Anno III – Numero 347 AVVISO Ordine 1. In riscossione la quota sociale 2014. 2. Ordine: incontra una delegazione di farmacisti Giapponesi Notizie in Rilievo Prevenzione e Salute 3. Eritemi e dermatiti? Li risolve l’enotera 4. Se il gatto di casa starnutisce, può contagiarci? Scienza e Salute 5. Non solo rughe, la "punturina" di botulino potrebbe aiutare a dimagrire 6. La pillola 'videocamera' per guardare l'intestino 7. Tumori, terapie più dolci (ma efficaci) 8. La chirurgia robotica adesso può richiedere soltanto un «buco Mercoledì 12 Febbraio 2014, S. Alessio Proverbio di oggi oggi…….. gi…….. ‘a gallina fa le’ove, e a’ ‘o gallo l’abbruccia ‘o culo. L’ORDINE INCONTRA UNA DELEGAZIONE DI FARMACISTI GIAPPONESI Oggi più che mai è sempre necessario che la Categoria dei farmacisti entri in contatto con Colleghi Europei e di altri Continenti per sviluppare una rete di relazioni internazionali tali da dare alla figura del Farmacista un ruolo sempre più qualificato. Proprio per questo spirito il Consiglio dell’Ordine, nel rispetto del suo programma di sviluppo triennale, domani incontra una delegazione di Farmacisti Giapponesi con il duplice obiettivo: “culturale e relazionale” al fine di creare momenti di coesione e occasioni di incontro con altri Colleghi per scambiare esperienze. NON SOLO RUGHE, la "PUNTURINA" di BOTULINO POTREBBE Aiutare a DIMAGRIRE Sono in corso in Norvegia le sperimentazioni sull'uomo Domande e Risposta 9. Perché è meglio non bere il tè con il latte? Il botulino potrebbe dare scacco non solo all'invecchiamento ma anche all'obesità. Gli studi sugli animali hanno mostrato che iniettare la tossina potrebbe ridurre il peso di un terzo in 5 settimane. Sono in corso i test clinici in Norvegia presso il Trondheim University Hospital. Come funziona - La "punturina" nei muscoli della parete dello stomaco rallenta la velocità con cui il cibo transita nello stomaco, dimezzandola. In teoria, ciò fa sentire i pazienti più pieni per un tempo maggiore e questo dovrebbe indurli a mangiare meno. Un lungo tubo con una telecamera all'estremità viene inserito via bocca nello stomaco del paziente, la tossina è iniettata con un ago che scende attraverso l'endoscopio. (Salute, Tgcom24) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 347 SCIENZA E SALUTE ERITEMI E DERMATITI? LI RISOLVE L’ENOTERA L’olio estratto di questa pianta associato a vita mine ed erbe depurative, nutre e combatte disidratazione e seborrea. Le dermatiti sono reazioni infiammatorie della pelle che si manifestano con eritema, prurito, vescicole ispessimento della cute, secchezza, fessurazioni. La dermatite allergica è dovuta a sostanze che vengono a contatto con la pelle e innescano una reazione di ipersensibilità specifica nei confronti di un allergene. Tra le sostanze allergizzanti ricordiamo farmaci per uso topico, tinture, profumi, metalli (solfato di nichel), conservanti. La dermatite atopica, invece, insorge solitamente nell’infanzia. Spesso esiste una predisposizione familiare e una possibile associazione con altre manifestazioni allergiche quali rinite e asma. Nei soggetti atopici il metabolismo dei grassi essenziali che regolano l’integrità delle membrane cellulari della pelle risulta deficitario, con un aumento dei mediatori chimici dell’infiammazione. Attenzione a cereali e pomodori: Chi soffre di dermatite atopica non dovrebbe esagerare con latte, frumento, soia, pesce, arachidi, che sono potenzialmente allergizzanti. In caso di ipersensibilità verso le graminacee va ridotto il consumo di cereali (in particolare frumento), pomodori crudi, arance, frutta secca, frutta con nocciolo (pesche, albicocche ecc.). Se si è allergici alle betulacee, si eviteranno mele, sedano, carote e arance. I grassi giusti “ristrutturano” la cute: Le dermatiti infiammatorie (e in particolare la dermatite atopica) rispondono positivamente alla somministrazione di acidi grassi essenziali in grado di frenare la tendenza infiammatoria e di aumentare l’idratazione e l’elasticità della pelle: va bene a tale scopo l’olio di ribes nero (macerato glicerico 1 DH, 50 gocce una volta al giorno) e l’olio di enotera, una capsula una volta al dì, entrambi per un ciclo di un mese. Sulla pelle evita i prodotti troppo schiumogeni: La pelle atopica è ipersensibile; evita di applicare prodotti contenenti sostanze sintetiche come i parabeni, i PEG, i detergenti a base di laurethsolfati, i profumi, ma anche gli oli essenziali e gli oli estratti da germe di grano o mandorle per una possibile ipersensibilità verso queste sostanze. Utilizza invece creme a base di acidi grassi essenziali (GLA), contenuti nell’olio di borragine ed enotera: riducono la secchezza e la disidratazione migliorando le funzioni protettive della pelle. (salute, Mediaset Tgcom24) La PILLOLA 'VIDEOCAMERA' per GUARDARE L'INTESTINO Una piccola videocamera a forma di pillola in grado d'inviare immagini dall'"interno" del corpo umano. La FDA ha approvato questa piccola telecamera capace di navigare nell'intestino dei pazienti che non possono ricevere una colonoscopia completa. La 'pillola' reca una micro-telecamera a entrambe le sue estremità e può muoversi nell'intestino per circa 8 ore inviando immagini ad alta velocità. PillCam è realizzato dalla società israeliana Given Imagini. Approssimativamente, nei soli Stati Uniti circa 750mila colonoscopie sono effettuate ogni anno in modo incompleto. Lo strumento realizzato potrà essere utilizzato in tandem con la colonoscopia, e non come alternativa, soprattutto per il fatto che le immagini che è in grado di inviare non sono di alta qualità. Un vantaggio, però, è rappresentato dai costi: la camera costa circa 500 dollari, contro una ordinaria colonoscopia che può costare anche migliaia di dollari. L'uso di PillCam è stato già approvato anche in altri 80 Paesi, oltre agli Usa. (Agi) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 347 SCIENZA E SALUTE TUMORI, TERAPIE PIÙ DOLCI (MA EFFICACI) Si studiano alternative per polmone, colon e melanoma. Grazie ai farmaci intelligenti e a un approccio nuovo È una storia che ha radici antiche e ben consolidate in Italia quella della ricerca di cure meno aggressive anche per malattie gravi come i tumori. In fondo nasce proprio nel nostro Paese alla fine degli anni ‘60 l’approccio meno aggressivo al tumore mammario. Tuttavia è negli ultimi anni che sono stati fatti i passi avanti più importanti: grazie soprattutto alla individuazione di alcuni dei meccanismi biologici coinvolti nella crescita dei tumori è stato possibile produrre farmaci in grado di rallentarne la progressione e in alcuni casi addirittura di curare o almeno di trasformare malattie che si consideravano senza speranza in condizioni con cui è possibile convivere, riuscendo a garantire al tempo stesso una buona qualità di vita. Il campo in cui per primo è stato possibile disporre di farmaci “intelligenti” è quello dei tumori del sangue, leucemie, linfomi, mieloma, solo per citare i più comuni. LEUCEMIA - Sono trascorsi ben più di 10 anni da quando l’arrivo del Glivec ha trasformato in maniera radicale la storia dei malati di leucemia mieloide cronica. Bloccando un particolare processo cellulare responsabile della trasformazione maligna delle cellule, la malattia è stata trasformata in una condizione che può essere controllata nella maggior parte dei casi con la semplice assunzione di una pillola, proprio come si fa per curare la pressione alta. Ovviamente questa scoperta ha aperto la strada da una parte alla ricerca di nuovi farmaci sempre più efficaci nel bloccare quel particolare meccanismo e dall’altra alla individuazione di altri meccanismi molecolari su cui intervenire e delle molecole capaci di bloccarli. Un atteggiamento che ha via via coinvolto anche i tumori solidi. POLMONE - «Un es. recente è quello del tumore del polmone - dice C. Pinto, pres. dell’Associaz. Italiana di Oncologia Medica -. Nell’adenocarcinoma del polmone, dove lo standard di trattamento è la chemioterapia con la sua relativa tossicità, quel 10-14% dei pazienti che hanno una particolare mutazione (quella dell’EGFR, il recettore del fattore di crescita dell’epidermide) possono essere trattati con gli inibitori della tirosin-chinasi, una terapia meglio tollerata rispetto alla chemioterapia e che raddoppia la sopravvivenza. Sono terapie più gentili, meno tossiche e più efficaci». Lo stesso sta avvenendo anche per altri tumori comuni come il melanoma e in parte, anche per il CA del colon. CHEMIOTERAPIA - «Non tutte le malattie sono uguali e non sempre la terapia più aggressiva è la migliore per quel paziente; oggi si sta cercando di definire un setting di malati con caratteristiche cliniche che ci permette di avere una strategia che prevede anche gradini diversi di intensità di terapia. Per es. è in corso uno studio sulla chemioterapia adiuvante del carcinoma del colon in cui si sta valutando se 3 mesi di chemioterapia adiuvante sono uguali a 6». Certo che se i risultati saranno positivi si potrà pensare di dimezzare la durata della chemioterapia, un altro modo per rendere sempre più gentile la terapia. Ma se la possibilità di disporre di farmaci intelligenti sempre più capaci di intervenire sui meccanismi molecolari responsabili dei tumori, ha dato un contributo fondamentale alla possibilità di ricorrere a terapie più “soft”, si sta facendo strada anche un altro modo di gestire queste malattie, un modo che si traduce in una sempre maggiore attenzione da parte dei medici alla persona nel suo complesso e non solo al tumore di cui è affetto. SOLO PILLOLE - Nel caso del mieloma multiplo le terapie attuali permettono già di ottenere ottimi risultati, tuttavia una percentuale di pazienti deve abbandonare le cure per gli effetti indesiderati. Da qui l’idea di utilizzare una terapia più leggera, priva di chemioterapici che, in uno studio che ha coinvolto circa 1.600 pazienti, è stata messa a confronto con lo schema attualmente di riferimento, decisamente più tossico. «Il ciclo che poteva sembrare a prima vista meno forte e quindi meno efficace in realtà si è rivelato superiore. I pazienti prendono solo delle pillole, hanno una minore tossicità dalla terapia e riescono a proseguire il trattamento a lungo, con una compliance migliore». (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 347 LA CHIRURGIA ROBOTICA ADESSO PUÒ RICHIEDERE SOLTANTO UN «BUCO» La tecnica è usata soprattutto per la cistifellea. In 2 anni, in 13 ospedali italiani sono stati trattati oltre 600 pazienti I pazienti spesso non hanno idea di che cosa sia davvero la chirurgia robotica e immaginano un robot umanoide, ben diverso dalle consolle che poi trovano in sala operatoria: proprio per aumentare la consapevolezza generale su questi nuovi strumenti operatori, sarà organizzato un incontro fra gli esperti e i medici di famiglia così da poter poi fornire ai loro assistiti informazioni corrette, e indicazioni più precise a chi è interessato a interventi di chirurgia robotica. Un’operazione alla cistifellea, ai reni, all’utero senza che restino cicatrici, perché gli strumenti chirurgici entrano dall’ombelico, che poi viene “ricostruito”, e dopo un mese è difficile accorgersi dei segni dell’intervento . Oggi è possibile grazie alla chirurgia robotica monoporta, arrivata in Italia circa due anni fa: da allora nei 13 ospedali che la eseguono sono stati trattati oltre 600 pazienti. «Interventi per via ombelicale vengono già realizzati in laparoscopia, ma la chirurgia robotica offre vantaggi in più - spiega Jacques Megevand, dir. del Dip. Chirurgico della Casa di Cura San Pio X di Milano, uno dei centri dove è possibile operarsi con questo tipo di approccio -. Rispetto alla laparoscopia, la telecamera consente un ingrandimento maggiore del campo operatorio e una visione tridimensionale. Negli interventi laparoscopici, inoltre, a causa delle caratteristiche del sistema gli strumenti si “incrociano” all’interno del campo operatorio e, in pratica, il movimento della mano destra del chirurgo viene compiuto dallo strumento a sinistra: una complicazione tecnica che il software robotico elimina, facendo sì che al gesto della mano destra corrisponda l’azione del braccio robotico di destra». «A tutto questo - si aggiunge la maggior comodità per il chirurgo, che si stanca di meno perché può operare da seduto anziché in piedi, facendo sì che anche gli interventi più complessi possano essere affrontati meglio. Inoltre, il robot è capace di “filtrare” gli eventuali tremori della mano, rendendo il gesto operatorio più puntuale e sicuro; infine, la “mano robotica” può muoversi a 360 gradi, assumendo angolazioni che nessun polso umano può avere e consentendo di arrivare dove neppure il chirurgo più abile riuscirebbe. Queste peculiarità rendono la chirurgia robotica molto efficace e precisa». Peraltro, grazie alla possibilità di affiancare alla consolle principale un’altra postazione, i chirurghi meno esperti imparano meglio e più velocemente, perché in caso di incertezze o errori il collega accanto può intervenire all’istante, un pò come accade sulle auto delle scuole guida con i doppi comandi: ciò fa sì che tutta l’équipe sia più preparata e non vi sia solo un medico in grado di affrontare gli interventi. «I benefici sono numerosi anche per il paziente. La chirurgia robotica consente infatti di “risparmiare” maggiormente le strutture vicine a quelle da operare. Inoltre il decorso postoperatorio è più semplice: si riducono il dolore e la durata del ricovero, con una ripresa più rapida delle normali attività». Con la chirurgia monoporta, possibile grazie all’estrema miniaturizzazione del calibro degli strumenti, a tutto questo si aggiunge un vantaggio estetico, visto che passando dall’ombelico non restano cicatrici. «Usiamo un solo accesso di 2,5 cm da cui passano due cannule operatorie di 5 mm e una videocamera di 8,5 mm; Il principale neo della chirurgia robotica a oggi resta il costo, tuttora di circa il 25% superiore a quello dello stesso intervento eseguito in laparoscopia. Uno studio ha dimostrato che nel caso di una rimozione della colecisti attraverso la monoporta la spesa per i materiali della singola operazione è identica, sia che si intervenga in laparoscopia, sia che si operi con il robot. Nel secondo caso, però, vanno aggiunti i costi per l’acquisto e la manutenzione della piattaforma robotica, ancora molto elevati. Siamo tuttavia in una fase “preistorica” dei robot in chirurgia e per il momento solo un’azienda produce questi strumenti: quando scadranno i brevetti e ci sarà più concorrenza sul mercato, i prezzi scenderanno. I robot diventeranno davvero i chirurghi del futuro». (Salute, Corriere) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 347 PREVENZIONE E SALUTE SE IL GATTO DI CASA STARNUTISCE, PUÒ CONTAGIARCI? Gatto e padrone hanno il raffreddore? Di sicuro non se lo sono “passato”: gli agenti infettivi non sono gli stessi. Una possibilità remota può esserci solo con un batterio, la clamidia, che nel gatto può dare raffreddore. Ma uomo e animali domestici possono trasmettersi altre malattie (zoonosi). In Europa sono poche, e interessano soprattutto i bambini (i più a contatto con terra e sabbia) e chi ha basse difese immunitarie. La linforeticolosi si contrae con il graffio del gatto, altre malattie ci possono contagiare in modo più subdolo. Le larve dei vermi parassiti echinococco e toxocara, ad esempio, possono trovarsi nelle feci dei cani; questi, leccandosi, le trasportano sul pelo e quindi le passano a noi quando li carezziamo. Ne sono colpiti organi importanti, tra cui il cervello. Direttamente, o da oggetti che sono stati a contatto con animali malati o portatori sani, si contraggono la tigna, malattia fungina della pelle, e la rogna, causata da piccoli acari. La toxoplasmosi, dovuta a un protozoo, è grave solo per le persone con scarse capacità di difesa e diventa pericolosissima in gravidanza. Si contrae sia dalle feci del gatto malato sia ingerendo carni crude. Laviamoci le mani!: La leishmaniosi passa dal cane all’uomo con la puntura di un pappatacio, la filaria con le punture di zanzara. Le urine di cane e gatto trasmettono la leptospirosi, che può essere anche mortale. La salmonellosi talvolta viene da cani, tartarughe e criceti. L’ornitosi è portata da piccioni, pappagalli e canarini, che disperdono nell’aria l’agente infettivo. Ci difende il rispetto di norme elementari: la pulizia in casa, lavare bene le verdure crude, fare le visite e le vaccinazioni dal veterinario, lavarsi le mani dopo aver toccato gatto o cagnolino e sempre prima di mangiare, non farsi leccare il viso, acquistare solo animali da allevamenti sicuri. È difficile che possiamo trasmettere malattie ai nostri animali, ma diventa meno raro in situazioni disagiate, come per la tubercolosi. (Focus) PERCHÉ È MEGLIO NON BERE IL TÈ CON IL LATTE? Nel mondo il tè, come bevanda, è secondo solo all’acqua. Gli studiosi confermano che ci protegge dalle malattie cardiovascolari perché contiene le catechine, sostanze che favoriscono la produzione di ossido nitrico, un composto capace di migliorare l’elasticità delle arterie. Se si aggiunge latte, però, i benefici del tè vengono annullati. Alcune proteine presenti nel latte, le caseine, contrastano infatti l’azione delle catechine. Contro il cancro: Gli esperti ritengono poi che il latte possa far diminuire anche le capacità anticancerogene del tè. (Focus)