Anno III – Numero 322 Notizie in Rilievo Domande e Risposte 1. Perché le Iniezioni si fanno sui Glutei? Giovedì 09 Gennaio 2014, S. Giuliano, Alessia, Alice Proverbio di oggi…….. oggi…….. A' altare sgarrupàto nun s'appicciano cannèle. Alle donne ormai anziane non si fanno moine RABBIA, NON CONTARE FINO A DIECI "PIGLIATE 'NA PASTIGLIA" L'aspirina sarebbe efficace nel trattare chi ha frequenti scatti d'ira Scienza e Salute 2. Rabbia, non contare fino a dieci "pigliate 'na pastiglia". 3. La «morte improvvisa» non è così improvvisa Prevenzione e Salute 4. Anche lo sport sarà prescritto dal medico come un farmaco 5. Come capire se una «botta in testa» è grave? 6. Fibre a tavola contro l’asma Alimenti e Salute 7. Fibre a tavola contro l’asma L'aspirina potrebbe aiutare a curare dagli accessi d'ira. Tra le mille proprietà dell'ac. acetilsalicilico ci sarebbe pure quella di liberarci da un peccato capitale. Almeno, questo è quanto suggerisce una studio pubb. su Jama Psychiatry Come un'infiammazione cronica - l'ipotesi di partenza dello studio è che chi ha spesso momenti di forte rabbia soffre di una risposta infiammatoria eccessiva da parte dell'organismo, che porta alla produzione di un gran numero di citochine, sostanze che fanno lavorare di più il sistema immunitario. Una volta terminato il momento di rabbia e malumore, però, può accadere che le citochine rimangano in circolo nel sangue, cronicizzando la situazione. L'esperimento - gli studiosi hanno esaminato 70 persone affette da una patologia che porta ad avere difficoltà a resistere agli impulsi aggressivi e conduce a frequenti scatti d'ira. E’ stato scoperto che queste persone avevano livelli più alti di citochine nel sangue rispetto a coloro che non soffrivano di esplosioni di rabbia. Aspirina come antidoto-in sostanza, è stata osservata una correlaz. diretta tra processi infiammatori e aggressività, per questo l'aspirina è stata ritenuta in grado non tanto di rendere più calmi, ma di frenare i momenti di ira. (Tgcom24) Perché le Iniezioni si fanno sui Glutei? Sono soltanto le iniezioni cosiddette intramuscolari che si fanno prevalentemente sui glutei. Per la precisione, immaginando di dividere il gluteo in quattro parti con due linee perpendicolari che si incrociano al centro, le iniezioni si fanno sulla parte superiore esterna. Questa zona ha il vantaggio di avere uno strato superficiale di spessore ridotto: perciò, l’ago deve penetrare poco per raggiungere il sottostante muscolo, che è il grande gluteo. Così, non c’è il rischio di incontrare nervi, lo sciatico, che passa invece in corrispondenza della parte superiore interna. (Focus) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 322 SPORT E SALUTE ANCHE LO SPORT SARÀ PRESCRITTO DAL MEDICO COME UN FARMACO Anche lo sport sarà prescritto dal medico come un farmaco. Il medico sulla ricetta scrive: 150 minuti a settimana di attività sportiva, da suddividere in 30 minuti al giorno per cinque giorni. Nel caso si debba dimagrire i minuti devono raddoppiare, quindi arrivare a 300. Indicazioni come una terapia farmacologica. Una terapia che, se fatta con i tempi e i modi giusti, può riuscire a prevenire oltre 40 malattie croniche. Tra queste, il diabete, il cancro, l'ipertensione, l'obesità, l'ansia, la depressione, l'osteoporosi. Il 2014 come "Anno della rivoluzione del fitness". Scarpe da ginnastica e tuta, le medicine più potenti. Indicazioni per i più pigri: iniziare camminando per avvicinarsi, poi, piano piano agli esercizi aerobici, lo stretching e il rafforzamento dei muscoli. E il lavoro dell'American college è già diventato un tormentone. "Ogni corpo cammini!" (www.everybodywalk.org) è il monito che dovrebbe guidare sani e meno sani. Bastano, secondo gli americani, 10 min. al giorno di camminata veloce per dare una mano al cervello (diminuiscono stress, tensioni e nervosismo), 30 min. per dimezzare il rischio di influenza e raffreddore e migliorare la macchina del cuore: 30 min. rafforza le gambe e aumenta l'equilibrio. L'ATTIVITÀ CEREBRALE: l'America corre verso la sovrapposizione, come cura, dei medicinali e degli esercizi fisici ma anche l'Europa comincia ad attrezzarsi. «La prescrizione dell'attività fisica deve essere considerata al pari di un farmaco e diventare uno stile di vita a tutti gli effetti». È il messaggio che, in autunno, è uscito dal Congresso europeo di medicina dello sport che si è svolto a Strasburgo. «I dati dimostrano che l'attività motoria quotidiana e continuativa a tutte le età permette non solo di conservare o di acquisire una buona forma fisica, ma soprattutto di mantenere una buona attività cerebrale. Da noi la situazione è critica. Un italiano su tre tra i 18 e i 69 anni è sedentario». Proprio i medici di base di Strasburgo, un anno fa, hanno fatto da apripista annunciando il progetto "Lo sport come ricetta per la salute": incoraggiare i pazienti ad andare in bicicletta come medicina. Ora i primi risultati anche se il 75% dei pazienti ha confessato di non fare attività sportiva. Quelli che hanno cominciato a pedalare, secondo i medici francesi, dicono di sentirsi meglio, di aver perso peso e preso meno farmaci. «Una regolare attività fisica comporta una riduzione del 50-60% del rischio di comparsa di diabete in persone con alto rischio, cioè in quelle che già presentano un'alterazione dell'intolleranza ai carboidrati». MENO ANSIA: Sport come sostegno anti-cancro. Non solo prevenzione. «l'esercizio fisico contrasta quel senso di stanchezza conseguente a molte terapie, riduce l'ansia e allevia i problemi psicologici». Gli italiani stanno mettendo a punto la strategia. La quantità, il tempo e la frequenza. Come una pillola. Italiani sedentari l'età critica: 50-69: Italiani sempre più pigri e sedentari. Uno su tre non fa sport. Neppure una corsa nel parco o una camminata a passo svelto. Le donne sono ancora più pigre rispetto agli uomini, 32% contro il 28%. La fascia di età critica in cui si è portati a fermarsi, è quella che va dai 50 ai 69 anni, intervallo in cui è collocato il 33% dei sedentari. Secondo un'indagine di Eurobarometro su sport e attività fisica nella Ue l'Italia è il fanalino di coda insieme a Bulgaria e Grecia. (Messaggero) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 322 SCIENZA E SALUTE COME CAPIRE SE UNA «BOTTA IN TESTA» È GRAVE? I disturbi possono arrivare diversi giorni dopo il trauma Una «botta in testa» non è un’evenienza rara: è capitato a molti di sbattere contro un’antina, di prendere una pallonata in fronte... In genere in questi casi il trauma è lieve, ma non sempre. Incidenti stradali, cadute, infortuni sportivi, domestici o sul lavoro sono all’ordine del giorno e spesso è la testa a pagare il conto maggiore. Si calcola che ogni anno in Italia almeno 200-300 persone per 100 mila abitanti vengano ricoverate a causa di traumi cranici, escludendo quelli lievi. Che cosa comporta un trauma cranico?: «I traumi cranici vengono distinti in lievi, medi e gravi in basi ai sintomi, ma anche alla dinamica dell’incidente. Una cosa è urtare la testa contro uno sportello, un’altra, ben più grave, essere colpiti da un martello o cadere dalla moto spiega P. Cremonesi, resp. del Pronto Soccorso dell’Osp. Galliera di Genova. Un trauma lieve può anche non dare sintomi, o causare disturbi come un leggero mal di testa o un lieve senso di stordimento. Se c’è un taglio sul cuoio capelluto, si può perdere sangue, dal momento che vicino alla superficie della pelle ci sono molti vasi sanguigni. Proprio per questo una lacerazione di questo tipo può sembrare molto più grave di quanto in realtà sia. Nei traumi medi i sintomi sono più insidiosi e comprendono forte mal di testa, vertigini, nausea e vomito. La situazione degenera nei traumi gravi. Oltre a pallore, vomito, nausea, cefalea, ci può essere perdita di coscienza e persino coma». Come bisogna comportarsi? «Se il trauma è lieve non occorrono particolari precauzioni se non riposo e ghiaccio sulla eventuale piccola ferita. Se però i sintomi peggiorano, meglio chiedere aiuto medico. In caso di traumi medi o gravi bisogna recarsi al Pronto soccorso, o chiamare un’ambulanza se la situazione è particolarmente preoccupante. In attesa dei soccorsi possono giovare accorgimenti come porre una borsa del ghiaccio sulla testa della vittima, interrompere eventuali sanguinamenti premendo con un panno pulito la ferita (a meno che si sospetti un frattura del cranio), lasciare la persona distesa, facendo attenzione a non muovere il collo. Ci sono, poi, cose da non fare, come rimuovere un oggetto sporgente da una ferita, agitare la persona se sembra stordita, somministrare alcol, sonniferi o alimenti. Una volta in ospedale, in genere, per valutare l’entità del danno si esegue una Tac del cranio. Eventualmente si procede anche a radiografia del tratto cervicale o a risonanza magnetica». Che cosa si può fare sul fronte della prevenzione? «Non tutte le lesioni alla testa sono prevenibili, ma alcuni accorgimenti riducono i rischi. In primo luogo mettere sempre il caso in bicicletta, in moto, sugli sci o se si fanno sport violenti, nonché indossare le cinture di sicurezza quando si va in automobile. In casa, prendere alcune precauzioni per ridurre il rischio di cadute, specie di anziani e bambini piccoli». (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 322 LA «MORTE IMPROVVISA» NON È COSÌ IMPROVVISA Molti arresti cardiaci sono preceduti da sintomi premonitori, poche ore o addirittura un mese prima Si chiama «morte cardiaca improvvisa» perché siamo abituati a pensare che arrivi come un fulmine a ciel sereno: da un momento all’altro il cuore va in fibrillazione, smette di battere e, se non c’è un defibrillatore a portata di mano per farlo ripartire, è molto probabile non sopravvivere. Una rassegnazione all’ineluttabile tutta da rivedere, stando a una ricerca presentata all’ultimo congresso dell’American Heart Association: molti casi di arresto cardiaco improvviso infatti sarebbero preceduti, nelle ore e addirittura nelle settimane precedenti, da segni e sintomi che potrebbero salvare la vita se li sapessimo riconoscere e ascoltare. STUDIO - La buona notizia arriva da una ricerca, l’Oregon Sudden Unespected Death Study, che dal 2002 al 2012 ha valutato informazioni ottenute da oltre un milione di abitanti dell’area di Portland, negli Stati Uniti. Nell’ambito dell’indagine gli autori hanno estratto i dati di tutti gli uomini fra i 35 e i 65 anni che negli undici anni considerati hanno avuto arresti cardiaci al di fuori dell’ospedale. Uno degli eventi più temibili, spiegano i ricercatori: meno dei 10% delle vittime sopravvive visto che quando arrivano i soccorritori nella maggioranza dei casi non c’è più niente da fare. I casi di arresto cardiaco registrati in questo lasso di tempo sono stati poco meno di 600. Valutando eventuali segni e sintomi manifestati nelle settimane precedenti i medici sono rimasti sorpresi: il 53 % delle vittime ha avuto qualche campanello d’allarme prima dell’arresto cardiaco, nell’80% dei casi da un’ora fino a quattro settimane prima dell’evento. SINTOMI - Nel 56 per cento dei pazienti si era manifestato un dolore al petto, il 13 per cento aveva sofferto di affanno e fiato corto, il 4 per cento aveva avuto palpitazioni, capogiri o era svenuto. La maggior parte delle vittime di morte cardiaca improvvisa aveva una coronaropatia, ma solo la metà di loro era stata sottoposta ad accertamenti per questo problema prima dell’arresto cardiaco. «La morale è semplice - spiega Sumeet Chugh, resp. della ricerca e dir. della sez. di cardiologia genomica al CedarsSinai Heart Institute di Los Angeles -. Chiunque abbia uno di questi sintomi, non li trascuri: ne parli al medico senza perdere tempo, perché potrebbe fare la differenza fra la vita e la morte». Intercettare chi ha il cuore sul punto di cedere, infatti, può consentire di iniziare terapie farmacologiche o programmare interventi che riescono a scongiurare l’arresto cardiaco. GIOVANI - Questo vale anche per chi è più giovane rispetto ai pazienti studiati dagli statunitensi: purtroppo infatti la morte cardiaca improvvisa riguarda anche ragazzi che vengono stroncati da un attacco di cuore mentre praticano sport. «Le malattie che aumentano la probabilità di questo evento sono numerose, ma oggi abbiamo a disposizione un microchip genetico che può rivelarle con una rapidità e una precisione finora impensabili - spiega Italo Richichi. La nuova indagine genetica infatti ha una sensibilità diagnostica dell’80% contro il 50-60% dei test precedenti. Inoltre fornisce i risultati in un mese contro i 4-5 mesi necessari con gli esami disponibili a oggi. Possiamo perciò sapere velocemente e con una buona certezza se un soggetto è predisposto a patologie che espongono al rischio di morte improvvisa come le cardiomiopatie ipertrofiche, la trombofilia, le sindromi del QT lungo e corto, di Marfan, di Brugada, di Nooman e di Leopard». (salute) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 322 ALIMENTI E SALUTE FIBRE A TAVOLA CONTRO L’ASMA adottare un’alimentazione ricca di frutta e verdura protegge dall’asma, riducendo l’infiammazione delle vie respiratorie La cosiddetta flora batterica intestinale, quella che andrebbe sempre ripristinata dopo una cura a base di antibiotici, produce acidi grassi a catena corta in grado di “modulare” il sistema immunitario. In particolare, sono la “chiave” per aprire determinate serrature a livello cellulare. Quelle serrature che attivano gli ordini immunitari anti-infiammazioni e anti-irritazioni. E’ noto da qualche anno il ruolo di una corretta alimentazione e, soprattutto, dei batteri “buoni” che popolano l’intestino umano nel mandare impulsi, come un’importante centrale di comando dell’organismo, al cervello per poi riceverne di ritorno sotto forma di neuro-ormoni e neuro-ordini. Tant’è che nell’intestino si individua da anni una sorta di secondo cervello. LA FLORA BATTERICA - Alla nascita, la flora batterica non esiste. Si forma via via in una sorta di importante interscambio con l’ambiente che “accende” e “spegne” geni anche importanti. In primis quelli del sistema di difesa. In questo contesto rientra anche tutto l’intero filone di studio del lactobacilli e dei probiotici, che in certi casi sono come un “concime” per la flora batterica. Ecco che la scoperta fatta dall’università di Losanna (Svizzera), pubb. dalla rivista scientifica Nature Medicine, è un ulteriore conferma di questo fondamentale interscambio tra ambiente e geni, tra flora batterica e organismo, tra dieta e attività delle cellule. ALIMENTAZIONE RICCA DI FIBRE - Che cosa si è visto a Losanna? E’ stato dimostrato, che adottare un’alimentazione ricca di fibre sembra proteggere dall’asma, riducendo l’infiammazione e l’irritazione delle vie respiratorie e delle pareti polmonari. Si è individuato, e compreso nei meccanismi, un sistema protettivo per le vie respiratorie importantissimo e attivato dalla flora intestinale che risente fortemente della dieta adottata. L’osservazione sperimentale alla base della scoperta successiva è stata quella che i topolini alimentati con una dieta ricca di fibre sono meno vulnerabili all’asma e hanno un minor grado di irritazione e infiammazione delle vie respiratorie. Il contrario si rileva per topolini alimentati con cibo lavorato (la dieta occidentale ricca di cibo spazzatura e prodotti confezionati e povera di frutta e verdura). BATTERI BUONI - In seguito, i ricercatori hanno visto che la dieta altera la flora intestinale degli animali e quella ricca di fibre la altera in favore di batteri buoni, quelli appunto che producono grassi molto corti e facilmente assorbibili dall’intestino. Questi grassi a catena corta entrano nel circolo sanguigno e vanno ad attivare i segnali immunitari che portano a ridurre l’infiammazione e l’irritazione, anche nelle vie respiratorie. La chiave anti-asma della dieta ricca di fibre alimentari sarebbe in questi acidi grassi molto corti con un ruolo sul sistema immunitario. Non a caso, proprio oggi che è invalsa una dieta povera di fibre, e ricca di cibi troppo elaborati, l’asma allergica risulta fenomeno in aumento. La prescrizione: frutta e verdura, carboidrati integrali a lenta digestione lungo l’intestino. (Salute, Corriere)