Anno I – Numero 35 Venerdì 19 Ottobre 2012, S. Isacco martire, S. Laura, S. Lara CERIMONIA CELEBRATIVA Notizie in Rilievo • Cerimonia Celebrativa 1. La Federazione degli Ordini dei Farmacisti italiani: cento anni di storia iniziati a Napoli il 4 Ottobre 1912. “_t _t YxwxÜté|ÉÇx wxzÄ| bÜw|Ç| wx| YtÜÅtv|áà| àtÄ|tÇ|M vxÇàÉ tÇÇ| w| áàÉÜ|t |Ç|é|tà| t atÑÉÄ| |Ä G bààÉuÜx DLDE ” Si terrà il prossimo 22 Ottobre con inizio alle ore 20.00, presso il Teatro di San Carlo di Napoli. • Concorso 2. Pec necessaria per partecipare al concorso IMPORTANTE • Salute e Benessere 3. Le diete dimagranti giudicate da chi le ha fatte • Stili di vita 4. Adolescenti: Tutti i rischi del sexting PEC NECESSARIA per PARTECIPARE al CONCORSO STRAORDINARIO Le comunicazioni tra le Regioni e i candidati avverranno esclusivamente attraverso cartelle di Posta elettronica certificata (PEC). Il concorso, previsto dal DL 24 gennaio 2012, sarà su base regionale e ogni candidato potrà partecipare al più in due regioni. AVVISO Cari Colleghi, è possibile richiedere la casella di Posta Elettronica Certificata, offerta gratuitamente dall’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli ai propri iscritti, direttamente dalla Home page del sito Istituzionale dell'Ordine compilando l'apposita “form” con tutti i dati richiesti. PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 35 SALUTE E BENESSERE LE DIETE DIMAGRANTI GIUDICATE da chi le ha FATTE Lo studio su 18 mila aspiranti «magri». Per molti i regimi improvvisati o famosi si sono rivelati inefficaci Funzionerà o non funzionerà? È il dubbio di chiunque si accinga ad affrontare una dieta dimagrante, magari suggerita da qualcuno che l’ha già provata. Risposte attendibili, ma non proprio incoraggianti, a questo interrogativo ora le fornisce per la prima volta una grande indagine epidemiologica francese: «Regimi dimagranti: accettabilità e percezione dell’efficacia», nell’ambito dello Studio Nutrinet Santé. «I risultati sono interessanti per il nostro Paese perché, mettono in luce una realtà presumibilmente simile alla nostra, anche in base alle osservazioni da noi condotte» afferma Sibilla Berni, già ricercatrice dell’Istituto nazionale ricerca alimenti e nutrizione, oggi Centro Ricerche in Agricoltura. Una realtà di aspiranti magri, costi quel che costi. «Su circa 106 mila volontari che hanno risposto ai nostri questionari, ben due donne ogni tre e metà degli uomini hanno dichiarato che vorrebbero pesare di meno — riferisce Serge Hercberg, coordinatore dello studio — . Ma quello che più ci ha sorpreso è che questa aspirazione è condivisa anche da più della metà delle donne e da un quarto degli uomini che hanno un peso del tutto normale e che quindi non avrebbero alcun bisogno di dimagrire». Il problema è che molti non si accettano per come sono. Non per niente quasi la metà degli intervistati ha dichiarato di essersi messa a dieta non tanto per stare meglio di salute, quanto: «per sentirsi meglio nel proprio corpo». Molti hanno ammesso «per motivi estetici», soprattutto le donne. Il mito della magrezza fa dunque da volano a una sorta di spirale delle diete in cui molte precipitano. Basti pensare che circa 9 donne su 100, dai 15 anni in su (ma tante iniziano perfino prima), di diete ne hanno fatte addirittura più di 10. Quali le più seguite? Parecchio, davvero. «Più o meno le stesse che vengono seguite anche in Italia». Praticamente poco meno di un terzo dei francesi si è affidato a diete «di nome», fra le quali spicca la Dukan, o a diete con caratteristiche specifiche, tipo dieta «della zuppa» o «del limone». Poco più di un terzo ha applicato le raccomandazioni nutrizionali della sanità pubblica, che coincidono con il buon senso: mangiare di meno, mangiare variato, nessun alimento è proibito e così via. Il resto ha per lo più seguito diete «fai da te»: i più hanno ridotto la quantità di cibo quotidiano; a seguire c’è chi ha diminuito o soppresso grassi e zuccheri, oppure ha smesso di mangiucchiare fra un pasto e l’altro, ho ha ridotto pane, pasta, patate o alternato le varie possibilità. Di questo gruppo fanno parte anche coloro che vanno a fare la spesa in farmacia e si affidano a prodotti dietetici, tipo le bevande iperproteiche o a quelle barrette che vengono proposte come sostituivi del pasto. E c’è anche una sparuta schiera di chi (1 su 10), non desidera affatto fare da sé e preferendo essere seguito, sceglie diete con un’alimentazione equilibrata confortata dal controllo di un "istruttore". PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 35 I risultati? Nella maggior parte dei casi, secondo lo studio francese, non sono affatto brillanti. Ma c’è di buono che perde la sconsideratezza, soprattutto di coloro che farebbero una dieta al giorno. «Le persone che hanno seguito una gran varietà di regimi dimagranti sono proprio quelle che ne denunciano la maggiore inefficacia. Sia perché non sono dimagrite, o sono addirittura ingrassate, sia perché a distanza di sei mesi hanno recuperato l’eventuale peso perduto» spiega Hercberg. Per quanto riguarda l’efficacia dei vari gruppi di diete, i risultati sono molto deludenti, a lungo termine, per la metà o più delle persone che hanno seguito regimi «di marca»: hanno spesso la caratteristica di fare perdere rapidamente qualche chilo, ma i chili presto si recuperano. A uscire peggio dall’indagine Nutrinet Santè sono i regimi Cohen e Dukan, e le diete «fai da te» a base di sostituti del pasto e dietetici vari. Meglio la Weight Watchers. Ma quella che sembra funzionare davvero per perdere qualche chilo è la pazienza di migliorare la propria alimentazione, secondo le classiche indicazioni nutrizionali, noiose, forse, ma per lo più efficaci: 76 persone su 100 che hanno fatto questa scelta sono infatti riuscite a mantenere la propria linea a lungo nel tempo. Altro vantaggio: chi ha deciso di dare una svolta sana alla propria alimentazione, in genere accetta anche con più facilità di fare del moto. E questo è un bene, sia per la linea, sia per la salute. Naturalmente, però, quando si affronta una dieta, il problema non è solo che cosa mangiare, ma anche come e quando. Una dieta cervellotica può infatti complicare parecchio la vita quotidiana. «Per valutare questo aspetto, nei questionari abbiamo raccolto opinioni anche su difficoltà, senso di frustrazione e disagio che il nuovo regime può comportare, per esempio, nella preparazione dei pasti, da condividere con i familiari o nella scelta dal menu di un ristorante» spiega Hercberg. Anche in questo caso, pollice verso nei confronti soprattutto delle diete "fai da te" con sostituti dei pasti e per la dieta Dukan, giudicate le soluzioni più difficili da seguire, le più ostiche per l’armonia della vita quotidiana e anche le più frustranti quanto a scelta degli alimenti. In termini di salute pubblica, sottolineano i ricercatori nello studio: i risultati completano le conclusioni del rapporto del 2010 dell’Agenzia Nazionale di Sicurezza Sanitaria di Alimentazione, Ambiente, Lavoro (ANSES) che hanno dimostrato come i regimi dimagranti restrittivi con marchi commerciali possono provocare squilibri nutrizionali e comportare pericoli più o meno gravi per la salute. I rischi: effetti nefasti sulla funzionalità corporea e soprattutto su ossa, cuore, reni; disturbi psicologici e soprattutto disturbi del comportamento alimentare. Quali conclusioni trarre da questo studio? Dice Hercberg: «Premesso che le diete dimagranti vanno fatte solo quando servono davvero, all’occorrenza è meglio scegliere regimi meno spettacolari, seguire le raccomandazioni nutrizionali indicate dalle strutture pubbliche sanitarie, non pretendere risultati troppo rapidi, ma puntare a risultati adatti a mantenere la perdita di peso. E farsi seguire dal medico, nel caso esistano veri problemi dietetici». (Fonte: corriere salute) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 34 STILI DI VITA LA SESSUALITÀ DEI GIOVANISSIMI ADOLESCENTI, TUTTI I RISCHI DEL SEXTING Gli esperti: ma sarebbe sbagliato bocciare il web, piuttosto i genitori dovrebbero essere presenti e discreti Un tempo c’erano i giornaletti pornografici o gli amici più grandi a fare «scuola di sesso», oggi c’è internet. Ben il 74% degli adolescenti maschi e il 37% delle fanciulle ricorre infatti al web per fare sesso, vedere sesso, sapere tutto sul sesso o addirittura cercare un partner. A portare al centro dei riflettori il tema della sessualità negli adolescenti sono stati gli esperti intervenuti al recente Congresso del Sindacato pediatri di famiglia, proprio perché il pediatra potrebbe rivelarsi un valido punto di riferimento anche per i genitori nell’affrontare questa delicata fase della vita dei figli. IN AUMENTO - «L'anticipo dei tempi di maturazione fisica e il ritardo di acquisizione del senso di autonomia e responsabilità hanno prolungato la fascia temporale dell’adolescenza – fa notare Maurizio Bini, direttore del Centro riproduzione e del Centro dell'Osservatorio nazionale sull'identità di genere all’Ospedale Niguarda di Milano-. Se fino a poco tempo fa si stimava nel 60% la percentuale di giovani che praticavano la prima sessualità di coppia in età adolescenziale, tale valore ha subito significativi incrementi. Non solo, la rivoluzione informatica ha complicato le cose perché ha consentito nuovi percorsi, spesso incomprensibili per le generazioni precedenti, per la soddisfazione sessuale individuale». SEXTING - E si sa, quando si parla di sesso, internet è una miniera d’oro inesauribile con 2 miliardi di siti pornografici, con una possibilità infinita di informazioni e immagini per tutti i gusti e tutte le fantasie. «Quello che si fa sul web non è però influente – avverte Bini -. Le ampie possibilità di scelta e di cambiamento possono infatti avere ripercussioni anche nella vita reale, per esempio, se non si è fedeli al partner “fantasma” di rischia di non esserlo anche a quello reale o, ancora, di fronte a un problema col partner può risultare più semplice cambiare piuttosto che fare un minimo sforzo per appianare le cose. Insomma su internet ci si po’ soddisfare per tutto e poi pretendere altrettanto nella vita reale». La sessualità degli adolescenti oggi passa sempre più anche dal sexting, ovvero parlare di sesso o inviare immagini esplicite attraverso sms, mms e mail. I RISCHI - «Il sexting - spiega l’esperto - è una pratica che segue un suo rituale ben preciso: il fotografarsi col telefonino nudi o in pose provocanti, in genere in bagno (magari facendo in modo che si intraveda anche un pezzo di specchio), il farlo di nascosto dai genitori, l’inviare le immagini. Secondo una recente indagine, il 20% degli adolescenti ha inviato queste fotografie e il 40% le ha ricevute, il che significa che non esiste solo il sexting attivo, ma anche quello passivo, non voluto, ma ugualmente rischioso per lo sviluppo dell’identità sessuale del giovane. Inoltre il 25% degli adolescenti che pratica il sexting, in maniera assolutamente irresponsabile per le conseguenze, invia le proprie immagini non solo al partner o all’amico in cui ripone piena fiducia, ma a più persone». «Ogni generazione trova i suoi modi per sviluppare la propria sessualità e per contenerla. Sarebbe sbagliato bocciare il web, piuttosto i genitori dovrebbero essere presenti e discreti: capire ma non intervenire. La via migliore resta quella dell’ascolto e del dialogo su tutti i temi, compresa la sessualità» conclude Bini. (Fonte: Corriere salute)