Anno II – Numero 194 AVVISO 1. Ordine: Viaggio a S. Pietroburgo, 19-22 Settembre. Notizie in Rilievo Venerdì 07 Giugno 2013, S. Roberto, Geremia, Landolfo I farmacisti Napoletani incontrano i Farmacisti Europei: SAN PIETROBURGO TOUR SAN PIETROBURGO 19/22 Settembre 4 giorni / 3 notti Patologie e Salute 2. Eczema: sintomi, cause e cure. Tecnologia e Salute 3. Violenza nei videogames: così i ragazzi diventano più aggressivi. Sfida di uno Zar caparbio, meraviglia sull’acqua, capitale imperiale e delle rivoluzioni, S.Pietroburgo, dalla storia tricentenaria, ha già trovato un posto nella leggenda. Ora vuole ritrovare la sua identità di un tempo, la sua vocazione di illuminata città europea al centro della Russia. E’ proprio questo il momento di riscoprirla, nella effervescenza nuova del suo rinnovarsi e dell’eterna magia delle sue architetture. COME PRENOTARSI: uffici dell’Ordine entro e on oltre il 20 Luglio p.v. Prevenzione e Salute 4. Sfatato un mito, per la linea un calice di vino meglio di uno spritz di troppo 5. Dieta Vegetariana allunga la vita 6. Asciugarsi le mani con la carta è più igienico di farlo con l’asciugatore elettronico. 7. Attenzione allo iodio in gravidanza. Farmaci e Salute 8. Più rischio malattia ai reni con antibiotici fluorochinolonici. Corso Teorico-Pratico di Rianimazione Cardio-Polmonare e Defibrillazione Cardiaca Precoce Semiautomatica(BLS-D) Il prossimo evento Sabato 8 Giugno (I parte) e 22 Giugno p.v. (II parte). AVVISO Sede Ordine dei Farmacisti: Riunione Farmacisti Non Titolari Domenica 9 Giugno, ore 10.30, presso la sede dell’Ordine di Napoli, il coordinatore dei Farmacisti Indipendenti d’Italia, Francesco Imperadrice, ha organizzato un incontro dibattito con i Colleghi Non titolari iscritti all’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli. Interverrà Angela Noferi, Vice Presidente della Federazione Nazionale delle Associazioni dei Farmacisti Non Titolari (CONASFA). Si discuterà sulle varie problematiche dei Non Titolari e dell’organizzazione del nuovo sindacato. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 194 PATOLOGIE E SALUTE ECZEMA: SINTOMI, CAUSE E CURE Con eczema si identifica una condizione morbosa della pelle caratterizzata da arrossamento, prurito intenso e sovente dalla formazione di bolle o crosticine purulente che denotano infiammazione. Sono svariate le cause che possono provocare la formazione di un eczema sia nei bambini (eczema infantile), che negli individui adulti, e conseguentemente diverse sono anche le possibili terapie per curarlo. Molto frequentemente si parla di eczema atopico, ovvero sintomo di dermatite atopica, una patologia cutanea piuttosto diffusa che colpisce un bambino su 10. L’eczema può presentarsi sulle mani, sul volto (in particolare intorno all’area auricolare), sugli arti, nelle pieghe dell’inguine (è il caso frequente dei neonati e della dermatite da pannolino) o in qualunque altra area del corpo specialmente se stiamo parlando di eczema da contatto (determinato da una reazione allergica della cute a qualche sostanza irritativa). L’eczema non è contagioso ma è purtroppo soggetto a recidive. Vediamone i sintomi principali. I sintomi: In genere, l’eczema si forma nei soggetti predisposti fin dalla più tenera età con un decorso tipico. Tra i due e i sei mesi nei neonati e prima dei 5 anni di età nei bambini più grandicelli, la pelle delle guance, della fronte, del cuoio capelluto e della zona auricolare, comincia a diventare rossa, secca, con formazione di piccole bollicine pruriginose (che il piccolo tenta di grattarsi peggiorando la situazione). L’eczema si può estendere agli arti (braccia e gambe) e tronco, ma anche alla zona dell’inguine dove viene irritato dal pannolino. Con la crescita sia nei bambini che negli adulti, l’eczema tende ad essere più “secco” – quindi con minor formazione di bollicine sierose – ma sempre molto pruriginoso e con un aspetto decisamente antiestetico. Un caso particolare è l’eczema disidrotico che si manifesta nell’adulto, determinato da una forma di dermatite, che si caratterizza per la formazione di vesciche bollose nelle palme di piedi e mani. L’eczema seborroico viene invece chiamato così perché compare in aree del corpo ricche di ghiandole sebacee, come il cuoio capelluto, e si manifesta con chiazze rosse che tendono a desquamarsi; tipicamente seborroico è anche l’eczema dell’orecchio, ma non necessariamente ha a che vedere con la dermatite seborroica, anche se confondere le due problematiche è facile. Segnaliamo, infine, l’eczema nummulare, anche detto eczema discoide, tipico delle persone anziane (ma che in effetti può comparire anche in età più giovanile). Interessa soprattutto gli arti, in principio con formazione di vescicole che poi tendono a raggruppare formando un’area infiammata di forma rotondeggiante con i bordi rialzati e una parte centrale biancastra. Quali sono le cause principali dell’eczema? Le cause: La prima e più diffusa causa dell’eczema è la dermatite atopica, una malattia che tende a cronicizzarsi, che compare nella prima infanzia, e di cui diverse possono essere le origini. Innanzitutto le allergie: di tipo alimentare come quella al latte, ad es.. Il piccolo può anche essere soggetto ad allergie di tipo ambientale come i pollini e gli acari o il pelo di animale. Altre possibili cause possono essere di tipo infettivo (soprattutto infezioni batteriche), irritative (nichel, detersivi, materiali, pigmenti, componenti di shampoo o di prodotti detergenti) e in questo caso parliamo di eczema da contatto, metaboliche o neurovegetative. In più vi è il fattore di rischio costituito dalla familiarità. Figli di persone con pelle atopica, soggetta a dermatiti, o con problemi di allergie, verosimilmente svilupperanno lo stesso problema. In ogni caso, solo un’accurata visita specialistica e i test allergologici sono in grado di rivelare la natura della dermatite, e quindi dell’eczema. PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 194 Cura e prevenzione: La cura dell’eczema è sempre temporanea, dato che si tratta di un disturbo cronico che fa parte di una più vasta sintomatologia tipica di chi è soggetto a problemi di natura allergica e autoimmune. In ogni modo, quando l’eczema compare o ri-compare, si può trattare a livello topico con delle pomate a base di cortisone da applicarsi due volte al giorno nella fase acuta. In caso di allergie probabilmente il medico consiglierà anche la somministrazione di farmaci antistaminici e antibiotici orali. Per prevenire o non aggravare l’eczema, inoltre, bisogna seguire delle norme igieniche e di comportamento, come evitare l’uso di sostanze irritanti come profumi e cosmetici, non utilizzare sapone sulle parti colpite oppure utilizzare per la pulizia della pelle prodotti indicati. Inoltre, i vestiti devono essere di cotone, leggeri. La lana e le fibre sintetiche, infine, possono far peggiorare l’irritazione. (Salute, Pour Femme) TECNOLOGIA E SALUTE VIOLENZA NEI VIDEOGAMES: COSÌ I RAGAZZI DIVENTANO PIÙ AGGRESSIVI Guardare film e cartoni violenti e giocare a videogiochi non proprio pacifici può favorire, nei ragazzi, un comportamento aggressivo. A sostenerlo è uno studio pubblicato su Oxford Journal Social Cognitive and Affective Neuroscience dai ricercatori del National Institute of Neurological Disorders and Stroke del National Institutes of Health (Bethesda, Usa), secondo cui certi videogames e certi film possono desensibilizzare i giovani, attutire le risposte emotive all`aggressività e promuovere atteggiamenti violenti. Studio: J. Grafman e coll. hanno reclutato 22 ragazzi - tutti maschi - di età compresa tra i 14 e i 17 anni e li hanno sottoposti a 60 videoclip da 4 secondi l`uno contenenti scene violente. Il grado di violenza in ogni video era basso, lieve o moderato. Ai ragazzi è stato chiesto di valutare il livello d`aggressione di ogni clip, mentre una risonanza magnetica raccoglieva i dati sulle loro funzioni cerebrali e un rilevatore del sudore constatava il livello di umidità delle mani. Risultati: I dati registrati dal rilevatore di sudore e dalle risonanze magnetiche hanno messo in evidenza che i ragazzi diventavano insensibili nei confronti delle scene violente man mano che si abituavano a guardarle. In particolare, la zona conosciuta come la corteccia orbito-frontale laterale nota per essere coinvolta nelle risposte emotive agli eventi - ha mostrato di "desensibilizzarsi" nel tempo soprattutto nei confronti dei video più aggressivi. I ricercatori hanno anche rilevato che i ragazzi che più frequentemente facevano uso, nella vita normale, di videogiochi e film violenti avevano più alti gradi di desensibilizzazione a immagini e scene aggressive. Uno studio simile dovrà ora essere effettuato anche su un gruppo di ragazze, spiega Grafman, per comprendere eventuali differenze di genere nelle risposte emotive alla violenza. (Salute, Sole 24 ore) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 194 PREVENZIONE E SALUTE SFATATO UN MITO, PER LA LINEA UN CALICE DI VINO MEGLIO DI UNO SPRITZ DI TROPPO Calorico? Neanche per sogno. Chi dice che il vino fa ingrassare, e magari durante l'happy hour si fa tentare da un cocktail di troppo, commette un grave errore, perché “gli spritz e i cocktail ingrassano sostanzialmente di più, in quanto più ricchi di zuccheri del vino”. Parola di Luca Maroni, enologo di fama e appassionato divulgatore delle qualità del vino, oltre che ideatore di SensofWine, acclamata kermesse enologica che dal 2005 ad oggi, in sette edizioni, ha registrato oltre 80mila visitatori e stappato oltre 10mila bottiglie. Il pregiudizio “più forte è quello riassunto dalla nefasta equazione vino uguale alcol - continua Maroni -, mentre il vino è alcol solo per il 10-13%”. Anche il terrore che il vino faccia mettere peso cade se si guarda la moda del momento, l’happy hour: “I vini bianchi, i rosati e i rossi tendono infatti ad essere privi di zuccheri residui e comunque a non superare la soglia dei 3-5 grammi per litro - ricorda ancora l’esperto - contro i 100-120 grammi di zuccheri per litro degli spritz e dei cocktail o delle bevande analcoliche, ma dolcificate”. Tra l’altro, a differenza di altri alcolici, bevuti spesso lontano dai pasti, abitudine pericolosissima per la salute, il vino “è il naturale, storico e insostituibile compagno dei migliori pasti della nostra esistenza dice Maroni - e consumato in modica, ma quotidiana quantità, circa 375 centilitri al giorno, contribuisce al benessere dell'organismo apportando vitamine, micoroelementi naturali, attivando e stimolando il processo digestivo e il sistema circolatorio sanguigno e linfatico”. Se sul fronte della linea tra vino e concorrenti non c’è partita, ancora più lunga è la distanza nei benefici apportati all’organismi. Basti pensare al resveratrolo, potente molecola naturale. “Visto il suo contenuto in sostanze capaci di combattere i radicali liberi è una bevanda antiossidante di comprovata efficacia”. Anche il sangue se ne giova “visto il suo contenuto in polifenoli e altre sostanze estrattive - aggiunge - contrasta efficacemente la produzione e l'accumulo di colesterolo cattivo nel sangue: nulla di più scientificamente dimostrato in sostanza del detto ‘il vino fa buon sangue’. (C. Colasanto, Salute, Sole 24 ore) DIETA VEGETARIANA ALLUNGA LA VITA La dieta vegetariana potrebbe allungare la vita. Lo suggerisce uno studio pubb. dalla rivista Jama, secondo cui il beneficio è più spiccato per gli uomini. La ricerca ha analizzato i dati di più di 73mila persone che facevano parte delle chiese Avventiste nordamericane, reclutati tra il 2002 e il 2007. A tutti è stato somministrato un questionario sulle abitudini alimentari, scoprendo che il 29% dei soggetti era vegetariano, l'8% vegano e un ulteriore 15% mangiava carne e pesce solo occasionalmente. I ricercatori hanno poi controllato di nuovo il database il 31 dicembre 2009, per capire quanti dei soggetti erano morti. Tutti i tipi di dieta vegetariana hanno presentato un tasso di morte inferiore rispetto alle diete con carne e pesce. Negli ultimi il rischio è risultato di sette persone ogni mille soggetti, mentre negli altri oscilla tra cinque e sei. "Lo studio non implica che tutti debbano smettere di mangiare carne - afferma un editoriale a commento - già diminuendo zuccheri, cereali raffinati e grassi si ottengono benefici". (Salute, Sani e Belli) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 194 PIU' RISCHIO MALATTIA AI RENI CON ANTIBIOTICI FLUOROCHINOLONICI Il rischio di malattia renale acuta raddoppia per le persone che assumono antibiotici fluorochinolonici orali, secondo un nuovo studio pubblicato su CMAJ (Canadian Medical Association Journal). I fluorochinoloni, compresa la ciprofloxacina, la levofloxacina e la moxifloxacina, sono antibiotici ad ampio spettro comunemente usati per trattare le infezioni delle vie respiratorie e urogenitali. Dai dati della ricerca e' emerso che l'uso corrente di fluorochinoloni orali aumenta il rischio di danno renale acuto e che il rischio e' piu' alto con la ciprofloxacina, seguita dalla moxifloxacina. L'indagine della Univ. of British Columbia ha, inoltre, rilevato che l'uso concomitante di un fluorochinolone orale e dei bloccanti del sistema renina-angiotensina, classe popolare di farmaci cardiovascolari, aumenta il rischio di insufficienza renale acuta di 4,5 volte. (Agi) ASCIUGARSI LE MANI CON LA CARTA È PIÙ IGIENICO CHE FARLO CON L'ASCIUGATORE ELETTRONICO L'asciugatura scorretta rischia di annullare i benefici di acqua e sapone permettendo ai germi di proliferare Se lavarsi le mani è fondamentale per ovvi motivi di igiene (e va insegnato ai bambini a farlo fin da piccoli, per evitare il rischio di infezioni respiratorie, gastrointestinali e cutanee), asciugarle nel modo giusto lo è altrettanto, perché un’asciugatura scorretta rischia di annullare i benefici di acqua e sapone, permettendo così ai germi di proliferare (l’umidità favorisce infatti la moltiplicazione dei microrganismi). GLI STUDI - Ma cosa è più opportuno usare per compiere davvero a regola d’arte questa azione quotidiana, all’apparenza così elementare? La risposta è nelle conclusioni tratte dal prof. Cunrui Huang della Queensland Univ. of Technology analizzando 12 studi dedicati all’argomento e pubb. sul Mayo Clinic Proceedings Journal, che hanno decretato la superiorità delle salviette monouso in carta sugli asciugatori elettrici che si trovano in genere nei bagni pubblici. A far privilegiare le prime sui secondi è stata non solo la loro efficacia nel rimuovere i germi perché l’acqua viene strofinata via e non già soffiata nell’ambiente circostante (un gesto che aumenta il n. dei microrganismi del 255%), ma anche la velocità nell’operazione di asciugatura: è stato infatti dimostrato da una ricerca precedente che 10 secondi di strofinamento con un asciugamano in carta garantiscono mani asciutte nel 96% dei casi (che salgono al 99% dopo 15 secondi) contro i 45 secondi che impiega invece un essiccatore. IL COMMENTO - Non a caso, quasi nessuno resiste tutto quel tempo, con gli uomini che se ne vanno dopo 17 secondi di «soffio» e le donne che arrivano a malapena a 13. «Questo studio è l’ennesima conferma della necessità di asportare meccanicamente l’acqua dopo essersi lavati le mani – spiega F. Pregliasco dell’Univ. di Milano – così da evitare che i germi soffiati via utilizzando i tradizionali sistemi ad aria contaminino l’ambiente o diffondano i microrganismi già presenti, soprattutto in determinate condizioni. E alla loro comprovata efficacia le salviettine usa e getta uniscono anche una maggior velocità, perché bastano davvero pochi secondi per asciugare le mani, mentre gli essiccatori richiedono tempi più lunghi e spesso proprio per questo si lascia l’operazione a metà, con possibili rischi per la salute». (Salute, Corriere) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 194 PREVENZIONE E SALUTE ATTENZIONE ALLO IODIO IN GRAVIDANZA (non fatevi mancare la giusta dose) Anche una lieve carenza nella dieta materna può compromettere lo sviluppo intellettivo del bambino Attenzione allo iodio in gravidanza: secondo una ricerca inglese, appena pubb. sulla rivista scientifica Lancet, anche una lieve carenza di questo importante elemento nella dieta materna può compromettere lo sviluppo intellettivo del bambino. Un’affermazione che fa suonare più di un campanello di allarme, perché (sebbene deficit gravi di questo nutriente siano piuttosto rari nei Paesi sviluppati) si stima che in Europa almeno la metà della popolazione non raggiunga le quantità minime raccomandate dall'Oms: secondo l’Oms il fabbisogno medio per la popolazione adulta generale è di 150 microgrammi al giorno, che salgono a 250 microgrammi al giorno durante la gravidanza e l’allattamento. LA RICERCA - La ricerca inglese ha seguito nel tempo un migliaio di donne che, all'inizio degli anni Novanta, hanno accettato di far parte del grande studio Children of the '90 (i bambini degli anni '90), coordinato dall'Univ. di Bristol, con l'obiettivo di stabilire le relazioni fra ciò che accade in gravidanza e nella prima infanzia con eventuali problemi di salute che possono manifestarsi in seguito. Tutte le donne partecipanti allo studio hanno partorito fra il 1991 e il 1992; nel primo trimestre di gestazione hanno eseguito un'analisi delle urine per stabilire se stavano assumendo una quantità adeguata di iodio. All'età di 8-9 anni i loro figli sono poi stati sottoposti a un test del QI, il quoziente intellettivo, e a verifiche sulla loro capacità di lettura, di comprensione verbale e di scrittura. I risultati mostrano che i bambini nati da donne i cui livelli di iodio erano anche di poco inferiori a quelli raccomandati dall'Organizzazione mondiale della sanità ottenevano nei test punteggi più bassi rispetto ai bambini le cui madri avevano assunto dosi più alte di questo nutriente. La relazione era indipendente da altri fattori che avrebbero potuto influenzare lo sviluppo intellettivo infantile, come il grado di istruzione dei genitori o l'assunzione di alcol da parte della madre in gravidanza; i risultati peggiori si riscontravano proprio nei figli delle donne che avevano mostrato una carenza più accentuata di iodio. «L'associazione fra un apporto di iodio gravemente insufficiente nella dieta materna e le anomalie nello sviluppo del sistema nervoso è nota da tempo, — si fa notare nell'editoriale che accompagna l'articolo su Lancet —ma gli studi sull'effetto di una lieve carenza di questo elemento in gravidanza erano finora troppo pochi per trarre delle conclusioni». COME ASSUMERE IODIO - La ricerca inglese colma quindi una seria lacuna e sottolinea che «il deficit di iodio è una causa prevenibile delle difficoltà intellettive dei bambini». Per aumentare l'apporto giornaliero, i consigli degli esperti sono quelli di usare sale iodato e di mettere in tavola più spesso pesce (di mare) e buone quantità di verdure sebbene il contenuto del prezioso elemento in queste ultime dipenda dal terreno sul quale sono coltivate. (Salute, Corriere)