Anno III – Numero 377 AVVISO Ordine 1. In riscossione la quota sociale 2014. 2. Corsi ECM: 2014 3. Vigilanza nelle farmacie 4. un anno da ricordare per la professione Giovedì 27 Marzo 2014, S. Augusto, Romolo, Oliviero Proverbio di oggi…….. 'A femmena pe' l'ommo addeventa pazza, l'ommo p''a femmena addeventa fesso! UN ANNO da RICORDARE per la PROFESSIONE Farmacistapiù, Farmacia dei servizi, Dossier farmaceutico, Notizie in Rilievo ritorno in farmacia degli innovativi, Progetto IMur, Expo 2015 e altro ancora. Scienza e Salute 5. Ore 6:30, rischio di attacco di cuore Prevenzione e Salute 6. Farmaci che mettono a rischio le ossa 7. "Non è cancerogena" Così la ricerca smentisce i falsi miti sulla pillola 8. Salute Prima colazione come terapia contro diabete e obesità Alimenti e Salute 9. Ora il colesterolo contenuto nei cibi preoccupa meno Abbiamo un anno di tempo per raggiungere, facendo ognuno la propria parte, i nostri obiettivi e sono sicuro che sarà un anno da ricordare. Il prossimo numero del nostro giornale, Farmacista on line, viene a coincidere con l’apertura di FarmacistaPiù e, in un certo senso, con l’inizio di un conto alla rovescia. Sì perché con queste giornate di confronto e dibattito si apre un anno cruciale per la professione: l’anno in cui possiamo, e dobbiamo, dare corpo a tutte le innovazioni che siamo riusciti a ottenere fino a oggi. Ø La Legge sulla farmacia dei servizi, che finalmente, dopo le decisioni della Conferenza Stato Regioni, può cominciare a trovare attuazione; Ø l’inserimento del dossier farmaceutico nel fascicolo sanitario elettronico; Ø la possibilità per il farmacista di stampare e consegnare ai pazienti i foglietti illustrativi modificati, così da evitare gli sprechi dovuti al ritiro dei lotti; Ø la possibilità di dispensare nelle farmacie di comunità farmaci innovativi, grazie alla revisione periodica del PHT Queste sono solo alcune delle norme che abbiamo ottenuto, elementi fondamentali per lo sviluppo della professione del futuro. Le leggi, che avevamo promesso con il Documento federale sulla professione, ora ci sono e tutto dipende dalla nostra capacità di costruire il nuovo servizio farmaceutico. Ma è un anno cruciale anche perché parte in questi giorni la fase conclusiva della nostra sperimentazione dell’MUR che durerà, appunto, 12 mesi e ci darà la conferma, e la misura, di quanto può incidere l’opera del farmacista sul piano clinico e su quello economico sanitario. Infine, ancora un anno ci separa da EXPO 2015, una grande occasione per tutto il paese, alla quale i farmacisti parteciperanno e hanno già cominciato a contribuire, grazie all’iniziativa per l’assistenza ai pazienti stranieri degli Ordini della Lombardia. Sarà l’occasione per ricordare quanto i farmacisti siano una delle architravi della società italiana, e il servizio farmaceutico sia una delle eccellenze della nostra sanità. (A. Mandelli) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 377 PREVENZIONE E SALUTE FARMACI che METTONO a RISCHIO le OSSA È in aumento l’osteoporosi secondaria negli uomini e nelle donne prima della menopausa: effetto di malattie croniche o delle terapie utilizzate per trattarle L’osteoporosi non è un’esclusiva delle donne in menopausa, anzi. Sono sempre di più le persone ancora giovani, uomini e donne, che si confrontano con questo problema: non se ne accorgono perché mancano i sintomi e spesso la diagnosi arriva soltanto dopo una frattura. È quella che gli esperti chiamano osteoporosi secondaria e la lista delle cause si sta allungando: si va dalle malattie croniche ai nuovi e potenti farmaci che si assumono per curarle, dai tumori fino alla chirurgia bariatrica (dell’obesità). Una review condotta dalla Loyola University Medical Center a Mywood (Illinois) ha evidenziato che si può osservare un’osteoporosi secondaria in almeno due terzi degli uomini, in più della metà delle donne prima della menopausa e nel 30% delle donne in menopausa. Asma grave e celiachia: Emblematico il caso di una paziente cui era stata diagnosticata un’osteoporosi all’età di 50 anni: quando ne aveva venti aveva preso per cinque anni un cortisonico, il prednisolone, per trattare un’asma grave e un farmaco del genere può contribuire alla perdita d’osso. Così il suo medico le aveva prescritto dei bifosfonati, ma senza alcun beneficio, anzi con un peggioramento della situazione. Un secondo specialista, dopo una serie di esami (fra cui quello del sangue che aveva evidenziato un basso livello di calcio e di vitamina D) aveva scoperto che la paziente soffriva di celiachia, una malattia infiammatoria dell’intestino che interferisce con l’assorbimento di nutrienti, compreso calcio e vitamine. Ecco perché la situazione era peggiorata. È bastato controllare la celiachia con una dieta priva di glutine e somministrare i nuovi farmaci anti-osteoporosi per riportare la situazione sotto controllo e persino aumentare la massa ossea. Sono molte altre le malattie croniche che possono provocare osteoporosi e anche certi nuovi e potenti farmaci utilizzati per trattarle: spesso è difficile dire se la colpa è più delle une che degli altri. Tumori, artrite reumatoide, diabete: È però certo che l’osteoporosi secondaria è in aumento in giovani pazienti con tumore, artrite reumatoide, malattie infiammatorie dell’intestino e in coloro che assumono farmaci anti-reflusso esofageo, anticoagulanti e alcuni antidepressivi. E si stanno anche studiando le ripercussioni che può avere il diabete sulla salute dell’osso. Spesso per i medici è difficile bilanciare il trattamento della malattia di base con quello dell’osteoporosi. Per es., non si può pensare di sospendere la somministrazione dei farmaci inibitori dell’aromatasi, efficaci nella prevenzione delle recidive del tumore al seno, ma con effetti negativi sull’osso; in questo caso si prescriveranno, in parallelo, prodotti che prevengano la perdita ossea. Se, invece, il fattore di rischio sono i farmaci inibitori della pompa protonica (tipo omeprazolo) utilizzati nel reflusso gastroesofageo, si può pensare a un trattamento alternativo e a interventi sulla dieta. (Salute, Corriere) ORE 6:30, RISCHIO DI ATTACCO DI CUORE Pensate che gli attacchi di cuore si possano verificare con maggior probabilità durante lo stress quotidiano? Niente affatto. Secondo alcuni ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston e dell’Oregon Health and Science University, il pericolo maggiore è la mattina alle 6.30 – magari proprio quando state schiacciando un bel sonnellino o vi siete appena alzati. (Salute, Stampa e Benessere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 377 SCIENZE E SALUTE "NON È CANCEROGENA" COSÌ LA RICERCA SMENTISCE I FALSI MITI SULLA PILLOLA In Italia sono ancora poche le donne che la usano. Sul suo conto se ne dicono e sentono di ogni genere. Che faccia venire il cancro e anche la cellulite. Che riduca la fertilità e perfino il desiderio sessuale. Che vada interrotta ogni tanto e che non vada presa prima dei 20 anni. Tutti limiti e rischi che la pillola anticoncezionale, in realtà, non ha. Così, per cancellare la lunga serie di falsi miti, si è mossa in modo deciso la Società Italiana della Contraccezione. Con un decalogo, che ad ogni «leggenda» sul conto della pillola contrappone la ragione dei dati scientifici. Ad essere ribaltati dai più recenti studi in materia sono prima di tutto i presunti effetti cancerogeni. Non solo non ci sono prove che la pillola provochi il cancro, ma i dati la indicano come principale strumento per la prevenzione del tumore dell'ovaio: quello più ostico e letale, difficile da diagnosticare in tempo e con tassi di sopravvivenza bassi. «A mostrarlo sono studi su larga scala, pubblicati sul "British Medical Journal"». «Per il tumore dell'ovaio la pillola rappresenta uno dei pochi fattori di protezione: dimezza il rischio relativo ed è particolarmente efficace se viene assunta in modo prolungato e continuo. Non soltanto: l'effetto protettivo degli estro -progestinici resta valido anche 20 anni dopo l'interruzione, proprio nell'età più a rischio per questo tumore». A confermare tutto questo è anche una corposa meta-analisi che incrociava 45 studi epidemiologici , pubblicata nel 2008 sulla rivista « Lancet » . «Secondo quella ricerca, il rischio di contrarre il tumore dell'ovaio si riduce del 20% ogni cinque anni di utilizzo della pillola. Dalla pubertà in poi non c'è invece motivo di attendere: il contraccettivo orale non interferisce né sulla crescita né sul metabolismo. Anzi, può essere un alleato prezioso per un'età a rischio dal punto di vista dei comportamenti sessuali». Tra le preoccupazioni ricorrenti riguardo alla pillola, tuttavia, non tutte sono fasulle. È vero che il contraccettivo orale aumenta il rischio trombosi, quindi di coagulo agli arti inferiori. «Ma è un rischio che va ridimensionato», sottolinea Annibale Volpe, past-president della Società della Contraccezione. «L'incidenza normale della trombosi è di due donne ogni 10mila. Quella tra chi prende la pillola oscilla tra i cinque e i 12 casi ogni 10mila. Siamo su cifre ancora molto basse, cinquesei volte inferiori a quelle che riguardano le donne in gravidanza. In compenso la pillola è efficace come cura - e in futuro forse come prevenzione - per l'endometriosi, una patologia che colpisce una donna su 10, tre milioni solo in Italia». Nel nostro Paese, però, a usare la pillola come contraccettivo è solo il 16,2% delle donne. Numeri in linea con quelli degli Usa, ma al di sotto della media europea del 21,4% e di Paesi come Germania (52,6%) e Francia (41,5%). Sugli effetti collaterali bisogna poi fare chiarezza e dire che la pillola non modifica il metabolismo dei grassi, in ogni caso si può rimediare con l'aiuto del medico, scegliendo il tipo più adatto alle proprie esigenze. Ormai sono molte le pillole naturali». «Tra una visita ginecologica e l'altra passano anche 18 mesi: in mezzo c'è il rischio di cadere nella trappola della disinformazione». Allo stesso modo sgomberare il campo dai timori ingiustificati sulla pillola è prima di tutto un passo culturale. «L'obiettivo - dev'essere quello di portare le donne nella condizione di scegliere ed essere protagoniste della propria sessualità. La nostra ricerca sulla salute femminile è continua e per noi è un campo importante quanto gli altri settori di cui siamo leader, dalle terapie del dolore alla sclerosi». (salute, La Stampa) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 377 PREVENZIONE E SALUTE SALUTE PRIMA COLAZIONE COME TERAPIA CONTRO DIABETE E OBESITÀ Prima colazione come terapia contro diabete e obesità Fa lavorare bene lo stomaco, tiene lontano il diabete, aiuta a mantenere la linea, protegge il colon, dà energia al cervello. È la prima colazione. È il rifornimento mattutino che dovrebbe regalare almeno il 20% delle calorie giornaliere. Il pasto appena alzati, dunque, come "terapia" in grado di sostenere il nostro organismo non solo per avviare la giornata ma anche per arrivare a sera con le energie giuste senza affaticare l'apparato gastro-intestinale. Ricerca: la colazione come "cura", studi in grado di dimostrare quali sono le sostanze e le abitudini alimentari, che possono trasformarsi in vera prevenzione per diverse malattie. Dal diabete alle patologie cardiache, dal cancro ai disturbi gastrointestinali. Obiettivi delle borse per i giovani ricercatori, dunque, non solo «la creazione di farmaci intelligenti specifici per le cellule tumorali di diversa natura al seno, polmone, intestino, vescica o pelle», come spiega Paolo Veronesi presidente della Fondazione ma «anche progetti legati ad alcune aree della ricerca emergenti, come la nutrigenomica alla quale sono affidate molte aspettative per la prevenzione e cura di malattie correlate agli stili di vita». Ecco perché la colazione, in questa ottica, dovrebbe diventare un appuntamento irrinunciabile della giornata. In un Paese in cui circa il 40% delle persone (e tra loro una buona fetta di bambini) non tocca cibo la mattina prima di uscire di casa. La Nutrition Foundation of Italy ha riunito diverse ricerche sul rapporto tra pasto mattutino e benessere. LE ABITUDINI: La cattiva abitudine a saltare la prima colazione, per es., si associa all'aumento del peso e dei fattori di rischio per malattie croniche, compresa l'insulino-resistenza. Come dire che il mangiare appena alzati riduce il rischio di diabete di tipo 2, quello che insorge da adulti. Il controllo dei chili è facilitato dall'abitudine di fare colazione soprattutto se è composta da alimenti sazianti. Un es. tradizionale: 200ml di latte o di yogurt, 50 gr di biscotti secchi o fette biscottate, un velo di marmellata e un bicchiere di spremuta. «Chi fa una colazione bilanciata - spiegano i ricercatori assume meno frequentemente dei fuori pasto. È indubbio che coloro che saltano frequentemente la prima colazione hanno una maggiore probabilità di sviluppare obesità e sovrappeso». LO CHEF Marco Bianchi, lo chef scienziato (ricercatore di oncologia molecolare alla Fondazione per la ricerca sul cancro) propone menù un po' più austero per iniziare la giornata: «Ma così proteggiamo davvero il nostro organismo senza andare incontro a "giochi ormonali" che possono portare a scatenare diverse patologie». Sì al caffé e al tè per gli adulti e un abbondante succo di frutta non zuccherato. «Poi uno yogurt magro cremoso e compatto in cui aggiungere un cucchiaino o due di miele, qualche pezzetto di cioccolata, cereali integrali. Il latte meglio se vegetale, di soia o di riso. Mai arrivare affamati al pasto successivo. Meglio sempre spezzare con un frutto». (Salute, Il Messaggero) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 377 SCIENZA E SALUTE ORA IL COLESTEROLO CONTENUTO NEI CIBI PREOCCUPA MENO Come salvaguardare davvero cuore e vasi. Dalla ricerca arriva (quasi) un’assoluzione per alimenti finora «temuti» È ancora diffusa la convinzione che il modo più efficace per controllare i livelli di colesterolo nel sangue sia limitarne l’assunzione con la dieta. Dal momento che il colesterolo è presente solo negli alimenti di origine animale, se questo fosse vero, un piatto di patatine fritte (con soli ingredienti vegetali) rappresenterebbe, per il controllo della colesterolemia, una scelta migliore rispetto a una piccola porzione di gamberi bolliti. In realtà, sebbene sia tuttora acceso il dibattito su quali siano i fattori alimentari da tenere maggiormente sotto controllo, il ruolo del colesterolo è stato molto ridimensionato. Lo sottolinea anche una recente revisione pubblicata su Current Nutrition Report da esperti della University di Boston (USA), secondo la quale l’introduzione di colesterolo con la dieta, agli attuali livelli medi di assunzione, ha effetti modesti sulla concentrazione di lipidi plasmatici e, in particolare sul colesterolo LDL («cattivo»). E tali effetti sembrano limitati a sottogruppi di popolazione. Allora, del colesterolo presente nei cibi non dobbiamo più preoccuparci? No alla dieta ricca di acidi grassi saturi: «Prima di tutto - dice Alessandra Bordoni, prof. di Scienza dell’alimentazione all’Univ. di Bologna - va ricordato che il colesterolo è una molecola fondamentale per l’organismo, perché è componente delle membrane cellulari e dalla sua trasformazione derivano sostanze importanti quali acidi e sali biliari, vitamina D, vari ormoni, compresi quelli sessuali. Ed è proprio per questo che l’organismo provvede a sintetizzarlo: in media, la quantità che introduciamo con gli alimenti è circa 1/3 del fabbisogno, mentre la quota maggiore è prodotta dall’organismo». «In condizioni normali - , assunzione dietetica e sintesi si compensano: per questo la quantità di colesterolo presente nella dieta non è in grado di influenzare più di tanto la colesterolemia. Le nuove raccomandazioni europee e italiane invitano, infatti, a prestare attenzione più ai nutrienti in grado di influenzare davvero la colesterolemia - cioè agli acidi grassi saturi -, che al colesterolo presente negli alimenti. Una dieta troppo ricca di acidi grassi saturi stimola la produzione di colesterolo, mentre se è povera di grassi saturi e ricca di polinsaturi mantiene sotto controllo la colesterolemia». Burro, formaggi, panna, carni grasse, olio di cocco e di palma: «Ciò non significa - poter mangiare cibi ricchi di colesterolo a volontà: resta valida l’indicazione di introdurne meno di 300 mg al giorno. Ma significa soprattutto scegliere cibi in base al contenuto di grassi saturi (basso) e insaturi (elevato). Attenzione anche ai grassi vegetali idrogenati: il processo tecnologico nella produzione di margarine determina la formazione di grassi trans, hanno lo stesso effetto dei grassi saturi sulla colesterolemia Fra i cibi più ricchi di grassi saturi ci sono: burro, formaggi, panna, carni grasse, olio di cocco e di palma. Fra i più ricchi di insaturi: oli d’oliva e di semi, pesci grassi, frutta secca a guscio. (salute, Corriere)