Anno II – Numero 249 Casi Pratici in Farmacia 1. casi clinici di Farmacia clinica e terapia: Emospermia e Tiroide Notizie in Rilievo Prevenzione e salute 2. Le Tac sui bambini e il Venerdì 20 Settembre 2013, S. Gennaro Vescovo Il Proverbio Proverbio di Oggi ‘O tiempo appara tutt’ ‘e cose, dà tiempo ‘o tiempo. Il tempo aggiusta tutto. LA NUOVA PESTE? LA RESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI rischio di cancro 3. Esercizio fisico combatte insonnia, ma ci vogliono 4 mesi Scienza e Salute 4. La nuova peste? La resistenza agli antibiotici 5. Una «graffetta» chiude la valvola mitralica Alimenti e Salute 6. Una notte insonne fa comprare cibi più calorici 7. I pomodori proteggono anche dall'ictus Mancano nuovi farmaci e i batteri diventano sempre più forti La resistenza agli antibiotici potrebbe essere un rischio "catastrofico" per l'umanità. Così ne parla, almeno, Dame Sally Davies, la consulente governativa per la sanità pubblica del Regno Unito. La Davies ne ha parlato alla Bbc, dicendo: “Nei prossimi 10 o 20 anni alcune infezioni potrebbero non essere più curabili. Questa è una bomba a orologeria che le nazioni dovrebbero inserire nell'elenco delle più grandi minacce all'umanità”. Operazioni banali potrebbero essere fatali - L'esperta ha aggiunto: "Tra 20 anni anche gli interventi di routine potrebbero diventare mortali se perdiamo la capacità di combattere le infezioni, come succedeva nel 1800. Per non parlare dei trapianti, che saranno di fatto impossibili per l'elevatissima mortalità post-operatoria". Manca un ricambio - Uno dei problemi è la mancanza di nuovi antibiotici da quasi trent'anni: "Non abbiamo nuove classi di antibiotici dalla fine degli anni '80 e come singoli farmaci ce ne sono pochissimi allo studio delle case farmaceutiche. Questo perché per gli antibiotici non c'è lo stesso mercato che esiste per i farmaci che curano la pressione alta o il diabete". Il ricorso eccessivo agli antibiotici, inoltre, sta favorendo la nascita di super batteri. Tra le precauzioni che si possono adottare bisognerebbe, intanto, limitare l'uso di questi farmaci ai casi di reale necessità. (Salute, Tgcom24) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 249 FARMACIA E SALUTE Casi Clinici di FARMACIA CLINICA e TERAPIA: EMOSPERMIA E TIROIDE Ogni giorno la comunità dei Farmacisti è chiamata dal cittadino-paziente a fornire consigli. Infatti la comunità dei Farmacisti riceve quotidianamente domande circa il chiarimento su alcuni sintomi generati da stati patologici. Il Farmacista è visto pertanto sempre più come una fonte affidabile, accessibile e bene informata atta a fornire consigli sulla Salute. Caso 2. probabile eiaculazione di colore scuro sono una mamma preoccupata per il proprio figlio di anni 29 perchè quando si cambia lo slip mi accorgo che sul davanti è sporco di macchie tipo rosa-marroncino saranno sicuramente macchie di sperma ma sono preoccupata di questo colore,da molto tempo succede, ho provato a dirglielo ma non mi ha dato una spiegazione. Sono preoccupata mi potrebbe chiarire un pò questa mia richiesta grazie molto anticipatamente. n.b.-può essere che lo slip viene lavato dopo qualche giorno e quindi la macchia da bianca diventa scura? Risposta: Carissima Sig.ra Anna, certamente è un segnale che andrebbe approfondito, ma è sicura che suo figlio non abbia già consultato qualche medico? Le ipotesi possono essere le più varie: emospermia, uretrorragia, ematuria, chi può dirlo.... è una cosa che va discussa e indagata col paziente e con esami diagnostici. Suo figlio è abbastanza maturo per poterne parlare con lei, se non vuole lo spinga a farsi visitare se non lo ha già fatto, basandosi sul fatto che potrebbe trattarsi dalla patologia più banale alla malattia più seria e quindi da diagnosticare il prima possibile. Caso 3. Anticorpi anti-tireoperossidasi e gravidanza il mio ginecologo mi ha richiesto alcune analisi in vista di una futura gravidanza. Tra queste l'ANTIPEROSSIDASI, il cui valore è risultato essere 6180. Sapevo di avere una tiroidite ma i valori della funzionalità tiroidea erano e sono nella norma. Il medico endocrinologo che mi segue dopo i primi esami in cui gli anticicorpi antiperossidasi erano a 200, mi aveva detto che non era più necessario ripeterli... Ora il valore è aumentato di quasi 30 VOLTE. A cosa può essere dovuto un valore degli anticorpi antiperossidasi così elevato (6180 U.I./ml)? Tra 15 giorni andrò a visita dal ginecologo ma ora sono in ansia per i valori così alti... Risposta: Cara Annamaria, più che gli anticorpi antitiroide, che se positivi indicano semplicemente la presenza di una tireopatia autoimmune, dobbiamo soprattutto monitorare, specie in gravidanza o in prossimità di essa, i livelli plasmatici di FT4 e TSH, per capire se la infiammazione tiroidea (la tiroidite, appunto) stia danneggiando la ghiandola tiroide facendola funzionare di meno (o, più raramente, di più). Ciò è imperativo da conoscere soprattutto in una donna desiderosa di gravidanza come Lei per i noti problemi connessi all'instaurarsi di un ipotiroidismo materno in gravidanza. E' anche noto che la condizione di tiroidite si associa ad un maggior rischio di aborti spontanei, specie nel I Trimestre di gravidanza, altra situazione quindi da monitorare ed, eventualmente, prevenire con opportuni interventi terapeutici. Deve pertanto recarsi dal suo ginecologo o, anche, da un buon endocrinologo che saprà ben consigliarla sul da farsi. (Prof. Alfredo Pontecorvi) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 249 PREVENZIONE E SALUTE LE TAC SUI BAMBINI E IL RISCHIO DI CANCRO Stima dei tumori che potrebbero essere causati da radiazioni dovute a tomografie computerizzate fatte sotto i 15 anni Uno studio americano da poco pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics lancia l’allarme: il numero crescente di Tac eseguite sui bambini fa temere agli esperti il pericolo di tumori legato alle radiazioni ionizzanti. I ricercatori dell'università della California Davis hanno così esaminato i dati relativi a 744 Tac effettuate su bambini e ragazzi sotto i 15 anni tra il 2001 e il 2011, calcolando le dosi di radiazioni ricevute dai pazienti e stimando il relativo pericolo di sviluppare una forma di cancro. LO STUDIO USA - La tomografia computerizzata è una metodica diagnostica per immagini, che sfrutta radiazioni ionizzanti (ovvero raggi X) e consente di riprodurre sezioni o strati corporei del paziente ed effettuare elaborazioni tridimensionali. «La quantità di radiazioni assorbita dai pazienti è estremamente variabile anche in base all’organo che è sottoposto all’esame - concludono gli autori e il pericolo di ammalarsi è risultato maggiore nei bambini sotto i cinque anni. Negli Stati Uniti si eseguono circa quattro milioni di tomografie pediatriche ogni anno, per lo più su testa, addome e pelvi, torace e colonna vertebrale, potrebbero causare in futuro circa cinquemila casi di tumore. Bisogna limitare l’uso di questi esami ai casi davvero necessari e ridurre, ogni volta possibile, la dose di radiazioni: così si potrebbe evitare ben il 43 per cento delle possibili neoplasie». IL COMMENTO DELL'ESPERTO - «La TAC è uno strumento diagnostico di indubbia validità per il corretto inquadramento diagnostico di molte situazioni cliniche - commenta Franco Locatelli, Direttore del Dipartimento di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma -. Ma basandosi sull’impiego di radiazioni ionizzanti (che promuovono lo sviluppo di mutazioni a carico di geni che favoriscono la trasformazione neoplastica o la sua progressione), l’indicazione all’uso deve essere attentamente valutata, anche considerando indagini diagnostiche alternative di assoluta innocuità, quale per esempio l’ecografia per indagini sul distretto addominale e pelvico. Deve anche essere sottolineato che lo studio americano si basa su stime teoriche e non su dati reali di incidenza. Ciò detto, questo articolo deve servire da riflessione per evitare, quando possibile e indicato, indagini inutili che potrebbero favorire soprattutto lo sviluppo di tumori solidi più che di neoplasie ematologiche». (Salute, Corriere) UNA NOTTE INSONNE FA COMPRARE CIBI PIÙ CALORICI Che andare al supermercato affamati rendesse il conto più “salato”. Ma ora una ricerca svedese pubb. sulla rivista Obesity dell'Univ. di Uppsala ha indagato sulle conseguenze di una spesa fatta dopo una notte insonne. Secondo i ricercatori, che hanno condotto lo studio su un gruppo di volontari a cui è stato fornito un budget di meno di 50 euro, se la notte prima non si è dormito, il carrello si riempie di cibi più calorici. Lo studio: in una prima fase i partecipanti dovevano fare spesa dopo una notte insonne. Nella seconda dopo una normale notte di sonno. Risultati: In entrambi i casi i soggetti hanno comprato dopo aver fatto colazione per non essere influenzati dalla fame. Ma, dopo la notte insonne, i partecipanti hanno messo nel carrello cibo per un valore calorico complessivo del 9% maggiore e in termini di peso del 18% più alto. (Sani e Belli) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 249 ALIMENTI E SALUTE I POMODORI PROTEGGONO ANCHE DALL'ICTUS L'alimento principe della dieta mediterranea ha un forte effetto preventivo nei confronti della forma ischemica L’ultimo ok alla dieta mediterranea arriva dal Nord più profondo. Secondo uno studio dell’Ist. di salute pubblica e nutrizione finlandese, i pomodori, ingredienti principi della nostra alimentazione, fanno scendere di oltre la metà le probabilità di avere un ictus. E l’effetto protettivo è ancora maggiore per la forma ischemica, ben più comune di quella emorragica, per la quale la riduzione del rischio sfiora il 60%. È una diminuzione importante, considerata la frequenza e i costi e di questa malattia; in Italia, dove si registra un caso ogni tre minuti, l’ictus è la seconda causa di morte e la prima di disabilità. Le cifre, pubblicate sulla rivista specializzata Neurology, mostrano poi che non è neppure necessario rimpinzarsi insalate capresi e spaghetti al sugo per avere il beneficio: mezzo etto di pomodori al giorno è già sufficiente a conferire la protezione. LICOPENE - Lo studio a distanza di 12 anni, in 67 avevano subito un ictus, ma quasi mai l’evento ha colpito coloro che avevano nel sangue una concentrazione elevata di licopene. Questa sostanza deriva dalla dieta, ed è presente in quantità importanti nei pomodori. Per questo motivo, i ricercatori hanno associato il beneficio al consumo di questi ortaggi. «Sessantasette casi sono pochi per trarre conclusioni certe, tuttavia la relazione fra consumo di frutta e verdura e diminuzione del rischio ictus è netta ed è in linea con quanto trovato da studi precedenti». ANTIOSSIDANTE - Peraltro, nell’indagine finlandese, altri antiossidanti – come l’alfa e il beta carotene, il retinolo e l’alfa tocoferolo – si sono rivelati ininfluenti sul rischio ictus, e i ricercatori attribuiscono questo risultato alle particolarità del licopene. «Gli studi su questa sostanza hanno rivelato che svolge molte funzioni. Accanto alle proprietà antiossidanti, contrasta le infiammazioni, inibisce la sintesi del colesterolo, migliora la funzione immunitaria e previene l’aggregazione delle piastrine, riducendo quindi il rischio di ictus».Il licopene, insomma, sembra avere una marcia in più. Così, sebbene lo studio inviti a un generale maggior consumo di frutta e verdure, i pomodori sembrano il cibo più indicato per chi ha un rischio maggiore di ictus, determinato per es. dall’ipertensione, dal sovrappeso o da una familiarità per questa malattia. (Salute, Corriere) ESERCIZIO FISICO COMBATTE INSONNIA, MA CI VOGLIONO 4 MESI L'esercizio fisico ha una funzione importante per combattere l'insonnia ma bisogna avere un po' di pazienza, perché i primi effetti iniziano a vedersi dopo quattro mesi. Il dato emerge da una ricerca pubblicata sulla rivista Journal of Clinical Sleep Medicine. Impegnarsi 45 minuti su un tappetino a fare esercizi o correre sul tapis roulant non porta dunque immediati effetti positivi sul sonno, anzi può portare a sentirsi esausti e a voler mollare, spiegano gli studiosi. Chi soffre di insonnia, spiegano, ha un'elevata attività cerebrale che richiede tempo per tornare normale e indurre il sonno, soprattutto se invece dei farmaci, che agiscono in maniera più immediata ma possono a volte portare problemi di memoria e cadute, si sceglie una via più naturale, quella cioè di "stancarsi" attraverso l'attività fisica. Per questo non bisogna demordere. PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 249 SCIENZA E SALUTE UNA «GRAFFETTA» CHIUDE LA VALVOLA MITRALICA La tecnica «MitraClip» consente di correggere l'insufficienza mitralica senza necessità di un intervento chirurgico Al via uno studio internazionale che si propone di valutare l’effetto della correzione dell’insufficienza mitralica effettuata per via percutanea in pazienti affetti da scompenso cardiaco avanzato in cui sia presente anche la valvulopatia. La tecnica, denominata MitraClip e già utilizzata in circa 8mila pazienti in tutto il mondo, di cui circa 600 in Italia, consente di correggere l’insufficienza mitralica senza necessità di un intervento chirurgico, grazie al posizionamento di una graffetta che viene portata all’interno del cuore mediante un catetere introdotto a livello dell’inguine nella vena femorale e fatto risalire fino al cuore. In questo modo la clip viene portata a livello della valvola mitralica, quella che separa l’atrio sinistro dal sottostante ventricolo. COME FUNZIONA - L’insufficienza mitralica, cioè la sua incapacità di chiudersi completamente, può dipendere da una alterazione diretta della valvola o essere funzionale. In questo secondo caso, quello in cui la clip trova le migliori indicazioni, il vizio valvolare è secondario alla malattia del cuore. «La valvola può essere paragonata a due ante che si aprono e chiudono – precisa C. Tamburino, docente di Cardiologia presso l’Osp. Ferrarotto di Catania -: quando si chiudono separano le due camere cardiache. Quando il cuore si dilata trascina con sé l’impalcatura delle valvole che quindi si allontanano una dall’altra». Ciò significa che quando la valvola si chiude i due lembi rimangono separati da una fessura attraverso cui può refluire il sangue che va a sovraccaricare l’atrio sinistro e il circolo polmonare. La clip consente di tenere chiusa la fessura. «Il sistema consiste nel riavvicinare le due 'ante' legandole con una graffetta che, sotto guida ecocardiografica, permette di pinzare i due lembi valvolari impedendo il rigurgito mitralico che si riduce o scompare - spiega il cardiologo -. Una volta conseguito il risultato ottimale la clip viene staccata dal sistema di supporto e viene lasciata in sede dove rimane attaccata alle due ante della porta». L'INTERVENTO - Nel 60-70 % dei casi il problema può essere risolto con una sola clip, mentre nel 2030% casi è necessaria l’applicazione di due graffette. L’intervento, eseguito in anestesia generale in circa 60 minuti, consente di ottenere dei buoni risultati in quattro quinti dei pazienti trattati. I VANTAGGI - La ragione per cui non tutti i pazienti ottengono un beneficio funzionale viene ricondotta a problemi di tempistica, alla curva di apprendimento della procedura da parte degli operatori e alla selezione dei pazienti. Per il momento non si hanno ancora dati precisi sui vantaggi che la tecnica consente di ottenere sulla sopravvivenza. «Abbiamo dati di uno studio con predizione della sopravvivenza nei pazienti non trattati - aggiunge il cardiologo milanese -. La probabilità di non sopravvivere a un anno è del 40%, mentre quella osservata è stata dell’11%, con un miglioramento del 300% della sopravvivenza rispetto al predetto. Si tratta tuttavia di dati informativi che hanno bisogno di essere sostanziati da uno studio ad hoc». (Franco Marchetti, Salute, Corriere)