Anno II – Numero 269 AVVISO 1. Corso per la formazione dei lavoratori 2. Congresso SIFO: 17-20 Ottobre 2013, Torino Venerdì 18 Ottobre 2013, S. Luca Evangelista Il Proverbio di Oggi Se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia ARRIVA IL PECORINO ANTICOLESTEROLO Da novembre 2013 in commercio il primo formaggio utile per Notizie in Rilievo prevenire le malattie cardiovascolari Prevenzione e salute 3. Stipsi, curiamola in poche mosse 4. Attenzione allo zucchero crea dipendenza Scienza e Salute 5. Non tutti i placebo sono uguali 6. Insonnia, quando usare la melatonina 7. Ipertrofia prostatica benigna, curare il problema senza paura Alimenti e Salute 8. Arriva il pecorino anticolesterolo Buone notizie per gli amanti del pecorino, uno dei formaggi italiani più apprezzati, ottimo da solo, con le pere o grattugiato sulla pasta, ma non certo l'ideale se si ha il colesterolo alto. Ebbene, per chi deve stare attento a ridurre i grassi nella dieta, ecco il Cladis, il primo pecorino anti colesterolo, in commercio dal 14 novembre 2013. Il sapore è quello del formaggio tradizionale, e lo dimostra la certificazione Dop garantita dal Consorzio di tutela del pecorino toscano. Quello che cambia è la composizione nutrizionale, che rende il Cladis un cibo amico del cuore (perché riduce il rischio di malattie cardiovascolari) oltre che delle ossa (quindi efficace nella prevenzione dell'osteoporosi, come gli altri formaggi ricchi di calcio). L'idea di creare un pecorino salutare è nata da un gruppo di ricercatori della facoltà di agraria dell'Università di Pisa, guidati da Pierlorenzo Secchiari, che hanno pensato di cambiare alimentazione alle pecore perché producessero un latte meno grasso. Gli animali sono stati nutriti con un mangime speciale, ricco di semi di lino estrusi. Questi sono un'ottima fonte di omega 3 e favoriscono la produzione di acido linoleico coniugato (cla), due acidi grassi che aiutano a ripulire l'apparato cardiovascolare dal colesterolo cattivo (Ldl), a beneficio di quello buono (Hdl). Tutte proprietà che vengono trasferite direttamente al latte e rimangono inalterate nel passaggio di trasformazione in formaggio. Sono serviti 30 mesi di sperimentazione su cento donne over 60 con sindrome metabolica prima di essere certi che i risultati auspicati fossero fondati. L'esito è stato un pecorino ricco di cla (da cui il nome Cladis) e quindi nemico del colesterolo, ma amico della buona tavola. (OK Salute e benessere) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 269 NON TUTTI I PLACEBO SONO UGUALI Tra le finte cure usate nella sperimentazione clinica, una finta operazione funziona meglio di una pillola di zucchero. Le conclusioni di una nuova (e curiosa) ricerca. Si chiama «effetto placebo», ed è la disperazione dei medici e ricercatori che testano i farmaci per valutare se e quanto funzionano: una pillola di zucchero, in molti casi e per motivi non ancora del tutto compresi, fa comunque migliorare un paziente. Ora uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Jama aggiunge un motivo di grattacapo per chi conduce esperimenti clinici: tra le finte cure utilizzate come placebo, non tutte funzionano allo stesso modo. Alcune sono alcune assai più efficaci di altre. Nel caso dei trattamenti contro il mal di testa, esaminati nella ricerca in questione, una falsa seduta di agopuntura è un antidolorifico migliore di una pillola di zucchero. Nella sperimentazione clinica dei farmaci, di routine, il trattamento di cui si deve provare l’efficacia viene confrontato con un trattamento placebo, cioè finto. A un gruppo di persone, senza che lo sappiano, viene somministrato il farmaco da testare, a un altro la pillola di zucchero, e si guarda come vanno le cose. Se la percentuale di miglioramento è più o meno la stessa nei due gruppi, significa che il farmaco non è efficace perché il suo effetto vale quanto il placebo. CURE SOTTO ESAME: I ricercatori hanno messo a confronto studi clinici di vari trattamenti contro l’emicrania in cui, come placebo, venivano utilizzati varie terapie, agopuntura, iniezioni, pillole, terapie psicologiche, stimolazioni elettromagnetiche, o un’incisione chirurgica. Tutti finti. Il risultato è stato che la falsa agopuntura e il falso intervento chirurgico sono risultati, come placebo, i più efficaci nel ridurre la frequenza di attacchi di emicrania. Addirittura, in alcuni casi, tanto quanto i farmaci. La falsa pillola è stata quella che ha funzionato meno, mentre gli altri trattamenti hanno dimostrato un’efficacia intermedia. Sul perché alcune cure risultino per così dire più convincenti, gli autori dello studio avanzano alcune spiegazioni: forse, come già è stato ipotizzato, i pazienti nutrono aspettative maggiori nei confronti di interventi più invasivi come l’agopuntura o la chirurgia, e questo effetto psicologico contribuisce. O forse, il maggiore contatto fisico richiesto da questi trattamenti è già di per sé una terapia per un malessere con una forte componente emotiva. UNA LEZIONE PER TUTTA LA MEDICINA: Di sicuro, le osservazioni ottenute nello studio hanno un significato che va oltre il caso delle terapie per il mal di testa e danno indicazioni valide per la progettazione di tutti gli studi clinici. Come osservano gli autori, questa ricerca «sfida l’interpretazione classica degli studi clinici randomizzati (quelli, appunto, in cui un farmaco o un placebo vengono assegnati a caso a due gruppi di pazienti) secondo cui il trattamento con il maggiore effetto se paragonato a un placebo è quello più efficace». Per essere davvero utile, il confronto andrebbe fatto direttamente tra i vari tipi di trattamento: agopuntura vera con agopuntura falsa, pillola vera con pillola finta e così via. Altrimenti il rischio è che terapie che fanno poco effetto ma in cui l’effetto placebo è alto appaiano migliori di altre che invece funzionano di più, ma in cui l’effetto placebo agisce poco. (Focus) CONGRESSO NAZIONALE SIFO 2013: Progettare insieme il futuro tra continuità e cambiamento: sanità, professioni e cittadini PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 269 SCIENZA E SALUTE STIPSI, CURIAMOLA IN POCHE MOSSE Piccole accortezze quotidiane che possono aiutare Quanto è importante una buona regolarità intestinale? Molto. Quando, infatti, questa regolarità viene meno, la sensazione immediata è quella di pienezza, pesantezza e gonfiore. Ma quali sono le principali cause? La stipsi ( nota come "stitichezza") è legata a diversi fattori, tra i quali la disidratazione (specialmente in estate, a causa delle temperature elevate), uno scarso apporto di fibre nell'alimentazione, regimi dietetici troppo poveri di grassi una scarsa attività fisica. È importante tener presente che, la stipsi, non è una malattia ma il sintomo di un transito intestinale rallentato, da incentivare tramite piccoli e semplici accorgimenti che, oltre ad essere opportuni a tale scopo, ci aiutano a condurre uno stile di vita più salutare ed equilibrato. Piuttosto che ricorrere all'utilizzo di tisane o erbe di vario genere, che raggiungono lo scopo attraverso il loro potere irritante, è preferibile ricorrere a pratiche più naturali e meno invasive. Innanzitutto, controlliamo l'assunzione giornaliera di acqua. Essa, infatti, oltre ad essere fondamentale per le più disparate reazioni biochimiche e per il mantenimento del corretto bilancio idrico corporeo, contribuisce a rendere le feci più morbide. Oltre ai due litri di acqua al giorno, bere due bicchieri di acqua calda al mattino, a stomaco vuoto, facilita la peristalsi, stimolando il transito intestinale. Un'altra buona regola, poi, è quella di incrementare l'utilizzo di fibre nell'alimentazione di tutti i giorni. In particolare, si consiglia l'utilizzo di fibre insolubili, che troviamo negli ortaggi e in particolari frutti secchi, come le noci. Le fibre solubili, invece, reperibili nei frutti, svolgono un'azione antagonista, poiché danno un effetto costipante. La fibra agisce sul transito intestinale, operando sul volume delle feci e incrementandolo, grazie all'assorbimento di acqua. Oltre alle fibre, poi, non vanno dimenticati i grassi che, nelle giuste dosi, contribuiscono a rendere più morbida la materia fecale. Il consiglio è quello di utilizzare l'olio extravergine d'oliva, un grasso di origine vegetale che vanta diverse proprietà ottime per la salute. Infine, non dimentichiamo l'attività fisica, soprattutto se aerobica: una bella passeggiata al giorno, di almeno mezz'ora, contribuisce non poco a regolare il transito intestinale. (Salute, Tgcom24) ATTENZIONE ALLO ZUCCHERO CREA DIPENDENZA Di troppo zucchero si può morire. L'allarme arriva dall'Olanda dove si pensa addirittura di tassare lo zucchero e i prodotti che ne contengono grandi quantitativi, onde evitare overdose che possono essere letali per la salute. Su tutti i cibi e le bevande che lo contengono si dovrebbero far comparire messaggi simili a quelli che oggi campeggiano sui pacchetti di sigarette perché «Lo zucchero nuoce gravemente alla salute» e «causa malattie croniche come diabete, obesità e ipertensione». Inoltre lo zucchero, al contrario di quanto avviene per grassi e proteine, ha importanti e seri effetti negativi sul cervello. Sempre stando quanto dichiarato dal Servizio Sanitario olandese bisognerebbe, oltre a controllare gli zuccheri anche dare maggiore spazio all'attività fisica. Certo frenare il consumo di zucchero è difficile, di fatto basterebbe riuscire a sostituire la voglia di qualcosa di dolce con quella di una bella corsa o una bella nuotata. (Salute, Il Mattino) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 269 FARMACI E SALUTE INSONNIA, QUANDO USARE LA MELATONINA Gli integratori sfruttano gli effetti della sostanza prodotta dall'epifisi per farti dormire un sonno tranquillo Soffri di insonnia? Fai fatica a dormire e il tuo sonno è agitato? Prima di buttarti sui farmaci, puoi provare i rimedi naturali a base di melatonina. La melatonina è un ormone prodotto da una piccola ghiandola del cervello chiamata epifisi, in base all'alternanza luce-buio e la sua secrezione influenza il ritmo sonno-veglia e di conseguenza può portare all'insonnia. L'eventuale produzione insufficiente può essere integrata con i prodotti da banco a base di melatonina, che forniscono all'organismo la sostanza naturale di cui è carente. Quando assumere la melatonina: L'azione di questi integratori può essere più efficace di tisane e prodotti fitoterapici, perché aumenta la propensione al sonno, la sua durata e la sua qualità. In più, la melatonina non provoca l'assuefazione e gli effetti collaterali che spesso si portano dietro i farmaci ipnotici, che in alcuni casi inibiscono anche la produzione di melatonina endogena. Poi, niente stanchezza mattutina, tipica di molti sonniferi tradizionali. In generale gli integratori a base di melatonina sono indicati: • per combattere i disturbi di addormentamento; • per contrastare i risvegli notturni e il sonno disturbato. Ci sono poi alcune condizioni che possono influire sulla secrezione notturna di melatonina, alterando di conseguenza i ritmi sonno-veglia: • l'invecchiamento, perché la produzione di melatonina diminuisce man mano, con l'avanzare dell'età; • l'avvicinarsi della menopausa; • il jet lag (una corretta somministrazione di melatonina consente di adeguarsi rapidamente al nuovo fuso orario dopo un lungo viaggio aereo); • lavoro nelle ore notturne; • periodi di stress; • effetti collaterali di alcuni farmaci; • condizioni patologiche, quali obesità e sindrome metabolica, patologie cardiovascolari e cefalee. Come si somministra: Gli integratori a base di melatonina sono prodotti da banco, in compresse o gocce, venduti in farmacia, in erboristeria o nei supermercati autorizzati. Contengono quantità variabili dell'ormone sintetizzato, il cui dosaggio giornaliero è di pochi milligrammi, da 1 a 5. Ma perché siano davvero efficaci contro l'insonnia e i disturbi del sonno è consigliabile l'utilizzo di melatonina pura: una qualsiasi contaminazione può anche provocare effetti collaterali. Per questo bisogna esseri attenti alle melatonine in commercio, perché non sono tutte uguali, sia per la differenza del processo produttivo che per gli eccipienti utilizzati, controllando il grado di purezza certificato sull'etichetta. (OK, Salute e Benessere) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 269 IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA, CURARE IL PROBLEMA SENZA PAURA Iniziare i controlli a 40 anni L'ipertrofia prostatica benigna è l'altra “faccia” dell'ingrossamento della prostata, quella che non fa paura, perché non degenera nella forma maligna, ma può causare disagi e fastidi anche negli uomini più giovani, a cominciare dai 30-40 anni. Tra l'altro con una marcia silenziosa: può restare asintomatica a lungo, per poi manifestarsi con le sue difficoltà tipiche, urinare poco o troppo spesso e con difficoltà. “L’ipertrofia prostatica benigna (Ipb) è una patologia caratterizzata dall’aumento delle dimensioni della ghiandola prostatica – a causa di una crescita benigna del suo tessuto, determinata da diversi fattori ma principalmente dallo stimolo degli ormoni steroidei androgeni (diidrotestosterone) e degli estrogeni”. L’IPB rappresenta una delle patologie a frequenza maggiore nell’uomo adulto. Più del 50 % degli uomini dopo i 40 anni sono interessati da uno stadio che necessità di terapia. Dopo i 70 anni la percentuale sale: 8 uomini su 10 ne sono affetti. Esordisce come modificazione strutturale della ghiandola, già intorno ai 30 anni, ma dà le sue manifestazioni cliniche generalmente dopo i 40 anni. Più si va avanti con l'età, più cresce l'incidenza. Anche se al problema quotidiano, spesso fonte di preoccupazione, ansia e grave disagio per l'uomo giovane o più anziano, fa da contraltare una buona notizia, che non deve mettere in ombra i controlli. “L’IPB non può degenerare in neoplasia prostatica – , sono due patologie indipendenti che colpiscono porzioni differenti della prostata, ma che spesso coesistono. Ai controlli per IPB si associano sempre i controlli per tumore prostatico, che spesso coesiste – con la patologia benigna iperplastica, nella stessa ghiandola e nella stessa fascia di età”. Le alterazioni a danno della muscolatura vescicale sono lente e croniche, prima reversibili poi irreversibili. All'inizio si manifestano con una difficoltà a urinare che coincide con uno svuotamento problematico della vescica, con stimoli impellenti e l'aumento diurno e notturno della frequenza minzionale. Con la fase ostruttiva c'è la riduzione, la difficoltà a iniziare la minzione e lo svuotamento incompleto della vescica. Quali esami fare e quando iniziarli?: Importante è distinguere tra le due fasi. “In caso di una IPB che non determina una sintomatologia significativa – quindi per il paziente senza impatto sulla qualità di vita e non a rischio di progressione (volume prostatico inferiore a 40 cc e PSA inferiore a 1.4 ng/ml), non si eseguono terapie ma solo controlli periodici almeno una volta anno”. Se le cose peggiorano “in assenza di segni di progressione di malattia o danno sulla funzione vescicale, viene generalmente impostata una terapia medica sintomatica con inibitori alfa1 adrenergici. Si tratta di farmaci che determinano “un rilassamento della muscolatura liscia del collo vescicale, uretra prostatica e prostata, favorendo lo svuotamento vescicale e migliorando la sintomatologia del paziente”. Se il volume prostatico supera i 40 cc con un PSA totale superiore a 1.4 ng/ml si associa all’alfa1 bloccante un'altra classe di farmaci, gli inibitori della 5 alfa reduttasi che “agiscono realmente sulla crescita dell’IPB bloccandola – e prevenendo quindi una sua progressione fino allo sviluppo di complicanze”. Studi recenti hanno anche confermato l'utilità sui Luts, i disturbi delle basse vie urinarie, di farmaci nati per il trattamento della disfunzione erettile. “Sono gli inibitori delle fosfodiesterasi – introdotti recentemente come possibile terapia sintomatica dell’IPB”. La prevenzione è d'oro, ma nel caso di una IPB ormai in fase avanzata, con una importante ostruzione che ha già iniziato a determinare un danno sulla funzione vescicale o in presenza di complicanze “bisogna necessariamente ricorrere alla chirurgia”. La novità maggiore nella terapia dell’IPB è associata alla “possibilità di utilizzare dei nuovi laser per la chirurgia endoscopica che riducono ulteriormente l’invasività di questi interventi”. Si tratta di chirurgia quasi esclusivamente via endoscopica transuretrale. Un laser “taglia” vaporizzandolo il tessuto, permette la coagulazione e asporta il tessuto in eccesso. “Questa azione combinata permette di ridurre i tempi di degenza e di cateterismo postoperatorio a 24-48 ore – e di rendere l’intervento pressoché esente da perdite di sangue anche in pazienti a maggior rischio, di dare risultati duraturi, ed eliminare una sintomatologia irritativa prolungata postoperatoria”. (Salute,Sole 24ore)