Anno II – Numero 217 AVVISO 1. Ordine: Viaggio a S. Pietroburgo. Mercoledì 10 Luglio 2013, S. Felicita, Silvana SCIENZA E SALUTE IL TUMORE SI SCOPRE COL CIOCCOLATO 2. Visita alla Farmacia degli Incurabili e Concerto: 15 Luglio, ore 20.45 Notizie in Rilievo Farmaci e salute 3. Diabete: 2 farmaci antiipertensione riducono rischio cardiaco Scienza e Salute 4. Il tumore si scopre col cioccolato 5. Sclerosi multipla, arriva lo spray alla cannabis 6. Accucciati con la testa tra le ginocchia Ecco come difendersi dai fulmini Alimenti e Salute 7. Salute: rischio calcoli renali con abuso bibite gassate e zuccherate 8. Il pesce giova solo a piccole dosi. Lo zucchero fa "illuminare" le cellule cancerogene Cioccolata e bevande zuccherate potrebbero essere presto utilizzate come "spia" per diagnosticare il cancro. Uno strumento che potrebbe costituire un'alternativa alle radiazioni. Almeno in base a uno studio dello University College of London, pubblicato su Nature Medicine. Fanno "illuminare" i tumori - Gli studiosi hanno messo a punto una tecnica che identifica la malattia basandosi sul modo in cui lo zucchero viene assorbito dal corpo, scoprendo che i tumori maligni consumano più glucosio (zucchero semplice) rispetto ai tessuti sani per "alimentare" la propria diffusione. Riadattando la strumentazione utilizzata per la diagnostica per immagini, infatti, gli scienziati hanno scoperto che gli organi affetti da tumore assumevano rapidamente una colorazione brillante dopo che i pazienti consumavano qualcosa di dolce. Potrebbe essere, dunque, un modo semplice e veloce per identificare la malattia, alternativo alle tecniche solitamente utilizzate che prevedono l'impiego di radiazioni, vietate alle donne in gravidanza e ai bambini. Su questa nuova metodologia sono ancora in corso dei trial clinici, ossia sperimentazioni sugli uomini, ma, secondo gli esperti, i risultati ottenuti sono incoraggianti. (Salute, Tgcom24) LE CELEBRITÀ E I LORO SOSIA ANIMALI Angelina Jolie ha lo sguardo enigmatico di una cerbiatta. Paris Hilton SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 217 SCIENZA E SALUTE SCLEROSI MULTIPLA, ARRIVA LO SPRAY ALLA CANNABIS Il farmaco va prescritto da un neurologo di un centro per la sclerosi ed è rimborsato in classe H ospedaliera Anche in Italia è disponibile da pochi giorni un farmaco a base di cannabis. Combatte la spasticità (da moderata a grave) causata dalla sclerosi multipla. Il farmaco, in formato spray, si spruzza in bocca e viene assorbito dalla mucosa: efficace anche per chi ha difficoltà a deglutire. La sclerosi multipla colpisce nel mondo circa un milione di persone: il sistema immunitario distrugge la guaina che protegge le cellule dei nervi nel cervello e nel midollo spinale. I cannabinoidi sono usati per le loro virtù terapeutiche da migliaia di anni, anche se solo di recente sono stati studiati scientificamente contro spasmi dolorosi, spasticità, nausea, rigidità muscolare, disfunzioni della vescica, disturbi del sonno. Il prodotto disponibile anche in Italia è in vendita da tempo in 21 Paesi del mondo e in sei europei. Polemiche e timori ne avevano finora ostacolato l’approvazione da noi. REGISTRO - Ora c’è, va prescritto da un neurologo di un centro per la sclerosi ed è rimborsato in classe H (ospedaliera). In un Registro nazionale saranno iscritti i pazienti in cura. La cannabis contiene più di 60 principi attivi differenti, detti cannabinoidi. Tra questi il più attivo è il tetraidrocannabinolo (Thc). Il Sativex, così si chiama lo spray, lo contiene insieme al Cbd (cannabidiolo). Non ha effetti collaterali, né crea dipendenza. In altri termini non ha nulla a che vedere con la nota "erba", o marijuana, derivata dalle infiorescenze femminili essiccate. E questa è la cannabis non terapeutica. CANNABIS - L'anno scorso, l'Olanda è stato il primo paese al mondo a rendere la cannabis disponibile come farmaco prescrivibile per le persone colpite da cancro, Hiv e sclerosi multipla. Negli Stati Uniti la cannabis è anche usata per affrontare il problema della perdita di peso che colpisce i pazienti affetti da Aids e la nausea e il vomito lamentati da chi soffre di cancro. Di recente in Italia, in un ospedale della Puglia (Casarano) cannabis terapeutica (appositamente coltivata) è somministrata gratuitamente a 5 pazienti con sclerosi multipla. Una sperimentazione coraggiosa, ma efficace. Ora a disposizione avranno lo spray. SPASTICITÀ - «Nel nostro Paese - dice Giancarlo Comi, neurologo del San Raffaele di Milano, uno dei massimi esperti internazionali di sclerosi multipla - la maggior parte dei pazienti, nel decorso della propria malattia, deve confrontarsi con il problema della spasticità che non solo limita la loro possibilità di camminare, ma spesso comporta anche disturbi del sonno, li affligge con crampi e spasmi dolorosi rendendo difficile lo svolgimento delle normali attività quotidiane. La disponibilità del nuovo farmaco offre ora una prospettiva più rosea a questi malati». (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 217 ACCUCCIATI CON LA TESTA TRA LE GINOCCHIA ECCO COME DIFENDERSI DAI FULMINI Nuove linee guida per prevenire i traumi e intervenire in caso di incidente. Esiste anche una «posizione di sicurezza» “la posizione di sicurezza contro i fulmini” Anche d'estate non sono rari i temporali. Spesso con tanto di fulmini. Che in qualche caso uccidono, come è successo al bambino di 12 anni che stava giocando in spiaggia a Taranto. Si calcola che in Italia, negli ultimi 30 anni, i morti siano stati circa 600. Come salvarsi e come intervenire se qualcuno viene colpito da un fulmine? Le ultime linee guida in materia: comportamenti semplici, che a volte possono davvero fare la differenza fra la vita e la morte. FULMINI - Il problema non è così remoto come si potrebbe supporre: anche se i 16 milioni di temporali che si scatenano ogni anno nel mondo avvengono per lo più nella fascia equatoriale, si stima che in Italia cadano circa 578mila fulmini all'anno. Va detto che i morti sono parecchio diminuiti negli ultimi quarant'anni, grazie a una maggiore protezione degli edifici, alla maggiore conoscenza delle norme di prudenza da parte della popolazione e anche ai successi della medicina (le ustioni che un tempo erano incurabili oggi possono essere risolte più efficacemente); tuttavia è meglio non abbassare la guardia perché potrebbe sempre capitare di essere sorpresi all'aperto da un temporale. E in quel caso, che si fa? Primo, occorre imparare a capire i segnali di un temporale imminente: vento che aumenta, cielo scuro, nuvole cumuliformi sempre più minacciose sono segno di tempesta in avvicinamento ed è opportuno non aspettare e cercare subito di mettersi al riparo. «Senza mettersi a calcolare la distanza del temporale misurando l'intervallo fra tuono e lampo: può dare una falsa sicurezza. E anche a temporale finito, bisogna aspettare una buona mezz'ora dagli ultimi tuoni prima di tornare allo scoperto». Se ci si trova all'aperto e cominciano a cadere i fulmini, la prima regola è allontanarsi da cime e crinali e stare alla larga da alberi isolati, pali della luce e altri simili oggetti alti. PREVENZIONE - non esiste alcun posto certamente sicuro: anche una volta al chiuso è meglio stare lontani da porte, finestre, caminetti. In ogni caso, gli edifici e in secondo luogo le auto (con il tettino in metallo però, le macchine scoperte con il "top" in tessuto non sono altrettanto protettive) sono i posti dove è meglio cercare rifugio. Se ci si trova all'aperto senza case o macchine nelle vicinanze, esiste una posizione di sicurezza da assumere quando ci si accorge che i fulmini sono vicini (es. perché si sente odore di ozono o peli e capelli si drizzano perché cresce la carica elettrostatica dell'aria): bisogna sedersi o accucciarsi con ginocchia e piedi uniti e la testa fra le ginocchia, così da creare un solo punto di contatto con il terreno; se possibile, meglio ancora isolarsi dal suolo mettendo sotto di sé uno zaino a cui siano state tolte le parti metalliche. Se si è in gruppo, occorre sparpagliarsi perché la scarica non si propaghi dall'uno agli altri. «In montagna è bene scendere dalle cime nel pomeriggio, perché dopo mezzogiorno aumenta la probabilità di temporali in quota. In barca, meglio andare sottocoperta bloccando il timone; se ci si trova in una piscina, un lago o nel mare bisogna cercare di tornare all'asciutto prima possibile, allontanandosi dall'acqua». INTERVENTO - Che fare invece se vicino a noi qualcuno cade vittima di un fulmine? La morte arriva per arresto cardiaco e respiratorio assieme, per cui la prima cosa da fare è tentare la ventilazione e di rianimare il paziente: la vittima di un fulmine infatti non è più carica elettricamente, per cui non si rischia nulla a prestare soccorso con tutti i mezzi del caso. (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 217 PREVENZIONE E SALUTE IL PESCE GIOVA SOLO A PICCOLE DOSI Bilanciando i benefici e i pericoli da inquinamento, gli esperti raccomandano le giuste quantità Troppo pesce nella dieta potrebbe nuocere al nostro organismo. Così gli esperti consigliano di limitare le dosi di pesce a due porzioni settimanali. La colpa è di mercurio, Pcb (policlorobifenili) e altre sostanze inquinanti. A lanciare l'allarme è l'Agenzia di Sicurezza Alimentare Francese (Anses) per bilanciare le necessità nutrizionali con i pericoli legati alla contaminazione. Occhio a salmone e anguille - Per i pesci grassi (salmone, aringhe, trota) le dosi si riducono a una volta ogni 7 giorni, mentre per alcune specie d'acqua dolce, i cosiddetti "bioaccumulatori", di cui fanno parte anguilla e carpa, il consiglio è limitarsi a due volte al mese. Gli ammonimenti riguardano in particolare donne incinte e bambini. La ricerca - Lo studio su cui si basano le raccomandazioni è partito oltre un anno fa, su richiesta delle autorità sanitarie d'Oltralpe. Si è tenuto conto degli effetti benefici legati alla presenza nel pesce di acidi grassi Omega 3 e dei livelli di contaminazione di diossina, mercurio organico e Pcb, sostanze la cui azione tossica è particolarmente pericolosa nel periodo prenatale e nella prima infanzia. Gli esperti hanno considerato che i benefici ormai accertati degli Omega 3 contro i tumori e le malattie cardiovascolari vanno sicuramente sfruttati, ma nei limiti imposti dai rischi dell'inquinamento delle acque, sempre più allarmante. Colpa dell'inquinamento - Una ricerca dello scorso gennaio aveva indicato, che la deforestazione nel mondo si è tradotta in uno sversamento nei laghi e fiumi di circa 260 tonnellate di mercurio prima trattenute nel suolo dagli alberi. Oggi la quantità di mercurio presente nei primi 100 metri di profondità dell'oceano è raddoppiata negli ultimi cento anni. Il consiglio è comunque mangiare pesce, alternando però specie diverse. E facendo particolare attenzione ai quelle di acqua dolce "bioaccumulatori" (anguille, barbo, scardola, carpa, pesce gatto) da mangiare al massimo due volte al mese nella popolazione generale. Ma i limiti sono maggiori per le donne in età fertile, quelle incinte, in allattamento e i piccoli sotto i 3 anni che possono assumerli solo una volta ogni due mesi. Attenzione, infine, al pesce crudo che può essere contaminato anche da microrganismi di origine umana o animale. DIABETE: 2 FARMACI ANTI-IPERTENSIONE RIDUCONO RISCHIO CARDIACO Due farmaci usati per abbassare la pressione nei diabetici, il telmisartan e il valsartan, potrebbero ridurre il rischio di ricoveri per attacco cardiaco o ictus. Lo studio, pubblicato sul 'Canadian Medical Association Journal'. Gli scienziati hanno coinvolto nello studio oltre 50mila pazienti diabetici dell'Ontario di età media superiore a 65 anni che hanno assunto farmaci che bloccano i recettori angiotensinici - abbassando la pressione sanguigna - dal 2001 al 2010. I risultati hanno mostrato che il telmisartan e il valsartan erano associati a un significativamente più basso rischio di ospedalizzazioni per attacchi cardiaci, ictus o altre malattie cardiache, rispetto agli altri prodotti della stessa categoria. (Agi) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 217 SALUTE: RISCHIO CALCOLI RENALI CON ABUSO BIBITE GASSATE E ZUCCHERATE Tè, caffè e succo d’arancia, invece, hanno un effetto protettivo Bere bibite gassate e zuccherate aumenta il rischio di sviluppare calcoli renali. A stabilirlo è uno studio dei ricercatori dell' Univ. Cattolica di Roma insieme ai colleghi della Harvard University di Boston. "Chi consuma un bicchiere o una lattina al giorno di bevande carbonate (gassate) - ha un rischio di calcoli del 23-33% maggiore rispetto a chi consuma meno di una lattina alla settimana. Tè, caffè e succo d’arancia, invece, hanno un effetto protettivo". Lo studio è stato pubblicato su 'Clinical Journal of the American Society of Nephrology' ed è stato condotto da Pietro Manuel Ferraro, nefrologo dell’Unità Operativa di Nefrologia dell’Università Cattolica e coordinato dal Professor Gary Curhan dell’Università di Harvard. La ricerca è frutto di uno studio durato otto anni che ha coinvolto 194 mila persone. "lo studio – suggerisce inoltre che caffè e tè non siano controindicati per la salute dei reni, ma che, al contrario, possano essere potenzialmente benefici nei pazienti con calcoli renali. Finora - si tendeva a dire che tè e caffè devono essere assunti con moderazione dai pazienti con calcolosi in quanto sono fonte di sostanze dannose per i reni come l’ossalato. Il nostro studio tende a sfatare questa idea". La calcolosi renale è una patologia frequente e in aumento nella popolazione generale. Uno dei capisaldi del trattamento e della prevenzione di questa condizione è il conseguimento di una adeguata idratazione. "lo studio conferma che non tutti i fluidi sono però ugualmente benefici. E quindi raccomandiamo a tutti un'assunzione limitata (non superiore a una lattina alla settimana) di bevande gassate zuccherate, in particolare a coloro che sono affetti da calcolosi o a rischio di sviluppare tale condizione". Lo studio è stato condotto con lo scopo di verificare l’associazione tra il consumo di determinate bevande e lo sviluppo di calcoli renali in un campione della popolazione generale. "Abbiamo analizzato i consumi di 20 tipologie di bevande – spiega Ferraro - di tipo carbonate con e senza cola/con e senza zucchero, succhi di frutta, birra, vino, superalcolici, caffè con e senza caffeina, tè, latte e acqua. L’analisi ha dimostrato - che il consumo di quantità elevate di bevande carbonate zuccherate era associato a un aumento del rischio di calcoli, mentre un elevato consumo di caffè (con e senza caffeina), tè, birra, vino e succo d’arancia a una riduzione del rischio". L’assunzione eccessiva di bevande carbonate e zuccherate è un fattore di rischio noto per lo sviluppo di condizioni come l’obesità o il diabete, che a loro volta aumentano il rischio di sviluppare calcoli. L’ipotesi avanzata dai ricercatori, però, è che le bevande gassate e zuccherate "abbiano anche un effetto diretto sui reni", in quanto nello studio "l’analisi statistica teneva in considerazione anche gli effetti indiretti causati da obesità e diabete - e ciononostante si osservava una associazione significativa tra consumo di bibite e calcoli". "Un possibile meccanismo d’azione - precisa lo studio - potrebbe consistere nell’aumento dell’escrezione urinaria di calcio, ossalato e acido urico (tutti fattori che aumentano il rischio di formazione di calcoli) a causa del fruttosio presente nelle bevande". "La nostra analisi - osserva Ferraro - ha dimostrato che in un campione della popolazione generale il consumo eccessivo di bevande carbonate e zuccherate era effettivamente associato a un aumento del rischio di calcoli, anche dopo aver preso in considerazione altri possibili fattori di rischio. Ad oggi, il nostro è il più ampio studio prospettico ad aver riportato questo dato". (Adnkronos Salute)