Anno III – Numero 351 AVVISO Ordine 1. Ordine: i Farmacisti Napoletani incontrano i farmacisti Europei: Lisbona. Notizie in Rilievo Prevenzione e Salute 2. Rinite gravidica problema per 60% donne incinte 3. Il collare intelligente che controlla la salute dei cani 4. L’obesità infantile si combatte dormendo 5. Anemia, ecco quando bisogna curare il sangue Scienza e Salute 6. Maltempo e sbalzi di temperatura aumentano i ricoveri per ictus 7. Allarme "sextasy", il pericoloso cocktail di Viagra ed ecstasy 8. Come possiamo aiutare i bambini ad «accettare» gli occhiali? Domande e Risposte 9. Da dove proviene il lievito usato per fare il pane? Martedì 18 Febbraio 2014, S. Simone, Cinzia, Claudio Proverbio di oggi…….. oggi…….. Chi semmena viento, raccoglie tempesta! I farmacisti Napoletani incontrano i Farmacisti Europei: LISBONA Oggi più che mai è sempre necessario che la Categoria dei farmacisti entri in contatto con Colleghi Europei per sviluppare una rete di relazioni internazionali tali da dare alla figura del Farmacista un ruolo sempre più Europeo. Dopo S. Pietroburgo, prossima tappa LISBONA. MODALITÀ DI PRENOTAZIONE Si può prenotare contattando gli Uffici dell’Ordine o direttamente l’agenzia al n.: 0823 - 354433; cell. 342 544 2957; entro e non oltre il 10 Marzo. Si precisa che i Colleghi partecipanti possono essere accompagnati anche da amici e/o familiari non Farmacisti. DA DOVE PROVIENE IL LIEVITO USATO PER FARE IL PANE? Oggi è ricavato per lo più dalla melassa, un sottoprodotto dell’industria saccarifera della barbabietola da zucchero: un liquido bruno, sciropposo, che si separa dallo zucchero per centrifugazione. In commercio, il lievito si può trovare fresco, compresso in panetti o liofilizzato. Altre origini. È detto anche lievito di birra perché in passato si estraeva dai depositi che si formavano durante la fermentazione dei mosti di birra. Il lievito è un microrganismo dal cui metabolismo si sviluppa gas (anidride carbonica), che rende la pasta del pane più spugnosa e quindi più adatta alla cottura. (Focus) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 351 SCIENZA E SALUTE MALTEMPO E SBALZI DI TEMPERATURA AUMENTANO I RICOVERI PER ICTUS Oscillazioni nell'arco dello stesso giorno e un alto "punto di rugiada" sono "agenti stressanti" che possono portare a un evento vascolare Il brutto tempo fa aumentare i ricoveri per ictus. A rivelare l'inedita correlazione è una ricerca effettuata presso la Yale School of Public Health. Secondo lo studio, i fattori che influenzano questi problemi cardiovascolari sono le oscillazioni della temperatura e un elevato "punto di rugiada", ovvero il momento in cui l'aria diventa satura di vapore acqueo. LA RICERCA - "Il clima non è qualcosa che le persone collegano al rischio di ictus. Ma abbiamo scoperto che le condizioni atmosferiche sono tra i molteplici fattori collegati alle ospedalizzazioni per questo tipo di problemi cardiovascolari". Gli scienziati hanno studiato oltre 130mila persone ricoverate per un'ischemia cerebrale tra il 2009 e il 2010, e hanno analizzato i dati atmosferici dello stesso periodo. Così hanno scoperto che "ampi cambiamenti di temperatura all'interno della stessa giornata o un alto punto di rugiada sono associati a una più elevata ospedalizzazione per ictus". Inoltre, temperature in media più basse nel corso dell'intero anno sono associate sia a ospedalizzazioni che a un rischio di morte superiore, mentre per ogni mezzo grado in più nella temperatura media c'è un 0,86% di ricoveri in meno per ictus, e una diminuzione dell'1,1% della mortalità ospedaliera in seguito a ischemia cerebrale. OCCHIO AI SINTOMI - "Questo studio suggerisce che i fattori meteorologici possano essere "agenti stressanti" che favoriscono l'ictus. Le persone che sono a rischio di ischemie cerebrali dovrebbero quindi evitare di esporsi a sbalzi significativi di temperatura, ed essere pronti a reagire prontamente nel caso inizino a manifestarsi i primi sintomi". Tra i segnali lanciati dal corpo ci sono debolezza alle braccia, torpore o paralisi al volto, confusione o problemi alla comprensione, disturbi dell'equilibrio o forti mal di testa. NECESSARI ULTERIORI STUDI - L'esperta conclude: "Le ricerche future serviranno a comprendere meglio le cause e gli effetti di questi cambiamenti dovuti alle condizioni atmosferiche, per esplorare quindi i meccanismi di questa associazione". (Salute, Tgcom24) ALLARME "SEXTASY", IL PERICOLOSO COCKTAIL DI VIAGRA ED ECSTASY Il mix farmaceutico può causare allucinazioni e indurre al coma Si chiama "sextasy" il consumo contemporaneo di Viagra ed ecstasy che preoccupa gli esperti. Un cocktail euforizzante ma che può indurre perfino al coma. "Sindrome da serotonina" - Gli studiosi spiegano che mischiare le due sostanze, come sempre più spesso si fa nelle feste private o nelle discoteche può portare alla cosiddetta "sindrome da serotonina". La presenza eccessiva di questo "ormone del benessere" nell'organismo può portare confusione, disorientamento, allucinazioni e tremori. In alcuni casi possono verificarsi effetti ancora più gravi, come irregolarità del battito cardiaco e persino coma. Viagra ok, ma da solo - Gli esperti ricordano che il Viagra è un importante aiuto farmacologico nei casi in cui ce ne sia effettivo bisogno. Invece, dall'abuso e dalla combinazione con droghe si possono generare gravi conseguenze sul lungo periodo per la salute mentale. (Salute, Tgcom24) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 351 PREVENZIONE E SALUTE Rinite gravidica problema per 60% donne incinte I sintomi tipici del raffreddore durante la gravidanza possono essere invece segno di rinite gravidica, un disturbo non grave ma molto fastidioso associato ai cambiamenti ormonali nelle donne incinte che si manifesta nel 60 per cento dei casi. Lo ricordano gli esperti dell'Universita' federico II di Napoli, secondo cui l'acido ialuronico puo' alleviare il problema. "Il nostro gruppo di ricerca, coordinato dal Prof. Maurizio Iengo - specialista in Otorinolaringoiatra - ha dimostrato che c'e' una differente concentrazione di ormoni sessuali e dei loro recettori sulla mucosa nasale nelle varie fasi ormonali della donna ed in particolare nel periodo della gravidanza". "L'effetto finale - ha detto Cantone - e' un aumento della vascolarizzazione e delle secrezioni ghiandolari, che determina uno stimolo continuo sulla mucosa nasale causa di gonfiore e congestione". Recentemente, prosegue la specialista, si e' rivelato efficace e privo di controindicazioni il trattamento con nebulizzazioni nasali di acido ialuronico, che non solo migliora la sintomatologia specifica ma agisce anche idratando la mucosa nasale e fluidificando le secrezioni, e che al contrario di molti farmaci puo' essere assunto in gravidanza. (Agi) Il collare intelligente che controlla la salute dei cani L’idea viene dal Giappone, dove l’operatore telefonico Ntt Docomo, metterà a disposizione da marzo un “collare smart”, con Gps e connessione 3G, insieme a una piattaforma che elabora le informazioni. “Pet fit tag”, questo è il nome del dispositivo che può essere agganciato a qualsiasi collare, pesa circa 30 g., è largo 5 cm e costerà, insieme alla piattaforma che riceve il segnale e lo invia allo smartphone o al tablet del padrone, circa 190 euro. Sulla base degli spostamenti registrati è possibile sapere quanti passi ha fatto il cane, se ha dormito, se si è mosso abbastanza o se ha bisogno di più esercizio e persino se la temperatura del luogo dove si trova è troppo alta. Se la piattaforma di controllo perde il segnale per più di dieci minuti ipotizza che il cane si sia perso e manda una mail o un sms al proprietario, che lo può rintracciare tramite Gps. È anche possibile per i padroni accedere ai dati di 900 alimenti diversi per cani e a risposte di veterinari alle domande più frequenti. Il collare non è l’unico gadget ipertecnologico a disposizione degli amanti degli animali. All’ultimo Ces di Las Vegas ad esempio è stata una videocamera che segue il quattro-zampe e avverte il padrone se si sente solo, e c’è anche chi in Svezia ha lanciato un dispositivo che legge le onde cerebrali del cane per tradurre i latrati in parole. A breve ci potrebbero essere anche i primi Google Glass per cani, dedicati a quelli da salvataggio o delle forze dell’ordine. (Salute, Secolo XIX) L’OBESITÀ INFANTILE SI COMBATTE DORMENDO Un buon riposo notturno, oltre ad avere effetti benefici sull’intero organismo, può aiutare il bambino in età scolare a tenere sotto controllo il proprio peso corporeo. Il sonno si rivela un ottimo alleato nella lotta contro l’obesità infantile perché riduce il senso di fame limitando il consumo di calorie durante il giorno. Infatti, dopo una dormita ristoratrice, al momento del risveglio, nell’organismo si registrano ridotte quantità di leptina, un ormone che controlla il senso di sazietà i cui livelli ematici sono direttamente proporzionali alla quantità di tessuto adiposo presente nel corpo. Alla luce di questi dati, è importante promuovere ed incentivare il riposo notturno dei bambini in età scolare come prevenzione nel trattamento dell’obesità infantile. (Sani e Belli) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 351 PREVENZIONE E SALUTE ANEMIA, ECCO QUANDO BISOGNA CURARE IL SANGUE Quella da carenza di ferro è la forma più comune e riguarda soprattutto le donne. Ma i malesseri sono spesso trascurati Ci sono almeno 17 diverse situazioni, che vanno dalla malaria ai difetti genetici, dalla gastrite ai tumori, che provocano anemia, ma la forma più frequente in tutto il mondo è quella da mancanza di ferro. Così certifica l’ultimo rapporto sulla diffusione di questa patologia, appena pubblicato sulla rivista Blood. E sebbene la prevalenza di tutte le forme di anemia si sia ridotta negli ultimi anni (dal 1990 al 2010), questa condizione ha un impatto sulla salute delle persone peggiore di quanto non lo abbiano depressione e malattie respiratorie croniche. «Le condizioni per cui ci può essere una carenza di ferro nell’organismo - spiega Domenica Cappellini, dir. dell’Unità operativa complessa di Medicina interna all’Università di Milano - sono legate o a un ridotto apporto con la dieta, o a un mancato assorbimento del ferro nel duodeno o a una perdita eccessiva attraverso emorragie, grandi e piccole». Ognuno di noi ha un patrimonio di 3-4 g. di ferro nell’organismo: un g. è immagazzinato nel fegato come scorta, il resto si lega all’emoglobina dei globuli rossi che trasportano l’ossigeno. Quando i globuli rossi muoiono di morte naturale il ferro viene «riciclato» nel midollo osseo e va a formarne di nuovi. Una piccola quota, però, viene persa (all’incirca 1-2 mg al giorno) ed è di solito reintegrata con la dieta. Se però l’apporto dietetico è inadeguato, come avviene in molti Paesi in via di sviluppo dove la malnutrizione è diffusa, o nei Paesi occidentali a causa di diete vegetariane e vegane, ecco che si può andare incontro a una carenza. A rischio sono anche i bambini in fase di crescita che non seguono un’alimentazione adeguata. Una seconda causa è lo scarso assorbimento del ferro dagli alimenti, dovuto alla presenza di una gastrite o di un’atrofia del duodeno (assottigliamento della parete, che interferisce, con il passaggio di principi nutritivi). «Ma c’è anche un’altra condizione di cui si tiene poco conto - ed è l’infezione da Helicobacter pylori. Questo germe, di solito responsabile di ulcere, può essere presente nel duodeno senza dare segni di sé, ma può, appunto, interferire con l’assorbimento del ferro. Se un’anemia non risponde alla terapia marziale (cioè con il ferro) vale la pena di cercare questo microrganismo. Ed eliminarlo con gli opportuni farmaci». Non è difficile identificare l’Helicobacter: basta un breath test, un test sul respiro che non è invasivo. Una terza causa di anemia “ferropriva” è rappresentata dalle perdite di sangue attraverso il sistema gastrointestinale, più o meno occulte, dovute a ulcere, tumori, emorroidi. Oppure a perdite più consistenti, come quelle del flusso mestruale. Non a caso sono proprio le donne a soffrire di più di anemia da carenza di ferro. Perché quest’ultima fa discriminazioni di genere: colpisce le persone di sesso femminile soprattutto nei Paesi Occidentali e risparmia gli uomini. Questi ultimi, quando ne soffrono, vanno guardati con sospetto perché questa condizione potrebbe essere la spia di malattie serie. «Negli ultimi anni si sono anche identificati, grazie a una migliore conoscenza del metabolismo del ferro, difetti genetici ereditari di alcune proteine, coinvolte nella regolazione dell’assorbimento del minerale, che ne giustificano la carenza. Se un’anemia non risponde a un trattamento con il ferro per bocca, vale la pena di provare la via endovenosa, così da aggirare il problema dell’assorbimento». PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 351 Quale che sia la causa (che c’è sempre e va sempre cercata) l’anemia si instaura a poco a poco (a meno che non sia la conseguenza di un’emorragia acuta). Prima, infatti, vengono utilizzate le scorte di ferro e solo dopo si manifesta l’anemia. Si possono distinguere allora due situazioni: l’iposideremia, caratterizzata da una carenza di ferro, ma senza anemia perché vengono utilizzate le riserve di ferro, e l’anemia vera e propria. Entrambe le condizioni si possono identificare con una serie di esami che valutano quantità e qualità dei globuli rossi (emocromo), il tasso di emoglobina (il limite minimo sono 12 grammi), il ferro non legato all’emoglobina (cui valori standard variano a seconda del sesso), la ferritina (una proteina che è coinvolta nell’immagazzinamento del ferro e i cui valori normali si aggirano attorno a 30-40 ng/ml) e la saturazione della transferrina (che trasporta il ferro nel sangue: il tasso di saturazione normale è il 30%). Dall’interpretazione di questi test si può arrivare a una diagnosi e poi a una corretta terapia. «Un esempio - dice Cappellini -. Se ho un’emoglobina di 12,5, una ferritina a 10 e una percentuale di saturazione della transferrina bassa significa che non sono anemico, ma il mio ferro si sta esaurendo». A questo punto occorre pensare alla sua somministrazione esterna, altrimenti si va incontro all’anemia vera e propria con una riduzione dei livelli di emoglobina. «È bene ricordare - che un trattamento con il ferro non si interrompe quando si sono raggiunti i livelli normali di emoglobina, ma va continuato fino a quando non si sono reintegrati anche i depositi, cioè fino a quando non si raggiungono valori normali di ferritina». Ma uno stato di anemia può comportare danni all’organismo? «Occorre ricordare - che meno emoglobina si ha, meno ossigeno arriva ai tessuti. Ma per avere conseguenze importanti, l’anemia deve essere grave e protratta. E questo da noi di solito non succede». (Salute, Corriere) COME POSSIAMO AIUTARE I BAMBINI AD «ACCETTARE» GLI OCCHIALI? I bambini in genere si difendono da ciò che li disturba, per questo un occhiale, se giova verrà accettato con più facilità. Un discorso a parte è quello del bambino con occhio pigro o con lievi ipermetropie che non accetta l’occhiale perché non ne avverte il beneficio. In quei casi ogni strategia è buona, dall’uomo ragno che indossa gli occhiali, al papà o al cuginetto che sono “grandi” e li mettono, o giocare sulla vanità, in particolare nelle bambine. Coinvolgerli nella scelta è importante, sapendoli guidare naturalmente verso montature adeguate che siano ben poggiate sulla radice del naso e non scivolino in basso lasciando scoperta parte del campo visivo superiore, ricordiamo che il campo visivo del bambino è rivolto verso l’alto. E’ anche importante che i genitori non vivano con ansia il fatto che il figlio debba indossare gli occhiali: l’ansia è un lamento che non si controlla, ci si può educare a a nasconderla ma se il bambino intuisce l’ansia dei genitori lo sarà anche lui e indosserà con più difficoltà gli occhiali All’asilo possono verificarsi problemi con gli altri bambini che prendono in giro chi porta gli occhiali, soprattutto se è l’unico nella classe. In questi casi le educatrici che mediano il rapporto del piccolo nell’ambito scolastico hanno un ruolo molto importante, così come può essere una buona mossa coinvolgere l’amico del cuore. Il genitore è un educatore e deve sapere imporre delle regole, in ogni aspetto della vita del piccolo, soprattutto in quelle situazioni nelle quali non indossare l’occhiale può comportare danni permanenti alla visione, si tratta di un costo che non ci si può permettere di sopportare. Questa è la ragione per cui, visto che l’occhiale non è a costo zero, il medico non deve prescriverlo a cuor leggero. (Salute, Corriere)