Anno III – Numero 320 Notizie in Rilievo Alimenti e salute 1. La dieta per disintossicarsi dopo le feste Scienza e Salute 2. «Gonfiore dolente alla caviglia e contratture muscolari, la fitoterapia può aiutarmi?» 3. Bombe genetiche” contro i tumori Martedì 07 Gennaio 2014, S. Luciano, Raimondo Proverbi Napoletani…… Napoletani…… Vàtte 'o fièrro quann'è ccàvero. Batti il ferro quando è caldo. SI PUÒ FARE SESSO DOPO UN INFARTO? Sì. Anche chi ha subito un infarto o un ictus, secondo gli esperti, non deve temere per la propria salute e può riprendere la sua regolare vita sessuale. Il cardiologo: «Molti pazienti preferiscono Prevenzione e Salute 4. In 500mila a letto con l'influenza Ma il picco arriverà dopo l'Epifania 5. Routine 'serale' migliora la qualita' del sonno 6. Hai l'amante? L'infarto è sempre in agguato 7. Tablet e smartphone “culle” di batteri ecco come bonificare Domande e Risposte 8. Si può fare sesso dopo un infarto? 9. Perché le forme dell’ombelico variano? 10. Cos’è la sindrome premestruale? astenersi temendo per la propria salute - spiega A. Capucci, docente all’Univ. di Ancona - ma questo allarmismo è eccessivo. In genere si può riprendere la via sessuale quando, per es., si è in grado di percorrere due chilometri in pianura a passo normale». Endorfine: Che il sesso faccia bene alla nostra salute, e soprattutto al cuore, è ormai accertato. La scarica di endorfine e altre molecole del piacere migliorano la circolazione sanguigna, riducendo quindi i rischi cardiovascolari, soprattutto quando si ha una regolare attività sessuale. Stress d'amore: Non sarà dunque una notte di passione a essere rischiosa per chi soffre di cuore: il vero nemico è lo stress. Perfino quello amoroso che arriva, per es., quando si tradisce il compagno o la compagna. (Focus) Perché le forme dell’ombelico variano? La forma dell’ombelico non dipende da fattori genetici o dalle condizioni dell’utero ma dal modo in cui il cordone ombelicale è stato annodato dal medico. Al momento della nascita, il medico taglia il cordone ombelicale che unisce il bambino alla madre e lega l’estremità che resta in un piccolo nodo sulla pancia del bambino. Quando la ferita guarisce, il nodo si stacca e lascia il caratteristico incavo, che può essere più o meno esposto a seconda del modo in cui la ferita si rimargina, dell’abilità del chirurgo che ha fatto il nodo e da quanta parte del cordone è stata lasciata: se troppa, l’ombelico sporgerà all’esterno. (Focus) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 320 SCIENZA E SALUTE «GONFIORE DOLENTE ALLA CAVIGLIA E CONTRATTURE MUSCOLARI, LA FITOTERAPIA PUÒ AIUTARMI?» Sono utili dosi «generose» di estratto di Ananas, ricco in bromelina, un enzima dotato di buona attività anti-edema Circa due mesi fa mi sono procurato una distorsione alla caviglia. Mi sto facendo seguire da un fisioterapista e pian piano la caviglia sta migliorando, ma è ancora un po’ gonfia e dolente. C’è qualche rimedio fitoterapico che potrebbe servire ad accelerare la guarigione e ad alleviare il dolore? E se la riposta è affermativa, meglio creme e pomate, o prodotti da assumere per via orale? Non è però solo la caviglia a infastidirmi: non sono più giovane, ho un inizio di artrosi, e specie in questa stagione, ho doloretti, contratture muscolari e mi sento rigido nel muovermi. La fitoterapia potrebbe aiutarmi anche per questi problemi? Risponde Fabio Firenzuoli, Centro medicina integrativa, Azienda ospedaliera univ. Careggi, Firenze Una distorsione alla caviglia che a distanza di due mesi dia ancora problemi significativi, necessita di una visita specialistica ortopedica e probabilmente anche di accertamenti radiologici, perché potrebbe celare la lacerazione di un legamento, oppure una lesione ossea o del periostio (la membrana di tessuto connettivo fibroso che riveste la superficie delle ossa). Probabilmente è mancato un adeguato riposo dopo il trauma , oppure accertamenti approfonditi. In attesa della consulenza specialistica, possono aiutarla dosi “generose” di estratto di Ananas (in capsule, compresse o in polvere) ricco in bromelina, un enzima dotato di buona attività anti-edema, che facilita quindi il riassorbimento dei liquidi peri-articolari causa del gonfiore della caviglia. In casi come il suo sostanze veicolate in forma di crema o pomata sono praticamente inutili, perché i principi attivi non arrivano a livello articolare. Per ridurre invece la componente dolorosa dovuta allo stato infiammatorio post-traumatico possono giovare piante come l’Arpagofito (volgarmente chiamato “Artiglio del diavolo” in relazione alla forma dei suoi frutti): si tratta di una pianta originaria del Sud-Africa, che già nella medicina tradizionale di quei popoli veniva utilizzata sotto forma di tisana contro i dolori articolari. Ormai da oltre 20 anni è presente anche nella nostra Farmacopea, e la possiamo utilizzare in forma di estratto ottenuto dalle radici secondarie della pianta. Rispetto alla tisana (che pure viene usata), l’estratto ha una più alta concentrazione di principi attivi ed è quindi più efficace, per di più non è amaro come il decotto. L’estratto è anche ben tollerato a livello gastrico, ed è consigliabile assumerlo in compresse prima dei pasti (a meno che non si abbia una gastrite o una esofagite, o altri disturbi delle alte vie digestive). Nei dolori periarticolari cronici, che comportano una prevalente componente muscolare, con contratture e discreta riduzione della motilità articolare, al fine di ridurre la contrattura è sicuramente indicato il tiocolchicoside, una sostanza derivata dal Colchico, reperibile anche in forma di specialità medicinale, da assumere in iniezioni intramuscolari o in crema ad uso esterno. Anche le creme possono dare risultati molto buoni e apprezzabili rapidamente, in particolare se i preparati combinano derivati della Canfora, della Menta o del Rosmarino, in forma di olio essenziale. In base alla clinica potrebbe però essere raccomandabile un’ integrazione di più tecniche, quali trattamenti fisioterapici e fisici, compresa l’agopuntura. (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 320 ALIMENTI E SALUTE LA DIETA PER DISINTOSSICARSI DOPO LE FESTE Tra Natale e Capodanno, è facile prendere dai due ai quattro chili. I segreti per tornare leggeri in pochi giorni. Qualche consiglio I TORRONI e qualche fetta di panettone sono ancora nella credenza della cucina, ma è già ora di pensare a rimettersi in forma dopo gli eccessi alimentari delle feste. Anche per non mettere a rischio i sacrifici fatti durante l'anno per mantenersi in forma. Fra Natale e Capodanno, è facile prendere dai due ai quattro chili e i problemi di digestione subiscono un’impennata facendo registrare il 23% dei casi totali durante i vari cenoni. Passato questo periodo è il caso di seguire qualche consiglio per rimediare agli “strappi” degli eccessi. Gli esperti sconsigliano i digiuni che hanno numerose controindicazioni. Si può scegliere di seguire un regime a basso contenuto calorico, ma ad alto tasso di alimenti e sostanze drenanti e depurative, da seguire per cinque giorni. Per prima cosa è bene iniziare la giornata bevendo un litro d’acqua (corrispondete a quattro bicchieri) appena svegli. L’idratazione è fondamentale per il buon funzionamento dei reni e del fegato che così riesce a detossinarsi. Anche nell’arco della giornata, è bene continuare a bere. E' importante seguire una dieta bilanciata, comprensiva di tanta verdura, frutta (meglio a fine pranzo piuttosto che a cena) e proteine. Anche la colazione è un pasto da non sottovalutare: fette biscottate ricche di fibre insieme a un pò di ricotta con marmellata senza zucchero o insieme a qualche fettina di prosciutto cotto, sono un ottimo modo di cominciare la giornata. A metà mattina e a metà pomeriggio, meglio fare uno spuntino, così da non esagerare con il cibo durante i pasti principali. A pranzo e cena, invece, è sempre bene iniziare con una minestra di verdure prima della portata principale, così da saziare l'appetito. I cibi ricchi di carboidrati come pasta, pane, riso, pizza vanno sostituiti con le verdure (ad eccezione di carote, patate e legumi). Infine gli esperti consigliano di eliminare completamente gli alcolici per il loro tasso glicemico particolarmente alto, ma di non rinunciare all'olio per l'utilità dei grassi. Subito dopo pranzo, vale la pena fare il giro dell’isolato camminando a passo spedito per almeno 20min. Può andar bene anche fare un altro sport. L’importante è muoversi. (Salute, Repubblica) COS’È LA SINDROME PREMESTRUALE? È uno stato di malessere fisico che accompagna il periodo precedente l’arrivo delle mestruazioni femminili e colpisce dal 3 all’8 per cento delle donne. Si tratta di una reazione particolarmente intensa agli ormoni che sono in circolazione nel sangue in questa fase del ciclo. Subito dopo l’ovulazione vengono prodotti estrogeni, mentre prima della mestruazione aumenta il progesterone. Proprio questa variazione sarebbe causa della sindrome premestruale. Stati di depressione, di ansia o di irritabilità, una diffusa tensione dolorosa del seno e dell’addome, la ritenzione di liquidi, problemi dermatologici ed emicrania sono i sintomi più tipici. C’è comunque un’ampia variabilità individuale. Se la sindrome è debilitante, può essere trattata farmacologicamente con antidepressivi. Altre sostanze impiegate sono il carbonato di calcio (capace di ridurre i disturbi di quasi il 50%), la vitamina B6 e i trattamenti ormonali che sopprimono l’ormone di rilascio della gonadotropina e che vengono somministrati solo in casi gravi poiché rischiano di anticipare la menopausa. (Focus) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 320 PREVENZIONE E SALUTE IN 500MILA A LETTO CON L'INFLUENZA MA IL PICCO ARRIVERÀ DOPO L'EPIFANIA Molti i bambini (il 20% del totale) che hanno contratto il virus tra Natale e Capodanno. Riposo, igiene, frutta e verdure per contrastare il virus Mezzo milione di italiani, di cui quasi 100mila bambini, sono a letto con l'influenza, regina nel rovinare le feste natalizie. Eppure il picco deve ancora arrivare ed è atteso a partire dai giorni successivi all'Epifania. Isolato all'inizio di dicembre 2013, il virus più comune della stagione influenzale in corso è l'AH3N2, compreso nel vaccino di quest'anno. Negli ultimi giorni del 2013 l'aumento dei malati di influenza si è registrato soprattutto tra i più piccoli, con una incidenza di 4 casi su 1.000 a fronte del dato generale pari a 1,5 casi su 1.000. I consigli per affrontare l'epidemia sono: igiene, riposo, frutta e verdura. Vaccinare i casi a rischio - "La vaccinazione è lo strumento di prevenzione più efficace ed è fondamentale per le categorie a rischio come i bambini affetti da determinate patologie. Tutti coloro che hanno un figlio con una malattia come le cardiopatie, le pneumopatie, il diabete, la fibrosi cistica vaccinino il proprio figlio per evitare che contragga l'influenza. Si tratta di categorie a rischio per le quali una semplice influenza può infatti diventare una malattia di particolare rilevanza. Per tutti i bambini in buona salute è sufficiente fronteggiare i sintomi avvalendosi del consiglio del pediatra, somministrare farmaci per la febbre e tenere le vie respiratorie libere. Insomma i tipici comportamenti che i genitori di bambini ormai non più piccoli conoscono molto bene". I metodi di trasmissione del virus - Una persona infetta può trasmettere il virus molto facilmente prima ancora che appaiano i sintomi: bastano un colpo di tosse, uno starnuto, una stretta di mano. Vaccinandosi si proteggono i familiari, i colleghi e i pazienti, specialmente quelli che rischiano di avere, con l'influenza, gravi complicazioni. Il medico va consultato se i sintomi non spariscono dopo i cinque giorni e il rischio di contagiare gli altri c'è dal momento in cui si contrae il virus fino a 5-7 giorni dopo la scomparsa dei sintomi. Lavare spesso le mani, coprire la bocca in caso di tosse e starnuti, usare fazzoletti di carta e mascherine in caso di contatto con altre persone sono i modi più efficaci per limitare il contagio. Dopo 4-5 giorni si possono riprendere le normali attività, comprese quelle sportive, e potrà essere utile assumere un multivitaminico per qualche giorno, una volta scomparsi i sintomi della malattia. (Salute, Tgcom24) ROUTINE 'SERALE' MIGLIORA LA QUALITA' DEL SONNO Le persone che hanno una precisa routine prima di andare a dormire, ad esempio cenando sempre alla stessa ora, prendono sonno più facilmente e si svegliano meno durante la notte. Lo afferma uno studio pubb. dal 'Journal of Gerontology: Series B', secondo cui però per gli anziani la relazione è meno netta. Per i più giovani si è trovata una relazione tra la qualità del sonno e il fatto di compiere le stesse azioni alla stessa ora, ad es. la cena, indipendentemente dall'orario. Negli anziani invece la relazione sembra essere inversa, con le persone che dormono meglio se variano l'orario. (Agi) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 320 “BOMBE GENETICHE” CONTRO I TUMORI Una terapia genica sperimentata al San Raffaele di Milano Sono bombe ad orologeria, nascoste in un Cavallo di Troia: un “vettore” virale che le trasporta a destinazione e le fa "esplodere" nel tumore. Meta: alcune cellule del sangue, i macrofagi, che sono richiamate proprio dai tumori per garantirsi la crescita. Uno studio dell’ Osp. San Raffaele coordinato da Luigi Naldini, ha dimostrato che introducendo un gene terapeutico in queste cellule si riesce a creare un ambiente ostile alla crescita del tumore. Lo studio, pubb. su Science Translational Medicine, ha selezionato come arma anti-tumorale l’interferone alpha, una molecola prodotta normalmente dall'organismo in risposta alle infezioni. Somministrato sotto forma di iniezioni, flebo, pastiglie causa problemi di tollerabilità ed effetti collaterali. Quale era l'alternativa? Un vettore virale, un vero “Cavallo di Troia”, sicuro e già sperimentato, modificato in laboratorio. Viene “caricato” con il gene pronto alla produzione della molecola terapeutica e “spedito” verso cellule differenziate del sangue, i monociti/macrofagi, che sono normalmente richiamati dal circolo sanguigno ai tumori dove svolgono un’azione che ne favorisce la crescita. Si tratta di una popolazione di cellule normalmente poco frequenti nel sangue, ma - e qui sta l’originalità della strategia - fortemente arricchita nei tumori. In questo modo l’interferone si accumula solo nel tumore dove può esercitare la sua funzione anti-tumorale, evitando gli effetti tossici della somministrazione sistemica sull’organismo. (Salute, Sole 24ore) HAI L'AMANTE? L'INFARTO È SEMPRE IN AGGUATO Uno studio italiano rivela che il tradimento aumenta la passione ma moltiplica il rischio infarto Per molti italiani il tradimento è una trasgressione che aumenta la passione. Secondo uno studio italiano pubblicato sulla rivista scientifica “Journal of andrology”, il rischio dell’infarto da tradimento è tre volte superiore alla la media. Ma la vera novità è che un ruolo, sotto le lenzuola, ce l’ha la donna tradita, anche se non c’è. (Salute, Libero) TABLET E SMARTPHONE “CULLE” DI BATTERI ECCO COME BONIFICARE Smartphone, tablet e tutti gli altri dispositivi elettronici possono essere un'ottima "casa" per i batteri, compresi quelli che causano malattie. L'ultimo studio ha trovato sul 15% di un campione di iPad usato anche in ospedale delle colonie di Stafilococco Aureo e Clostridium Difficile, due batteri potenzialmente pericolosi. Nello studio erano testati anche diversi metodi di pulizia. «Passare un panno in microfibra umido sui dispositivi è sufficiente a eliminare quasi tutti i batteri più comuni - ma per quelli più resistenti o per i virus come quello dell'influenza è necessario usare qualche sostanza detergente». I prodotti per la pulizia a base di alcol, sono più che sufficienti per assicurare una buona disinfezione. I più “germofobi” possono però ricorrere a dispositivi studiati per gli smartphone, grandi quanto un barattolo di caffè, dove riporre gli oggetti per un “bagno” di raggi UV, che dovrebbero uccidere il 99,9% delle colonie. (Salute, Il Mattino)