Anno II – Numero 248 Casi Pratici in Farmacia 1. casi clinici di Farmacia clinica e terapia: Insonnia ed ansia Notizie in Rilievo Prevenzione e salute 2. Infezioni sessuali in aumento tra i giovani 3. Cuore, non è il lavoro a portare all'infarto ma gli stress emotivi acuti 4. La magnetoterapia aiuta ad aggiustare le ossa Scienza e Salute 5. Si può dormire a occhi aperti? 6. Fumo: vareniclina aiuta depressi a smettere Alimenti e Salute 7. Sgonfiati in un giorno con la dieta dell'ananas Domande e Risposta 8. Perché la cravatta è fatta così? Giovedì 19 Settembre 2013, S. Gennaro Vescovo Il Proverbio di Oggi Chi vo’ mettere pede a ogni preta, nun arriva a la casa. Con La pignoleria non si conclude nulla. INFEZIONI SESSUALI in AUMENTO tra i GIOVANI La Chlamydia, prima causa di sterilità se non trattata con antibiotici, colpisce l'8,3% delle ragazze under 19 in Italia. Malattie sessualmente trasmissibili sempre più diffuse, specie tra i giovani. In Italia il 3% dei ragazzi e il 5% delle ragazze sotto i 25 anni hanno già contratto un'infezione di tipo sessuale. In particolare, 400 di loro ogni anno si infettano con Hiv e i casi di condilomatosi tra maschi e femmine dai 14 ai 19 anni sono triplicati dal 2004 al 2009. A far luce sull'entità di un fenomeno diffuso e spesso poco considerato, è il direttore del centro operativo Aids dell'Istituto Superiore di Sanità, Barbara Suligoi. STERILITÀ - Il problema non è solo italiano. Ogni anno nel mondo, 111 milioni di giovani sotto i 25 anni si ammalano di infezioni sessuali di tipo batterico, e «si presume che contando anche quelle virali, la cifra possa triplicare». Infezioni che facilitano l'insorgenza di malattie dell'apparato riproduttivo e sono causa principale di sterilità. Per esempio l'infezione da Chlamydia, «prima causa di sterilità se non trattata con antibiotici, riguarda ben l'8,3% delle under 19 in Italia», spiega Suligoi. Altissimi anche i numeri relativi alla diffusione dell'Hpv, cui sono correlati, ogni anno in Europa, 700mila casi di condilomi e carcinomi. E i tumori dovuti al virus Hpv non sono solo un problema femminile, colpiscono in Europa 32mila donne e oltre 15mila uomini. VACCINO - Numeri bipartisan anche per l'Italia, dove il 10% delle donne e il 60% degli uomini ha contratto il virus dell'Hpv. Ma il picco più alto, il 25%, è tra le giovanissime sotto i 20 anni. «Cifre rilevanti che suggeriscono l'opportunità di vaccinare anche i maschi per limitare in modo importante la diffusione del virus», conclude Suligoi. Il vaccino, conclude l'esperta, riguarda invece solo le ragazze dodicenni, e «in questa fascia interessata, la copertura si aggira intorno al 56-60% e varia molto da regione a regione». (Salute, Corriere) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 248 FARMACIA E SALUTE Casi Clinici di FARMACIA CLINICA e TERAPIA: INSONNIA ED ANSIA Ogni giorno la comunità dei Farmacisti è chiamata dal cittadino-paziente a fornire consigli. Infatti la comunità dei Farmacisti riceve quotidianamente domande circa il chiarimento su alcuni sintomi generati da stati patologici. Il Farmacista è visto pertanto sempre più come una fonte affidabile, accessibile e bene informata atta a fornire consigli sulla Salute. Al fine di fornire alla Categoria una appropriata formazione, da questo numero saranno inseriti “Casi Pratici” che si verificano quotidianamente in farmacia e affrontati dal punto di vista del Farmacista. Caso 1. la signora Anna, una donna di 65 anni, vedova da poco, ha difficoltà a dormire dopo il lutto che l’ha colpita. Le è stato prescritto Nitrazepam 5mg prima di andare a dormire. La dose risulta molto efficace ed il trattamento viene continuato per più di 4 settimane. La signora Anna vive sola ma riceve visite occasionali da sua figlia. Durante una di queste visite, a due settimane dall’inizio del trattamento con Nitrazepam, la signora Anna appare calma e non lamenta più difficoltà a dormire ma sua figlia nota che presenta instabilità a livello degli arti inferiori. Una settimana dopo, sua figlia ritorna a farle visita e trova la Mamma stesa sul pavimento della camera da letto, dolorante, incapace di muoversi. La Mamma dice di aver perso l’equilibrio e di essere caduta dal letto. Viene chiamata un’ambulanza e in ospedale è riscontrato una frattura dell’anca. Domanda: Il dottore avrebbe dovuto prescrivere il Nitrazepam per questa paziente? Risposta: le benzodiazepine a lunga durata d’azione dovrebbero essere evitati nei pazienti anziani. L’emivita di eliminazione del Nitrazepam è 15-38 ore e la dose raccomandata negli anziani è 2,5-5mg. Temazepam, Loprazolam o Lormetazepam sarebbero stati una scelta migliore ma solo per un utilizzo a breve termine (sole due settimane). Gli anziani sono particolarmente suscettibili all’atassia e alla sensazione di testa vuota durante il trattamento con Benzodiazepine e ciò può portare a cadute e fratture. Le benzodiazepine non sono indicate se non in acuto, nel trattamento dell’insonnia legata ad un recente lutto. Il loro effetti amnesici infatti possono interferire con la successiva elaborazione del lutto. SI PUÒ DORMIRE A OCCHI APERTI? Si stima che fra l’8 e il 15 per cento delle persone dorma con gli occhi non completamente chiusi. Questa condizione è nota anche come lagoftalmo ed è riconducibile a un’anomalia nel sistema di innervazione delle palpebre, che soprattutto di notte non riescono mai a chiudersi completamente. Colliri e pomate: Restando per molto tempo a contatto diretto con l’aria, però, l’occhio si secca e si irrita e si rischiano danni alla cornea e congiuntiviti. Per evitarli si possono applicare colliri speciali, pomate lubrificanti o cerotti che tengano chiuse meccanicamente le palpebre durante la notte. Nei casi più seri il difetto può essere corretto con un intervento chirurgico. (Focus) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 248 PREVENZIONE E SALUTE CUORE, NON È IL LAVORO A PORTARE ALL'INFARTO MA GLI STRESS EMOTIVI ACUTI A fare il punto della situazione è uno studio australiano Il rischio di soffrire di un infarto non aumenta a causa dello stress associato al lavoro, ma può essere superiore in chi ha a che fare con stress emotivi intensi ed acuti come quelli provocati da calamità naturali o dalla morte di una persona cara. A fare il punto della situazione sull'argomento è uno studio pubblicato sul Medical Journal of Australia. “Contrariamente alle credenze popolari, l'effetto dello stress lavorativo sui disturbi cardiaci è limitato – sottolinea Nick Glozier, primo autore dell'analisi – E' una buona notizia, i nostri lavori non ci uccidono per forza. Se c'è qualcosa su cui agire, quello su cui abbiamo davvero bisogno di concentrarci è ciò che possiamo controllare; sarebbe a dire, i rischi standard di disturbi cardiaci come la pressione alta e il fumo”. Purtroppo questo approccio non è valido anche per lo stress emotivo associato, ad es., alla perdita di una persona cara, nel cui caso è stata confermata l'associazione sia con gli attacchi di cuore, sia con la morte cardiaca improvvisa, nota anche come cardiomiopatia da stress o di Takotsubo. Per quanto riguarda, invece, i disastri e le calamità naturali, un es. vale su tutti: nei 60 giorni successivi agli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001 è stato registrato un aumento del 49% dei pazienti ricoverati negli ospedali di New York a causa di un infarto rispetto ai casi rilevati nei 60 giorni prima degli attacchi. “La consapevolezza della possibilità di aumento del rischio cardiovascolare nelle popolazione esposte a disastri naturali e altre condizioni di stress estremo potrebbe essere utile per pianificare le risposte dei servizi di emergenza. Bisognerebbe rendere disponibile un più ampio accesso pubblico ai defibrillatori dove si riuniscono molte persone, ad es. dove si svolgono eventi sportivi, e come parte della risposta a disastri naturali e non”. (Salute, Sole24ore) FUMO: VARENICLINA AIUTA DEPRESSI A SMETTERE La vareniclina aiuta i fumatori affetti da depressione a smettere di fumare. E' il risultato di un nuovo studio condotto da Robert Anthenelli della University of California. Si tratta di un dato importante, considerando che chi soffre di un disturbo depressivo maggiore ha notevoli difficoltà a dire addio alle sigarette rispetto agli individui fumatori non depressi. L'indagine clinica e' stata sponsorizzata dalla Pfizer e ha valutato i livelli di ansia e depressione tra i fumatori depressi e non in relazione ai tentativi di smettere di fumare. "Fumo e depressione sono tra le principali cause di disabilità e morte nel mondo", ha spiegato l'autore sugli Annals of Internal Medicine. "Il nostro studio è il primo a dimostrare che un farmaco finalizzato ad aiutare chi vuole smettere di fumare, la vareniclina, riesce ad aiutare i pazienti depressi a rinunciare alle sigarette senza peggiorare i sintomi depressivi", ha concluso. (Agi) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 248 ALIMENTI E SALUTE SGONFIATI IN UN GIORNO CON LA DIETA DELL'ANANAS Il regime lampo a base del succo e delle fette del frutto tropicale per sentirti in forma in 24 ore. Basta un giorno, uno soltanto, per sentirti più in forma, sgonfiarti e magari riabbottonare i tuoi vecchi jeans. Come? Con la dieta dell'ananas. «Si tratta di un regime monotematico, concentrato cioè su un unico alimento, in questo caso l'ananas, ma non per questo monotono», spiega il dietologo Nicola Sorrentino, prof. a contratto di dietologia in associazione alla crenoterapia all'Univ. degli Studi di Pavia. «Il frutto tropicale, infatti, può essere consumato in modi differenti, per es. al naturale, in succo, con lo yogurt, con l’aceto balsamico, perfino alla griglia». La dieta dell'ananas, da seguire per un solo giorno perché sbilanciata, prevede di assumere quasi esclusivamente il frutto, che ha 40 calorie ogni 100 grammi. Bere succo d’ananas durante gli spuntini della mattina e del pomeriggio, mangiare qualche fetta a pranzo e a cena con riso bollito, yogurt o pollo e pomodorini, dosati in piccole quantità, resistere alle tentazioni. Fine. Ma quali sono i benefici di questa dieta monotematica? Prima di tutto il frutto favorisce una buona digestione. «L’ananas contiene due enzimi digestivi, la bromelina e la papaina, che facilitano l’assimilazione delle proteine». E non finisce qui. «Ha poi un’azione antinfiammatoria e antiedematosa, utile per combattere la ritenzione dei liquidi, e di conseguenza contrastare anche la cellulite. Grazie al suo alto contenuto d’acqua (86,4%) l’ananas aiuta a disintossicarsi e a mantenere giovane la pelle». La dieta dell'ananas è particolarmente indicata se hai esagerato a tavola il giorno prima. Rischierai con la giornata a stecchetto di tornare ad abbuffarti l’indomani? No, perché l’ananas aumenta il senso di sazietà. Non pensare però di poter ricorrere regolarmente a questo rimedio per sgonfiarti. «Il regime dell'ananas va seguito per un solo giorno», avverte Sorrentino. «Protrarlo significa andare incontro agli stessi rischi di un digiuno totale. Tanto più che, essendo la frutta povera di proteine, si induce l’organismo ad attingere i nutrienti dalla massa muscolare». Insomma, a lungo andare rischieresti di trovarti fiacco e di crearti qualche danno. Altra nota: la dieta dell’ananas è indicata unicamente per chi gode di buona salute. Non la possono seguire persone che soffrono di diabete o di colite e ovviamente gli individui intolleranti agli enzimi dell’ananas. (OK, Salute Benessere) PERCHÉ LA CRAVATTA È FATTA COSÌ? Il nome "cravatta" deriva da "hrvat", che in croato significa... "croato"! Furono infatti gli ufficiali mercenari di un reggimento di cavalleria croato assoldati da Luigi XIV e giunti in Francia verso il 1660 a utilizzare per primi questo capo d’abbigliamento. Pegno di fedeltà:In realtà si trattava di una sciarpa colorata, che faceva parte dell’uniforme, e che era un’evoluzione dei fazzoletti colorati che le donne appendevano al collo dei propri cari in partenza per la guerra, come pegno d’amore e di fedeltà. Inizialmente chiamata “croatta”, da indumento militare si trasformò presto, per l’abilità e i successi della cavalleria croata, in accessorio simbolo dell’eleganza maschile. Con il successo e la sua diffusione, il nome si modificò dapprima in “crovatta” e quindi in quello definitivo. (Focus) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 248 PREVENZIONE E SALUTE LA MAGNETOTERAPIA AIUTA AD AGGIUSTARE LE OSSA Il trattamento che sfrutta gli effetti dei campi magnetici serve soprattutto in caso di fratture che faticano a rinsaldarsi. Ma è utile anche per osteoporosi, dolore cronico e ferite I campi magnetici sono noti fin dal tempo degli Egizi, ma il loro utilizzo nella medicina occidentale risale agli anni '70. Da allora, la magnetoterapia si è diffusa velocemente e oggi è disponibile in quasi tutti gli ambulatori di riabilitazione. La magnetoterapia è una forma di terapia fisica che utilizza le onde elettromagnetiche a bassa frequenza e intensità, tali da non provocare un aumento di calore corporeo. Non va confusa con altri tipi di terapie strumentali, come tecarterapia, laserterapia o Tens. «Le onde agiscono a livello dei tessuti, mobilizzando gli ioni positivi e negativi presenti nel corpo», spiega Raffaele Gimigliano, prof. ordinario di medicina fisica e riabilitativa alla SUN. «In questo modo vengono accelerati i processi di scambio ionico a livello della membrana cellulare e viene stimolato il metabolismo». PRINCIPALI APPLICAZIONI. I benefici della magnetoterapia? Navigando in Internet si direbbe che questo trattamento sia una panacea: svariati siti promettono miracoli per ogni tipo di male, dall'asma al mal di testa, dalla prostatite all'allergia, dall'insonnia allo stress. «In realtà la magnetoterapia è un trattamento consolidato solo per alcune patologie». «Ci sono numerosi scientifici a sostegno, in particolare, della utilizzazione dei campi magnetici nella patologia dell'osso, soprattutto quando, a seguito di fratture, c'è un ritardo nella formazione del callo osseo. Dal momento che la terapia non genera calore può essere utilizzata anche in presenza di sintesi metalliche interne, come protesi all'anca o al ginocchio». La capacità delle onde elettromagnetiche di intervenire sui tessuti biologici può essere sfruttata anche per l'osteoporosi, per lenire il dolore per il riassorbimento degli edemi e per accelerare i processi di cicatrizzazione delle ferite. COME SI FA. La magnetoterapia può essere effettuata negli ambulatori e nei reparti di riabilitazione dei principali ospedali italiani, negli ambulatori privati oppure direttamente dal paziente a domicilio. «In ogni caso la magnetoterapia va sempre prescritta dal proprio medico di base o da uno specialista in riabilitazione», sottolinea Gimigliano. L'apparecchio eroga la terapia tramite un generatore del campo magnetico contenuto nella parete di un cilindro dove viene collocata la parte da trattare (colonna cervicale, dorsale o lombare, spalle, anche, ginocchia, piedi): la seduta dura generalmente 30 min. e il ciclo terapeutico, con applicazioni di solito quotidiane, può durare da un minimo di 2 settimane fino a 5-6 mesi (nei ritardi di consolidazione delle fratture) e in base alle indicazioni del medico. Gli apparecchi per la magnetoterapia da fare a casa si trovano in alcune farmacie e nei negozi di elettromedicali. Le apparecchiature possono essere utilizzate anche durante la notte. EFFETTI COLLATERALI. La magnetoterapia è indolore. «In alcuni casi, soprattutto nel corso delle prime sedute, si possono verificare alcuni effetti collaterali quali nervosismo, insonnia, vertigini o riacutizzazione transitoria del dolore che, di regola, scompaiono nel corso della cura e che, se persistenti, vanno segnalati al medico curante». CONTROINDICAZIONI. La magnetoterapia ha alcune controindicazioni: non può essere fatta in gravidanza ed è vietata ai soggetti in età evolutiva perché è necessario che lo scheletro abbia completato la sua fase di sviluppo. È controindicata anche in caso di infezioni, di patologie tumorali in atto o pregresse e per i portatori di pace-maker, perché le onde magnetiche potrebbero interferire con il corretto funzionamento dell'apparecchio cardiaco. (OK, Salute e Benessere)