Anno III – Numero 383 AVVISO Ordine 1. In riscossione la quota sociale 2014. 2. Corsi ECM: 2014 Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. Le 21 emozioni che ci si leggono in faccia 4. Tumori: aspirina aumenta sopravvivenza in malati di cancro colon 5. Le ferite che non si rimarginano si curano con le vibrazioni Giovedì 03 Aprile 2014, S. Riccardo Proverbio di oggi…….. Figlio 'e 'ntrocchia Furbizia, scaltrezza e "sape' fa'" sono qualità tipiche del figlio 'e 'ntrocchia ORDINE: VII Ediz. CORSO di RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE e DEFIBRILLAZIONE CARDIACA PRECOCE SEMIAUTOMATICA Il corso "BLSD" abilita alle manovre rianimatorie e all'impiego del Defibrillatore semi-Automatico Esterno. I corsi rivolti ai Farmacisti sono accreditati presso il Min. della Salute per il Programma ECM (10 Crediti). Obiettivo del corso: acquisire le conoscenze e le capacità Prevenzione e Salute 6. Apatia primaverile, come combatterla Alimenti e Salute 7. Se il magnesio abbonda nella dieta le ossa sono meno fragili Farmaci e Salute 8. Sonniferi e ansiolitici possono portare alla morte operative relative alla rianimazione cardiopolmonare mediante l’applicazione del Basic Life Support e della defibrillazione precoce. Il superamento del corso autorizza all’uso del Defibrillatore Semiautomatico. COME PARTECIPARE: presentarsi direttamente Sabato 5 Aprile, ore 9.15, presso la sede dell’Ordine. (I°parte 5 Aprile - II° parte 12 Aprile 2014) APATIA PRIMAVERILE, come combatterla Con l’arrivo della primavera e il cambio delle temperature, è tipico sentirsi fiacchi e continuamente stanchi. Come ricaricare le batterie? Il primo passo per rivitalizzarsi è depurarsi, eliminare le scorie e ripulire in profondità l’organismo. Per farlo, non c’è niente di meglio di un regime basato su frutta e verdure fresche. Perché in primavera ci sentiamo sempre stanchi : Il cambio di stagione è sempre causa di affaticamento per il nostro organismo che deve adattarsi alle nuove temperature e alla maggior quantità di luce. Ma spesso la stanchezza deriva anche dal fatto che non facciamo quello che ci piace, il sonno spesso non riesce a ristorarci e abbiamo il fegato sovraccarico di tossine. Se poi consideriamo che ognuno di noi ha qualche problema di tipo personale a cui pensa continuamente, si comprende bene come mai la maggior parte delle persone si lamenti di essere sempre stanco. (Salute, Repubblica) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 383 SCIENZA E SALUTE LE 21 EMOZIONI CHE CI SI LEGGONO IN FACCIA Quante emozioni sappiamo comunicare solo con la mimica facciale? Secondo gli scienziati sarebbero almeno 21. Provate a elencarle tutte... Ci sono giorni in cui ci svegliamo felicemente sorpresi, altri in cui siamo tristemente disgustati, altri ancora in cui odiamo il mondo intero. E per capire di che umore siamo potrebbe essere sufficiente guardarci in faccia. È la singolare conclusione di uno studio di psicologia cognitiva pubblicato su Proceedings of National Sciences. Le facce sono più di 6: Fino ad oggi si è sempre ritenuto che l’uomo, attraverso la mimica facciale, potesse esprimere soltanto sei diversi stati d’animo: felicità, sorpresa, tristezza, rabbia, paura, e disgusto. Aleix Martinez e i suoi coll. hanno provato a combinare tra loro alcune coppie di emozioni ottenendo mix apparentemente insoliti come “felicemente disgustato”, “rabbiosamente spaventato” o “tristemente arrabbiato”. Da in alto a sinistra: felice, triste, spaventato, arrabbiato, sorpreso, disgustato, felicemente sorpreso, felicemente disgustato, tristemente spaventato, tristemente arrabbiato Hanno quindi chiesto a un gruppo di volontari di provare a immaginare situazioni che avrebbero potuto scatenare queste sensazioni, per esempio una barzelletta volgare o una brutta notizia inattesa, e di mimare l’espressione facciale corrispondente. Questione di misura: le foto delle loro smorfie sono state analizzate e confrontate tra loro misurando la curvatura delle sopracciglia, lo stiramento della bocca e la posizione degli zigomi: ne è emerso che per ognuna delle emozioni combinate, ciascuno dei volontari aveva utilizzato gli stessi muscoli facciali. Secondo i ricercatori la scoperta che il volto umano può comunicare ben 21 stati d’animo diversi potrà aiutare gli scienziati a comprendere meglio alcuni disturbi cognitivi come la schizofrenia, ma anche a realizzare software per il riconoscimento facciale in grado di comprendere le emozioni di chi è davanti a una macchina. (Focus) TUMORI: ASPIRINA AUMENTA SOPRAVVIVENZA IN MALATI DI CANCRO COLON L'assunzione di basse dosi di aspirina, finalizzate ad inibire la funzione piastrinica, dopo una diagnosi di cancro al colon sembra essere associata ad una migliore sopravvivenza se le cellule tumorali esprimono antigeni HLA di classe I. La scoperta è di un nuovo studio pubblicato su JAMA Internal Medicine. STUDIO: la ricerca ha esaminato 999 pazienti affetti da tumore del colon sottoposti ad intervento chirurgico tra il 2002 e il 2008. La maggior parte dei pazienti aveva una diagnosi di cancro in fase III. Risultati: dei 999 pazienti, 182 (18,2%) hanno assunto aspirina e, tra loro, ci sono stati 69 morti (37,9%). I decessi sono stati 396 tra gli 817 pazienti che non hanno assunto aspirina (48,5%). Il potenziale impatto positivo del farmaco sui tassi di sopravvivenza è risultato più forte tra i pazienti con espressione di antigeni HLA di classe I. Le ragioni molecolari alla base di questo effetto non sono chiare ma si pensa che il farmaco agisca sulle cellule tumorali circolanti, bloccando la capacità di sviluppare depositi metastatici. (Agi) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 383 ALIMENTI E SALUTE SE IL MAGNESIO ABBONDA NELLA DIETA LE OSSA SONO MENO FRAGILI Tutti i «pilastri» che rendono più saldo il nostro scheletro. Contro l’osteoporosi aiutano cibi integrali, i vegetali e l’acqua ricca del minerale Quando si parla di prevenzione dell’osteoporosi si pensa subito al calcio e alla vitamina D. In realtà molti altri componenti della dieta si stanno rivelando sempre più importanti per la protezione delle ossa e uno dei più importanti è il magnesio. Lo conferma un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Bone. I ricercatori, considerando la grande variabilità dell’incidenza di fratture del femore da una regione all’altra del loro Paese, hanno voluto verificare se ci fosse una relazione fra la frequenza di questi traumi (più di 19 mila fratture nei sette anni di osservazione su circa 700 mila adulti) e il contenuto di calcio e magnesio dell’acqua potabile. L’importanza dell’acqua: A contenuti maggiori di magnesio nell’acqua è risultato corrispondere un minor rischio di fratture del femore sia negli uomini che nelle donne, mentre non si è osservata la stessa cosa per il calcio. Un elevato livello di urbanizzazione è risultato invece associato con un aumentato rischio di frattura del femore, indipendentemente dal calcio e dal magnesio. «Il magnesio - è cruciale per molte funzioni cellulari ed è quindi essenziale per il corretto funzionamento dei nostri tessuti. Nei Paesi industrializzati, però, l’apporto di questo minerale con la dieta è carente: le dosi raccomandate dall’americano National Institute of Health, che sono di 320 mg nella donna e 420 mg nell’uomo al giorno». «L’Italia in particolare - è tra i Paesi europei con minor assunzione di magnesio. Infatti, per quanto questo minerale sia presente in gran quantità soprattutto nei vegetali, ila nostra dieta ne è generalmente povera a causa della raffinazione dei cibi, dei cereali in particolare. Anche alcuni farmaci, tra cui i diuretici, e malattie croniche intestinali o renali possono far perdere questo minerale». Osteoporosi: «La maggior parte del magnesio nel nostro corpo - prosegue Maier - è depositata nell’osso, dalla cui superficie viene però “mobilizzato” in caso di deficit: così l’osso diventa più fragile. Ben vengano, quindi, gli alimenti integrali e, in generale, i vegetali freschi, ricca fonte di magnesio. E ricordiamo che un individuo sano non corre il rischio di accumulare magnesio (troppo magnesio fa male all’osso): i reni eliminano l’eccesso». (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 383 FARMACI E SALUTE SONNIFERI e ANSIOLITICI POSSONO PORTARE alla MORTE Assumere farmaci anti ansia e sonniferi aumenta del doppio il rischio di morte prematura. Uno studio mette in evidenza il pericolo dell’uso, soprattutto inconsapevole, di psicofarmaci e ipnotici. Dormire di notte o dormire per sempre? Il dubbio amletico si potrebbe applicare alla decisione di usare o meno i farmaci ipnotici come i sonniferi e gli psicofarmaci come gli ansiolitici. L’assunzione di questo genere di farmaci, infatti, è stata associata da un nuovo studio pubblicato sul British Medical Journal (BMJ) a un aumento del doppio del rischio di morte precoce. Lo studio, condotto dai ricercatori dell’Università di Warwick dimostra che diversi farmaci ansiolitici o ipnotici sono associati a questo rischio. E, sebbene i ricercatori sottolineino che i risultati sono basati su dati di routine, e che devono essere interpretati con cautela, la raccomandazione è quella di porre una maggiore attenzione e rendersi conto di quanto sia essenziale comprendere l’impatto di questi farmaci sulla salute delle persone. «Il messaggio chiave qui è che dovremmo davvero usare questi farmaci con maggiore attenzione – spiega Scott Weich, Prof. di Psichiatria presso l’Univ. di Warwick – Questo messaggio si basa su un crescente corpo di evidenze che suggeriscono che i loro effetti collaterali sono significativi e pericolosi. Dobbiamo fare tutto il possibile per ridurre al minimo la dipendenza da ansiolitici e sonniferi». Ed è proprio questo il problema: la dipendenza. Quella condizione che ci fa ritenere di non poterne fare a meno per tranquillizzarci o riuscire a dormire. La dipendenza, poi, non è solo psicologica ma anche fisica, e in molti casi porta la persona ad assumere dosi sempre più massicce per ottenere l’effetto desiderato. Da qui, il rischio di farne un’overdose e intossicare il corpo – quand’anche non rischiare appunto la vita. I ricercatori pongono l’accento su quelle che possono essere le alternative agli psicofarmaci. Nonostante ribadiscano che i farmaci sono efficaci – e proprio per questo sono da considerare e assumere con cautela – ritengono che le persone con problemi d’ansia e sonno dovrebbero essere al contempo indirizzate verso programmi come, per esempio, la terapia cognitivo-comportamentale per aiutarli a superare i problemi di questo genere. I risultati dello studio, che mostrano questo raddoppio del rischio morte prematura tra le persone che utilizzano sonniferi e ansiolitici, sono stati, ove possibile, ricavati considerando anche altri fattori di rischio come l’età, il vizio del fumo, l’assunzione di alcol, l’assunzione di altri tipi di farmaci, eventuali altri disturbi psichiatrici e lo status socio-economico. In definitiva, se proprio dobbiamo assumere un qualche farmaco per il sonno o l’ansia, cerchiamo di non abusarne e, nel frattempo, cerchiamo delle alternative che possano aiutarci a superare i nostri problemi – anziché metterli soltanto a tacere. D’altronde, ne va della nostra vita. (Salute, La Stampa) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 383 SCIENZA E SALUTE LE FERITE CHE NON SI RIMARGINANO SI CURANO CON LE VIBRAZIONI Le ferite guariscono più velocemente in seguito all’applicazione di vibrazioni a bassa intensità. Lo studio dei ricercatori di Chicago. Una tecnica vibratoria promette di far rimarginare le ferite che tendono a cronicizzarsi e non guarire, come per esempio, quelle da diabete. In questi ultimi anni molti studi si stanno concentrando sul potere di guarigione di onde appartenenti allo spettro elettromagnetico e acustico. Vengono così considerate le virtù di colori, luci e suoni. Il più recente, è quello che è stato in grado di valutare le applicazioni delle vibrazioni a bassa intensità sulle ferite croniche. Condotta da un team di ricercatori dell’Univ. dell’Illinois a Chicago, coordinati dal prof. Timothy Koh, la ricerca è stata realizzata su modello animale e si è concentrata in particolar modo sul trovare una soluzione efficace per i soggetti affetti da diabete di tipo 2. Un quarto di tali pazienti si stima soffrano di ulcere croniche soprattutto al piede (il cosiddetto piede diabetico). Le ferite guariscono molto lentamente o peggiorano fino a divenire croniche. «La tecnica che sfrutta i segnali a bassa intensità è già in sperimentazione clinica per vedere se la vibrazione può migliorare la salute delle ossa e prevenire l’osteoporosi». Ora si è voluto verificare se tale tecnica poteva essere adoperata nella guarigione delle ferite causate da diabete. Per far ciò sono stati eseguiti alcuni test su cavie da laboratorio affette da diabete. Le vibrazioni utilizzate sono a bassa ampiezza e a una frequenza che varia da 0,4 g a 45 Hz, di conseguenza sono appena percepibili al tatto. I tempi in cui si riescono a ottenere risultati apprezzabili sono relativamente bassi: sono sufficienti esposizioni di mezz’ora per cinque volte a settimana. In tali tempi si è potuto notare una guarigione molto più veloce rispetto ai topi non trattati. Le vibrazioni sono state in grado di formare nuovi vasi sanguigni. Tale processo viene definito in ambito medico, angiogenesi. Inoltre sono aumentati i fattori di crescita e le molecole di segnalazione chiamate chemochine. «Sappiamo che le ferite croniche in persone affette da diabete non riescono a formare il tessuto di granulazione e hanno una scarsa angiogenesi, e crediamo che questi fattori contribuiscono al fallimento della guarigione delle loro ferite». Ma il fattore più importante è che il tipo di trattamento è molto dolce e adatto a tutti. «La cosa interessante di questo intervento è quanto facilmente possa essere tradotto alla gente. E’ una procedura che è non invasiva, non richiede alcun farmaco, ed è già in fase di sperimentazione in studi clinici umani per vedere se è anche protettiva per la perdita di massa ossea». Lo studio è già stato pubblicato sulla rivista PLoS One. (Salute, la Stampa)