Anno VII – Numero 1408
Mercoledì 5 Settembre 2018 – S. Vittorino
AVVISO
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1. ORDINE:
Progetto “Un
Farmaco per tutti†“Una Visita
per Tuttiâ€
2. Ordine: eventi Settembre
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
3. Colesterolo
“buonoâ€,
quando è troppo fa male
Prevenzione e Salute
4. La sindrome dell’ovaio
policistico:
una cura personalizzata
5. La Lingua Biforcuta è la
nuova moda, ma i medici
avvertono: “È pericolosoâ€
6. Come
mantenere
i
benefici delle vacanze al
rientro
7. Lo sai che troppo acido
urico fa venire la gotta?
Meteo Napoli
Mercoledì 5 Settembre
ï‚· Sereno
Minima: 19° C
Massima: 27 °C
Umidità :
Mattina = 50%
Pomeriggio = 56%
Chi fatica magna chi nun fatica magna e beve.
Troppa confidenza porta alla maleducazione.
La LINGUA BIFORCUTA è la nuova moda,
ma i medici avvertono: “È pericolosoâ€
Tendenza in crescita tra gli appassionati di tatuaggi e body piercing.
Allarme dei dentisti e chirurghi inglesi: può causare danni
neurologici e problemi di respirazione
Una nuova “moda†pericolosa per la salute
(oltre che un poco “estremaâ€) pare essere
quella della divisione della lingua. Sì, avere
la lingua biforcuta è qualcosa che si può
ottenere chirurgicamente ma che è
fortemente dannoso.
I NUMEROSI RISCHI
L’allarme arriva dalla Gran Bretagna con una dichiarazione congiunta emessa
dalla Facoltà di chirurgia dentale e dal Royal College di Chirurgia.
I pericoli più rilevanti, dichiarano i medici, riguardano possibili emorragie,
infezioni, danni neurologici e problemi futuri di respirazione o deglutizione.
Dicono anche che può causare fenditure ai denti e ferite dolorose alle gengive.
La dichiarazione congiunta
«Nessun chirurgo rispettabile intraprenderebbe quest’operazione poiché
comporta alti rischi, sia al momento della procedura, sia a lungo termine.
Non ci sono ragioni mediche per farlo. I pazienti sottoposti a intervento
chirurgico per ragioni estetiche devono sottoporsi a un’attenta valutazione
preparatoria, spesso comprendente una valutazione psicologica, ma gli
operatori che praticano la scissione della lingua non hanno la formazione e le
competenze richieste per tali valutazioni e mettono i loro clienti a serio
rischio». Esiste anche un problema medico legale.
La moda e il trend
Il primo caso registrato di divisione della lingua risale al 1996, quando Dustin
Allor, un body piercer di 19 anni statunitense, lo eseguì su se stesso. Da allora,
è diventato sempre più popolare tra i fan del tatuaggio in tutto il mondo.
Secondo resoconti aneddotici, il desiderio è quello di apparire
“soprannaturali†e appartenenti a un altro mondo. (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1408
SCIENZA E SALUTE
COLESTEROLO “BUONOâ€, QUANDO È TROPPO FA MALE
Buono, ma solo se entro certi limiti. È il colesterolo HDL, alleato della salute, che però,
quando è troppo elevato, potrebbe rivelarsi un boomerang.
Livelli molto alti di colesterolo “buono†sono stati infatti associati a un maggior rischio di infarto e
mortalità da diversi studi, ultimo dei quali una ricerca presentata al congresso 2018 della European
Society of Cardiology.
“Potrebbe essere il momento di cambiare il modo in cui si guarda al colesterolo HDL.
Tradizionalmente i medici dicono ai loro pazienti che il colesterolo “buono†più alto è e meglio è.
Tuttavia i risultati di questo e altri studi suggeriscono che potrebbe non essere più cosìâ€.
LDL e HDL
Sono due le sigle che identificano il colesterolo, un composto prodotto sia dall'organismo che assunto
con l'alimentazione.
 LDL, ovvero le lipoproteine a bassa densità che trasportano il colesterolo nel sangue, quello
nocivo quando in eccesso,
 HDL, le lipoproteine ad alta densità , che invece lo rimuovono e lo trasportano al fegato.
Se il primo è un tipo di colesterolo “cattivoâ€, il secondo è invece “buono†proprio perché aiuta a smaltire
il colesterolo potenzialmente dannoso per la salute di cuore e vasi.
Se dunque è vero che chi presenta bassi livelli di HDL è a maggior rischio di malattia cardiovascolare,
non è chiaro invece cosa succede in caso di alti livelli di colesterolo “buonoâ€:
 il suo effetto protettivo si mantiene?
HDL in eccesso: Lo studio ha approfondito la relazione tra i livelli di HDL e
il rischio di infarto e mortalità analizzando i dati di poco meno di 6000
partecipanti, molti dei quali con malattia cardiaca, con un'età media di 63
anni. Più di un terzo della popolazione era di sesso femminile. I partecipanti
sono stati divisi in 5 gruppi secondo il loro livello di colesterolo HDL:
1. meno di 30 mg/dl
2. compreso fra 31 e 40 mg/dl
3. fra 41 e 50 mg/dl
4. compreso fra 51 e 60 mg/dl
5. maggiore di 60 mg/dl.
Risultati dello Studio: In un follow-up di 4 anni,
ï¶ il 13% dei partecipanti è stato colpito da infarto o è deceduto sempre per cause cardiovascolari.
Dall'analisi è emerso che
ï¶ il terzo e quarto gruppo aveva un rischio di mortalità e di infarto più basso, quindi sotto i 41 e
sopra i 60 mg/dl di colesterolo HDL, ossia a livelli molto alti.
ï¶ Il rischio era addirittura maggiore di quasi il 50% sopra i 60 mg/dl rispetto a quello associato a
questo intervallo intermedio.
La correlazione è risultata valida dopo aver corretto i dati dall'effetto di altri fattori di rischio per il cuore,
come il fumo di sigaretta o il diabete, e di altri fattori associati ad alti valori di HDL, es. assunzione di alcol
Lo studio consolida i risultati di altri lavori di ricerca tra cui uno pubblicato nel 2017 su European Heart
Journal che ha associato valori elevatissimi di HDL a un maggior rischio di mortalità generale.
Il motivo di questa associazione non è tuttavia ancora chiaro:
“Una possibile spiegazione è che i livelli estremamente alti di HDL possono rappresentare un tipo
di colesterolo disfunzionale che può promuovere piuttosto che proteggere dalle malattie
cardiovascolariâ€. (Salute, Sole 24Ore)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1408
PREVENZIONE E SALUTE
COME MANTENERE i BENEFICI delle VACANZE al
RIENTRO
Riprendere con gradualità la routine, possibilmente dedicando una mezz'ora al giorno a un
hobby, uno sport o un'abitudine che possa richiamare alla mente le attività svolte durante
la vacanza. Senza dimenticare riposo e qualche sfizio.
L'ESTATE è per molti una ricarica di benessere, grazie al relax e alle nuove
esperienze vissute durante le vacanze. Recupero delle energie,
buonumore, nuove idee, sono solo alcuni dei benefici conquistati durante
la pausa, che consentono di affrontare al meglio il nuovo anno.
Ma una volta finita la pausa, come conservare più a lungo possibile
questo bagaglio positivo? Ecco alcuni consigli per non farsi travolgere dallo stress quotidiano del rientro
e difendere la salute del corpo e della mente.
ï¶ GRADUALITÀ
L'essere umano possiede un'ampia capacità di adattamento ai cambiamenti. Tuttavia, variazioni
repentine, anche nelle abitudini giornaliere, possono generare malessere psico-fisico.
“Per questo il primo passo per mantenere i benefici della vacanza è combattere lo stress da rientro,
arginando quanto più possibile sollecitazioni negative legate alla rapida ripresa incombenze abitualiâ€, “in
modo che lo stacco dalle vacanze non sia troppo bruscoâ€.
ï¶ SONNO, ALIMENTAZIONE E PROGETTUALITÀ
Gli elementi di attenzione sono tre:
ï¶ i ritmi di vita, l'alimentazione e la progettualità .
Per ridurre lo stress si deve partire dal momento del ritorno dalle località di villeggiatura.
“Sarebbe opportuno ritornare in città almeno un paio di giorni prima della ripresa lavorativa o
scolasticaâ€.
Per riambientarsi, inoltre, è bene dormire lo stesso numero di ore come avveniva durante la vacanza.
Anche l'alimentazione gioca un ruolo importante.
“In estate, soprattutto se si viaggia, si è soliti mangiare cibi nuovi o diversi – ad es. si consuma più spesso
il pesce o ricette locali.
Quando si rientra inserire nella propria dieta piatti consumati in vacanza può essere una scelta valida e
gustosa per mantenere in forma l'organismo e non cambiare troppo radicalmente l'alimentazioneâ€.
Ma quando si è fuori si pensa anche in modo diverso. “Ciò che cambia al rientro, è la progettualità dello
spazio mentale', cioè il modo di approcciarsi alla realtà e programmare le azioni nel tempo e nello
spazio.
In vacanza il pensiero è incentrato sull'immediato e volto all'organizzazione o al godimento di attivitÃ
ludiche o di relax. Mentre quando si torna la mente è orientata verso i doveri del nuovo annoâ€.
Nel periodo di riadattamento (ma anche dopo, se possibile) è bene ritagliare spazi per attività ricreative
che possano richiamare alla mente quelle svolte durante la vacanza.
“Se si è stati a contatto con la natura un'idea può essere quella di scegliere passeggiate all'aria aperta,
mentre per chi ha goduto del mare recarsi al lago, al fiume o in località marine vicino alla propria città â€.
“L'ideale sarebbe quello di dedicare a queste o altre attività ricreative circa una mezz'ora al giornoâ€.
Inoltre, riascoltare le canzoni che hanno caratterizzato la nostra estate e portare sul luogo di lavoro un
oggetto o un souvenir della vacanza favorisce un distacco più lieve.
ï¶ PROTRARRE IL BENESSERE
L'entità e la durata dei benefici associati alle ferie sono temi discussi dalla scienza.
Uno studio su Translational Psychiatry mostra che la vacanza ha un effetto positivo immediato contro lo
stress e a sostegno del sistema immunitario, comportando fra l'altro miglioramenti a breve termine sul
benessere, misurato in termini di vitalità e bassi livelli di stress.â€. (Salute, La Repubblica)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1408
PREVENZIONE E SALUTE
Lo sai che troppo ACIDO URICO fa venire la GOTTA?
Un’alta concentrazione di acido urico nel corpo può causare la gotta.
Questa patologia antica, caratterizzata da attacchi ricorrenti di artrite acuta con dolore, arrossamento e
gonfiore generalmente di una articolazione delle mani o dei piedi, è provocata dal deposito di cristalli di
acido urico.
L’articolazione più frequentemente colpita, in
circa il 50% dei casi, è la metatarso-falangea del
primo dito del piede, da cui il nome di podagra.
L’acido urico può inoltre depositarsi nei tendini e
nei tessuti circostanti, generando i cosiddetti
tofi, anche a livello renale, inducendo la
comparsa di nefropatia gottosa.
Il ruolo di purine e acido urico
Quanto contano il cibo e la dieta nel trattamento
della gotta?
Secondo gli specialisti, hanno un ruolo rilevante.
La maggior parte dell’acido urico presente nel nostro corpo (circa i due terzi) è prodotto internamente. Il
resto arriva invece dagli alimenti che ingeriamo nella dieta, spesso sotto forma di purine.
Queste molecole, presenti in tutte le sostanze animali e vegetali, vengono convertite dal corpo in acido
urico ed eliminate attraverso le urine.
Quando questo acido non viene eliminato attraverso i reni può accumularsi nel sangue e depositarsi
sotto forma di cristalli a forma di ago nelle articolazioni.
Questi cristalli causano la grave infiammazione e il dolore intenso che si può avvertire con un attacco di
gotta.
Il giusto binomio, farmaci e dieta
Per tenere a bada i sintomi della gotta è necessario giocare su un doppio fronte: da un lato
assumere farmaci che riducono i livelli di acido urico nel sangue, dall’altro osservare un regime
alimentare che riduca il consumo di cibi che contengono un alto contenuto di purine.
Quali sono le cause della gotta?
Le cause della gotta, in generale, non derivano esclusivamente dall’alimentazione.
Si tratta di un falso mito che ruota attorno alla lunga storia di questa malattia.
La gotta è una malattia metabolica con origini genetiche primarie.
Alcune persone sono predisposte ad avere livelli di acido urico più elevati e una minore capacità di
eliminare l’acido urico. Gli afroamericani, per esempio, sono più inclini alla gotta rispetto ai bianchi.
Il rischio di sviluppare la malattia aumenta con l’età .
Anche il sesso è di grande importanza: gli uomini più giovani hanno quattro volte più probabilità di
sviluppare la gotta rispetto alle donne che sono invece protette fino alla menopausa e dopo i 65 anni gli
uomini hanno una probabilità tre volte maggiore di sviluppare la gotta rispetto alle donne.
Essere in sovrappeso, in ogni caso, è un grande fattore di rischio per lo sviluppo di gotta e sindrome
metabolica dal momento che la combinazione di alta pressione sanguigna, colesterolo alto, glicemia alta
e obesità è legata allo sviluppo di questa patologia.
Anche se una dieta a basso contenuto di purine da sola non può essere sufficiente a prevenire la gotta,
mangiare bene e raggiungere un peso sano diminuirà il rischio complessivo di gotta e le complicanze
della sindrome metabolica. (Salute, Humanitas)
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Anno VII – Numero 1408
PREVENZIONE E SALUTE
LA SINDROME DELL’OVAIO POLICISTICO:
UNA CURA PERSONALIZZATA
La Sindrome dell’Ovaio Policisticoè il disturbo ormonale più frequente fra le donne.
Si stima, infatti, che circa il 5-10% della popolazione femminile in età fertile ne soffra in varia misura. I
consigli del dottor Gabriele Siesto, ginecologo di Humanitas Mater Domini e Humanitas Medical Care
Arese.
CHE COS’È L’OVAIO POLICISTICO?
Nelle donne affette da questa patologia, il sistema endocrino
ha difficoltà nell’individuare a livello ovarico il “follicolo
dominanteâ€, che normalmente regola il ciclo mestruale.
L’ovaio, che lavora più lentamente, assume un particolare
aspetto dovuto a numerose cisti follicolari (da cui il nome
policistico o micro-policistico), rendendolo facilmente
riconoscibile tramite ecografia. Questa anomalia è
uno sbilanciamento ormonale a favore della parte
androgenica (ormoni mascolinizzanti).
QUALI SONO I SINTOMI?
I sintomi più comuni, che si possono presentare da soli o in combinazione, sono: l’irregolarità mestruale,
che può portare a infertilità , e l’aumento degli ormoni maschili (iperandrogenismo), con conseguente
irsutismo (crescita di peli superflui), acne e alopecia (perdita di capelli).
A questi disturbi spesso si associano il sovrappeso, l’obesità e l’insulino-resistenza, condizione che può
predisporre al diabete in età adulta.
LE CAUSE?
“Le cause di questo disturbo non sono note. I motivi potrebbero essere genetici, infiammatori,
ambientali, ma molto probabilmente si tratta di una sommatoria di tutti questi fattoriâ€, spiega il
ginecologo.
COME SI PIÒ CURARE L’OVAIO POLICISTICO?
Per curare la Sindrome dell’Ovaio Policistico bisogna considerare diverse variabili tra cui: l’età della
donna, l’entità dei sintomi (si passa da casi eclatanti a condizioni più leggere) e l’eventuale ricerca di una
gravidanza.
“Nel tempo si è visto come il supporto di vari specialisti (endocrinologo, diabetologo, dermatologo,
nutrizionista) potesse essere utile per curare questa sindrome.
Un approccio integrato multidisciplinare può, infatti, rappresentare la risposta più efficace
per personalizzare la terapia per ogni paziente.
I disturbi possono variare molto da donna a donna e ogni paziente avrà obiettivi diversi a seconda delle
fasi della propria vitaâ€, afferma il dottor Siesto.
“Per questo, oltre alla terapia ormonale per via orale, il ginecologo, insieme agli altri specialisti, può
ricorrere a una serie di altri rimedi, come gli ipoglicemizzanti orali, l’utilizzo di prodotti a base di inositolo
o di particolari probiotici e supporti nutrizionali mirati al controllo del peso.â€
Pertanto, esistono molte opzioni di trattamento:
 è necessario, però, decidere insieme al ginecologo di riferimento quale risponda meglio
alle proprie esigenze.
(Salute, Humanitas)
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Anno VII – Numero 1408
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
Progetto “Una Visita per Tutti†:
GLI EVENTI DEL MESE DI SETTEMBRE
Di seguito l’elenco degli eventi previsti per il mese di Settembre
Progetto “Una Visita per Tuttiâ€
Mese di
Settembre
dedicato
alla prevenzione
dell’Insufficienza
Venosa
Venerdì 07 Settembre
(dalle 10.00 alle 18.00)
Venerdì 14 Settembre
(dalle 10.00 alle 18.00)
Giovedì 20 Settembre
(dalle 10.00 alle 18.30)
Sabato 22 Settembre
(dalle 10.00 alle 18.30)
Martedì 25 Settembre
(dalle 10.00 alle 18.30)
FORIO - Ischia (NA); Via Francesco Regine, n. 61
AGEROLA (NA); Via Armando Diaz, n. 20
ARZANO (NA): Via Luigi Rocco, n. 115
LACCO AMENO - Ischia (NA); Piazza Santa Restituta, n. 5
MELITO di Napoli (NA); Via Madonelle, n. 4
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