Anno VII – Numero 1410
AVVISO
Ordine
1. ORDINE:
Progetto “Un
Farmaco per tutti†“Una Visita
per Tuttiâ€
2. Ordine: eventi Settembre
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
3. “le uova fanno bene al
cuoreâ€, vero o falso?
4. “Calvizie, un problema
solo
degli
uominiâ€,
vero o falso?
Prevenzione e Salute
5. Stitichezza: non Abusare
di lassativi, le soluzioni
esistono
6. Flebite, lo sai che il lavoro
sedentario può provocarla?
7. Perché gli anziani possono
disorientarsi dopo un lungo
periodo in rianimazione o
ospedale?
Meteo Napoli
Venerdì 7 Settembre
ï‚· Sereno
Minima: 19° C
Massima: 28 °C
Umidità :
Mattina = 50%
Pomeriggio = 56%
Giovedì 6 Settembre 2018 – S. Regina
Proverbio di oggi………
Pur''e mmure tènono 'e rrecchie.
“LE UOVA FANNO BENE AL CUOREâ€,
Troppa confidenza porta alla maleducazione.
VERO O FALSO?
Con il caldo, le uova diventano un piatto veloce ed estivo che molti
credono sia sano e soprattutto che le uova aiutino a
mantenere cuore e sistema cardiovascolare in salute. Vero o falso?
L’abbiamo chiesto alla dottoressa Maddalena Lettino, del Dipartimento
Cardiovascolare di Humanitas.
“VERO. Come conferma un nuovo studio
pubblicato su American Journal of Clinical
Nutrition, il consumo di uova non peggiora il
profilo metabolico – spiega l’esperta –
neppure nei pazienti più a rischio per
patologie cardiovascolari come i diabetici di
tipo 2 e i pre-diabetici.
I ricercatori, nei controlli a tre e sei mesi,
hanno rilevato che chi consumava anche più
di 12 uova a settimana non aveva un rischio aumentato di infarto nè livelli di
glicemia superiore a chi si limitava a mangiarne solo 2 a settimana, nè una
diversa distribuzione dei grassi nel sangue.
Tuttavia, per la salute del cuore, le uova vanno consumate all’interno di una
dieta sana e bilanciata, che aiuti a ridurre l’accumulo di colesterolo nei vasi
sanguigni.
Quindi, no a uova e bacon, ma come dimostrato da diversi studi, sembra che
assumere proteine vegetali (legumi) al posto di quelle animali, aiuti a ridurre
del 4% la presenza di lipidi (grassi) nei vasi sanguigni, proteggendo così la
salute di cuore e arterie. Insieme alle proteine vegetali, anche fibre e vitamine
da frutta, verdura, e gli acidi grassi omega 3 della frutta secca e del
pesce contribuiscono alla riduzione dei livelli di colesterolo “cattivo†LDL nel
sangue. Senza dimenticare che una vita sana anche per il cuore include
sempre l’attività fisica regolare. (Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1410
PREVENZIONE E SALUTE
Stitichezza: non Abusare di lassativi, le soluzioni esistono
C’è un esercito di ipocondriaci in Italia per quel che riguarda la salute dell’intestino.
Secondo i dati della Società Italiana di Medicina Generale, fino a 1
persona su 3 tra coloro che dichiarano al medico di soffrire di
intestino pigro in realtà non ne soffre affatto, e molti di questi
fanno ricorso a lassativi senza una vera necessità .
La stipsi cronica è invece un disturbo che viene chiamato in causa
quando la frequenza intestinale è ridotta a meno di tre volte alla
settimana e contemporaneamente si presentano fastidi come
senso di ostruzione o di evacuazione incompleta.
TIPO DI STITICHEZZA PIÚ DIFFUSO
A causarla possono essere l’abuso di farmaci e alcune malattie metaboliche o neurologiche.
Nella grande maggioranza dei casi, tuttavia, a mettere il freno all’intestino è la cosiddetta stipsi
idiopatica. «È la forma più frequente di stipsi che non si lega ad alcuna patologia specifica e che è dovuta
all’alterazione delle funzionalità dell’intestino».
MA SONO TRE LE FORME DI STIPSI
All’interno di questa grande classificazione, inoltre, è possibile distinguere tre diverse forme di
stitichezza che individuano altrettanti percorsi di cura:
1. le stipsi da rallentato transito intestinale,
2. la stipsi da ridotta sensibilità rettale
3. la stipsi da dissinergia addominopelvica.
«La prima forma di stipsi è legata a un rallentato transito intestinale legato ad alterazioni
neuromuscolari. Si tratta di una forma rara e molto difficile da trattare», spiega Rizzetto.
NON ABUSARE DEI LASSATIVI
«La seconda forma è più frequente e spesso legata all’abuso di lassativi:
 in questo caso il soggetto è come se perdesse la sensibilità ad andare di corpo.
L’ultima forma, infine, è caratterizzata da una mancata coordinazione tra i muscoli che favoriscono
l’espulsione delle feci».
A complicare ulteriormente il quadro è il fatto che le varie forme di stitichezza possono parzialmente
sovrapporsi tra loro rendendo ancor più difficile il compito del medico.
LE SOLUZIONI: CORREGGERE STILI DI VITA, BERE, FARE ATTIVITÃ FISICA
L’approccio più indicato per mettere ordine nell’intestino, in tutti i casi, è quello di procedere per gradi, a
partire dalla semplice correzione dello stile di vita.
«Si parte con le cose semplici, come il fatto di aumentare la quantità di fibre nella dieta, specialmente
quelle insolubili come la crusca».
Oltre a non venir assorbite dal tratto intestinale, infatti, le fibre insolubiliassorbono acqua, inducono
l’aumento della massa fecale accelerando il transito ed esercitano anche una buona azione di
rieducazione dei movimenti muscolari dell’intestino.
È necessario però assumere un adeguato apporto di acqua assieme a questo tipo di fibre, almeno pari
1,5-2 litri al giorno. «Come primo passo, anche l’aumento dell’attività fisica è utile a mettere in moto
l’intestino».
Importante è ad esempio l’abitudine di camminare, specialmente se si conduce una vita molto
sedentaria.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno VII – Numero 1410
LE PURGHE SERVONO MA SONO DA USARE OCCASIONALMENTE
Una larga parte dei casi di stipsi tende a migliorare sensibilmente dopo questo primo step a base di fibre
e attività motoria.
In caso contrario si ricorre ai lassativi, che hanno differenti modalità di azione a seconda della tipologia:
1) gli osmotici come il lattulosio, ad esempio, richiamano acqua nell’intestino e aumentano il
contenuto liquido fecale,
2) i formanti massa come la metilcellulosa inducono l’aumento del volume delle feci,
3) gli stimolanti - come la senna o la cascara – inducono la peristalsi stimolando direttamente le
terminazioni nervose.
«Dobbiamo ricordare che tutti i lassativi provocano una sorta di stress a livello dell’intestino e per
questo devono essere usati occasionalmente» avverte il professore.
Il discorso vale soprattutto per i lassativi stimolanti che possono alterare la funzione motoria intestinale
se usati troppo spesso.
SE NIENTE FUNZIONA SI RICORRE AL BIOFEEDBACK
In una ridotta percentuale di pazienti neppure i lassativi riescono a mettere in moto l’intestino.
È in questi casi che vengono presi in considerazione i trattamenti specialistici come il biofeedback,
attraverso cui si mira a ristabilire una corretta azione defecatoria mediante un intervento dall’esterno.
«È una tecnica che usiamo solo in caso di stipsi ostinata e che consiste
ï¶ nell’introdurre dei palloncini nel retto a pressione aumentata con lo scopo di rieducare la
muscolatura del sistema defecatorio a contrarsi correttamente».
Questa tecnica si è dimostrata efficace nel breve e nel lungo termine soprattutto per i casi di dissinergie
dei muscoli pelvici, ma è comunque riservata ai casi più ostici. (Salute, Humanitas)
PREVENZIONE E SALUTE
FLEBITE,
LO SAI CHE IL LAVORO SEDENTARIO PUÃ’ PROVOCARLA?
Sono soprattutto le donne a soffrirne, in particolar modo quando si deve affrontare un
lungo viaggio o si svolge un lavoro sedentario.
La flebite, ovvero un disturbo vascolare che interessa principalmente gli arti
inferiori durante i periodi di scarsa mobilizzazione – spiega la dott.ssa Maria
Grazia Bordoni, Responsabile di Chirurgia vascolare di Humanitas – può
comparire nelle persone che passano molte ore ferme alla scrivania o in piedi.
Il dolore che tende ad aumentare manifestandosi lungo il decorso della vena,
la presenza di segni di tumefazione e arrossamento, possono colpire sia le
vene più superficiali sia quelle più profonde ed essere associate alla
formazione di trombi.
Nei soggetti sani è possibile evitare il rischio di una flebite venosa profonda o superficiale, seguendo
alcune sane abitudini come alzarsi dalla sedia ogni tanto, fare qualche movimento di flessione del piede
e della gamba, camminare un po’ in ufficio oppure, durante un viaggio, camminare lungo il corridoio
dell’aereo o del treno, fermarsi con l’auto per “sgranchirsi le gambeâ€.
Anche una buona e costante attività fisica, aiuta a migliorare la circolazione venosa del sangue e riduce
le probabilità che insorga una infiammazione dei vasi.
In caso di immobilità forzata, però, come può accadere per un trauma o un intervento, sarà il medico a
suggerire la migliore profilassi che può includere l’uso di calze elastiche e la somministrazione di farmaci
anticoagulanti in dose e modalità specifiche per ciascuna situazione. (Salute, Humanitas)
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
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Anno VII – Numero 1410
PREVENZIONE E SALUTE
“CALVIZIE, UN PROBLEMA SOLO DEGLI UOMINIâ€,
VERO O FALSO?
Calvizie e stempiatura possono diventare un gran problema per molti uomini. Tuttavia,
molti pensano che la calvizie sia un problema solamente maschile. Vero o falso?
Lo abbiamo chiesto al prof. Antonio Costanzo, resp. dell’Unità Operativa
di Dermatologia di Humanitas.
“FALSO. Nonostante la calvizie sia immediatamente associata al sesso
maschile, la patologia può colpire anche le donne.
La calvizie femminile, chiamata alopecia androgenetica, è una malattia
genetica che si manifesta attraverso l’assottigliamento, la riduzione della
lunghezza e quindi la caduta del capello.
Può presentarsi sia prima dei 30 anni, sia dopo i 50 anni con l’arrivo della
menopausa.
Il segno più evidente è l’aumento della larghezza della riga al centro del cuoio capelluto.
Pur essendo una malattia genetica, ci sono dei fattori ambientali che accelerano la comparsa dei suoi
effetti:
Alopecia e
ï¶ inquinamento, stress, fumo di sigaretta, cattiva alimentazione,
Fattori Ambientali
repentina perdita di peso, esposizione al sole e alle lampade
abbronzanti, carenza di proteine e vitamina D, oltre che squilibri
ormonali.
Infatti, la calvizie femminile si presenta con più frequenza con:
ï¶ l’arrivo della menopausa,
ï¶ ma anche alla sospensione della pillola contraccettiva
ï¶ durante la gravidanza,
tutti periodi in cui la donna è appunto sottoposta a scompensi ormonali.
Invece, piastra, tinta e permanente possono comportare la caduta dei capelli da “stress†dei follicoli
piliferi ma non la calvizie.
Non sempre l’alopecia androgenetica richiede terapie specifiche:
in alcuni casi, infatti può scomparire da sola.
Invece, cambiare la propria alimentazione, può influire positivamente
sull’arrestare la caduta dei capelli:
ï¶ cereali integrali (ricchi di biotina),
ï¶ legumi (vitamine del gruppo B),
ï¶ spinaci, prezzemolo e carote (vitamina E),
ï¶ verdura a foglia larga, frutti di bosco, frutta a buccia gialla e arancione (contengono antiossidanti)
sono tutti cibi che rinforzano i capelli.â€
(Salute, Humanitas)
Alopecia e
Alimentazione
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PREVENZIONE E SALUTE
PERCHÉ GLI ANZIANI POSSONO DISORIENTARSI DOPO
UN LUNGO PERIODO IN RIANIMAZIONE O OSPEDALE?
Per il paziente anziano spesso è difficile adattarsi a cambiamenti rilevanti come può essere
un ricovero in ospedale – spiega Agnese Rossi, psicoterapeuta di Humanitas Gavazzeni -.
La malattia in sé è un ostacolo che rende tutti più vulnerabili, ancor di più gli anziani. Spesso infatti
comporta un decadimento delle funzioni cognitive, legate sia a processi
fisiologici che al disagio psicologico conseguente a situazioni che portano
sofferenza e stress, sia per i pazienti che per i familiari.
Il disorientamento può essere spazio-temporale, può comportare agitazione
psicomotoria, difficoltà nella gestione delle semplici attività quotidiane, può
alterare il ritmo sonno-veglia e talvolta può arrivare al delirium (o stato
confusionale acuto) in cui si modificano lo stato di coscienza, la percezione,
l’ideazione e il pensiero diviene disorganizzato.
Il disorientamento può essere permanente?
Talvolta sì, ma dipende dalle condizioni cliniche del paziente prima dell’ospedalizzazione.
Se sono già presenti disabilità fisiche, o un deficit percettivo come ipoacusia (sordità ) o difficoltà alla
vista, oppure disturbi della sfera cognitiva come l’inizio di demenza, solitamente la situazione peggiora.
Questo accade perché togliere la persona anziana dalle sue abitudini quotidiane aumenta il rischio di un
peggioramento generalizzato, dove gli aspetti cognitivi sono coinvolti insieme a quelli emotivi e
fisiologici. Ne possono risentire la memoria, l’attenzione, il linguaggio, ma anche il tono dell’umore.
Cosa fare per aiutare gli anziani a mantenere il contatto con la realtà in ospedale?
Innanzitutto la presenza costante di persone care accanto ai pazienti anziani serve a rassicurali e
supportarli in un contesto per loro caotico e confusivo.
Infatti, vedere visi noti e sentire voci familiari, rende meno asettico l’ambito ospedaliero.
Inoltre per rendere l’ambiente più vivibile e meno anonimo per l’anziano, sarebbe utile personalizzarlo il
più possibile, ossia rendere visibili al paziente oggetti per lui conosciuti (il suo pigiama, un oggetto a cui è
affezionato sul comodino) e stimolarlo, dove possibile, a compiere le attività abituali (leggere il giornale,
guardare il programma televisivo che gli interessa, proporre cibi che apprezza, ridurre il più possibile
l’allettamento). E’ importante inoltre favorire il riposo notturno, per non sconvolgere il ritmo sonnoveglia e abituarlo gradualmente alle novità che deve affrontare, con spiegazioni chiare e comprensibili.
Coinvolgerli nelle “cose di casaâ€, cioè nella realtà quotidiana, può aiutare l’anziano?
Certamente, soprattutto se sono attività stimolanti e gratificanti e in particolare se sono state attivitÃ
interessanti per il paziente anche nel passato (cucinare, curare i fiori, eccetera), insieme alla compagnia
di una persona cara, che lo rassicuri e gli garantisca di soffrire il meno possibile di solitudine, che per gli
anziani può risultare un fattore determinante nel peggioramento della qualità della vita.
E’ importante considerare che la popolazione anziana è oggi in continuo aumento e richiede sempre più
attenzioni dal punto di vista socio-assistenziale, soprattutto nel caso di patologie croniche o disabilità .
Ciò implica ripensare alla presa in carico dell’anziano nella sua totalità e complessità , non solo per la
specifica patologia che presenta al momento, ma accogliendolo nella sua fragilità e vulnerabilità con
l’obiettivo di garantire dignità in questa fase delicata della vita, in cui le patologie organiche e il
decadimento cognitivo si influenzano reciprocamente.
Si dovrà quindi investire sempre più nell’assistenza domiciliare, fornendo un buon supporto alle famiglie
per mantenere il più possibile la persona anziana nell’ambiente domestico, che aiuta a conservare il
proprio senso di identità e riduce il rischio del deterioramento cognitivo. (Salute, Humanitas)
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Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
Progetto “Una Visita per Tutti†:
GLI EVENTI DEL MESE DI SETTEMBRE
Di seguito l’elenco degli eventi previsti per il mese di Settembre
Progetto “Una Visita per Tuttiâ€
Mese di
Settembre
dedicato
alla prevenzione
dell’Insufficienza
Venosa
Venerdì 07 Settembre
(dalle 10.00 alle 18.00)
Venerdì 14 Settembre
(dalle 10.00 alle 18.00)
Giovedì 20 Settembre
(dalle 10.00 alle 18.30)
Sabato 22 Settembre
(dalle 10.00 alle 18.30)
Martedì 25 Settembre
(dalle 10.00 alle 18.30)
FORIO - Ischia (NA); Via Francesco Regine, n. 61
AGEROLA (NA); Via Armando Diaz, n. 20
ARZANO (NA): Via Luigi Rocco, n. 115
LACCO AMENO - Ischia (NA); Piazza Santa Restituta, n. 5
MELITO di Napoli (NA); Via Madonelle, n. 4
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