Anno II – Numero 234 AVVISO 1. Ordine: Viaggio a S. Venerdì 02 Agosto 2013, S. Eusebio, Gustavo PERCHÉ SI DICE CANICOLA? Pietroburgo. I popoli antichi erano attenti osservatori del cielo perché grazie Notizie in Rilievo alla periodicità dei fenomeni astronomici potevano costruire calendari precisi e determinare le date migliori per i lavori Farmacia e salute 2. Anziani e farmaci. agricoli. Federfarma: “Con la farmacia dei servizi maggiore aderenza alla terapia” Prevenzione e Salute 3. La carenza di ferro aumenta rischi di demenza 4. Quattro sane abitudini per mantenere la linea 5. In viaggio senza stress In particolare, gli antichi Egizi avevano la necessità di prevedere le piene dei Nilo, sulle quali era basata la loro stessa sopravvivenza. A tale scopo, avevano notato che in un certo periodo dell'anno, verso metà luglio, la stella Sirio sorgeva appena prima del Sole, e poche settimane dopo tale data arrivava la piena. II segugio di Orione. Sirio poi è diventata la "stella del cane", perché secondo la tradizione greca rappresenta uno dei due cani che accompagnavano il gigante Orione nelle sue battute di caccia. Per questo, la canicola (dal latino "piccolo cane") è associata all'antico nome di Sirio (che oggi è infatti la stella più brillante della costellazione del Cane Maggiore) e quindi, per estensione, all'intenso calore di quei giorni, i più "bollenti" dell'anno. (Focus) Alimenti e Salute 6. Allergici in viaggio, qualche trucco per evitare di correre rischi Domanda e Risposta 7. Perché si dice canicola? Il Presidente dell’Ordine, unitamente al Consiglio Direttivo, augura a tutti Voi di trascorrere un periodo di serene vacanze. FarmaDAY riprende con la solita puntualità Lunedì 2 Settembre p.v. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 234 FARMACIA E SALUTE ANZIANI E FARMACI. FEDERFARMA: “CON LA FARMACIA DEI SERVIZI MAGGIORE ADERENZA ALLA TERAPIA” L’indagine dell’Aifa sul consumo dei farmaci tra gli over 65 e la scarsa aderenza alla terpia per molte patologie spinge l’associazione dei titolari di farmacia a chiedere a Governo e Regioni il maggior coinvolgimento del farmacista nella gestione del paziente. “I dati sugli errori commessi dagli anziani nel seguire le terapie prescritte, che emergono dallo studio promosso dall’Agenzia del farmaco, confermano la necessità di potenziare il ruolo della farmacia dei servizi, in particolare per quanto riguarda il monitoraggio dell’aderenza alle terapie delle persone anziane e fragili”. Lo afferma il presidente di Federfarma, Annarosa Racca, commentando i risultati della ricerca condotta dal Geriatrics Working Group dell’AIFA, dalla quale emerge che circa il 60% della popolazione ultrasessantacinquenne manifesta scarsa aderenza alle terapie contro depressione, ipertensione, diabete e osteoporosi. “La farmacia grazie alla diffusione capillare sul territorio, anche nei piccoli centri dove spesso è l’unico presidio sanitario, e grazie al consolidato rapporto di fiducia che la lega ai pazienti, può assicurare un’efficace attività di controllo sull’assunzione del farmaco da parte degli anziani, verificandone la correttezza e la continuità nel tempo. In farmacia – sottolinea Racca conosciamo personalmente il paziente e le sue abitudini, sappiamo quanti e quali farmaci assume con e senza ricetta. Spesso, anche attraverso un’amichevole chiacchierata, ci accorgiamo di eventuali errori commessi nell’assunzione della terapia e diamo consigli per evitare il rischio di interazioni o effetti collaterali”. “La naturale inclinazione della farmacia al monitoraggio della compliance terapeutica – continua il presidente di Federfarma - sarebbe certamente più completa ed efficace se anche i medicinali innovativi venissero distribuiti nelle farmacie e se fosse data piena attuazione alla normativa sulla farmacia dei servizi, in linea con quanto previsto dal disegno di legge recentemente presentato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. A tal fine - conclude Racca - è indispensabile e urgente avviare il confronto con le Regioni per rinnovare la Convenzione nazionale tra SSN e farmacie.” (Farmacista online) LA CARENZA DI FERRO AUMENTA RISCHI DI DEMENZA Per gli esperti, con l'anemia manca il giusto apporto di ossigeno al cervello L'anemia negli anziani aumenta le possibilità di sviluppare demenza. A dimostrarlo è uno studio della Univ. of California a San Francisco e pubb. sulla rivista Neurology. Per gli autori della ricerca una possibile causa potrebbe essere il carente apporto di ossigeno al cervello che viene appunto trasportato dal ferro. Possibilità aumentate del 41% - La ricerca ha coinvolto per 11 anni più di 2.500 anziani. L'anemia, carenza di ferro nel sangue, è un problema comune in età anziana, riguarda oltre un over-65enne su cinque. All'inizio dello studio 393 anziani erano risultati anemici. Gli esperti hanno confrontato i livelli di ferro con le diagnosi di demenza senile eseguite sul campione di riferimento nel corso degli anni. Dai dati raccolti è emerso che avere l'anemia aumenta il rischio di ammalarsi di demenza del 41%. (Salute, Tgcom24) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 234 PREVENZIONE E SALUTE QUATTRO SANE ABITUDINI PER MANTENERE LA LINEA Uno studio su donne in postmenopausa rivela gli accorgimenti utili per non riprendere i chili persi e continuare a dimagrire Le donne che hanno superato la menopausa e non vogliono ingrassare, dopo essere faticosamente riuscite a perdere peso, farebbero bene a prendere in considerazione alcuni semplici accorgimenti alimentari, rivelatisi validi alleati per mantenere il peso forma nel lungo termine. Lo rivela uno studio americano, pubblicato sulla rivista Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics. GLI ACCORGIMENTI – Per cercare di capire su quali consigli dietetici puntare di più per mantenere la perdita di peso a lungo termine, i ricercatori statunitensi hanno fatto alcune valutazioni su un campione di circa 500 donne in sovrappeso o obese sopra i 55 anni in due momenti diversi: sei mesi dopo la fine della dieta e quattro anni dopo. Ebbene gli accorgimenti legati a eventuali oscillazione di peso nei due momenti diversi sono risultati differenti. Mangiare meno dolci, meno fritti, limitare le bibite zuccherate, aumentare il consumo di pesce e cenare fuori casa meno di frequente sono gli accorgimenti risultati più utili per non prendere peso nei primi sei mesi, ma non dopo quattro anni. Sembrerebbe quindi che a lungo termine sia più faticoso mantenere alcuni comportamenti virtuosi. «Per es. – osserva Bethany Barone Gibbs, docente dell’University of Pittsburgh, nonché coordinatrice dello studio – è possibile che si riesca a fare a meno dei cibi fritti per sei mesi, ma non per sempre». Nel lungo termine i comportamenti alimentari che pagano di più sarebbero, invece, mangiare più frutta e verdura, limitare la carne, ridurre dolci e bibite nonché dare un taglio ai formaggi. GLI EFFETTI - «L’aumento del consumo di frutta e verdure di due porzioni rispetto a quanto si era abituati in precedenza ha favorito la perdita di un chilo e mezzo alla fine dei quattro anni – fa notare la ricercatrice –. Dal canto suo, la riduzione della bibite zuccherate di circa due bicchieri è invece risultata associata alla perdita di un altro chilo e mezzo». Insomma se si vuole continuare a perdere peso e a mantenere i chili persi questi possono essere accorgimenti utili. «Lo studio sottolinea ancora una volta il perché piccoli cambiamenti nelle abitudini alimentari debbano essere mantenibili per consentire la perdita di peso – commenta Connie Diekman, direttore della divisione di nutrizione della Washington University di Saint Luis -. Nel lungo termine piccoli cambiamenti possono aiutare a perdere peso più di una classica dieta ferrea e restrittiva dura (e spesso impossibile) da seguire». (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 234 ALIMENTI E SALUTE ALLERGICI IN VIAGGIO, QUALCHE TRUCCO PER EVITARE DI CORRERE RISCHI In vacanza, soprattutto all'estero, cresce la probabilità di pericolosi choc anafilattici per chi è allergico ai cibi La prospettiva di una vacanza può diventare un incubo per i due milioni di italiani che soffrono di un'allergia alimentare. Al di fuori dei rassicuranti spazi domestici, infatti, il timore di andare incontro a uno choc anafilattico cresce: in viaggio la probabilità di guai aumenta, soprattutto se ci si trova a dover mangiare in aereo. STUDIO - condotto dall'allergologa Julie Barnett dell'univ. di Southampton, è stato pubb. sulla rivista Clinical and Translational Allergy. La ricercatrice ha intervistato alcuni pazienti allergici a noci, nocciole e noccioline per capire quali fossero state le loro esperienze trovandosi a viaggiare all'estero e, stando ai risultati, spostarsi non è una passeggiata per chi vive con la spada di Damocle di uno choc anafilattico sulla testa. I nodi "critici" sono numerosi, primo fra tutti il volo aereo: il 9% dei partecipanti ha avuto reazioni allergiche a bordo che in otto casi su dieci si sono rivelate da moderate a gravi. «Ci sono anche le esperienze positive, come chi ha raccontato di hostess e steward che informano della presenza di allergeni negli snack prima di distribuirli, ma ci sono casi in cui questi sono stati dati comunque, anche se il passeggero aveva chiaramente detto di non tollerarne alcuni ingredienti. Alcuni mangiano solo cibo portato da casa, altri guardano che cosa c'è nel menu e consumano solo ciò che è a prova di allergie». VIAGGIO - La ricerca rivela che i problemi iniziano comunque ben prima di salire a bordo dell'aereo: la maggioranza degli intervistati ha dichiarato che le allergie condizionano innanzitutto la scelta della destinazione, perché ad es. molti preferiscono evitare viaggi all'estero temendo difficoltà legate alla comprensione di una lingua diversa; altri non andrebbero mai in India o Cina perché sono convinti che la cucina di quei luoghi sia particolarmente rischiosa; tanti scelgono di alloggiare sempre in case in affitto o residence per poter controllare in maniera autonoma ciò che mangiano. Leggendo le testimonianze dei pazienti si percepisce, palpabile, la paura che da un momento all'altro qualcosa possa andare storto e, trovandosi lontano da casa, non ci sia modo di farsi capire per trovare aiuto: c'è chi rinuncia a visitare luoghi lontani dalle città, chi annota tutti gli ospedali nelle vicinanze e pianifica al millimetro ogni spostamento, chi impara come si chiama il cibo incriminato" nella lingua del Paese che visiterà. «Alla fine è netta la sensazione che per i pazienti la vacanza non sia il momento di relax e distrazione che è per tutti noi: uno dei partecipanti ci ha detto chiaramente che dovendosi assicurare sempre della "bontà" del cibo non vive mai con spensieratezza e spontaneità i giorni di ferie», riferisce Barnett. CONSIGLI – «Se per il volo si è richiesto un pasto speciale, è bene accertarsi che l'esigenza sia stata ben compresa al momento del check-in, all'imbarco e anche quando viene servito il pasto; per evitare il contatto cutaneo con tracce di allergeni come le noccioline degli snack, che potrebbero essere presenti perché consumate dal passeggero precedente, è opportuno pulire le parti dure del sedile con una salvietta umida. Gli allergici inoltre devono portare con sé l'autoiniettore di epinefrina, perché si tratta di un salvavita: avvertite la compagnia aerea, gli addetti alla sicurezza e il personale di volo, indicando anche dove lo avete riposto». Alcuni partecipanti allo studio hanno ammesso di portare più di una "penna salvavita" con sé in viaggio; può essere una buona idea, così come indossare un braccialetto "da emergenza" in cui siano indicati gli allergeni che non si tollerano. Prima di partire, secondo l'esperta, è opportuno farsi preparare una lettera in inglese dall'allergologo, in cui si spieghi di quale allergia si soffre e della necessità di sempre portare con sé l'autoiniettore e i farmaci indispensabili; altrettanto raccomandabili le schede con frasi utili tradotte nella lingua del Paese dove ci si recherà (es. "sono allergico a..." oppure "mio figlio sta avendo uno choc anafilattico, chiamate un'ambulanza" e così via). PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 234 PREVENZIONE E SALUTE IN VIAGGIO SENZA STRESS Vacanza vuol dire prima di tutto mettersi in viaggio: che sia in aereo, in nave, in treno in auto oppure su due ruote. A seconda della destinazione scelta, i chilometri da “macinare” possono essere pochi o tanti con l’intoppo delle tipiche code di agosto. L’immobilità prolungata, associata al fatto che si parte con il carico della stanchezza di otto mesi di lavoro, possono crearci qualche problema specie se si viaggia negli spazi angusti di una economy class. Per non arrivare troppo stanchi a destinazione, per prevenire possibili problemi alla schiena e alle articolazioni, abbiamo intervistato il dr M. Fontana, osteopata specializzato anche in Neurofisiologia e coach bioenenergetico. Ecco i suo consigli per evitare di trasformare il viaggio in una tortura. IIN AEREO - GLI EFFETTI SUL CORPO: Soprattutto se si tratta di un viaggio intercontinentale, le ore di immobilità e la posizione seduta fissa costringono le vertebre a comprimersi. “Il corpo umano è un sistema dinamico in evoluzione, per cui schiena e articolazioni risentono dell’immobilità prolungata in modo più o meno evidente in base all’età, al peso corporeo, a disfunzioni di cui il soggetto può essere portatore e anche alla condizione particolare relativa alla fase di vita come, per esempio, la gravidanza o un periodo di forte stress psicofisico” spiega Marco Fontana che si è specializzato negli Stati Uniti. “In generale, i sintomi vanno dall’intorpidimento al dolore articolare fino ad arrivare ad una possibile riduzione momentanea dell’arco di movimento”. Naturalmente in chi soffre di mal di schiena i fastidi e il dolore aumentano durante il viaggio. Se poi c'è anche un problema circolatorio, i gonfiori alle gambe sono inevitabili IN AEREO - PRECAUZIONI E RIMEDI: Bisogna prepararsi ad un viaggio lungo organizzandosi con intelligenza. Per prima cosa, bisogna vestirsi comodi. “La sofferenza momentanea dovuta all’immobilità può essere attutita indossando un abbigliamento che non riduca ulteriormente la libera circolazione sanguigna e linfatica attraverso calzature, pantaloni, cinte, bracciali e quant’altro possa essere di impedimento” suggerisce l’osteopata. Perciò, via cinture, jeans e tacchi alti. Meglio un caftano o un pantalone da tuta con scarpe da ginnastica o dei sandali. Per alleviare i dolori alla schiena, si può reclinare completamente il sedile e appoggiarsi al finestrino allungando il più possibile le gambe. Per salvare il collo può essere d'aiuto la ciambella che sostiene la testa e alleggerisce il carico sulle cervicali. Si può anche mettere il cuscino che danno in dotazione in aereo dietro la schiena per un supporto lombare. “Ma il rimedio principale rimane la riattivazione del movimento per mezzo di una corretta respirazione e di piccoli spostamenti corporei, estendendo il piede, contraendo e decontraendo la muscolatura degli arti inferiori, alzandosi se possibile mobilizzando il collo e le spalle”. IN TRENO - GLI EFFETTI SUL CORPO IN TRENO - PRECAUZIONI E RIMEDI Anche quando le distanze sono lunghe, i viaggi in treno sono quelli più comodi perché ci si può alzare e muoversi. Resta l’inconveniente (specie per i treni ad alta velocità) che il corpo deve assorbire vibrazioni e scuotimenti. “A meno che non vi siano gravi patologie cardiocircolatorie o muscolo-scheletriche in atto, ogni vibrazione dovuta al viaggio in treno verrà perfettamente gestita dal nostro organismo”. “Nessuna conseguenza se non la diminuzione del ritmo e del flusso circolatorio e la sensazione di intorpidimento e risentimento muscolare e articolare che in treno si può facilmente alleviare alzandosi spesso e muovendosi” Camminare è l’azione più semplice ed efficace in questi casi, ma il treno consente di fare di più. “Poichè l’attivazione biologica del nostro corpo, compresa la circolazione, il rilassamento e la trasmissione elettrica dipendono in buona parte dal nostro umore e dall’attenzione che rivolgiamo alle cose” spiega Fontana “possiamo sempre sperare in una piacevole conversazione e rimanere aperti, se possibile, all’incontro con altre persone con cui per così dire attivare la circolazione delle idee e delle nostre risorse più sottili. Così il viaggio e i relativi disturbi sembreranno più sopportabili: provare per credere” PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 234 IN PULLMAN - GLI EFFETTI SUL CORPO : Sono i viaggi meno confortevoli, non solo non ci si può alzare ma, se il percorso prevede curve, alcune zone del corpo restano contratte a lungo per cui si arriva con gambe e braccia indolenzite. In più, spesso i posti sono scomodi perché chi sta davanti reclina il sedile e lo spazio che resta per le gambe è davvero poco. Anche l’aria condizionata spesso è molto forte e causa mal di testa, fastidi ad occhi e gola. IN PULLMAN - PRECAUZIONI E RIMEDI : Per non arrivare alla meta tutti contratti e doloranti, è fondamentale respirare bene. “La respirazione è un ritmo e dunque un movimento. Respirare significa consentire al corpo le sue naturali funzioni metaboliche e motorie. Significa rilassarsi. E il rilassamento non può che favorire il rilascio delle tensioni circostanziali e croniche” precisa l’osteopata. Ma come evitare di avere gambe e braccia indolenzite? “Possiamo ridurre l’indolenzimento con i piccoli movimenti consentiti in un viaggio di questo tipo. Muovere mani e piedi consente di risvegliare parzialmente gli arti. Alzare e abbassare le spalle, effettuare piccole rotazioni, sollevare leggermente le natiche, una dopo l’altra, estendere le braccia verso l’alto e riportarle in condizione di riposo, mobilizzare come possibile piede e caviglia, si riveleranno tutti movimenti utili a ridurre gli effetti della momentanea immobilità”. Se, invece, il problema è il mal di movimento, serve un massaggio di pronto soccorso. “La riflessologia palmare può alleviare i fastidi legati al mal d’auto. Per effettuare un massaggio di cui potrebbe beneficiare l’intera colonna, occorre agire sul dorso del pollice, sia alla sua sinistra che a destra, coprendone l’intera lunghezza. Il massaggio dovrebbe stimolare la zona per un tempo compreso fra i 5 e i 10 min., procedendo molto lentamente”. IN NAVE - GLI EFFETTI SUL CORPO : Il tipico rullio e beccheggio di navi e traghetti sono alla base della maggior parte dei problemi di instabilità e malessere generale. Chi soffre di cervicalgie e vertigini rischia qualche disturbo in più. “Accade perché alcune vertebre cervicali sono connesse al sistema labirintico e quindi al buon equilibrio spaziale” dice Fontana. Ma il disturbo più comune per chi viaggia per mare è la cinetosi. Il disturbo si fa maggiormente sentire durante i viaggi in nave, specie se c’è onda lunga, perché in quel caso il sistema è sottoposto a stimoli continui. In alcuni casi, dopo un viaggio in nave resta “fisiologicamente”, per un certo lasso di tempo, la sensazione di essere ancora in navigazione. Questa cinetosi “estrema” è chiamata mal dello sbarco. IN NAVE - PRECAUZIONI E RIMEDI : Se si soffre il mal di mare e si è in qualche modo costretti a prendere una nave, allora meglio attrezzarsi con compresse anti-nausea. Funziona molto bene anche lo zenzero che si trova sia in cpr che in gomma aromatizzata. E per quanto riguarda i disturbi legati a schiena e articolazioni? “Il movimento in questo caso non aiuta perchè va a sommarsi con un altro tipo di movimento che è quello del mezzo. Se la navigazione è stabile e tranquilla, l’ideale rimane muoversi liberamente, in tutti gli altri casi sarà bene lasciarsi “cullare” per quanto possibile dal movimento dell’imbarcazione, magari in posizione comoda e con attenzione alla respirazione”. Per il resto, serve solo buon senso. “Non abbuffarsi prima del viaggio, osservare una notte di sano riposo prima della partenza e non bere sostanze alcoliche o eccitanti”. . IN AUTOMOBILE - GLI EFFETTI SUL CORPO : Il problema dei viaggi in auto sono le tensioni a cui il corpo è sottoposto quando guida per tante ore." Lombari e cervicali sono le vertebre maggiormente stressate ma la posizione del guidatore risente purtroppo di alterazioni meccaniche e circolatorie a carico di tutto il corpo. L’attenzione alla guida comporta poi un ulteriore elemento di tensione più o meno gestita che riduce ulteriormente la libera fluidità e ritmicità corporea” spiega l’osteopata. In più, lo sguardo fisso che guarda la strada tiene in tensione gli occhi e tutta la testa. IN AUTOMOBILE - PRECAUZIONI E RIMEDI : Le pause sono necessarie almeno ogni due ore per 10 min. o anche più. Bisogna approfittarne per sgranchirsi le gambe e riposare lo sguardo. “Possiamo fare riposare la vista coprendo gli occhi con i palmi delle mani a cucchiaio, facendoli ruotare in tutte le direzioni e poi riaprendoli per guardare l'orizzonte”. “Ma occhi già fortemente provati da uno stile di vita poco salubre, come ad es. ore prolungate davanti a un monitor o postura craniale scorretta durante la lettura e la scrittura, non troveranno la soluzione alla loro stanchezza attraverso un riposo fugace nel momento acuto dello stress da viaggio”. E in caso di mal d’auto? “Bastano 3 gocce di olio essenziale di menta, 1 di bergamotto e 1 di lavanda da mettere su un fazzoletto e da aspirare”. IN MOTO - GLI EFFETTI SUL CORPO: Per i viaggiatori su IN MOTO - PRECAUZIONI E RIMEDI: due ruote i fastidi più frequenti sono mal di schiena, colpi d’ aria e disidratazione. Poiché si è esposti per tutto il viaggio al sole, specie se si indossa semplicemente un jeans ed una maglietta a mezze maniche, il rischio di disidratazione è più alto di quanto si creda. Sotto il sole, infatti, il caldo fa surriscaldare il corpo che, automaticamente, produce una maggiore quantità di sudore. Nello stesso tempo però, l’ aria che colpisce il motociclista favorisce l’ evaporazione del sudore. La sensazione è quella di stare freschi, ma in realtà la traspirazione è continua e il corpo si disidrata. “Sarebbe bene avere una discreta forma fisica se non una vera e propria preparazione atletica prima di salire in moto, piuttosto che attuare piccoli accorgimenti durante il tragitto poichè spesso la posizione di viaggio non si presenta come una scelta ma come una costrizione” dice l’esperto. Detto questo, effettuare piccole soste in cui riattivare la circolazione degli arti e sciogliere qualche tensione lombare o cervicale in eccesso può essere un’ottima idea e migliorare anche la qualità di guida. Per quanto tempo fermarsi? “Ai fini di una sosta che abbia obiettivi posturali e circolatori, sono sufficienti dai cinque ai dieci minuti. Il tempo di fare dieci respirazioni piene e circolari, bere un bicchiere d’acqua, effettuare qualche piegamento sulle gambe e qualche circonduzione delle spalle, mobilizzando magari anche la muscolatura del collo che durante la guida rimane tesa e in condizioni di non ammortizzazione” suggerisce l’osteopata. Per rilassare le mani si può ricorrere alle classiche palline antistress.