Anno II – Numero 309 AVVISO Farmacia 1. Ordine: Turni 2014 Lunedì 16 Dicembre 2013, S . Albina Proverbi Napoletani…. Napoletani…. Chi semmena viento, raccoglie tempeste. apertura farmacie città di Napoli AVVISO Notizie in Rilievo ORDINE: TURNI 2014 APERTURA FARMACIE CITTA’ DI NAPOLI Scienza e Salute 2. Diabete, basta buchi per misurare la glicemia: basterà una "penna" 3. Sesso: circoncisione non riduce piacere maschile 4. Per dimagrire calcola l’Iqd, formula italiana del pasto perfetto 5. Starnuti e tosse? Potrebbe essere colpa dell'albero di Natale Prevenzione e Salute 6. Trombosi, tutti i rischi che corri 7. Dermatologi: attenti al freddo! In agguato psoriasi, rosacea e acne 8. Allarme sete, il freddo riduce lo stimolo del 40%: bere come in estate Sul sito Istituzionale dell’Ordine puoi consultare la proposta dei turni per l’anno 2014, comprensivi delle ferie estive, così come inviata al Direttore Generale della A.S.L. NA–1 per la relativa Delibera e al Signor Sindaco del Comune di Napoli. DIABETE, BASTA BUCHI PER MISURARE LA GLICEMIA: BASTERÀ UNA "PENNA" Lo strumento brevettato dai ricercatori degli atenei di Pisa, Firenze e del Cnr Odiose macchinette che ti bucano la pelle e scomodi attrezzi da portare in giro, addio. Fino ad oggi l'incubo dei diabetici era proprio la misurazione della glicemia. Ora, invece, arriva una meravigliosa novità: un dispositivo in grado di misurare il glucosio senza entrare in contatto con il sangue. Lo riferisce l'Almanacco della Scienza del Cnr che ha brevettato questa speciale "penna" con i ricercatori di Pisa e Firenze. Una vera e propria svolta - L'insulina da somministrarsi non è mai stata così facile e comoda da calcolare. Nello strumento, frutto dei progressi della ricerca nel campo delle micro e nanotecnologie, la lancetta utilizzata per misurare la concentrazione di glucosio nel sangue è sostituita da cannule microscopiche capaci di penetrare gli strati superficiali della pelle in modo indolore e di prelevare un piccola quantità di liquido interstiziale, il fluido presente fra le cellule dei tessuti del nostro corpo. "Ci siamo ispirati alla proboscide delle zanzare per progettare microaghi in ossido di silicio, vetro puro, da dieci a cento volte più sottili di un capello umano", ha spiegato il coordinatore del progetto Giuseppe Barillaro.(salute, Tgcom24) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 309 SCIENZA E SALUTE SESSO: CIRCONCISIONE non RIDUCE PIACERE MASCHILE La circoncisione non compromette il piacere sessuale maschile. A dirlo un nuovo studio australiano che ha passato in rassegna quaranta ricerche precedenti, concludendo che questa pratica non ha effetti sulla sensibilità dell'organo sessuale maschile o della soddisfazione sessuale che si prova durante un rapporto. ''I benefici sulla salute della circoncisione - ha spiegato J. Morris, della Univ. of Sidney - sono noti invece da tempo: meno rischi di contrarre Hiv, riduzione rischio di cancro alla prostata e le donne con partner circoncisi hanno minor tassi di cancro alla cervice uterina e infezioni come Hpv e clamidia''. La ricerca e' stata pubblicata sulla rivista Journal of Sexual Medicine, e si basa su ricerche che hanno coinvolto oltre 40 mila pazienti, il 50% dei quali era formato da uomini circoncisi. In generale, i risultati hanno mostrato che non c'erano effetti negativi sulla sensibilità del pene, sulle sensazioni sessuali, sulla libido, sulla funzione erettile, sull'eiaculazione precoce, sulla durata del rapporto sessuale, sulle difficoltà dell'orgasmo, sul piacere o sul dolore durante la penetrazione. In uno studio su maschi kenioti, spiegano gli scienziati, addirittura il 72% degli uomini dichiarava di aver aumentato la sensibilità del proprio organo sessuale dopo la procedura. (Agi) PER DIMAGRIRE CALCOLA L’IQD, FORMULA ITALIANA DEL PASTO PERFETTO Contare le calorie non basta. Nuovo indice messo a punto da ricercatori di Roma Con 2 mila calorie al giorno si può essere obesi, oppure magri. Dipenderebbe dall’IQD, l’Indice di qualità della dieta, messo a punto da un gruppo di ricercatori dell’univ. Sapienza di Roma: un rapporto che permette di individuare se i cibi che si mangiano faranno o no ingrassare, a prescindere dalle calorie che contengono. In sintesi, la teoria è che per mantenersi in linea la qualità di ciò che si mangia è più importante della conta energetica dei vari nutrienti. In altre parole, più di quanto c’era dentro il piatto conta che cosa c’era. Una bella notizia in vista delle feste natalizie, che arriva dal 7° Congresso della Società italiana dell’obesità. Ci sono cibi ad alto rischio sovrappeso, come glicidi, carboidrati, alcuni tipi di formaggi, zuccheri e grassi saturi - spiegano i ricercatori - ma anche alcuni alimenti che, affiancati ai primi, possono compensarne i danni, come fibre, verdure e cereali integrali. LA FORMULA - L’IQD si ottiene moltiplicando l’apporto di glicidi (carboidrati e zuccheri non integrali) per quello di acidi grassi saturi, e dividendo il risultato per l’introito di fibre (cereali integrali, vegetali, frutta). FIBRE E VERDURE -«A parità di calorie assunte ogni giorno da vegani, vegetariani che includono latte e uova, magri onnivori e obesi onnivori - si evidenziano pesi decisamente differenti». Quindi «non è solo l’introito calorico a determinare lo sviluppo dell’obesità e del sovrappeso, ma come si costruisce il menù, bilanciando i cibi contenenti grassi saturi o glucidi con le fibre. In linea con i dettami della dieta mediterranea, i piatti privi di fibre e verdure e ricchi di grassi saturi, in particolare le carni rosse, non solo fanno ingrassare, ma facilitano lo sviluppo di malattie correlate all’obesità». «Con lo stesso numero di calorie - il peso può essere molto diverso ed esiste una netta prevalenza di sovrappeso ed obesità tra gli onnivori che prediligono carni grasse e alcuni tipi di formaggi, mentre trascurano le verdure. Parallelamente, gli indicatori di malattie correlate a obesità e sovrappeso seguono il medesimo andamento in rapporto alla qualità piuttosto che alla quantità del cibo». (Adnkronos Salute) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 309 TROMBOSI, TUTTI I RISCHI CHE CORRI Come prevenire un problema più pericoloso di cancro, Tbc, Aids e malaria messi insieme Avreste mai pensato che la trombosi è più pericolosa di tumore, tubercolosi, Aids e malaria messi insieme? No, vero? Invece è proprio così: la trombosi venosa profonda è un problema molto serio, da non trascurare. L´arma più importante che abbiamo al nostro arco è la tempestività nella diagnosi, la chiave per scongiurare il rischio di conseguenze serie per l´organismo. Quali sono i campanelli di allarme di una trombosi? Come riconoscerla? Come prevenirla? Come modificare gli stili di vita per difenderci al meglio? Come riconoscerla? La trombosi è l’occlusione di un vaso sanguigno dovuta alla formazione di un coagulo nel suo interno che riduce l’afflusso di sangue. Può avvenire nelle vene profonde e superficiali delle gambe come nel caso della tromboflebite, oppure in organi interni, come in un´arteria o in una vena del cervello, nella retina oppure nel torace o nell´addome (la trombosi venosa profonda). In Italia le malattie trombotiche causano circa 400mila decessi: 50mila sono da attribuire a trombosi venosa profonda, 200mila sono attribuibili ad infarto e 150mila ad ictus. Ecco perché in presenza di sintomi sospetti bisogna sempre consultare subito un medico. La trombosi venosa profonda diventa particolarmente grave quando provoca embolia polmonare. Ecco cosa succede. Una parte del coagulo che si forma in una vena si stacca e raggiunge il cuore e da qui il polmone, bloccando in tutto o in parte la circolazione fino a causare un infarto polmonare, ossia la morte di una porzione del polmone, con importanti conseguenze respiratorie che talvolta possono essere anche fatali. Le malattie cardiovascolari non hanno vaccini e molto dipende dai nostri stili di vita e solo in parte da una predisposizione familiare. Importante la prevenzione attraverso stili di vita corretti e controlli periodici. I segnali da non trascurare: Come può manifestarsi la trombosi venosa? Con la comparsa di dolore alla gamba o al braccio in cui si è formato il grumo di sangue. Ma quando si forma nelle arterie degli organi interni, il trombo può provocare sintomi molto più seri quali momentanea perdita di coscienza o della vista, incapacità di parlare per qualche secondo, dolore al petto e palpitazioni, senso di nausea e debolezza. Sintomi che possono segnalare un ictus o un infarto. Cosa fare in questi casi? Non sottovalutare il problema ma informare subito il medico perché se non viene riconosciuta in tempo e curata, la trombosi venosa profonda può provocare conseguenze serie per l´organismo (embolia polmonare). Vediamo cosa succede in questi casi: dei frammenti del trombo si staccano dalla vena e, attraverso la circolazione, raggiungono il cuore e infine il polmone, dove si fermano. Se, invece, il trombo si forma in una delle arterie coronarie può provocare conseguenze molto gravi, in quanto decurta il sangue che trasporta ossigeno ai tessuti causando un´ischemia, un´interruzione del flusso che arriva al tessuto del cuore o un infarto del miocardio (cioè un danno permanente al muscolo del cuore, provocato dall’´ischemia). Quando, infine, la trombosi colpisce un´arteria o una vena del cervello provoca un ictus (che è l´equivalente cerebrale dell´infarto cardiaco). PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 309 Le donne rischiano di più: Nelle donne i sintomi delle malattie come ictus o infarto sono più difficili da identificare rispetto a quelli degli uomini. Questo contribuisce a far sì che si che la diagnosi sia difficile o che arrivi in ritardo. Gli ormoni e il metabolismo femminili hanno un ruolo importante nelle malattie cardiovascolari. Dopo la menopausa a causa del delicato equilibrio degli ormoni aumentano i fattori di rischio che favoriscono la comparsa di ipertensione, diabete, obesità e sindrome metabolica. Vediamo nel dettaglio quali sono i fattori che contribuiscono ad un aumento di queste malattie: la sottovalutazione dei campanelli d’allarme; il fumo; una cattiva alimentazione e il sovrappeso; mancanza di attività fisica; l´aumento dello stress, perché le donne devono spesso conciliare impegni lavorativi e familiari; l´uso della pillola anti-concezionale e delle cure a base di estrogeni in menopausa, soprattutto se protratta a lungo: alza, infatti, il livello della pressione, influisce sulla coagulazione del sangue e, in generale, può rendere le pareti delle arterie meno elastiche; le arterie coronariche delle donne sono più piccole di quelle degli uomini e la formazione di un trombo può ostruirle più facilmente. Stili di vita corretti e controlli per prevenirla: Se da un lato le malattie cardiovascolari rappresentano un rischio per la salute, dall´altro la buona notizia è che si possono prevenire. Come? Aumentando i controlli medici e cambiando i propri stili di vita. I controlli medici per prevenire trombosi: Qui di seguito gli esami di routine a cui sottoporsi per scongiurare il pericolo di incorrere in malattie cardiovascolari: misurazione della pressione anche nei bambini, ci sono casi di ipertensione anche tra i più piccoli; esami del sangue almeno una volta all´anno, dopo i 35 anni. Controllare il colesterolo totale, Ldl e Hdl, il livello di zuccheri nel sangue a digiuno e quello dei trigliceridi; una visita cardiologia: con ecg una volta all´anno, dopo i 35 anni per scoprire eventuali irregolarità del ritmo del cuore, segni di ischemia o di infarto; un ecocolordoppler delle carotidi dopo i 50 anni. Per misurare lo spessore delle carotidi e la presenza di eventuali placche. Può essere necessario ripetere questo esame dopo i 55 anni, una volta aIl´anno. La prevenzione: Cambiare i propri stili di vita è molto semplice soprattutto se si inizia fin da piccoli. Ecco a cosa fare attenzione. la lotta al sovrappeso sin da piccoli; l´esercizio fisico da praticare tre o quattro volte alla settimana per circa 30/40 per mantenere il peso forma, per ridurre i livelli di grassi e zuccheri nel sangue e per proteggere il cuore; l´alimentazione corretta privilegiando a tavola verdura e fibre, e riducendo proteine e grassi animali; lo stop al fumo, le sostanze contenute nelle sigarette rendono le pareti delle vene meno elastiche. DERMATOLOGI: ATTENTI AL FREDDO! IN AGGUATO PSORIASI, ROSACEA E ACNE Non solo raffreddori, laringiti e tracheiti, tra le insidie dell’inverno sono facili da riscontrare anche le malattie della pelle. La segnalazione arriva direttamente dai dermatologi, secondo i quali il benessere e la salute della pelle risentono negativamente dei cali termici, al punto da aumentare il rischio di malattie cutanee come psoriasi macchie scure desquamanti soprattutto su gomiti e ginocchia), rosacea (arrossamento su guance e naso) e acne, "Come il sole riduce le manifestazioni della psoriasi - spiega G. Fabbrocini, - così il grande freddo la stimola e la acuisce. Per la cura di queste patologie della cute, oltre a rivolgersi allo specialista dermatologo per la terapia più adeguata, sono utili anche semplici accorgimenti. Nel caso della rosacea ad esempio, è bene “fare attenzione a non passare rapidamente dal clima rigido esterno agli ambienti riscaldati, evitare le sorgenti di calore dirette e proteggersi con sciarpa e cappellino. Infine - il consiglio è di idratare quotidianamente la pelle con prodotti lenitivi e antiinfiammatori". (sani e Belli) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 309 STARNUTI E TOSSE?POTREBBE ESSERE COLPA DELL'ALBERO DI NATALE Vale non solo per quello vero ma anche per quello di plastica Occhi che lacrimano, raffreddore, starnuti, difficoltà a respirare bene. Se vi capita di avere questi sintomi nelle prossime due settimane potrebbe non essere colpa di un'influenza che state covando, ma dell'albero di Natale che avete in casa. A suggerirlo una ricerca della Upstate Medical Univ., negli Usa. Il dr L. Kurlandsky, avendo notato che le malattie respiratorie risultavano in aumento durante le feste, hanno esaminato 28 pezzi di abeti di Natale, compresi aghi e parti di corteccia, scoprendo che vi si annidano 53 tipi diversi di muffe, molte delle quali responsabili di prurito al naso,lacrimazione degli occhi, tosse, difficoltà a respirare, dolori al petto, sensazione di stanchezza e problemi di sonno. Questi sintomi - sottolineano gli studiosi - sono acuiti da una maggiore proliferazione delle muffe in ambienti riscaldati come le abitazioni (dalle misurazioni effettuate le spore diffuse nell'aria all'aperto erano 800, all'interno per 15 giorni erano 5000), arrivando in alcuni casi a poter portare a lungo termine problemi polmonari (bronchite e polmonite). Ma non è solo l'albero "vero" a creare problemi: anche quello artificiale, se tenuto riposto per un anno e poi aperto e decorato senza essere prima pulito, accumula molta polvere che può portare allergie durante le Feste. Dagli studiosi anche alcuni consigli per combattere quella che viene definita la "sindrome dell'albero di Natale": far innaffiare l'abete di Natale da qualcuno che non è' allergico prima di portarlo in casa (questo aiuta a tenere lontani batteri e muffe), tenerlo all'interno non più di 12 giorni per ridurre il più possibile i rischi e utilizzare un purificatore d'aria. (salute, Adnkronos) ALLARME SETE, IL FREDDO RIDUCE LO STIMOLO DEL 40%: BERE COME IN ESTATE Guance rosse, mani e piedi ghiacciati non sono gli unici rischi che si corrono a causa del freddo. C'è anche un'insidia più nascosta, normalmente collegata alla canicola estiva, ma paradossalmente in agguato anche nei mesi invernali: il rischio disidratazione. Robert Kenefick dell'univ. del New Hampshire (Usa), in uno studio pubblicato su “Medicine & science in sports”, ha scoperto infatti che alla basse temperature lo stimolo della sete diminuisce fino al 40%. per questo i liquidi persi durante i periodi freddi possono essere gli stessi di quelli che perdiamo in estate, anche se la “via di fuga” non è il sudore, bensì la mancata introduzione di bevande. Da qui la raccomandazione: ricordarsi di bere spesso anche in inverno. Ma come si perdono liquidi anche alle basse temperature? Per es., respirando, si legge nel rapporto su disidratazione e inverno di “In a bottle”. Poi ci sono anche gli sforzi compiuti indossando indumenti pesanti che obbligano il corpo a lavorare di più, e di conseguenza a perdere più liquidi. Va poi messa in conto l'evaporazione più rapida del sudore, che con il freddo è molto più accentuata che in estate e viene avvertita meno. Ma soprattutto, in inverno il rischio di disidratazione aumenta perché lo stimolo della sete viene percepito meno e quindi non si beve abbastanza. Nella sua ricerca Kenefick ha verificato le reazioni di un corpo esposto a basse temperature. Scoprendo che, per ridurre la perdita di calore, il flusso del sangue in periferia diminuisce senza che però il cervello si accorga di questa riduzione. Ciò determina una minore secrezione dell'ormone Avp (arginina vasopressina), con la conseguenza che i reni rallentano la produzione di urina e lo stimolo della sete arriva a diminuire fino al 40%. Il consiglio è di bere anche quando lo stimolo fisiologico viene meno. (Salute, Il mattino)