Anno II – Numero 207 Mercoledì 26 Giugno 2013, S. Rodolfo, Elisa, Filippo REGIONE CAMPANIA: ULTIMATO IL CONCORSO ORDINARIO 2009 AVVISO 1. Ordine: Convegno sulla dieta mediterranea 2. Concorso Ordinario: ultimato Il concorso bandito nel 2009 giunge a compimento. A giorni la Notizie in Rilievo pubblicazione della graduatoria provvisoria finale sul BURC. Farmaci e Salute 3. Inquinamento da farmaci: Milano è la prima in Europa Di seguito sono riportate le fasi relative all’approvazione della graduatoria e all’assegnazione delle sedi in accordo con quanto riportato nel bando. 1. Pubblicazione della graduatoria provvisoria sul BURC 2. Ricorsi: coloro che ne hanno interesse potranno segnalare alla commissione eventuali Prevenzione e Salute 4. Cosa si può fare per la pressione bassa? 5. Polemiche per la dieta del cerotto sulla lingua 3. 4. 5. 6. Alimentazione e Salute 6. Salute: strani svenimenti e aritmie colpa di 'miele pazzo' e troppa cola 7. La dieta che aiuta a conservare una pelle giovane 7. errori od omissioni in cui essa possa essere incorsa nella formazione della graduatoria provvisoria, nel termine perentorio di 30 giorni, decorrenti dalla pubbl.. Valutazione Ricorsi: la commissione a sua volta nei successivi 30 giorni dalla scadenza del termine innanzi indicato, valuterà le segnalazioni, provvedendo, ove necessario, alla rettifica della graduatoria stessa. Espletati detti adempimenti, rassegnerà gli atti relativi al concorso all’amministrazione Regionale per i provvedimenti di competenza. Approvazione graduatoria definitiva e indicazioni sedi: gli atti di approvazione della graduatoria definitiva e la graduatoria stessa con la contestuale dichiarazione delle sedi assegnabili saranno pubblicati nel BURC. La pubblicazione avrà valore di notifica e dalla data della stessa decorreranno i tempi per eventuali impugnative. Assegnazione delle sedi: entro 60 giorni dalla pubblicazione della graduatoria definitiva, i concorrenti risultati idonei, in numero opportunamente proporzionato alle sedi da assegnare, saranno contemporaneamente interpellati per l’indicazione, in ordine di preferenza, della/e sede/i farmaceutica/che, indicate nella nota di interpello. Il candidato che non indica, entro il 5° giorno successivo a quello dell’interpello, alcuna delle farmacie, allo stato conferibili, è escluso dall’assegnazione, in prima applicazione, ma non viene escluso dalla graduatoria. Ordine dei Farmacisti: LA DIETA MEDITERRANEA: UN MITO O REALTÀ? Ne parla Anna Maria Colao, prof. Ordinario di Endocrinologia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Presidente eletto Enea (Eur Neurendocrine Association). Introduce la dott.ssa Carla Riganti, Dirigente Medico Aou “Federico II”, distaccata alla Reg. Campania, Data Argomento per i rapporti Istituzionali con Giovedì 27 Giugno La dieta Mediterranea: ASL e AO e gli eventi in Sanità. ore 21.00 “un mito o realtà” SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 207 FARMACI E SALUTE INQUINAMENTO DA FARMACI MILANO È LA PRIMA IN EUROPA Antibiotici e antitumorali che contaminano i suoli e le acque rappresentano il 12% del totale di tutta la penisola L’area attorno a Milano guadagna un nuovo primato negativo in fatto di ambiente: qui, infatti, l’inquinamento da farmaci è il più alto d’Europa e, se ci si ferma all’Italia, le quantità di medicinali che contaminano i suoli e le acque di quella parte della Lombardia rappresentano ben il 12% del totale di tutta la penisola. DUE FATTORI - Lo rivela una mappa pubb. sulla rivista Environment International da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze ambientali dell’Università di Nijmegen (Olanda). La contaminazione ambientale da antibiotici e antitumorali - le due categorie prese in considerazione - è piuttosto elevata anche nel resto della pianura padana, nella provincia di Roma e in Campania; nel continente, tuttavia, a seguire Milano nella poco onorevole "top five" ci sono Parigi, Londra, Cracovia e il bacino della Ruhr. Le vie che portano i farmaci nell’ambiente sono essenzialmente due: 1. il loro scorretto smaltimento 2. i sistemi fognari, poiché molti principi attivi non vengono degradati dal nostro organismo e finiscono nelle urine così come sono. Nel definire la mappa, gli olandesi hanno quindi tenuto conto della densità abitativa delle varie zone, dei dati sul consumo dei medicinali, ma anche di quelli su raccolta differenziata, densità abitativa, e presenza ed efficacia di sistemi di depurazione delle acque. QUALI RISCHI? - A determinare l’effetto sulla popolazione, che entra in contatto con i farmaci ambientali principalmente attraverso l’acqua e i cibi, concorrono infatti le sue caratteristiche demografiche (i bambini e gli anziani sono ritenuti più vulnerabili), la tendenza o meno a consumare cibi locali, il modo in cui questi sono coltivati, e il tipo di inquinante maggiormente diffuso nella zona, giacché non tutti hanno la stessa tossicità. Mettendo assieme questi parametri, i ricercatori hanno così stabilito che, sebbene siano i milanesi a vivere nell’area più contaminata d’Europa, a correre i rischi maggiori sono gli anziani di Lisbona e i bambini spagnoli. A fare la differenza è soprattutto il tipo di inquinante maggiormente diffuso nelle due zone: l’antibiotico levofloxacina, i cui livelli sono particolarmente elevati in Italia, è infatti meno tossico della ciprofloxacina, più usata nella penisola balcanica. Gli esperti, comunque, tendono a rassicurare sui possibili danni alla salute, perché le concentrazioni rilevate nell’ambiente sono di gran lunga inferiori rispetto a quelle necessarie a determinare un effetto sull’organismo. COCKTAIL - L’articolo tuttavia ricorda che possono esistere categorie di persone più vulnerabili, nelle quali si potrebbero avere conseguenze a lungo termine, non ancora note e determinate anche dal mix di sostanze presenti. Difatti, sebbene lo studio abbia considerato solo due classi di farmaci a titolo esemplificativo, altre indagini hanno messo in chiaro che a contaminare l’ambiente è un vero e proprio cocktail fatto soprattutto di antibiotici, antipertensivi, medicine per il sistema cardiocircolatorio, antiepilettici e antinfiammatori. Delle conseguenze di tutto ciò sapremo qualcosa di più fra un paio di anni, quando si concluderà lo studio europeo "Pharma", che intende proprio valutare quanta parte dei farmaci venduti nel Vecchio Continente finisce nelle acque e nei suoli, e quali sono le ripercussioni sull’ecosistema locale e sulle persone. (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 207 PREVENZIONE E SALUTE COSA SI PUÒ FARE PER LA PRESSIONE BASSA? Mangiare più salato e bere molto. Un calo consistente può essere provocato da alcune patologie fra cui diabete e allergie La pressione bassa è una condizione abbastanza comune con cui molti convivono, spesso senza problemi. Tuttavia, con l'arrivo del grande caldo è facile andare incontro a qualche disturbo. «Nella maggior parte dei casi avere una pressione più bassa delle norma è una caratteristica costituzionale, non patologica, che l'organismo riesce a compensare, assicurando un adeguato apporto di sangue agli organi vitali ed evitando lo svenimento - spiega Ciro Esposito, responsabile dell'Unità Operativa di Nefrologia dell'IRCCS Fondazione Maugeri di Pavia -. In genere, è più comune nelle donne, nei bambini e in chi pratica sport di resistenza. In termini tecnici si parla di vera ipotensione se la pressione arteriosa a riposo scende sotto i 90/60 mm Hg». Quali sintomi può provocare? «In genere avere una pressione più bassa della norma non comporta particolari disturbi, se non in alcune circostanze, per esempio quando fa molto caldo. Le temperature alte favoriscono, infatti, la dilatazione dei vasi sanguigni, abbassando ulteriormente la pressione. Inoltre, quando fa caldo si suda di più ed è più facile disidratarsi, altra condizione che può ridurre la pressione. L'ipotensione può essere associata ad alcuni sintomi poco specifici come stanchezza, nausea, debolezza muscolare e mal di testa. Se la pressione è molto bassa, e il calo è repentino, possono comparire altri disturbi più caratteristici come cute pallida, fredda e sudata, vertigini, annebbiamento della vista, fino ad arrivare alla caduta a terra per uno svenimento». Oltre al caldo che cosa può abbassare la pressione? «Il rapido passaggio dalla posizione seduta a quella in piedi (ipotensione ortostatica), oppure la disidratazione legata alla perdita di liquidi con le urine, come nel caso del diabete non controllato, o con l'apparato gastrointestinale (diarrea, malattie intestinali infiammatorie croniche, ecc.). A volte l'ipotensione è uno dei campanelli di allarme di alcune malattie, come per es. l'amiloidosi, una patologia rara caratterizzata dalla deposizione nei tessuti di materiale proteico. Anche alcuni farmaci usati per curare il disturbo opposto, l'ipertensione, possono causare un eccessivo calo pressorio, soprattutto con il caldo. Meno comuni sono i casi di ipotensione legati a problemi cardiaci, a infezioni gravi o a reazioni allergiche estreme (shock anafilattico)». Che cosa si può fare? «Nei mesi estivi, in caso di disturbi come quelli descritti, può essere d'aiuto bere più acqua e consumare un po' più di sale. In chi è iperteso, con l'arrivo della stagione calda può talvolta rendersi necessaria una riduzione del dosaggio dei farmaci antipertensivi. Gli anziani, particolarmente soggetti a colpi di calore con cali improvvisi della pressione, farebbero bene a non uscire nelle ore più calde e a vestirsi più leggeri per non sudare troppo. Infine, se ci si rende conto che la pressione sta subendo un calo repentino, è utile sdraiarsi a terra e sollevare le gambe per evitare di arrivare allo svenimento». (A. Sparvoli, Salute) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 207 SCIENZA E SALUTE SALUTE: STRANI SVENIMENTI E ARITMIE COLPA DI 'MIELE PAZZO' E TROPPA COLA Due gli studi che documentano i casi, piuttosto singolari, di tre pazienti europei. Svenimenti misteriosi e improvvise aritmie? La colpa potrebbe essere della passione smodata per alcuni alimenti: bere quantità eccessive di cola e mangiare inavvertitamente il 'miele pazzo', cioè contaminato da una neurotossina presente nel polline di alcune specie di rododendro, può infatti causare insoliti svenimenti e aritmie. Almeno secondo due studi che documentano i casi, piuttosto singolari, di tre pazienti europei, presentati al meeting Ehra Europace 2013, in corso ad Atene. "Entrambi questi studi sottolineano l'importanza per i clinici di ascoltare i racconti medici dei pazienti con aritmie inspiegabili nei dettagli, indagando a fondo sulle abitudini alimentari". Primo caso: Nel primo lavoro Naima Zarqane e Nadir Saoudi, dell'osp. Principessa di Monaco (Monaco), segnalano come il consumo eccessivo di bevande alla cola possa causare una marcata perdita di potassio (ipopotassiemia), con prolungamento dell'intervallo Qt nell'elettrocardiogramma e soprattutto aritmie potenzialmente pericolose. Il team descrive il caso di una donna di 31 anni ricoverata in ospedale per sincope traumatica. Una volta esclusi altri problemi, i test ha rivelato che la paziente aveva valori insoliti: bassi livelli di potassio e un Qt più lungo del normale. Indagando a fondo i medici hanno scoperto che fin da quando aveva 15 anni la donna aveva sostituito del tutto l'acqua con bibite a base di cola. Interrompendo questo insolito regime alimentare, i livelli di potassio sono rientrati nella norma in appena una settimana, come anche l'intervallo Qt. Una ricerca in letteratura ha rivelato altri sei casi simili, scrivono gli autori. Secondo caso: Nel secondo lavoro Ugur Turk del Central Hospital di Smirne (Turchia) descrive il caso di un uomo di 68 anni e del figlio di 27 anni, arrivati insieme al pronto soccorso Smirne con vomito e vertigine. Un Ecg ha rivelato che entrambi avevano un blocco atrioventricolare completo e un flutter atriale con risposte ventricolari lente. Padre e figlio hanno riferito che le loro colazioni nelle ultime tre mattine avevano incluso elevate quantità di miele provenente dalla regione del Mar Nero. Cosa che ha fatto pensare subito ai medici di essere di fronte a un 'avvelenamento da miele pazzo'. Questo fenomeno si verifica dopo aver mangiato miele contaminato con grayanotossina, una sostanza chimica contenuta nel nettare di due specie di rododendro, ponticum e luteo. Si tratta di una neurotossina che si lega ai canali del sodio nella membrana cellulare, mantenendoli in uno stato aperto e di prolungata depolarizzazione. "L'effetto finale si traduce - in bradicardia, ipotensione continuata, e vasodilatazione periferica". L'avvelenamento da miele pazzo dura in genere non più di 24 ore, e può provocare sintomi lievi o gravi. I primi sono vertigini, debolezza, nausea, vomito, sudorazione eccessiva, ipersalivazione e parestesia. I sintomi della forma più grave includono sincope, convulsioni, blocco atrioventricolare completo e tachiaritmie anche mortali. Anche se non esiste un antidoto specifico, i casi lievi possono essere trattati con atropina e antagonisti selettivi dei recettori muscarinici M2, mentre per i più gravi c'è l'impianto di un pacemaker temporaneo e farmaci vasopressori. I sintomi di padre e figlio si sono risolti senza la necessità di farmaci e sono stati dimessi dall'ospedale il quarto giorno. In seguito, l'analisi del miele ha rivelato che conteneva polline di rododendro. (Adnkronos) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 207 SCIENZA E SALUTE POLEMICHE per la DIETA del CEROTTO sulla LINGUA Una dieta estrema, al limite della tortura fisica, è stata messa a punto dal dietologo americano Nicholas Chugay che vive e lavora a Beverly Hills. Il medico ha posto a mali estremi estremissimi rimedi, che nonostante stiano facendo inorridire pazienti e specialisti di mezzo mondo non sono stati del tutto rifiutati dall’ente sanitario americano che, riguardo all’autorizzazione, “ci sta pensando su”. Il metodo di Chugay consiste nel cucire sulla lingua un cerotto abrasivo. Un vero e proprio intervento chirurgico con 6 punti di sutura che oltre a dare settimane di dolori, gonfiori e fastidi alla lingua, causati dal naturale movimento del muscolo, provoca fitte di dolore ogni volta che si tenta di mangiare un cibo solido. Conseguenza? Il soggetto sarà costretto a nutrirsi solo con integratori o liquidi, con perdita di peso rapida e garantita. Peccato che il “metodo” sia limitato all’uso di un mese, in quanto oltre questo limite la lingua reagirà all’impianto alieno o assorbendolo dentro il proprio tessuto o scoppiando in infezioni che potrebbero danneggiarla per sempre. Dunque, dopo un mese dall’impianto, occorrerà sottoporsi a una seconda dolorosa operazione per liberarsi del cerotto e attendere la guarigione della ferita, portando avanti per un altro mese almeno la dieta di liquidi. Un metodo al limite della fantascienza che suona veramente troppo crudo per poter mai immaginare che venga autorizzato. (Sn) La DIETA che AIUTA a CONSERVARE una PELLE GIOVANE Grazie agli studi si arricchisce l’elenco degli alimenti anti-età Se è vero che, come si dice, "la bellezza viene da dentro", una sana alimentazione deve avere certamente un ruolo nel favorire un bell’aspetto, anche quando il passare del tempo lascia i suoi segni. Ma quali sono gli alimenti che più contribuiscono a ritardare l'invecchiamento cutaneo? Una delle novità più recenti giunge da uno studio pubb. su PLoS-ONE. Alcuni ricercatori, hanno voluto verificare se il consumo dei "buoni" acidi grassi monoinsaturi (di cui è ricco l'olio d'oliva) fosse associato all'età della pelle. ACIDI GRASSI - Dalla ricerca è emerso che, in entrambi i sessi, l’invecchiamento cutaneo da esposizione alla luce solare era minore fra chi consumava più olio d'oliva e questo indipendentemente dai fattori noti per influire sull'età della pelle, come il fumo. Fonti di acidi grassi monoinsaturi diverse dall'olio d'oliva - es., carni e prodotti lattiero caseari - non sembravano esercitare la stessa azione protettiva. «Gli acidi grassi monoinsaturi dell'olio di oliva sono molto più "resistenti" ai danni causati dall’ossigeno, rispetto agli acidi grassi polinsaturi di cui sono ricchi gli oli di semi. Questo li rende meno propensi a generare prodotti dannosi, come i radicali liberi, che contribuiscono all'invecchiamento cutaneo. Inoltre, l'olio di oliva, quello extravergine di più, contiene quantità significative di sostanze con notevole attività antiossidante, come lo squalene e i polifenoli». AMICI DELLA PELLE - diversi i componenti che potrebbero contribuire a mantenere giovane la pelle. Fra questi la vitamina C, i polifenoli e i due carotenoidi beta carotene e licopene. Anche la vitamina D - la cui produzione a livello cutaneo, dovuta all’esposizione ai raggi solari, si riduce con l'età - sembra avere un ruolo dermoprotettivo, come i probiotici. Si è visto che alcuni ceppi di probiotici esercitano i loro effetti benefici, oltre che sull'intestino, anche sulla pelle, attraverso la modulazione della risposta immunitaria cutanea. «la cute riflette la salute generale dell'organismo, e una dieta corretta può avere un effetto positivo su entrambi i fronti. Una delle prove l'ha fornita uno studio su gemelli monozigoti che ha dimostrato come l'invecchiamento della pelle fosse differente tra i gemelli, quindi i fattori ambientali e stili di vita, condizionano il modo di invecchiare». (Salute)