Anno III – Numero 364 AVVISO Ordine 1. In riscossione la quota sociale 2014. 2. Corsi ECM: 2014 Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. L’esame mammografico per il tumore al seno fa la differenza o è inutile? 4. iPhone salvavita, brevetto Apple: il cellulare scopre se il possessore sta male o è aggredito Prevenzione e Salute 5. Stress e dieta squilibrata, allarme candida per 6 italiane su 10 6. Gli stetoscopi dei medici? Possono veicolare infezioni Futuro e Professione 7. Farmacisti. Lavorare all’estero? Ecco dove conviene 8. Lavorare nel Regno Unito: la procedura di riconoscimento si può fare dall’Italia Venerdì 07 Marzo 2014, S. Perpetua, Augusta, Ermanno Proverbio Proverbio di oggi…….. oggi…….. Giacchino facette a legge e Giacchino fuje acciso INFORMAZIONI INGANNEVOLI SANZIONI PER DUE SITI WEB Sanzioni per complessivi 500mila euro a due società e a un’impresa individuale che avevano diffuso informazioni ingannevoli sulla liceità della vendita on line di farmaci senza l’intermediazione di un farmacista e, nel caso di farmaci così detti “etici”, senza una preventiva consultazione e prescrizione medica Lo ha deciso l’Antitrust che ha sanzionato la società britannica Hexpress Ltd, l’italiana WebPharmacy Rx e Giuseppe Pellegrino con sanzioni pari, rispettivamente, a 250mila, 200mila e 50mila euro. Testicoli più piccoli tra gli adolescenti a causa dell'abuso di alcol e droghe Un problema in crescita che riguarda il 14 % dei ragazzi italiani L'eccesso di alcol e droghe sta provocando la diminuzione del volume dei testicoli tra gli adolescenti italiani. Un problema per il 14% dei ragazzi - La scoperta è emersa nella campagna “Amico andrologo”, condotta su diecimila ragazzi nelle scuole di tutta Italia di cui oltre 4mila si sono sottoposti a una visita andrologica. "Quello che è emerso è che il 14% dei ragazzi ha una riduzione del volume dei testicoli. Inoltre, dai dati preliminari, sembrerebbe esserci una diretta relazione tra il fenomeno e l'abuso di alcol e droghe, soprattutto per i ragazzi che assumono grandi quantità di alcol in poco tempo, il cosiddetto binge drinking''. "C'è bisogno di informazione" - Dagli incontri, che i ragazzi facevano separatamente dalle compagne, è emersa una grande fame di informazioni sul sesso, a dispetto dei luoghi comuni sulla sovrabbondanza di notizie sul tema. ''Ci hanno bombardato di domande su diversi argomenti, dalla contraccezione ai sentimenti provati dalle ragazze. Questo è un chiaro messaggio per le istituzioni, perché si decidano a introdurre l'argomento nelle scuole come avviene negli altri Paesi''. (Salute, tgcom24) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 364 SCIENZA E SALUTE L’ESAME MAMMOGRAFICO PER IL TUMORE AL SENO FA LA DIFFERENZA O È INUTILE? Il tema di discussione non è «se» ma «con quale frequenza», ed eventualmente «come», controllare il seno Ho letto con stupore che lo screening mammografico non sarebbe utile, come sembrava, per ridurre la mortalità per tumore del seno. Se non ricordo male, lo studio che arrivava a questa conclusione era canadese ed è stato pubblicato su quella che penso sia una rivista prestigiosa: il British Medical Journal. Lo studio, sempre se ricordo bene, ha coinvolto decine di migliaia di donne ed è durato 25 anni. Ma allora come stanno veramente le cose? La mammografia - o l’ecografia - sono davvero utili o non garantiscano alcun vantaggio in più rispetto alla palpazione come dicono i canadesi? Se invece questi esami sono ancora da ritenersi utili quando, e con quale frequenza, bisognerebbe farli? Risponde Umberto Veronesi, dir. scientifico Istituto Europeo di Oncologia, Milano Il dibattito sulla mammografia, appena riacceso dallo studio canadese pubblicato sul British Medical Journal, non è un novità e non deve stupire. Tuttavia bisogna sia chiaro che stiamo discutendo di risultati di mammografie (e relativi trattamenti) effettuate 25 anni fa, quando la tecnologia non era quella di oggi, e dunque dobbiamo essere molto cauti, prima di trarre indicazioni di comportamento. Ad es. in contraddizione con quanto affermato nello studio canadese, studi altrettanto autorevoli, come lo svedese Tabar, dimostrano infatti che la mammografia è in grado di ridurre notevolmente la mortalità. Anzi, la maggior parte dell’oncologia europea è con me nel rassicurare le donne su un punto preciso: per il tumore del seno, la diagnosi precoce salva la vita. Tutto parte da un concetto inconfutabile: più il tumore è piccolo, più è facile da curare e maggiori sono le probabilità di guarigione, oltre che di mantenere la propria immagine corporea. Dunque il tema di discussione non è “se” ma “con quale frequenza”, ed eventualmente “come”, controllare il seno femminile alla ricerca di eventuali tumori iniziali. All’Ist. Europeo di Oncologia abbiamo studiato 1.200 casi di tumori occulti, vale a dire quei tumori impalpabili che si scoprono soltanto con esami strumentali (mammografia, ecografia e risonanza magnetica). Prima abbiamo messo a punto una tecnica chirurgica per rimuoverli sotto guida radiologica (chirurgia radioguidata) e poi abbiamo seguito le pazienti per 10 anni, rilevando un tasso di guarigione del 98.7% (Oncologist). È dunque scientificamente dimostrato che se una donna scopre un tumore mammario quando è impalpabile, la probabilità di guarigione è quasi totale, mentre le chances diminuiscono man mano che le lesione diventa più estesa, fino ad essere percepita dalle nostre mani. Ora vogliamo spingerci più in là e abbiamo promosso un programma ancora più intenso di esami: stiamo sperimentando se intensificando la frequenza della mammografia (una volta all’anno dopo i 40 anni) e dell’ecografia (ogni 6 mesi dopo i 30 anni) e effettuando la risonanza magnetica nelle situazioni più a rischio, riusciamo ad intercettare tumori a uno stadio così iniziale da essere guaribili in una percentuale vicina al 100%. I risultati preliminari sono incoraggianti e dunque noi pensiamo che questa sia la via da seguire. Dobbiamo considerare che chirurgia e radioterapia si sono già spinte al loro limite di efficacia, mentre la chemioterapia non ha dato i risultati sperati e solo le terapie ormonali danno esiti soddisfacenti per i tumori ormonoresponsivi. Il futuro della lotta al tumore del seno resta dunque nella anticipazione della diagnosi. (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 364 PREVENZIONE E SALUTE STRESS E DIETA SQUILIBRATA, ALLARME CANDIDA PER 6 ITALIANE SU 10 Sei italiane su 10 soffrono di stress eccessivo, seguono troppo spesso una dieta squilibrata e indossano indumenti intimi non adeguati. E vengono colpite da micosi, in particolare dalla candida, una delle piu' frequenti infezioni ginecologiche, in forte incremento anche nel nostro Paese. "Il 70% delle italiane in età fertile ne ha sofferto almeno una volta, il 28% delle adolescenti - afferma il prof. Paolo Scollo, pres. nazionale della Società italiana di Ginecologia e Ostetricia. Provoca dolore intimo, soprattutto durante i rapporti, forte prurito, irritazioni, perdite, difficolta' a urinare. Disturbi che riducono drammaticamente la qualita' di vita, soprattutto nelle giovani e che frequentemente non trovano risposte adeguate dai medici e da rimedi che alla lunga possono addirittura peggiorare il quadro clinico. Da una scoperta italiana, ecco la fibroina di seta, un rimedio del tutto naturale che consente di combattere in modo efficace la candida e il dolore intimo". "Sono indumenti che già usiamo con grande successo nella cura delle dermatiti atopiche (e per questo inseriti ufficialmente nelle Linee Guida Europee) - sottolinea la professoressa Maria Concetta Pucci Romano, docente di Terapie Speciali Dermatologiche a Tor Vergata a Roma. Esiste, infatti, una grande affinita' tra la seta e la nostra pelle. Il materiale brevettato (DermaSilk) contiene un principio antimicrobico con azione antinfiammatoria che lo rende particolarmente adatto per mutandine e slip. Questa biancheria intima aiuta a controllare e prevenire la colonizzazione di batteri e funghi, senza alterare la naturale flora cutanea. A differenza dei farmaci inoltre non provoca effetti collaterali all'organismo". Per combattere le micosi, offrendo queste nuove soluzioni capaci di sconfiggere la candida, parte oggi la prima campagna nazionale promossa dalla Sigo. (Salute, Corriere) Gli stetoscopi dei medici? Possono veicolare infezioni Proprio come le mani, anche questi utilissimi strumenti, se non disinfettati correttamente, diventano pericolosi veicoli di trasmissione batterica. Lavarsi spesso le mani è il modo migliore per evitare di veicolare infezioni batteriche: chi lavora in ambito sanitario lo sa meglio di tutti. Ma le mani di medici e infermieri non sono l'unico "strumento" ad entrare spesso in contatto con i pazienti. Una nuova ricerca svizzera rivela che germi e batteri si possono nascondere anche su un comune, essenziale oggetto di lavoro che i dottori tengono al collo: lo stetoscopio. Sporchi quasi quanto le dita: «Anche nelle migliori strutture, i medici dimenticano spesso di lavarsi le mani; e quando accade, si scordano senz'altro anche di disinfettare lo stetoscopio». STUDIO: chiesto a tre medici di diversa specializzazione di visitare 33 pazienti ricoverati indossando ogni volta un paio di nuovi guanti sterili, e disinfettando lo stetoscopio tra un soggetto e l'altro. Le analisi successive a ciascuna visita hanno rivelato, sul dispositivo d'ascolto dello stetoscopio (il diaframma), una concentrazione di batteri inferiore soltanto a quella rinvenuta sui polpastrelli (guantati) dei medici e maggiore di quelle registrate, per esempio, sui palmi o sul dorso delle loro mani. (Focus) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 364 FARMACISTI. LAVORARE ALL’ESTERO? ECCO DOVE CONVIENE Nel Canton Ticino è quasi impossibile trovare lavoro, mentre in Germania ci sono molte chance. In Scandinavia la domanda è alta e gli stipendi buoni. Se volete andare oltreoceano, meglio il Canada degli Usa. Ecco la mappa dei Paesi dove le possibilità e le condizioni di lavoro dei farmacisti sono migliori. Ormai non sono più solo i ricercatori, gli infermieri o gli chef italiani a cercare lavoro all’estero. La crisi economica ha messo in difficoltà tutti i settori e tutte le attività professionali del nostro Paese, dal Nord al Sud. E così, oggi, anche molti farmacisti stanno prendendo in considerazione la possibilità di varcare il confine. Ma dove andare? Quali sono i Paesi dove è più facile per un farmacista trovare lavoro? E a quali condizioni? Per aiutare i farmacisti a fare la scelta giusta, il farmacista Fabio Simonetto ha realizzato una mappa della professione di farmacista nel mondo. Tramite contatti diretti con associazioni di farmacisti, Simonetto descrive come è lo stato occupazionale dei farmacisti all'estero, dove le possibilità e le condizioni sono migliori e a quale meta, invece, è meglio rinunciare in partenza. Svizzera: il Canton Ticino è saturo; quasi impossibile trovare lavoro. Meglio nella Svizzera interna, Cantoni di Berna, Zurigo e Ginevra. Gli ultimi due Cantoni vantano gli stipendi più alti, ma anche la vita più cara. Per ulteriori informazioni sul riconoscimento titoli: https://www.bag.admin.ch/themen/berufe/00406/index.html?lang=de Regno Unito: per la crisi che sta attraversando il Paese la richiesta di farmacisti è scesa drasticamente. Meglio in Irlanda. Può essere interessante valutare un periodo di studio di un anno per diventare pharmacist prescriber (al momento sono pochi ad aver quel titolo). Per informazioni sui corsi: https://www.pharmacyregulation.org/education/pharmacist-independent-prescriber/accredited-courses Germania: seppur scesa anche qui la richiesta rimane forse lo Stato che offre più chance. Molto buoni gli stipendi circa 4.500 euro netti. E’ sufficiente rivolgersi all’Ordine di interesse e compilare la modulistica. Francia: hanno da poco approvato un nuovo sistema di remunerazione per far fronte alla contrazione economica. Buoni gli stipendi, ma non molte offerte. Spagna: da segnalare la possibilità di lavorare in ospedale senza specializzazione. Il Paese è comunque tra quelli con difficoltà economiche. Danimarca, Svezia e Norvegia: qui trovar lavoro non è difficile. Stipendi molto buoni dovuti anche all'elevato bacino di utenza delle farmacie. USA: per poter lavorare negli States bisogna superare un esame che tra l'altro vi da diritto a lavorare solo in quello Stato. Se per esempio dopo un esperienza a New York , vi trasferite a Washington, è necessario rifare tutto. Il test (NAPLEX) è molto impegnativo e l'iter burocratico: tra riconoscimento laurea e test per l’abilitazione può durare anche 6 mesi. Innegabili invece le opportunità lavorative. Per ulteriori informazioni: https://www.nabp..net/programs/examination/naplex/ Canada: come negli USA e in UK esiste da anni la figura del farmacista prescrittore, che può anche somministrare farmaci per via parenterale. Situazione occupazionale più alta degli USA. Uno stipendio di un pharmacist prescriber all'inizio può già aggirarsi sugli 80.000 dollari all'anno. Informazioni: https://www.pharmacists.ca/index.cfm/pharmacy-in-canada/pharmacists-in-canada/ Emirati Arabi: qui la nostra professione è poco ricercata. Australia e Nuova Zelanda: iter burocratico per il riconoscimento abbastanza lungo, circa 6 mesi. Come per gli USA bisogna superare un test che si chiama APEC. Sono Paesi che offrono molte chance e stanno risentendo poco della crisi economica mondiale. informazioni:https://pharmacycouncil.org.au/ PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 364 LAVORARE NEL REGNO UNITO: LA PROCEDURA DI RICONOSCIMENTO SI PUÒ FARE DALL’ITALIA In una situazione di crisi interna che ha rallentato le assunzioni, lavorare all’estero può essere una opportunità per fare esperienza e per trovare una collocazione che talvolta è anche più remunerativa rispetto all’Italia. In attesa della tessera europea, siamo andati a vedere com’è la procedura per la richiesta di riconoscimento dei titoli in uno dei Paesi in cui il fabbisogno di farmacisti non viene soddisfatto totalmente con la domanda interna: il Regno Unito. Una procedura che può essere effettuata senza doversi recare sul posto, anche se rispondere a tutte le richieste indicate nel Eea application pack, il pacchetto per chi appartiene alla comunità europea, può risultare un po’ burocratico. Condizioni per la pratica sono: l’abilitazione in uno degli stati membri (o il possesso dei requisiti necessari per l’abilitazione) non avere pendenze con l’ordine professionale del proprio paese. Nel primo step è necessario compilare un questionario con informazioni sulla propria qualifica e su esperienze di lavoro condotte in Italia e inviarlo per posta, insieme a documenti che comprovino la propria identità, titolo di studio, abilitazione, e così via, in copia conforme e tradotti da un traduttore certificato, all’organismo che corrisponde al nostro ordine, il General Pharmaceutical Council. L’attestazione dell’iscrizione all’ordine e di assenza di pendenze deve essere inviato direttamente dal proprio ordine. Tra i vari documenti, occorre anche inviare attestazione di pagamento di £105 per la pratica iniziale, £102 su richiesta del GPhC per il modulo di registrazione £240 per l’iscrizione. Una volta ricevuta e valutata tutta la documentazione, se non ci sono ulteriori richieste, il GPhC manderà al richiedente il modulo per la richiesta ufficiale e indicherà la via da seguire per la registrazione. Per quanto riguarda le competenze linguistiche, al momento il Gphc non è autorizzato a richiedere un attestato della conoscenza della lingua ma ricorda che la pratica deve avvenire nel rispetto del codice etico e di condotta. Il Gphc cita infatti un articolo del codice deontologico in cui si chiede di essere in possesso delle competenze linguistiche per poter comunicare e lavorare in modo efficace con i colleghi. (Farmacista online) IPHONE SALVAVITA, BREVETTO APPLE: IL CELLULARE SCOPRE SE IL POSSESSORE STA MALE O È AGGREDITO L'iPhone del futuro potrebbe fungere anche da salvavita. Apple, come rileva il blog AppleInsider, ha depositato un brevetto per una nuova tecnologia in grado di “capire” dai dati di sensori integrati nel melafonino se il suo possessore sta subendo un attacco fisico, dall'incidente in auto a emergenze mediche o aggressioni. Quando il sistema rileva il problema, dal dispositivo parte l'allerta per i soccorsi, via chiamata o altro mezzo di comunicazione. Il sistema è concepito per assistere gli utenti in situazioni limite come incidenti d'auto o problemi medici improvvisi. L'allarme scatta se ad es. ci sono movimenti bruschi o rumori oltre una certa soglia. Previsto anche una sorta di allarme-conto alla rovescia che l'utente deve disattivare se non si trova effettivamente in pericolo. Una volta attivato, il salva-vita fa partire automaticamente una chiamata d'emergenza e il dispositivo utilizza i dati del gps per inviare la propria posizione al contatto più vicino fra quelli di una lista indicata. (Salute, Il mattino)