Anno II – Numero 257 Mercoledì 02 Ottobre 2013, SS. Angeli custode AVVISO Il Proverbio di Oggi 1. Ordine: chiedi il nuovo tesserino di iscrizione. ’Addò ‘nce stanno a fèmmene, ‘nce stanno appiecceche e chiacchiere Perché tale è la loro peculiarità Notizie in Rilievo Scienza e Salute 2. L'olio d'oliva è come il latte materno 3. Il sonno va in fumo con le sigarette 4. Cina, inala monossido di carbonio e «cambia» lingua madre 5. Epatite A, i consigli del Ministero «Cuocere sempre i frutti di bosco» Prevenzione e Salute 6. Ipermenorrea: cause e rimedi 7. Correre non mette a rischio le ginocchia 8. Sei falsi miti sui tumori Alimenti e Salute 9. Pane: congelalo a fette L'OLIO D'OLIVA è come il LATTE MATERNO L'extravergine ha simili contenuti di Omega 3 e Omega 6 Dall'apparenza verde e viscosa non si direbbe ma l'olio extravergine d'oliva è simile al latte materno. A dirlo, in occasione della presentazione a Roma della Maratona dell'olio è il ricercatore del Cnr, Saverio Pandolfi Grazie a Omega 3 e Omega 6 - Proprio grazie a questo, secondo l'esperto, l'olio risulta gradito anche a un inuit o a un africano che non hanno mai avuto l'olio nel regime alimentare. Pandolfi ha spiegato: "L'olio extravergine d'oliva di qualità è il grasso più simile a latte materno, in termini di Omega 6 e Omega 3, composti di alto interesse salutistico contenuti nel prodotto principe della dieta mediterranea, ma solo se viene fatto un corretto lavoro in frantoio". Un antinfiammatorio naturale - L'assunzione quotidiana di olio extravergine di qualità, ha detto Pandolfi, "è particolarmente salutare per il contenuto di oleuropeina, una componente dell'olio di oliva che rende più elastiche le arterie, abbassa la pressione e riduce il processo aterosclerotico". L'oleuropeina concorre a formare il sapore amaro delle olive. Altro alleato della salute è proprio l'oleocantale, sostanza responsabile del piccante, che ha valenza antinfiammatoria in quanto riproduce gli effetti dell'ibuprofene. (Salute, Tgcom24) IL SONNO VA IN FUMO CON LE SIGARETTE Ogni bionda toglie 1,2 minuti di riposo notturno. Ma basta abbandonare il tabagismo per riprendere ritmi regolari Ai numerosi danni alla salute legati al tabagismo si uniscono i disturbi del sonno. Per ogni sigaretta fumata, i dipendenti dalla nicotina dormono 1,2 minuti in meno di media. Basta dire addio alle bionde, però, per migliorare sensibilmente la qualità. Lo rivela lo studio su fumo e sonno condotto dalla University of Florida e pubb. su Psychology, Health & Medicine. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 257 IPERMENORREA: CAUSE E RIMEDI Ciclo abbondante e forti dolori mestruali sono i sintomi più comuni di questo disturbo. Ecco cosa fare Flusso mestruale abbondante, talvolta associato a dolori durante il ciclo: i sintomi descritti sono quelli dell’ipermenorrea, un disturbo che riguarda il 15-20% delle donne in età fertile ed è più frequente fra i 30 e i 45 anni che causa forti emorragie durante le mestruazioni. CAUSE. Tra le principali si annoverano squilibri ormonali (frequenti nella fase successiva alla prima mestruazione oppure in quella che precede la menopausa), fibromi uterini, adenomiosi (una forma particolare di endometriosi, che consiste nella presenza di tessuto endometriale nel tessuto muscolare dell’utero). DIAGNOSI. Viene formulata dal ginecologo in seguito a una visita e a un’ecografia transvaginale. TERAPIE. Fra i trattamenti farmacologici più efficaci ci sono i progestinici, ormoni di sintesi simili a quelli prodotti naturalmente dalle ovaie, somministrati per bocca sotto forma di pillola, oppure tramite dispositivi medicati da applicare all’interno dell’utero. Quando il disturbo è lieve, si possono somministrare estroprogestinici (combinazione di ormoni estrogeni e progesterone), quando è più grave gli analoghi del GnRH, che bloccano del tutto la funzione ovarica per un determinato periodo. Non sempre però la terapia medica è sufficiente. In alcuni casi, quando per esempio i miomi sono molto grossi, può rendersi necessaria l’asportazione chirurgica (miomectomia). EFFETTI COLLATERALI DELLE CURE. Uno degli effetti collaterali principali dei progestinici è l’aumento di peso. Che però, a differenza di anni fa, oggi può essere limitato grazie alle pillole a basso dosaggio che contengono drospirenone, un progestinico che non causa ritenzione idrica e che fa salire di pochissimo l’ago della bilancia (al massimo uno-due chili). Sospendere la terapia potrebbe non dare problemi, ma il consiglio è quello di terminare il ciclo prescritto, dato che l’interruzione brusca potrebbe causare un’emorragia da privazione. (Ok, Salute e benessere) PANE: CONGELALO A FETTE La pagnotta sotto zero è comoda, buona e non è cancerogena. Scopri come conservarla correttamente nel freezer Se non hai tempo di comprare il pane fresco ogni giorno, puoi surgelarlo: le basse temperature non lo privano delle qualità nutritive. La notizia riguardante la presunta cancerogenicità del pane congelato non ha nessun fondamento scientifico, ma bisogna prestare attenzione alle modalità con cui si congela per non perdere la sua morbidezza. «Un trucco per conservare il pane a lungo in freezer è tagliarlo a fette», suggerisce la nutrizionista Lucilla Titta. «Al bisogno sarà sufficiente estrarre quelle che servono e metterle direttamente in forno o nel tostapane: in questo modo scongeleranno e tosteranno contemporaneamente». Informati, però. Chiedi se il pane che stai acquistando è preocotto o surgelato all’origine, cioè giunto sotto zero al negozio per essere poi sottoposto a semplice doratura: in questo caso meglio evitare, la doppia congelazione potrebbe essere deleteria per gusto e consistenza e potrebbe fare male alla salute. (OK Salute e benessere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 257 CINA, INALA MONOSSIDO DI CARBONIO E «CAMBIA» LINGUA MADRE Dopo il danno cerebrale la donna dimentica il cinese e parla inglese Inala monossido di carbonio e riesce a parlare correntemente inglese. Il curioso episodio è accaduto, secondo quanto riferisce lo Shanghai Daily, ad una giovane donna di 28 anni, Chen Jia, della provincia dell'Hubei. Lo scorso anno Chen aveva inalato dei fumi di monossido di carbonio durante un barbecue a Wuhan. Le conseguenze erano state molto gravi. La donna a seguito dell'incidente non era più in grado di camminare e di parlare nella sua lingua madre, il cinese. Dopo un periodo di intensa riabilitazione però Chen pian piano ha ripreso a camminare senza però recuperare la sua capacità di esprimersi in cinese. Sorprendentemente però la giovane donna ha cominciato ad esprimersi in inglese, lingua che prima dell'incidente conosceva anche se non era la sua prima lingua. «Non è così anomalo, spiega uno dei medici che ha in cura la donna, quando pazienti che conoscono più di una lingua subiscono danni cerebrali può accadere che perdano la capacità di parlare una lingua ma non dimentichino l'altra». In un altro caso simile una donna di 38 anni in Inghilterra è ancora in cura dopo che tre anni fa, a seguito di una violenta emicrania iniziò a parlare con un strano accento cinese. (Fonte Ansa). EPATITE A, I CONSIGLI DEL MINISTERO «CUOCERE SEMPRE I FRUTTI DI BOSCO» Facendo bollire i frutti congelati per almeno due minuti si debella il virus, che viene rapidamente reso innocuo dal calore «Si raccomanda di consumare i frutti di bosco surgelati solo ed esclusivamente previa cottura». La raccomandazione arriva dal Ministero della Salute dopo il forte incremento del numero di casi di epatite A a partire da gennaio, soprattutto nel nord e centro Italia, per i quali è in corso un'indagine a Torino. Anche recentemente - spiega il Ministero - sono stati notificati diversi nuovi casi in soggetti che hanno riferito il consumo di frutti di bosco misti surgelati non cotti. Il virus dell'epatite A sopravvive a basse temperature, ma viene rapidamente inattivato dal calore. Facendo bollire i frutti di bosco per almeno due minuti si debella il virus. Il Ministero raccomanda inoltre di consumare i frutti di bosco freschi e ogni altra frutta o verdura cruda solo dopo un accurato lavaggio. PER I PRODUTTORI - Una raccomandazione è rivolta anche agli operatori industriali e artigianali del settore alimentare: «Si devono utilizzare sistemi di sanificazione attivi contro batteri e virus al fine di minimizzare il rischio di contaminazione crociata attraverso gli impianti, gli ambienti, le linee di produzione e gli strumenti. Il virus dell'epatite A è molto persistente nell'ambiente. Si deve considerare, nelle procedure aziendali di gestione del rischio, basate sul sistema HACCP, il pericolo di virus quali HAV e Norovirus, così come batteri patogeni (es. Salmonella ed E.coli VTEC)». Per chi impiega a livello di produzioni artigianali o di ristorazione frutti di bosco surgelati, ad esempio per frullati, preparazioni di frutta, guarnizioni di dolci, di yogurt o di gelati, «si raccomanda l'impiego solo previa cottura. Il trattamento termico sicuramente efficace è la bollitura dei frutti per almeno due minuti». (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 257 CORRERE NON METTE A RISCHIO LE GINOCCHIA Due ricerche sfatano un luogo comune: fare jogging riduce il pericolo osteroartitrico e quello di dover finire sotto i ferri per una protesi Una delle convinzioni più radicate, soprattutto tra chi non ama la corsa, è che praticarla possa rovinare la salute delle ginocchia e portare con il tempo all'artrite. Ora, un recente studio pubblicato dal Lawrence Berkeley National Laboratory (Usa) condotto su 75 mila podisti ha stabilito "che non c'è nessuna prova che la corsa aumenti il rischio di osteoartrite, anche per i maratoneti, rispetto a chi è meno attivo o non pratica questo sport. Anzi - puntualizzano i ricercatori - fare jogging riduce il pericolo osteroartitrico e quello di dover finire sotto i ferri per una protesi al ginocchio. Dunque, secondo gli scienziati è falso il mito che correre lunghe distanze possa contribuire allo sviluppo dell'artrite. Paradossalmente, proprio per le qualità intrinseche di questo sport eviterebbero invece alcuni 'crack'. "Per molto tempo si è pensato che la corsa potesse danneggiare l'articolazione del ginocchio, dal momento che ad ogni passo entrano in gioco le forze balistiche (coinvolte nella dinamica muscolare) che si sprigionano anche attraverso il ginocchio di un corridore. Il buon senso - aggiungono i ricercatori al New York Times - suggerirebbe che applicare ripetutamente carichi su un giunto articolare alla fine dovrebbe degradare la cartilagine protettiva e portare all'artrite. Ma molti degli studi disponibili condotti su maratoneti mostrano che, fino a quando le ginocchia sono sane, l'intensità e la frequenza dell'esercizio non aumentano sensibilmente il rischio di sviluppare l'artrite. In un altro studio pubblicato su Medicine & Science in Sports & Exercise, gli scienziati hanno confrontato i carichi applicati sulle ginocchia dei corridori e dei camminatori. Quest'ultima è la scelta che molti medici consigliano ad esempio alle persone anziane. Gli esperti hanno reclutato 14 adulti sani, metà dei quali donne, senza una storia clinica legata a problemi al ginocchio. Ad un gruppo è stato chiesto di camminare ad un ritmo confortevole lungo una pista di circa 50 metri, all'altro di correre. Ebbene, il risultato delle analisi biomeccaniche ha fatto emergere che nella corsa non c'è un maggior impatto sulle articolazioni rispetto alla passeggiata, perché il piede colpisce il terreno con meno frequenza. I passi di chi fa jogging, infatti, sono più lunghi rispetto a chi cammina. E la quantità di forza in movimento che attraversa le ginocchia è equivalente sia se si corre che si passeggia. Secondo gli scienziati, questo risultato fornisce "una spiegazione biomeccanica convincente per cui così pochi corridori sviluppano l'artrite al ginocchio. In termini di usura delle ginocchia - avvertono - correre e camminare sono sostanzialmente indistinguibili". "I risultati - non sono un via libera definitivo alla corsa come 'elisir' per il ginocchio. Spesso infatti molti soffrono di lesioni non correlate ad artrite, ma possono essere colpiti dalla sindrome del dolore femoro-rotulea, una patologia relativamente frequente nell'ambito sportivo. La sua eziopatogenesi è essenzialmente riconducibile ad un allineamento impreciso dell'articolazione del ginocchio concludono - oppure ad una displasia a carico della rotula. Non quindi alla frequenza o intensità degli allenamenti". (Adnkronos Salute) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 257 SCIENZA E SALUTE SEI FALSI MITI SUI TUMORI È vero, oggi possiamo accedere a un’infinità di informazioni sulla nostra salute: con un giro online diventiamo tutti esperti (o così ci pare). Peccato che su internet le bufale abbiano vita tenace. «Panorama» ne ha selezionate alcune che riguardano il cancro. Tutte da smontare. 1 - Il cancro è una malattia moderna Non è così. Tracce di lesioni tumorali di vario tipo (seno, prostata, cervello) sono state trovate in scheletri di persone vissute nel Medioevo, nell’Antica Grecia, in mummie egiziane, persino nei dinosauri (osteosarcomi). Lo racconta bene il libro The cancer chronicles del giornalista americano George Johnson. 2 - Il reggiseno è un fattore di rischio per il tumore al seno È un tormentone che gira spesso: l’uso prolungato del ferretto del reggiseno aumenterebbe il rischio perché comprime e irrita (secondo questa idea) il sistema linfatico. Teoria non supportata da alcuna evidenza scientifica. Il tumore al seno ha varie cause, soprattutto ormonali, ma il reggiseno non c’entra niente. 3 - Esiste una cura anticancro, ma Big Pharma la nasconde La famosa teoria del complotto: esistono cure alternative osteggiate da Big Pharma, che pensa solo al suo profitto, e dagli oncologi corrotti. In realtà, se ci fosse davvero la cura, le industrie farmaceutiche non si sarebbero fatte sfuggire l’occasione (sarebbe l’affare del secolo). Purtroppo il cancro è una malattia troppo complessa per sperare in una terapia risolutiva e universale. 4 - Gli squali non si ammalano di tumore Tutti gli organismi multicellulari si ammalano di tumore. Questa falsa credenza si diffuse nel 1992 con il libro Gli squali non si ammalano di cancro di William Lane, e da allora si stima che oltre 200 mila squali siano stati uccisi nella speranza, vana, di mettere a punto una pillola a base di cartilagine di squalo (il dottor Lane era coinvolto nel business). 5 - Il forno a microonde è cancerogeno Secondo numerosi studi, non c’è alcuna relazione tra i forni a microonde (sono tutti schermati) e il rischio di cancro. Solo i modelli vecchi o deteriorati potrebbero essere potenzialmente pericolosi (perché scaldano i tessuti), ma solo se si resta a lungo nelle loro vicinanze mentre sono accesi. 6 - Asportare un tumore può favorirne la diffusione Una falsa idea nata in passato, quando molti pazienti andavano sotto i ferri avendo già metastasi (che poi si presentavano in altri organi). Oggi, per evitare che alcune cellule tumorali sfuggano all’intervento, si usano nuove tecniche chirurgiche (fra cui bisturi «intelligenti» che riconoscono le cellule maligne). (Salute, Panorama)