Anno VII – Numero 1409
AVVISO
Ordine
1. ORDINE:
Progetto “Un
Farmaco per tutti†“Una Visita
per Tuttiâ€
2. Ordine: eventi Settembre
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
3. La Vitamina D protegge
dal TUMORE al Seno?
4. Perché le diete con pochi
carboidrati fanno male
(con un’eccezione)
5. la sindrome di Poland:
Cause e terapie
Prevenzione e Salute
6. Passeggiate e corsa, perché
in estate si gonfiano le
mani?
7. Lo sapevi che i semi delle
mele contengono Cianuro?
Giovedì 6 Settembre 2018 – S. Petronio, Umberto
Proverbio di oggi………
‘ A lengua nun tène osse, ma rompe l’osse
Troppa confidenza
porta alla
maleducazione.
PASSEGGIATE
E CORSA,
PERCHÉ
IN ESTATE
SI GONFIANO LE MANI?
Non solo gambe e piedi. In estate, per via del caldo, in particolari
situazioni possono gonfiarsi anche le mani. Perché succede?
E cosa fare per evitare questo piccolo fastidio? Ne
parliamo con la dott.ssa Maria Grazia Bordoni,
Responsabile di Chirurgia vascolare di Humanitas.
Una lunga passeggiata in città , al mare o un’escursione
lungo i sentieri di montagna sono le cornici in cui il
gonfiore delle mani può manifestarsi.
Passo dopo passo, con le braccia lungo i fianchi, si
potrebbe avvertire una sensazione di “pesantezza†alle mani e accorgersi,
appunto, che palmo e dita sono un po’ più gonfi del normale:
«La posizione delle braccia lungo il corpo e il movimento di oscillazione che
accompagna la camminata – accentuano l’effetto della forza di gravità lungo il
nostro arto e favoriscono un accumulo di liquidi alla mano».
«In genere – continua – bastano leggeri movimenti verso l’alto e di apertura e
chiusura delle dita per sentire un netto miglioramento e far sparire quel
fastidioso senso di “pesantezzaâ€Â».
Contro il gonfiore rinfrescarsi le mani
Meteo Napoli
Giovedì 6 Settembre
ï‚· Sereno
Minima: 19° C
Massima: 28 °C
Umidità :
Mattina = 50%
Pomeriggio = 56%
Un altro momento in cui si potrà avere prova di questo fisiologico
cambiamento alle estremità delle braccia è quando si fa attività fisica, ad
esempio si cammina a passo svelto o si corre su un tapis roulant o si
fa jogging quando fuori fa caldo. Il principio è lo stesso o con l’attività fisica
cambia qualcosa? «Il caldo accentua il disturbo perché si associa una
vasodilatazione superiore alla norma, che pur essendo fisiologica, può dare
come conseguenza gonfiore, edema, della dita o di tutta la mano».
Anche in questo caso qualche piccolo accorgimento può scongiurare il
gonfiore delle mani: «Come nel caso precedente, muovere le braccia verso
l’alto, aprire e chiudere le dita e rinfrescare la mano con acqua fresca aiuta a
togliere i sintomi. (Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1409
SCIENZA E SALUTE
La Vitamina D protegge dal TUMORE al Seno?
La vitamina D sembrerebbe potere aiutare nella prevenzione del tumore al seno.
Questo dato lo suggerisce uno studio pubblicato recentemente sulla
rivista Plos One.
Ne abbiamo parlato con il dr Andrea Sagona, Aiuto presso la Breast
Unit di Humanitas Cancer Center.
Lo studio dell’Università di San Diego
Lo studio ha coinvolto due campioni di donne rispettivamente di
3.325 e 1.713 pazienti, di età media pari a 55 anni, tutte sane all’inizio
dello studio e monitorate per una media di 4 anni. Nel corso del periodo di osservazione sono stati
diagnosticati 77 casi di tumore al seno.
Gli esperti avevano misurato i livelli di vitamina D nel sangue delle partecipanti all’inizio dello studio. È
emerso che coloro che presentavano concentrazioni di vitamina D pari o superiori a 60 nanogrammi per
millimetro di sangue avevano un quinto del rischio di ammalarsi di tumore rispetto alle donne che
avevano concentrazioni di vitamina D inferiori a 20 nanogrammi/millilitro. A concentrazioni crescenti di
vitamina D, il rischio di tumore si riduceva progressivamente.
Le ipotesi in gioco
Sebbene questi dati non siano sufficienti per dimostrare una relazione certa di causa-effetto tra carenza
di vitamina D e rischio di cancro alla mammella, sembrerebbero indicare comunque un legame tra livelli
di vitamina D e prevenzione dei tumori. Ulteriori ricerche sono necessarie per definire meglio questa
associazione. E’ solo di alcuni giorni fa, ad esempio, la notizia che concentrazioni elevate di questa
vitamina si potrebbero associare a rischio ridotto di cancro del colon.
Cos’è la vitamina D e a cosa serve
Si tratta di una vitamina liposolubile che aiuta anche a mantenere sotto controllo i livelli di calcio e di
fosforo presenti nel sangue. Il fegato perciò è in grado di accumularla e per questo non occorre
introdurla regolarmente con la propria dieta alimentare( se non in situazioni carenziali), visto che
all’occorrenza il nostro organismo ha la capacità di rilasciarla nelle quantità richieste. La vitamina D
esiste in due forme: l’ergocalciferolo, che si assume attraverso gli alimenti, e il colecalciferolo, che viene
invece sintetizzato dal corpo, sfruttando l’assorbimento dei raggi solari effettuato dalla pelle. Questa
vitamina agisce come un regolatore del metabolismo del calcio e proprio per questa ragione è implicata
nella calcificazione delle ossa.
Qual è il fabbisogno giornaliero di vitamina D?
Il fabbisogno quotidiano di vitamina D cambia in base all’età del soggetto.
I bambini e gli adulti fino a 50 anni di età ne dovrebbero assumere almeno 200 unità al giorno, mentre
gli adulti tra i 51 e i 70 anni ne dovrebbero assumere 400 unità al giorno.
Agli anziani di oltre 70 anni se ne raccomandano 600 unità giornaliere.
La carenza di vitamina D ha degli effetti deleteri sulla calcificazione delle ossa, causando dei disturbi
quali il rachitismo nei bambini e deformazioni delle ossa di vario genere, fino
alla osteomalacia (“debolezza osseaâ€), che si manifesta quando la parte esterna della struttura ossea è
ancora integra, sebbene al loro interno sia presente una concentrazione di minerale difettosa, che rende
appunto le ossa meno solide.
Una carenza di vitamina D inoltre fa diventare i denti meno resistenti e più soggetti alla carie.
L’eccesso invece può causare una calcificazione generale che interessa diversi organi, causando anche
vomito, diarrea e spasmi muscolari. (Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1409
PREVENZIONE E SALUTE
Lo sapevi che i semi delle mele contengono CIANURO?
Non sempre il “non buttare via niente†è una saggia regola da seguire a tavola.
Quando si tratta di frutta, ad es., è bene sapere che :
i semi di molte varietà contengono al loro
interno piccole quantità di CIANURO
In particolare, sono tossici quelli delle mele.
La dott.ssa E. Macorsini, biologa nutrizionista di Humanitas, spiega perché non vanno mai ingeriti.
I semi del “frutto proibito†vanno evitati
È molto IMPROBABILE riuscire ad avvelenarsi con una mela, ma è bene sapere che i semi del cosiddetto
“frutto proibito†contengono un composto chiamato AMIGDALINA, una molecola a base di cianuro e
zucchero. Se il seme viene masticato e rotto, gli enzimi umani entrano in contatto con l’amigdalina e con
la parte zuccherina della molecola, esponendo lo stomaco al velenoso acido cianidrico.
La tossicità del cianuro
La tossicità da cianuro è sperimentata dall’uomo a dosi di circa 0,5-3,5 mg per Kg di peso corporeo.
I sintomi dell’avvelenamento da cianuro includono crampi allo stomaco, mal di testa, nausea e vomito
e, quando l’intossicazione è grave, possono culminare in arresto cardiaco, insufficienza respiratoria,
coma e morte. Per gli esseri umani si considera fatale una dose che va dai 1,5 milligrammi per Kg di peso
corporeo in su:
ï¶ un seme di mela pesa circa 0,7 g.
Poiché non tutta questa massa verrebbe convertita in cianuro di idrogeno (alcuni di essi costituiranno la
parte zuccherina delle molecole che vengono scisse), è evidente che per avvelenarsi sarebbe necessario
ingerire un numero enorme di semi di mela.
Ciò nonostante è meglio separare il frutto dalla sua semenza, che non va masticata né ingerita.
Le altre semenze potenzialmente dannose
“I semi delle ciliegie, il così detto nocciolo, contiene acido cianidrico, un potente veleno largamente
presente nel regno vegetale che ostacola il trasporto dell’ossigeno da parte del sangue.
L’acido si libera solo se si danneggia il nocciolo con i denti o se lo si ingerisceâ€.
“Anche il nocciolo della pesca racchiude un glicoside: l’amigdalina.
Questo glucoside è cianogenico, ovvero capace di liberare acido cianidrico nel nostro organismo.
L’amigdalina è contenuta, oltre che nei noccioli delle pesche, delle albicocche, delle prugne e ciliegieâ€.
L’organismo umano ne può eliminare modeste quantità attraverso i processi metabolici.
Ogni nocciolo contiene ca. 0.5 mg di cianuro. Solitamente il nocciolo della frutta non viene ingerito.
Il problema sussiste nel momento in cui – quando il frutto è troppo maturo – il nocciolo si schiude
consentendo quindi all’amigdalina di uscire.
Occorre dunque prestare un po’ di attenzione alla frutta che si ingerisce.
“Erroneamente alcuni pensano che i noccioli di frutta possano avere effetti addirittura miracolosi.
Non esiste tuttavia supporto scientifico a questa teoria. I sintomi da intossicazione derivanti
dall’assunzione di questi noccioli sono abbastanza comuni. Per questo difficili da individuare. Consistono
in nausea, vomito, emicrania, palpitazioni. Occorre fare attenzione per capire che sono legati a questo
problema. Un tempo anche il pomodoro veniva ritenuto velenoso per l’elevata quantità di solanina, una
sostanza a bassa tossicità che la pianta produce come naturale pesticida. Elevate quantitÃ
di solanina sono contenute in fusto e foglie dei pomodori che vanno scartatiâ€.(Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1409
PREVENZIONE E SALUTE
Perché le diete con pochi carboidrati fanno male
(con un’eccezione)
Uno studio presentato durante l’ultimo congresso dell’European Society of Cardiology
conferma: eliminare o ridurre troppo i carboidrati fa male e le diete low-carb sono da
considerarsi poco sicure e non raccomandabili. Gli esperti spiegano perché.
Uno studio per capire
La ricerca è stata avviata per cercare di fare chiarezza su un tema ancora poco
chiaro, benché molto di moda: le diete low-carb che abbondano in proteine e
grassi sono infatti sempre più consigliate per una perdita rapida del peso ma
come spiega Maciej Banach dell’Università polacca di Lodz, che ha coordinato
l’indagine, «la sicurezza a lungo termine di questi regimi alimentari così
drastici non è ben definita e diverse ricerche hanno prodotto risultati contrastanti sul rischio di malattie
cardiovascolari, tumori e mortalità ».
Dati da migliaia di persone
Per arrivare a una conclusione abbastanza certa, Banach ha analizzato i dati
raccolti su quasi 25mila persone fra il 1999 e il 2010, mettendo in
correlazione il tipo di alimentazione seguita e la probabilità di infarti, ictus,
cancro e mortalità per tutte le cause nell’arco di circa sei anni.
Il risultato è stato quindi confrontato con la metanalisi di sette ulteriori studi
che hanno coinvolto complessivamente quasi 450mila persone, seguite in media oltre 15 anni.
Tagliare i carboidrati fa male
La prima indagine ha provato come chi ha un introito di carboidrati molto
basso abbia un aumento della mortalità del 32% rispetto a chi ne mangia
una quantità più elevata;
ï¶ il pericolo di tumori sale del 35 %,
ï¶ quello di ictus e infarti di circa il 50%.
Il secondo studio, su numeri ancora più grandi e con soggetti seguiti ancora
più a lungo, mostra che il rischio di tumori, malattie cardiovascolari o morte
sale dell’8-15% se si tagliano troppo i carboidrati. La correlazione è
particolarmente forte in chi non è obeso, stando ai ricercatori.
Squilibrio nella dieta
Perché mangiare pochi carboidrati è così deleterio?
il motivo è tutto nello squilibrio che si viene a creare nell’alimentazione:
tagliando i carboidrati la bilancia alimentare pende tutta dalla parte delle
proteine e come sempre gli eccessi, in qualunque verso siano, sono deleteri.
«Chi mangia pochi carboidrati spesso esagera con le proteine animali,
introducendo con queste anche troppi grassi saturi e colesterolo. Se a tutto ciò si associa anche uno
scarso consumo di frutta e delle fibre di cui questa è ricca, si possono avere carenze in minerali, vitamine
e altre sostanze che potrebbero avere un ruolo nel proteggere dalle malattie».
Utile nel breve termine
«Le diete low-carb possono tuttavia essere utili nel breve termine come strumento per perdere
velocemente peso, ridurre la pressione e migliorare il controllo glicemico. Vanno però seguite per poco
tempo, dietro consiglio del medico: protrarle a lungo è deleterio e deve essere evitato». ( Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1409
PREVENZIONE E SALUTE
ASIMMETRICO O IRREGOLARE: LE ANOMALIE DEL SENO
Dalla politelia al capezzolo introflesso, dalla mammella tuberosa alla sindrome di
Poland: ecco quali sono i problemi, di varia entità , che possono modificare l'aspetto
della mammella.
LA SINDROME DI POLAND: Cause e terapie
La malformazione consiste nell'assenza dei muscoli pettorali e nello scarso sviluppo
(o assenza) delle ghiandole mammarie
La sindrome di Poland, dal nome del chirurgo inglese Alfred Poland
che la descrisse nel 1841, è una delle anomalie del seno più gravi e
più rare. In media ne soffre circa una donna su 7-10mila.
In base alla descrizione dello stesso Poland, l'anomalia consiste
nell'assenza dei muscoli pettorali, nello scarso sviluppo (o assenza)
delle ghiandole mammarie, in malformazioni delle scapole e delle
dita delle mani. Accanto a questa forma ne esistono altre, parziali, in
cui il problema può essere limitato a una sola mammella.
CAUSE. Si tratta di una malformazione presente dalla nascita, che si manifesta durante l'età puberale
attraverso il mancato sviluppo della mammella.
Ancora oggi non si conosce con certezza la causa della sindrome, anche se si suppone possa trattarsi di
un'anomalia della vascolarizzazione embrionale, con interruzione dell'arteria succlavia, che causerebbe
una insufficienza di afflusso nella zona pettorale, con conseguenti malformazioni.
I motivi dell'interruzione non sono noti, potrebbero derivare da esposizione a fumo, farmaci, traumi
oppure da fattori genetici. In ogni caso, raramente la sindrome è presente in più di un membro della
stessa famiglia, il che farebbe escludere l'origine ereditaria.
TRATTAMENTI. Se manca solo la ghiandola, si procede a una mastoplastica additiva, che consente di
dare al seno il volume mancante.
Se invece la malformazione riguarda anche la muscolatura, si rimedia utilizzando un lembo del muscolo
gran dorsale, la cui sede naturale è la metà superiore laterale della schiena:
 nei casi in cui il seno da ricostruire sia di piccole dimensioni, l'intervento consiste nel fare ruotare
il gran dorsale sul davanti; nei casi in cui si debba ottenere un volume maggiore, si ricorre invece
al contestuale inserimento di protesi al silicone.
Per quanto riguarda la convalescenza, durante i primi 3-4 giorni c'è bisogno di assistenza; poi avviene un
recupero graduale, che si completa in 10-15 giorni.
I punti, se non riassorbibili, si rimuovono dopo 10-12 giorni.
Sulla schiena resta solo una cicatrice trasversale, senza danni funzionali.
I risultati estetici sono stabili nel tempo, in quanto il seno ricostruito invecchia in tempi molto simili
rispetto all'altro. In seguito all'intervento non è possibile allattare.
L'operazione è gratuita, in quanto a carico del SSN. Occorre, innanzitutto, fare una visita dal medico di
base che, constatato il problema, prescriverà una visita specialistica dal chirurgo plastico.
Sarà quest'ultimo a programmare, nell'ambito dell'attività ospedaliera, l'intervento.
Nei casi in cui le condizioni anatomiche lo consentano, la ricostruzione può avvenire utilizzando il
grasso autologo, che viene prelevato dalle sedi in cui è naturalmente presente e trasferito nella
mammella, per creare i volumi che mancano. (OK, Salute e Benessere)
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Anno VII – Numero 1409
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
Progetto “Una Visita per Tutti†:
GLI EVENTI DEL MESE DI SETTEMBRE
Di seguito l’elenco degli eventi previsti per il mese di Settembre
Progetto “Una Visita per Tuttiâ€
Mese di
Settembre
dedicato
alla prevenzione
dell’Insufficienza
Venosa
Venerdì 07 Settembre
(dalle 10.00 alle 18.00)
Venerdì 14 Settembre
(dalle 10.00 alle 18.00)
Giovedì 20 Settembre
(dalle 10.00 alle 18.30)
Sabato 22 Settembre
(dalle 10.00 alle 18.30)
Martedì 25 Settembre
(dalle 10.00 alle 18.30)
FORIO - Ischia (NA); Via Francesco Regine, n. 61
AGEROLA (NA); Via Armando Diaz, n. 20
ARZANO (NA): Via Luigi Rocco, n. 115
LACCO AMENO - Ischia (NA); Piazza Santa Restituta, n. 5
MELITO di Napoli (NA); Via Madonelle, n. 4
PAGINA 7
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1409
PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1409