Anno II – Numero 272 Notizie in Rilievo Prevenzione e salute 1. Il vino abbassa chance di gravidanza 2. Ictus: bere molto alcol aumenta il rischio, esperti Finlandia 3. Miopia in aumento 4. Emicrania cronica: donne colpite il doppio degli uomini Scienza e Salute 5. Diabete, l'insulina sarà "smart" 6. Mai più calvi con le staminali 7. Orologio biologico "made in Usa" misura quanto invecchiano i tessuti Professione e Salute 8. Progettare insieme il futuro tra continuità e cambiamento: sanità, professioni e cittadini 9. Non titolari, Sinasfa elegge i vertici: alla presidenza va Imperadrice Mercoledì 23 Ottobre 2013, S. Giovanni da Capestrano Il Proverbio di Oggi ‘A lavà a capa ‘o ciuccio se perde l’acqua e ‘o sapone. Per far capire una cosa ad un testardo si perde tempo e denaro IL VINO ABBASSA CHANCE DI GRAVIDANZA Le donne astemie hanno più possibilità di rimanere incinte Bastano tre bicchieri di vino a settimana per ridurre le probabilità di avere un figlio di due terzi. Lo afferma uno studio presentato da D. Godfrey della Reproductive Medicine Associates, una clinica per la fertilità, secondo cui anche quantità minori influiscono sulla maturazione degli ovuli. La ricerca - Lo studio è stato portato avanti su 91 pazienti della clinica, di cui è stato monitorato il consumo di alcol. "Le donne astemie hanno mostrato una probabilità di concepire del 90% - spiega l'esperta - ma tre o più bicchieri di vino alla settimana la fanno scendere al 30%, mentre le donne che superano questa soglia hanno problemi ancora maggiori". Anche il consumo di un solo bicchiere o due alla settimana, diminuisce la fertilità, che scende al 66%. "Lo stesso effetto - si ha sulle donne che cercano di avere un figlio per via naturale. Il mio consiglio è, se si cerca una gravidanza, di astenersi del tutto o di limitare al massimo l'alcol consumato". (Salute Tgcom24) ICTUS: BERE MOLTO ALCOL AUMENTA IL RISCHIO, ESPERTI FINLANDIA Un consumo eccessivo di alcol aumenta il rischio di ictus negli uomini di mezza eta'. Lo afferma uno studio pubblicato dal 'Journal of Neurology', secondo cui basta ubriacarsi una volta l'anno per avere un aumento dell'aterosclerosi, l'indurimento dei vasi sanguigni che e' il fattore di rischio principale. Lo studio si basa sui dati di 2600 uomini seguito per un periodo tra 11 e 20 anni. In quelli che bevevano più di 6 drink in una stessa sera il rischio è risultato più alto indipendentemente dall'alcol totale consumato, mentre negli uomini che bevevano grandi quantità di alcol più di due volte a settimana è risultata in aumento anche la mortalità per ictus. (Agi) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 272 PROFESSIONE E SALUTE PROGETTARE INSIEME IL FUTURO TRA CONTINUITÀ E CAMBIAMENTO: SANITÀ, PROFESSIONI E CITTADINI Il successo del congresso farmacisti ospedalieri SIFO. Concluso il XXXIV congresso Nazionale. Prossimo appuntamento nel 2014 a Pescara. Più di 1500 persone hanno popolato l’OVAL del Lingotto di Torino per partecipare ai 4 giorni di lavori scientifici e workshops del XXXIV Congresso Nazionale SIFO. Il congresso dei record, per adesione, poster presentati e istituzioni intervenute. Presenti la maggior parte dei Direttori delle Scuole di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera d’Italia. Per l’Ordine di Napoli, oltre alla presenza del Presidente Santagada, a rappresentarlo c’era il Consigliere Ugo Trama. Tema principale dei lavori sono stati i nuovi orientamenti professionali dei farmacisti pubblici con particolare attenzione all’occupazione dei farmacisti al termine del corso di studi. Il comitato direttivo della SIFO quest’anno ha istituito una quota agevolata di iscrizione al congresso per gli specializzandi, al fine di consentire ai giovani specializzandi di partecipare allo stesso e avvicinarsi così attivamente alla Società scientifica. Un grande ringraziamento da parte del Comitato direttivo va al Prof. V. Santagada, direttore della Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera di Napoli, la prima a costituirsi in Italia, che ha contribuito con i fondi a sua disposizione al pagamento della quota di iscrizione ad un consistente gruppo di specializzandi della scuola Napoletana. Nel sottolineare la presenza al congresso di una folta delegazione di farmacisti ospedalieri e dei servizi territoriali, di giovani specializzati e specializzandi della Campania, si vuole anche mettere a conoscenza la Categoria che in occasione della serata di gala, il segretario Regionale della SIFO, A. Vercellone, è stato insignito di un premio di grande prestigio, in quanto la Regione Campania è risultata la regione che ha presentato il più alto numero di contributi scientifici al congresso Nazionale. NON TITOLARI, SINASFA ELEGGE I VERTICI: ALLA PRESIDENZA VA IMPERADRICE È Francesco Imperadrice, napoletano, il presidente di Sinasfa, il nuovo sindacato nazionale dei farmacisti non titolari nato a Firenze nel giugno del 2012, al termine di un lungo percorso condotto all'interno del Coordinamento nazionale delle associazioni dei farmacisti non titolari (Conasfa). Le congratulazioni del presidente dell’Ordine di Napoli, Santagada al collega Imperadrice. A poco più di un anno di distanza dall'atto costitutivo, il sindacato è finalmente riuscito a completare la laboriosa fase burocratica necessaria per mettere a punto ogni aspetto organizzativo e ha quindi potuto procedere a strutturarsi, procedendo in primo luogo a eleggere il presidente. Sinasfa nasce dalla volontà di un gruppo di farmacisti collaboratori di contribuire a cambiare in profondità il sistema della rappresentanza, partendo dal presupposto "che i Farmacisti dipendenti possono diventare attori protagonisti del loro futuro professionale." Il primo tema nell'agenda del nuovo sindacato e del presidente Imperadrice è, ovviamente, quello drammatico dell'occupazione, autentica priorità in una situazione dove non solo i nuovi laureati non riescono a trovare occupazione, ma molti farmacisti dipendenti hanno perso il loro lavoro. (RifDay) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 272 SCIENZA E SALUTE DIABETE, L'INSULINA SARÀ "SMART" Grazie alle nanotecnologie, sarà rilasciata solo nella quantità necessaria Le ultime ricerche per la cura del diabete vanno verso un guscio intelligente che "sente" la glicemia e decide quando rilasciare l’insulina. In questo modo, si evita di far entrare in circolo la sostanza quando non è necessario. Se ne è parlato a Riccione al congresso della Società italiana di diabetologia “Pianeta Diabete”. I limiti della somministrazione attuale - L’insulina è uno dei capisaldi della terapia del diabete ma, ammette il professor Stefano Del Prato, presidente della Società italiana di diabetologia: "Nonostante i grandi progressi fatti in questo campo però ha ancora il grosso limite di dover essere somministrata attraverso iniezioni sottocutanee e in maniera un poco "cieca", nel senso che non si sa quanta glicemia ci sia in giro. Quello che il nostro organismo invece riesce a fare con un incredibile grado di precisione è produrne una quantità sufficiente per controllare la glicemia, senza farla scendere troppo (cioè senza provocare crisi ipoglicemiche) e senza farla salire eccessivamente". Per cercare di imitare il più possibile la perfezione del funzionamento del nostro organismo, si stanno studiando varie soluzioni: dal trapianto di isole pancreatiche, al pancreas artificiale. Sperimentazione in corso - Si sta profilando all’orizzonte anche una terza via. "Si tratta di una prospettiva molto affascinante, anche se ancora sperimentale – commenta Del Prato – quella della cosiddetta "insulina intelligente". In pratica si tratta di un’insulina "inglobata", racchiusa in sostanze particolari, dei polimeri che hanno la capacità di "sentire" la glicemia. Quando questa si alza, i polimeri si aprono e fanno uscire l’insulina, mentre se la glicemia scende troppo, i polimeri si richiudono impedendo così la fuoriuscita dell’insulina. Di questa insulina ‘intelligente’, sono allo studio anche delle versioni assumibili oralmente". Al momento le ricerche sono condotte da gruppi scientifici indipendenti, come il Mit di Boston e gruppi di ricerca cinesi. Le insuline intelligenti di ultima generazione sfruttano le nanotecnologie. (Salute) MAI PIÙ CALVI CON LE STAMINALI A partire da cellule umane sono stati generati nuovi peli L'incubo dei capelli sul cuscino e di quell'attaccatura che retrocede sempre più potrebbe diventare solo un ricordo grazie alle staminali. A partire da cellule umane, sono state coltivate per la prima volta in laboratorio le strutture che stimolano la formazione dei bulbi piliferi. Queste sono state poi trapiantate nel cuoio capelluto. La ricerca è stata condotta dalla Columbia University e pubb. su Pnas. Peli nuovi di zecca – "Questo studio potrebbe trasformare il trattamento medico contro la perdita di capelli. Attualmente i farmaci anti calvizie tendono a rallentare la perdita di follicoli piliferi o, al limite, a stimolare la crescita di peli esistenti, ma non servono a crearne di nuovi". La nuova strada, adesso, indica nelle cellule staminale un'alternativa efficace al trapianto di capelli. Ad ispirare l'esperimento è stata la rapidità con la quale nei topi avviene la rigenerazione dei peli. I ricercatori hanno costatato che, dopo il trapianto, nei roditori la ricrescita avviene spontaneamente grazie alle strutture che si trovano nella parte più superficiale della pelle, ricche di vasi sanguigni e terminazioni nervose. (Tgcom24) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 272 PATOLOGIE E SALUTE OROLOGIO BIOLOGICO "MADE IN USA" MISURA QUANTO INVECCHIANO I TESSUTI Così scienziati Usa misurano il tempo che passa per organi e tessuti Perché alcuni organi invecchiano prima di altri? La risposta è nascosta in uno studio pubblicato su Genome Biology dai ricercatori della University of California di Los Angeles, che è riuscito a mettere a punto un orologio biologico in grado di prevedere il tempo che passa in modo differente per ciascun organo: ed è per questo che alcuni tessuti, come il seno, invecchiano prima di altri. “Il mio obiettivo nell’inventare questo orologio – spiega Horvath - è aiutare gli scienziati a migliorare la loro comprensione di ciò che accelera e rallenta il processo di invecchiamento umano”. Dallo studio è emerso che le cellule di un seno sano sono mediamente più vecchie di due o tre anni rispetto ad altre cellule, mentre un seno malato di tumore e le cellule dei tessuti circostanti arrivano a essere più vecchie anche di 12 anni. In generale, poi, i tessuti tumorali sono in media di 36 anni più "anziani" di quelli sani. Secondo gli studiosi la ricerca potrà essere utilizzata, in futuro, per inibire l’invecchiamento anche di singoli organi in modo specifico. Per capire come il passare del tempo modifichi il patrimonio genetico di ciascuno, provocando di conseguenza l’invecchiamento di organi e tessuti, gli studiosi hanno posto particolare attenzione alla metilazione, un processo naturale in grado di alterare chimicamente il Dna. Hanno quindi esaminato i livelli di metilazione del Dna su ottomila campioni di 51 tipi di tessuti e cellule di differenti parti del corpo precedentemente raccolti da altre ricerche che si erano già concentrate sulla metilazione nei tessuti umani sani e cancerosi. Sono stati così ricavati 353 indicatori, presenti in tutto l'organismo, suscettibili al tempo che passa. “Per combattere l'invecchiamento abbiamo in primo luogo bisogno di un modo oggettivo di misurarlo. L’individuazione di una serie di biomarcatori responsabili di misurare il tempo in tutto l’organismo è stata una sfida lunga quattro anni – spiega Horvath -. E' sorprendente sapere che si potrebbe sviluppare un orologio che tiene il tempo in modo attendibile attraverso l'anatomia umana”. (Sole 24ore) MIOPIA IN AUMENTO L’allarme, confermato da uno studio condotto a Taiwan su 11.000 studenti l’80% dei quali era miope, è stato lanciato anche dagli specialisti italiani intervenuti al Congresso Internazionale della Chirurgia della Cataratta e della Refrattiva. “Trent’anni fa la miopia colpiva un europeo su cinque, oggi più di uno su tre”, osserva A. Scialdone, dir. dell’Osp. Oftalmico Fatebenefratelli. “Fra 30 anni avremo una generazione di miopi?”, si chiede l’esperto per il quale alla base dell’incremento della patologia c’è senz’altro il comportamento sbagliato nell’utilizzo di Pc, tablet, smatphone e Tv. “Troppo a lungo i giovani avvicinano gli occhi a questi schermi. Questo comporta un continuo sforzo di messa a fuoco, un prolungato accomodamento della vista a vedere da vicino”. (Sani e Belli) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 272 PREVENZIONE E SALUTE EMICRANIA CRONICA: DONNE COLPITE IL DOPPIO DEGLI UOMINI Stress e depressione si ripercuotono sulla vita quotidiana Colpisce circa l’8% degli uomini e il 18% delle donne, con notevoli ripercussioni sullo stato di salute e sulla vita di tutti i giorni (dati validi per Europa e America), e spesso è associata allo sviluppo di altre patologie, anche importanti, come obesità, ipertensione e disturbi d’ansia. Di emicrania cronica si è discusso a Firenze: “La natura dirompente degli attacchi regolari – spiega Paolo Martelletti, direttore del Dipartimento di medicina clinica e molecolare dell’Università La Sapienza di Roma - può pesare anche sulle persone vicine ai pazienti e ripercuotersi negativamente su molti aspetti della vita quotidiana, innalzando i livelli di stress e causando spesso depressione”. Se i pazienti che soffrono di emicrania conoscono bene il dolore intenso causato da questo disturbo neurologico, coloro che non hanno mai avuto una cefalea grave o un’emicrania potrebbero non essere in grado di comprendere i risvolti a cui il disturbo può dar vita, spiega Martelletti: “Già nel 1895 Living riferiva la presenza di umore depresso, irritabilità e ansia in pazienti con cefalea cronica”. L’emicrania cronica è associata a un maggior numero di comorbilità rispetto alla forma episodica del disturbo. Inoltre, rispetto alla forma episodica, l’emicrania cronica persistente si accompagna a un alto tasso di disabilità, un aumento dei costi diretti e indiretti e un maggiore ricorso ai servizi sanitari. Un problema particolare legato al trattamento dell’emicrania cronica è l’elevata frequenza di casi di abuso di farmaci in fase di dolore acuto: «Il 50-80% dei pazienti con emicrania cronica afferenti ai centri specializzati abusa dei farmaci per la terapia in acuto. Benché questi farmaci attenuino il dolore e altri sintomi associati all’emicrania, un loro uso eccessivo può in realtà peggiorare la cefalea e può provocare comorbilità come disturbi psichiatrici e cardiovascolari o complicanze gastrointestinali», spiega l’esperto. Secondo Martelletti, il giusto approccio terapeutico consiste nel limitare l’uso dei farmaci in acuto a non più di due o tre attacchi di cefalea alla settimana, non superando le due dosi per singolo attacco di cefalea. (Salute, Sole 24ore)