Anno III – Numero 319 Notizie in Rilievo Alimenti e salute 1. I grassi fanno ingrassare? Scienza e Salute 2. Per la cura della Sindrome Fibromialgica positivi gli effetti dei fanghi termali 3. Perché usare i probiotici per le coliche dei bambini 4. Decifrata la mappa delle emozioni, è scritta sul corpo 5. Gravidanza, test non invasivo per scoprire la sindrome di Down Prevenzione e Salute 6. Bastano 7 grammi di fibre in più al dì per proteggere cuore 7. Come far scendere la febbre nei bambini Domande e Risposte 8. Perché le bottiglie di vino hanno il fondo che rientra? 9. Lo stress fa alzare il gomito agli uomini (ma non alle donne) Venerdì 03 Gennaio 2014, S. Genoveffa Proverbi Napoletani…… Napoletani…… A chi le fète ancora 'a vocca le latte s'alleccàsse le piatte! I giovani devono stare al proprio posto e non intromettersi nelle faccende dei grandi. PERCHÉ LE BOTTIGLIE DI VINO HANNO IL FONDO CHE RIENTRA? Perché il fondo fatto in questo modo (a "campana") consente di raccogliere i depositi del vino. Probabilmente però questo tipo di bottiglia è nato per lo champagne: garantisce infatti anche una maggiore resistenza meccanica della bottiglia. Infatti, il fondo a campana poteva essere realizzato con un vetro più sottile resistendo ugualmente alla pressione dei gas contenuti nello champagne. Un fondo esplosivo. Il fondo "rientrante" è stato inventato nel IV secolo e oggi è comune a tutte le bottiglie di vini e di champagne. Con qualche eccezione: tra queste lo champagne francese Louis Roederer di tipo "Cristal", che fu creato nel 1876 appositamente per Alessandro II di Russia, zar dal 1855 al 1881; gli zar infatti avevano un debole per i vini di questa casa. Alessandro chiese che la bottiglia avesse il fondo piatto e fosse trasparente (per questo venne realizzata in cristallo, da cui il nome). Il motivo? Era preoccupato che nel fondo a campana della bottiglia, o al suo interno, qualcuno potesse nascondere una bomba per assassinarlo. (Focus) LO STRESS FA ALZARE IL GOMITO AGLI UOMINI (MA NON ALLE DONNE) Lui annega lo stress nel bicchiere, lei se è stressata tende a bere meno: come il genere influisce sul consumo d'alcol. Se trascorrerete una serata a cena con amici stressati dal lavoro, è probabile che tendano ad esagerare con l'alcol. Soprattutto se sono maschi. Uomini e donne reagiscono allo stress in modo diverso, e i primi si abbandonano più facilmente alla bottiglia nelle situazioni che generano ansia. È quanto riportato in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Addiction. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 319 ALIMENTI E SALUTE I GRASSI FANNO INGRASSARE? Uno dei più grandi errori che possiamo fare è associare i grassi introdotti con l'alimentazione all'ingrassamento Il Natale, si sa, vuol dire gambe sotto il tavolo, pranzi e cene infinite e dolci a volontà. La frase che sentiamo pronunciare più spesso in questo periodo dell'anno, infatti, è quasi sempre "dopo le feste mi metto a dieta!". Ma cos'è che fa davvero ingrassare? A cosa dobbiamo prestare particolare attenzione? Parlare di grassi intesi come oli da condimento o quelli contenuti nella carne, nei latticini e nella frutta oleosa, significare parlare di fonti dietetiche di lipidi che il corpo utilizza come elementi strutturali delle membrane cellulari, come fonte energetica nei muscoli, o come riserva di energia chimica nel tessuto adiposo. Uno dei più grandi errori che possiamo fare è associare i grassi introdotti con l'alimentazione all'ingrassamento. L'unica causa che spinge il corpo umano a trasformare gli alimen5 in grasso è l'eccesso dell'ormone insulina. Tenendo presente che i grassi alimentari non stimolano la produzione di questo ormone, possiamo dire che i grassi non fanno ingrassare. Essendo l'insulina stimolata da un aumento dei livelli di glucosio nel sangue, bisogna prestare molta attenzione agli alimenti che causano innalzamenti veloci di glicemia, ad es. gli alimenti salati e zuccherati, piuttosto che ai grassi contenuti in un pasto. In caso di eccesso di insulina, infatti, tutti i nutrienti, compresi i grassi alimentari, vengono accumulati come riserva energetica nel tessuto adiposo. Immaginiamo di prendere l'olio e di bruciarlo in un contenitore. Che valore può avere sapere quanto calore produce? Nessuno. Ciò che a noi interessa e che i grassi alimentari non stimolino l'insulina e che non facciano ingrassare. Inoltre, i grassi introdotti con un pasto stimolano la sensazione di sazietà grazie all'ormone colecistochinina e sono un veicolo per le importantissime vitamine liposolubili A, D, E, K, Q10. Con il programma Bioimis si dichiara finita la guerra contro i grassi e le calorie e si impara a preparare il cibo nel modo più corretto, per mangiare tutto a sazietà rimanendo in forma a vita. (Tgcom24) PER LA CURA DELLA SINDROME FIBROMIALGICA (FMS), POSITIVI GLI EFFETTI DEI FANGHI TERMALI Affaticamento, disturbi del sonno, ansia, intestino irritabile, cefalea, parestesie sono i sintomi più comuni della Sindrome Fibromialgica (FMS), una sindrome comune ma complessa che colpisce fino a 2 milioni di italiani, soprattutto donne. La Fondazione per la Ricerca Scientifica Termale ha cofinanziato lo studio che intende indagare l’efficacia della fangoterapia e la tollerabilità dei trattamenti a questa associati nei pazienti FMS che, proprio a causa dei sintomi della loro patologia, hanno spesso difficoltà a sopportare anche il minimo contatto con la mano del massaggiatore, causa per loro di veri e propri dolori. Lo studio ha validato gli effetti positivi di un ciclo di fanghi termali come terapia di associazione per la Sindrome Fibromialgica, consentendo alle pazienti una simultanea riduzione dell’assunzione di farmaci sintomatici e antidolorifici. “Sono state utilizzate diverse modalità di trattamento, compresa la terapia farmacologica, interventi psicologici, terapia fisica e programmi di esercizio fisico. Le raccomandazioni sottolineano la necessità di includere, oltre alla terapia farmacologica, interventi non farmacologici quali: bagni caldi con esercizio fisico, programmi di attività fisica aerobica, terapia cognitiva comportamentale, fisioterapia”. (Sani e Belli) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 319 SCIENZA E SALUTE PERCHÉ USARE I PROBIOTICI PER LE COLICHE DEI BAMBINI La ricerca farmacologica mette oggi a disposizione microrganismi in grado di svolgere un'azione competitiva nei confronti dei patogeni intestinali e un'attività immunostimolante sia locale che sistemica Recenti studi hanno dimostrato che i probiotici possono essere efficaci nella prevenzione e nel trattamento della colica nei bambini fino a tre mesi di età. La colica infantile colpisce il 20% dei lattanti di età inferiore ai 3 mesi, è dannosa alla salute mentale materna e riduce la qualità di vita della famiglia ed è uno dei principali fattori di rischio di maltrattamento infantile. I bambini di oltre tre mesi con pianto persistente possono presentare in età più avanzata problemi mentali come ansia, aggressione, iperattività, disturbi del sonno e allergia. L'eziologia della colica infantile rimane poco chiara, impedendo lo sviluppo di efficaci strategie di prevenzione e trattamento. Sono state proposte varie cause psicosociali e gastrointestinali che non hanno contribuito a chiarire la colica infantile. Recentemente, alcuni studi hanno riportato le differenze microbiche intestinali tra infanti con e senza colica, suggerendo che tali differenze siano alla base della fisiopatologia dell’infiammazione, della produzione di gas, di gonfiore e dismotilità intestinale. Questi nuovi sviluppi hanno determinato revisioni sistematiche che hanno mostrato la limitata efficacia di altri trattamenti (per esempio le formule ipoallergizzanti o idrolisati proteici spinti, dieta di eliminazione nella madre che allatta, miglioramento dell’iperresponsività dei genitori, ridotta sensibilizzazione, uso di saccarosio, di miscele erbacee e farmaci anticolinergici) o l’assoluta inefficacia di rimedi di altro tipo (quali simeticone, antiacidi, preparati antireflusso, manipolazione spinale). Cosa sono i probiotici. I probiotici, definiti come microrganismi vivi che migliorano salute, sono emersi come possibili trattamenti della colica infantile. I probiotici colonizzano l'intestino, inibendo competitivamente l’adesione batterica, rinforzano la barriera mucosale, sopprimono l’infiammazione intestinale, e modulano il microbiota intestinale infantile. Studi sugli animali indicano che i probiotici riducono la percezione del dolore mediata dall'intestino ed amplificata dalla contrattilità intestinale. Proprio in considerazione di tali effetti, vari batteri probiotici sono stati valutati nel trattamento e nella prevenzione della colica infantile. Reuflor® è un probiotico a base di fermenti lattici vivi ed attivi che contiene la sola specie Lactobacillus reuteri comunemente presente nella flora batterica intestinale dell’uomo. Il Lactobacillus reuteri è resistente ai succhi gastrici ed enterici e pertanto colonizza l’intestino dove svolge un’attività di riequilibrio dell’alterata flora batterica, apportando benefici alla salute dell’uomo. Il Lactobacillus reuteri è efficace e sicuro anche negli adulti che sono in cura chemioterapica, soprattutto nella prevenzione della diarrea indotta da una somministrazione prolungata di chemioterapia in pazienti con cancro al colon. (Libero, Salute) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 319 DECIFRATA LA MAPPA DELLE EMOZIONI, È SCRITTA SUL CORPO A disegnarla è un gruppo di ricercatori finlandesi Le emozioni non sono una pura esperienza psicologica, ma vengono percepite attraverso il corpo secondo regole precise per cui ad ogni sensazione corrisponde l’attivazione o l’inattivazione della percezione delle sensazioni in aree specifiche dell’organismo. Oggi, grazie ad uno studio pubb. su PNAS, si svela con precisione come i diversi sentimenti si distribuiscono lungo il corpo, disegnando una vera e propria mappa delle emozioni. La mappatura ha previsto che i 700 volontari che sono stati coinvolti nello studio indicassero quali parti del corpo percepissero come più o meno attive durante la visione di film o la lettura di storie in grado di suscitare specifiche emozioni. E’ stato così scoperto che mentre la rabbia aumenta le sensazioni percepite a livello di testa e braccia, tristezza e depressione portano ad una debolezza diffusa, soprattutto a livello degli arti. Essere tristi aumenta anche la sensibilità a livello del petto e del cuore, mentre il disgusto rende più sensibili la gola e l’apparato digerente, l’amore “si sente” nelle dita dei piedi e la felicità avvolge di sensazioni l’intero corpo. Tutte queste sensazioni sono elementi fondamentali dell’esperienza emotiva che hanno una vera e propria base biologica e non sono il semplice riflesso di fattori socioculturali. Gli individui partecipanti allo studio appartenevano infatti ad etnie diverse – alcuni erano finlandesi, altri svedesi ed altri ancora di Taiwan – ma la mappa risultante dagli esperimenti è risultata essere sovrapponibile in tutti i casi. Per questo i ricercatori non hanno dubbi: le emozioni influenzano non solo la mente, ma anche il corpo, in modo da prepararlo a reagire prontamente ai pericoli e a sfruttare gli stimoli piacevoli provenienti dall’esterno. La consapevolezza derivante dal cambiamento nella percezione fisica delle sensazioni può di conseguenza scatenare emozioni ben riconoscibili. La scoperta non ha implicazioni solo nell’ambito della conoscenza dei meccanismi fisici alla base delle emozioni, ma potrebbero aprire la strada ad una nuova comprensione dei disturbi dell’umore e alla messa a punto di nuove metodiche per la loro diagnosi. (Salute, Sole 24ore) GRAVIDANZA, TEST NON INVASIVO PER SCOPRIRE LA SINDROME DI DOWN Sapere con una certezza che sfiora il 100% se il bambino che si sta aspettando presenta delle anomalie genetiche. Con un prelievo di sangue alla futura mamma. Un test innovativo, non invasivo e sicuro quello del dna fetale in circolo nel sangue materno, proposto da qualche anno e oggi disponibile in un protocollo tutto italiano messo a punto da un laboratorio romano, che ha validato il suo test (PrenatalSafe). Con il test, attraverso un tradizionale prelievo ematico della gestante dalla decima settimana di gravidanza, si individuano, senza rischi per il nascituro, la sindrome di Down e le altre principali alterazioni cromosomiche, grazie all'analisi diretta del dna fetale circolante nel sangue materno. Un'arma preziosa per le future mamme, un esame prenatale non invasivo tecnologicamente avanzato. «Oltre a nessun rischio per il feto - PrenatalSafe dà la certezza di risposte veloci e chiare». E' un test di screening e non diagnostico (in caso di positività il risultato va confermato con le indagini prenatali invasive tradizionali) ma dà risultati in termini di presenza/assenza delle anomalie con una attendibilità superiore al 99% e, se negativo, può evitare alla gestante lo stress di sottoporsi all'amniocentesi. (Salute, Il Mattino) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 319 BASTANO 7 GRAMMI DI FIBRE IN PIÙ AL DÌ PER PROTEGGERE CUORE A tavola 1 porzione in più di cereali e una di frutta e verdura Un maggior consumo di fibre alimentari riduce il rischio cardiovascolare: basta portare a tavola una porzione in più di cereali integrali e una di frutta e verdura, per l'equivalente di 7 grammi di fibre al giorno. Lo rivela un maxi-studio condotto presso l'Università di Leeds e pubblicato sul British Medical Journal. Le malattie cardiovascolari rimangono ancora un grosso problema in Europa e Usa, dando conto di quasi metà (48%) e di un terzo (34%) di tutte le morti rispettivamente nei due paesi. Gli esperti sono andati a vedere dati da sei database elettronici riferiti a studi condotti sul consumo di fibra alimentare in vari paesi, Australia, Europa, Giappone e Usa. Hanno distinto i diversi tipi di fibre, da quelle dei cereali integrali a quelle dei legumi a quelle di frutta e verdura e della frutta secca. Rianalizzando il totale dei dati a disposizione gli esperti, hanno calcolato che bastano 7 grammi di fibra in più al giorno ed adeguate quantità di acqua per ridurre in maniera considerevole il rischio cardiovascolare; secondo un editoriale che accompagna questo articolo, scritto da Robert Baron, docente della Univ. of California, quella di consumare un adeguato quantitativo di fibre potrebbe rivelarsi la raccomandazione dietetica più importante di tutte in assoluto. (Salute, Sole 24ore) COME FAR SCENDERE LA FEBBRE NEI BAMBINI Cosa fare quando tuo figlio scotta: i consigli del pediatra È una scena tipica: il bambino scotta e i genitori vanno nel panico, cercando di far scendere subito la febbre. «È un errore, il calore è una reazione dell'organismo per difendersi, per uccidere i virus», dice N. Principi, ordinario di pediatria all'Univ. di Milano. Gli antipiretici, come ribadito nelle nuove linee guida del britannico National Institute for Health and Care Excellence, vanno usati se il piccoletto è sofferente e solo quando la temperatura supera i 38,5 gradi. Cosa fare allora quando il termometro segnala che i bambini hanno una temperatura troppo alta? «Se continua a mangiare e a giocare anche con 39, si possono evitare i farmaci, che invece sono indispensabili quando il termometro si avvicina ai 40 gradi, con una storia alle spalle di convulsioni o in altri casi specifici segnalati dal pediatra». Le prime cose da fare in caso di febbre alta sono: • non tenere il piccolo imbacuccato (va coperto solo finché ha mani fredde e brividi, mentre la temperatura sale); • fargli bere acqua in abbondanza, in modo che non si disidrati. I farmaci. «Mai accorciare il tempo tra le somministrazioni indicato sui bugiardini, di 4-6 h per il paracetamolo e di 6-8 h per l'ibuprofene, gli unici due antipiretici autorizzati sotto i sei anni». «Non è necessario ridare il farmaco dopo quell'intervallo, a meno che il piccolo non sia di nuovo sofferente: l'obiettivo non è normalizzare la temperatura ma tenerla a freno. La formula migliore sono le gocce o lo sciroppo, dall'effetto più rapido, mentre le supposte sono da preferire se il bimbo non riesce ad assumere i farmaci per via orale, per esempio perché vomita». Non va dato fino ai 12 anni, invece, l'acido acetilsalicilico (aspirina). «La riduzione della febbre si ottiene in genere dopo 40-60 min. dall'assunzione». «Non è il caso di forzare con spugnature di acqua ghiacciata sul corpo, perché possono rendere il bambino ancora più irritabile, mentre un panno freddo per qualche minuto sulla fronte può alleviare il mal di testa. Quanto agli antibiotici, non sono caramelle: non combattono i virus influenzali ma solo i batteri, e vanno sempre prescritti dal medico». (OK Salute e benessere)