Anno II – Numero 315 AVVISO 1. Cerimonia Consegna Medaglie Professione e Giuramento di Galeno: sul sito video e reportage fotografico " Martedì 24 Dicembre 2013, S. Irma, Adele Proverbi Napoletani…… Napoletani…… Chi magna a Natale e pava a Pasca, fa nu buono Natale e mala Pasca Chi mangia a Natale e paga a Pasqua fa un buon Natale e una cattiva Pasqua Notizie in Rilievo Alimenti e salute 2. Le abbuffate di zuccheri danneggiano la memoria in modo permanente 3. Bisogna mangiare meno e meglio Scienza e Salute 4. Le previsioni sulla «qualità» atmosferica Prevenzione e Salute 5. Ecco i cinque cibi da evitare a cena se si soffre di insonnia Dermatologia e Salute 6. Per quali ragioni vengono le afte in bocca? 7. Quali sono le cause della pelle secca? Cerimonia Consegna Medaglie alla Professione e Giuramento di Galeno: sul SITO VIDEO e REPORTAGE FOTOGRAFICO Sul sito dell’Ordine, nella Home page, www.ordinefarmacistinapoli.it, puoi prendere visione sia del reportage fotografico sia della registrazione dell’intera serata. Nel mese di Gennaio sarà disponibile presso gli uffici dell’Ordine il Dvd della serata contenente il filmato dell’intera cerimonia ed il reportage fotografico. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 315 PREVENZIONE E SALUTE ECCO I CINQUE CIBI DA EVITARE A CENA SE SI SOFFRE DI INSONNIA Ci sono gli eccitanti, quelli pesanti per il metabolismo notturno, quelli acidi o quelli troppo zuccherini. Leggi il vademecum stilato dalla psicologa Quali sono i cibi che bisogna evitare di mangiare la sera, specie se si è insonni? Ci sono quelli che eccitano, quelli che appesantiscono, quelli che scombinano il metabolismo e quelli che provocano problemi alla digestione. Ecco allora il vademecum degli alimenti da evitare a cena stilato dalla psicologa e specialista del sonno Janet K. Kennedy per businessinsider.com. "Bisogna prendersi cura del proprio corpo - spiega - evitando di mangiare determinati cibi prima di mettersi a dormire". Alcolici: Niente bicchierino di vino o birra, a maggior ragione niente grandi bevute. Le bevande alcoliche hanno effetto sedativo, ma alterano il ciclo del sonno e lo rendono incostante. A cena, dunque, non si alza il gomito. Pomodori, cipolle e aglio: Sembrano innocue verdure, ma possono suscitare riflussi che disturbano il riposo. Dopo il tramonto meglio evitare pomodori, aglio, cipolle e cibi speziati, alimenti fortemente acidi. Stando agli studi dell'America College of Gastroenterology, almeno il 20% degli americani soffre di reflusso, che è tra le prime cause di insonnia. La fiorentina: Proteine e grassi sono i nutrienti che l'uomo impiega più tempo a digerire. Mangiarne assai la sera, quando il metabolismo rallenta, è un autogol. Per questo a cena vanno evitate bistecche e porzioni abbonanti di carne. In generale, è meglio mettersi a cena senza essersi abbuffati. Cioccolata: Il problema è il tranello: nella cioccolata c'è la caffeina, che è un eccitante. Il punto, spiega la Kennedy, è sapersi moderare nelle dosi: per la maggior parte delle persone, ci vuole una grossa porzione di cioccolata per assumere tanta caffeina da scombinare il sonno. Ma ci sono soggetti più sensibili: ecco, loro devono stare attenti. Dolciumi: "Molte persone amano mangiare dolciumi prima di andare a dormire - racconta la psicologa - ma non è una buona abitudine: le variazioni dei valori degli zuccheri nel sangue influenzano la qualità del sonno". Meglio frutta, frutta secca o formaggi: ugualmente dolci, ma più sani. LE ABBUFFATE DI ZUCCHERI DANNEGGIANO LA MEMORIA IN MODO PERMANENTE Le alterazioni cerebrali si verificano già dopo un breve periodo Brutta notizia dall'Australia in vista dei banchetti luculliani del Natale. Le scorpacciate di dolci, infatti, diminuiscono le capacità cognitive. Il cervello è meno lucido, quindi, se ci si abbuffa di pandoro, panettone o struffoli. E bastano pochi sgarri. Lo hanno dimostrano i ricercatori della University of New South Wales di Sydney, con una ricerca pubblicata sulla rivista Brain, Behavior and Immunity. Danni permanenti - Il test è stato effettuato su topi. Agli animali è bastato bere acqua zuccherata in dosi elevate per qualche giorno e, nonostante si alimentassero generalmente in modo sano durante il resto dell'anno, hanno dimostrato grande difficoltà nel fare azioni che generalmente riuscivano loro con facilità, come trovare alcuni oggetti spostati dagli scienziati in zone separate delle gabbie. (Salute, Tgcom24) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 315 SCIENZA E SALUTE LE PREVISIONI SULLA «QUALITÀ» ATMOSFERICA Possibile prevedere l’andamento di ozono, biossido di zolfo, monossido di carbonio, biossido di azoto e particolati Come esistono le previsioni meteorologiche, a breve avremo a disposizione le previsioni dell’inquinamento atmosferico. Nel 2014 sarà infatti completamente operativo il progetto sostenuto dall’Unione Europea, che consentirà di sapere come si comporteranno gli inquinanti nell’arco dei successivi tre o quattro giorni in tutta Europa. Grazie a modelli simili a quelli usati per il meteo, i ricercatori infatti riescono oggi a prevedere con precisione l’andamento di ozono, biossido di zolfo, monossido di carbonio, biossido di azoto e particolati fine e ultrafine nell’atmosfera. Sul sito www.gmes-atmosphere.eu si possono già consultare le mappe mondiali ed europee di previsione, complete anche di dati sulla presenza nell’aria di altri composti come gli aerosol (polveri, sali marini, prodotti di biomasse) o sull’indice UV in tutti i Paesi. A breve il servizio di previsione inquinamento sarà del tutto operativo e servirà anche alle amministrazioni per decidere misure preventive come i blocchi del traffico. (Salute, Corriere) BISOGNA MANGIARE MENO E MEGLIO Nell’infanzia massima protezione per l’organismo: scelte in sicurezza già dalle prime pappe Inutile negare che il cibo, oggi, può essere parecchio diverso da quello che mangiavano i nostri nonni. Di questi tempi molti genitori guardano con diffidenza agli allevamenti intensivi, temono l’abuso di antibiotici nel bestiame, paventano pesticidi e fitofarmaci in frutta e verdura. I fitofarmaci non sono per forza “pericolosi” e non se ne può fare a meno, l’importante è che siano usati correttamente. COSA COMPRARE - Ma le mamme che vanno a fare la spesa che cosa devono mettere nel carrello per essere certe di non sbagliare? «Se il bambino ha meno di tre anni ci si può rivolgere con fiducia al baby food, che deve rispondere a requisiti di sicurezza molto severi in merito agli inquinanti. I livelli tollerati sono infatti più bassi rispetto a quelli degli altri cibi. La fascia zero-tre anni va protetta con maggiore attenzione, perché l’organismo in forte crescita ha un metabolismo, caratteristiche ed esigenze peculiari. I prodotti alimentari pensati per i bambini sono sicuri dal punto di vista dei residui tossici presenti e sono anche “disegnati” sulla base dei loro bisogni nutrizionali: sono perciò equilibrati nei contenuti di calorie, proteine, sale, ferro e di tutti gli altri nutrienti». INQUINANTI - «Alcune mamme preferiscono dare cibi freschi ai loro bimbi, anche al di sotto dell’anno di vita: in questi casi, poiché si acquistano alimenti che non devono sottostare alle regole ferree e ai controlli del baby food, c’è la possibilità che contengano quantità di inquinanti superiori a quelle che la normativa tollera per i più piccoli. Oggi peraltro sappiamo quali sono gli inquinanti alimentari pericolosi, ma non che cosa accade se introduciamo più tossine a un livello sotto soglia, quali siano cioè gli effetti additivi e cumulativi nel tempo di piccole “dosi” di diverse sostanze tossiche introdotte assieme. Le conoscenze sono in divenire, tuttavia alcune certezze esistono: molti inquinanti si concentrano nel grasso, perciò gli alimenti vegetali, che contengono pochi grassi, sono più sicuri dei prodotti animali. Fin dall’infanzia ci si dovrebbe quindi abituare a mangiare con regolarità cereali integrali, frutta e verdura che contribuiscono a ridurre il rischio di obesità, diabete, ipertensione. L’importante è scegliere prodotti locali e di stagione, perché nel nostro Paese i controlli sulle produzioni sono ottimi; evitare frutti “esotici” a Natale, ad es. oltre a farci risparmiare, riduce l’esposizione a conservanti e sostanze usate per “forzare” la produzione o mantenere freschi i prodotti importati da lontano». PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 315 DERMATOLOGIA E SALUTE PER QUALI RAGIONI VENGONO LE AFTE IN BOCCA? Stress, anemia, morbo celiaco possono causare le piccole ulcere che possono essere anche molto dolorose Le afte sono piccole ulcere della bocca. Possono essere fastidiose e dolorose, specie se multiple e ricorrenti. Compaiono a tutte le età, con una predilezione per le donne e tra i 10 e i 20 anni. «Le cause delle afte non sono del tutto chiare, ma si pensa che alla base della loro formazione ci sia un meccanismo immunologico — spiega Michele Giuliani, professore di Patologia e medicina orale all’Università Cattolica di Roma—. Quel che è ormai chiaro è che possono essere scatenate da molti fattori, fra cui stress, traumatismi (anche da apparecchi ortodontici), carenze nutrizionali, malattie intestinali infiammatorie (come morbo di Crohn e colite ulcerosa), allergie e intolleranze alimentari (come la celiachia). C’è anche una componente ereditaria». Come si riconoscono da altre lesioni della bocca? «Sono piccole ulcere dolenti e spesso recidivanti,di forma ovale o rotonda, con margini rilevati circondati da un alone arrossato e con una parte centrale poco profonda di colore biancastro. In media un’afta impiega circa una settimana a regredire e anche questo aiuta a distinguerla da altre lesioni orali potenzialmente pericolose, come il carcinoma orale, che può talvolta manifestarsi inizialmente come una piccola ulcera. Quando un’ulcera rimane nello stesso punto per più di un paio di settimane, va sempre fatta controllare da uno specialista». Quali sono le possibili cure? «Se l’afta è unica e occasionale si può utilizzare unodei tanti prodotti da banco disponibili, che riducono il bruciore e favoriscono una più rapida guarigione.I principi attivi utilizzati a questo scopo comprendono anestetici, cortisone a basse dosi, estratti di alcune piante e altre sostanze. Se le afte sono più numerose o molto dolorose e tendono a ripresentarsi periodicamente, oppure se sono di grandi dimensioni e presenti da tempo, è meglio consultare il dentista o il medico di famiglia e magari fare qualche accertamento. Una volta stabilita la causa, per esempio un’anemia da carenza di ferro o la malattia celiaca, bisogna intervenire su quella e vedere se il problema si risolve o comunque si attenua. Talvolta, purtroppo, non si riesce a risalire al “colpevole” e allora bisogna adottare un approccio più aggressivo ricorrendo eventualmente, sotto stretto controllo medico, per esempio al cortisone. Alcuni dati suggerirebbero, inoltre, l’efficacia di un trattamento con particolari antibiotici (le tetracicline), ma si tratta ancora di osservazioni controverse». Qualche consiglio? «In fase acuta meglio limitare alcolici ed eliminare le sigarette, che possono aumentare l’infiammazione a livello del cavo orale. Utile anche non mangiare cibi troppo acidi o piccanti, troppo caldi o troppo freddi. Sul piano della prevenzione non si può fare molto, ma una dieta equilibrata ricca di frutta e verdura aiuta, così come avere una buona igiene orale. Infine, se si deve indossare un apparecchio per i denti, fare in modo che non sia traumatizzante per le mucose». (Salute, Corriere) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 315 PREVENZIONE E SALUTE QUALI SONO LE CAUSE DELLA PELLE SECCA? Caldo, freddo e dermatiti rendono la cute ruvida. Coinvolte anche patologie come psoriasi, ipotiroidismo e insufficienza renale Chi soffre di pelle secca passa spesso da una crema all’altra, ma bisogna prima capire che cosa fa seccare la cute. «La pelle è la prima linea di difesa dell’organismo: evita l’entrata di sostanze esterne e regola il passaggio dell’acqua - spiega Carlo Gelmetti, responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia Pediatrica al Policlinico di Milano -. Tale funzione è possibile per la presenza nel suo strato più superficiale (epidermide) di cellule, i cheratinociti, ben coese da giunzioni intercellulari e da un materiale lipidico, le ceramidi; il tutto è completato da un rivestimento lipidico ulteriore (sebo), che impermeabilizza come fa la cera per un pavimento. Quando i lipidi sono ridotti e/o i cheratinociti meno saldi tra loro, negli interstizi possono penetrare sostanze irritanti ed è favorita la perdita d’acqua. Il risultato è una pelle secca, meno luminosa, arida e ruvida al tatto. Una pelle che, oltre a prudere, è più esposta ad allergie da contatto e infezioni». Che cosa fa seccare la pelle? «Il fenomeno è in crescita per due motivi principali: l’aumento dell’età media e la diffusione della dermatite atopica. Il primo è accompagnato da una graduale riduzione della produzione di sebo. La seconda è, invece, caratterizzata da un’alterazione della funzione di barriera dell’epidermide a causa della quale la cute diventa più permeabile, perdendo acqua e risultando secca, nonché più esposta alla penetrazione di sostanze esterne potenzialmente dannose. Ma la barriera della cute può essere danneggiata anche da abitudini sbagliate e condizioni climatiche. Per esempio, se si sta sotto una doccia troppo calda o troppo a lungo, la pelle poi risulterà ancora più arida. Lo stesso vale se si utilizzano detergenti aggressivi o si ricorre spesso il guanto di crine per rimuovere le cellule morte: in entrambi i casi si danneggia il film idrolipidico superficiale. Quanto al clima, avere la pelle secca è molto comune sia in inverno (per il freddo, la ridotta umidità degli ambienti e l’inquinamento), sia in estate (per l’esposizione al sole). Ci sono poi casi in cui la pelle tende a seccarsi a causa di patologie, come, per esempio, la psoriasi, l’accennata dermatite atopica, l’ipotiroidismo e l’insufficienza renale. Ma anche trattamenti esterni prolungati con cortisone possono seccare la pelle, perché la assottigliano». Che cosa si può fare? «Bere molto, soprattutto se l’aria è molto secca. In inverno aumentare l’umidità negli ambienti chiusi, anche con un umidificatore. Non stare troppo a lungo sotto la doccia, evitare l’acqua bollente, utilizzare detergenti per pelli secche. Dopo essersi asciugati, mettere una crema idratante o emolliente, meglio se senza conservanti, coloranti e profumi. La scelta è ampia: si va dagli ultimi ritrovati idratanti contenenti ceramidi, a prodotti a base di sostanze emollienti come il burro di karitè, la vitamina E e la vaselina. Chi ama molto gli oli, può infine trovare un valido alleato nell’olio di girasole che vanterebbe anche proprietà antisettiche». (Salute, Corriere)