Anno II – Numero 195 AVVISO 1. Concorso Straordinario: Regione Campania. Notizie in Rilievo Dermatologia e Salute Lunedì 10 Giugno 2013, S. Roberto, Geremia, Landolfo CONCORSO STRAORDINARIO REGIONE CAMPANIA: 209 SEDI Parte il bando di concorso della regione Campania. 6. Salute: la psicologa, problemi con il cibo per 1 adolescente su 5 Liguria Lazio Veneto Lombardia Toscana Piemonte Abruzzo Sicilia Marche Calabria Emilia Romagna Friuli V. Giulia Sardegna Puglia Umbria Valle D’Aosta Molise Basilicata Campania N. SEDI a CONCORSO 89 279 224 343 131 147 85 222 62 91 178 49 90 188 39 2 15 26 209 Alimenti e Salute TOTALE 2.469 2. La metà degli italiani si REGIONE scotta sotto il sole. Scienza e Salute 3. Obesità: dieta dimagrante migliora funzionalità dei reni. 4. Poliomelite e difterite potrebbero tornare 5. Nuovo test precoce per sindrome di Down. Basta un prelievo di sangue della gestante. Psicologia e Salute SCADENZA 30/11/2012 13/12/2012 16/12/2012 19/12 2012 21/12/2012 22/12/2012 11/01 2013 12/02/2013 16/02/2013 21/02/2013 22/02/2013 01/3/2013 07/03/2013 12/3/2013 18/4/2013 02/5/2013 15/6/2013 1/7/2013 N. PARTECIPANTI 941 2449 2270 3560 2071 1777 1223 1876 1220 1226 3310 640 1212 1958 919 48 FORMA ASSOCIATA 339 1281 1003 1577 922 770 522 1076 651 577 1805 276 470 1132 466 14 26.700 12.881 Il potere antiossidante delle carote nere. Domande e Risposta 7. Perché si dice che il gatto nero porti sfortuna? 8. Perché l’ordine dei tasti dei telefoni e dei pc sono invertiti? PERCHÉ SI DICE CHE IL GATTO NERO PORTI SFORTUNA? Cosa c’è di peggio di un gatto nero il giorno 17? Superstiziosi? Per i piccoli felini però non è solo una questione di decoro, ogni anno 60 mila gatti neri vengono uccisi a causa di una sciocca credenza. La diceria che il gatto nero porti sfortuna ha origine nel Medioevo quando i gatti in genere erano considerati i diabolici compagni delle streghe, per la loro abitudine a uscire di notte. Quelli di colore nero, non molto visibili nell'oscurità, facevano imbizzarrire i cavalli e i cavalieri cadevano di sella. Da qui l’idea che portino sfortuna quando ci attraversano la strada. In realtà gli unici a rischiare sono i mici, che facilmente possono finire sotto. (Focus) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 195 DERMATOLOGIA E SALUTE LA METÀ DEGLI ITALIANI SI «SCOTTA» SOTTO IL SOLE Usiamo poco e male le protezioni e sbagliamo a sceglierle. E ci lasciamo imbrogliare spesso da «falsi amici» «Nulla di nuovo sotto il sole»: gli italiani, purtroppo, continuano a scottarsi. Nonostante i ripetuti richiami alle «buone abitudini» da rispettare, siamo un Paese d’indisciplinati: usiamo poco e male le creme protettive (bambini inclusi), non andiamo dal dermatologo, non controlliamo i nei. Inevitabilmente finiamo per bruciarci, con tutte le conseguenze negative che questo comporta per la pelle. «Molti connazionali hanno cute, capelli e occhi scuri e ritengono, sbagliando, di non aver bisogno di proteggersi - spiega G.M. Tomassini, dell’Associaz. Dermatologi Ospedalieri Italiani che in questi giorni torna in tour con il progetto MY SKINCHECK. E anche chi ha una pelle più delicata, comunque diffusa nel nostro Paese, sottovaluta l’importanza della protezione. Sono due i semplici messaggi che dovremmo imparare per cogliere al massimo i benefici del sole evitando i danni: primo, sapere a che fototipo si appartiene, per evitare di scottarsi; secondo, capire che difendere la pelle dalle radiazioni è importante per tutti, per vari motivi, a prescindere dal fatto se ci scotta o meno». PELLI DIVERSE, ERRORI COMUNI - Stando ai dati raccolti nell’edizione 2012 di MY SKINCHECK, le persone appartenenti a fototipo III e IV (i più diffusi nel nostro Paese: pelle chiara o olivastra, capelli castani o bruni, occhi castani o scuri) non utilizzano mai alcuni validi strumenti: l’88% non indossa il cappello, il 95 non porta la maglietta e il 74 non usa gli occhiali da sole. Quasi la metà (43%) così si scotta, al pari dell’80% degli intervistati di fototipo I e II (pelle, capelli e occhi chiari), che per la stragrande maggioranza dei casi si limitano alla crema solare, tralasciando cappello (nell’81% dei casi), maglietta (92) e occhiali (69). Caratteristiche opposte ma errori comuni anche per le persone con fototipo V e VI (pelle olivastra o scura, capelli neri e occhi scuri), tipici ad es. delle popolazioni di origine sudamericana o africana: il fatto che non si scottano li porta nella stragrande maggioranza dei casi a non coprirsi (il 100% degli interpellati non indossa t-shirt) e, per lo più, a non usare creme. Quanto ai bambini, i dati rassicurano sul fatto che soltanto al 6% dei piccoli non viene applicata alcuna lozione (vanno scelte quelle con fattore protettivo elevato e non bisogna esporre al sole diretto i neonati con meno di un anno), ma in moltissimi casi non vengono adeguatamente coperti con vestiti. CREMA SOLARE, QUANTI ERRORI - Secondo il sondaggio, lozioni e spray sono lo strumento scelto più spesso ("solo" il 22% non li applica), ma per ottenere il massimo beneficio è importante sceglierli con cura in base al proprio fototipo. «Vanno applicati - prima dell’esposizione con cura su tutto il corpo, senza dimenticare zone spesso trascurate come nuca o dorso del piede, ed è indispensabile rinnovare l’applicazione nel corso della giornata e dopo bagni o sudate». Bisogna utilizzare creme a largo spettro, in grado cioè di schermare sia i raggi UVA (all’origine dell’invecchiamento cutaneo, di alcune reazioni allergiche e di tumori cutanei) che gli UVB (responsabili dell’abbronzatura, ma anche delle scottature), pure nei giorni in cui il cielo è coperto oppure quando si sta all’ombra. «Il sole è un importante alleato della salute, fa bene alle ossa e all’umore, l’importante è esporsi correttamente - commenta M. Santinami, resp. struttura melanomi e sarcomi all’Ist. tumori di Milano . Uno dei suoi effetti principali è lo stimolo della sintesi di vitamina D (che per il 90% produciamo grazie al sole e solo per il 10 introduciamo coi cibi), un vero toccasana per rafforzare le ossa e contro malattie infettive, autoimmuni e cardiovascolari». PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 195 ATTENZIONE AI «FALSI AMICI» - A proposito di raggi solari, infatti, troppo spesso si pensa solo a chi sta a "rosolare" in costume su una spiaggia. Gli esperti ricordano invece che l’ombrellone lascia passare il 50% dei raggi e in acqua, a un metro di profondità, ne arriva ben il 90%. In montagna si avverte meno il caldo, ma dai 300 metri sul livello del mare la radiazione aumenta del 4-5% progressivamente man mano che si sale di quota. Inoltre, quando si decide di trascorrere ore all’aria aperta, ovunque ci si trovi (anche solo nei parchi cittadini) vanno considerate le eventuali superfici riflettenti e le particolari condizioni climatiche (quali cielo nuvoloso o giornate ventose) che "potenziano" l’effetto del sole. Infatti, la neve riflette circa l’82% delle radiazioni, la sabbia il 17, l’acqua il 5 e l’erba il 3. DERMATOLOGI IN TOUR - Il progetto MY SKINCHECK torna a percorrere l’Italia dal 27 maggio fino al 20 giugno, facendo tappa nelle piazze di 8 città italiane (Vicenza, Torino, Milano, Firenze, Bologna, Napoli, Bari, Palermo) dove vengono distribuiti materiali informativi sulla corretta esposizione al sole e la prevenzione del melanoma ed effettuati screening gratuiti dei nei grazie alla presenza di due dermatologi. Dopo la visita, a ogni paziente viene indicato il livello di protezione consigliato, la localizzazione e il numero dei nei rilevati, in modo che possa tenerli monitorati nel tempo e conoscere il proprio livello di rischio. (Salute, Corriere) SCIENZA E SALUTE OBESITA': DIETA DIMAGRANTE MIGLIORA FUNZIONALITA' DEI RENI Oltre a far perdere peso, la dieta dimagrante migliora le funzionalita' renali delle persone obese. Lo afferma uno studio del Brigham and Woman Hospital di Boston pubblicato da Diabetes Care, secondo cui l'effetto si ha sia in persone diabetiche che in soggetti senza la malattia. I ricercatori hanno assegnato 318 persone con obesita' moderata a tre tipi di dieta, una povera di grassi, una povera di carboidrati e una di tipo Mediterreaneo, da seguire per due anni, monitorando la funzionalità del rene mediante il livello di microalbumina nelle urine e un altro parametro chiamato egfr. In tutti e tre i casi e' stato notato un miglioramento della funzionalita' renale, maggiore nei soggetti con diabete (6,7% in media) rispetto agli altri (4,5 %).(Agi) POLIOMIELITE E DIFTERITE POTREBBERO TORNARE Malattie ormai quasi debellate riemergere se non si fanno i vaccini in Europa potrebbero Poliomielite, difterite ed epatite B sono malattie dell'infanzia oggi quasi dimenticate in Europa grazie agli effetti dei programmi di vaccinazione, Ma, secondo i medici, potrebbero riemergere se vi sarà un allentamento degli standard di immunizzazione della popolazione. A lanciare l'allarme è Markus Rose, esperto di vaccinazioni all'ospedale pediatrico J.W.Goethe dell'Università di Francoforte. Non bisogna avere paura dei vaccini - "In Europa oggi raramente si entra in contatto con le malattie prevenibili grazie ai vaccini, proprio perché la maggioranza della popolazione è vaccinata. Le persone vedono quindi solo gli eventuali effetti collaterali delle vaccinazioni e ciò porta a una minore accettazione dei piani di immunizzazione per i figli". Ma è proprio in questo modo, ha avvertito l'esperto, "che si dà alle infezioni l'opportunità di riemergere". (Salute Tgcom) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 195 PSICOLOGIA E SALUTE SALUTE: LA PSICOLOGA, PROBLEMI CON IL CIBO PER 1 ADOLESCENTE SU 5 Difficoltà che si manifestano tra le ragazzine già tra i 12-13 anni Un'adolescente su 5 ha problemi con il cibo. Difficoltà che si manifestano tra le ragazzine già tra i 12-13 anni. Quelli che fanno maggiore paura sono i numeri legati ai disturbi alimentari specifici quali l'anoressia, che colpisce l'1% della popolazione femminile mondiale, e la bulimia che invece si accanisce su circa il 5% delle donne. I dati sono stati presentati da Anna Maria Speranza docente di psicologia dello sviluppo all'Univ. Sapienza di Roma, a margine del convegno di oggi 'Disturbi del comportamento alimentare: il rito della malattia e il modello della cura'. Questi numeri dimostrano che dopo anni di trattamenti nel 30% dei casi la patologia diventa cronica. "L'anoressia - spiega la psicologa - sembra il disturbo alimentare più allarmante mentre la bulimia è invece la più insidiosa: dal punto di vista dell'informazione sociale è considerata meno grave, forse perchè meno visibile dal momento che può manifestarsi in una persona con peso normale, ma può essere mortale a causa del rischio cardiaco. Ovviamente anche nell'anoressia c'è il rischio di morte ma, essendo la malattia più visibile, si interviene di più. La difficoltà c'è anche tra i clinici, infatti molte volte non riusciamo a riconoscere i sintomi di una paziente bulimica al primo sguardo". "C'è inoltre da dire - continua la specialista - che esistono pazienti con difficoltà ad aderire al trattamento. Questo fa sì che il rischio più grosso sia l'interruzione continua delle cure", fatte a singhiozzo, "e un aumento della cronicizzazione". Infine, anche gli esiti del trattamento non sono da sottovalutare: "A distanza di un certo numero di anni - con pazienti che hanno provato diversi tipi di trattamento, un 30% risolve il problema alimentare, psichico e sociale. Un altro 30% ha una riduzione della sintomatologia alimentare ma il suo disturbo psicologico permane, infatti non riesce ad avere relazioni sociali, mentre un ultimo 30% non riesce ad allontanarsi dalla malattia così da cronicizzarla". (Adnkronos, Salute) PERCHÉ L'ORDINE DEI TASTI DEI TELEFONI E DEI PC SONO INVERTITI? I motivi per cui i tastierini telefonici (a destra) e quelli dei computer (a sinistra) sono ordinati in senso inverso sono di tipo pratico. I primi telefoni erano a disco. Si inseriva il dito nel numero voluto e lo si faceva girare in senso orario. I numeri andavano, allora come oggi, in ordine crescente. Le prime tastiere numeriche dei computer furono studiate molto tempo dopo e furono progettate dopo attenti studi ergonomici, cioè di ottimizzazione del rapporto uomo-macchina. In questo caso ottimizzare significa, ad es., aumentare la velocità di battitura dei numeri diminuendo la possibilità di errore, ma anche l'affaticamento dell'operatore. Di conseguenza l'ordine si è invertito rispetto al telefono. Quando il telefono è passato dal disco alla tastiera si è scelto di mantenere il vecchio ordine numerico, per consuetudine e per non generare più disagi che benefici in alcune categorie di utenti, ad esempio i non vedenti. PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 195 SCIENZA E SALUTE NUOVO TEST PRECOCE PER SINDROME DI DOWN. BASTA UN PRELIEVO DEL SANGUE DELLA GESTANTE La scoperta, pubblicata sulla rivista 'Ultrasound in Obstetrics & Gynecology', dal King's College di Londra. "Esame più affidabile rispetto alle attuali metodiche di screening disponibili" Scoprire con precisione la sindrome di Down e altre anomalie genetiche del feto nei primi tre mesi di gravidanza, grazie a un test precoce del sangue materno che analizza il Dna del nascituro. E' la scoperta, pubblicata sulla rivista Ultrasound in Obstetrics & Gynecology, dal King's College di Londra. "Questo tipo di esame - assicurano i ricercatori - è ancor più affidabile rispetto alle attuali metodiche di screening disponibili e potrebbe ridisegnare gli standard nei test prenatali". Lo studio ha dimostrato che il vantaggio principale di questo test del sangue, rispetto allo screening tradizionale "è la sostanziale riduzione del tasso di falsi positivi - precisano gli scienziati - la possibilità di avere a disposizione dei risultati che indicano la gravità del rischio come molto alto o molto basso. Un dato - che rende anche più facile per i genitori decidere se fare o meno esami più invasivi". Oggi lo screening di routine per verificare la presenza della sindrome di Down o di altre anomali genetiche include un test combinato eseguito tra l'11esima e 13esima settimana di gravidanza. Esami che comportano l'uso di ultrasuoni e un'analisi ormonale del sangue della donna incinta. Ma solo il prelievo dei villi coriali o l'amniocentesi possono con certezza individuare o escludere queste anomalie. Test però molto invasivi e rischiosi per il feto: potrebbe infatti verificarsi anche un aborto spontaneo. Mentre la ricerca ha stabilito che l'utilizzo del prelievo del sangue della futura mamma e l'esame delle cellule fetali "è altamente sensibile e specifico. Un'alternativa potenzialmente affidabile - precisa la ricerca - che può essere eseguita nei primi mesi della gravidanza". I ricercatori hanno dimostrato, in modo prospettico, la fattibilità di routine di uno screening del Dna delle cellule fetali del sangue per scoprire la trisomia 21, 18, e 13. Il lavoro ha analizzato 1.005 future mamme alla decima settimana di gestazione. Ebbene, i risultati hanno avuto un tasso di falsi positivi inferiore e una maggiore sensibilità per la trisomia fetale rispetto al test combinato fatto alla dodicesima settimana. Sia l'esame delle cellule fetali che i tradizionali test hanno rivelato le trisomie, ma i tassi i falsi positivi sono stati più alti nel secondo caso (3,4%) rispetto al primo (0,1%). (Salute, Repubblica) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 195 ALIMENTAZIONE E SALUTE IL POTERE ANTIOSSIDANTE DELLE CAROTE NERE Buone, insolite e salutari. Arrivano dall’Oriente, sono tendenti al viola e fanno bene Non ancora molto conosciute in Italia, le carote nere o carote viola, non solo sono squisite, ma hanno qualcosa in più rispetto alle comuni carote arancioni e sono veramente molto salutari. In inglese si chiamano purple carrots e sono particolarmente note e apprezzate in Asia, specialmente in Cina, ove da sempre vengono utilizzate sia in cucina, sia nell’ambito della medicina cinese. L’interesse per queste carote si è tuttavia sviluppato di recente in Australia dove, grazie alle ricerche effettuate presso l’Univ. del Queensland, sono state confermate le loro eccezionali proprietà, benefiche per la salute in generale e in particolare per la prevenzione e la lotta contro i tumori. Dal punto di vista botanico le carote nere appartengono alla stessa specie delle normali carote arancione (Daucus carota), ma sono probabilmente originarie dell’Afghanistan. Purtroppo sono pochi gli orticoltori che coltivano queste carote nel nostro Paese e raramente si trovano nei nostri mercati rionali e nei supermercati: pertanto è importante che il pubblico ne faccia richiesta per spingere il mercato a potenziare l’offerta. Preziose virtù: Già osservando il colore di queste carote si intuisce facilmente che, oltre al contenuto di betacarotene, contengono anche elevate quantità di antociani, gli stessi contenuti nei mirtilli, nelle more, nelle more di gelso e così via, dall’elevato potere antiossidante, grazie al quale svolgono una valida attività contro l’invecchiamento dei tessuti. Esercitano inoltre una notevole protezione sulla circolazione capillare utile in caso di cellulite, fragilità capillare ed emorroidi. Gli antociani hanno elevate proprietà antinfiammatorie e antiaggreganti, tanto che un buon consumo di alimenti che ne contengono contribuisce a mantenere nei limiti corretti il livello di colesterolo nel sangue. Questi composti vegetali rientrano nel gruppo dei cosiddetti scavenger (cioè spazzini) dei radicali liberi. Difesa contro il cancro: Secondo uno studio dell’Università del Queensland, pubblicato su Food Chemistry, le carote nere vantano un contenuto di polifenoli tale da costituire una valida protezione contro la degenerazione delle cellule in direzione neoplastica. In particolare i vantaggi si registrano nella prevenzione dei tumori del colon perché in questi ortaggi i polifenoli sono strettamente legati alle fibre della carota e vengono liberati sono nelle ultime fasi della digestione e quindi proprio a livello dell’intestino, ove esercitano appieno la loro azione. Ottime crude, cotte o sotto forma di succo: Se da una parte è ovvio che le carote nere si cucinano in tutti i modi utilizzati per le carote arancioni, è anche vero che, per ottenere il massimo del beneficio, soprattutto in termini di vitamine, sarebbe meglio assumerle crude. Il centrifugato di carote nere (magari associando due carote e una mela) bevuto subito dopo la centrifugazione, offre sicuramente un valido apporto di vitamine (vitamine A e C e vitamine del gruppo B) e di sali minerali (ferro, calcio, potassio e selenio) nonché un tasso di sostanze antiossidanti 12 volte maggiore rispetto a quello delle normali carote. In totale le carote nere non dovrebbero mai mancare nell’alimentazione quotidiana, sia sotto forma di succo sia come verdura cruda o cotta o come componente di torte o sformati dolci. Naturalmente gli antociani contenuti nelle carote nere tendono a tingere le mani e la lingua, proprio come i mirtilli, tanto che il succo di queste carote viene utilizzato anche nell’industria alimentare come colorante naturale per alimenti: per es., viene aggiunto al succo di arance rosse per potenziarne il colore e nel contempo anche i benefici! (Sani e Belli)