Anno III – Numero 380 Lunedì 31 Marzo 2014, S. Beniamino AVVISO Proverbio di oggi…….. oggi…….. Ordine 1. In riscossione la quota sociale 2014. 2. Corsi ECM: 2014 3. Vigilanza nelle farmacie Notizie in Rilievo Scienza e Salute 4. Il matrimonio protegge il cuore Indagine su 3,5 milioni di persone 5. Al via i test sull'"ibernazione"umana Animazione sospesa per operare 6. Il Botox può aiutare chi ha l'asma 7. Sviluppato test che scova diverse patologie intestinali 'A mamma e 'a giuventu' s'apprezzano quanno nun se teneno cchiu'. ORDINE -Coo ECM (5CF): ORDINE: Corso di VIGILANZA IN FARMACIA: come PREPARARSI alla VISITA ISPETTIVA Tre serate dedicate alla Vigilanza in Farmacia. Stasera il primo evento si svolgerà presso la sede dell’Ordine alle ore 20,45. Data ASL Argomento Relatori Lunedì 31 Marzo, Mercoledì 16 Aprile Lunedì 5 Maggio ASL-NA-1 Centro ASL-NA-2 Nord ASL-NA-3 Sud Corso di Vigilanza in farmacia: come prepararsi alla Visita Ispettiva Corso di Vigilanza in farmacia: come prepararsi alla Visita Ispettiva Corso di Vigilanza in farmacia: come prepararsi alla Visita Ispettiva Dr.ssa G. La Bella e Collaboratori Dr. M. Fusco e Collaboratori Dr. E. Nava e Collaboratori Jet lag da ora legale? Ecco come batterlo Prevenzione e Salute 8. Jet lag da ora legale? Ecco come batterlo 9. Il colesterolo varia con le stagioni, aumenta col freddo Alimenti e Salute 10. Mangiare biologico non riduce il rischio di cancro Le dritte per "ingannare" l'organismo e ripartire con sprint Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 è scattata l'ora legale: le lancette dalle 2 sono passate alle 3. Spostarle in avanti anche di un'ora può scombussolare l'organismo. Il 25% della popolazione, soprattutto nelle fasce d'età più deboli di anziani e bambini, soffrirà di un mini jet lag. I sintomi sono irritabilità, cattivo umore e affaticamento. Per "ingannare" l'organismo possono bastare pochi accorgimenti. Le dritte - Gli eventuali scompensi causati dall’ora in meno di sonno si superano nell’arco di pochi giorni, in media tre. Quindi, il primo consiglio è evitare di assumere farmaci. Un'altra accortezza è modificare gradualmente gli orari prima di partire. Nei giorni immediatamente precedenti il cambio dell'ora si dovrebbe cercare di andare a letto un’ora prima. Per rendere ancora più soft la transizione si possono anticipare, anche solo di un quarto d'ora, gli orari dei pasti. Un'altra dritta è l’esposizione alla luce al mattino perché è uno dei fattori principali che influenzano i ritmi circadiani dell’organismo. (salute, Tgcom24) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 380 SCIENZE E SALUTE IL MATRIMONIO PROTEGGE IL CUORE INDAGINE SU 3,5 MILIONI DI PERSONE Gli individui sposati hanno un rischio cardiovascolare ridotto, con minore pericolo di problemi vascolari sia periferici sia ai principali vasi che irrorano cervello e cuore Sposarsi riduce il rischio cardiovascolare, specie prima dei 50 anni. Lo rivela uno studio presentato all’American College of Cardiology. STUDIO: Gli esperti hanno monitorato oltre 3,5 milioni di persone : sposati (69%), single (8,3%), vedovi (13%), divorziati (9%) con una serie di esami per valutare la salute delle arterie in vari distretti corporei, sia periferici (gambe) sia centrali, come cuore e cervello: arterie coronarie, arterie delle gambe, carotidi e aorta addominale. L’età dei partecipanti variava da 21 a 102 anni (età media 64 anni), e il 63% era donna. Risultati: È emerso che - a parità di altri fattori che possono influenzare il rischio cardiovascolare, come il peso e la pressione alta - gli individui di entrambi i sessi sposati avevano un rischio cardiovascolare globalmente ridotto, con minore pericolo di soffrire di problemi vascolari sia periferici sia ai principali vasi che irrorano cervello e cuore, compresi ictus e infarto. Viceversa, essere divorziati o vedovi comporta un rischio maggiore per la salute vascolare rispetto all’essere single o sposati. Il matrimonio risulta tanto più protettivo per la salute vascolare, quanto più giovani sono i coniugi. I numeri: In particolare, le persone sposate hanno il 5% in meno di probabilità di avere problemi al cuore rispetto ai single. Hanno anche l’8%, il 9% e il 19% in meno, rispettivamente, di rischio di aneurisma dell’aorta addominale, malattia cerebrovascolare e malattia arteriosa periferica. Viceversa, essere divorziati o vedovi è associato a una maggiore probabilità di malattia vascolare rispetto all’essere single o sposati: chance più alte del 3% per qualsiasi malattia vascolare e del 7% per malattia coronarica. Fino ai 50 anni, il matrimonio è associato con il 12% in meno di probabilità di qualsiasi malattia vascolare. Questo numero scende al 7% tra i 51 e i 60 anni e solo al 4% dopo i 61 anni. «Questi risultati non devono certamente spingere la gente a sposarsi, ma è importante sapere che le decisioni relative alla propria vita privata possono avere importanti implicazioni per la salute vascolare». Resta da capire quali aspetti del matrimonio siano artefici di questo effetto protettivo: tra i possibili indiziati vi sono un migliore stato socioeconomico dei due coniugi, la cooperazione e l’aiuto reciproco sul fronte salute o il riflesso dei benefici emotivi dell’avere un compagno. (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 380 ALIMENTI E SALUTE MANGIARE BIOLOGICO NON RIDUCE IL RISCHIO DI CANCRO Un tumore su tre è legato all’alimentazione scorretta. L’esperta: «Chi sceglie vegetali bio evita i pesticidi, ma deve poi seguire una dieta corretta anche su tutto il resto» Le donne che si nutrono esclusivamente o quasi di alimenti biologici hanno le stesse probabilità di ammalarsi di tumore di quelle che mangiano cibi «normali». È la conclusione a cui è giunto uno studio pubblicato sul British Journal of Cancer . Bio o no, non fa differenza: Gli studiosi hanno analizzato i dati relativi a circa 600mila donne dai 50 anni in su che partecipavano al Million Women Study, un’indagine nazionale britannica che, come suggerisce il nome, coinvolge circa un milione di cittadine del Regno Unito di mezza età con l’intento di analizzare come i fattori riproduttivi e gli stili di vita possano incidere sulla salute femminile. Estrapolando le informazioni relative all’uso di alimenti biologici e valutando il numero di casi di cancro registrati fra le partecipanti «non abbiamo registrato alcuna differenza rilevante fra le 180mila donne che hanno dichiarato di non aver mai mangiato cibo biologico e le circa 45mila che invece hanno affermato di usare sempre o quasi alimenti bio - dice Tim Key, epidemiologo dell’Università di Oxford. In pratica non c’è traccia che l’abitudine a mangiare biologico faccia diminuire il rischio di ammalarsi di tumore». Le uniche, minime, differenze emerse consistono in un lieve aumento delle probabilità di sviluppare un carcinoma al seno e nella riduzione di linfoma non Hodgkin, ma non vengono giudicate dai ricercatori statisticamente rilevanti e gli autori sottolineano che questi risultati possono risentire di altri fattori oltre alla dieta. «Bene evitare i pesticidi»: «Attenzione però - spiega Anna Villarini, biologa e nutrizionista dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, esperta dei legami fra insorgenza dei tumori e alimentazione: questo non significa che scegliere cibo biologico sia inutile o irrilevante ai fini della nostra salute. Per quanto riguarda i vegetali, preferire frutta e verdura bio, privi di pesticidi, è senza dubbio meglio perché si eliminano i rischi (anche oncologici) legati agli effetti cancerogeni che questi possono avere». Per tutto il resto dei piatti da mettere in tavola, invece, questo studio non fa altro che confermare quello che è già noto da tempo e che diventa sempre più evidente: scegliere un cibo sano non è solo questione di grassi e calorie, biologico o meno: è ormai certo che l’alimentazione è legata alla nostra salute e che almeno un terzo dei casi di tumore potrebbe essere evitato se solo mangiassimo correttamente. «Il che significa - conclude Villarini - che bisogna limitare il consumo di carni rosse (per l’eccesso di contenuti in ferro), di salumi, di zuccheri e farine raffinati come quelli comunemente usati per la panificazione, dolci vari e merendine (che portano ad alzare l’indice glicemico), di bevande zuccherate. Sono tutti elementi che, in vario modo, finiscono per favorire la formazione di vari tipi di tumore e che siano bio o meno, in questo caso, fa poca differenza a fini del rischio di cancro». (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 380 SCIENZA E SALUTE AL VIA I TEST SULL'"IBERNAZIONE"UMANA ANIMAZIONE SOSPESA PER OPERARE Un time-out di cuore e cervello per consentire ai medici di salvare vite Al via la sperimentazione clinica su una tecnica di "ibernazione". Un time-out temporaneo della vita all'interno del quale i medici possono operare. Ad annunciare l'inizio dei test sugli esseri umani è stato l'Upmc Presbyterian Hospital di Pittsburgh. Bloccare la morte - Il sangue dei pazienti in arresto cardiaco verrà rimpiazzato da soluzione salina fredda per bloccare l'attività cellulare. Questo dovrebbe dare ai medici due ore, in cui non ci sarà battito né attività neurologica, per intervenire sulle ferite prima di reimmettere il sangue e far ripartire il cuore. Samuel Tisherman, coordinatore dell'esperimento, spiega: "Quello che vogliamo fare è sospendere la vita, ma preferiamo non chiamarla “animazione sospesa” perché suona troppo fantascientifico. Se un paziente arriva due ore dopo la morte non si può fare nulla, ma se sta morendo e si può interrompere il processo forse c'è una chance per lui". Test di successo su maiali - La tecnica è stata testata con successo sui maiali nel 2002 dall'Università del Michigan, con la temperatura che ha raggiunto rapidamente i 10 gradi. Al termine dell'intervento, le cavie si sono svegliate senza problemi neurologici, in qualche caso senza bisogno di defibrillazione. Al momento non è chiaro per quanto tempo il corpo possa rimanere in animazione sospesa senza avere danni. Tisherman precisa: "Noi stiamo cercando di salvare vite, non di impacchettare le persone per mandarle su Marte. Forse un giorno qualcuno scoprirà qual é il limite, ma ci vorrà ancora molto tempo". (Salute, Tgcom24) IL BOTOX PUÒ AIUTARE CHI HA L'ASMA Testata in Australia l'iniezione della tossina nelle corde vocali Immobilizza i muscoli e cancella le rughe, aiuta gli habitué dell'ascella pezzata a sudare meno ma può dare un sollievo anche ai pazienti d'asma che soffrono di problemi alla laringe. Questa l'ultima funzionalità del Botox sperimentata dai medici dell'istituto Monash Health a Melbourne e descritta su Respirology La ricerca - Il trattamento è stato testato su undici pazienti di asma severa che soffrivano di spasmi nelle corde vocali, oltre che nei polmoni. La condizione può causare episodi di grave mancanza di respiro e tosse ansimante, ed è spesso scambiata per asma regolare. E' stato usato un broncoscopio per osservare l'interno delle corde vocali e guidare le iniezioni in un'area specifica del tessuto della corda vocale, dove è stata iniettata una piccola dose della tossina botulinica. Questa ha parzialmente paralizzato i muscoli, permettendo alla laringe di rilassarsi e all'aria di fluire verso i polmoni. Risultati: Un mese dopo il trattamento, la Tac ha mostrato un miglioramento nelle dimensioni delle vie respiratorie e la maggioranza dei pazienti ha riportato attenuazioni significative nei sintomi di asma. Gli effetti del Botox di solito durano due o tre mesi. Un rovescio della medaglia è una riduzione nel tono della voce. Sarà necessaria una sperimentazione di maggiore scala per confermare i risultati dello studio. (Salute, Tgcom24) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 380 SCIENZA E SALUTE Sviluppato test che scova diverse patologie intestinali Un nuovo metodo per rilevare la presenza di diverse malattie intestinali analizzando i campioni di feci e' stato sviluppato da un team di ricercatori. La tecnica funziona analizzando i composti chimici presenti nei campioni ed e' uno strumento economico, accurato e piu' veloce per diagnosticare malattie fino a ora molto difficili da distinguere. I risultati preliminari del test sono stati pubblicati sul 'Journal of Breath Research'. Risultati: dimostrano che i pazienti affetti sia da malattie infiammatorie intestinali sia da sindrome del colon irritabile possono essere distinti gli uni dagli altri con una precisione complessiva del 76%, basandosi sull'analisi dei composti organici volatili emessi dai campioni di feci che agiscono come indicatore delle condizioni del tratto gastrointestinale, fornendo un profilo unico delle diverse patologie. Le malattie infiammatorie intestinali (IBD), la sindrome del colon irritabile (IBS) e altre patologie intestinali come il cancro al colon presentano sintomi molto simili che rendono la diagnosi definitiva molto complessa. Il gruppo delle IBD è di solito diagnosticato attraverso endoscopia e test istologici, entrambi invasivi e costosi con rischi associati per il paziente. L'IBS, disfunzione funzionale del tratto digestivo senza causa nota, è spesso diagnosticata per esclusione di malattie più gravi. La nuova tecnica combina un gascromatografo a un sensore di ossido di metallo con un software addestrato per riconoscere i diversi composti. Il sistema ha permesso di distinguere i casi di IBD da quelli di IBS con una precisione del 79%o mentre si e' fermato al 54% quando si è trattato di distinguere gli affetti da IBS dagli individui sani. La spiegazione potrebbe essere nel fatto che la sindrome del colon irritabile è un disturbo funzionale più che strutturale che non produce variazioni significative nei composti organici volatili. (Agi) IL COLESTEROLO VARIA CON LE STAGIONI, AUMENTA col FREDDO I livelli di colesterolo variano in base al periodo dell'anno con profili lipidici più negativi e pericolosi nei mesi più freddi, una tendenza che potrebbe dipendere dai cambiamenti comportamentali correlati al susseguirsi delle stagioni. Lo ha scoperto un nuovo studio, ha dimostrato che attacchi di cuore e morti associate aumentano durante i mesi invernali. L'indagine condotta dai ricercatori conferma l'esistenza di una chiara associazione anche tra diverse stagioni e picchi o crolli di colesterolo "cattivo". Tutto dipenderebbe dalle abitudini che tendiamo ad adottare a seconda del periodo dell'anno. "In estate tendiamo a uscire di più, a muoverci, a fare molta più attività all'aperto e ad adottare comportamenti più sani in generale", "mentre nei mesi più freddi tendiamo a rinchiuderci nelle nostre 'tane', a mangiare cibi più grassi e calorici perchè consolatori e a fare meno esercizio fisico, peggiorando di conseguenza i tassi di colesterolo LDL". Un'ipotesi in più è che la minore esposizione al Sole comporti in inverno anche una riduzione delle concentrazioni di vitamina D, associata a livelli più elevati di colesterolo. (Agi)