Anno II – Numero 218 AVVISO 1. Ordine: Viaggio a S. Pietroburgo. 2. Visita alla Farmacia degli Incurabili e Concerto: 15 Luglio, ore 20.45 Giovedì 11 Luglio 2013, S. Olga, Fabrizio PERCHÉ L’ACQUA CALDA CONGELA PRIMA DI QUELLA FREDDA? È il cosiddetto effetto Mpemba, dal nome dello studente della Tanzania, Erasto Mpemba. Notizie in Rilievo Nel 1963 notò che un impasto per fare il gelato congelava prima se era Prevenzione e salute 3. Occhi e sole, i consigli del medico per difendersi durante l'estate 4. Comunità di recupero da gioco d'azzardo Scienza e Salute 5. Perché l’acqua calda congela prima di quella fredda? 6. Smog e tumore al polmone, la relazione c'è 7. Gli si ferma il cuore, ibernazione lo salva 8. Donne e turni, fertilità a rischio Alimenti e Salute 9. Gli antiossidanti: il naturale elisir di lunga vita tiepido che se era freddo. Anni più tardi Erasto si iscrisse all’università, alla facoltà di fisica, e pose la domanda a un suo docente. Insieme, nel 1969, scrissero una pubblicazione scientifica che spiegava il fenomeno. Fenomeno complesso: L’effetto Mpemba è il risultato di diversi fattori, non tutti ancora chiariti. Certamente, contribuisce il fatto che, al contrario dell’acqua fredda, quella calda evapora e quindi, dopo un certo tempo, la quantità che deve congelare diminuisce. Inoltre, l’acqua fredda contiene più gas disciolti, e la presenza di queste sostanze tende a far abbassare la temperatura alla quale inizia il congelamento, rallentando il processo. Infine, in un liquido caldo i movimenti di convezione (dall’alto verso il basso e viceversa) sono maggiori, e questo impedisce che, all’inizio del congelamento, si formi in superficie uno strato sottile di ghiaccio che, nell’acqua fredda, ha l’effetto di isolare termicamente la parte ancora liquida, rallentando l’ulteriore congelamento. (Focus) CONCLUSA LA FASE DI ACQUISIZIONE DELLE CANDIDATURE PER IL BANDO DI CONCORSO DELLA REGIONE CAMPANIA Nella edizione di domani i numeri dei partecipanti in forma individuale e associata. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 218 SMOG E TUMORE AL POLMONE, LA RELAZIONE C'È A ogni incremento di 5 µg/m3 di PM2,5 il rischio di cancro sale del 18%, e del 22% a ogni aumento di 10 µg/m3 di PM10 Di smog si parla tradizionalmente da ottobre in poi, quando le caldaie accese raddoppiano o quasi l'effetto del traffico. Ma l'inquinamento dell'aria è più cattivo in estate, soprattutto nei paesi del Sud Europa. È questo uno dei risultati più interessanti del progetto "Medparticles". Le ricerche presentate hanno confermato anche per le città mediterranee un aumento di rischio di mortalità e di ricoveri per cause cardiache e respiratorie con il crescere della concentrazione delle polveri. Ma perché le polveri "latine" dovrebbero essere più nocive di quelle statunitensi? E perché di più in estate? Prima di tutto la composizione chimica delle polveri sottili in Europa è diversa che negli Usa, visto che le auto diesel da noi sono circa il 50% e oltre Atlantico il 2%. Questo fa sì che le nostre polveri siano più ricche del tossico carbonio elementare. Inoltre nelle città considerate dallo studio (Milano, Torino, Bologna, Parma, Reggio Emilia, Modena, Roma, Marsiglia, Madrid e Barcellona) c'è molto traffico, in alcuni casi anche marittimo, e molto sole, che trasforma le polveri in inquinanti secondari ancora più nocivi. Nell'area mediterranea infine c'è una maggiore frequenza di incendi e di ricaduta delle sabbie sahariane alle nostre latitudini, che nel loro viaggio dal deserto fino a noi si portano dietro sostanze inquinanti». Un bel cocktail, che affligge cuore e polmoni soprattutto nelle grandi città nei mesi più caldi, quando si sta così volentieri fuori casa a "tirare il fiato". TUMORE AL POLMONE - A rincarare la dose giungono due studi pubblicati su Lancet. Il primo, ha seguito per 13 anni una popolazione sparsa per tutta Europa di 313mila persone, individuando un chiaro nesso fra esposizione a polveri e tumore al polmone. In particolare nella forma che colpisce anche i non fumatori (adenocarcinoma). I ricercatori sono riusciti a mettere in relazione i 2.095 casi di tumore al polmone insorti in quelle popolazioni nel periodo considerato con il livello di polveri alle residenze dei malati, riuscendo pure a correggere per potenziali effetti confondenti come il fumo, la dieta e il tipo di occupazione. Si è visto così che a ogni incremento di 5 μg/m3 di PM2,5 il rischio di tumore al polmone aumenta del 18%, e del 22% a ogni aumento di 10 μg/m3 di PM10. Più le polveri sono sottili, insomma, più sono nocive. E pare non esserci una soglia sotto la quale l'effetto cancerogeno viene meno. Alcuni casi di tumori attribuibili agli inquinanti si sono registrati anche in persone esposte a livelli di polveri entro i limiti dell'attuale legislazione europea, che prescrive di non superare per il PM10 i 40 μg/m3 e per i Pm2,5 i 25 μg/m3. «Questo significa che dobbiamo annoverare l'inquinamento dell'aria - anche a concentrazioni normali - fra le cause di tumore al polmone, e considerare con maggiore attenzione l'impatto dell'inquinamento sulla salute». CUORI INQUINATI - Il secondo studio pubblicato sullo stesso numero di Lancet riguarda un'altra conseguenza poco nota dell'inquinamento: lo scompenso cardiaco, cioè quella condizione in cui il cuore, ormai sfibrato e ingrossato, non è più in grado di pompare sangue a sufficienza. È ormai assodato infatti il ruolo che le polveri giocano nell'infarto, soprattutto nelle persone col cuore già vacillante. Valutando i dati i ricercatori hanno potuto riscontrare un nesso causale fra l'aumento della concentrazione degli inquinanti nell'aria e il subitaneo aggravarsi dello scompenso, spesso nel giorno stesso della massima esposizione. Il rischio di finire in ospedale per una crisi di insufficienza cardiaca o di morirne cresce del 3,5% all'aumentare di 1 ppm di CO, del 2,3% all'aumento di 10 ppb di SO2, dell'1,7% per uno stesso aumento di biossido di azoto e di circa il 2% per ogni incremento di 10 μg/m3 di polveri. Il perché anche modesti aumenti di polveri e gas mettano il cuore al tappeto coinvolge diversi meccanismi: da un lato le polveri sottili, passando dai polmoni nel circolo sanguigno, sono in grado di provocare una infiammazione generalizzata che facilita la formazione di placche aerosclerotiche, trombi e ischemie. Dall'altro lo stress chimico delle particelle inquinanti agisce sul Sistema simpatico e parasimpatico determinando aritmia e danni a cuore e coronarie. (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 218 PREVENZIONE E SALUTE OCCHI E SOLE, I CONSIGLI DEL MEDICO PER DIFENDERSI DURANTE L'ESTATE Tutto quello che bisogna ricordare per proteggere la vista al mare e in montagna dalla 'invadenza' della luce estiva, diretta o riflessa. Come scegliere gli occhiali, quali lenti a contatto utilizzare, le precauzioni da adottare per bambini e anziani e i fastidi più diffusi del periodo Non solo la pelle del viso, ma anche gli occhi possono essere danneggiati dall'esposizione ai raggi Uva e Uvb. In particolare, l'eccesso di UV danneggia parte del cristallino riducendone la trasparenza e provocando danni che possono aggravarsi con l'età. Anche il riverbero è un altro elemento da cui difendere i nostri occhi specie se sono chiari. La ricerca ha stabilito una correlazione fra l'esposizione agli UV e le patologie oftalmiche a breve e a lungo termine. Per evitare il peggio, occorre essere consapevoli dei rischi a cui esponiamo anche gli occhi quando prendiamo il sole e sapere come difenderci. I rischi per la vista - Tra i rischi a breve termine c'è la cheratite puntata, un disturbo molto doloroso che può manifestarsi subito dopo l'esposizione a una luce particolarmente accecante. "E' provocata dalla disidratazione della cornea, che è fatta al 90% di acqua, e causa un dolore pulsante fino a quando l'epitelio corneale non torna in condizioni di normalità", spiega F. Loperfido, responsabile del servizio di Oftalmologia generale del San Raffaele di Milano. D'estate può insorgere anche la congiuntivite con prurito, fastidio, bruciore e forte lacrimazione. Ma ci sono anche dei rischi a lungo termine dovuti all'accumulo di esposizione solare. "Oltre che dagli UV è importante difendersi dalla luce blu, uno spettro di luce emesso artificialmente da tablet, computer e Led vari, ma anche naturalmente dal sole". Proprio l'esposizione prolungata anche alla luce blu può affaticare la vista e provocare nel tempo l'opacità del cristallino (cataratta) e una degenerazione maculare. Quanto ai sistemi di abbronzatura artificiale, anche una seduta di lampada o lettino abbronzante può provocare fastidi alla vista. "Il rischio è quello di una sensibilizzazione della cornea soprattutto se non si mette l'occhialino di protezione, magari con l'ovatta umida sotto, per contrastare la disidratazione dell'occhio". Gli occhiali da sole - Stare all'ombra non basta a proteggere gli occhi perché i raggi Uv vengono riflessi dal mare, dalla sabbia e da altre superfici. Per questo gli occhiali da sole sono fondamentali, purché abbiano determinati requisiti. Proprio come le creme solari, anche gli occhiali devono avere un filtro per gli UV. "Gli occhiali a norma sono riconoscibili dal marchio Ce - ricorda Loperfido -, che significa a norma della Comunità europea, da non confondere con il marchio China Export, trucco usato per importare occhiali non a norma". Inoltre, per legge devono avere un libretto in cui è indicato il grado di protezione da Uv che va da 1 a 5. Oggi è possibile persino personalizzare l'occhiale in base alla destinazione della vacanza ed alla propria condizione di vista. Esistono occhiali da montagna che hanno una grande capacità di protezione dall'Uv e dall'ultravioletto; le lenti alla melanina proteggono anche dalla luce blu; quelle polarizzate, che sono particolarmente indicate in condizioni di luce abbagliante o comunque di elevata illuminazione perché filtrano i riflessi, lasciano passare la luce in maniera selettiva e sono quindi molto indicate per chi guida e chi pratica sport. Anche il colore cambia in base al tipo di problema: per i miopi, meglio scegliere il marrone; per gli ipermetropi, il verde-grigio. PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 218 Lenti a contatto - Anche in vacanza si possono continuare a utilizzare le lenti a contatto, seguendo semplici regole che aiutino l'occhio a non infiammarsi e ad evitare infezioni. Per prima cosa, è meglio utilizzarle per meno ore rispetto al solito, in modo da far riposare anche gli occhi. Per prevenire le infezioni, inoltre, sarebbe meglio acquistare le lenti a contatto monouso a ricambio giornaliero, anche perché l'acqua di mare, che è salata, tende a disidratare l'occhio. La continua ricerca della contattologia ha permesso di creare, negli ultimi anni, nuove tipologie di lenti a contatto da sole con un'ampia copertura anche dei raggi ultravioletti. Perciò, sia al mare che in montagna, è bene scegliere quelle che hanno un filtro UV incorporato, che garantiscono una protezione del 99% dai raggi UBV e del 95% dai raggi UVA. Non bisogna scordare che le lenti con protezione UV non proteggono l'intero occhio, ma solo la cornea; dunque, il loro uso è sempre consigliato in associazione a un buon paio di occhiali da sole. Se si va al mare, consiglia l'esperto, fare attenzione alla sabbia, mentre in acqua è sempre meglio indossare gli occhialini da nuoto perché il contatto con l'acqua salata causa irritazione e bruciore, provocando la variazione della curvatura base della lente, che tenderà a stringersi sulla cornea riducendo così l'ossigenazione e la tollerabilità. Stessa precauzione in piscina poiché il cloro, se assorbito dalla lente a contatto, verrebbe trasmesso e continuerebbe ad essere trasmesso alla cornea anche successivamente con conseguenze di tossicità a carico dell'epitelio corneale. Per chi vuole fare snorkeling o immersioni, nessun problema: se non si vuole acquistare una maschera graduata, si possono indossare le lenti sotto la maschera a patto di scegliere quelle morbide che aderiscono meglio all'occhio e non "scappano" via. Devono avere un filtro protettivo UV ed essere costruite con materiale ad elevato bilanciamento idrico. Per chi, invece, va in montagna, è bene ricordare che le lenti semirigide si perdono con maggiore facilità durante i movimenti bruschi. Se si fa trekking in alta quota, è meglio utilizzare lenti a contatto morbide con filtro UV e con elevati valori di DK (capacità del materiale di trasmettere ossigeno) poiché ad alte quote l'ossigeno si riduce notevolmente. Bambini e anziani - Insieme a coloro che hanno già una patologia della retina o hanno subìto un intervento chirurgico, anzini e bambini sono soggetti più sensibili e a rischio. "L'apparato visivo dei bambini al di sotto dei dieci anni è ancora in crescita e va tutelato al meglio anche perché difficilmente i piccoli se ne stanno fermi sotto l'ombrellone". Attenzione, quindi, soprattutto alla scelta degli occhiali per bambini per i quali spesso si tende a risparmiare "perché tanto li perdono". Anche gli anziani sono soggetti più a rischio perché la loro lacrimazione è più scarsa, il cristallino più opaco e c'è una maggior predisposizione alla maculopatia. "Anche per loro l'occhiale è fondamentale e può essere anche graduato, meglio se fotocromatico che si scurisce con la luce", suggerisce l'esperto. Lacrime artificiali - Per prevenire la disidratazione e la secchezza oculare causata da una prolungata esposizione al sole, è poi importante usare spesso le lacrime artificiali che mantengono l'occhio ed eventualmente le lenti a contatto sempre umidi. Per maggiore comodità, può essere preferibile utilizzare un vaporizzatore oculare ai liposomi che si spruzza direttamente sull'occhio chiuso; in questo modo si eviteranno contatti con mani unte di crema o sporche di sabbia. La dieta degli occhi - Sempre, ma a maggior ragione in estate, è bene consumare molta frutta (soprattutto arancia, kiwi e albicocche), verdura (peperoni, pomodori, carote, ma anche vegetali a foglia verde come lattuga e spinaci) e seguire una dieta povera di grassi. Fondamentale per la salute degli occhi è la luteina, un potente antiossidante che il nostro organismo non è in grado di produrre da solo. La luteina si trova nel tuorlo dell'uovo, negli spinaci, nel crescione e nelle foglie di rapa. Bastano 50 grammi al giorno di questi alimenti per garantire la quantità di luteina necessaria per proteggere la nostra retina dai raggi solari. (Salute, Repubblica) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 218 SCIENZA E SALUTE GLI SI FERMA IL CUORE, IBERNAZIONE LO SALVA Al Maggiore di Bologna l'ipotermia ha preservato il cervello di un paziente Un ventisettenne, colpito da arresto cardiaco mentre sosteneva un esame post-universitario, è stato salvato grazie a un'innovativa tecnica con cui i medici dell'ospedale Maggiore di Bologna lo hanno "congelato". E' stato impiegato un kit di raffreddamento a placche che consente un raffreddamento corporeo 15 volte più veloce delle vecchie tecniche. L'ipotermia fa affluire meno sangue al cervello rallentandone l'attività. Una procedura "salva-cervello" - Utilizzando questa tecnica si riducono i possibili danni cerebrali. Il giovane ora sta bene e non ha riportato danni neurologici. Il ragazzo è stato colpito dall'arresto cardiaco la scorsa settimana in un comune del Bolognese. L'uomo è stato defibrillato, stabilizzato e intubato. Poi è stata avviata la procedura di ipotermia per abbassare la temperatura a 35 gradi: è stato usato un kit adesivo speciale, 7-8 placche rettangolari contenenti un gel speciale che permette di ridurre velocemente la temperatura corporea. Una volta all'ospedale, il ragazzo è stato accolto all'unità di Emodinamica e sottoposto a coronarografia, che ha escluso l'infarto, poi ricoverato in Rianimazione, dove è stato sedato ed è rimasto "congelato" per 24 ore. Dopo tale periodo di tempo, la temperatura è stata fatta risalire gradualmente. In seguito è stato trasferito in Cardiologia, dove sono stati disposti esami per approfondire la natura dell'arresto cardiaco e stabilire la terapia. (Salute, Tgcom24) DONNE E TURNI, FERTILITÀ A RISCHIO Chi lavora di notte ha un terzo di possibilità in più di avere un aborto spontaneo Le donne che fanno i turni a lavoro hanno maggiori probabilità di una riduzione della fertilità. Inoltre, non avere un orario fisso può causare problemi mestruali e il lavoro notturno aumenta le possibilità di aborto spontaneo. Ad affermarlo è una ricerca condotta dalla Univ. of Southampton. Fertilità a rischio - La ricerca è una meta-analisi di tutti gli studi sul tema pubblicati tra il 1969 e il gennaio 2013 che, in totale, hanno coinvolto quasi 120mila donne. Gli scienziati hanno scoperto che coloro che facevano i turni a lavoro avevano il 33% di possibilità in più di avere disturbi mestruali rispetto a coloro che avevano un orario fisso. Inoltre, la riduzione della fertilità ricorreva con un tasso dell'80% in più tra le donne che seguono una turnazione. Le donne che lavoravano solo la notte non avevano maggiori rischi di problemi mestruali né difficoltà di concepimento ma il 29% di probabilità in più di interruzione della gravidanza. (Salute, Tgcom24) Comunità di recupero da gioco d'azzardo Da due settimane a tre mesi, chiusi dentro una piccola e accogliente struttura, per mettersi alle spalle la dipendenza dal gioco d'azzardo. Pluto, la prima struttura terapeutica (che non avrà nessun costo per il paziente) contro una patologia relativamente nuova e in crescita è stata inaugurata a Reggio Emilia dall'Associazione centro sociale papa Giovanni XXIII e dalla Regione Emilia-Romagna. Ospiterà sei persone, inviate dalle Asl. PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 218 ALIMENTAZIONE E SALUTE GLI ANTIOSSIDANTI: IL NATURALE ELISIR DI LUNGA VITA Sono fondamentali per il nostro organismo, riducono l'attività dei radicali liberi e proteggono i nostri organi Sono presenti soprattutto nei cibi di origine vegetale e contengono chi più chi meno un gran numero di antiossidanti come le vitamine A,C ed E che insieme a minerali come il rame e lo zinco, apportano al nostro corpo numerosissime sostanze che svolgono una naturale attività antiossidante. Il nostro organismo normalmente riesce a tenere sotto controllo l'attività dei radicali liberi attraverso speciali sostanze antiossidanti endogene (sintetizzate autonomamente) ed esogene (presenti negli alimenti). Tieniti in equilibrio: le abitudini alimentari svolgono un'azione fondamentale. Se l'assunzione di alcuni alimenti aiutano a combattere i radicali liberi esercitando un'azione protettiva, esistono anche alimenti per così dire "potenzialmente dannosi". Un'alimentazione troppo ricca di grassi animali, pesci grassi e uno smodato uso di oli vegetali e frutta secca, può aumentare l'attività dei radicali liberi, anche se tali nutrienti sono associati ad un elevato apporto di vitamina E, assumiamoli con moderazione! I radicali liberi. Come, dove e perché ci danneggiano: Nel percorso degli innumerevoli processi metabolici del nostro corpo una piccola quantità di ossigeno da origine a molecole particolarmente reattive. Queste molecole sono i radicali liberi. Hanno la capacità di danneggiare strutture cellulari molto importanti quali: la membrana plasmatica e il DNA. Le loro azioni dannose azionano e accelerano il naturale processo di invecchiamento cellulare; deprimendo di fatto il sistema immunitario e favorendo il manifestarsi anche di diverse forme di tumori. Tu, il sole e l'attività fisica: Quando arriva la bella stagione abbiamo voglia di muoverci, uscire dal torpore e di esporci al sole, amico e nemico di ognuno di noi. Sappiamo i molteplici benefici che quest'ultimo ha sulla nostra psiche e il nostro corpo, ma attenzione, l'esposizione prolungata ai raggi solari aumenta la sintesi endogena dei radicali liberi. D'altro canto l'attività fisica rende i sistemi antiossidanti di origine enzimatica molto più efficaci. Pertanto un'alimentazione corretta ed equilibrata, associata ad una sana attività fisica si conferma lo strumento vincente per combattere l'invecchiamento. Le vitamine. La quintessenza del benessere: Tra le sostanze con proprietà antiossidanti troviamo le vitamine E e C, i carotenoidi i polifenoli e le antocianine, ma non fatevi spaventare dai loro nomi scientifici, sono di facile reperibilità, si possono assumere attraverso diversi cibi naturali senza necessariamente integrarli attraverso farmaci (pratica giusta da fare laddove sussista una intensa attività fisica) e magari già presenti sulle vostre tavole. (Sani e Belli)