alte dosi di FANS e di una terapia prolungata. È verosimile che un breve trattamento con dosi più basse degli stessi farmaci sia relativamente sicuro». (Salute-Corriere) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 108 GLI ESAMI DEL SANGUE Una sintetica «biblioteca» dei principali valori che si possono trovare sul referto Esami per il RENE EMOCROMO ESAMI PER IL FEGATO ESAMI PER CUORE E METABOLISMO ESAMI PER IL FERRO ESAMI MALATTIE INFETTIVE Azotemia, Creatininemia MCHC, MCV, RDW, Emoglobina, Globuli rossi, Ematocrito, Globuli bianchi, elettroforesi di proteine plasmatiche Bilirubina, Gamma GT, Fosfatasi alcalina, Transaminasi Colesterolo, Trigliceridi, Glicemia, Troponina, D-Dimero, Proteina C-reattiva, Calcemia, Paratormone, Vitamina D, Calcitonina Sideremia, Transferrina serica, Ferritina TEST per l’HIV Oggi parliamo di alcuni esami che rientrano negli esami per l’HIV; TEST PER l’HIV A che cosa serve: Serve per vedere se un soggetto è entrato in contatto con il virus HIV (virus dell’immunodeficienza umana) dell’AIDS. Quando e perché il test è indicato: È indicato in tutti i soggetti con comportamenti a rischio: tossicodipendenti, omosessuali e eterosessuali con rapporti a rischio (con prostitute, con partner multipli). È indicato nei politrasfusi e periodicamente negli operatori sanitari. È inoltre indicato in tutte le coppie che intendono andare incontro a una gravidanza e in tutte le donne incinte. Come si fa il test: prelievo da una vena del braccio. Non è necessario il digiuno. Il test è su base volontaria. Come interpretare i risultati dell'esame: Se positivo va sottoposto a conferma con ulteriore test. Il test iniziale è quello con metodica ELISA che può in alcuni casi dare risultati falsamente positivi. Il risultato positivo deve quindi essere confermato con il test Western Blott. Quest’ultimo richiede un tempo maggiore e un lavoro più prolungato, ma è molto specifico per identificare le infezioni da HIV. Se anche questo è positivo il soggetto è definito "soggetto sieropositivo" e il paziente verrà indirizzato presso a un centro infettivologico di riferimento per completare le indagini (molto importante la conta dei linfociti "CD4" per valutare il grado di compromissione del sistema immunitario) e iniziare la terapia. Essere sieropositivi non vuol dire essere affetti da AIDS. Le terapie attuali consentono di vivere una vita normale nella maggior parte dei casi. È importante che un soggetto sappia di essere sieropositivo per: 1) evitare comportamenti che possono mettere a rischio altre persone ricorrendo, per esempio, sempre all’uso del preservativo durante i rapporti sessuali; 2) iniziare precocemente la terapia. Il «periodo finestra» : Se il test è negativo bisogna tener conto che nei soggetti che hanno avuto un recente contatto con il virus esiste il cosiddetto «periodo finestra», intervallo in cui il test è negativo perché gli anticorpi non si sviluppano immediatamente ma dopo diverse settimane dal contatto (da 3 mesi in su). In questo periodo il test è negativo, ma il soggetto può trasmettere la malattia. Quindi se il soggetto ha avuto un recente comportamento a rischio (per esempio un rapporto non protetto) il test deve essere ripetuto a 3 mesi di distanza dall'evento. È consigliato poi un secondo test di controllo dopo 6 mesi e un altro dopo un anno. Anche se non frequentemente, infatti, gli anticorpi possono impiegare più dei tre mesi canonici per formarsi. Da ricordare poi che un neonato che nasce da madre HIV positiva può continuare ad avere gli anticorpi materni in circolo fino a 6-12 mesi. In questa fase i test ELISA e Western blot risultano positivi. (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 108 PATOLOGIE E SALUTE GLI ANORESSICI SI MUOVONO COME I GRASSI La visione distorta del proprio corpo li induce a muoversi come se fossero molto più ingombranti Schivano ostacoli con il proprio corpo che nella loro testa è molto più ingombrante, si spostano in modo goffo e interagiscono con lo spazio circostante come se la loro mole fosse molto più robusta. Sono gli anoressici che, quando si muovono, lo fanno come i grassi. Lo dimostra una ricerca olandese dell'Univ. di Utrecht pubblicata sulla rivista Plos One. Visione distorta - I pazienti anoressici hanno una visione distorta del proprio corpo per cui, mentre amici e parenti preoccupati non fanno altro che ripetere loro che sono magrissimi, continuano a vedersi grassi e a ricercare una magrezza sempre più estrema. Ma adesso gli scienziati si sono accorti che la percezione errata del loro corpo ha addirittura conseguenze su come questi individui interagiscono con lo spazio circostante. Il test - Nell'esperimento i ricercatori hanno chiesto a soggetti sani e a pazienti anoressici di passare attraverso una porta semiaperta a diversi gradi di apertura. Mentre i soggetti sani cominciano a ruotare le spalle per scivolare tra la porta quando la sua apertura è solo il 25% più ampia delle loro spalle, gli anoressici cominciano a ruotare il corpo per passare tra la porta quando la sua apertura è il 40% più larga delle loro spalle, cioè esageratamente più del necessario per passare. Una persona grassa avrebbe difficoltà a passare attraverso una simile apertura, segno che l'anoressico si vede grasso e si muove come se lo fosse. (Tgcom 24 salute) OBESITA': ABUSO SESSUALE PROVOCA DIPENDENZA DA CIBO IN DONNE Le donne che hanno subito gravi abusi fisici o sessuali durante l'infanzia hanno molte più probabilità di sviluppare una dipendenza dal cibo da adulte rispetto alle donne che non hanno avuto le stesse esperienze traumatiche, secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Obesity. La ricerca offre nuovi spunti sulle cause e i trattamenti per le dipendenze alimentari e l'obesità. Gli abusi nella fase dell'infanzia non ledono soltanto la salute mentale ma anche quella fisica, causando una maggiore propensione della donna abusata a mangiare cibi ipercalorici e ricchi di zucchero. L'indagine e' stata condotta da Susan Mason del Brigham and Women's Hospital e dell'Harvard Medical School ed ha analizzato un campione di 57.321 persone che avevano subito accertate violenze sessuali e/o fisiche durante l'infanzia. Dai dati e' emerso che le donne che hanno subito abusi fisici o sessuali prima dell'età di 18 anni hanno quasi il doppio delle probabilità di sviluppare una dipendenza da cibo da adulte rispetto alle donne senza una storia di abuso infantile. (Agi, Salute) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 108 PREVENZIONE E SALUTE COLORE, FORMA E CONSISTENZA DELLE UNGHIE POSSONO SVELARE MOLTI DUBBI Le alterazioni possono essere dovute a un’infezione locale ma essere anche il primo segnale di una malattia sistemica Alterazioni di forma, colore e consistenza delle unghie possono essere spia di qualcosa che non va a livello locale, ma talvolta anche nell'intero organismo. «Un'unghia sana è di colore rosato, consistenza semidura e ha una superficie uniforme, levigata e semitrasparente - spiega Giuseppe Micali, dir. della Clinica Dermatologica dell'Univ. di Catania -. Un cambiamento di aspetto può essere legato a cause banali, come uso di smalti scadenti o contatto prolungato con sostanze irritanti o, ancora, piccoli traumi, ma può anche dipendere da infezioni micotiche, patologia dermatologiche o addirittura da un melanoma». Quali sono le anomalie più comuni? «Un'alterazione del colore spesso è il campanello d'allarme di un'infezione di micotica (onicomicosi). Tali infezioni, causate da dermatofiti (Tricophyton rubrum o interdigitalis), lieviti (Candida albicans) o muffe (Aspergillus terreus), sono molto frequenti, soprattutto nelle unghie dei piedi, che assumono una colorazione bianca o giallastra e diventano più frastagliate e friabili. Altro problema comune è la comparsa di puntini bianchi sull'unghia: di solito sono il risultato di piccoli traumi, che creano bolle d'aria, tuttavia le macchioline, se numerose e presenti su tutte le unghie, possono anche segnalare una psoriasi delle unghie. Un coinvolgimento ungueale è comune in chi soffre di psoriasi volgare e psoriasi artropatica, potendo, in quest'ultimo caso, rappresentare, nel 5% dei casi, l'unica manifestazione visibile. La psoriasi delle unghie, oltre che con macchie di colore bianco, si può presentare con alterazioni rosso-giallastre (aspetto a macchia d'olio), striature longitudinali od orizzontali, depressioni puntiformi con aspetto della lamina a ditale da cucito, nonché con distacco graduale della lamina a cominciare dal margine libero, ispessimento o comparsa di emorragie subungueali. Eventuali macchie nerastre lineari e longitudinali non vanno mai sottovalutate, perché potrebbero essere espressione di melanoma, che può, anche se raramente, svilupparsi sotto la lamina ungueale. Macchie nere possono essere, più banalmente, anche conseguenza di piccole emorragie da traumi». Che cosa significa se l’unghia cambia consistenza?: «Se diventa sottile e fragile, oppure solcata da striature, solchi, punteggiature o si spezza facilmente ci possono essere carenze di vitamine o sali minerali (ferro, zinco), errate abitudini alimentari, diete drastiche o malattie debilitanti. A causare fragilità possono essere anche agenti corrosivi (solventi, sostanze chimiche), nonché alcuni farmaci. Se, invece, la lamina si ispessisce vanno sospettate alterazioni vascolari e/o ossee o, più spesso, traumi indotti da calzature non idonee». Quali sono i rimedi? «Se il problema alle unghie non è solo passeggero, è sempre buona regola fare un controllo medico. A volte per la diagnosi basta valutare bene i sintomi, altre volte occorre fare accertamenti più specifici». (A. Sparvoli, Corriere salute) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 108 PREVENZIONE E SALUTE AUMENTANO i PERICOLI dell’ANDROPAUSA nell’UOMO Maschi attenzione, dopo i 50 anni l’andropausa è in agguato... Maschi attenzione, dopo i 50 anni l’andropausa è in agguato. Ma, a differenza della menopausa femminile, non corrisponde all’incapacità di procreare. L’andropausa è infatti caratterizzata da un insieme di piccoli e grandi disturbi che si manifestano in maniera subdola e silenziosa: maggiore affaticamento muscolare, variazione al ribasso dell’attività sessuale e della libido con l’erezione che viene raggiunta più tardivamente e la detumescenza, dopo l’orgasmo, più rapidamente, deficit erettile in altri casi; insicurezza e senso di inadeguatezza fino alla depressione, ripresa più lenta da malattie ed eventi stressanti. “II fattore che più di ogni altro influenza negativamente i livelli dell' ormone - dice il prof A. Franco De Rose, andrologo e urologo della Clinica Urologica di Genova e Pres. dell’Associaz. Andrologi Italianiè il fumo di sigaretta, per cui l’insorgenza dell’ipogonadismo può essere anche più precoce, rispetto ai 50 anni”. A diminuire però l’età di insorgenza dei disturbi troviamo altri fattori di rischio come l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, l’eccessivo consumo di alcool, la dieta inadeguata, la mancanza di esercizio fisico e naturalmente il diabete. “Ma ultimo e più recente allarme, ma non per questo meno importante, è l’assunzione della finasteride contro le calvizie da parte dei giovani” prosegue De Rose, “E recentemente la FDA ha “costretto” l’aziende produttrice di questo farmaco a scrivere sul bugiardino l’avvertenza che i disturbi andrologici (perdita della libido, impotenza) possono persistere anche dopo la sospensione del trattamento farmacologico della finasteride”. Dunque, nella realtà, l’andropausa non è da considerare un “climaterio” in senso stretto come quello femminile ma può essere etichettata come un insieme di sintomi che interessano tutto l’organismo, ad iniziare dalla difficoltà di concentrazione, anemia all’ affaticamento ed è dipendente, quasi sempre, da una diminuita produzione di testosterone . “ Questo ormone, i cui valori sono considerati normali sopra 3,2 ng/ml, dopo i cinquanta diminuiscono dell’1%, ogni anno, con il risultato che la sua diminuzione interessa circa il 7% degli uomini fra i 50 e 60 anni. Tale percentuale sale al 20% nei soggetti tra i 60 e gli 80 anni e al 35% in quelli di età superiore agli 80 anni. “Questo calo di androgeni, è conosciuto tecnicamente con il nome di ipogonadismo ad insorgenza tardiva”. Infine i dati derivanti da studi i su popolazioni nord europee indicano che oltre i 50-60 anni più di un uomo su sei si ammala di osteoporosi, con un’incidenza pari a circa la metà di quella delle donne e sempre a causa di carenza del testosterone. Ma queste cifre aumentano significativamente se si considerano tutti i casi di osteoporosi maschile derivanti da terapie cortisoniche o più frequentemente con antiandrogeni, a cui l’uomo spesso è sottoposto dopo diagnosi di tumore prostatico e che sono spesso ignorate. Dunque testosterone a tutti e sempre? Certamente sì, quando sia accertata una reale carenza: la terapia sostituiva è in grado di invertire tutti quei sintomi, che purtroppo, molto spesso vengono confusi con l’invecchiamento. Particolare attenzione però ai casi di sospetto tumore prostatico (PSA elevato) o a coloro in cui la malattia sia stata già diagnosticata. (Salute, Giornale)