Giovedì 6 Febbraio 2014, S. Amando, Dorotea Anno III – Numero 343 AVVISO Proverbio di oggi…….. oggi…….. Ordine 1. Corsi ECM: FAD e residenziali ’A cucina piccerella fa ‘a casa granne. La cucina piccola fa la casa grande Notizie in Rilievo CORSI ECM 2014: RESIDENZIALI E FAD Prevenzione e Salute 2. Diabete, i medici: «No alla cura con i cibi al posto dell'insulina, ne va della vita» Scienza e Salute 3. Fare l'amore aiuta la memoria e rende più intelligenti 4. Il collutorio fa bene o male? Rischio di cancro o infarto:vero? 5. Aborto: non cresce rischio con Fans 6. Nuovo farmaco a bersaglio, un’arma in più contro il tumore al seno 7. brividi fanno dimagrire. Domande e Risposte 8. Come funzionano le creme depilatorie? Si informa che da Mercoledì 5 Febbraio è possibile prenotare i Corsi ECM Gratuiti 2014 COME PRENOTARSI: 12345- collegarsi sul sito dell’Ordine www.ordinefarmacistinapoli.it home page del sito dell’Ordine/sezione ECM Prenotazioni Accesso all’area riservata mediante username e password Scegliere i corsi da prenotare Come funzionano le creme DEPILATORIE? Le creme depilatorie sono di solito a base di idrossido di calcio e acido tioglicolico, una sostanza capace di rompere i legami chimici, chiamati ponti disolfuro, che stabilizzano il pelo. I ponti disolfuro si formano fra le molecole di cisteina, che è il principale amminoacido che costituisce la cheratina del pelo. L’azione dell’ac. tioglicolico è favorita dalla presenza dell’idrossido di calcio, che riduce fortemente l’acidità della crema creando le condizioni ideali per la rottura del pelo. Il follicolo non sa: La crema depilatoria non agisce quindi sul follicolo, ma spezza il pelo in corrispondenza del punto in cui emerge dalla pelle. La ricrescita avviene in tempi più rapidi rispetto a quella che si ha con le cerette, ma non è vero che i peli ricrescano più forti se si è usata una crema. Infatti, la depilazione porta via soltanto la parte morta del pelo e non intacca il bulbo pilifero, che è il vero responsabile della crescita: quando spuntano nuovamente fuori, i peli si sentono al tatto perché la crema ha asportato la parte terminale, più morbida e sottile. L’ac. tioglicolico ha un odore poco piacevole, che viene oggi coperto con essenze profumate. (Focus) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 343 PREVENZIONE E SALUTE DIABETE, I MEDICI: «NO ALLA CURA CON I CIBI AL POSTO DELL'INSULINA, NE VA DELLA VITA» Sempre più spesso guaritori improvvisati consigliano diete miracolose in grado di guarire definitivamente dal diabete e sospendere i trattamenti con i farmaci, perfino l'insulina. «Ma sospendere l'insulina nel diabete di tipo 1 può portare alla morte» denunciano le Società scientifiche e professionali di diabetologia e le Associazioni delle eprsone con diabete. Si parla di diete in larga parte basate su diete drastiche (cibi crudi, diete alcaline, vegetariane o altro) che promettono di far scomparire in pochi giorni il diabete e di abbandonare le terapie farmacologiche, inclusa l'insulina. «Sono iniziative che ci preoccupano - sostengono diabete Italia, la Società italiana di diabetologia e l'Associazione medici diabetologi - e che perentoriamente segnaliamo alle autorità sanitarie». Il fatto che la dieta sia un pilastro fondamentale del trattamento del diabete è un dato indiscutibile e irrinunciabile ma non può essere come unica alternativa ai farmaci. Questo rischia, infatti, di creare situazioni estremamente pericolose soprattutto per le persone con diabete di tipo 1 che, senza insulina possono andare incontro a condizioni a rischio di vita. Le società professionali e scientifiche raccomandano dunque di non sospendere assolutamente la terapia insulinica e di contattare sempre il proprio medico prima di prendere in considerazione una dieta di qualunque natura quale sia il tipo di diabete. (Salute, Il Mattino) FARE L'AMORE AIUTA LA MEMORIA E RENDE PIÙ INTELLIGENTI Migliora l'autostima, fa bene al cuore, brucia calorie, riduce lo stress, aiuta a dormire meglio, combatte il mal di testa, modula il dolore e oggi si scopre che rende anche più intelligenti. Fare l'amore, infatti, migliora anche le funzioni cognitive e mentali. Sarebbe anche un valido sostegno epr la memoria. Il complesso degli effetti positivi, d'altronde, agisce proprio sul rilassamento, sulla possibilità di mettere a riposo il cervello e di utilizzare il meglio delle forze in cerca solo del piacere. Due recenti studi di ricercatori statunitensi dell'università del Maryland e coreani della Konkuk University di Seul. Tutti e due i gruppi hanno lavorato con i topi: sono stati analizzati i cambiamenti cerebrali dei roditori dopo l'accoppiamento. Nellos tudio americano gli animali più grandi hanno dimostrato di avere un miglioramento della funzione cognitiva e della funzione dell'ippocampo. Quell'area del nostro cervello che ha un ruolo molto importante nella memoria a lungo termine. mentre lo studio coreano avrebbe dimostrato che il rapporto sessuale è in grado di contrastare i danni dello stress. Importante sarebbe la regolarità. I benefici a livello cognitivo si mantenevano negli animali che avevano, appunto, rapporto regolari. Mentre si perdevano in quelli che sia accoppiavano solo saltuariamente. (Salute, Il Mattino) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 343 SCIENZA E SALUTE IL COLLUTORIO FA BENE O MALE? RISCHIO DI CANCRO O INFARTO: SARÀ VERO? Il collutorio – erroneamente chiamato colluttorio – è un prodotto utilizzato per l’igiene orale che si sostiene aiuti a prevenire carie, gengiviti ed alito cattivo. Ma fa davvero bene? Secondo alcuni i collutori alcolici o dal sapore forte possono causare la tosse. Inoltre già nel 2009 uno studio pubb. sulla rivista Dental Journal of Australia annunciava che i collutori contenti alcool contribuiscono ad aumentare il rischio di sviluppo di cancro orale. Addirittura 5 volte di più di chi fuma e beve frequentemente alcolici. In realtà ancora non ci sono state conferme riguardo questa tesi. Almeno fino ad oggi. Addirittura si pensa che il collutorio possa favorire gli infarti e gli ictus. Secondo uno studio della prof.ssa Amrita Ahluwalia della Queen Mary (Londra) e pubb. sulla rivista Free Radical Biology and Medicine, l’uso del collutorio uccide sia i batteri cattivi, ma anche quelli buoni così da promuovere il rilassamento dei vasi sanguigni: in questo modo può esserci un aumento della pressione che potrebbe causare un attacco di cuore. I ricercatori hanno seguito diciannove soggetti sani che hanno usato il collutorio due volte al giorno: un aumento di due punti della pressione sanguigna aumenta il rischio di malattie cardiache del sette per cento e di ictus del dieci. Gli esperti hanno aggiunto che non vogliono creare allarmismi o suggerire alle persone di smettere di usare i collutori, ma di valutare bene se sia necessario o meno l’utilizzo di questi prodotti. E’ meglio rivolgersi al medico di fiducia e in particolar modo se si è soggetti all’ipertensione (Ansa) ABORTO: NON CRESCE RISCHIO CON ANTIINFIAMMATORI FANS Assumere farmaci anti-infiammatori non steroidei (Fans) in gravidanza non aumenta il rischio di aborti spontanei. A dirlo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Canadian Medical Association Journal da parte di ricercatori della University of the Negev. I farmaci Nsaid includono ibuprofene, naproxene, diclofenac e altri, e sono molto usati in gravidanza nel primo trimestre per combattere dolore, febbre e infiammazioni. STUDIO: I ricercatori hanno studiato dati provenienti da 65457 donne di eta' compresa fra 15 e 45 anni ammesse in ospedale per partorire fra il 2003 e il 2009. RISULTATI: Il 90% delle donne ha avuto il bambino e nel 10% dei casi c'e' stato aborto spontaneo. In generale, il 6,9% aveva assunto anti-infiammatori Fans durante il primo trimestre di gravidanza. Circa l'8,2% di queste avevano avuto aborto spontaneo, contro il 10% delle donne nel gruppo che non aveva preso anti-infiammatori non steroidei. (Agi) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 343 NUOVO FARMACO A BERSAGLIO, un’ARMA in più CONTRO il TUMORE al SENO Il farmaco a bersaglio molecolare aggiunto alle cure ormonali rallenta l’evoluzione delle forme metastatiche Intervento chirurgico, radioterapia, chemioterapia, terapia ormonale o biologica, farmaci mirati: sono molte le strategie oggi disponibili per curare le donne con un tumore del seno in fase avanzata e l’obiettivo che si può raggiungere è quello di un’aspettativa di vita sempre più lunga e di buona qualità. Ora entra nell’arsenale degli oncologi un’arma in più: un medicinale a bersaglio molecolare che, in combinazione con la terapia ormonale, si è dimostrato efficace nel trattamento del carcinoma mammario metastatico. 150 MILA DONNE IN ITALIA CON UN TUMORE DEL SENO METASTATICO - Il tumore al seno è ancora oggi la prima causa di morte nelle donne sotto i 55 anni di età. «Delle 45mila donne che ogni anno si ammalano in Italia, circa 35mila guariscono, mentre 10-12mila sviluppano nel tempo una forma avanzata – dice M. De Laurentiis, Dir. dell’Oncologia Medica Senologica all’Ist. Nazionale Tumori Pascale di Napoli. Le prospettive per le circa 150mila le pazienti che lottano contro un carcinoma mammario metastatico nel nostro Paese sono migliorate grazie alla conoscenza dei meccanismi molecolari alla base delle diverse forme di tumore della mammella, all’identificazione dei diversi sottotipi e all’avvento delle terapie mirate che agiscono contro specifici bersagli molecolari. Ora sappiamo infatti che non esiste un solo tipo di tumore al seno, ma una famiglia di tumori molto eterogenei tra di loro. Ne abbiamo identificati diversi sottotipi e oggi ne classifichiamo almeno 4: tumori triplo negativi; 2. HER2-positivi; 3. luminal A: 4. luminal B. Ogni sottogruppo viene trattato in maniera diversa e abbiamo capito che anche le ricerche devono correre separate per ciascun sottotipo». In una minoranza di pazienti (circa il 5-7%), il tumore si manifesta, purtroppo, direttamente con le metastasi, ma la malattia si può controllare bene ed è inizialmente molto responsiva ai trattamenti. UNA NUOVA CURA EFFICACE - Uno studio scientifico ha dimostrato che aggiungere il farmaco a bersaglio molecolare everolimus alla terapia ormonale con exemestane rallenta il carcinoma mammario metastatico (positivo al recettore per gli estrogeni e HER-2 negativo). Con un significativo aumento della sopravvivenza libera da progressione, viene di fatto raddoppiata: un terzo delle pazienti ottiene così un beneficio clinico, ossia una regressione del tumore o una stazionarietà di lunga durata. «L’associazione ha mostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da progressione rispetto alla sola terapia ormonale, con una qualità di vita in termini di tossicità sovrapponibile tra i due schemi di trattamento – spiega Sabino De Placido, dir. della Oncologia Medica all’Azienda Ospedaliera Univ. Federico II di Napoli -. Questo si traduce nella possibilità di trattare in maniera efficace le pazienti con un trattamento orale e ben tollerato, posticipando l’approccio chemioterapico a quando il tumore progredirà ulteriormente». Everolimus ha come target la proteina mTOR, la blocca e in questo modo ottiene due risultati: da un lato rallenta la crescita e la diffusione del tumore, dall’altro ne indebolisce la resistenza alla terapia ormonale (l’iperattivazione di mTOR, causa una riduzione nella risposta agli ormoni). BUONA QUALITA’ DI VITA, EFFETTI COLLATERALI BEN TOLLERATI - «Il fatto poi che gli effetti collaterali di questa terapia siano ben sopportati – fa sì che questa opzione possa essere particolarmente valida per le pazienti che potrebbero non tollerare trattamenti tossici, quali la chemioterapia, le pazienti anziane o con altre patologie associate». La qualità di vita delle malate si mantiene migliore per un periodo più lungo con l’associazione del nuovo farmaco. Le tossicità di everolimus sono specifiche e gli oncologi le conoscono già per l’impiego consolidato in altre neoplasie (ad es., il carcinoma renale e i tumori neuroendocrini). Per cui la consolidata capacità di gestione ottimale degli effetti collaterali permette di sfruttare appieno le potenzialità della nuova cura». (salute, Corriere) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 343 SCIENZA E SALUTE BRIVIDI FANNO DIMAGRIRE UN EFFETTO SIMILE ALL'ATTIVITÀ FISICA Lo rivela uno studio dell'Istituto nazionale del diabete e malattie digestive e renali, negli Stati Uniti, appena pubblicato su Cell Metabolism. Stare al freddo brucia calorie e migliora il metabolismo AL GELO per dimagrire. Temperature da brivido per perdere pancia, fianchi e chili di troppo. Dimenticatevi le sudate praticando sport faticosi. Niente allenamenti hot nelle palestre, dove l'ultima moda è fare esercizio fisico a temperature elevate per smaltire più calorie. Per fare pace con la bilancia basta solo un poco di freddo. A mettere in luce gli effetti dimagranti dei brividi è uno studio pubblicato su Cell Methabolism da un un gruppo di ricercatori americani dell'Ist. nazionale del diabete e malattie digestive e renali, negli Stati Uniti. Secondo la ricerca rabbrividire rilascia un ormone che stimola il tessuto grasso a produrre calore, in modo che il corpo possa mantenere la sua temperatura interna. Questo ormone, che si chiama irisina, viene prodotto anche dal muscolo durante l'esercizio fisico. I risultati dimostrano che l'atto di rabbrividire produce calorie, bruciando il grasso bruno e migliorando il metabolismo. Proprio come accade con una sessione in palestra. Lo studio è stato coordinato da Francesco Saverio Celi, un ricercatore italiano che lavora all'estero, va nella stessa direzione di una ricerca simile pubb. dall'università di Maastricht. Attraverso numerosi test su un gruppo di volontari sani, Celi e i suoi colleghi hanno scoperto che la irisina, prodotta quando si rabbrividisce, viene rilasciata in proporzione all'intensità dei brividi. Inoltre la quantità secreta dall'organismo come risultato del brivido è simile a quella frutto dell'esercizio. Il team ha anche scoperto che quando le cellule adipose umane in laboratorio sono trattate con FNDC5, un precursore dell'irisina, le cellule hanno bruciato più energia e rilasciato più calore. "Questa ricerca può rivelare perché l'esercizio fisico aumenta la secrezione di un ormone che aiuta il corpo a mantenere la sua temperatura interna", conclude Celi. Questo può chiarire anche perchè l'esercizio fisico aumenta la secrezione di un ormone che, paradossalmente, fa sentire il corpo più caldo. Inoltre a partire dai brividi si può studiare una nuova strategia anti-obesità. "Forse abbassare il termostato durante i mesi invernali potrebbe aiutare sia il bilancio domestico che il metabolismo", conclude Celi. Anche secondo un altro studio dell'Università di Maastricht, coordinata dal dottor Wouter van Marken Lichtenbelt, il freddo può essere un buon alleato per chi vuol dimagrire. Secondo i ricercatori olandesi non solo l'esposizione alle basse temperature può ridurre l'obesità, ma permette alla lunga all'organismo di rispondere meglio al cambiamento di temperatura dell'aria e agli shock termici. La ricerca, pubblicata dalla rivista "Trends in Endocrinology and Metabolism", presenta inoltre una serie di indicazioni sugli stili di vita che andrebbero cambiati per combattere l'epidemia di obesità. L'équipe olandese hacoinvolto un gruppo di volontari, che si sono esposti a una temperatura molto basse per diverse ore al giorno in indumenti intimi. Dopo i primi tremori, si sono sentiti sempre più a proprio agio, generando il calore necessario per non battere i denti, sintomo evidente dell'attivazione dei tessuti adiposi "bruni". (salute, Repubblica)