Anno II – Numero 203 AVVISO 1. Ordine: Convegno sulla dieta mediterranea Giovedì 20 Giugno 2013, S. Ettore, Silverio EPATITE C, L'ITALIA IN TESTA PER NUMERO DI CASI Notizie in Rilievo Si stimano 1,6 milioni di casi Informazione e Salute 2. Epatite C, l'Italia in testa per numero di casi 3. Colesterolo Ldl: i valori limite variano in base al rischio cardiovascolare Prevenzione e Salute 4. iodio, per la quantità necessaria bastano poco pesce, broccoli e latte 5. Afasia una disabilità sconosciuta tanto ai pazienti quanto ai medici. Alimentazione e Salute 6. La dieta dell’anguria, perdi una taglia alla settimana. 7. Pasta & co, è l’indice glicemico a dirci quali carboidrati scegliere Spetta all'Italia il record in Europa di persone infette dal virus dell'epatite C. Gli infettivologi stimano che le persone infette ammontino al 3% della popolazione, vale a dire 1,6 milioni. Di queste circa la metà, il 55%, è portatrice del “Genotipo 1”, che è anche il più difficile da trattare. “Si calcola che almeno un milione di italiani siano portatori cronici dell'infezione e che di questi un terzo abbia sviluppato o stia sviluppando importanti malattie del fegato'', spiega Massimo Colombo, dir. della Medicina Specialistica e Trapianto d'organi all'Ospedale Maggiore di Milano. La marcia silenziosa del virus ha avuto un accelerazione, ricorda l'esperto, “negli anni '70-'80 con trasfusioni di sangue infetto, oppure per l'uso di materiale sanitario non sterile”. Ci sono poi tutte le altre infezioni dovute a comportamenti a rischio, “come rapporti sessuali non protetti, piercing o tatuaggi”, continua Colombo. Si tratta di circa 200-300mila infezioni. (Salute, Sole 24 ore) PERCHÉ SI DICE FUMARE COME un TURCO? L'origine di questo modo di dire è incerta, quella più probabile risale alla seconda metà del XVI secolo. A quell'epoca in Turchia regnava un Pascià estremamente severo nei confronti del consumo di caffè e tabacco, considerate alla stregua di pericolose droghe. I consumatori di caffè e tabacco erano perseguiti duramente (una delle pene previste era il taglio del naso…) e le caffetterie distrutte. Una volta morto il Pascià oppressore, i turchi tornarono a bere caffè e a fumare, anche in modo eccessivo, come reazione al divieto subito. Da qui il detto: fumare come un turco, nel senso di fumare eccessivamente. (Focus) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 203 ALIMENTAZIONE E SALUTE La DIETA dell’ANGURIA, Perdi una TAGLIA a SETTIMANA Dimagrire in estate ed in vista dell'estate è il sogno di tutti. Una delle diete più entusiasmanti e certamente golose è quella dell'anguria. L’anguria è un frutto molto ricco di acqua, povero di zuccheri e calorie ma ricco di vitamine, come la A, la B1 e la B2. L’anguria, grazie all’alto contenuto di acqua sazia e aiuta a reintegrare i liquidi persi con il caldo ed è un valido aiuto per eliminare i liquidi in eccesso. Questo frutto goloso è molto meno calorico rispetto ad altri frutti estivi come per esempio i fichi. Ecco perchè l’anguria è alla base di una dieta dimagrante grazie alla quale si perde una taglia in soli sette giorni. La dieta dell’anguria apporta circa 1200-1300 calorie al giorno, si basa su cinque pasti e comprende molta verdura di stagione che favorisce la depurazione e il senso di sazietà; è fondamentale idratarsi, bevendo almeno un litro e mezzo di acqua al giorno. (adnkronos) PASTA & CO, È L'INDICE GLICEMICO A DIRCI QUALI CARBOIDRATI SCEGLIERE Anche la cottura influenza l'impatto sulla glicemia Non tutti i carboidrati sono una minaccia per la salute: una buona pasta, se al dente, fa correre meno rischi di sviluppare il diabete o di avere problemi di sovrappeso rispetto al pane e alcuni zuccheri semplici, come il fruttosio, sono molto meno pericolosi di altri, come il saccarosio. L'importante è saper scegliere bene cosa mettere nel piatto. Per farlo ci si dovrebbe basare sull'indice glicemico (IG), ossia sulla velocità alla quale un cibo fa aumentare i livelli di glucosio e di insulina nel sangue. A sottolinearlo sono gli esperti internazionali del Consorzio per la qualità dei carboidrati. Al termine di un incontro sul tema organizzato la scorsa settimana dalle organizzazioni no profit Nutrition Foundation of Italy (Nfi) e Oldways, ricercatori e clinici hanno ribadito l'importanza di questo parametro. David Jenkins, ricercatore canadese che ormai più di trent'anni fa ha contribuito a definire il concetto di indice glicemico, ha suggerito di introdurre l'IG nelle linee-guida nazionali sull'alimentazione e nelle tabelle di composizione degli alimenti, mentre l'indicazione di “basso indice glicemico” dovrebbe entrare a far parte delle confezioni dei cibi. Attenzione, però, come dimostrato dal caso della pasta, l'indice glicemico può variare a seconda del grado o del tipo di cottura. Le patate, ad esempio, hanno un IG di 117 se vengono cotte al microonde, ma di 93 se cotte al vapore e di 77 se bollite. In generale, come ha spiegato Jennie Brand-Miller, esperta del Boden Institute of Obesity, Nutrition, Exercise and Eating Disorders (Australia), “il messaggio è: mangiate i carboidrati 'slow' che vengono assorbiti lentamente, piuttosto che ridurre la quota di carboidrati nell'alimentazione. In questo modo vi sentirete più sazi a lungo e la risposta glicemica sarà meno pronunciata”. (salute, Sole 24ore) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 203 IL CARDIOLOGO RISPONDE COLESTEROLO LDL: I VALORI LIMITE VARIANO IN BASE AL RISCHIO CARDIOVASCOLARE L'esperto spiega come cambia la soglia massima di colesterolo "cattivo", oltre la quale è necessario intervenire. Risposte anche su cardiopatia ipertensiva e battiti cardiaci ad alta frequenza Valori normali di colesterolo Ldl Domanda - Ho 55 anni, di recente sono stato colpito da infarto e mi è stato impiantato uno Stent. I medici che mi hanno visitato dicono che i valori dei trigliceridi, colesterolo etc sono tutti nella norma e non mi hanno prescritto alcuna dieta. Domanda: è possibile che valori di colesterolo, trigliceridi ed altri considerati "normali" per alcuni individui siano dannosi per altri? Ci sono diete particolari da seguire in tal caso? Risposta - Avendo avuto un infarto trattato con angioplastica coronarica e stent lei deve stare particolarmente attento ai valori del colesterolo e non tanto del colesterolo totale, ma della frazione Ldl, il cosiddetto "colesterolo cattivo" che favorisce il trasposto del colesterolo dal fegato e sangue alla parete dei vasi, iniziando il processo di formazione della placca aterosclerotica. Il valore normale del colesterolo Ldl è al di sotto di 150 mg/dL. Mentre nei pazienti che hanno rischio cardiovascolare esso deve essere più basso. Infatti, il valore di riferimento del colesterolo LDL in pazienti con rischio molto alto (infartuati, diabete, malattia renale) deve essere al di sotto di 70, mentre nei pazienti a rischio alto (almeno un fattore di rischio cardiovascolare deve essere inferiore a 100. Poiché lei ha avuto un infarto è considerato paziente a rischio molto alto per cui deve avere quale obiettivo un colesterolo LDL al di sotto di 70. Quindi non basta dire che il colesterolo è normale (nel range di normalità dei "sani" colesterolo totale < a 200 o LDL < a 150), ma secondo il rischio che corre ciascun paziente bisogna raggiungere dei livelli essenziali di LDL basso. Tale obiettivo può essere raggiunto solo dalle statine (potenti farmaci che abbassano il colesterolo) e solo da alcune statine. Inoltre, questi farmaci hanno anche un forte potere anti-infiammatorio e contribuiscono a ridurre l'infiammazione della placca. La dieta è fondamentale nell'evitare tutti i cibi ricchi di colesterolo che sono i prodotti del latte, (latticini, formaggi etc ) e i grassi animali (carni rosse, insaccati etc..). Cardiopatia ipertensiva Domanda - Sono un iperteso da oltre 10 anni, classe 1961, ho effettuato un'ecocardiografia le cui risultanze sono state le seguenti: "Ventricolo sinistro di normale volumetria, con ipertrofia concentrica (SIV 12 mm; PP 12mm) funzione sistolica globale normale (EF biplana 65%) in assenza di alterazioni della cinetica segmentaria. Alterazione diastolica di I* grado con normali pressioni di riempimento ventricolare (E/E' 4). Atrio sinistro lievemente dilatato (volume 30 ml/m2). Cavità destre regolari per dimensione e funzione (TAPSE 21mm). Radice aortica (41 mm.), aorta ascendente (36 mm.) e giunzione seno-tubulare (29 mm) ai limiti superiori di norma. Vena cava inferiore non dilatata, normocollabente. Valvola aortica tricuspide di normale morfologia, al colorDoppler lieve (+) insufficienza da jet eccentrico diretto verso il lembo anteriore della mitrale. Valvola mitralica di normale morfologia, al colorDoppler (+) insufficienza del jet centrale protosistolico. Lieve insufficienza tricuspidalica (+), da cui si deriva un gradiente pressorio VA destro di 20 mmhg. Normale regime pressorio polmonare (PAPs stimata 25 mmhg). Pericardio regolare, assente versamento". Sono preoccupato, il mio cardiologo rientra tra 20 giorni: corro qualche pericolo? Risposta - Non vi sono problemi particolari. Le informazioni fornite dal referto dell'ecocardiogramma sono buone e identificano la presenza di una cardiopatia ipertensiva. E' normale nel paziente iperteso il riscontro di ipertrofia sinistra e di dilatazione atriale sinistra che dovrebbe regredire con un buon trattamento farmacologico. La funzione ventricolare è normale e basse sono pressioni intraventricolari sinistre (E/E'). La lieve insufficienza aortica si accompagna spesso al quadro del paziente iperteso ed ha scarso significato clinico, comunque va seguita nel tempo. La funzione destra è normale. (Dr. Pio Caso, Dir. UOC di Cardiologia,Azienda dei Colli, Ospedale Monaldi di Napoli) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 203 PREVENZIONE E SALUTE AFASIA, UNA DISABILITÀ "SCONOSCIUTA" TANTO AI PAZIENTI QUANTO AI MEDICI Il 20 ottobre una giornata dedicata al disturbo che colpisce 150mila italiani e cresce al ritmo di ventimila nuovi casi ogni anno. L'associazione Aita e il Mario Negri lanciano una struttura per monitorare, regione per regione, la condizione dei malati nei tre anni post-ictus Far uscire dall'ombra l'afasia, far comprendere a tutti che si tratta di una disabilità. Questo è l'obiettivo della prima ricerca epidemiologica condotta in Italia dall'A.IT.A. (Associazioni Italiane Afasici) in collaborazione con il Centro ricerche Mario Negri Sud. L'afasia colpisce 150.000 persone nel nostro Paese e ogni anno si aggiungono 20.000 nuovi casi. Non altera l'intelligenza, né la capacità di provare sentimenti: compromette invece il normale uso del linguaggio, rende difficile, se non impossibile, fare una chiacchierata con un amico, scrivere una cartolina o leggere il giornale. Eppure, a fronte di numeri così importanti, "è stata finora materia di studio per gli specialisti". Spiega Vito Lepore, ricercatore capo del laboratorio di epidemiologia assistenziale del Mario Negri Sud e referente del progetto di ricerca: "Manca un sapere diffuso tra la gente. E questo è essenziale, dato che l'afasia è un problema sociale che tocca il 30% delle persone colpite da ictus che, come è noto, è la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie". La ricerca dimostra come persino le cartelle cliniche spesso non riportino questa forma di disabilità. "Abbiamo analizzato la documentazione degli ospedali riguardante le persone ricoverate per ictus, con l'obiettivo di capire se e come viene riportata l'afasia. Abbiamo iniziato dalla Puglia, studiando tutte le schede di ricoveri dal 2002 al 2008, aggiornati al 2010. Il risultato è eloquente: solo nel 5% delle cartelle si parla di afasia. E'evidente quanto sia necessario focalizzare l'attenzione degli addetti ai lavori". Il progetto si propone di valutare la frequenza e la distribuzione del disturbo afasico post ictus in Italia, indagato in diverse aree geografiche individuate come rappresentative della realtà nazionale verificando quindi criteri diagnostici, storia della malattia, percorsi assistenziali e interventi riabilitativi. Prevede due fasi per ogni regione: una unità di riferimento neurologica o neuroriabilitativa che acquisisce i dati del territorio di competenza e poi una valutazione del problema afasia da parte del Mario Negri Sud. "A noi interessa monitorare l'afasia da uno a tre anni dopo l'evento ictus per capire cosa è successo al paziente - spiega Vito Lepore -. Vogliamo capire, nei contesti territoriali reali, chi sono e cosa fanno questi pazienti afasici. Vogliamo creare un archivio elettronico che possa essere materiale base per le ricerche future, con il fine di individuare pazienti che possano entrare in percorsi di riabilitazione e suggerire loro sia trattamenti consolidati dalla letteratura, sia sperimentali". (salute Repubblica) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 203 IODIO, PER LA QUANTITÀ NECESSARIA BASTANO POCO PESCE, BROCCOLI E LATTE Qual è il fabbisogno di iodio e come ci si deve regolare con gli integratori? Il medico risponde al quesito e ad altri su ipotiroidismo subclinico e sugli effetti possibili dell'asportazione della tiroide INTEGRATORI A BASE DI IODIO Domanda - Pratico molto sport (2-3 allenamenti quotidiani per 5-6 giorni la settimana). Da qualche settimana (su consiglio del ginecologo) ho incominciato a prendere un complesso multi-vitaminico e multi-minerale che contiene, tra l'altro, anche 150 microgrammi di iodio. Mi sento molto bene con questo integratore, ma avendo letto che assumere troppo iodio può essere pericoloso e vorrrei porle una domanda: quanto è troppo per una persona che pratica sport? Corro veramente qualche rischio prendendo questo integratore? Tenga conto che abito in una regione di montagna, il mio livello di TSH è da qualche anno leggermente più alto della norma, all'ecografia la tiroide è sana, solo un po' più piccola della media, non prendo nessuna medicina per la tiroide. Risposta - Premetto che non mi ha detto cosa ha stimolato la richiesta di un integratore rivolta al suo ginecologo, perché ritengo, che un integratore debba supplementare delle carenze alimentari, e non debba essere dato a prescindere da queste. L'organismo umano contiene 10-20 mg di iodio e il fabbisogno quotidiano è modesto; inoltre l'assorbimento è facile, quindi la normale dieta ne copre tranquillamente la necessità. Per fare un es. sono sufficienti 150 grammi di pesce per soddisfare il fabbisogno giornaliero. Ci sono anche dei vegetali che ne contengono abbastanza, quali i broccoli, le carote, gli spinaci ed infine in ogni 100 ml di latte ce ne sono 11 mcg, quindi una normale tazza per la colazione ne apporta già 22/27 mcg. Un'eccessiva assunzione di iodio può provocare effetti tossici (slatentizzando ad es. tireotossicosi) o può addirittura deprimere l'attività tiroidea. Per concludere approfondirei la motivazione dell'incremento del TSH. E' una conseguenza di una tiroidite? E' secondario all’uso di farmaci, es. pillola anticoncezionale? VALORI DI TSH E IPOTIROIDISMO SUBCLINICO Domanda - Mi chiamo Lia ed ho 28 anni. Acquistando online dei coupon con sconti, ho fatto recentemente un'eco alla tiroide dalla quale è stata riscontrata una tiroide molto piccola. In seguito, ho effettuato degli esami ormonali e anticorpali di cui le allego i risultati. Il mio medico mi ha spiegato che ho un ipotiroidismo subclinico, ma mi ha solo detto di ricontrollare i valori tra sei mesi. Volevo sapere da lei cosa implica questa diagnosi e se può essere correlata a sfumature di depressione e ansia di cui a volte soffro. Risposta - Premetto che non sono d'accordo sulla moda di fare esami in modo indiscriminato, perché possono generare una serie di iniziative e di apprensioni a valle che non sono giustificate. Quindi, invito tutti i lettori ad accedere alla diagnostica solo dopo aver consultato il medico di famiglia, con il quale è opportuno stabilire un rapporto fiduciario, perché unico depositario della buona gestione della nostra salute. Per quanto riguarda il caso in questione, non c' è nulla di patologico, in quanto il TSH è vicino a 1, quindi esclude un ipotiroidismo subclinico. La disomogeneità del tessuto tiroideo, quando i TPO e Tg-Ab sono negativi, può essere espressione di uno stato infiammatorio laringeo che per contiguità ha interessato la tiroide e , cosa più importante, una tiroide ai limiti inferiori della norma è nella norma. ASPORTAZIONE DELLA TIROIDE, CRAMPI E LABIRINTITE Domanda - A mio marito è stata asportata tutta la tiroide 5 anni fa. Da allora soffre di attacchi di crampi ai polpacci ed anche alle dita delle mani e dei piedi. Purtroppo soffre anche di labirintite. Il problema è che se prende un farmaco a base di cinnarizina e 40 mg di dimenidrinato, poiché è un antagonista del calcio, gli vengono i crampi e quando prende il calcio soffre di labirintite. Cosa consiglia per uscire da questa situazione? Risposta - Mi sembra che nel caso in questione, ci sia stato anche un problema di ipoparatiroidismo con ipocalcemia post intervento e non solo l'ipotiroidismo. Non tutte le tiroidectomie hanno necessità nel follow up di sostituire, oltre la funzione tiroidea, anche quella paratiroidea. Ciò premesso, la prima cosa da fare è ripetere i dosaggi degli ormoni tiroidei, perché anche un inadeguato dosaggio di questi ultimi può dare questi sintomi. Inoltre, per stabilire come gestire il problema calcio, è opportuno effettuare i dosaggi di PTH, Vitamina D, Calcio e Fosforo. Infatti, potrebbe essere opportuno integrare con vitamina D, ancor prima che con il Calcio; la vitamina D è più tollerata in generale e non entrerebbe in antagonismo con il farmaco antivertiginoso. L'ultima soluzione è valutare l'ipotesi di cambiare il farmaco antivertiginoso sostituendolo con un altro che abbia una molecola diversa come principio attivo. (D. Giannini, Endocrinol.)