Anno II – Numero 226 AVVISO 1. Ordine: Viaggio a S. Pietroburgo. Martedì 23 Luglio 2013, S. Brigida ANTIOSSIDANTE VINO RIDUCE BENEFICI ATTIVITA' FISICA Notizie in Rilievo Il troppo storpia anche quando si tratta di antiossidanti. Alimenti e salute 2. Antiossidante vino riduce benefici attivita' fisica Scienza e Salute 3. Neonati di divorziati soffrono meno se dormono in una sola casa 4. Che cosa sono le immagini subliminali? 5. Psoriasi, camouflage per coprire gli inestetismi 6. Reflusso gastroesofageo: come ottenere una diagnosi perfetta! 7. Una nuova ricerca danese ha dimostrato che un composto antiossidante che si trova nell'uva rossa - e quindi anche nel vino - blocca molti dei benefici cardiovascolari dell'attività fisica tra gli uomini più anziani. Si tratta del resveratrolo che recentemente è stato indicato come un possibile toccasana antiinvecchiamento disponibile come integratore alimentare e tra i principali fattori benefici del vino rosso. Lo studio pubb. sul 'Journal of Physiology' ha dimostrato che una dieta molto ricca di antiossidanti come il resveratrolo può contrastare molti degli impatti positivi sulla salute degli esercizi fisici, tra cui la riduzione della pressione sanguigna e del colesterolo. "Abbiamo scoperto spiegano gli autori - che l'integrazione di resveratrolo attenua gli effetti positivi dell'attività fisica tra gli uomini over 65 anni su diversi parametri tra cui la pressione arteriosa, la concentrazione dei lipidi plasmatici e il massimo consumo di ossigeno". Le dosi considerate di resveratrolo sono maggiori di quelle assunte attraverso gli alimenti naturali e riguardano principalmente quelle contenute negli integratori. (Salute, Agi) I Farmacisti Napoletani incontrano i Farmacisti Europei: SAN PIETROBURGO Farmaci e Salute 8. Cancro al polmone, meglio la vecchia chemio TOUR A SAN PIETROBURGO 19/22 Settembre 4 giorni / 3 notti. Partenza da Napoli Capodichino COME PRENOTARSI: uffici dell’Ordine o contattare l’agenzia (cell. 342 544 2957) entro e non oltre il 27 Luglio p.v. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 226 SCIENZA E SALUTE NEONATI DI DIVORZIATI SOFFRONO MENO SE DORMONO IN UNA SOLA CASA I bambini hanno un bisogno biologico innato di avvertire la presenza fisica e affettiva dei genitori ma cosa succede se sin da piccolissimi sono costretti a trascorrere diverse notti lontano da casa per via della separazione dei genitori? Uno studio condotto dalla Univ. of Virginia ha dimostrato che nel primo anno di età passare anche solo una notte a settimana lontano dalla mamma rende il bebè molto più insicuro dell'affetto della madre rispetto ai neonati che dormono fuori casa più raramente o che vedono i padri solo durante il giorno. "La ricerca evidenzia quanto sia importante per i neonati nel primo anno di vita poter fare affidamento sulla presenza costante e affidabile di un singolo genitore badante durante la notte - e soprattutto non essere sottoposti a trasferimenti settimanali tra una casa e l'altra. Dai risultati emerge che sia la madre sia il padre possono assumere il ruolo di genitore primario, l'elemento importante rilevato è la costanza, il poter contare su una presenza affettiva quotidiana e stabile". (Agi) CANCRO AL POLMONE, MEGLIO LA VECCHIA CHEMIO Si è rivelata più efficace rispetto ai nuovi farmaci molecolari che attaccano solo cellule malate Per colpire il tumore ai polmoni, la chemioterapia standard è più efficace rispetto al trattamento con i più costosi e recenti farmaci a bersaglio molecolare, cioè in grado di attaccare solo le cellule malate. A svelarlo è uno studio dell'Osp. Fatebenefratelli di Milano e pubb. su The Lancet Oncology. Sopravvivenza superiore - La ricerca ha svelato che, per il trattamento del 90% dei tumori del polmone non a piccole cellule, i pazienti trattati con la chemioterapia hanno una sopravvivenza superiore rispetto a quelli trattati con erlotinib, uno dei nuovi farmaci a bersaglio molecolare. (Agi) CHE COSA SONO LE IMMAGINI SUBLIMINALI? Sono dette subliminali (da sub=sotto e limen=soglia) quelle immagini che recepiamo solo inconsciamente perché sono state sottoposte alla nostra attenzione per un tempo troppo breve (meno di un decimo di secondo) per restare fissate nella memoria. Le immagini subliminali sono quindi visioni di durata così breve che il nostro occhio non fa in tempo a fissarle stabilmente sulla retina, ma che il nostro cervello ugualmente registra, restandone influenzato. In altre parole, con questa tecnica è possibile inviare messaggi di cui nessuno si accorge coscientemente. Efficaci davvero? Negli anni Sessanta alcuni pensarono che inserendo dei fotogrammi subliminali all'interno di un filmato fosse possibile inviare agli spettatori un messaggio che li condizionasse ad agire o pensare in un determinato modo (per es., ad acquistare un prodotto o a simpatizzare per un uomo politico). Tuttavia, diversi esperimenti scientifici hanno smentito questa ipotesi, escludendo che un'immagine subliminale possa influenzare qualcuno a sua insaputa. (Focus) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 226 SCIENZA E SALUTE PSORIASI, CAMOUFLAGE PER COPRIRE GLI INESTETISMI Il progetto "PSO Beautiful" promosso da associazioni e società scientifiche per migliorare la qualità di vita dei pazienti Mascherare col camouflage le chiazze rossastre spesso ricoperte da squame e diffuse su diverse parti del corpo, anche su viso e mani. Per aiutare i pazienti che soffrono di psoriasi e artrite psoriasica a "coprire" gli inestetismi cutanei è nato il progetto «PSO beautiful», promosso da Associaz. per la difesa degli psoriasici, Società di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse e Associaz. dei dermatologi ospedalieri. «Il progetto "PSO Beautiful" è mirato a migliorare la qualità di vita dei pazienti. Il problema principale che affrontiamo ogni giorno è il confronto con le altre persone negli ambienti di lavoro, a scuola, in palestra, dal parrucchiere, in piscina, al mare. Si è condizionati anche nella scelta dell’abbigliamento: per nascondere gli inestetismi si preferisce indossare pantaloni e camicie a maniche lunghe anche d’estate». DISCRIMINATI AL LAVORO - Uno dei maggiori disagi causati da psoriasi e artrite psoriasica è la comparsa di lesioni cutanee che influiscono sulla percezione di sé e sulla vita sociale e di relazione. Secondo un recente sondaggio la qualità di vita è seriamente compromessa dalla malattia: il 74% dei pazienti dichiara che la psoriasi ha avuto un impatto negativo sulla vita di relazione, l’86% si è sentito in imbarazzo almeno qualche volta per la reazione delle persone. quasi una persona su due è stata penalizzata o discriminata al lavoro rispetto alle opportunità di assunzione o di carriera, il 63% dei pazienti ha rinunciato all’attività sportiva a causa della malattia, l’84% delle donne e il 41% degli uomini sono sempre influenzati nelle scelte dell’abbigliamento. DIVERSO DAL TRUCCO - «Considerando che a soffrire di psoriasi sono spesso pazienti giovani, in età lavorativa, è importante dare loro un supporto per superare anche i problemi estetici, soprattutto nel periodo estivo - sottolinea Ornella De Pità, dermatologa all’Idi, l’Istituto dermopatico dell’Immacolata di Roma -. Il camouflage non va confuso con il trucco, anche se i prodotti utilizzati sono gli stessi (fondotinta, cipria, correttore). E non sostituisce la terapia ma l’affianca, aiutando il paziente a non scoraggiarsi. Oggi quasi tutti i tipi di psoriasi si possono trattare in modo efficace - continua la dermatologa -. A seconda della gravità, sono disponibili prodotti topici per le forme lievi-moderate e farmaci sistemici per le forme più gravi, in grado di evitare che la malattia peggiori e assicurare una buona qualità della vita». IL MAQUILLAGE CORRETTIVO - Se il trucco serve per dare risalto ad alcuni aspetti del viso, il camouflage aiuta a coprire i "difetti" e può essere applicato in ogni zona del corpo: mani, braccia, gambe. (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 226 REFLUSSO GASTROESOFAGEO: COME OTTENERE UNA DIAGNOSI PERFETTA! Il reflusso gastroesofageo è definito come il passaggio di materiale gastrico in esofago che, entro certi limiti è del tutto fisiologico. Un aumento della frequenza, quantità e durata di questo reflusso è generalmente associato con sintomi, o meno frequentemente, con lesioni della mucosa esofagea (erosioni, ulcere, ecc.): ciò genera la condizione di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE). Classicamente la malattia da reflusso è rappresentata come un iceberg in cui la parte emergente corrisponde alla quota di pazienti (20-40%) con sintomatologia tipica e frequente (pirosi retro sternale, rigurgito, ecc.), mentre la parte sommersa rappresenta la quota di pazienti con sintomi occasionali e che raramente si rivolgono al medico. La diagnosi di MRGE si basa su una scrupolosa raccolta dei sintomi e la pronta risposta ad un breve ciclo di terapia con inibitori di pompa protonica (PPI test). Tuttavia ci sono situazioni cliniche, in cui non è facile identificare i pazienti con vera MRGE come, ad esempio, nei soggetti con sintomatologia tipica ma che non presentano lesioni mucose all’esame endoscopico (malattia da reflusso esofageo non erosiva – NERD) o nei soggetti che non rispondono la terapia medica. In tali circostanze si rendono necessari accertamenti diagnostici mirati come la pH-impedenziometria esofagea multicanale (MII) 24 ore. pH-impedenziometria La pH-impedenziometria esofagea multicanale supera alcune delle limitazioni presentate dalla tradizionale pHmetria delle 24 ore perché: 1) fornisce informazioni sulla presenza di qualunque tipo di bolo che refluisce in esofago (gassoso, liquido o misto liquido-gassoso); il significato di tale differenziazione può essere compreso ad esempio se si considerano recenti segnalazioni della letteratura circa il ruolo del reflusso gassoso quale elemento in grado di indurre sintomi esofagei in pazienti endoscopicamente negativi e che non rispondono a terapie con farmaci antisecretivi 2) fornisce informazioni circa la natura acida (valori di pH intraesofageo inferiori a 4), o non acida (se il pH è compreso tra 4-0 e 7.0). La determinazione di questi parametri assume rilievo clinico in quanto i reflussi non del tutto acidi acidi, si associano ad una scarsa risposta terapeutica ai farmaci antisecretivi nei pazienti reflussori con o senza lesioni della mucosa esofagea; 3) riconosce il grado di estensione prossimale del reflusso gastro-esofageo, importante nei pazienti con manifestazioni extraesofagee; i rilevatori impedenziometrici posti ad intervalli fissi sulla sonda esofagea consentono di determinare fino a che punto dell’esofago può giungere il materiale refluito. 4) consente di valutare l’associazione tra sintomi e materiale refluito. L’indicazione principale di questa metodica appare essere lo studio dei: 1) pazienti endoscopicamente controllati e con sintomi resistenti alla terapia con inibitori della pompa protonica; 2) pazienti con sintomi atipici, quali il dolore toracico o sintomi extraesofagei (ad esempio asma bronchiale, tosse cronica, sintomi ORL) non altrimenti giustificati; 3) pazienti in cui sia posta indicazione a trattamento chirurgico della malattia da reflusso. PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 226 La rilevanza clinica della diagnostica funzionale della pH MII/24h si evince da recenti osservazioni che suggeriscono: a) che in una percentuale sino al 30% dei casi con esofagite peptica e sino al 65% dei casi con malattia da reflusso senza lesioni esofagee (NERD) persistono disturbi soggettivi nonostante la terapia antisecretiva. b) La ph-impedenziometria risulta patologica nel 40% dei casi e normale nel 60% dei soggetti resistenti alla terapia antisecretivi. c) Il 90% dei soggetti con esame patologico migliora con l’aumento del dosaggio dei farmaci antisecretivi, mentre solo il 43% di coloro con pH-MII/24h normale rispondono ad una dose più alta; pertanto nel 60% circa dei casi resistenti ad una dose standard di antisecretivi la prosecuzione della terapia con dosi elevate (doppie-triple) è probabilmente inutile. L’applicazione quindi di questa metodica funzionale consente non solo una miglior selezione dei pazienti candidati a terapia a lungo termine, ma anche di individuare i casi che presentano sintomi apparentemente da reflusso, ma che in realtà sono espressione di una malattia funzionale del tratto gastroenterico superiore. Come si esegue l’esame L'esame viene eseguito ambulatorialmente. Si raccomanda il digiuno dalla mezzanotte del giorno precedente. E' necessario sospendere i farmaci in grado di interferire con l'acidità gastrica (lansoprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo, rabeprazolo, omeprazolo) da almeno 15 giorni. Se la sospensione non è possibile se ne terrà conto alla refertazione. Sospendere 24 h prima dell’esame farmaci procinetici, antiacidi (alginati, sucralfato), H2 antagonisti (ranitidina o famotidina). L'indagine viene effettuata mediante il posizionamento di un sondino di 2 mm circa per via transnasale (foto) previa anestesia locale della mucosa nasale con anestetico da contatto. Tale sondino sarà collegato con un piccolo computer portatile, affidato al paziente, mediante il quale sarà effettuata una registrazione prolungata dell'acidità del contenuto in esofago per 24 ore. Il registratore è munito di tasti: (1) posizione eretta/supina, (2) inizio/fine pasto, (3) sintomi. La mattina seguente l’utente dovrà ritornare per rimuovere il sondino. Il paziente in queste 24 ore deve seguire le usuali abitudini quotidiane, evitare il riposo eccessivo, alimentarsi come d'abitudine, senza particolari restrizioni. Poiché l'introduzione della sonda viene praticata senza visione diretta da parte dell'operatore, è utile avere la conoscenza anamnestica di qualsiasi anomalia anatomica già nota del paziente, eventualmente scoperte tramite precedenti radiografie o endoscopie. (Salute, la Stampa)