Anno III – Numero 365 AVVISO Ordine 1. In riscossione la quota sociale 2014. 2. Corsi ECM: 2014 Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. Fare la pipì in piscina danneggia i polmoni 4. Che cosa rischia il bimbo se il papà è in su con l’età? 5. Il doppio effetto del 'viagra rosa': aumenta il desiderio e riduce l'appetito Prevenzione e Salute 6. Cuore: per adolescenti obesi poco sonno aumenta rischio 7. Quanto acido folico serve davvero e quando bisogna prenderlo 8. Dieta ricca di Omega-3 per dormire bene Dermatologia e salute 9. Scotch di bellezza, toglie borse e rughe intorno agli occhi Lunedì 10 Marzo 2014, S. Simplicio, Maria Eugenia, Emiliano Proverbio di oggi…….. oggi…….. Chi fatica magna; chi nun fatica magna e beve (Si arricchisce l’imbroglione, non l’onesto) Fare la pipì in piscina danneggia i polmoni L'acido urico con il cloro contribuisce alla formazione di una sostanza pericolosa Fare la pipì in piscina può causare problemi di salute. I composti contenuti nell'urina mescolati al cloro possono generare sostanze chimiche che sono state associate a difficoltà respiratorie. Questo il risultato di una ricerca pubblicata su Environmental Science & Technology. Test di laboratorio - In una serie di esperimenti, gli scienziati hanno combinato l'acqua raccolta in alcune piscine cinesi con sostanze che imitano la composizione chimica del sudore e dell'urina. Il cloro usato per disinfettare le piscine reagisce con molte sostanze chimiche secrete dal corpo umano, in particolare con l'acido urico contenuto nella pipì e dare vita a sostanze pericolose. I ricercatori spiegano: "La clorurazione dell'acido urico può incidere per larga parte con la formazione del cloruro di cianogeno nelle piscine". Problemi a polmoni e cuore - Il cloruro di cianogeno può colpire i polmoni, il cuore e il sistema nervoso centrale tramite inalazione. La squadra di ricerca ha concluso: "Dato che l'introduzione dell'acido urico nelle piscine è attribuibile all'urinazione, queste scoperte indicano che potrebbero esserci importanti benefici all'acqua e all'aria se i nuotatori migliorassero le proprie abitudini igieniche". (Salute, tgcom24) CUORE: PER ADOLESCENTI OBESI POCO SONNO AUMENTA RISCHIO Gli adolescenti obesi che non dormono a sufficienza potrebbero aumentare il rischio di soffrire di patologie cardiometaboliche rispetto ai coetanei che trascorrono lunghe notti serene e riposanti. "L’associazione rilevata tra durata del sonno e rischio cardiometabolico, indipendentemente dall'attività fisica - suggerisce un significativo impatto della qualità del sonno sulla salute metabolica degli adolescenti obesi". (Agi) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 365 SCIENZA E SALUTE Che COSA RISCHIA il BIMBO se il PAPÀ è in su con L’ETÀ? Secondo due nuovi studi, i figli nati da padri oltre i 45 anni hanno una maggiore probabilità di disturbi mentali e problemi scolastici. Finora sono state le donne a preoccuparsi di diventare madri quando non sono più giovanissime. Al crescere dell’età, aumentano i rischi che il nascituro sia affetto da malformazioni e da anomalie cromosomiche come la sindrome di Down. Stando però a due studi pubblicati nelle ultime settimane, i bambini nati da padri oltre i 45-50 anni hanno un rischio notevolmente aumentato di disturbi mentali e problemi cognitivi. Bipolari: Una ricerca apparsa sulla rivista Bipolar Disorders parla di un rischio di disturbo bipolare tre volte superiore nei bambini nati da padri ultracinquantenni rispetto ai figli di padri che li hanno concepiti tra i 30 e i 34 anni. Dal secondo studio, pubb. su Jama Psychiatry, risulta che i figli nati da padri tra i 45 e i 50 anni hanno un rischio quasi 25 volte maggiore di disturbo bipolare rispetto a quelli con padri molto giovani (tra i 20 e i 24 anni); un rischio 12 volte maggiore di disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività; tre volte e mezzo maggiore di autismo e poco meno di problemi di uso di droghe e scarsi risultati scolastici. Indagine a tappeto: Nello studio su Jama, hanno usato i dati sulla salute e l’educazione di oltre due milioni e mezzo di bambini nati da un milione e quattrocentomila padri (in pratica il 90% dei nati in Svezia tra il 1973 e il 2001) per paragonare gli eventuali disturbi e i risultati scolastici di figli nati da padri di diverse classi di età. Sono numeri piuttosto impressionanti, anche se va ricordato che i rischi assoluti sono piuttosto bassi. Per es., il disturbo bipolare colpisce circa l’uno per cento della popolazione, il che significa che la stragrande maggioranza dei figli nati da padri attempati sarà comunque sana. Le ricerche precedenti, però, avevano trovato solo un’associazione assai debole tra l’età paterna ed eventuali problemi di disturbi mentali o di salute. Da questo nuovo studio, uno dei più ampi, emergono invece percentuali ben diverse. Spiegazioni alternative: Gli stessi autori dicono di aver pensato che ci fosse qualcosa che non tornava. Anche dopo aver «aggiustato», come si dice in gergo tecnico, i risultati per eliminare possibili fattori confondenti, per esempio l’età della madre, storia di malattie in famiglia, educazione e reddito dei genitori, però, i numeri sono rimasti gli stessi. Una delle ipotesi, finora considerata poco plausibile, è che ci sia l’equivalente maschile dell’orologio biologico femminile: negli spermatozoi, con l’età, si accumulerebbero mutazioni casuali che potrebbero essere legate ai disturbi trovati. C’è però chi solleva altri dubbi riguardo allo studio. Per esempio, le differenze di rendimento scolastico tra primogenito e figli successivi nella stessa famiglia potrebbero non essere necessariamente dovute all’invecchiamento del padre, ma ad altri fattori, come la maggiore quantità di tempo dedicato dai genitori. Oppure, se il padre si è risposato e ha avuto altri figli, potrebbe essere la madre e l’ambiente diverso in cui sono nati i figli successivi, più che l’età del padre, a contare. Quanti sono i papà attempati nostrani: Certo è che, se verranno confermati, questi dati suscitano qualche preoccupazione. In Italia, come in molti altri paesi, l’età media dei padri è in aumento: è stata di 35,1 anni nel 2012 (31,4 quella delle madri). E sempre, nel 2012, nel nostro paese sono nati quasi 33mila bambini da padri ultraquarantacinquenni; 8mila sono nati quando il papà aveva 50 anni o più. (Salute, Focus) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 365 QUANTO ACIDO FOLICO SERVE DAVVERO E QUANDO BISOGNA PRENDERLO Chiarimenti dall’Istituto Superiore di Sanità: ricorrere ai supplementi va benissimo se viene fatto in modo mirato È recente la notizia che in uno studio pubb. su PLoS ONE è stato osservato come una dieta fortificata con acido folico, a dosi elevate, fosse associata a una accelerazione della crescita di tumori mammari nel ratto femmina. Poiché da tempo l’Ist. Superiore di Sanità raccomanda l’assunzione di acido folico a tutte le donne che possono andare incontro a una gravidanza, è evidente che notizie come queste potrebbero sollevare dei timori. Ma allora si corrono davvero dei rischi, come lascerebbe ipotizzare questo studio, oppure, anche nel caso in cui la ricerca futura dovesse confermare che quanto osservato nei ratti vale anche per il genere umano, il problema non riguarderebbe comunque la nostra realtà italiana? «La nostra situazione - chiarisce Alberto Mantovani, esperto di sicurezza alimentare - è molto diversa da quella di altri Paesi, soprattutto del Nord America, in cui a un uso, spesso immotivato, di “integratori” da parte di tutta la popolazione, si aggiunge sia la fortificazione con acido folico della farina (in Usa obbligatoria dal 1998), sia il diffuso consumo di alimenti “salutistici” arricchiti in acido folico. In una realtà come quella americana, si può effettivamente andare incontro a un’assunzione eccessiva di acido folico, che potrebbe presentare dei rischi, come osservato nello studio citato (in cui l’assunzione di acido folico era almeno 2,5 volte i valori raccomandati per il ratto), ma anche in altri precedenti. Ben diversa la nostra realtà: in Italia c’è sempre stata una grande attenzione ad assicurare la giusta quantità di acido folico alle donne in gravidanza, evitando nel contempo un’assunzione eccessiva e imprudente nella popolazione generale». «Proprio per questo - conclude Mantovani - l’Italia è sempre stata in prima fila in Europa nell’opporsi alla fortificazione della farina con acido folico, ma è stata anche al primo posto nel ribadire la necessità di promuovere il ricorso a supplementi in vista del concepimento». Quali sono, quindi, le giuste quantità per la donna in gravidanza? «Il Centro nazionale malattie rare dell’Ist. Superiore di Sanità - raccomanda non solo alle donne che pianificano una gravidanza, ma anche a chiunque possa andarvi incontro, di assumere 400 mcg di acido folico al giorno. Un quantitativo che copre il fabbisogno anche dell’embrione e aiuta a prevenire importanti malformazioni congenite, soprattutto durante la formazione del sistema nervoso. A questo supplemento va abbinata una dieta varia ed equilibrata, che preveda, in particolare, un buon apporto di folati naturali attraverso frutta e verdura. Occorre distinguere fra l’acido folico (la forma sintetica e più stabile della vitamina, presente nei supplementi e nei prodotti arricchiti) e i folati naturalmente presenti negli alimenti, soprattutto vegetali (lievito, asparagi, broccoli, carciofi, cavolini di Bruxelles, cavolfiori, e anche agrumi e legumi come i fagioli). Le preoccupazioni verso un eccesso di assunzione sono associate unicamente all’acido folico che, ad alte dosi, potrebbe oltrepassare la capacità fisiologica di metabolizzare questa vitamina». «Tali preoccupazioni - valgono per un’elevata assunzione abituale e servono a cautelarci contro i malintesi e controproducenti eccessi “salutistici”». Al di là di chi pianifica, o può andare incontro, a una gravidanza, esistono altre persone cui talvolta si consiglia un’integrazione con acido folico, come i soggetti con elevati livelli di omocisteina (un aminoacido solforato) nel sangue, una condizione che, potrebbe aumentare il rischio cardiovascolare. Qual è, il limite da non superare? «Fatte salve specifiche situazioni in cui il fabbisogno è elevato (ad es. le donne che programmano una gravidanza, avendo già avuto un bimbo con difetto del tubo neurale), secondo la valutazione europea - è opportuno che l’assunzione abituale di acido folico non superi un mg al giorno». (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 365 DERMATOLOGIA E SALUTE SCOTCH DI BELLEZZA, TOGLIE BORSE E RUGHE INTORNO AGLI OCCHI Per levare la stanchezza dagli occhi arriva lo scotch cosmetico che spiana le rughe e riduce le borse. Ad effetto immediato, il composto si chiama “strateris” ed è a base di polimeri, siliconi cross linkati, sostanze che, una volta applicate, si fondono con la pelle rassodandola. Nel frattempo il film, adesivo e traspirante, non occlude la pelle e mantiene l'idratazione. Dà conto della nuova invenzione la rivista “Cosmetic & Toiletries science applied”. Il composto è frutto di molti anni di ricerca svolta da un gruppo di ricercatori e docenti del Mit di Boston. La company biotech si chiama Living Proof, ha sede a Cambridge e vanta, tra i fondatori, anche la nota attrice americana Jennifer Ariston. «Si tratta di una innovazione tecnologica importante - commenta Carla Scesa, docente di Chimica e formulazione cosmetica all'università Cattolica di Roma - I polimeri sono fra gli ingredienti più versatili, ad effetto avvolgente e filmante e i siliconici sono i più nuovi». «La nuova tecnologia - si basa sull'uso di due sostanze che si legano fra loro al momento dell'applicazione formando un film che permette alla pelle di respirare. Agisce stirando l'epidermide e rassodando l'area sub oculare e nel frattempo è idratante perché evita la dispersione dell'acqua della pelle. Una volta tolto, l'effetto va via. Lo scotch è da considerare un cosmetico di ultima generazione». Il prodotto non è ancora in vendita e sarà distribuito solo ai dermatologi che lo potranno prescrivere in alternativa alle punture per ringiovanire lo sguardo. Il debutto ufficiale è atteso a fine marzo in occasione del congresso annuale dell'American academy of dermatology. (Salute, Il Mattino) IL DOPPIO EFFETTO DEL 'VIAGRA ROSA': AUMENTA IL DESIDERIO E RIDUCE L'APPETITO I ricercatori del farmaco, basato sulla melatonina, rivelano l'effetto collaterale. Forse sul mercato nel 2015, ma ancora da verificare che non crei dipendenza e non causi nausea Forse l'effetto collaterale ne garantirà il successo: disegnato per accedere il desiderio, l'atteso 'viagra rosa' potrebbe rivelarsi anche un alleato della linea, riducendo l'appetito. Lo spiegano gli stessi ricercatori che sono al lavoro sulla pillola per le donne e che sperano di riuscire a far arrivare il prodotto sugli scaffali delle farmacie alla fine del prossimo anno. Gli sviluppatori di Orlibid hanno illustrato le caratteristiche della pillola al 'Daily Mail': "Sarà per tutte, dalle donne cui la disfunzione sessuale femminile sta distruggendo le relazioni, a quelle che vogliono semplicemente rendere la propria vita sessuale più 'piccante'. Il farmaco sarebbe una versione sintetica della melatonina, e agisce sul cervello per aumentare il desiderio. Ma la strada per la commercializzazione del farmaco non è tutta in discesa: secondo i ricercatori i farmaco potrebbe causare nausea e occorre dimostrare che non provochi dipendenza. Assunto 15 minuti prima del rapporto, il prodotto - noto con la sigla Orl 101 - potrebbe amplificare il desiderio per oltre due ore. (Salute, Repubblica) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 365 DIETA RICCA DI OMEGA-3 PER DORMIRE BENE Un buon sonno può dipendere da molti fattori, tra questi anche l’alimentazione gioca un ruolo importante. In particolare, se è ricca di Omega-3 può migliorare notevolmente la qualità del sonno. Il nostro stato d’animo e il relativo livello di serenità sono fortemente collegati con il nostro modo di dormire. Le persone che dormono poco e male, spesso sono notevolmente più stressate di quelle che riescono a fare una lunga tirata dalla sera alla mattina. E se tutto ciò si evidenzia nelle persone adulte, a trarre i maggiori benefici di un buon sonno, sono senz’altro i bambini che hanno bisogno di molto riposo per crescere bene. A questo proposito è stata condotta una ricerca dall’Univ. di Oxford che ha mostrato come i bambini possano riuscire a dormire un’ora in più ogni notte, solo utilizzando dei supplementi di omega-3. Ma non è finita qui, perché gli stessi bambini hanno registrato almeno sette episodi in meno di risvegli durante le ore notturne, rispetto al gruppo di controllo che assumeva placebo, mais o soia. Secondo gli esperti, elevati livelli ematici di omega-3 (in particolare DHA) sono significativamente associati a un buon sonno, una minore resistenza nel voler andare a dormire e una riduzione di altri disturbi del sonno, abbastanza frequenti nell’infanzia. Un ulteriore successo è stato ottenuto usando una proporzione più elevata di DHA in relazione agli acidi grassi a catena lunga omega-6 (ac. arachidonico, per es.). Anche in questo caso la qualità del sonno è stata notevolmente migliorata. Lo studio, pubb. sul Journal of Sleep Research, ha messo ancora una volta in evidenza l’importante ruolo degli acidi grassi essenziali, come gli omega-3 e omega-6 con la regolazione del sonno. Si ricorda anche che bassi rapporti di DHA sono da tempo associati a livelli insufficienti di melatonina. Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno dato ai bambini partecipanti delle polveri a base di alghe. In totale, i volontari erano 352 con un’età compresa fra i 7 e i 9 anni. Dai questionari che sono stati inviati alle scuole era emerso che ben quattro bambini su dieci soffrivano regolarmente di disturbi del sonno. Affinché lo studio potesse essere valido ai bambini sono stati montati dei sensori al polso che identificassero i movimenti durante il sonno. Chi assumeva il supplemento giornaliero di alghe aveva mostrato 58 minuti in più di sonno e sette episodi in meno di veglia. Una delle migliori fonti in assoluto di questo genere di grassi essenziali è il pesce azzurro. Purtroppo, come ormai tutti sapranno, il corpo umano non è in grado di produrre gli acidi grassi omega-3 come il DHA, fondamentale per la corretta trasmissione nervosa. Per tale motivo, sarebbe auspicabile mangiare pesce almeno due volte alla settimana, di cui una il pesce grasso come il salmone. « Varie sostanze contenute all’interno degli acidi grassi omega-3 e omega-6 sono da tempo note per svolgere un ruolo chiave nella regolazione del sonno. Per es., bassi rapporti di DHA sono stati collegati con i più bassi livelli di melatonina che si adatterebbe con la nostra constatazione che i problemi del sonno sono maggiori nei bambini con bassi livelli di DHA nel sangue». «Gli studi precedenti che abbiamo pubblicato hanno dimostrato che i livelli ematici di omega-3 (DHA) in questo campione di popolazione generale di età compresa fra i 7 e i 9 anni sono stati allarmanti, e questo potrebbe essere direttamente legato al comportamento e l’apprendimento dei bambini – Tuttavia, questo studio randomizzato e controllato suggerisce che il sonno dei bambini (e non solo dei bambini) può essere migliorato attraverso l’uso di integratori DHA e indica ancora un ulteriore vantaggio di avere alti livelli di omega-3 nella dieta». (Salute, La Stampa)