Anno III – Numero 348 Giovedì 13 Febbraio 2014, S. Maura, Esmeralda AVVISO Ordine 1. Ordine: incontra una delegazione di farmacisti Giapponesi Notizie in Rilievo Prevenzione e Salute 2. A tavola il diabete si evita grazie allo yogurt 3. Dimagrire? Fatelo col sesso 4. Tumore alla prostata, svelati nuovi benefici dell'attività fisica Scienza e Salute 5. Diane Papazian: “Il cane Troy mi ha salvata dal cancro al seno” 6. Camminata veloce: una «cura» per proteggere la retina 7. "Scoperta" una cura per l'amiloidosi: un vecchio antiinfiammatorio fuori commercio 8. I moscerini della frutta che 'fiutano' il tumore Domande e Risposta 9. Perché abbiamo l’ugola? Proverbio di oggi…….. oggi…….. Meglio 'auciello 'e campagna ca chillo 'e cajola. Meglio l'uccello di campagna che quello chiuso in gabbia L’ORDINE INCONTRA UNA DELEGAZIONE DI FARMACISTI GIAPPONESI Oggi più che mai è sempre necessario che la Categoria dei farmacisti entri in contatto con Colleghi Europei e di altri Continenti per sviluppare una rete di relazioni internazionali tali da dare alla figura del Farmacista un ruolo più qualificato. Proprio per questo spirito il Consiglio dell’Ordine, nel rispetto del suo programma di sviluppo triennale, oggi incontra una delegazione di Farmacisti Giapponesi con il duplice obiettivo: “culturale e relazionale” al fine di creare momenti di coesione e occasioni di incontro con altri Colleghi per scambiare esperienze. DIANE PAPAZIAN: “IL MIO CANE TROY MI HA SALVATA DAL CANCRO AL SENO” Secondo una donna l'animale avrebbe fiutato il tumore Una 57enne di New York afferma di aver scoperto il tumore al seno grazie al suo cane Troy. Diane Papazian, questo il nome della donna, ha notato un comportamento bizzarro da parte del suo dobermann. L'animale si strofinava in continuazione su di lei e Diane, grattandosi per il prurito, ha scoperto di avere un nodulo al seno. La mammografia ha confermato la presenza del cancro. Guarita dal tumore - Dopo la mastectomia è la chemioterapia, Diane è guarita. La donna attribuisce al cane la sua salvezza. Secondo lei, Troy ha fiutato il tumore. In realtà, anche se non si sa se sia stato questo il caso, alcuni cani hanno la capacità di fiutare i tumori. Tanto che negli Stati Uniti, vengono impiegati nelle corsie degli ospedali. (Salute, Tgcom24) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 348 SCIENZA E SALUTE CAMMINATA VELOCE: UNA «CURA» PER PROTEGGERE LA RETINA L’attività aerobica ha un effetto protettivo sui fotorecettori e potrebbe essere utile per ritardare la perdita della vista L’esercizio fisico fa bene davvero a tutto, anche alla salute degli occhi. Per la prima volta uno studio americano ha dimostrato che una moderata attività aerobica protegge la retina dalla degenerazione senile. La ricerca, condotta al VA Center for Visual and Neurocognitive Rehabilitation e alla Emory University di Atlanta è pubblicata sull’ultimo numero del Journal of Neuroscience. RISULTATI: «I risultati - ha commentato uno degli autori, Machelle Pardue - suggeriscono l’utilità di programmi di esercizi fisici personalizzati nel trattamento delle malattie degenerative retiniche. In futuro l’attività fisica potrebbe essere prescritta dagli oftalmologi come intervento a basso costo per ritardare la perdita della vista». CECITÀ - La degenerazione maculare senile è una delle principali cause di cecità nell’anziano ed è provocata dalla morte di neuroni specializzati della retina, chiamati fotorecettori, che sono sensibili alla luce. Così i ricercatori hanno voluto verificare se l’esercizio fisico poteva avere un effetto protettivo anche su queste cellule nervose, come è dimostrato avere in altre malattie neurodegenerative, e hanno condotto una serie di esperimenti in laboratorio. Hanno istruito i topi a correre su un tapis roulant un’ora al giorno, cinque giorni alla settimana, per due settimane. Successivamente hanno esposto gli animali a una luce intensa capace di danneggiare la retina (è un modello di degenerazione retinica che si usa di frequente) e per altre due settimane li hanno sottoposti allo stesso tipo di attività fisica. PIÙ FOTORECETTORI - I topi che avevano seguito gli allenamenti presentavano almeno un numero doppio di fotorecettori rispetto a quelli che invece non si erano esercitati e la loro retina risultava molto più responsiva agli stimoli luminosi. «Vale la pena di sottolineare che l’esercizio cui si sottoponevano i topi è paragonabile alla camminata veloce - ha detto Purdue -. Non serve quindi uno sforzo fisico intenso». Rimane da spiegare come mai l’attività aerobica può produrre questi effetti benefici. Secondo gli specialisti sono dovuti, almeno in parte, a un fattore di crescita, chiamato Bdnf, che nei topi allenati è presente in elevate quantità nel sangue, nel cervello e nella retina. La controprova? Se si blocca con sostanze chimiche il recettore per questo fattore, l’effetto protettivo dell’attività fisica viene annullato. Adesso i ricercatori di Atlanta vogliono verificare se l’esercizio fisico può essere utile anche nel glaucoma e nella retinopatia diabetica. (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 348 SCIENZA E SALUTE "SCOPERTA" UNA CURA PER L'AMILOIDOSI: UN VECCHIO ANTI-INFIAMMATORIO FUORI COMMERCIO La sorpresa dei ricercatori dell'Irccs San Matteo di Pavia: il 'vecchio' Diflunisal, da tempo non più distribuito in Italia, è in grado di contrastare una delle forme più gravi della malattia neurodegenerativa che porta alla paralisi ed al decesso in dieci anni. I medici di Pavia chiedono all'Aifa che sia rimesso nel prontuario. Il rimedio è molto più semplice di quanto si potesse immaginare: un semplice anti-infiammatorio può curare la forma ereditaria di amiloidosi sistemiche, cioè una delle forme più severe della amiloidosi, per cui fino a oggi non c'erano cure efficaci per la malattia in fase avanzata. A fare la scoperta è stato l'Irccs San Matteo di Pavia, che insieme ad altri cinque istituti di ricerca ha partecipato a uno studio iniziato nel 2006 e appena pubb. sulla rivista 'Jama'. La amiloidosi è una malattia neurodegenerativa che porta alla morte in dieci anni e alla paralisi motoria, in cui i nervi vengono colpiti e divorati da una proteina prodotta dal fegato. Anche i trapianti di fegato eseguiti nel tentativo di rallentare la malattia finora non hanno permesso di centrare definitivamente la guarigione. Con questo farmaco è invece possibile, curare i pazienti, soprattutto se la patologia è individuata precocemente. L'ospedale pavese è uno dei centri di riferimento mondiale per la cura delle amiloidosi. Sotto la direzione di Giampaolo Merlini, durante lo studio sono stati curati venti pazienti provenienti da tutta Italia, e altri venti sono attualmente in cura. "Gli ammalati presi in carico non avevano alternative terapeutiche - oggi hanno invece la possibilità di migliorare l'aspettativa di vita e recuperare una qualità quotidiana non immaginabile prima della 'scoperta' di questo farmaco, che ha un costo molto basso di soli due euro al giorno". Purtroppo però in Italia il medicinale non è più in commercio e attualmente il San Matteo lo compra all'estero. "Si chiama Diflunisal - e incrementa le risorse terapeutiche per le amiloidosi che stiamo sviluppando da anni. Attualmente abbiamo in corso 10 sperimentazioni su farmaci innovativi con l'obiettivo di migliorare ulteriormente le prospettive dei nostri pazienti". (Salute, Repubblica) A TAVOLA IL DIABETE SI EVITA GRAZIE ALLO YOGURT Arricchire l'alimentazione di latticini fermentati magri riduce il rischio di sviluppare la malattia Le cattive abitudini alimentari giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo del diabete di tipo 2. Alcuni cibi sembrano però avere un effetto protettivo. Secondo un nuovo studio pubblicato su Diabetes dai ricercatori dell'Univ. di Cambridge tra gli alimenti protettivi potrebbero essere inclusi anche lo yogurt e i formaggi fermentati a basso contenuto di grassi. L'analisi dello studio, che in totale è durato ben 11 anni, hanno fornito informazioni sulle loro abitudini alimentari ed ha infatti svelato che chi consuma più latticini magri fermentati riduce del 24% il rischio di diabete di tipo 2 rispetto a chi non ne consuma affatto. La riduzione del rischio sembra dipendere soprattutto dal consumo di yogurt, che da solo abbassa del 28% la probabilità di avere a che fare con questa malattia. “Questa ricerca evidenzia come cibi specifici possano giocare un ruolo importante nella prevenzione del diabete di tipo 2. Lo yogurt contiene proteine di alta qualità, vitamine, minerali e probiotici. Secondo questa ricerca per contrastare il diabete è necessario consumarne 4 vasetti e mezzo da 125 g alla settimana. (Salute, Sole 24ore) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 348 SCIENZA E SALUTE I MOSCERINI DELLA FRUTTA CHE 'FIUTANO' IL TUMORE Da una ricerca italiana un nuovo metodo per identificare il cancro dall'odore. Nel tempo il sistema potrebbe portare a screening oncologici non invasivi MOSCERINI della frutta 'a caccia' di tumori. Secondo un nuovo studio, questi animaletti sono in grado di distinguere le cellule cancerogene da quelle sane nei casi di pazienti colpite da tumore al seno. Una scoperta che nel tempo, quando verrà perfezionata, potrebbe portare a una nuova generazione di screening oncologici non invasivi per i pazienti. La ricerca è stata realizzata da un gruppi di studiosi italiani di Tor Vergata, in collaborazione l'università di Costanza, in Germania e pubblicata sulla rivista di Nature, Scientific Reports. "Abbiamo avuto l'idea di testare l'olfatto dei moscerini per vedere se potesse essere sensibile ai composti volatili, in pratica agli odori, emersi dalle cellule cancerogene - spiega Corrado Di Natale prof. di dispositivi elettronici e sensori all'Università di Tor Vergata. Siamo riusciti a modificare geneticamente questi animaletti per rendere le risposte dei singoli neuroni olfattivi visibili. Lo abbiamo fatto utilizzando un'immagine fluorescente, una molecola che emette una luce in determinate situazioni. Gli insetti sono risultati in grado di mettere in evidenza le cellule tumorali". Da tempo l'équipe di Di Natale studia i sistemi per identificare il cancro attraverso l'olfatto. "Una decina di anni fa abbiamo realizzato il primo sensore al mondo che metteva in luce i tumori dice. Era il 2003 quando sviluppammo sensori artificiali in grado di identificare il tumore al polmone". Ora i ricercatori hanno deciso di concentrarsi sulla natura. "Esistono altri esperimenti sugli animali. In passato è stato dimostrato che l'olfatto dei cani è in grado di riconoscere il cancro. Lo fa con dei comportamenti particolari, ma in quei casi l'animale deve essere addestrato". Anche i sensori artificiali presentano dei limiti, perché non riesce ancora a 'imitare' in modo completo il sistema olfattivo biologico. Da qui l'idea di lavorare sui moscerini della frutta. "Abbiamo ancora molta strada da fare, ma siamo sulla strada giusta - dobbiamo fare ulteriori studi per capire. Ora la speranza è che nel tempo si possa arrivare a screening oncologici non invasivi. (Salute, Repubblica) PERCHÉ ABBIAMO L’UGOLA? Ha due funzioni: è importante per l’articolazione dei suoni, perché regola il passaggio dell’aria espirata, e, alzandosi nel momento in cui si ingoia, contribuisce a indirizzare il cibo verso l’esofago, bloccando il passaggio verso le cavità nasali. Meno gradita è invece la sua funzione nel russamento, che può essere determinato proprio dalla vibrazione dell’ugola contro il palato. Se non funziona: Sebbene sembri un tessuto inerte, questo organo della gola è mosso da un piccolo muscolo. Se non funziona bene, la voce prende un timbro molto nasale e la deglutizione è difficile. (Focus) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 348 DIMAGRIRE? FATELO COL SESSO I numeri non mentono: togliersi i vestiti brucia 12 calorie, baciarsi appassionatamente ne consuma dalle 80 alle 110, mentre per quanto riguarda le posizioni... La vita frenetica, il lavoro e lo stress impongono un ritmo difficile, e spesso quando si torna a casa stanchi dopo una lunga giornata, la voglia di andare in palestra viene meno. L'Università del Quebec in Canada promuove una nuova scoperta secondo cui fare sesso è il modo più veloce per perdere calorie. Stando ai risultati della ricerca, divertirsi sotto le lenzuola non solo favorirebbe l'affinità di coppia, ma porterebbe ad una consistente perdita di peso con "poco" sforzo: un uomo infatti brucia in media 9.2 calorie correndo un minuto, mentre col sesso riuscirebbe a bruciarne 4. Stesso discorso per le donne, con un rapporto di 9.1 a 3.1. In sostanza, in mezz'ora di rapporto si bruciano le stesse calorie di una partita di tennis, o di una corsa sul tapis-roulant, comodamente distesi nel proprio letto. Ovviamente, i risultati della ricerca non vogliono intendere il sesso come una "palestra", rischiando di ridurre tutto alla meccanicità dell'atto. "È vero che fare sesso è un ottimo modo per bruciare calorie e perdere peso - ma l’intimità non deve essere vissuta come una seduta in palestra o essere finalizzata al consumo di calorie. L’importante è che la coppia abbia voglia di giocare, magari anche usando come scusa quella di inventarsi delle posizioni pseudo ginniche per fare sesso e nel contempo smaltire calorie". I numeri non mentono: togliersi i vestiti brucia 12 calorie, baciarsi appassionatamente ne consuma dalle 80 alle 110, 10 minuti nella posizione missionaria ne brucerebbero 250. Il sesso in piedi alza la soglia delle calorie bruciate, arrivando a toccarne 600, mentre nell'amplesso se ne perdono 112 circa. Insomma, il sesso fa bene alla mente, ma anche al corpo - e non poco. (Giornale) TUMORE ALLA PROSTATA, SVELATI NUOVI BENEFICI DELL'ATTIVITÀ FISICA Camminate regolari a passo svelto potrebbero ridurre l'aggressività del cancro Un'attività fisica regolare aiuta a ridurre la probabilità di sviluppare una forma aggressiva di cancro alla prostata. Gli esperti sostengono che la buona abitudine di camminare a passo sostenuto (vale a dire ad una velocità compresa tra i 5 e i 6 km all'ora) è associata all'insorgenza di forme tumorali che rispondono meglio ai trattamenti. Infatti, “ricerche precedenti hanno dimostrato che gli uomini con tumori alla prostata contenenti vasi sanguigni dalla forma più regolare hanno una prognosi più favorevole rispetto agli uomini con tumori alla prostata contenenti vasi sanguigni dalla forma più irregolare. In questo studio – abbiamo scoperto che gli uomini che hanno dichiarato di camminare a passo sostenuto hanno vasi sanguigni dalla forma più regolare nei loro tumori alla prostata rispetto agli uomini che hanno dichiarato di camminare a passo meno sostenuto”. Secondo Van Blarigan questi risultati suggeriscono un possibile meccanismo attraverso cui l'attività fisica può migliorare gli esiti di un tumore alla prostata. “Anche se – sono necessari dati provenienti da studi controllati e randomizzati prima di poter concludere che l'esercizio causi cambiamenti nella regolarità dei vasi o nei risultati clinici ottenuti negli uomini affetti da cancro alla prostata, il nostro studio sostiene le crescenti prove dei benefici dell'esercizio, ad esempio della camminata a passo sostenuto, per gli uomini con tumore alla prostata”. (Salute, Sole 24ore)