Anno III – Numero 334 AVVISO 1. Ordine: richiedi il nuovo tesserino Lunedì 27 Gennaio 2014, S. Angela, Elvira Proverbio di oggi…….. oggi…….. ‘A carne 'a sotto e 'e maccarune 'a coppa Talvolta una persona che vale non è considerata e chi non vale emerge Notizie in Rilievo ORDINE: RICHIEDI IL NUOVO TESSERINO Scienza e Salute Tesserino personalizzato su smartcard per tutti gli iscritti all’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli. 2. Glaucoma, in arrivo le lenti a contatto curative AVVISO Come Richiedere il Tesserino: lo puoi fare attraverso il sito web Prevenzione e Salute 3. Si può essere allergici solo a determinati pesci Alimenti e Salute 4. Cibo e cancro: ecco cosa fa crescere (o diminuire) il rischio di ammalarsi Istituzionale dell’Ordine (www.ordinefarmacistinapoli.it) tramite la compilazione del modulo di richiesta on-line cliccando sull’immagine del nuovo tesserino ed autenticarsi con le credenziali (Password, Username) utilizzate per l’accesso all’area riservata Iscritti e seguire le istruzioni a video. Il nuovo tesserino è collegato al progetto di trasformazione e modernizzazione dei servizi che l’Ordine sta realizzando grazie ai nuovi processi indotti dall’innovazione tecnologica. Si sta cercando di garantire una serie di servizi e funzionalità efficienti al fine di consentire la completa gestione digitale di tutti i dati e di tutte le informazioni afferenti ad ogni singolo iscritto. Vantaggi del nuovo tesserino: uno dei vantaggi è basato sulla capacità di rispondere all’interrogazione a distanza da parte di appositi lettori (fissi o portatili) comunicando le informazioni in essi contenuti e consentendo, in tal modo, il riconoscimento e la tracciabilità automatica ed immediata di ogni singolo iscritto, al solo avvicinamento, del tesserino ad un lettore. I nuovi tesserini garantiscono con il supporto di un apposito lettore e del software di gestione, la rilevazione di presenze, il controllo accessi e la gestione di presenze. Per i corsi ECM tenuti dall’Ordine sarà velocizzato il controllo degli accessi grazie al nuovo tesserino contactless che sostituirà di fatto le firme di ingresso ed uscita per tracciare la presenza dei partecipanti. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 332 SCIENZA E SALUTE GLAUCOMA, in ARRIVO le LENTI a CONTATTO CURATIVE Rilasciano costantemente il farmaco per circa un mese e possono anche correggere i difetti visivi. Al via i test nell’uomo Sono tante le persone che non tollerano neppure l’idea di mettersi negli occhi qualche goccia di collirio. Un problema serio se l’avversione per le gocce oculari riguarda un paziente con glaucoma, una patologia nella quale la pressione interna all’occhio sale mettendo a rischio la vista: la terapia infatti prevede l’uso regolare di colliri, chi non li tollera inevitabilmente si espone al fallimento delle cure. Ora però un gruppo di ricercatori statunitensi del Lab. for Biomaterials and Drug Delivery del Children’s Hospital di Boston ha messo a punto una lente a contatto che potrebbe risolvere i problemi di chi odia i colliri. LENTE - Da quasi cinquant’anni, ormai, le lenti a contatto sono state proposte come possibile mezzo per il trasporto di farmaci all’occhio: possono essere indossate per molte ore e sono più tollerate delle gocce oculari, una via di somministrazione odiata da moltissimi di cui è nota la scarsa efficacia (il liquido spesso “cola” via appena applicato, anche nei più volenterosi). I prototipi disponibili a oggi non hanno mai brillato per efficienza, ora i ricercatori americani riferiscono sulla rivista Biomaterials di aver ottenuto ottimi risultati con una lente innovativa in metafilcon, un materiale già approvato per la costruzione di lenti a contatto, nei test condotti sugli animali. Il farmaco viene “caricato” attraverso una procedura che prevede l’impiego di raggi ultravioletti: alla lente a contatto sono state così “legate” pellicole di polimeri speciali e il latanoprost, un farmaco contro l’ipertensione oculare usato nei colliri prescritti ai pazienti con glaucoma. RISULTATI INCORAGGIANTI - «Le lenti così realizzate riescono a rilasciare discrete quantità di farmaco con regolarità, per settimane e mesi - spiega Daniel Kohane, dir. del laboratorio in cui sono state ideate le lenti -. In vivo, nell’animale, sono state capaci di far raggiungere nell’umore acqueo dell’occhio concentrazioni di latanoprost paragonabili a quelle che si hanno somministrando quotidianamente il normale collirio». I test in vitro e in vivo dimostrano che il prodotto è tollerabile e sicuro, in più si tratta della prima lente in grado di rilasciare farmaci così a lungo e così efficacemente: la parte centrale della lentina è chiara e sgombra, il principio attivo legato al polimero si trova invece nella parte periferica e questo, spiegano gli autori, aiuta a tenere più sotto controllo la somministrazione del medicinale. Inoltre, la lente può essere costruita in modo da correggere eventuali difetti visivi: un’altra caratteristica che la rende particolarmente gradita oltre alla sua assoluta non-invasività. «Una soluzione simile potrebbe rivelarsi utile anche per altre patologie oculari, aumentando l’aderenza alle cure e salvando la vista a pazienti con il glaucoma e non solo». Il prossimo passo sarà provare le lenti anche nell’uomo: solo quando arriveranno i dati clinici si saprà se queste lenti caricate di medicinali potranno davvero essere la svolta per chi soffre di malattie oculari che richiedono l’impiego regolare di colliri. (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 332 PREVENZIONE E SALUTE SI PUÒ ESSERE ALLERGICI SOLO A DETERMINATI PESCI Si è studiato il caso di un paziente con reazioni avverse al salmone, ma non al merluzzo Quasi quasi rischiava la vita. È successo a un giovane cuoco di Lipsia, finito al pronto soccorso dell’ospedale universitario con i sintomi di un’anafilassi (caduta di pressione, mancanza di respiro, gonfiori diffusi, soprattutto al volto): stava sfilettando in cucina un pesce persico e aveva cominciato a stare male. Così i medici tedeschi si mettono a studiare la sua allergia e scoprono che non solo è allergico al pesce persico crudo (il Lates niloticus: gli era bastato toccarlo e inalare i suoi allergeni), ma anche al salmone cotto (Salmo salar), questa volta però ingerito. Fin qui niente di strano perché esistono allergie crociate: una persona può essere sensibilizzata a diversi tipi di pesce. La particolarità del caso sta, invece, nel fatto che il cuoco non risultava allergico al merluzzo dell’Atlantico (Gadus morhua) ed era sensibile ad allergeni del pesce (cioè alle proteine che scatenano la reazione allergica) che non erano finora noti. L’idea che si possano distinguere differenti tipi di allergia nei confronti di pesci diversi può essere di grande utilità pratica perché potrebbe aiutare le persone a evitare le specie che non tollerano, ma a non eliminare dalla loro dieta quelle specie, invece, verso le quali non sviluppano anticorpi. Il pesce, infatti, è uno dei più importanti alimenti nel mondo intero: è considerato un cibo prezioso per il suo contenuto in acidi grassi e può ridurre l’incidenza di malattie cardiovascolari. Nei Paesi industrializzati il suo consumo è cresciuto, dal 1961 a oggi, del 3,6% all’anno, si stima che ogni persona ne mangi annualmente circa 28 Kg. E all’incremento dei consumi si aggiunge un aumento delle allergie. Queste ultime sono generalmente IgE mediate: le IgE sono quegli anticorpi che l’organismo allergico produce e che si legano all’antigene (o allergene) del pesce (di solito una proteina) scatenando la reazione infiammatoria con tutti i sintomi che ne conseguono. Il più comune allergene del pesce e dei crostacei è la parvalbumina, una proteina che lega il calcio ed è responsabile di molte cross-reazioni. Si sospetta, però, che altre sostanze, coinvolte nel metabolismo cellulare (per es. il gruppo delle aldeide-deidrogenasi) possano giocare un ruolo analogo. E hanno scoperto, pubblicando i risultati sul Journal of Investigational Allergology and Clinical Immunology che l’allergia del cuoco verso pesce persico e salmone non era determinata dalla parvalbumina, ma da altri antigeni; il che spiega anche il fatto che non fosse allergico al merluzzo. «I test che sono correntemente usati non sono molto specifici - e non permettono di distinguere le ipersensibilità verso diversi tipi di pesce. Così, per una sorta di principio di precauzione, a una persona allergica a un pesce, si suggerisce di evitare questo alimento in generale, ma lo si priva di una risorsa proteica preziosa». In realtà è possibile, con test personalizzati, scoprire a quali particolari tipi di pesce o di crostacei una persona è allergica, ma sono indagini lunghe e costose. L’ideale (ed è in questa direzione che va il lavoro dei ricercatori tedeschi e norvegesi) è di avere a disposizione test standardizzati che permettano di valutare di routine la reattività a molte specie di pesci. (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 332 ALIMENTI E SALUTE CIBO E CANCRO: ECCO COSA FA CRESCERE (O DIMINUIRE) IL RISCHIO DI AMMALARSI Livelli di insulina, infiammazioni, calorie, ormoni. «Arance della Salute»: mangiare bene può aiutare a restare sani Scegliere un cibo sano non è solo questione di grassi e calorie: è ormai certo che l’alimentazione è legata alla nostra salute e che almeno un terzo dei casi di tumore potrebbe essere evitato se solo mangiassimo correttamente. Ma in che modo il cibo che mangiamo interagisce col nostro organismo e aumenta o riduce il rischio di un tumore? «Grazie a studi condotti in tutto il mondo il World Cancer Research Fund ha individuato alcuni meccanismi che governano il rapporto tra il cibo e la malattia. Conoscerli significa poter intervenire su di essi scegliendo gli alimenti più corretti». LA GIORNATA - Sabato 25 gennaio Airc torna in 2mila piazze italiane e, proprio per accompagnare gli italiani ad adottare abitudini sane a tavola, l’associazione ha deciso di consegnare una pubblicazione speciale con alcune ricette per mettere in pratica i consigli degli esperti insieme alle tradizionali reticelle contenenti 2,5 kg di arance rosse. «Grazie alla ricerca sono stati evidenziati vari meccanismi che permettono di spiegare il legame tra lo sviluppo di un tumore e ciò che si mangia. Oggi sappiamo che si dovrebbero evitare i picchi di insulina e gli stati infiammatori cronici, preparare uno scudo contro i radicali liberi, smaltire velocemente le sostanze tossiche, rafforzare il nostro sistema immunitario, ridurre le calorie, controllare i livelli degli ormoni sessuali in circolo nell’organismo e non nutrire il tumore». EVITARE I PICCHI DI INSULINA - L’insulina è l’ormone prodotto dal nostro organismo in risposta a un aumento della quantità di zuccheri nel sangue (glicemia), ma regola anche altri aspetti del funzionamento del nostro organismo e per questo è considerata un ormone chiave nella relazione tra cibo e cancro. Troppa insulina in circolo, per es., induce una produzione eccessiva di testosterone, l’ormone sessuale maschile, nella donna. Inoltre l’insulina favorisce la produzione di un fattore di crescita chiamato IGF-I che è un vero e proprio fertilizzante per le cellule in generale e in particolare per quelle cancerose. Alcuni tumori, come per es. quello del seno, sono particolarmente sensibili all’azione combinata degli ormoni sessuali e dei fattori di crescita. Per questo è importante tenere basso il livello di insulina nel sangue, ma come si può fare in pratica? Occorre ridurre fortemente (ma si può anche eliminare del tutto) il consumo di zucchero bianco e scuro e scegliere, per dolcificare, ad es. il malto d’orzo o, per i dolci, il succo di mela o l’uvetta passita. Da limitare sulle nostre tavole sono anche i carboidrati troppo raffinati (per es. farina 0 o 00, riso bianco) a favore di quelli integrali e le patate. È poi importante avere familiarità con l’indice glicemico, un numero che indica quanto un cibo alza i livelli di glicemia rispetto a un altro poco dopo aver mangiato. Il riso integrale, ha un indice glicemico più basso di quello raffinato ed è quindi da preferire. SCUDO CONTRO I RADICALI LIBERI - Il cancro cresce e si sviluppa anche grazie all’ambiente che lo circonda, cioè il nostro organismo. Un ambiente con molti fattori infiammatori liberi favorisce la crescita della cellula tumorale rispetto a quella sana. Per questo è importante portare in tavola cibi che riducono l’infiammazione, limitando quelli che invece la promuovono. PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 332 Ridurre drasticamente il consumo di carne rossa (non più di una porzione a settimana), privilegiare le proteine di origine vegetale e il pesce azzurro, che contiene buone quantità di omega 3, aiuta a creare un’ambiente «antinfiammatorio». «Anche i fenomeni ossidativi sono favoriti da un consumo eccessivo di carne rossa e di grassi saturi (burro, strutto, formaggi) - e l’ossidazione cellulare (che può originare dalla formazione di radicali liberi) favorisce la comparsa di mutazioni del DNA da cui si possono originare tumori». Ma in natura esistono molte sostanze antiossidanti per contrastare gli effetti dell’invecchiamento come la vitamina C, i flavonoidi, il resveratrolo, il licopene e altre: largo quindi alle arance (ricche di vitamina C e flavonoidi), all’uva che contiene resveratrolo (ma non al vino dove la presenza di alcol vanifica gli effetti degli antiossidanti) e al pomodoro (che è una delle principali fonti di licopene). SMALTIRE LE SOSTANZE TOSSICHE - Una corretta alimentazione aiuta anche a eliminare meglio le sostanze tossiche dall’organismo, tramite l’attività detossificante del fegato e dei reni. Per es. le crucifere, come cavoli e broccoli, contengono sostanze che attivano alcuni enzimi epatici che favoriscono lo smaltimento di sostante nocive anche cancerogene, mentre le fibre sono in grado di attaccarsi a molte sostanze tossiche già a livello intestinale e di trascinarle con sé, con le feci. Inoltre le fibre permettono alla flora batterica di crescere bene e questa, stando a contatto con le pareti intestinali, rende molto difficile il passaggio delle sostanze indesiderate nel sangue: una vera e propria barriera biomeccanica che ci protegge. Oltre al cibo, però, anche l’attività fisica è fondamentale, perché favorisce il transito intestinale. RAFFORZARE IL SISTEMA IMMUNITARIO - Il sistema immunitario è in grado di riconoscere le cellule cancerose ed eliminarle prima che si riproducano e generino una massa tumorale. «Il funzionamento ottimale delle nostre difese è influenzato dal cibo - chiarisce l’esperta -. Sappiamo, ad esempio, che sia la malnutrizione che un’alimentazione troppo abbondante inducono una perdita di efficienza delle nostre difese. Una dieta amica del sistema immunitario deve comprendere almeno cinque porzioni giornaliere di frutta e verdura (pari a circa 600 g.), possibilmente di colori vari (al colore si associano infatti proprietà nutrizionali diverse). Infine anche gli omega 3 del pesce potenziano le difese, così come una regolare attività sportiva». CONTROLLARE GLI ORMONI SESSUALI - Nei Paesi occidentali consumiamo in media il 20-30% di calorie in più rispetto al nostro fabbisogno giornaliero, ma diverse ricerche hanno dimostrato che una riduzione anche molto drastica delle calorie ingerite riduce il rischio di sviluppare un cancro e rallenta l’invecchiamento. Il grasso, infatti, è un deposito naturale di sostanze che favoriscono l’infiammazione e inoltre produce ormoni, come gli estrogeni, coinvolti in vari tipi di tumori. Il cibo può inoltre regolare la produzione di estrogeni nell’organismo: la soia e i suoi derivati, per esempio, contengono analoghi vegetali degli estrogeni umani che sono in grado di legarsi alle stesse proteine che si trovano sulle membrane cellulari (chiamate recettori per gli estrogeni). Controllare i livelli degli ormoni sessuali in circolo può esercitare un effetto protettivo contro il cancro, visto che è stato dimostrato che elevati livelli di ormoni femminili possono favorire la comparsa di tumori del seno e delle ovaie e promuovere la proliferazione cellulare. FRUTTI DI BOSCO CONTRO IL TUMORE - «Un tumore per svilupparsi ha bisogno di un apporto importante di ossigeno e nutrienti che per raggiungere le cellule tumorali richiedono vasi sanguigni. Per questo il tumore produce sostanze che facilitano la formazione di nuovi vasi, tramite il cosiddetto processo di angiogenesi. Tra le sostanze in grado di contrastare questo processo, almeno sulle cellule in laboratorio, c’è l’acido ellagico contenuto nei frutti di bosco (lamponi, mirtilli, more), che sono quindi tra i frutti da preferire». Ciò non significa che mangiando una coppetta di frutti di bosco si ottenga un risultato analogo, ma le proprietà antiangiogenetiche esistono, per cui può essere una buona scelta alimentare, per lo meno nel periodo in cui questi frutti sono di stagione. (Salute, Corriere)