Anno II – Numero 246 AVVISO 1. Corsi Ecm sessione autunnale: prenotabili sul sito dell’Ordine Martedì 17 Settembre 2013, S. Roberto Il Proverbio di Oggi Addo’ trase ‘o sole, nun trase ‘o duttore Dove entra il sole non entra il dottore Notizie in Rilievo Alimenti e salute 2. Le prugne secche sono un rimedio anti diabete Scienza e salute 3. Il termometro si indosserà 4. Asimmetrico o irregolare: le anomalie del seno. La sindrome di Poland 5. Essere di cattivo umore ha dei vantaggi? 6. Nei laboratori di Napoli scoperto l' interruttore ormonale che regola la fame Farmaci e salute 7. Gli Inibitori della Pompa Protonica (PPI): corretto utilizzo e raccomandazioni. IL TERMOMETRO SI INDOSSERÀ Termometri sottili come cerotti che aderiscono perfettamente alla pelle e che, oltre a misurare con estrema precisione la temperatura corporea, forniscono indicazioni sul flusso sanguigno e sull’idratazione cutanea. Sono stati collaudati con successo da un gruppo di volontari seguiti da ricercatori degli Stati Uniti, della Cina e della Repubblica di Singapore. I risultati sono stati poi pubblicati dalla rivista Nature Marterials. Si tratta di dispositivi elettronici ultrasottili fissati a membrane formate da un materiale microperforato e flessibile che possiede un’elasticità simile alla pelle umana. La parte elettronica è composta da sensori sensibilissimi che possono misurare variazioni di temperatura dell’ordine di un millesimo di grado e possono verificare la regolarità del flusso sanguigno evidenziando sbalzi pressori che potrebbero smascherare possibili malattie cardiocircolatorie. Per trasmettere i dati, il dispositivo viene momentaneamente collegato, attraverso un cavo flessibile, ad un sistema di controllo computerizzato che registra le informazioni confrontandole con i parametri presi precedentemente. Un simile sistema è vantaggioso, rispetto agli attuali dispositivi medici di misura, per la sua perfetta indossabilità ed essendo simile ad un normale cerotto non è invasivo e quindi non crea problemi e disagio al paziente. Garantisce inoltre un’accuratezza costante dei dati registrati. Le possibili applicazioni sono ancora allo studio ma di certo l’utilizzo di questi cerotti potrebbe rivoluzionare molti settori medici. La semplicità di applicazione e controllo dei cerotti multiuso potrebbe essere utile per es. per il personale di soccorso dove sono richieste, in tempo reale, le informazioni relative allo stato di salute del paziente a rischio. Il dispositivo potrebbe tornare utile anche nei reparti di terapia intensiva quando occorre monitorare in maniera costante i degenti per correggere loro i dosaggi terapeutici in tempo reale evitando così i continui prelievi ematici. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 246 SCIENZA E SALUTE ASIMMETRICO O IRREGOLARE: LE ANOMALIE DEL SENO Dalla politelia al capezzolo introflesso, dalla mammella tuberosa alla sindrome di Poland: ecco quali sono i problemi, di varia entità, che possono modificare l'aspetto della mammella. Oggi trattiamo la sindrome di Poland. LA SINDROME DI POLAND:Cause e terapie La malformazione consiste nell'assenza dei muscoli pettorali e nello scarso sviluppo (o assenza) delle ghiandole mammarie La sindrome di Poland, dal nome del chirurgo inglese Alfred Poland che la descrisse nel 1841, è una delle anomalie del seno più gravi e più rare. In media ne soffre circa una donna su 7-10mila. In base alla descrizione dello stesso Poland, l'anomalia consiste nell'assenza dei muscoli pettorali, nello scarso sviluppo (o assenza) delle ghiandole mammarie, in malformazioni delle scapole e delle dita delle mani. Accanto a questa forma ne esistono altre, parziali, in cui il problema può essere limitato a una sola mammella. CAUSE. Si tratta di una malformazione presente dalla nascita, che si manifesta durante l'età puberale attraverso il mancato sviluppo della mammella. Ancora oggi non si conosce con certezza la causa della sindrome, anche se si suppone possa trattarsi di un'anomalia della vascolarizzazione embrionale, con interruzione dell'arteria succlavia, che causerebbe una insufficienza di afflusso nella zona pettorale, con conseguenti malformazioni. I motivi dell'interruzione non sono noti, potrebbero derivare da esposizione a fumo, farmaci, traumi oppure da fattori genetici. In ogni caso, raramente la sindrome è presente in più di un membro della stessa famiglia, il che farebbe escludere l'origine ereditaria. TRATTAMENTI. Se manca solo la ghiandola, si procede a una mastoplastica additiva, che consente di dare al seno il volume mancante. Se invece la malformazione riguarda anche la muscolatura, si rimedia utilizzando un lembo del muscolo gran dorsale, la cui sede naturale è la metà superiore laterale della schiena: nei casi in cui il seno da ricostruire sia di piccole dimensioni, l'intervento consiste nel fare ruotare il gran dorsale sul davanti; nei casi in cui si debba ottenere un volume maggiore, si ricorre invece al contestuale inserimento di protesi al silicone. Per quanto riguarda la convalescenza, durante i primi 3-4 giorni c'è bisogno di assistenza; poi avviene un recupero graduale, che si completa in 10-15 giorni. I punti, se non riassorbibili, si rimuovono dopo 10-12 giorni. Sulla schiena resta solo una cicatrice trasversale, senza danni funzionali. I risultati estetici sono stabili nel tempo, in quanto il seno ricostruito invecchia in tempi molto simili rispetto all'altro. In seguito all'intervento non è possibile allattare. L'operazione è gratuita, in quanto a carico del Servizio sanitario nazionale. Occorre, innanzitutto, fare una visita dal medico di base che, constatato il problema, prescriverà una visita specialistica dal chirurgo plastico. Sarà quest'ultimo a programmare, nell'ambito dell'attività ospedaliera, l'intervento. Nei casi in cui le condizioni anatomiche lo consentano, la ricostruzione può avvenire utilizzando il grasso autologo, che viene prelevato dalle sedi in cui è naturalmente presente e trasferito nella mammella, per creare i volumi che mancano. (OK, Salute e Benessere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 246 FARMACI E SALUTE GLI INIBITORI DELLA POMPA PROTONICA (PPI): CORRETTO UTILIZZO E RACCOMANDAZIONI I farmaci inibitori della pompa protonica (PPI) sono principi attivi molto importanti che hanno modificato la storia delle patologie acido-correlate. Il gruppo dei PPI ha sostituito nell’uso comune il gruppo precedente di antisecretivi, ovvero gli antistaminici (o anti H2) tra i quali ricordiamo la Ranitidina, divenendo largamente più diffusi di questi ultimi per la loro maggiore efficacia. Nel breve termine i PPI sono altamente efficaci ma, sebbene esistano indicazioni per una assunzione a lungo termine (ad es. nella terapia dell’esofago di Barrett), va detto che il loro diffusissimo utilizzo cronico spesso non è indicato. Sovente vengono prescritti PPI senza una chiara indicazione; occorre quindi precisare che, sebbene si tratti di molecole considerate “sicure”, recenti studi osservazionali hanno associato il loro utilizzo cronico a diversi rischi (polmonite, infezione da Clostridium difficile, fratture osteoporotiche, etc.) Pertanto sarebbe auspicabile una appropriatezza prescrittiva, poichè l’uso inappropriato di questi farmaci può incidere negativamente sulla salute dei pazienti. INTRODUZIONE: Gli inibitori della pompa protonica (PPI) sono i farmaci più potenti, ad oggi, utilizzati per sopprimere la secrezione acida gastrica. Sono centinaia di milioni le prescrizioni di PPI ogni anno nel mondo, con un impatto economico mondiale davvero impressionante. Indicazioni di utilizzo I PPI vengono comunemente utilizzati per vari disturbi acido-correlati: Malattia da Reflusso GastroEsofageo Infezione da Helicobacter Pylori (terapia eradicante); Pirosi (il cosiddetto "bruciore di stomaco"), dispepsia (cattiva digestione); Sindrome di Zollinger-Ellison; Profilassi dell’ulcera indotta dall’uso di FANS (farmacianti-infiammatori non steroidei); Profilassi della gastrite da stress. Comunemente vanno assunti 30 minuti prima del primo pasto della giornata. In genere vengono prescritti, in base al quadro clinico, per periodi fra le 2-8 settimane. Con altrettanta frequenza vengono prescritti per terapie molto più lunghe, pertanto occorrerebbe conoscere i possibili rischi e gli effetti indesiderati. I PPI sono tutti ugualmente efficaci, essi vengono somministrati secondo le seguenti dosi massime giornaliere: • Omeprazolo 20 mg/die; • Lansoprazolo 30 mg/die; • Pantoprazolo 40 mg/die; • Esomeprazolo 40 mg/die; • Rabeprazolo 20 mg/die. Ad oggi alcuna prova concreta ha dimostrato che alte dosi (superiori alle dosi massime convenzionalmente stabilite) di inibitori della pompa protonica possano essere più efficaci rispetto a non-alte dosi di inibitori della pompa protonica. Studi dimostrano che i PPI non sono associati ad un aumentato rischio teratogeno (ovvero la capacità di indurre malformazioni congenite del feto). PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 246 Meccanismo d'azione Gli inibitori della pompa protonica determinano un blocco irreversibile dell’enzima H+/K+ATPasi (cosiddetta pompa protonica), via finale per la produzione dell’acido cloridrico da parte della cellula parietale gastrica. Un PPI può sopprimere l’80-95% della produzione giornaliera di acido. Tali farmaci garantiscono una soppressione prolungata della secrezione acida (24-48 ore), la secrezione acida riprende solo dopo una nuova sintesi di molecole-pompa. I PPI sono profarmaci (ovvero molecole biologicamente inattive che, una volta introdotte nell'organismo, subiscono delle trasformazioni chimiche, in genere ad opera di enzimi, che le attivano. Il profarmaco è quindi un precursore del principio attivo) che richiedono ambiente acido per essere attivati. Interazioni farmacologiche I PPI sono metabolizzati da una emoproteina ad azione enzimatica, detta citocromo P450 (abbreviata come CYP, P450 e, meno di frequente, CYP450), essenzialmente nelle sue due varianti CYP2C19 e CYP3A4. A causa di questa metabolizzazione sono possibili interferenze/interazioni farmacologiche con diversi farmaci: Tutti gli inibitori della pompa protonica, tranne il pantoprazolo, prolungano l'eliminazione del warfarin, Esomeprazolo ed omeprazolo interferiscono con la clearance di diazepam, Omeprazolo diminuisce la clearance della fenitoina, inoltre compete con il clopidogrel (anch’esso profarmaco) per il CYP2C19. La Food and Drug Administration (FDA) americana raccomanda di evitare l'uso concomitante di clopidogrel e omeprazolo. Anche Esomeprazolo non dovrebbe essere usato insieme al clopidogrel Effetti collaterali Gli effetti collaterali da PPI sono rari. E’ possibile riscontrare mal di testa, diarrea, costipazione, nausea, o prurito. RISCHI LEGATI ALL’USO A LUNGO TERMINE DEI PPI A. L'uso cronico di PPI non sembra essere associato con il cancro gastrico; B. i PPI sembrano essere associati ad un aumentato rischio di infezioni gastrointestinali e polmonite soprattutto in pazienti con fattori di rischio concomitanti, quali l'ospedalizzazione e l’assunzione di diversi antibiotici; C. l’uso cronico di PPI è associato a riduzione dei livelli di vitamina B12 nel siero, specialmente nella popolazione anziana; D. la terapia cronica con PPI può causare ipomagnesiemia, quindi dovrebbe essere considerata nell’ambito della diagnostica differenziale delle cause di ipomagnesemia; E. i PPI potrebbero causare malassorbimento di ferro, ciò rende utile un monitoraggio plasmatico dei livelli di sideremia nei pazienti che assumono cronicamente tali farmaci; F. l’uso cronico di PPI è associato ad aumento del rischio di fratture. (Salute, La Stampa) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 246 ALIMENTI E SALUTE LE PRUGNE SECCHE SONO UN RIMEDIO ANTI DIABETE Consumare i frutti in luogo del succo diminuisce le probabilità di sviluppare la patologia Aumentare il consumo di prugne secche può aiutare a ridurre del 18% il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Questo il risultato di una nuova ricerca pubblicata sul British Medical Journal. Lo studio, arriva tre mesi dopo la conferma da parte dell'Efsa (Autorità europea per la sicurezza Alimentare) che 100 grammi di prugne della California al giorno contribuiscono al mantenimento delle normali funzioni intestinali. Meglio del succo - Lo studio afferma: "C'è una differenza significativa nella relazione tra i diversi frutti e il rischio di diabete di tipo 2. Un maggior consumo di frutti interi specifici è stato associato a un calo del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, mentre un maggior consumo di succo di frutta è stato associato a un aumento del rischio". I ricercatori hanno scoperto che sostituendo tre porzioni alla settimana di succo di frutta con alcuni tipi di frutti interi si riduce il rischio di diabete di tipo 2 del 7%. Alcuni frutti, tra cui le prugne secche, hanno ottenuto punteggi significativamente più alti nella valutazione. J. Higgs, nutrizionista del California Prune Board ha commentato: "Assumere la quantità giornaliera raccomandata di 5 porzioni di frutta e verdura può essere difficile, e molte persone ricorrono al succo di frutta perché rappresenta un'opzione più facile e veloce, senza sapere che non è una valida alternativa al frutto intero in termini di benefici per la salute. Un bicchiere di succo di frutta può contenere grandi quantità di zucchero, mentre tutte le fibre importanti tendenzialmente vanno perse. ESSERE DI CATTIVO UMORE HA DEI VANTAGGI? Sì, perché rende più riflessivi e accurati nel ragionamento. Lo ha dimostrato una ricerca australiana dell’Università di New South Wales. Gli studiosi hanno condizionato lo stato d’animo di alcuni volontari chiedendo di ricordare eventi piacevoli o spiacevoli della loro vita e facendo loro vedere differenti film. RIFLESSIONE: In seguito, coloro cui era stato indotto cattivo umore furono più critici nel giudicare leggende metropolitane e più precisi nel ricordare gli avvenimenti loro presentati. Conclude lo studio: «Gli stati d’animo positivi sembrano promuovere la creatività, la flessibilità, la cooperazione e la fiducia sulle scorciatoie mentali, mentre gli stati d’animo negativi innescano riflessioni più accurate e maggiore attenzione al mondo esterno». (Focus) Nei Laboratori di NAPOLI SCOPERTO l' INTERRUTTORE ORMONALE CHE REGOLA LA FAME Un'alterazione del sistema nervoso che interessa alcuni neuroni responsabili della regolazione dell'appetito e del sonno, sarebbe alla base dei problemi relativi allo sviluppo dell’obesità. A sostenere la tesi, una ricerca dell’Endocannabinoid Research Group (Erg) dell'Istituto di cibernetica 'Eduardo Caianiello' (Icib) e dell'Istituto di chimica biomolecolare (Icb) del Cnr di Pozzuoli che pare aver scoperto l’ ‘interruttore’ ormonale che regola la fame. Comprenderne i meccanismi può quindi avere importanti ricadute per lo sviluppo di nuove cure.