Anno III – Numero 381 Martedì 01 Aprile 2014, S. Ugo, Dora, Irene AVVISO Proverbio di oggi…….. oggi…….. Ordine 1. In riscossione la quota sociale 2014. 2. Corsi ECM: 2014 3. Vigilanza nelle farmacie Notizie in Rilievo Scienza e Salute 4. Super-mappe 3D per ridare al cuore il giusto ritmo 5. La cronoterapia è utile anche nella cura dei tumori 6. A che serve il pianto femminile? 7. Estetica: esperti, labbra 'a canotto'? Non e' colpa del botulino Prevenzione e Salute 8. Cuore:idrogel biosensibile limita danni da infarto Alimenti e Salute 9. Nuova varietà di peperone scioglie il grasso e migliora la salute 'O purpo s'adda cocere cu' l'acqua soja. Una persona per rendersi conto che ha sbagliato deve meditare. NASCE FARMACISTAPIÙ, L'ASSISE ANNUALE DEI FARMACISTI ITALIANI Innovazione, formazione: sostenibilità, assistenza al paziente, cura, FarmacistaPiù è la manifestazione della Fondazione Francesco Cannavò, patrocinata da FOFI, sul futuro della Professione, e si svolge al Palazzo dei Congressi di Roma il 4, 5, 6 aprile 2014. L'evento, ospita una tre giorni di convegni e dibattiti, con al centro attualità e prospettive della professione attraverso il coinvolgimento dei farmacisti insieme a tutti gli attori del sistema, dalle istituzioni, alla politica alle altre professioni sanitarie. PRESENTAZIONE LIBRI: “QUESTIONE DI SANGUE” E “IN BULIMIA DA TE” Due nostri colleghi hanno intrapreso il sentiero della scrittura Mercoledi 2 Aprile, Hotel Alabardieri –Napoli: “Questione di Sangue” a cura di Annavera Viva Ragno Giovedì 3 Aprile, Libreria Feltrinelli- Pomigliano d’Arco: “In Bulimia di te” a cura di Edoardo Micillo AVVISO Pubb. sul BURC n 17 del 10/03/2014 l’avviso pubblico rivolto a Laureati residenti e/o nati in Campania per L’ASSEGNAZIONE DI BORSE DI STUDIO PER L’ISCRIZIONE A MASTER DI II LIVELLO Per maggiori informazioni sul sito istituzionale dell’Ordine nella sezione concorsi. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 381 Super-mappe 3D per ridare al cuore il giusto ritmo Nuove tecnologie ampliano le indicazioni ai trattamenti e ne migliorano sensibilmente i risultati. Guide sempre più precise per «bruciare» le aritmie pericolose. Entrare nel cuore, mirare dove il tessuto “impazzisce” provocando sbalzi del ritmo cardiaco e colpire con la punta di un catetere, scaldata a circa 48 gradi grazie alle radiofrequenze. Il paziente non sente nulla, ma tanto basta a risolvere molte aritmie: è l’ablazione transcatetere, un metodo per guarire dalle alterazioni del battito già da anni utilizzato nella pratica clinica. Non sempre è necessario entrare nel cuore: per una parte delle aritmie che non rispondono a farmaci, si può ricorrere alla cardioversione elettrica, con la quale una scarica elettrica applicata sul torace provoca una contrazione simultanea delle fibre muscolari del cuore, per ristabilire un ritmo normale. In casi in cui questa procedura non è indicata, l’ablazione transcatetere può guarire e non solo curare: per aritmie semplici la probabilità di risolvere il problema una volta per tutte, con un intervento che dura 1-2 ore e richiede un paio di giorni di ricovero, è elevata. Diverso è il caso di situazioni complesse, come la fibrillazione atriale o le aritmie ventricolari, che sono spesso difficili da trattare. In queste ultime l’alterazione del ritmo si fa sentire nei ventricoli, è quasi sempre associata ad altri problemi cardiaci seri (come lo scompenso o l’infarto) ed è molto pericolosa: quando il battito accelera così tanto da diventare scoordinato e caotico si ha infatti la fibrillazione ventricolare, che provoca il decesso a meno di intervenire tempestivamente con un defibrillatore esterno o una scossa salvavita erogata da un defibrillatore impiantabile. «Nei pazienti più compromessi, come chi ha già avuto una tachicardia ventricolare o soffre di gravi cardiopatie ed è a rischio di morte improvvisa, l’ablazione è più difficile, ma può comunque essere una strada da tentare per rendere il cuore meno vulnerabile alla fibrillazione ventricolare - spiega Corrado Carbucicchio, resp. dell’Unità di Terapia Intensiva Ventricolare dell’Istituto Cardiologico Monzino di Milano. La procedura, in caso di aritmie ventricolari, è complessa anche perché spesso riguarda soggetti anziani, fragili per la presenza di altre malattie. Nei Centri con più esperienza i risultati sono comunque soddisfacenti e riusciamo a ridurre il pericolo di aritmie mortali con un miglioramento clinico in circa il 70% dei casi più critici». Questo è diventato possibile negli ultimi anni grazie a nuove tecnologie che consentono un “mappaggio” iper-preciso dell’interno del cuore, permettendo ai medici di trovare con maggior sicurezza i punti da cui partono i segnali di aritmia. Prima di agire, infatti, occorre avere una mappa elettro-anatomica delle cavità cardiache, per capire esattamente dove bisogna “bruciare” il tessuto: con il metodo convenzionale occorre indurre la tachicardia nel paziente per vedere dove origina, ora con le tecniche tridimensionali questo momento critico è minimizzato e soprattutto si riconoscono meglio le zone da trattare. «Mappe più precise hanno consentito di cambiare, dove necessario, anche l’approccio ablativo. In passato quasi sempre dovevamo entrare con il catetere in una vena o un’arteria per poi raggiungere il cuore e operare da dentro, ora poco meno della metà dei casi può essere trattata dall’esterno, appoggiandoci sul cuore, perché sappiamo esattamente dove colpire: spesso il corto circuito aritmico nasce infatti anche da aree cardiache periferiche, non raggiungibili dalle cavità e assai più accessibili da fuori. Le ecografie intracardiache inoltre, aiutano a ricostruire una mappa estremamente precisa, aumentando la possibilità di valutare al meglio la situazione e quindi dare al paziente una risposta terapeutica ottimale, anche nei casi più complessi». (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 381 SCIENZE E SALUTE LA CRONOTERAPIA è UTILE anche nella CURA dei TUMORI Si cerca di scoprire che cosa cambia se si somministrano i chemioterapici in particolari momenti della giornata oppure della notte, per colpire le cellule cancerose durante la loro massima attività Sarà capitato anche a voi: «Prenda questa pillola prima di cena e quest’altra appena si sveglia». Il perché sta nell’«orologio biologico» che regola il nostro organismo e cerca di adattare le funzioni biologiche all’alternanza sonno-veglia. In pratica, i farmaci assunti nell’orario più adeguato possono dare risultati migliori e meno effetti collaterali. Da alcuni anni gli scienziati si sono chiesti se questo potesse valere anche nella cura dei tumori: cambia qualcosa se si somministrano i chemioterapici a determinate ore del giorno o della notte? Si possono ottenere vantaggi perché potrebbero risultare più efficaci o meno tossici? «A queste domande prova a rispondere la cronoterapia dei tumori, che studia il sistema circadiano dell’organismo umano (ovvero il modo in cui il corpo si adatta all’alternanza di luce e buio) in relazione alla chemioterapia» spiega Marina Bellet, ricercatrice presso il Dip. di Medicina Sperimentale dell’Univ. degli Studi di Perugia, che conduce le sue ricerche grazie al sostegno di Fondazione Umberto Veronesi. Diversi studi hanno dimostrato che alterare o danneggiare i ritmi circadiani ha profonde conseguenze sulla salute umana e può favorire l’insorgere di svariate malattie, dalla depressione ai disturbi metabolici, fino al cancro. Ritmi alterati delle cellule : «Sappiamo anche per certo che tutte le cellule del corpo umano tendono a seguire un preciso ritmo nell’arco delle 24 ore e che le cellule cancerose hanno questi ritmi alterati e si moltiplicano con tempi diversi: questo fa sì che l’efficacia e la tollerabilità di un farmaco antitumorale possa dipendere anche dall’ora in cui viene somministrato» chiarisce Bellet, che verrà premiata in una cerimonia in Campidoglio, a Roma, il prossimo 26 marzo insieme con altri 150 giovani ricercatori vincitori dei finanziamenti elargiti da Fondazione Umberto Veronesi su tutto il territorio nazionale. Alcuni studi, ad es., indicano che il 5-fluorouracile (chemioterapico fra i più usati nella terapia di tumori dell’apparato digerente e del seno) andrebbe somministrato di notte, perché gli enzimi che lo metabolizzano sono più attivi e quindi il farmaco risulta meno tossico per i pazienti. Altre analisi, provano che nelle pazienti con un carcinoma ovarico la combinazione di doxorubicina e cisplatino risulta più efficace se il primo medicinale viene preso la mattina e il secondo 12 ore dopo. «Tutto dipende dal tipo di cancro in questione e dal meccanismo d’azione del singolo farmaco, da come agisce e da come viene metabolizzato: quello che stiamo cercando di capire è in quali orari sia meglio dare ciascuna terapia, per colpire le cellule cancerose durante la loro massima attività. E, se possibile, quando l’organismo assimila meglio la cura, così da soffrirne meno gli effetti collaterali». La meta può non essere molto lontana, visto che la cronoterapia è già realtà per altre patologie. Le statine per abbassare il colesterolo, ad esempio, vengono fatte assumere la sera, perché puntano a bloccare l’enzima che produce il colesterolo e che svolge la sua attività soprattutto di notte. (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 381 ALIMENTI E SALUTE NUOVA VARIETÀ DI PEPERONE SCIOGLIE IL GRASSO E MIGLIORA LA SALUTE Ricercatori hanno dato vita a un nuovo tipo di peperone che contiene molte sostanze benefiche in grado di accelerare il metabolismo, sciogliere il grasso e promuovere la salute delle ghiandole surrenali Una nuova varietà di peperoni contiene molte più sostanze attive per la salute. La Natura è perfetta. Ma a volte l’uomo vuole renderla ancora migliore. E’ il caso di una nuova varietà di peperone, il cui germoplasma è stato denominato “50945-1”. Proviene sempre dalla pianta Capsicum annuum, ma il frutto che ne deriva contiene altissime concentrazioni di capsaicinoidi, i principi attivi della famiglia dei peperoni. Tali concentrazioni si trovano sia quando il peperone è immaturo che maturo. «Il rilascio di 509-45-1 fornirà ai ricercatori e coltivatori di piante una nuova fonte di capsaicinoidi, facilitando così la produzione e ulteriori ricerche su questi composti biologicamente attivi non piccanti», spiega Robert L. Jarret dell’Università del Maine (UM). I capsaicinoidi piccanti – i composti che si trovano generalmente nella famiglia “Capsicum” che comprende peperoni e peperoncini – sono quelli che generalmente conferiscono la piccantezza dell’alimento. I vantaggi di tali componenti sono davvero numerosi, tuttavia il loro utilizzo sia come ingredienti alimentari che farmaceutici è stato limitato a causa del loro gusto pungente. I capsaicinoidi non piccanti, invece, sono stati isolati da un peperone di tipo dolce. Gli effetti che offrono sono molti simili in termini di attività biologica e sono in grado di fornire un eccellente attività antiossidante, migliorare la funzione surrenale, promuovere il metabolismo e persino sciogliere l’accumulo di grasso. Gli scienziati, dal 2005, hanno provato varie sperimentazioni per dare vita a questa eccezionale varietà che si è dimostrata come un vero e proprio concentrato di salute. Insomma, il super peperone è stato creato, ora non resta altro che commercializzarlo e verificare se mantiene realmente le promesse. (salute, la stampa) A CHE SERVE IL PIANTO FEMMINILE? Le lacrime femminili contengono sostanze capaci di ridurre l’eccitazione sessuale maschile e la produzione di testosterone, l’ormone responsabile del desiderio e dell’aggressività. Lo ha dimostrato un esperimento del Weizman Institute di Rehovot (Israele), in cui alcuni volontari maschi sono stati invitati a distinguere con l’olfatto un fazzoletto imbevuto di lacrime e uno imbevuto di soluzione salina. Non ci sono riusciti, ma dopo aver annusato le lacrime erano meno attratti da fotografie e filmati di donne, e nella loro saliva i livelli di testosterone erano ridotti. La risonanza magnetica funzionale ha poi mostrato una minore attività nell’area cerebrale associata al desiderio sessuale. Stammi lontano: Dal punto di vista evolutivo, quindi, le donne ricorrerebbero al pianto per tenere sotto controllo il desiderio maschile e, in particolare, per respingere le aggressioni sessuali. (Focus) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 381 SCIENZA E SALUTE ESTETICA: ESPERTI, LABBRA 'A CANOTTO'? NON E' COLPA DEL BOTULINO Molte delle 'brutture' che si tende ad attribuire al botulino sono in realta' dovute ad altre procedure molto diverse. Lo sottolinea l'Aiteb, Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino, che ha appena pubblicato anche un decalogo per fare chiarezza sull'uso della tossina botulinica. Se si vedono labbra 'a canotto' e zigomi 'a palloncino', sottolinea il presidente Aiteb Massimo Signorini, la conclusione a cui spesso si giunge e' che e' tutta colpa del botulino. "In realta', in questi casi, la tossina botulinica non c'entra - spiega. Quando per esempio si parla di labbra o zigomi, il riferimento sono i filler, non certo il botulino che non viene utilizzato per trattare queste zone. Ci sono casi in cui la medicina estetica viene utilizzata a sproposito, creando visi dai tratti sproporzionati e non armoniosi. Si tratta spesso di un problema di un uso erroneo ed esagerato dei filler, eseguiti assecondando richieste inadeguate o da medici poco esperti". Il decalogo sfata diversi luoghi comuni, ricordando ad esempio che il botulino non da' effetti collaterali gravi o dipendenza. Il botulino, spiega il decalogo, e' un farmaco a tutti gli effetti. "A differenza dei filler che sono classificati e quindi regolamentati come dispositivi medici, il botulino e' un farmaco che e' utilizzato anche per il trattamento di patologie specifiche - si legge -. La differenza non e' di poco conto: come per tutti i farmaci, anche il botulino e' sottoposto ad autorizzazione da parte degli organi statali deputati alla tutela della salute e solo dopo l'esecuzione di numerosi studi di efficacia e sicurezza". Se usato in dosi eccessive, sottolinea l'associazione, il botulino puo' comunque provocare danni, ed e' consigliabile quindi rivolgersi a professionisti certificati. (Agi) CUORE:IDROGEL BIOSENSIBILE LIMITA DANNI da INFARTO Sviluppato un idrogel biosensibile capace di erogare localmente e al momento giusto un "esercito" di molecole inibitorie dell'iperattivita' della proteasi, particolarmente dannosa in presenza di attacchi cardiaci. Il materiale e' stato sviluppato da Jason A. Burdick (University of Pennsylvania) e descritto sulla rivista 'Nature Materials'. Il suo "segreto" e' l'inibizione diretta dell'attivita' della proteasi che puo' incrementare i danni al cuore da infarto miocardico. Molte malattie sono caratterizzate da una elevata attivita' della metalloproteinasi (MMP) della matrice e la sua inibizione e' una valida opzione di trattamento. In seguito alla somministrazione sistemica degli inibitori della MMP, pero', gli effetti collaterali sono tali che le dosi devono necessariamente essere limitate. L'idrogel a base di polisaccaridi che rilascia inibitori esclusivamente in risposta all'attivita' elevata della MMP in aree specifiche si e' dimostrato efficace sui modelli suini nel ridurre gli effetti avversi osservati sui ventricoli del cuore dopo un infarto miocardico. Il gel si inietta direttamente nel tessuto: la consegna localizzata potrebbe ridurre notevolmente gli effetti collaterali "fuori bersaglio" delle pratiche cliniche attuali. (Agi)