Anno II – Numero 213 AVVISO 1. visita alla Farmacia degli incurabili: lunedi’ 15 luglio, ore 20.45 Notizie in Rilievo Farmaci e Salute 2. Un nuovo farmaco prolunga la vita dei malati di leucemia Prevenzione e Salute 3. Dormire sette ore è la Giovedì 04 Luglio 2013, S. Elisabetta, Rossella, Cristina COMMEMORAZIONE del DECENNALE della SCOMPARSA del PRESIDENTE dell’ORDINE SILVIO CATAPANO Si terrà, presso la sede dell’Ordine, stasera 04 Luglio con inizio alle ore 20.45. La Categoria commemora il Presidente S. Catapano nella sede dell’Ordine, nel decennale della dipartita. Alla guida della categoria per più di 30 anni. ricetta salvacuore 4. Quando si invecchia si può fare il «lifting» anche alla mente? LO ZUCCHERO FA VENIRE LE RUGHE Diminuisce elasticità e tono dell'epidermide Scienza e Salute 5. Come scoprire se il tuo interlocutore mente 6. Bronchiti estive, è boom 60mila a settimana Alimentazione e Salute 7. Lo zucchero fa venire le rughe 8. Si all’olio extravergine ma meglio se usato per condire a crudo 9. Dall'uva all'uva passa: la super-merenda fa bene a cuore e denti. Consolatorio e dolce, lo zucchero ha un rovescio della medaglia insospettabile, ossia causerebbe le rughe. Lo sostiene Brooke Alpert, autrice del libro "The Sugar Detox: Lose Weight, Feel Great, and Look Years Younger" ("Disintossicarsi dallo zucchero: perdere peso, sentirsi meglio e sembrare anni più giovane"). Pelle meno tonica - Insieme alla dermatologa P. Farris, con cui ha scritto il volume, Alpert spiega che lo zucchero non solo fa male nei modi che sappiamo (fa ingrassare, può causare il diabete), ma è responsabile anche di facce rugose e dalla pelle cadente. Infatti, lo zucchero si andrebbe a legare in modo tossico alle proteine strutturali che danno elasticità alla cute, in primis collagene ed elastina. Così facendo, gli zuccheri che ingeriamo da junk food e bibite fanno perdere elasticità e tono alla pelle, solcandola di rughe. Gli zuccheri più insidiosi sono fruttosio, destrosio, glucosio, maltodestrine, che danno anche dipendenza. (Salute, Tgcom) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 213 SCIENZA E SALUTE COME SCOPRIRE SE IL TUO INTERLOCUTORE MENTE Scoprire con certezza assoluta se chi abbiamo davanti ci sta ingannando non è possibile. Ma, in alcuni casi, possiamo farci venire qualche sospetto. Le dritte anti bugiardo in un recente studio condotto a Harvard Vuoi sapere se il tuo interlocutore ti sta mentendo? Se parla sempre più velocemente, utilizza troppo spesso la terza persona e dice più parolacce del solito, probabilmente sì. È la sintesi di uno studio sull’effetto Pinocchio nelle conversazioni d’affari recentemente pubblicato su Discourse Process da un team di ricercatori di Harvard. SIAMO TUTTI BALLISTI. Il dato di fatto dal quale sono partiti i ricercatori è che la maggior parte delle persone, nelle trattative di lavoro, dice bugie e nasconde fatti importanti per la controparte. «Riuscire a capire quando l’interlocutore mette in atto questi comportamenti poco etici serve a ristabilire una sorta di parità nel rapporto», spiega D. Malhotra, esperto in negoziazioni e co-autore Il tuo interlocutore mente? Da Harvard alcune dritte per scoprirlo dello studio. I ricercatori non si sono limitati a identificare i pattern linguistici tipici di chi sta mentendo, per altro già noti, ma si sono concentrati sulla differenza tra bugie esplicite e omissione di informazioni. GIOCHI DI RUOLO. Per fare questo hanno reclutato 104 volontari e li hanno fatti giocare a ultimatum game, un gioco frequentemente utilizzato nei test di psicologia degli affari. In questa prova metà dei volontari riceve una somma di denaro che deve dividere, a sua discrezione, con un interlocutore, convincendolo di aver proceduto a una ripartizione equa: «Abbiamo creato una situazione in cui le persone potessero decidere se mentire o meno», afferma Malhotra. Alla fine del test è risultato che solo il 30% dei partecipanti aveva tentato di ingannare la controparte con menzogne o omissioni. È possibile scoprire i bugiardi semplicemente osservando il loro comportamento? Secondo i ricercatori sì. Le conversazioni intercorse tra i partecipanti al test sono state trascritte e videoregistrate, così da dar modo agli scienziati di analizzarle nel dettaglio. Ecco che cosa hanno scoperto. NON CI CASCO! Sono emersi due tipi di comportamenti, consci e inconsci, dettati da risposte emotive a specifiche situazioni. COMPORTAMENTI CONSCI: - i bugiardi incalliti tendono a utilizzare molte più parole, probabilmente nel tentativo di fuorviare e convincere l’interlocutore; - gli specialisti dell’omissione, al contrario, tendono a parlare molto poco, probabilmente per non suscitare in chi ascolta domande che potrebbero costringerli a scoprire le carte. COMPORTAMENTI INCONSCI: - chi dice bugie dice anche più parolacce. Secondo i ricercatori è un problema di concentrazione: mentire richiede molte energie e questo va a discapito di altre funzioni, come l’autocontrollo; - i mentitori utilizzano la terza persona molto più degli onesti: «È un modo inconscio per prendere le distanze da ciò che si sta dicendo»; - i bugiardi, in media, costruiscono frasi molto più complesse e articolate. (Focus) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 213 PREVENZIONE E SALUTE DORMIRE SETTE ORE È LA RICETTA SALVACUORE Ridotti i rischi di infarto e ictus per chi si gode la giusta quantità di riposo Riposare almeno 7 ore per notte riduce il rischio di eventi cardiovascolari fatali e non (infarti e ictus) del 22% e riduce il rischio di quelli fatali del 43%. Unito ai fantastici quattro della prevenzione - esercizio fisico, dieta corretta, non fumare e consumare pochissimi alcolici - un buon sonno riduce il rischio di infarti e ictus del 65% e dell'83% di quelli fatali. Lo dimostra un maxi-studio olandese pubblicato sull'European Journal of Preventive Cardiology. Prevenzione in relax - E' come dire che se tutti i partecipanti allo studio avessero aderito ai cinque corretti stili di vita, il 36% degli eventi cardiovascolari (cioè oltre uno su 3) e il 57% di quelli fatali (oltre la metà) avrebbero potuto teoricamente essere prevenuti o quantomeno ritardati nel tempo. Coordinati dall'Istituto Nazionale di Salute pubblica e dell'Ambiente, gli esperti hanno seguito un campione di circa 15 mila individui di entrambi i sessi per parecchi anni, tutti senza problemi cardiovascolari all'inizio dello studio. Ne hanno monitorato le abitudini e gli stili di vita e rilevato che l'abitudine a dormire almeno sette ore per notte è associata a una riduzione del rischio di infarti e ictus del 22% e a una riduzione del 43% dei casi fatali. Unitamente al rispetto degli altri 4 tradizionali consigli di prevenzione (no ad alcol e fumo, ginnastica e alimentazione sana), il sonno riduce il rischio di eventi cardiovascolari del 65% e di quelli fatali dell'83%. (Salute, Tgcom) BRONCHITI ESTIVE, È BOOM 60MILA A SETTIMANA Circa sessantamila a settimana i nuovi casi di bronchite estiva, il doppio rispetto alla media stagionale. «L'epidemia virale atipica che ha caratterizzato l'inizio dell'estate - spiega Fabrizio Pregliasco dell'ist. di Virologia dell'univ. di Milano - è la conseguenza di una situazione anomalia. Con sbalzi termici continui che fortunatamente sembrano essere giunti al termine. Se le temperature si mantengono stabili come ora, il numero di nuovi casi settimanali potrebbe dimezzarsi e rientrare così nella media stagionale». Il numero di nuovi malati è già in calo rispetto a poco tempo fa, quando si era arrivati a 150 mila nuovi casi a settimana, ma «non per questo è una situazione da prendere sottogamba - Soprattutto gli anziani devono fare attenzione». Anziani e bambini. I sintomi iniziali sono quelli della tipica influenza invernale, cambiano invece i virus responsabili del malessere: gli esperti puntano il dito contro coronavirus, rinovirus e adenovirus. E se l'infezione viene trascurata, cresce il rischio di sovrainfezione batterica causa di bronchiti e polmoniti. In particolare gli anziani devono stare attenti, perchè sviluppano una forma di polmonite 'silente”, dove gli unici indicatori della presenza di un'infezione così grave sono «l'aumento della frequenza cardiaca, e un leggero affaticamento a respirare. Spesso gli anziani finiscono direttamente in ospedale prima di rendersi conto di avere la polmonite». Occhio dunque ad aria condizionata e bagni al mare: «Nel momento dello sbalzo termico, il nostro corpo è più vulnerabile, e dunque a maggior rischio infezione». (Salute, Il Mattino) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 213 PREVENZIONE E SALUTE QUANDO SI INVECCHIA SI PUÒ FARE IL «LIFTING» ANCHE ALLA MENTE? Non ci sono farmaci o «sostanze miracolose» in grado di prevenire la riduzione della memoria Ho 69 anni e sono una «pensionata della scuola» che vorrebbe sentirsi ancora protagonista attiva del suo tempo. Cerco di seguire i consigli dei medici e ho una corretta igiene di vita. Ma per quanto concerne le capacità cognitive noto che ci sono poche indicazioni. Quando espongo al medico alcune defaillance della mia memoria, mi sento rispondere che non è nulla, forse un po' di stanchezza. Se per mantenere la pelle elastica ci sono le creme (e per ringiovanirla il lifting), possibile che per mantenere la mente elastica non ci sia nulla, insomma niente lifting per il cervello? Risponde Niccolò Marchionni, dir. del dip. di cardiologia e medicina geriatrica all'osp. Careggi, Firenze. Per mantenere la mente in forma il più a lungo possibile si deve seguire uno stile di vita sano utile non solo per la prevenzione delle malattie della circolazione cerebrale (responsabili di almeno una parte del decadimento cognitivo che può manifestarsi con l'aumento dell'età), ma anche per rallentare il processo generale di invecchiamento. Mi spiace però deluderla: non ci sono farmaci o «sostanze miracolose» in grado di prevenire la riduzione della memoria, e di altre capacità cognitive (possono manifestarsi anche nel normale processo di invecchiamento), al di là dei farmaci per tenere sotto controllo i più comuni fattori di rischio cardiovascolare, (ipertensione arteriosa o ipercolesterolemia) quando non sono sufficienti le norme comportamentali. L'ipertensione arteriosa, in particolare, sembra essere un formidabile «killer della mente». Non solo perché aumenta la probabilità di ictus e di altre malattie del cervello che derivano da alterazioni della circolazione cerebrale; ma perché si associa a un aumentato rischio di malattie degenerative del cervello, quale la demenza di Alzheimer. In accordo con queste osservazioni, esistono evidenze sul fatto che i farmaci anti-ipertensivi e il controllo ottimale della pressione arteriosa eccessivamente elevata, riducono il rischio sia di ictus, sia di demenza di Alzheimer. Tra i comportamenti efficaci nel preservare le funzioni del cervello, sono due i pilastri: 1. la dieta mediterranea 2. l'attività fisica regolare di intensità almeno moderata. Attenzione, però: sulla dieta mediterranea ci sono molti equivoci. Non si tratta, come spesso si sente dire, di mangiare pane, pasta e simili a volontà; ma di mettere nel piatto buone quantità (5 porzioni al giorno) di verdure, frutta, legumi, cereali, con l'aggiunta di un po' di frutta secca. Un’altra buona notizia è che la dieta mediterranea e attività fisica hanno un effetto «additivo»: sia l'una che l'altra sono protettive nei confronti delle malattie degenerative cerebrali, ma chi segue entrambe queste abitudini di vita ha un vantaggio doppio rispetto a chi che ne segue una sola. Inoltre, diversi studi indicano che mantenere il cervello impegnato ha un ulteriore effetto protettivo: leggere regolarmente e cercare di riassumere ciò che si è letto, magari il giorno dopo; imparare una nuova lingua o a usare le tecnologie informatiche; partecipare ad attività di socializzazione, sono tutte attività che riducono il rischio di decadimento cognitivo. Mi rendo conto che non si tratta di grandi novità, ma si tratta degli unici provvedimenti di cui sia stata dimostrata una sicura efficacia da seri studi epidemiologici. (Salute, Corriere) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 213 ALIMENTAZIONE E SALUTE SÌ ALL'OLIO EXTRAVERGINE, MA MEGLIO SE USATO PER CONDIRE A CRUDO Se scaldato perdete le sue caratteristiche peculiari Contrasta la comparsa del cancro e di altre malattie, ma per sfruttarne tutti i benefici è meglio consumarlo a crudo: l'olio extravergine di oliva perde gran parte delle sue proprietà peculiari durante la cottura, qualunque sia il metodo di preparazione utilizzato. A svelarlo è uno studio pubblicato su Food Research International da un gruppo di ricercatori dell'Università di Porto (Portogallo). “Purtroppo diversi metodi di cottura, dalla comune friggitura, alla bollitura e alla cottura al microonde, modificano senza dubbio il profilo chimico dell'olio d'oliva”, precisano gli scienziati. La conseguenza pratica è la perdita dei composti fenolici e degli altri antiossidanti che conferiscono all'extravergine le sue proprietà salutari. Questo fenomeno non comporta nessun rischio per la salute. Infatti dopo la cottura l'olio extravergine continua ad essere salutare almeno tanto quanto gli altri oli di origine vegetale. Tuttavia, sarebbe meglio utilizzarlo per condire le pietanze a crudo, preferendo oli d'oliva di qualità inferiore per le cotture. In alternativa è possibile aggiungere l'extravergine in padella solo poco alla volta, in modo che non si scaldi troppo e riesca a mantenere tutte le sue caratteristiche salutari. (Salute, Sole 24ore) DALL'UVA ALL'UVA PASSA: LA SUPER-MERENDA FA BENE A CUORE E DENTI Pieno di antiossidanti dagli acini Con chiamatela più uvetta. Perché l'uva passa, quella rugosa e un po' bruttina, potrebbe essere un concentrato di antiossidanti utile per la prevenzione di un buon numero di patologie. Cominciando dalla bocca. Spiega lo studio pubblicato sul Journal of food science, infatti, che nell'acino appassito di uva si concentrano dosi super di antiossidanti in grado di contrastare contro lo Streptococcus mutans, uno dei più combattivi batteri che formano la placca e minacciano i denti. Secondo i ricercatori guidati da A.R. Waters dall'uvetta può arrivare un valido aiuto alla formazione del film batterico che attacca i denti, favorisce il distacco della gengiva e in definitiva la caduta dei denti. Ma non solo. Effetti sono stati accertati anche contro diabete e rischi cardiovascolari. Nonostante il tenore di zuccheri elevato, risultato della disidratazione dell'uva – comunemente l'uva passita si utilizza per i vini dolci -, l'elevato livello di vitamine e nutrienti permette di ridurre l'apporto di zuccheri e grassi da altre fonti alimentare. Lo ha stabilito lo studio condotto tra il 2003 e il 2008 su un gruppo di bambini che poteva scegliere di fare merenda con “fuori pasto” diversi: uva passa, uva, patatine, biscotti al cioccolato. I bimbi golosi di uva e uvetta non solo era più sazi degli altri, ma introducevano nella dieta anche fonti salutari di fibre, antiossidanti come il resveratrolo, vitamina C, potassio e ferro. Una merenda più sana di così?