Anno VII – Numero 1405
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Martedì 31 Luglio 2018 – S. Ignazio di Loyola
Proverbio di oggi………
E chiacchiere nun jéncheno ‘a panza..
VACANZE 2018
Si ricorda, che ai sensi della legge 183/2011 le certificazioni sono sostituite dalle
“AUTOCERTIFICAZIONIâ€
3. a che cosa è dovuto il
dolore alla scapola?
4. Embolia cerebrale, ictus,
emorragia: i sintomi e cosa
fare per prevenirli
Prevenzione e Salute
5. Ginocchio del corridore,
cos’è e come curarlo?
Meteo Napoli
Martedì 31 Luglio
ï‚· Sereno
Minima: 23° C
Massima: 34 °C
Umidità :
Mattina = 50%
Pomeriggio = 56%
Il Presidente dell’Ordine,
unitamente al Consiglio Direttivo
Augura a tutti Voi di trascorrere un periodo di
SERENE VACANZE
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1405
SCIENZA E SALUTE
A CHE COSA È DOVUTO IL DOLORE ALLA SCAPOLA?
Alla base di solito ci sono contratture muscolari provocate da posture sbagliate o da
traumi, In genere la sofferenza interessa l’area tra la radice
del collo e il dorso, sul lato destro o sinistro.
DISTURBO COMUNE
Il dolore scapolare è un disturbo abbastanza comune che può avere origine
da un processo infiammatorio a livello della scapola stessa o, più di rado, da
altre parti del corpo. In genere interessa l’area tra la radice del collo e il
dorso, sul lato destro o sinistro «La scapola — spiega Giuseppe Sessa, dir.
della Clinica ortopedica all’Università di Catania, è un osso piatto e simmetrico di forma triangolare,
localizzato sulla superficie dorsale del torace. Ha l’importante funzione di supportare i muscoli coinvolti
nei movimenti della spalla. I muscoli che stabiliscono contatti con la scapola sono numerosi e
comprendono: elevatore della scapola, romboidi, tricipiti, trapezio e deltoide».
LE CAUSE
Nella maggior parte dei casi il dolore alla scapola è legato a contratture
muscolari, soprattutto a livello del muscolo elevatore della scapola.Talvolta,
soprattutto negli anziani, il dolore alla scapola può essere causato dall’Herpes
zoster (fuoco di Sant’Antonio). Più di rado il dolore scapolare può essere
secondario a patologie di alcuni organi interni (polmone, cuore, cistifellea, ecc.)
che possono dare irradiazione dolorosa alla scapola (dall’infarto, alla
pericardite). Le fratture della scapola sono rare, quasi sempre esito di forti traumi al torace. Le contratture
possono avere origine da traumi, sollecitazione meccanica eccessiva (esercizi con pesi) o da problematiche
alla colonna cervicale (vizi posturali, ernie discali).
I SINTOMI
In caso di contratture muscolari, in genere il dolore inizia a livello del margine
superiore della scapola e si può estendere al legamento nucale (al centro del collo).
Altri tipici sintomi sono rigidità e fatica a muovere la spalla. In presenza di problemi
alla colonna cervicale, ci può essere l’irradiazione del dolore da dietro in avanti sul
cranio (cefalee muscolotensive). Quando il dolore si irradia al braccio è probabile
che vi sia un coinvolgimento delle radici nervose del rachide cervicale. Il dolore da Herpes zoster è
accompagnato da bruciore, prurito o torpore, solo da un lato lungo il decorso di un nervo spinale.
LA DIAGNOSI
Il primo passo è l’esame obiettivo con un’attenta valutazione dell’area dolente e della storia del paziente
Se si sospettano problematiche al rachide cervicale, potrebbe rivelarsi utile il ricorso a indagini strumentali
(radiografia, risonanza magnetica, ecc). Se il dolore deriva da patologie di altri organi, si ricorre a esami
diversi a seconda della causa sospettata.
LE CURE
Se si avverte un dolore muscolare, imputabile a una contrattura, in fase acuta è utile
ricorrere a impacchi di ghiaccio. Per ridurre l’infiammazione si usano antinfiammatori
non steroidei (Fans), magari associandoli a miorilassanti. Quando i Fans non sono
sufficienti, si può prendere in considerazione il ricorso a cortisonici. Nei casi in cui il
dolore è imputabile a difetti posturali o a ernie cervicali, passata la fase acuta, occorre
agire alla base per evitare che si ripresenti. A scopo preventivo può essere molto utile un approccio
fisioterapico mirato. (Salute, Corriere)
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
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Anno VII – Numero 1405
SCIENZA E SALUTE
EMBOLIA CEREBRALE, ICTUS, EMORRAGIA:
i sintomi e cosa fare per prevenirli
L’embolia cerebrale è l’occlusione di un’arteria del cervello da parte di un embolo
(ovvero un corpo estraneo che può essere un coagulo di sangue, un grumo di grasso o
altro). I sintomi insorgono all’improvviso: perdita di coscienza, caduta, talvolta
convulsioni.
Lo stato di coma può essere di breve durata o prolungarsi per qualche ora. Se la durata dell’ostruzione del
vaso è breve c’è un‘ischemia transitoria, se dura abbastanza da provocare la morte del tessuto si verifica
un ictus ischemico.
L’altro tipo di ictus è quello emorragico (emorragia cerebrale), in cui un vaso si rompe.
L’ictus colpisce oltre 15 milioni di persone all’anno nel mondo, provocando 6,7 milioni di decessi.
Che cos’è l’ictus
L’ictus è un danno cerebrale che si verifica quando l’afflusso di sangue al cervello si
interrompe all’improvviso per l’ostruzione di un’arteria (ictus ischemico) o, più
raramente, per la sua rottura (ictus emorragico).
Senza un intervento immediato (nelle primissime ore dall’attacco) che riporti
ossigeno alla parte colpita, i neuroni iniziano a morire: questo può comportare una
grave disabilità e addirittura la morte. Per prevenire l’ictus bisogna dire addio ad
alcune cattive abitudini come fumo, sedentarietà e alimentazione scorretta.
Con un sano stile di vita, infatti, è possibile ridurre il rischio addirittura fino all’80%, un risultato
impossibile da ottenere con qualsiasi altro intervento di tipo farmacologico o chirurgico.
Ictus ischemico
È la forma di ictus più comune. È provocato da un trombo o un embolo che ostruisce
un’arteria del cervello. Questo trombo può formarsi direttamente in quel vaso
oppure può arrivarci da altri distretti del corpo attraverso il circolo sanguigno.
«L’ictus è dovuto all’interazione di più fattori di rischio - spiega Elio Agostoni,
direttore della Neurologia e Stroke Unit dell’Ospedale Niguarda di Milano -, ma i tre
più importanti sono sicuramente
ï¶ l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia e il diabete.
Facendo regolarmente attività fisica, smettendo di fumare e seguendo un’alimentazione corretta è
possibile agire proprio su questi tre elementi chiave riducendo notevolmente il rischio di incorrere in un
primo ictus, facendo cioè la cosiddetta prevenzione primaria».
Ictus emorragico
È la forma di ictus più rara, ma più pericolosa. Viene scatenato dalla rottura della
parete di un’arteria del cervello, che provoca un’emorragia cerebrale difficile da
bloccare.
Mini-ictus
L’attacco ischemico transitorio (Tia) è un calo temporaneo nell’afflusso di sangue
al cervello, sufficiente a determinare qualche sintomo che regredisce nel giro di
24 ore. È un importante campanello d’allarme per un ictus più importante.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1405
I sintomi
Ecco i sintomi dell’ictus, che possono comparire
all’improvviso:
1) debolezza o intorpidimento di faccia, braccia o gambe,
soprattutto di un lato del corpo;
2) vertigini, difficoltà a camminare, perdita di equilibrio e coordinazione;
3) confusione, difficoltà nel parlare e nel capire;
4) problemi alla vista (a uno o entrambi gli occhi);
5) fortissimo mal di testa senza una causa apparente.
I fattori di rischio
«Molti studi ci dicono che possiamo ridurre il rischio di ictus del
50%, praticando regolarmente un’attività fisica di moderata
intensità : basta una passeggiata a passo spedito (tanto da
coprire un chilometro in dieci minuti) per mezz’ora tutti i giorni.
Così controlliamo i tre fattori di rischio citati prima (ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia e diabete) e,
nelle persone più anziane, riduciamo anche i livelli plasmatici di fattori dell’infiammazione coinvolti
nell’ictus, come la proteina C reattiva e l’interleuchina 6».
La prevenzione: dieta
«Dobbiamo stare attenti a non esagerare con grassi
saturi, sodio e alcol - continua Elio Agostoni -.
Quindi è meglio bere con moderazione, ridurre il
consumo di cibi salati, salumi, formaggi grassi, carne
grassa e anche carne rossa, che va mangiata poco,
soprattutto dopo i 65 anni.
Altri nutrienti che invece hanno una funzione
protettiva sono i grassi polinsaturi omega-3 che
troviamo nel pesce azzurro, le fibre alimentari, utili
contro l’obesità , e i minerali come potassio,
magnesio e calcio. Via libera dunque a frutta e verdura, che contengono anche sostanze antiossidanti
protettive contro tutte le malattie vascolari, e a elementi preziosi in particolare per il cervello come le
vitamine C ed E, il betacarotene, i folati, le vitamine B6 e B12».
Fumo e ipertensione
«Il fumo è da evitare sempre, sia quello attivo sia quello passivo, perché
favorisce la formazione delle placche, che ostruiscono le arterie
provocando l’ictus. Per quanto riguarda la pressione, è opportuno
monitorarla regolarmente, soprattutto se si ha una predisposizione
familiare per l’ipertensione, e mantenerla sotto i 140-90 mm Hg. Se però si hanno altri fattori di rischio
come il diabete, occorre stare entro limiti ancora più bassi, come 130-80 mm Hg».
L’aspirina aiuta?
«Nelle persone che non hanno mai avuto un ictus, l’uso preventivo
dell’acido acetilsalicilico (aspirina) va ben ponderato insieme con il
proprio medico, perché l’assunzione comporta comunque dei rischi. Di
solito si utilizza solo se sono già presenti altri importanti fattori di
rischio per l’ictus, tra cui anche il diabete». (Salute, Corriere)
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Anno VII – Numero 1405
PREVENZIONE E SALUTE
GINOCCHIO DEL CORRIDORE, COS’È E COME CURARLO?
Nel linguaggio scientifico viene chiamata sindrome della bandelletta ileotibiale
ma è maggiormente nota come ginocchio del corridore.
Si tratta di un dolore continuo che colpisce la parte laterale del ginocchio, in particolare durante o dopo
una corsa o una camminata a passo sostenuto.
ï¶ Di cosa si tratta esattamente?
ï¶ Quali sono i trattamenti più indicati?
Ne parliamo con il dottor Stefano Respizzi, direttore del
Dipartimento di Riabilitazione e Recupero funzionale in
Humanitas.
Il dolore innescato dall’infiammazione
La sindrome della bandelletta ileotibiale è un processo
infiammatorio della zona ileotibiale, ovvero l’ultimo tratto
della fascia lata che riveste i muscoli superficiali della coscia.
A provocarlo può essere un attrito meccanico che può essere dovuto a un sovraccarico in presenza di
fattori predisponenti.
Giocano un ruolo fattori di natura anatomica, come
ï¶ il varismo del ginocchio,
ï¶ il varismo della tibia
ï¶ la dismetria degli arti inferiori.
A questi si sommano poi il sovraccarico, la pratica sportiva su terreni duri o irregolari o l’assunzione
di posture improprie nella corsa o nella camminata sportiva.
Sintomi, diagnosi e terapie possibili
Il “ginocchio del corridore†viene inizialmente avvertito come una sensazione di rigidità , in particolare
nella zona laterale esterna.
Chi ne soffre avverte dolore al ginocchio quando flette o estende l’articolazione. A volte il dolore è tale da
impedire la prosecuzione dell’attività sportiva e tende a regredire con il riposo.
In presenza di questi sintomi è bene rivolgersi da uno specialista che valuterà la flessibilità e la forza
muscolari, l’anatomia degli arti inferiori, la camminata del paziente e la localizzazione del dolore, anche
mediante specifici test.
Eventuali esami strumentali (ecografia, radiografia) possono essere utili laddove sia necessaria una
diagnosi differenziale con altre patologie dalla sintomatologia simile.
Una volta individuato il problema l’approccio terapeutico è molteplice. In generale si si inizia con
trattamenti di tipo conservativo fra cui la crioterapia, le infiltrazioni, la laserterapia e le onde d’urto, da
abbinare ad esercizi di stretching della fascia lata e della bandelletta ileotibiale e l’adozione di plantari
sportivi personalizzati, da inserire all’interno delle scarpe durante la pratica sportiva.
I plantari infatti ammortizzano le sollecitazioni cui è sottoposto il ginocchio e rimettono in equilibrio la
postura, consentendo in genere il ritorno alla pratica sportiva. In alcuni casi, più rari, è necessario invece
ricorrere all’intervento chirurgico. (Salute, Humanitas)
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Anno VII – Numero 1405
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
Progetto “Una Visita per Tutti†:
all’insegna della Prevenzione
Di seguito alcune immagini relative all’ultimo evento di Napoli – Via Gianturco.
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Progetto “Una Visita per Tutti†:
all’insegna della Prevenzione
Di seguito alcune immagini relative all’ultimo evento a Procida – Via Roma.
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Anno VII – Numero 1405
Progetto “Un FARMACO per TUTTI†E
“UNA VISITA PER TUTTIâ€:
I farmacisti in aiuto dei bisognosi. Da Italia Oggi Ediz. del 26 Luglio 2018.
PAGINA 8
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Anno VII – Numero 1405
Progetto “Un FARMACO per TUTTIâ€:
FARMACI DONATI ARRIVATI IN BURKINA FASO
I farmaci donati alle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato di Mugnano
sono stati spediti in una Missione in Burkina Faso.
i farmaci raccolti attraverso il progetto sono arrivati, mediante un container, a
destinazione nella diocesi di Tenkodogo.
Le suore della Congregazione delle “Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentatoâ€
operano in questa missione fornendo aiuto alla popolazione distribuendo farmaci
e dispositivi medici alle scuole, ai villaggi e all’Ospedale di Tenkodogo.
Di seguito alcune foto ne documentano l’arrivo.
Arrivo dei farmaci
in Burkina Faso
Partenza dei Farmaci per il Burkina Faso
Distribuzione dei farmaci
in Burkina Faso