Anno II – Numero 209 AVVISO 1. Concorso Ordinario: ultimato Notizie in Rilievo Giovedì 27 Giugno 2013, S. Cirillo UN NAPOLETANO, ANTONELLO MIRONE: NUOVO PRESIDENTE NAZIONALE DI FEDERFAMA SERVIZI? Farmaci e Salute 2. Allarme antidolorifici: più rischi per infarto e ictus Prevenzione e Salute 3. Crema solare su bimbi non solo al mare Scienza e Salute 4. Sentiamo anche attraverso la pelle Yaritza Oliva, la ragazza che piange sangue 6. Così l'agopuntura protegge dallo stress 5. Alimentazione e Salute 7. Le uova ci danno proteine di qualità (e convenienti). L’Assemblea nazionale di Federfarma Servizi, riunitasi ieri a Roma, ha eletto Antonello Mirone quale nuovo Presidente dell’organismo rappresentativo delle cooperative dei titolari di farmacia italiani. Un riconoscimento attribuito a chi, insieme a tutti i soci di Farmacampania, si è sempre distinto nella promozione dell’attività cooperativistica coniugandola alla professionalità dei Titolari di farmacia. Nell’esprimere, anche a nome dell’intera Categorìa, il proprio compiacimento per la nomina del Collega Mirone, Noi tutti auspichiamo che, attraverso tale protagonismo, si possano portare a conclusione tutte le scelte strategiche per i farmacisti Napoletani. I DALTONICI VEDONO COLORI CHE NOI NON VEDIAMO? Esistono diverse forme di daltonismo provocate da anomalie nei geni responsabili della percezione dei colori. questi difetti però non fanno sì che i daltonici vedano colori diversi; semplicemente, eliminano alcuni toni dallo spettro dei colori. Nella protanopia (1% della popolazione) manca per es. il rosso, nella deuteranopia (1%) il verde: in entrambi i casi, i soggetti confondono il rosso e il verde. Nella tritanopia (0,004% della popolazione) si confondono il violetto e il giallo.ulazione Dal colore al bianco e nero. Esistono diversi gradi di daltonismo: nelle forme lievi, la percezione dei colori è solo leggermente modificata rispetto alla norma; in quelle più marcate la cecità al colore è totale (acromatopsia). SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 209 ALIMENTI E SALUTE Le UOVA ci Danno PROTEINE di QUALITÀ (e convenienti) Un «tesoro» anche di vitamine, ferro e zinco. Se il consumo è moderato non bisogna «temere» il colesterolo Uno dei principali pregi delle uova è quello di coniugare un elevato valore nutrizionale con un basso costo. Secondo un sistema di valutazione elaborato da un prof. della Univ. di Washington per aiutare i consumatori ad avere un’alimentazione nutriente e conveniente, le uova sono fra le principali fonti, e a più basso costo, di proteine di elevata qualità, oltre che di vitamine A, B2 e B12, di ferro e zinco. Questi pregi, però, sono spesso oscurati dal temuto contenuto di colesterolo delle uova stesse. Un elemento nuovo viene ora da una revisione degli studi pubblicata online dall’American Journal of Clinical Nutrition). COLESTEROLO - Ricercatori dell’Univ. del North Carolina, hanno concluso che il consumo di uova non risulta associato col rischio di malattia e di morte per cause cardiovascolari, se non nei pazienti diabetici. Fra questi, chi mangiava almeno un uovo al giorno presentava un rischio di malattia cardiovascolare del 69% superiore rispetto a chi aveva i consumi più bassi (meno di un uovo alla settimana). «Questa revisione - conferma che il consumo moderato di uova non si associa a un aumento del rischio cardiovascolare. È vero che le uova sono ricche di colesterolo e che in genere è meglio moderare l'apporto di questo componente, ma è anche vero che l'assorbimento intestinale del colesterolo alimentare è piuttosto basso e molto variabile a individuo ad individuo. Inoltre, non è tanto il colesterolo alimentare ad aumentare la concentrazione del colesterolo nel sangue, quanto altri componenti alimentari, in particolare i grassi saturi, che sono quindi i primi a dover essere tenuti sotto controllo». DIABETICI - Perché, allora, il consumo di uova potrebbe aumentare il rischio cardiovascolare nei diabetici? «La persona diabetica, a parità di fattori di rischio, e in particolare del livello di colesterolo plasmatico, ha una probabilità di eventi cardiovascolari molto più elevata rispetto a chi non è diabetico. Non stupisce perciò che lo stesso valore di colesterolemia, associato a un determinato consumo di uova, comporti un rischio più alto nel diabetico. Questo non vuol dire però che il diabetico debba astenersi dal consumo di uova, deve solo stare più attento e non eccedere». (Salute, Corriere) CREMA SOLARE SU BIMBI NON SOLO AL MARE Filtri "giusti" per evitare il melanoma La prevenzione del cancro della pelle nei bambini comincia applicando schermi solari idonei non solo in spiaggia, anche quando giocano all'aperto. Lo sostengono i pediatri del Rady Children's Hospital di San Diego, Stati Uniti. L'abbronzatura non è sinonimo di colorito sano - "Un bimbo abbronzato appare più in salute agli occhi dei genitori ma l'esposizione ai raggi aumenta il rischio di sviluppare un melanoma e per tutti vale la regola di evitare il sole dalle 10 alle 16 in estate. I solari devono avere un fattore di protezione dai raggi di tipo B superiore a 15, oltre a filtri anti UV-A". I filtri non sono tutti uguali - I prodotti contenenti ossibenzone e avobenzone (parsol) proteggono anche dai raggi UV-A per un tempo massimo di 4 h ma, se addizionati di sostanze stabilizzanti, arrivano a proteggere fino a 6h. Lo specialista specifica: "Il filtro mexoryl difende più a lungo ma vale sempre la regola di riapplicare i prodotti frequentemente. I solari possono scatenare allergie e nei bambini che già ne soffrono, dunque è meglio evitare i prodotti contenenti ac. para-aminobenzoico, coloranti e i profumi. Meglio il biossido di titanio e di zinco, filtri minerali che bloccano i raggi UV-A e B". I prodotti contenenti vitamina C ed E permettono una ulteriore protezione, come gli integratori alimentari di beta-carotene. Se la pelle è grassa sono indicati gli schermi non comedogenici, i solari infatti possono far comparire l'acne. Infine, occorre ricordarsi di proteggere anche le labbra. (Salute, Tgcom) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 209 SCIENZA E SALUTE SENTIAMO" ANCHE ATTRAVERSO LA PELLE Particolari sensazioni tattili come la percezione di un soffio d'aria sul collo influenzano la nostra percezione dei suoni. Una buona notizia per chi soffre di problemi d'udito. "Apri bene le orecchie!" ci sentiamo apostrofare quando è richiesta la nostra attenzione. Da oggi però, potrebbero dirci anche "tendi bene la pelle!" o qualcosa del genere. Secondo una ricerca pubb. sulla rivista Nature infatti, la nostra capacità di comprensione dei suoni è influenzata non solo dai gesti (come il movimento di labbra e mani) che si accompagnano a tutte le conversazioni, ma anche dalle sensazioni tattili avvertite dalla nostra epidermide durante un discorso. In particolare, dai leggeri e spesso impercettibili "soffi" d’aria che la bocca emette con la pronuncia di alcune sillabe. Senti questa! Un team di ricercatori dell’Univ. of British Columbia di Vancouver, ha fatto ascoltare a 66 soggetti sani - uomini e donne - una serie di sillabe, divise tra "pa" e "ta" (suoni che nella lingua inglese, si pronunciano con una lieve aspirazione d’aria) e "ba" e "da", le corrispettive sillabe non aspirate. Contemporaneamente ai volontari, sono state somministrati leggerissimi "sbuffi" d’aria, simili a emissioni di fiato, sulla pelle del collo o della mano. Inganno sonoro. Quando ai soggetti è stato chiesto di distinguere i suoni, si è visto che le sillabe associate a emissioni d’aria sulla pelle, venivano percepite come aspirate, anche se non lo erano. In altre parole, "ba" e "da" venivano scambiati con "pa" e "ta" quando associati agli sbuffi d’aria. "Sentire" senza le orecchie. Il fenomeno dicono gli scienziati, è analogo a quello della lettura labiale: quando gli occhi percepiscono il movimento delle labbra dell’interlocutore, l’area cerebrale della corteccia auditiva si attiva. A quel punto per il cervello, è come se stessimo "sentendo" con gli occhi. «La stessa cosa accade anche con la pelle sentiamo un soffio d’aria, non importa se arriva dalle orecchie o dall’epidermide». Prospettive future. Ulteriori ricerche verificheranno se lo stesso effetto possa essere ottenuto anche durante le normali conversazioni quotidiane fuori dal laboratorio. In tal caso, la scoperta potrebbe avere importanti ripercussioni sullo sviluppo di dispositivi studiati per persone con problemi d’udito. (Focus) Allarme antidolorifici: più rischi per infarto e ictus L'uso prolungato di alcuni antidolorifici, in particolare quelli appartenenti alla famiglia FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei) aumenta di un terzo il rischio di infarto, ictus e morte per cause legate a malattie cardiovascolari. A lanciare l'allarme i risultati di uno studio finanziato dal Medical Research Council e dalla British Heart Foundation e realizzato dall'Univ. di Oxford in collaboraz. con l'Univ. Cattolica di Roma. Stando alla ricerca, pubblicata anche sulla rivista «The Lancet», i principi attivi sotto accusa sarebbero il diclofenac e l'ibuprofene. Dopo l'analisi di 300.000 casi di cura con alte dosi e per tempi prolungati, si è rilevato un rischio da 2 a 4 volte superiore di emorragia gastrointestinale e su ogni 1000 persone un'incidenza di 3 infarti in più. Da qui il monito per cui la scelta di una terapia con i FANS deve essere sempre valutata attentamente. Di fondamentale importanza è poi scegliere l'antidolorifico giusto e soprattutto sempre informare il paziente sui possibili rischi legati a questi farmaci. (Salute, Il Mattino) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 209 SCIENZA E SALUTE YARITZA OLIVA, LA RAGAZZA CHE PIANGE SANGUE Il misterioso episodio a Purranque in Cile: una ventenne improvvisamente ha iniziato a piangere lacrime di sangue Mettetevi una mano sul cuore e, per favore, aiutate mia figlia». E' stato questo l'accorato messaggio che il padre della giovane Yaritza ha rivolto agli spettatori del canale televisivo cileno 24 Horas. La ragazza ha avuto i primi sintomi all'inizio di questo mese quando, con un misto di incredulità e paura, ha incominciato a vedere sgorgare dai propri occhi rosse lacrime di sangue. Nella piccola cittadina rurale di Purranque, ventimila abitanti e situata nella Regione dei Laghi cilena, c'è un solo ospedale e il solo oculista che presta la sua opera nel nosocomio locale solo qualche giorno alla settimana ha così tanti pazienti da non poter ricevere Yaritza. L'unica occasione di trovare una risposta alla strana condizione della ragazza è stato un trasferimento presso il vicino ospedale di Puerto Montt, dove però i medici le hanno semplicemente prescritto un collirio per alleviare il bruciore agli occhi, senza riuscire a dare una spiegazione dello strano fenomeno. TANTE IPOTESI, NESSUNA DIAGNOSI - Yaritza piange sangue diverse volte al giorno e ha dichiarato di provare un dolore indescrivibile durante la lacrimazione. La giovane in un primo momento ha pensato di essere affetta da una forma di congiuntivite o da una qualche infezione. Ad un certo punto è arrivata anche a temere che quelle lacrime fossero delle stigmate, rimanendo chiusa in casa per giorni nel timore delle reazioni della gente alla vista delle sue inusuali lacrime. A cercare di fare un po' di chiarezza sulle condizioni di Yaritza è stato Alejandro Lutz, oftalmologo della Clinica Las Condes di Santiago che, dopo avere esaminato i filmati e le foto della ragazza, ha affermato di «escludere che si tratti di una congiuntivite, batterica o virale, poiché l'aspetto degli occhi e i sintomi sono differenti e lo stesso vale per le forme allergiche e croniche». Secondo l'oculista cileno la causa della rara patologia della quale soffre la giovane potrebbe originare dall'emofilia, da un'alterazione delle piastrine o dall'uso di farmaci. Per il momento quello che conta è che in molti hanno risposto all'appello del padre di Yaritza e che presto la ragazza verrà visitata da medici competenti che tenteranno di risolvere il suo caso. Da notare, infine, che la ventenne cilena soffre anche di un’altra sindrome che le causa dislocazioni articolari ai polsi e alle caviglie, impedendole talvolta di camminare e usare le mani. EMOLACRIA - E' questo il nome con il quale la scienza definisce la rara sintomatologia che affligge Yaritza ed è una condizione fisica conosciuta che può essere associata a svariate malattie, come il tumore dell'apparato lacrimale, o essere causata da traumi, infezioni e fattori inquinanti. Inoltre in molti sostengono che si tratti di una situazione fisica che riguarda le donne in età fertile che potrebbe essere determinata da squilibri ormonali. Esistono altri tre casi documentati di emolacria nel mondo: due ragazze indiane e un quindicenne americano. Tutti e tre sono stati sottoposti ad approfonditi test clinici che però non hanno portato ad alcuna diagnosi certa. C'è chi sospetta si tratti di sintomi legati a difetti della coagulazione del sangue (malattia di Von Willebrand tipo 2), chi ipotizza una ancora sconosciuta e rarissima patologia e chi, come nel caso della dodicenne indiana , arriva a citare la sindrome di Munchausen per procura, un disturbo mentale che colpisce generalmente le madri e che spinge la genitrice ad arrecare danni fisici, talvolta gravissimi, al figlio per attirare l'attenzione su di sé. Infine, nel marzo scorso, un canadese ha iniziato a piangere lacrime di sangue, ma questa volta l'individuazione della causa è stata tempestiva e risolutiva: l'uomo, che presentava sanguinamento anche in altre parti del corpo, era stato morso da un serpente velenoso e grazie a un antidoto specifico è guarito. (salute, AdnKronos) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 209 SCIENZA E SALUTE COSÌ L'AGOPUNTURA PROTEGGE DALLO STRESS I dati sperimentali sembrano confermare l’efficacia dell’antica pratica cinese Lo stress si misura. Lo si può fare misurando la regolarità della frequenza cardiaca oppure dosando gli ormoni che l’organismo produce in risposta alle sollecitazioni fisiche o psichiche. Questa reazione fisiologica, selezionata dall’evoluzione per rispondere a situazioni di emergenza, provoca però malessere quando, a causa di stimoli continui, diventa cronica. Un circolo vizioso che l’agopuntura potrebbe spezzare. LO STUDIO - A Ladan Eshkevari, assistente responsabile del programma di anestesia infermieristica alla Georgetown University School of Nursing and Health Studies, come a molti altri agopuntori, capitava spesso: pazienti trattati con gli aghi dell’antica medicina cinese per il mal di testa o la sindrome del tunnel carpale, indipendentemente dai risultati ottenuti sul dolore, riferivano di sentirsi più rilassati, meno ansiosi, di dormire meglio e affrontare in maniera più positiva le occasioni di stress di ogni giorno. Per questo, insieme con S. E Mulroney, del Dip. di farmacologia e fisiologia della stessa università, ha provato ad allestire un esperimento per verificare se effettivamente l’agopuntura agisce sui meccanismi di risposta dell’organismo allo stress. In effetti i loro risultati, pubblicati sul Journal of Endocrinology, sembrano offrire un ulteriore fondamento biologico a questa antica disciplina, una delle poche, tra le cosiddette "medicine complementari", a trovare continue conferme da parte della medicina occidentale. Ma per arrivarci sono ricorse a un esperimento che farà storcere il naso a chi si oppone alla sperimentazione animale, perfino quando è giustificata dalla ricerca su gravi malattie. «Abbiamo ricreato artificialmente una situazione simile a quella dello stress cronico immergendo per dieci giorni quotidianamente per un’ora in acqua fredda dei topi di laboratorio -. Prima li avevamo però divisi in tre gruppi: uno è stato tenuto come controllo, ed esposto quindi a questa fonte di stress senza nessun trattamento preventivo; uno era stato stimolato per quattro giorni con l’elettroagopuntura nel punto Stomaco 36, lo stesso usato per molte indicazioni anche nella pratica clinica umana; nel terzo gruppo, infine il trattamento era stato effettuato 5 mm più in là, in un punto quindi non corrispondente, perché agisse come un placebo». RISULTATI: All’inizio dell’esperimento, dopo una settimana e dopo 14 giorni i ricercatori hanno inoltre dosato nel sangue gli ormoni tipici dello stress: non solo il neuropeptide y, con cui avevano già condotto un esperimento analogo in passato, ma anche il cortisolo, prodotto dal surrene, e i fattori che ne stimolano la sintesi a partire dall’ipofisi e dall’ipotalamo. I livelli nel sangue di queste sostanze, da cui dipendono gli effetti dello stress sull’organismo, come l’ansia o la tachicardia, erano aumentati negli animali che non avevano ricevuto nessun trattamento e in quelli sottoposti alla falsa agopuntura, ma significativamente ridotti in quelli stimolati nel punto giusto. IL COMMENTO - «Lo studio dei ricercatori di Washington ha esaminato gli effetti dell’azione preventiva dell’agopuntura. Il prossimo lavoro cercherà di verificare se l’antica pratica ha la stessa capacità di curare chi dello stress cronico è già vittima. Ma chi già si affida regolarmente agli aghi degli esperti non ha bisogno del dosaggio del cortisolo nei topi per giurare che sia così. (salute, Corriere)