Anno VII – Numero 1377
AVVISO
Ordine
1. ORDINE:
Progetto “Un
Farmaco per tutti†“Una Visita
per Tuttiâ€
Giovedì 21 Giugno 2018 – S. Luigi Gonzaga
Proverbio di oggi………
“Chisto è nu munno ammunnato (Ma tu vedi che razza di mondo)
2. ORDINE: eventi Giugno
Ernie e protrusioni: i 4 consigli del Fisiatra
Notizie in Rilievo
Dolore alla schiena o alla gamba ma anche formicolii,
riduzione della sensibilità e della forza sono i segnali di una
discopatia. Ecco i consigli del fisiatra per recuperare da ernie e
protrusioni
Scienza e Salute
3. Ernie e protrusioni: i 4
consigli del Fisiatra
4. ACUFENI: che cosa sono
e come metterli a tacere
5. Cosa bisogna fare per
fermare il sangue dal naso
Prevenzione e Salute
6. VIAGRA
e
Nuove
Terapie: quali sono le
alternative?
7. ORECCHIO, ecco come
evitare il fastidio in aereo
Come si recupera dalle discopatie? Ecco quattro consigli del dr Filippo
Camerota, fisiatra e dirigente medico del policlinico Umberto I di Roma.
1. Non restare a letto
La prima tentazione sarebbe quella di restare immobile a letto, ma è la cosa
più sbagliata da fare: restare distesi troppo a lungo potrebbe stimolare
proprio quella radice nervosa che è già interessata dal problema e dunque
potrebbe causare ancora più dolore. Se proprio senti il bisogno di metterti a
letto, fai in modo di cambiare spesso posizione. Meglio evitare anche di stare
seduti a lungo: aumenta il carico sulla colonna, cioè la compressione dei dischi
intervertebrali dovuta al peso corporeo.
2. Riposo sì, ma attivo
Quando la protrusione o l’ernia del disco sono ancora nella fase acuta, ogni
ginnastica è sconsigliata. Ma ciò non significa che si debba rinunciare a fare
con cautela i movimenti più banali della vita di tutti i giorni. L’importante
è non sollevare o spostare pesi né flettere o estendere la colonna come se
niente fosse. Mai dimenticare che, se si esagera, la ricaduta è dietro l’angolo.
Meteo Napoli
Giovedì 21 Giugno
ï‚· Pioggia
Minima: 21° C
Massima: 27 °C
Umidità :
Mattina = 52%
Pomeriggio = 46%
3. Usa bene il corsetto
Il corsetto è una protezione della colonna che può essere molto efficace, a
patto di seguire regole precise. Va indossato per una settimana al massimo,
non quando vai a letto, ma soprattutto se ne vedi gli effetti positivi sia dal
punto di vista fisico sia psicologico. Se il corsetto fa sentire più sereni e
“protetti†si tende a contrarre meno i muscoli, con immediati benefici.
4. Prova il Feldenkrais
Questo metodo è utile perché si basa su esercizi che insegnano a muoverti
meglio nella vita di tutti i giorni. Quando il dolore è scomparso e
l’infiammazione è molto diminuita, sono indicate 10 sedute a cadenza
settimanale, seguite da altre 10 a cadenza quindicinale. (Salute, Starbene)
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1377
PREVENZIONE E SALUTE
VIAGRA e Nuove Terapie: quali sono le alternative?
La pillola blu rischia di andare in pensione. Secondo gli esperti la “pillola
dell’amore†potrebbe essere affiancata, in particolare quando non funzione in
maniera soddisfacente a prodotti hi-tech, come onde d’urto o biofilm orali.
Oltre ad essere promettenti, queste terapie hanno il pregio di
non poter essere contraffatte.
Il VIAGRA, che solo in rete ha un giro d’affari decisamente
voluminoso, viene infatti comprato senza le giuste precauzioni:
solo il 10% delle volte il principio attivo nelle confezioni
disponibili online è quello giusto e nel dosaggio corretto.
Per tutelare la salute dei pazienti arrivano così i rimedi del
futuro, meno falsificabili ma altrettanto efficaci.
Ne parliamo con Alessandro Pizzocaro, endocrinologo referente per l’andrologia di Humanitas.
Onde d’urto, un’arma efficace contro la disfunzione erettile
Il viagra ha aperto la strada a un mercato la cui domanda è in continua crescita.
Per questo, secondo gli esperti, è molto importante passare a metodi efficaci ma meno a rischio di
contraffazione.
Un esempio sono le onde d’urto, che possono essere utili in oltre il 50% % dei pazienti con disfunzione
erettile di grado lieve o medio con una causa vascolare, che in Italia sono circa un milione (un terzo del
totale).
Le onde d’urto sono a basso voltaggio e sono già utilizzate per la cura dei calcoli renali: il trattamento,
che non è per nulla doloroso, prevede in media sei sedute settimanali e può migliorare la risposta ai
farmaci per l’erezione e più raramente guarire i pazienti, consentendo talvolta l’addio ai farmaci e alla
odiosa necessità di programmare i rapporti.
Sarà l’andrologo a proporre questo trattamento, in seguito a visita specialistica.
In Humanitas Rozzano è attivo un ambulatorio in cui le onde d’urto vengono applicate alla disfunzione
erettile.
Le onde d’urto sono indicate prevalentemente nei pazienti con problemi vascolari.
Si stra inoltre dimostrando sempre più promettente l’utilizzo di tale trattamento anche nei pazienti
sottoposti a prostatectomia, nei quali l’assenza di erezioni notturne determina, nei primi mesi dopo
l’intervento, un danno da ridotta ossigenazione ai tessuti cavernosi.
Le onde d’urto migliorano il microcircolo e ripristinano le erezioni mattutine, con conseguente riduzione
del rischio di retrazione del pene e miglioramento del recupero spontaneo delle erezioni.
Il principio attivo arriva anche sotto forma di “pellicola sublingualeâ€
Un’altra alternativa è rappresentata dai biofilm orali, dispositivi che si mettono sulla lingua e si sciolgono
nel giro di pochi secondi:
da un anno in Italia ne sono stati utilizzati già oltre 350 mila.
Un dato interessante che mostra come l’interesse verso terapie alternative per la disfunzione erettile sia
in continuo aumento.
(Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1377
PREVENZIONE E SALUTE
ORECCHIO, ecco come evitare il fastidio in AEREO
Con la testa fra le nuvole può risentirne l’udito.
Durante un viaggio in aereo, infatti, capita spesso di avvertire una
sensazione di ovattamento all’orecchio, un leggero calo dell’udito,
un fastidio o un po’ di dolore.
È il mal d’orecchi da aereo, un disturbo che può durare anche
qualche ora dopo aver messo i piedi per terra. Quali accorgimenti si
possono mettere in pratica per evitarlo?
L’abbiamo chiesto al dottor Stefano Miceli, otorinolaringoiatra di
Humanitas.
Il mal d’orecchi (chiamato anche barotrauma) può colpire solo un
orecchio o entrambi e si manifesta più di frequente nelle fasi
conclusive di un volo aereo.
A causarlo è un disequilibrio tra il livello della pressione dell’aria nell’orecchio medio e quello nello
spazio in cui ci si trova.
All’atterraggio può capitare che, specie sa la cabina dell’aereo non sia ben pressurizzata o se il soggetto
abbia un po’ di semplice raffreddore, la pressione dell’aria nell’aereo aumenti velocemente e la tuba di
Eustachio – il condotto che collega l’orecchio medio alla rinofaringe dove viene regolata la pressione nel
cavo del timpano – non riesca a reagire prontamente a questo sbalzo pressorio; si crea quindi una
pressione negativa nel cavo del timpano che genera una retrazione della membrana timpanica da cui
deriva il senso di ovattamento e il dolore.
Cosa di può fare in fase di atterraggio per combattere il mal d’orecchi da aereo?
«Sicuramente un accorgimento utile è quello di masticare la gomma per stimolare l’apertura e la
chiusura della tuba di Eustachio in modo da poter pareggiare i livelli pressori tra l’orecchio medio e
l’ambiente esterno», risponde lo specialista.
«Nel caso in cui il soggetto sia affetto da raffreddore, al momento del viaggio aereo è utile assumere,
prima o subito dopo l’atterraggio, un antidolorifico, tipo paracetamolo, per ridurre il fastidio e aspettare
il tempo necessario che l’orecchio si liberi per effetto della normalizzazione della pressione ambientale».
Perché masticare aiuta?
«Il masticare aiuta perché la contrazione dei muscoli della masticazione fa aprire e chiudere la tuba di
Eustachio e ciò permette il passaggio di aria nell’orecchio medio compensando l’aumento della
pressione esterna».
Se un soggetto presenta qualche disturbo all’orecchio deve stare particolarmente attento?
«Assolutamente no. Gli unici accorgimenti da seguire sono di masticare la gomma, di assumere del
paracetamolo in caso di dolore e di aspettare la naturale risoluzione del fenomeno che di solito avviene
nel giro di qualche ora», conclude il dottor Miceli.
(Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1377
SCIENZA E SALUTE
ACUFENI: che cosa sono e come metterli a tacere
Vero e proprio tormento alle orecchie, in genere
segnalano un calo uditivo. Ecco le soluzioni
Gli acufeni sono come la febbre: non una malattia ma il sintomo di
qualcosa che non va. Ne soffre in maniera cronica il 5% della
popolazione, mentre le persone che riferiscono di aver avvertito
transitori e fastidiosi fischi, sibili e ronzii alle orecchie sono ben il 40%.
A cosa sono dovuti?
«Nella stragrande maggioranza dei casi, la causa è un calo
dell’udito che può essere monolaterale o bilaterale», spiega il
professor Enrico Fagnani, otorinolaringoiatra e audiologo presso l’unità operativa di audiologia del
Policlinico di Milano. «Può trattarsi anche di un calo minimo, inavvertibile, o addirittura l’acufene
può segnalare in anticipo un deficit uditivo imminente. Per questa ragione non bisogna trascurare il
fastidio ma sottoporsi subito a un test audiometrico tonale (si esegue ascoltando suoni e voci di diversa
intensità in cuffia ndr)».
QUANDO LA COCLEA SI FA SENTIRE
Se l’audiologo non evidenzia nessun difetto uditivo, è bene fare un secondo test più approfondito:
valuta la percezione delle frequenze tra un tono e l’altro e di quelle più alte, sopra gli 8000 Hertz.
Ma perché quando cala l’udito compaiono gli acufeni? «Perché si evidenziano i rumori elettrici di fondo
della coclea, l’organo uditivo dell’orecchio interno che si comporta da analizzatore e decodificatore di
tutti i suoni», risponde il professor Fagnani.
«È un po’ come quando, nel silenzio più totale della notte, si avverte il rumore del frigorifero,
normalmente non percepito. Se, parlando con il paziente, l’otorino scopre che calo uditivo e acufeni
sono comparsi in seguito a barotraumi ripetuti (tipici di chi fa immersioni) o a otiti ricorrenti, si aspetta
qualche mese per vedere se i fastidiosi sibili passano da soli. Se, invece, c’è il sospetto che si tratti di
qualcosa di più serio può prescrivere esami di secondo livello, come i potenziali evocati uditivi (una
specie di elettroencefalogramma per vedere lo stato di salute del nervo acustico e delle vie uditive
centrali) o la Rmn (risonanza magnetica nucleare) con mezzo di contrasto. Escluse patologie importanti,
come i tumori cerebrali (benigni o maligni), la sclerosi multipla e le lesioni nervose degenerative, si può
compensare il calo uditivo dovuto spesso al passare degli anni con una miniprotesi acustica da indossare
durante il giorno».
Discreta e leggerissima, questa amplifica le informazioni sonore, per ricreare le condizioni di ascolto
ottimale, e nel contempo genera essa stessa dei suoni “distraentiâ€, come il rumore di una cascata o lo
sciabordio delle onde, per distogliere l’attenzione ossessiva verso l’acufene. Non sono suoni “di
coperturaâ€, come si crede, ma una vera terapia chiamata Trt (Tinnitus Retraining Therapy) che ha lo
scopo di riprogrammare la rete neuronale pronta a captare i suoni, decondizionandola dall’abitudine di
prestare ascolto agli acufeni.
E SE FOSSE UN PROBLEMA DI DENTI?
A volte la comparsa degli acufeni viene associata a piccole-grandi alterazioni posturali dovute
a malocclusione dentale, alla mancanza di denti o alla cervicalgia. Verità o luogo comune?
«Verità . In questo caso si parla di acufeni propriocettivi perché legati alla percezione del proprio corpo
nello spazio», risponde Fagnani.
«Se le arcate dentarie non combaciano, ad esempio, si crea una tensione muscolo-facciale che fa sentire
di più il lavoro della coclea, con il sottofondo sonoro di segnali elettrici. Certo, si tratta di suoni
preesistenti, non dovuti alla postura. Ma basta un minisquilibrio all’articolazione temporo-mandibolare
per fare uscire allo scoperto fruscii che altrimenti passerebbero inosservati». (Salute e Benessere)
PAGINA 5
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1377
SCIENZA E SALUTE
Cosa bisogna fare per fermare il SANGUE dal NASO
Per arrestare l’emorragia basta eseguire le manovre corrette. Imparale subito
Capita soprattutto a bambini e anziani e, anche se il più delle volte si tratta di un episodio “banaleâ€,
l’abbondante flusso di sangue che cola dalle narici può spaventare.
«Le mucose del naso sono percorse da una fitta rete di piccoli vasi sanguigni
molto superficiali, che possono rompersi con facilità .
Le cause? Un trauma (come una pallonata o un colpo), oppure il semplice fatto
di essere raffreddati e soggiornare in un ambiente dove l’aria è molto secca»,
spiega il dottor Paolo Pizzinelli, specialista in medicina interna e cardiologia a Milano.
«Quando le mucose “si asciugano†basta uno starnuto, o soffiarsi il naso con troppo vigore, perché le
venuzze si rompano.
Si corrono rischi analoghi anche se si è fatto un eccessivo consumo di antinfiammatori o si segue
una terapia antiaggregante(per es. con l’aspirinetta), farmaci che impediscono alle piastrine di bloccare il
sanguinamento delle microlesioni».
In caso di sangue dal naso, comunque, niente panico: il nostro esperto ti suggerisce le manovre più
efficaci per arrestare velocemente la piccola emorragia.
Cosa bisogna fare
«Innanzitutto bisogna tenere la testa piegata in avanti, respirando con la bocca, in modo da far colare il
sangue all’esterno», suggerisce il nostro esperto. «Per bloccare la piccola emorragia è
necessario stringere la parte soffice del naso, appena sopra alle narici, con l’indice e il pollice,
esercitando un’intensa pressione da mantenere per 10-15 minuti. In questo modo si dà il tempo
ai naturali meccanismi della coagulazione dell’organismo di entrare in azione», specifica il dottor Paolo
Pizzinelli.
È anche utile applicare delle compresse di acqua fredda sulla radice del naso: «Inducono una
vasocostrizione riflessa e quindi un restringimento dei piccoli vasi delle mucose che contribuisce a
fermare il sangue.
Se la causa del sanguinamento è una mucosa troppo asciutta, per evitare nuovi episodi, una volta che
l’epistassi si è risolta, si possono applicare creme emollienti sulle pareti interne delle narici o ricorrere a
un umidificatore per l’ambiente», consiglia l’internista.
Gli errori da evitare
Spesso, in caso di epistassi, si tende a spostare la testa all’indietro: «Un errore, perché il sangue può
scivolare in gola e, da lì, finire nelle prime vie aeree, innescando delle crisi di tosse che peggiorano la
situazione», spiega il dottor Paolo Pizzinelli.
Inoltre, meglio evitare di deglutire il sangue, che andrebbe sempre sputato: «Se ingerito, può innescare
reazioni come nausea e mal di stomaco.
No all’inserimento di garze, pezzi di fazzoletti di carta o batuffoli di cotone nelle narici nel tentativo di
bloccare l’emorragia: anche se in un primo tempo può sembrare che funzionino, si “incollano†con il
sangue e, quando si rimuovono, portano con sé i piccoli coaguli con cui l’organismo ha tamponato
l’epistassi, facendo riprendere il sanguinamento», conclude l’esperto.
Quando andare dal Medico
Se la perdita di sangue non si arresta nel giro di 20 minuti è sempre meglio andare al pronto soccorso.
È importante rivolgersi al proprio medico, inoltre, se si hanno più di 3 episodi di epistassi al mese, anche
se risolti con l’automedicazione: all’origine del disturbo potrebbe esserci una piccola varice della mucosa
nasale, che va cauterizzata dall’otorino.
Inoltre, il problema potrebbe indicare una vasculopatia dovuta all’ipertensione o un disturbo della
coagulazione che prevede cure su misura. (Salute, Starbene)
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
PAGINA 6
Anno VII – Numero 1377
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
ORDINE: GLI EVENTI DEL MESE DI GIUGNO
Progetto “Una Visita per Tuttiâ€
Mese di Giugno
dedicato
alla prevenzione
dell’Insufficienza
Venosa
Mercoledì 13 Giugno
(dalle 10.00 alle 18.00)
Venerdì 15 Giugno
(dalle 10.00 alle 18.00)
Venerdì 22 Giugno
(dalle 10.00 alle 13.30)
Martedì 26 Giugno
S. ANTONIO ABATE (NA);Piazza Vittorio Emanuele II, civico n. 27
Mercoledì 27 Giugno
(dalle 10.00 alle 18.30)
Venerdì 29 Giugno
(dalle 10.00 alle 18.30)
NAPOLI – Fuorigrotta; Via Giacomo Leopardi, altezza civico n. 60
Lunedì
25
Giugno
ore 21.00
TORRE del GRECO (NA); Via Cesare Battista, altezza civico n. 105
VILLARICCA (NA): Villa Comunale
FRATTAMINORE (NA); Mattina: Piazza Atella; (10.00 - 13.30)
Pomeriggio: Piazza S. Maurizio, (15.30- 18.00)
BACOLI (NA); Villa Vanvitelliana
Ricetta Veterinaria Elettronica :
Nuove Modalità Operative
Interverranno: V. Santagada, M. Di Iorio
Relatori: Prof. Franco Barbato, Dr Vittorio Nagar*
(* Responsabile Dipartimento Prevenzione Area di Sanità Pubblica Veterinaria)
PAGINA 7
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1377
Progetto “Una Visita per Tutti†:
all’insegna della Prevenzione
Di seguito alcune immagini relative agli eventi di S. Antonio Abate e Torre del Greco.
S. ANTONIO ABATE
Torre del Greco
PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1377
ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTIâ€:
FARMACI DONATI ARRIVATI IN BURKINA FASO
I farmaci donati alle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato di Mugnano
sono stati spediti in una Missione in Burkina Faso.
i farmaci raccolti attraverso il progetto e consegnati alla Congregazione
delle Suore “Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato†sono arrivati,
mediante un container, a destinazione nella diocesi di Tenkodogo.
Le suore operano in questa missione fornendo aiuto alla popolazione
distribuendo farmaci e dispositivi medici alle scuole, ai villaggi e
all’Ospedale di Tenkodogo.
Di seguito alcune
documentano l’arrivo.
foto
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