Anno III – Numero 357 Mercoledì 26 Febbraio 2014, S. Tullio, Corrado AVVISO Ordine Proverbio di oggi…….. oggi…….. 1. In riscossione la quota sociale 2014. 2. Corsi ECM: 2014 Addo’ trase ‘o sole, nun trase ‘o duttore Notizie in Rilievo Ordine : CORSI FAD 30 CREDITI Scienza e Salute 3. Sesso: scoperto raro caso di priapismo femminile 4. Asma: lo smartphone controllerà i veleni nell'aria prima di fare una passeggiata 5. Perdere peso grazie alla dieta dei colori 6. Perché le mani fredde fanno così male? Prevenzione e Salute 7. Cuore sano in menopausa con lo sport 8. Fluoro ai bambini per i denti da latte Quando in gocce, quando nel dentifricio 9. Dove entra il sole non entra il dottore. A fianco al catalogo dei Corsi Residenziali, per soddisfare anche le esigenze dei Colleghi che hanno difficoltà a frequentare i corsi, quest’anno sono disponibili anche due Corsi con modalità FAD. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. o tel. 348.3995113 1. Ruolo delle medicine complementari nel primo soccorso 2. La Nuova Farmacia: linee di sviluppo Ogni Corso è accreditato per minimo 15 Crediti formativi MODALITA’ D’ISCRIZIONE Sezione ECM Anno 2014 del sito: Effettuare la prenotazione cliccando nell’Area Riservata Iscritti Per completare l’iscrizione effettuare bonifico bancario di: 30 € per un solo Corso FAD; 50 € per due Corsi FAD; intestato: MAPY-ECS - UNIPOL Firenze–Cod. IBAN: IT39X03127028030000000001686 Causale: (titolo/i del/i Corso/i) (*) gli iscritti ad altri Ordini possono prenotare via email ORDINE: IN RISCOSSIONE LA QUOTA SOCIALE 2014 E’ in riscossione la quota sociale 2014 di EURO 150,00 di cui Euro 108,20 per l’Ordine e Euro 41,80 per la FOFI. Si Comunica che in questi giorni, Equitalia, Agente della riscossione dell’Ordine della Provincia di Napoli, sta recapitando l’avviso di pagamento relativo la Tassa di iscrizione all’Ordine per l’anno 2014. Il pagamento sarà possibile effettuarlo entro il 28 Febbraio p.v. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 357 PREVENZIONE E SALUTE CUORE SANO IN MENOPAUSA CON LO SPORT Abbassa la pressione e riduce i rischi di ictus sostituendo il ruolo di spia della salute cardiovascolare prima ricoperto dagli ormoni sessuali Gli sport di squadra possono aiutare a compensare il crollo verticale degli estrogeni nelle donne in menopausa. Questi ormoni, il cui livello cala naturalmente, sono cruciali per la salute del cuore. A svelare l'importanza dell'attività fisica come loro succedaneo è una ricerca dell'Univ. di Copenaghen pubb. sulla rivista American Journal of Physiology. Spie della salute del cuore - "Gli estrogeni, ormoni sessuali femminili, sono delle sentinelle importanti per la salute cardiovascolare delle donne, per questo con la caduta del loro livello durante la menopausa cresce il rischio di aumento della pressione e di sviluppo di malattie cardiovascolari. La pressione aumenta in media del 10% nelle donne in menopausa rispetto alle loro coetanee che ancora non lo sono e crescono anche i marcatori per lo sviluppo di aterosclerosi, una patologia a carico delle arterie". Pressione ridotta - Come risultato della ricerca, le donne che hanno praticato per dodici settimane il floorball-unihockey, un tipo di hockey che non si gioca sul ghiaccio, hanno ottenuto dei miglioramenti. Progressi che, in qualche modo, hanno aiutato a compensare la perdita di estrogeni che naturalmente avviene nella menopausa. La pressione è risultata ridotta di quattro mm di mercurio, con una diminuzione del rischio di ictus pari al 40%. Inoltre, il divertimento del gioco in squadra con altre donne ha fatto sì che la loro salute psicofisica risultasse nel complesso migliorata. (Salute, Tgcom24) SESSO: SCOPERTO Raro Caso di PRIAPISMO FEMMINILE Il priapismo, la condizione di erezione persistente e dolorosa, potrebbe essere un problema che riguarda anche le donne. A suggerirlo, uno studio comparso sulla rivista Journal of Sexual Medicine, e che riguarda una donna di 29 anni che ha vissuto una erezione clitoridea per cinque giorni di seguito, poi curata dalla somministrazione di un decongestionante. La donna stava assumendo un farmaco per la bassa libido quotidianamente e aveva aumentato da poco la dose, quando ha iniziato a notare un gonfiore delle labbra e dolore nella regione clitoridea. Anche se ai primi segni del problema ha sospeso il trattamento, i sintomi sono peggiorati nel corso dei cinque giorni successivi, fino a causare dolore debilitante e difficolta' sia a stare in piedi che a camminare. I medici che l'hanno visitata hanno trovato il clitoride gonfio, con colorazione viola, che misurava 2 x 0,7 cm. Alla paziente e' stato somministrato per tre giorni un farmaco decongestionante fino alla scomparsa del dolore e del gonfiore. (Agi) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 357 SCIENZA E SALUTE ASMA: LO SMARTPHONE CONTROLLERÀ I VELENI NELL'ARIA PRIMA DI FARE UNA PASSEGGIATA Che aria tira fuori casa? A breve si potrà chiedere allo smartphone o al tablet. Un sistema di sensori da collegare a cellulari e “tavolette intelligenti” messo a punto dagli scienziati greci e descritto sull'International journal of computational intelligence studies, permetterà a chi soffre di malattie respiratorie di misurare i veleni nell'aria per scoprire se conviene o meno uscire a fare una passeggiata. Si parla anche di nuove tecnologie al servizio della salute che si sta svolgendo a Verona organizzato nell'auditorium di GlaxoSmithKline. La due giorni riunisce 260 pneumologi, a confronto su asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). Durante la discussione, un dialogo aperto tra relatori e pubblico, spiegano i promotori, saranno affrontati in particolare due temi chiave: la disassuefazione al fumo di sigaretta, prima causa di Bpco, e l'importanza per i pazienti di avere a disposizione device inalatori facili da utilizzare. Oggi in Italia il 5,5% della popolazione soffre di Bpco, pari a oltre 2 milioni e mezzo di persone. Ma quasi 3 pazienti su 4 non sono ancora arrivate alla diagnosi corretta, quindi nemmeno alla terapia giusta. Un'emergenza ancora più grande se si considera che i malati aumentano, insieme agli over 65. Secondo l'Oms, oggi si contano ogni anno 3 milioni e 280mila morti per malattie dell'apparato respiratorio. Un numero destinato a crescere di oltre il 30% nei prossimi 10 anni. (salute, Il Mattino) PERDERE PESO GRAZIE ALLA DIETA DEI COLORI Se pranzi e cene delle feste hanno lasciato un segno indelebile su girovita e fianchi, non disperate: potete sentirvi di nuovo in forma con la dieta dei colori. Vi basteranno pochi giorni per tornare ad avere una linea invidiabile e perdere i chili accumulati nel corso delle luculliane occasioni. Ecco i consigli della nutrizionista Samantha Biale, autrice «La dieta B factor» «Il colore dei piatti e del cibo fornisce preziose informazioni al cervello che a sua volta le elabora e agisce di conseguenza. Che fare? Provate: il blu dei mirtilli, il nero di seppia, il grigio così come l'azzurrino e il viola del ribes non stimolano l'appetito perché creano un'atmosfera fredda e il cervello, inconsciamente, non le associa a cibi particolarmente invitanti. Quindi seguite un regime alimentare che tenga conto di questi dettagli. Un'informazione base è bere molta acqua, almeno un litro e mezzo durante la giornata. Altro particolare da considerare è quello di imbandire una tavola con tinte poco invitanti: lo sanno bene anche coloro che allestiscono ristoranti, bar e locali. Avete mai visto una trattoria con pareti e pavimenti di colore azzurrino? Molto più probabile trovarle gialline o arancio a ricordare il pane, il grano, la frutta e tutte quelle cose buone e naturali. La mente associa i cibi dai colori pastello al relax e alla lentezza. Al contrario dell’accoppiata del giallo con il rosso, sono particolarmente indicati nel dare uno stimolo a mangiare voracemente, di tutto e di più. Non a caso i fast food, dove si consuma cibo in modo veloce, hanno scritte e un arredamento che richiama queste tinte. E non a caso, nei fast food, ci basta poco per mangiare questo mondo e quell’altro. Poi, una volta finito il pasto, ci si alza satolli. Il senso di sazietà, infatti, arriva dopo 20 minuti dal primo boccone e (se mangiamo in fretta), non ci accorgeremo mai di aver esagerato!». (salute, Il Mattino) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 357 PREVENZIONE E SALUTE FLUORO AI BAMBINI PER I DENTI DA LATTE QUANDO IN GOCCE, QUANDO NEL DENTIFRICIO Privilegiata la somministrazione locale rispetto a quella per bocca: possibile lavare i denti fin dai sei mesi di età Fluoro sì, fluoro no. Da che età lavare i denti. Quale dentifricio usare. Quando andare dal dentista. La prevenzione della salute orale nei bambini piccoli è una questione molto dibattuta tra pediatri, odontoiatri e genitori. A fare chiarezza arrivano le nuove Linee guida per la prevenzione della salute orale in età evolutiva approvate a novembre dal Ministero della Salute. La novità principale è che viene riconosciuta la maggiore efficacia del fluoro ad azione locale (dentifricio) rispetto a quello somministrato per via sistemica (gocce o pastiglie). LE RACCOMANDAZIONI - Se finora l’indicazione generale era di non usare dentifrici fluorati fino ai 3 anni di età (quando si presume che il bambino riesca a lavare i denti correttamente), ricorrendo alla fluoroprofilassi per bocca, adesso l’uso dello spazzolino viene consigliato fin dai 6 mesi di età, in alternativa o in aggiunta agli integratori. Ecco dunque cosa dicono le nuove raccomandazioni. Dai 6 mesi ai 6 anni si può usare un dentifricio contenente almeno 1000 ppm (parti per milione) di fluoro, due volte al giorno, con una quantità pari alla grandezza di un pisello (pea-size, lo spazzolino va solo “sporcato” col dentifricio). Nei primi anni di vita, viene sottolineato, è necessario che il genitore supervisioni la pulizia dei denti. Quale l’alternativa? «Nei casi di oggettiva difficoltà all’uso del dentifricio e nei soggetti ad alto rischio di carie come metodica aggiuntiva - si legge -: da 6 mesi ai 3 anni 0,25 mg al giorno di fluoro in gocce; da 3 a 6 anni 0,50 mg al giorno di fluoro in gocce o pastiglie». Dopo i 6 anni non c’è scelta: «La fluoroprofilassi viene effettuata attraverso l’uso di un dentifricio contenente almeno 1000 ppm di fluoro, due volte al giorno». LE POSSIBILI DIFFICOLTÀ - Fin qui la teoria. Ma è possibile mettere in pratica queste indicazioni? Due le difficoltà principali: 1. insegnare a lavare i denti correttamente (quindi sputando il dentifricio) a un bambino piccolissimo 2. rispettare i due appuntamenti quotidiani, dato che la maggior parte dei bambini mangia a scuola, dove non viene praticamente mai proposta la pulizia dei denti. «Le linee guida danno un indirizzo generale. Deve essere poi il pediatra a dare indicazioni precise alla famiglia. Solo la conoscenza diretta del singolo bambino, infatti, può dirci quando è bene cominciare a lavare i denti. Fino ad allora è necessario somministrare al bambino il fluoro per via sistemica, a partire dalla nascita dei primi dentini, ed eventualmente è possibile spazzolare i denti con un dentifricio senza fluoro. E se c’è una forte predisposizione alla carie si può associare una dose minima fluoro in gocce (da preferire alle pastiglie perché di più facile somministrazione) all’uso del dentifricio fluorato. È una scelta delle singole famiglie: come forma di prevenzione, si può dare l’integratore anche fino ai 16 anni di età, quando lo smalto dei denti raggiunge la conformazione da adulti». IL RISCHIO DI FLUOROSI - A volte i genitori sono spaventati dalla possibilità che il proprio bambino ingerisca troppo fluoro e si ammali di fluorosi, ovvero un’intossicazione che si manifesta con la comparsa di macchie bianche sullo smalto dei denti. «Un rischio che in Italia è praticamente inesistente, dato che sia le acque degli acquedotti sia quelle minerali contengono bassissime quantità di fluoro. Fanno eccezione alcune zone vulcaniche, dove le acque potabili ne contengono di più. Per quanto riguarda gli alimenti, solo il pesce azzurro ha un buon contenuto di fluoro, ma per arrivare alla dose di rischio bisognerebbe mangiarne tutti i giorni in gran quantità, cosa che non fa nessuno». PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 357 ATTENZIONE ALLO ZUCCHERO - Sempre nelle Linee guida viene sottolineato che per promuovere la salute orale è importante una corretta alimentazione. Gli zuccheri introdotti con la dieta - soprattutto il comune zucchero da cucina - rappresentano uno dei più importanti fattori di formazione della carie. «Un’assunzione superiore alle quattro volte al giorno di zuccheri (addizionati ad alimenti come dolciumi, bibite, biscotti, torte, succhi di frutta, miele) porta a un aumento del rischio di carie. Tali carboidrati sono spesso contenuti anche in alimenti e bevande non tipicamente dolci, come snack salati di produzione industriale. Inoltre è importante che la frequenza e la quantità di cibi e di bevande zuccherate vengano ridotte e limitate ai pasti principali, al termine dei quali la pulizia dei denti e del cavo orale possono allontanarli dalla bocca. Uno dei peggiori nemici dei denti nei bambini piccoli è l’uso del succhiotto con zucchero o miele e di biberon con bevande zuccherate, soprattutto durante il sonno quando la produzione di saliva, che ha un effetto “lavante”, è ridotta». (salute, Corriere) PERCHÉ LE MANI FREDDE FANNO COSÌ MALE? In genere il freddo alle mani è normale., ma se cambiano colore tre volte è per il fenomeno di Raynaud Se la temperatura si abbassa è normale che le estremità del corpo, a partire dalle mani, diventino fredde. Ma se cambiano anche colore e fanno male possono segnalare un’ipersensibilità al freddo. È un problema diffuso e nella maggior parte dei casi non c’è da preoccuparsi. Talvolta, però, il disturbo alle mani potrebbe essere la spia di malattie più importanti. «In generale, il freddo può favorire un restringimento delle piccole arterie che portano il sangue alle dita. In alcuni il fenomeno è più marcato per un’ipersensibilità al freddo costituzionale che non ha conseguenze e spesso tende a scemare col tempo. Esistono però casi in cui l’eccessiva reazione al freddo è legata ad altri fattori come, per es., arteriosclerosi, assunzione di particolari farmaci, esposizione ad alcune sostanze chimiche, il fumo e, soprattutto, alcune malattie autoimmunitarie». Come si manifesta l’ipersensibilità al freddo? «Se dopo l’esposizione al freddo le dita delle mani assumono prima un colore bianco, poi blu e infine rosso siamo di fronte al fenomeno di Raynaud . La prima fase (dita bianche) è detta ischemica perché, in seguito alla riduzione del flusso di sangue le dita diventano ceree e perdono sensibilità. Nella seconda fase, detta cianotica, le dita diventano bluastre a causa della stasi venosa. Nella terza fase, il colorito delle dita è rosso perché il flusso sanguigno sta tornando alla normalità. Le forme primarie, legate a un aspetto costituzionale, in genere si manifestano già in giovane età, soprattutto nelle donne, e non comportano particolari conseguenze. Le forme secondarie, invece, tendono a manifestarsi più in là con gli anni e possono essere la spia di malattie reumatiche autoimmuni, come la sclerodermia e il lupus eritematoso sistemico. Nei casi in cui vi sia questo sospetto è utile eseguire qualche accertamento. In particolare la ricerca nel sangue degli anticorpi antinucleo e la capillaroscopia ». E i geloni che cosa sono? «Sono l’esito di una reazione anomala al freddo seguito da un riscaldamento repentino. Si manifestano con bruciore e prurito alle dita. Se si entra in un ambiente caldo, i disturbi peggiorano: le dita assumono un colore che va dal rosso al blu, fanno male e si possono formare vesciche o ulcere». Che cosa si può fare? «Se il fenomeno di Raynaud è legato un problema costituzionale bisogna imparare a conviverci, prendendo alcuni accorgimenti per prevenirlo, come coprirsi bene, usare guanti pesanti, munirsi eventualmente di scaldamani. Se, invece, il Raynaud è secondario ad alcune malattie, occorre intervenire su quelle. Nelle forme più gravi, può essere presa in considerazione l’assunzione di farmaci come i calcio-antagonisti o l’infusione endovenosa di vasodilatatori come i prostanoidi». (salute, Corriere)