Mercoledì 16 Ottobre 2013, S.Dionigi, S. Ferruccio, Sara Anno II – Numero 267 AVVISO 1. Corso per formazione lavoratori la dei Notizie in Rilievo Prevenzione e salute 2. Mal di schiena: meglio le suole piatte che quelle con le “curve” 3. Da orari irregolari sonno problemi comportamentali bimbi 4. Trombosi venosa: le cause, i rischi, la prevenzione Scienza e Salute 5. Dopo il tumore si vive sempre di più 6. Cellulari, wi-fi e cancro al cervello? Non ci sono prove 7. Melograno per un cuore in salute, ci pensano i polifenoli dei frutti 8. L’intestino infiammato aumenta il rischio di infarto e ictus Alimenti e Salute 9. Melograno per un cuore in salute, ci pensano i polifenoli dei frutti Il Proverbio di Oggi ‘Int’ ‘a vocca chiusa nun traseno mosche Meglio tacere che dire stupidaggini NAPOLI, ACIDO DA UN BALCONE SU BIMBO ROM. SOCCORSO DA UNA FARMACISTA Incredibile a Napoli, quartiere Fuorigrotta. Una donna rom a via Andrea Doria, insieme ad un bambino di due anni, è stata investita da una pioggia d'acido. L'acido ha centrato in pieno il bambino. «Ho visto il bambino investito in pieno da un liquido azzurro. Piangeva, gridava, teneva le manine sugli occhi mentre sul giubbino comparivano fori enormi a contatto con quel liquido, quasi sicuramente dell’acido». E’ la testimonianza choc di una delle passanti che stamattina, poco dopo le 10, era in via Andrea Doria nel quartiere Fuorigrotta, in attesa alla vicina fermata del bus. La ragazza ha visto tutta la scena: da un balcone del palazzo al civico 22 d’un tratto è piovuto del liquido colorato, che ha investito in pieno il bimbo. La donna che era con lui gli ha subito tolto gli abiti inzuppati di acido e l’ha portato nella Farma Ferrara, la farmacia che dista pochi metri da via Doria. «Ho subito soccorso il bambino e gli ho prestato le prime cure del caso – dice la dottoressa Serena Ferrara della FarmaFerrara di via Duilio – Ho cercato di fare tutto il possibile per tranquillizzarlo, prima dell’arrivo dell’ambulanza e il trasferimento all’osp. Santobono. Ho apportato le prime cure, dopo essermi resa conto del danno sul corpo. Ho applicato una crema antiscottatore». Ancora una volta la Farmacia al servizio del territorio e dei cittadini: riconosciuta come centro sanitario di riferimento, sottolinea il Presidente dell’Ordine Santagada. Il farmacista e la farmacia sono viste sempre di più come riferimenti del cittadino, essendo l'unico operatore sanitario sempre presente. La farmacia dei servizi permetterà al farmacista di poter offrire un più ampio ventaglio di prestazioni, potendo collaborare anche alla prevenzione primaria accanto ai medici di famiglia, con i quali auspichiamo si rinsaldi la già grande collaborazione a vantaggio dei cittadini, conclude Santagada. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 267 SCIENZA E SALUTE DOPO IL TUMORE SI VIVE SEMPRE DI PIÙ Cresce il numero di tumori diagnosticati, ma aumentano le guarigioni. Decisivi la diagnosi precoce e i nuovi farmaci Cresce il numero di tumore diagnosticati ogni anno nel nostro Paese, ma aumentano anche le guarigioni: oggi sono circa 2 milioni e 800 mila gli italiani che vivono con una precedente diagnosi di tumore (erano quasi 1.500.000 nel 1993 e 2.250.000 nel 2006) e le stime per il 2013 contano circa 366 mila nuove diagnosi di cancro (a fronte delle 364 mila del 2012). IL RAPPORTO - A fotografare la situazione oncologica nel nostro Paese è la pubblicazione “I numeri del cancro in Italia 2013”, opera dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e dall’Associazione Italiana Registri Tumori (Airtum). La sopravvivenza a cinque anni (indicatore tradizionale per valutare i progressi compiuti in oncologia) è cresciuta notevolmente rispetto a quella dei casi diagnosticati nei lustri precedenti sia per gli uomini (57% nel 2004-2007 contro il 39% del 1990-1992) donne (rispettivamente 63% contro 53%). Merito soprattutto del miglioramento della sopravvivenza per alcune delle sedi più frequenti dei tumori, come colon-retto (64%), seno (87%) e prostata (91%). «La sopravvivenza dopo la diagnosi di tumore è uno dei principali indicatori che permette di valutare l’efficacia del Sistema sanitario nei confronti della patologia tumorale - spiega S. Cascinu, presidente Aiom -. La sopravvivenza è fortemente influenzata da diagnosi precoce e terapia. La prima dà una maggiore probabilità di essere efficacemente curati (obiettivo che si raggiunge sempre di più grazie all’ampliamento e alla crescente partecipazione degli italiani ai programmi di screening per seno, colon-retto e cervice uterina). Ma l’incremento della sopravvivenza è imputabile in gran parte anche agli sviluppi delle cure, soprattutto per alcuni tipi di tumore». CANCRO COLON-RETTO - Oggi, il cancro del colon-retto è il più frequente, con quasi 55 mila nuove diagnosi annue, seguito da quello del seno (48 mila), del polmone (38 mila, con sempre più casi fra le donne, quasi il 30%) e della prostata (36 mila). Il cancro del polmone si conferma al primo posto per mortalità, seguito da colon, seno, stomaco e pancreas. «Dall’esame dei dati disponibili - aggiunge Emanuele Crocetti, appare chiara una riduzione della mortalità molto significativa per la totalità delle neoplasie, in entrambi i sessi. Inoltre emerge come la prospettiva di sopravvivere cambi notevolmente nel corso del tempo trascorso dalla diagnosi: dopo cinque anni, rispetto al primo anno, si ha un aumento di oltre 10 punti percentuali in entrambi i sessi per tutti i tumori. Così, chi supera questa soglia ha per molte sedi tumorali (testicolo, utero, melanoma, linfomi di Hodgkin e, in misura minore, colon-retto) prospettive di sopravvivenza che si avvicinano a quelle di chi non si è mai ammalato». STATISTICHE - Statistiche e cifre costantemente aggiornate sono indispensabili per le istituzioni e tutti gli operatori impegnati in oncologia, perché forniscono indicazioni sui risultati delle azioni di prevenzione e sulle terapie. «Inoltre i dati sono fondamentali per la programmazione sanitaria conclude Carmine Pinto, segretario nazionale Aiom -. Siamo consapevoli che, in tempi di crisi, la progressiva contrazione delle risorse disponibili impone scelte precise e razionali. I risparmi devono provenire da appropriatezza e uso razionale delle risorse, partendo dall’effettiva realizzazione delle reti oncologiche regionali, non da tagli indiscriminati». (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 267 SCIENZA E SALUTE CELLULARI, WI-FI E CANCRO AL CERVELLO? NON CI SONO PROVE Secondo uno studio dell’Agenzia nazionale sanitaria l’esposizione alle onde può provocare solo modificazioni biologiche Cellulari e dispositivi wi-fi fanno male alla salute? Causano cancro al cervello e problemi mortali a lungo termine? Non ne siamo così sicuri. Dopo tanto parlare e tanto allarmismo, gli studi condotti in questa direzione non confermano nulla di tutto questo. Lo dichiara l’Agenzia Nazionale Sanitaria (ANSES), l’autorità francese per la salute pubblica. L’esposizione alle onde elettromagnetiche può provocare modificazioni biologiche sul corpo ma i dati scientifici disponibili non mostrano «effetti provati» sulla salute. Il risultato è che non ci sono prove certe nè evidenti che l’uso di questi dispositivi possa causare danni al cervello, al cuore, alla salute in generale derivati dall’eccesso di onde elettromagnetiche presenti nell’ambiente L’Anses non ritiene necessario modificare i regolamenti che fissano soglie da non oltrepassare, ma raccomanda di limitare comunque l’esposizione alle onde, in particolare quelle dei telefoni cellulari, in particolare per quanto riguarda bambini e persone che ne fanno un uso intenso. GLI ESPERTI - Il parere è stato formulato da un gruppo di 16 esperti che per due anni hanno passato in rassegna centinaia di studi scientifici. Nel documento si spiega la differenza fra effetti biologici - che sono «cambiamenti di ordine biochimico, fisiologico o comportamentale che vengono indotti in una cellula, un tessuto o un organismo in risposta a uno stimolo esterno» - ed effetti sanitari, che sopraggiungono «soltanto quando gli effetti biologici superano i limiti di adattamento del sistema biologico». (Salute, Corriere) MELOGRANO PER UN CUORE IN SALUTE, CI PENSANO I POLIFENOLI DEI FRUTTI Le punicalagine contrastano i danni alle arterie associati alla cattiva alimentazione Riducono la pressione, contrastano gli effetti del colesterolo sul flusso del sangue e, secondo un nuovo studio dell’Institut Català de Ciències Cardiovasculars di Barcellona, i loro polifenoli contrastano l'effetto di un'alimentazione scorretta sulla salute delle arterie, anche quando le loro pareti sono già danneggiate. Sono questi i benefici esercitati dai frutti del melograno sulla salute cardiovascolare. Badimon ha illustrato i risultati di ricerche condotte sui maiali, organismi modello ideali per il sistema cardiovascolare umano. Gli esperimenti hanno dimostrato che un'alimentazione ricca di grassi aumenta le probabilità di aterosclerosi danneggiando il rivestimento interno dei vasi sanguigni (l'endotelio) e riduce la capacità di dilatarsi di vene e arterie facendo diminuire la produzione di ossido nitrico. Tuttavia, l'assunzione di un integratore alimentare contenente 200 mg dei polifenoli estratti dai frutti del melograno, le punicalagine, elimina questi ed altri sintomi di problematiche a livello cardiovascolare. Secondo Badimon “arricchire l’alimentazione con i polifenoli del melograno può aiutare a prevenire e a ritardare le disfunzioni dell’endotelio, che sono fra i primi segnali di aterosclerosi e ictus”. (Salute, Sole 24ore) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 267 MAL DI SCHIENA: MEGLIO LE SUOLE PIATTE CHE QUELLE CON LE “CURVE” Le suole tipo rocker non riducono o prevengono il dolore lombare alla schiena. Secondo uno studio, in questo caso sono alla fine meglio le suole piatte, o normali Da tempo si ritiene che le suole conformate in un certo modo possano prevenire o ridurre il dolori di schiena come, per esempio, quelli nella parte bassa o lombare. Ma è davvero così? Questa stessa domanda se la sono posti i ricercatori del King’s College di Londra, i quali hanno condotto uno studio proprio per valutare l’effetto dei diversi tipi di suola sul mal di schiena lombare. Per fare questo hanno reclutato 115 persone con mal di schiena cronico, poi suddivise a caso in due gruppi. Ai partecipanti è poi stato chiesto di indossare delle scarpe con suola rocker o con suola normale, da ginnastica. Le scarpe dovevano essere indossate per almeno due ore al giorno, durante le quali avrebbero dovuto stare in piedi e camminare. Il dottor Sian MacRae e colleghi hanno infine seguito i partecipanti per un anno, durante il quale, a cadenza semestrale, hanno valutato la salute della schiena e il dolore percepito. RISULTATI: Alla prima scadenza dei 6 mesi, gli esami hanno mostrato che per il gruppo che aveva indossato le normali scarpe da ginnastica, nel 53% dei casi il dolore si era ridotto e i pazienti avevano mostrato una maggiore riduzione della disabilità. Il miglioramento si era avuto soltanto nel 31% degli appartenenti al gruppo suola rocker. Al termine dello studio, dopo un anno si è constatata una maggiore riduzione della disabilità in generale nel gruppo con scarpe da ginnastica, rispetto al gruppo rocker. I risultati finali, pubblicati sulla rivista scientifica Spine, suggeriscono che non vi è una significativa differenza nel miglioramento dei sintomi del mal di schiena nell’indossare scarpe con suola conformata piuttosto che una suola normale. A motivo di ciò, i ricercatori ritengono che i medici non si devono sentire obbligati a suggerire di indossare scarpe con suola tipo rocker ai pazienti con mal di schiena cronico lombare, dato che anche le normali scarpe da ginnastica sortiscono lo stesso effetto e, anzi, in alcuni casi vanno addirittura meglio. (Salute, la Stampa) L’INTESTINO INFIAMMATO AUMENTA IL RISCHIO DI INFARTO E ICTUS Soffrire di colite ulcerosa, Morbo di Crohn o una malattia infiammatoria dell’intestino fa aumentare dal 10 al 25% il rischio di un attacco cardiaco o ictus I ricercatori della Mayo Clinic di Rochester (Usa) hanno presentato uno studio in cui si suggerisce che soffrire di una malattia infiammatoria dell’intestino aumenta in modo significativo il rischio di essere vittime di un infarto, o attacco di cuore, e ictus. I ricercatori hanno analizzato i dati relativi a più di 150mila casi di malattia infiammatoria dell’intestino (IBD), scoprendo che le persone con questo tipo di problemi avevano un aumentato rischio di problemi cardiaci che andava dal 10% al 25%. Il rischio era più diffuso tra le donne, rispetto agli uomini. Tra le forme più diffuse di IBD vi sono la colite ulcerosa, il Morbo di Crohn. Tra i sintomi più comuni di queste patologie vi sono la diarrea, crampi addominali, dolori, sanguinamento rettale, perdita di peso e febbre. Diversi fattori, poi, possono esacerbare queste condizioni. Tra questi vi sono il fumo e una dieta scorretta: tutte situazioni che chi soffre di problemi all’intestino dovrebbe evitare. Tra le altre cose, ricordano gli esperti, proprio questi due fattori possono contribuire a fare aumentare ancora di più il rischio di attacco cardiaco e ictus. (Salute, la Stampa) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 267 PREVENZIONE E SALUTE DA ORARI IRREGOLARI SONNO PROBLEMI COMPORTAMENTALI BIMBI Se i bambini vanno a dormire ogni sera a orari diversi e non prestabiliti hanno maggiori possibilita' di sviluppare problemi comportamentali. Lo ha scoperto un nuovo studio dello University College London pubblicato sulla rivista 'Pediatrics'. Dai dati e' emerso che andare a letto ad orari irregolari sconvolge i ritmi naturali del corpo, favorendo la privazione del sonno e minando alla maturazione sana del cervello e alla capacita' di controllare alcuni comportamenti nei bimbi. "Non andare a dormire a un orario preciso" ha spiegato Yvonne Kelly, autrice dell'indagine "induce uno stato psicofisico simile a quello del jet lag". "Sappiamo che lo sviluppo precoce del bambino esercita profonde influenze sulla salute e il benessere in tutto il corso della vita. Ne consegue che le interruzioni di sonno, soprattutto se si verificano in momenti chiave dello sviluppo possano avere importanti ripercussioni sulla sua salute per tutta la vita". I problemi risultati associati al sonno irregolare sono iperattivita', problemi a relazionarsi con i coetanei, difficolta' emotive. Lo studio ha analizzato dati di un campione di piu' di diecimila bambini monitorati a tre, cinque e sette anni in relazione alle abitudini notturne. (Agi) Trombosi venosa: le cause, i rischi, la prevenzione. Tutto quello che c’è da sapere su una delle patologie più subdole e frequenti. La trombosi venosa colpisce ogni anno 1,6 persone su mille. Si tratta di una patologia abbastanza frequente caratterizzata da una parziale o completa ostruzione del circolo profondo degli arti superiori, delle vene pelviche o degli arti inferiori. Molto spesso non si manifesta con sintomi evidenti, anzi in alcuni casi è addirittura difficile da diagnosticare e può dar luogo a conseguenze gravi come l’embolia polmonare o l’insufficienza venosa cronica. Le trombosi venose si distinguono in: trombosi venose profonde e trombosi venose superficiali, il grado di gravità dipende sia dal tipo di vaso in cui il trombo si forma, sia dalla dimensione e localizzazione del vaso colpito. Cause e diagnosi: le cause della trombosi venosa profonda sono da ricondurre in prevalenza alla triade di Virchow: alterazioni della parete vascolare, alterazioni del flusso ematico, ipercoagulabilità. Le tre alterazioni spesso sono combinate fra loro e possono essere congenite, causate da malattie quali infarto, tumori etc, o provocate da traumi come interventi chirurgici, ustioni, fratture etc. Altre cause sono da rintracciare in un’insufficienza cardiaca, nella degenza a letto per lungo tempo, nell’età avanzata con sedentarietà, nell’uso prolungato di estrogeni, in alcune malattie del sangue. L’indagine di elezione non invasiva per la diagnosi della trombosi venosa è l’ecodoppler. Le cure: La terapia è diversa a seconda del tipo di trombosi. Per le trombosi superficiali in genere si utilizzano i comuni flebotonici (diosmina, suloxide, escina, centella etc), associandoli a terapia antinfiammatoria, con risoluzione della sintomatologia nel giro di una settimana -dieci giorni. La trombosi venosa profonda, invece, prevede protocolli terapeutici affidati all'uso di anticoagulanti iniettivi (eparina a basso peso molecolare) e di anticoagulanti orali per un arco di tempo che varia in relazione a diversi fattori. Nel caso delle trombosi venose localizzate agli arti inferiori alla terapia farmacologica deve essere sempre associata la terapia con calze elastocompressive. (Sani e Belli)