Anno II – Numero 190 AVVISO Ordine Farmacisti Napoli: segui le attività Lunedì 3 Giugno 2013, S. Carlo Lwanga, Clotilde, Olivia, Ovidio EPILESSIA: SCOPERTO "VALIUM" NATURALE DEL CERVELLO dell’Ordine oltre che sul sito Istituzionale anche su Facebook La proteina nota come inibitore del legame del diazepam (diazepam binding inhibitor - DBI) funge da "valium" del cervello contro certi tipi di crisi epilettiche. Notizie in Rilievo "I nostri risultati dimostrano per la prima volta che un nucleo profondo nel cervello genera una piccola proteina, o peptide, che agisce come le benzodiazepine", ha spiegato J. Huguenard della Stanford Univ., autore della ricerca pubb. sulla rivista Neuron. Il DBI, in realtà, si trova in ogni cellula del corpo, dove trasporta a livello intracellulare il metabolita acil-coenzima A (acyl-CoA). Dai risultati dello studio e' emerso che agisce anche come un composto anti-epilettico e calmante naturale nel talamo, cruciale nell'insorgere delle convulsioni. Il DBI si lega ai recettori che si trovano sulla superficie delle cellule nervose ed e' sensibile a un piccolo ma importante messaggero chimico, o neurotrasmettitore, chiamato GABA. Circa un quinto delle cellule nervose inibitorie nel cervello svolgono il proprio "lavoro" attraverso la secrezione del GABA che si lega ai recettori sulle cellule nervose vicine, rendendole incapaci di innescare alcun segnale. I farmaci sedativi, come le benzodiazepine, aumentano l'inibizione indotta dal GABA. Il DBI si lega ai recettori GABA nello stesso punto in cui lo fanno le benzodiazepine. (Agi) • Scienza e Salute 1. Epilessia: scoperto “Valium” naturale del cervello 2. Modificazioni della ghiandola mammaria in gravidanza 3. Per mantenersi in forma non serve fare fatica Prevenzione e Salute 4. A tu per tu con la “buccia d’arancia” 5. Per proteggere i reni si può giocare d’anticipo Domanda e Risposta 6. Perché non esiste un premio nobel per la matematica? PERCHÉ NON ESISTE UN PREMIO NOBEL PER LA MATEMATICA? La matematica non rientrava tra gli interessi primari di Alfred Nobel, più votato alle scienze con applicazioni pratiche (come la chimica) che a quelle di speculazione teorica. Sembra questa la motivazione di questa lacuna. Premio erotico: Ma c’è anche un retroscena un pò pepato che spiegherebbe in altro modo questa mancanza. Nobel avrebbe deciso di escludere la matematica dalle discipline premiate dopo aver scoperto che una sua amante lo aveva tradito con un famoso matematico svedese, Magnus Gustaf Mittag-Leffler. Se avesse istituito il riconoscimento per la matematica, l’Accademia Reale svedese avrebbe assegnato proprio a Mittag-Leffler la prima ediz. del premio per i suoi studi. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 190 SCIENZA E SALUTE Modificazioni della GHIANDOLA MAMMARIA IN GRAVIDANZA Con il termine “MAMMELLA” ci si riferisce ad una complessa varietà di strutture anatomiche situate bilateralmente e simmetricamente sulla parte anteriore del torace. Presente in modo molto ridotto nell’uomo, è nella donna che la mammella assume le caratteristiche di un organo estremamente specializzato. La mammella (il seno) di fatti è importante come vedremo ai fini riproduttivi per la nutrizione del neonato ma assume un ruolo preminente anche nell’ambito dell’estetica, dell’erotismo e della sessualità femminile per le valenze legate al suo messaggio composito di identità sessuale (è il carattere sessuale più evidente), di capacità riproduttiva che trasmette al partner maschile e alla possibilità di trasmettere al cervello sensazioni altamente erogene. La ghiandola mammaria comprende anche la cute con il capezzolo e l’areola mammaria, tessuto sottocutaneo e grasso, connettivo e fibre muscolari. Durante le diverse età della donna (adolescenza, vita riproduttiva, menopausa) subisce importanti modificazioni ma è in occasione della gravidanza e che esse si concretizzano nella sua funzione filogeneticamente più importante: la lattazione. Questi cambiamenti sono dipendenti dalla sua capacità di essere una complessa struttura “ormono sensibile” capace quindi di adattarsi e seguire le differenti condizioni endocrine che caratterizzano la vita femminile. Sono principalmente gli ormoni ovarici (estrogeni e progesterone) ma anche quelli ipofisari come l’Ossitocina e la Prolattina e quelli placentari durante la gestazione ad esercitare il controllo sul suo sviluppo, sul suo trofismo e sulla lattogenesi. Fra i principali momenti di cambiamento, quello della gravidanza e del puerperio costituiscono quelli sicuramente più importanti; è infatti in occasione degli eventi riproduttivi che la ghiandola assolve una funzione essenziale per il mantenimento della specie: la lattazione. La lattazione (la capacità di produrre latte e quindi di allattare un neonato) non è un processo biologico molto semplice ma tutt’altro; infatti prevede un serie di modificazioni della ghiandola mammaria che iniziano già nelle prime fasi della gravidanza e durano per tutto il periodo dell’allattamento. Durante la gravidanza la ghiandola mammaria va incontro ad una grande espansione a carico principalmente della componente lobulo-alveolare (le future unità secernenti latte) ma anche dei tessuti fibroso ed adiposo di sostegno. Ciò avviene in virtù di un costante e progressivo stimolo ormonale da parte di numerose sostanze ormonali quali: estrogeni, progesterone, prolattina, insulina, ormoni tiroidei, ormoni placentari, fattori di crescita. Questo incremento del tessuto mammario, denominato “mammogenesi” viene completato in gran parte nella prima metà della gravidanza ed è seguito da una seconda fase di preparazione ghiandolare denominata “lattogenesi”. La lattogenesi consiste in una differenziazione funzionale della ghiandola mammaria che la porterà alla produzione del latte e che vede due fasi principali: prima fase (o Stadio I) durante il quale le cellule alveolari si sviluppano ed organizzano, acquisendo inoltre sotto lo stimolo fondamentale della Prolattina enzimi specifici per la produzione di latte; seconda fase (o Stadio II) che inizia 2-3 giorni dopo il parto, durante il quale avviene la produzione vera e propria di latte. PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 190 Lo stadio I è quindi un periodo di preparazione ed acquisizione di una competenza ghiandolare specifica; tuttavia però, la cellule alveolari non può esercitarla perché inibite dalla secrezione di progesterone i cui alti livelli si manterranno fino al parto consentendo nel frattempo solo modestissimi fenomeni secretivi. Al parto, momento in cui verrà improvvisamente a cadere la produzione di ormoni ovarici (progesterone in particolare) e placentari cesserà il freno inibitorio ed inizierà quella che viene chiamata “montata lattea” , lo stadio II, l’inizio della di produzione del latte. ALCUNE DOMANDE E RISPOSTE SU GHIANDOLA MAMMARIA, GRAVIDANZA E LATTOGENESI. E’ possibile preparare il senso ad una adeguata lattazione durante la gravidanza? Assolutamente no; non esistono comportamenti, sostanze, creme che possano influire sul delicato processo di crescita e differenziazione funzionale della ghiandola mammaria. Un seno piccolo avrà problemi di preparazione all’allattamento e quindi una lattogenesi deficitaria? Assolutamente no. Avere un seno di modeste dimensioni non pregiudica i fisiologici cambiamenti in gravidanza ed un futuro normale allattamento. Il capezzolo introflesso richiede attenzione? Si. In questi casi è bene già durante la gravidanza effettuare esercizi specifici sotto la guida di personale qualificato. Alcuni farmaci possono interferire con la lattogenesi? In gravidanza generalmente viene posta una particolare attenzione all’assunzione di farmaci ed è molto improbabile che vengano assunti farmaci ad un dosaggio e per una durata tali da interferire con lo sviluppo mammario. Il parto prematuro è un ostacolo all’allattamento? Assolutamente no. La precoce preparazione della ghiandola mammaria consente l’allattamento anche in caso di parto prematuro; il latte materno è veramente prezioso per questi piccoli neonati. Quali malattie possono determinare una insufficiente preparazione all’allattamento? Malformazioni congenite, gravi stati di malnutrizione, alcune importanti patologie endocrine. (Salute, Donna) SCIENZA E SALUTE PER MANTENERSI IN FORMA NON SERVE FARE FATICA La scienza smentisce la comune convinzione che per stare in forma sia necessario faticare fisicamente. Una nuova ricerca, condotta alla Norwegian university of science and technology's KG Jebsen e pubblicata su PlosOne, dimostra infatti l'opposto: 4 minuti di esercizi ad alta intensità da fare 3 volte alla settimana migliorano il livello di fitness e la salute in modo simile ad allenamenti più prolungati. Gli studiosi hanno sottoposto due gruppi di uomini, in salute ma inattivi e in sovrappeso, a due differenti tipi di allenamenti per 10 settimane. Il primo gruppo effettuava un allenamento battezzato '4x4 training', composto da una mezz'ora complessiva fra esercizi da alta intensità (al 90% dello sforzo cardiaco) e tempi di recupero da svolgere ogni giorno. Il secondo gruppo eseguiva invece solo 4 minuti di esercizi ad alta intensità 3 volte la settimana. Alla fine dell'esperimento l'allenamento di 4 min. ha comportato un miglioramento del 10% della potenza aerobica mentre per l'allenamento prolungato il miglioramento è stato del 13%. ''La differenza fra le due tipologie è davvero minima'' concludono gli studiosi che invitano gli inattivi a scegliere la via più facile per cominciare a stare meglio. (Sani e Belli) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 190 PREVENZIONE E SALUTE A TU PER TU CON LA “BUCCIA D’ARANCIA” La cellulite è l’inestetismo più temuto, ma per combatterla occorre conoscerla Anche quest’anno ci risiamo, l’estate si avvicina e l’incubo cellulite torna a farsi sentire. Non pensare di essere la sola a lottare contro questo inestetismo, perché le statistiche parlano di 8 donne con la pelle bianca su 10 che hanno a che fare con questa fastidiosa compagnia. A te forse interessa solo capire come fare a indossare ancora una volta quel meraviglioso bikini che hai comprato l’anno scorso, ma per riuscire davvero a combattere il “nemico”, devi innanzitutto capire chi è e perché fa capolino sulle tue gambe e sui tuoi glutei. Con il termine cellulite si intende comunemente l’antiestetica “buccia d’arancia” che compare sulle gambe, sui glutei e talvolta sull’addome di molte donne. In realtà si tratta di qualcosa di più di un semplice inestetismo. “La cellulite, in effetti, è una vera e propria malattia che colpisce il tessuto sottocutaneo il quale, per problemi di circolazione locale, di ridotta ossigenazione, di ridotto tono muscolare nonché di ridotta presenza di ormoni tiroidei, assume l’aspetto antiestetico noto come cellulite, dovuto all’aumento del grasso e alle modificazioni della struttura delle fibre tra cui il grasso è stipato” spiega il dottor Stamegna, presidente della Società Italiana di Endocrinologia Estetica. Non ti preoccupare, non è il caso di buttarsi in noiosissimi discorsi scientifici per dire basta alla cellulite. Bisogna innanzitutto capire che ci sono diversi stadi di questo inestetismo, che corrispondono a diverse alterazioni locali e che hanno differenti prospettive di miglioramento. Tre tipi di cellulite Come dice il nome scientifico della cellulite (panniculopatia edematofibro-sclerotica), l’inestetismo che affligge le tue gambe può essere di 3 tipi. 1. Cellulite edematosa: È quella più “giovane”, che in genere colpisce le ragazze e che è fondamentalmente legata a un accumulo di liquidi a livello del tessuto adiposo che si trova appena sotto la pelle, dovuto a un’eccessiva permeabilità dei capillari. È anche la forma di cellulite più facile da trattare e che può regredire. 2. Cellulite fibrosa: Con il passare del tempo il numero delle cellule adipose che si trova sotto pelle aumenta di dimensioni e di volume e si forma la classica buccia d’arancia, che altro non è che il risultato di una fibrosi, in pratica di un indurimento del tessuto sottocutaneo con la formazione di micronoduli. E, in effetti, se si schiaccia la zona colpita dalla cellulite si avverte dolore. La cellulite fibrosa può migliorare ma non scomparire completamente. 3. Cellulite sclerotica: Provoca la pelle “a materasso”, la più difficile da curare. In questo caso le alterazioni riguardano in modo importante anche la circolazione locale. Arriva meno sangue, meno nutrimento, vengono rimosse meno scorie, si riduce l’afflusso di ormoni sciogli grasso e il tono muscolare. (Sani e Belli) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 190 PREVENZIONE E SALUTE PER PROTEGGERE I RENI SI PUÒ (E SI DEVE) GIOCARE D'ANTICIPO Ecco come valutare la funzionalità degli organi. Nuovi test (a basso costo) e diete con poco sodio per stare bene Ogni anno nel mondo 7 milioni di persone muoiono per un'insufficienza renale acuta, quasi tutte nei Paesi in via di sviluppo. Altri 2 milioni di malati (l’8% in più ogni anno) hanno bisogno di terapie, come la dialisi o il trapianto, che sostituiscano la funzione dei reni, per colpa di una nefropatia cronica. Eppure a questi numeri potremmo dare un taglio netto, stando agli esperti riuniti in questi giorni a Hong Kong per il Congresso Mondiale di Nefrologia: basterebbe relativamente poco per prevenire e curare le malattie renali sia nei Paesi poveri dove non ci sono i mezzi per garantire cure semplici e a basso costo, sia in Occidente, dove dilagano obesità, diabete e ipertensione che mettono sotto sforzo i reni facendoli ammalare sempre più spesso e precocemente. LA PREVENZIONE GIA' NELL'UTERO - Innanzitutto, bisogna giocare d'anticipo, perché molto si decide già nella pancia della mamma. «L'insufficienza renale nasce nell'utero — sintetizza G. Remuzzi, dir. della Divisione di nefrologia e dialisi degli Ospedali Riuniti di Bergamo e nuovo presidente dell'International Society of Nephrology. Durante lo sviluppo fetale in ogni rene si forma un milione di glomeruli (i "mini-colini" che filtrano il sangue trattenendo ciò che serve all’organismo e lasciando passare le scorie nelle urine): un numero ridondante, che servirà anche a fronteggiare eventuali emergenze per il rene, come ipertensione o diabete. Se però la mamma mangia poco e male in gravidanza, ad es. non introducendo proteine a sufficienza, oppure se beve alcol, fuma o prende farmaci che non dovrebbe, il n. dei glomeruli si riduce e il figlio nasce con un riserva renale ridotta, di fatto con alto rischio di nefropatie croniche che potrebbero manifestarsi già nei primi anni di vita». LO STUDIO - Uno studio, pubb. su Lancet, sottolinea come anche la prematurità, che riguarda 1 nuovo nato su 10, metta in pericolo la salute dei reni; allo stesso modo il basso peso alla nascita aumenta la probabilità di andare incontro a ipertensione e danno renale da adulti. «Pochi sanno se i loro reni funzionano a dovere, molti non hanno idea di avere la pressione alta, indice di una malattia renale spesso in fase già avanzata. Non c'è consapevolezza neppure da parte dei medici, nonostante sia ben noto come l'insufficienza renale, ad es., amplifichi a dismisura i pericoli per il cuore: un diabetico con i reni malmessi va più spesso incontro a un infarto o a un ictus rispetto a un paziente senza disturbi renali. I TEST - I test per valutare la funzionalità di questi organi sono semplici e a basso costo, basta misurare la pressione e raccogliere poca urina per avere molte delle informazioni necessarie: uno screening della popolazione a rischio per familiarità, sovrappeso, diabete o ipertensione sarebbe economico e consentirebbe pure la diagnosi di tumori in fasi iniziali. La ASL di Bergamo, ha promosso uno screening di questo tipo». Intervenire prima possibile però è fondamentale per allontanare lo spettro della dialisi, grazie alla cosiddetta Remission Clinic, ideata proprio in Italia da Remuzzi. Il protocollo prevede di associare a una dieta a basso contenuto di sodio una batteria di farmaci antiipertensivi, fra cui diuretici e ACE-inibitori, uniti alle statine per ridurre le lipoproteine in circolo; esercizio fisico, controllo del peso e gestione dell'eventuale diabete completano la terapia, che consente di ottenere una completa remissione della malattia in molti pazienti. «In chi non è diabetico funziona sempre, ma può scongiurare la dialisi anche in chi ha il diabete, se si interviene nelle prime fasi di compromissione del rene. Dove applicata la Remission Clinic non vediamo più pazienti giovani in dialisi. (Salute, Corriere)