Anno III – Numero 384 Notizie in Rilievo Scienza e Salute 1. Salute: problemi agli occhi per 'overdose' di smartphone 2. Dieta, ecco gli orari migliori per mangiare e dimagrire Prevenzione e Salute 3. primavera, e il colesterolo tende ad abbassarsi 4. Malati per colpa dell’amianto. Il picco deve ancora arrivare 5. Allergie di primavera, per combatterle. i dieci consigli utili degli esperti Venerdì 04 Aprile 2014, S. Isidoro Proverbio di oggi…….. oggi…….. Quanno 'o Signore 'nzerra na porta, arape nu purtone ORDINE: VII Ediz. CORSO di RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE e DEFIBRILLAZIONE CARDIACA PRECOCE SEMIAUTOMATICA Il corso "BLSD" abilita alle manovre rianimatorie e all'impiego del Defibrillatore semi-Automatico Esterno. I corsi rivolti ai Farmacisti sono accreditati presso il Min. della Salute per il Programma ECM (10 Crediti). Obiettivo del corso: acquisire le conoscenze e le capacità operative relative alla rianimazione cardiopolmonare mediante l’applicazione del Basic Life Support e della defibrillazione precoce. Il superamento del corso autorizza all’uso del Defibrillatore Semiautomatico. COME PARTECIPARE: presentarsi direttamente Sabato 5 Aprile, ore 9.15, presso la sede dell’Ordine. (I°parte 5 Aprile - II° parte 12 Aprile 2014) Alimenti e Salute 6. Lo svantaggio del tè verde? Riduce l'efficacia delle cure antiipertensione PRIMAVERA, E IL COLESTEROLO TENDE AD ABBASSARSI Farmaci e Salute I livelli di colesterolo nel sangue fluttuano con le stagioni e sono più alti in inverno, contribuendo, forse, a spiegare perché nella stagione fredda tendono a verificarsi mediamente più casi di infarto. 7. L'arma definitiva contro l'Hiv potrebbe essere già in farmacia 8. Dalla “droga da discoteca” una cura per la depressione E' quanto dimostra una ricerca. Ad aumentare però il colesterolo totale e il colesterolo LDL, cosiddetto buono, e non quello cattivo HDL. I ricercatori hanno studiato il profilo lipidico di oltre 2,8 milioni di adulti ed hanno visto che trigliceridi e colesterolo sono mediamente sempre più alti in inverno che in estate. Gli esperti ritengono che le fluttuazioni stagionali siano da imputarsi ai nostri comportamenti molto diversi in inverno e in estate. Col caldo ci si muove di più, si trascorre più tempo all'aperto, si mangiano cibi più freschi e leggeri. In inverno ci si lascia più andare e si cercano i cibi confortanti. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 384 PREVENZIONE E SALUTE MALATI PER COLPA DELL’AMIANTO IL PICCO DEVE ANCORA ARRIVARE Un nemico che colpisce dopo molto tempo, anche dopo quaranta anni dall’esposizione. L’amianto è stato dichiarato cancerogeno già negli anni Sessanta È un nemico subdolo, che colpisce a distanza di anni e continua a fare vittime anche oggi. Anzi: secondo studi scientifici ed epidemiologici il picco di malattie provocate dall’esposizione all’amianto si raggiungerà nei prossimi 15 anni. «Secondo le nostre stime - afferma l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio - i mesoteliomi con esito infausto sono circa 1.500 l’anno, i tumori polmonari almeno tremila e, se si aggiungono le altre patologie asbesto-correlate, siamo ben oltre i 5mila morti per amianto ogni anno». Periodo di latenza: Sebbene l’uso di questo minerale, dichiarato cancerogeno dalla comunità scientifica internazionale già negli anni Sessanta, sia stato vietato nel nostro Paese ormai ventidue anni fa da una legge dello Stato (n. 257 del 1992), la sua pericolosa eredità rimane tuttora, soprattutto a causa del lungo periodo di latenza delle malattie asbesto-correlate, in particolare del mesotelioma, uno dei tumori più aggressivi: passano perfino 4045 anni tra l’inizio dell’esposizione all’amianto e il momento in cui si manifesta la malattia. Quelle fibre inalate tanti anni fa ora fanno ammalare soprattutto i lavoratori esposti; risale agli anni Ottanta, prima della sua messa al bando, il periodo di massima produzione di questo materiale molto utilizzato perché economico, versatile e resistente anche al fuoco; veniva impiegato non solo nelle fabbriche di cemento-amianto, nei cantieri navali e in diversi siti industriali, ma anche per costruire case, scuole, ospedali. «In diversi casi, in barba alla legge, si è continuato a usare l’amianto fino al 2004 attraverso deroghe tecniche - denuncia Paolo Pitotto, medico del lavoro e consulente della Procura della Repubblica di Milano -. E l’esposizione continua oggi, anche perché uno dei principali problemi da risolvere è la dismissione dei materiali con amianto». Il loro deterioramento, anche semplicemente dovuto alla vetustà, può essere causa di rilascio di fibre e può quindi nuocere alla salute. «La mancata rimozione dell’amianto espone al pericolo le persone sia in ambito lavorativo sia negli ambienti di vita continueranno ad aumentare le malattie asbesto-correlate». Le malattie: Le fibre di amianto inalate possono causare placche pleuriche e ispessimenti della pleura o malattie più gravi, anche se meno diffuse, come: asbestosi; mesotelioma pleurico, pericardico, peritoneale, della tunica vaginale o del testicolo; carcinoma polmonare. In quest’ultimo caso, spiega Luciano Mutti, direttore del laboratorio di oncologia clinica all’Asl 11 di Vercelli: «Il rischio è maggiore se le fibre di amianto interagiscono con un altro agente cancerogeno, il fumo di sigaretta. Secondo studi, inoltre, l’amianto fa aumentare il rischio di tumori gastrici, delle ovaie, di laringe e faringe». Secondo i dati aggiornati al 2008 del Registro nazionale dei mesoteliomi, che attua una sorveglianza epidemiologica su tutta la popolazione, i più a rischio rimangono i lavoratori, ma circa l’8-10% dei pazienti si è ammalato per motivi ambientali, vivendo vicino a siti contenenti amianto, o in quanto familiari dei lavoratori esposti, per esempio a causa di residui su indumenti. (salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 384 PREVENZIONE E SALUTE ALLERGIE DI PRIMAVERA, PER COMBATTERLE I DIECI CONSIGLI UTILI DEGLI ESPERTI Pollini e graminacee nemici di moltissime persone. Dagli Usa un decalogo utile anche in Italia Indossare cappelli e occhiali. Fare docce frequenti e con molto shampoo. Ecco alcuni dei consigli utili a fronteggiare le allergie di primavera, disturbo sempre più frequente per milioni di persone nel mondo. Dagli Usa arriva un decalogo di regole pratiche e semplici, per contrastare gli effetti di pollini e graminacee ed evitare conseguenze peggiori per la salute.. Questi i 10 punti: Indossare occhiali da sole oversize per bloccare pollini dispersi e muffe Portare cappelli a tesa larga Nei giorni di alta concentrazione di polline, evitare di far asciugare vestiti e lenzuola all'aperto Effettuare l'esercizio fisico al chiuso Altra indicazione è quella di sottoporsi a test allergologici Nel caso, di iniziare un trattamento con farmaci come antistaminici nasali, orali e gocce per gli occhi, prima ancora che si possano presentare i primi sintomi Se si dovesse manifestare l'allergia, parlarne subito al proprio medico Fare frequenti docce e shampoo per risciacquare pelle e capelli In casa e in auto, tenere chiuse finestre e finestrini impostando il ricircolo dell'aria, pulendo di frequente i filtri Infine, per gli amanti del giardinaggio, eliminare le erbacce dal prato di casa e coltivare piante anallergiche verdi come azalee, begonie, palme, pini e abeti I consigli arrivano dagli specialisti dell'Univ. di New York. Dopo il lungo inverno, il corpo può risentire dei primi caldi, ma soprattutto dei pollini che si possono respirare. I rimedi sono facili da applicare, tenendo conto che il livello di polline è maggiore durante il pomeriggio e nelle giornate secche e ventose. (Salute, Tgcom24) Salute: problemi agli occhi per 'overdose' di smartphone A mettere in guardia da un uso eccessivo di cellulari e dispositivi come computer, tablet e televisori a schermo piatto sono gli ottici britannici La passione per gli smartphone rischia di tradursi in un aumento di problemi agli occhi, specie per i giovanissimi. A mettere in guardia da un uso eccessivo di cellulari e dispositivi come computer, tablet e televisori a schermo piatto sono gli ottici britannici, forti di un sondaggio su 2.000 persone. Ebbene, gli 'under 25' sembra che ormai controllino il telefonino 32 volte al giorno. "La luce blu-viola è potenzialmente dannosa e tossica per la parte posteriore dell'occhio - E la combinazione di un dispositivo luminoso troppo vicino e del fatto di non strizzare gli occhi abbastanza affatica la vista". "Così, alla lunga, si possono danneggiare gli occhi". Test hanno rilevato che l'iper-esposizione alla luce blu-viola ha il potenziale di aumentare il rischio di degenerazione maculare, una delle principali cause di cecità. Inoltre, secondo gli ottici, un eccesso di luce blu-viola può creare problemi di sonno e influire sullo stato d'animo. Il sondaggio, mostra che in media un adulto trascorre quasi 7 ore al giorno a fissare uno schermo, e quasi la metà è in ansia se sta troppo a lungo lontano dal cellulare. Il consiglio è semplice: evitare l'overdose e riposare gli occhi, spegnendo il cellulare per un po'. (Adnkronos Salute) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 384 FARMACI E SALUTE L'ARMA DEFINITIVA CONTRO L'HIV POTREBBE ESSERE GIÀ IN FARMACIA Sugli scaffali per evitare il rigetto dopo i trapianti, forse può eliminare il virus del tutto. Avviati i test clinici negli Stati Uniti La terapia definitiva contro l'Hiv potrebbe arrivare da farmaci già esistenti. Gli immunosoppressori, ossia i medicinali comunemente usati per evitare il rigetto dopo un trapianto, potrebbero contribuire a eliminare il virus dai pazienti sieropositivi. A dirlo è uno studio condotto presso la University of California di San Francisco e pubb. su American Journal of Transplantation. Verso la guarigione - In futuro queste medicine potrebbero essere usate per contribuire a eradicare il virus residuo presente nei soggetti in cura con farmaci antiretrovirali. Sono necessari, però, ulteriori studi per confermare questa possibilità. Oggi, i sieropositivi devono assumere i farmaci antiretrovirali per tenere a bada il virus dell'Aids. Ma l'Hiv rimane comunque nel corpo del paziente che, quindi, non può sospendere i farmaci. La comunità scientifica è alla ricerca di alternative che permettano di snidare il virus residuo nel corpo del malato ed eliminarlo una volta per tutte, portando il soggetto sieropositivo alla guarigione definitiva. La ricerca - Gli esperti hanno indagato l'azione anti-Hiv dei farmaci anti-rigetto, che si usano dopo un trapianto, su 91 sieropositivi che avevano ricevuto un nuovo rene. E' emerso che, soprattutto un medicinale tra quelli utilizzati, il sirolimus, ha un'azione anti-Hiv e contribuisce a mantenere bassa la concentrazione delle cellule infettate nel corpo del paziente. La sperimentazione sugli esseri umani per testare il sirolimus contro l'Hiv è già iniziata ed è cofinanziata dagli istituti di sanità pubblica statunitensi. (Salute, Tgcom24) LO SVANTAGGIO DEL TÈ VERDE? RIDUCE L'EFFICACIA DELLE CURE ANTI-IPERTENSIONE Lo studio è stato condotto su uno specifico medicinale contro la pressione alta, il nadololo Ha tanti vantaggi: è antitumorale, è antiossidante e aiuta a mantenersi giovani. Ha così tanti pregi per la salute che molte persone che soffrono di pressione alta decidono di consumarlo regolarmente, per dare un "incentivo" al proprio benessere. Eppure, un gruppo di ricercatori giapponesi ha scoperto che l'assunzione di tè verde può portare anche ad alcuni svantaggi: può infatti interagire con le terapie contro l'ipertensione. I ricercatori sono giunti ai loro risultati testando l'interazione del tè verde con le terapie anti-ipertensione in un gruppo di 10 soggetti sani a cui è stato somministrato il nadololo - un farmaco utilizzato, oltre che contro l'ipertensione, anche per trattare l'aritmia e l'angina e per prevenire l'emicrania. Risultati: dallo studio, pubb. su Clinical Pharmacology & Therapeutics, è emerso che due tazze di tè verde al giorno riducono la presenza del farmaco nel sangue fino al 75%, riducendo in modo importante l'efficacia del medicinale nel ridurre la pressione. Tutto dipende dal fatto che le sostanze chimiche vegetali presenti nel tè verde sarebbero in grado di bloccare il transito del farmaco dall'intestino al flusso sanguigno: "I pazienti in cura con il nadololo - devono quindi evitare di consumare tè verde". L'avvertimento risulta particolarmente pertinente nel caso di pazienti con la pressione alta che potrebbero decidere di passare al consumo abituale di tè verde nel tentativo di abbassare l'assunzione quotidiana di caffeina. (Salute, Sole 24ore) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 384 SCIENZA E SALUTE Dalla “droga da discoteca” una cura per la depressione I ricercatori scoprono nella Ketamima – uno stupefacente illegale utilizzato per lo sballo dai frequentatori di discoteche – una sostanza capace di curare con successo la depressione, anche nelle forme gravi Chi frequenta i locali come le discoteche sa che cos’è la Ketamina, dato che vi sono persone che la utilizzano come mezzo per sballare. E’ una sostanza utilizzata sia in medicina veterinaria che per uso umano, ed è un anestetico dissociativo. Tuttavia, assunta in dosi particolari (in genere inferiori a quelle mediche) ha degli effetti paragonabili a psichedelici come LSD. Per questo motivo è purtroppo illegalmente diffusa in certi ambienti. Ora, i ricercatori del Dip. di Psichiatria dell’Univ. di Oxford hanno scoperto che la Ketamina può curare con un certo successo la depressione, anche nelle forme gravi e nei pazienti che non rispondono alle cure standard. L’effetto, che differisce dagli antidepressivi tradizionali, è rapido ed efficace, riportano gli scienziati. Lo studio, è stato pubblicato sul Journal of Psychopharmacology, e suggerisce che la Ketamina possa essere considerata un nuovo promettente antidepressivo che funziona in modo diverso dagli antidepressivi esistenti. Come accennato, l’effetto si mostra particolarmente evidente nei pazienti che soffrono di depressione grave, che dura da anni nonostante le molteplici terapie cui sono stati sottoposti. Il team di ricerca ha sottoposto a trattamento con la Ketamina un primo gruppo di 45 pazienti affetti da depressione grave. In tutto sono state fornite circa 400 infusioni. Sebbene molti pazienti così trattati abbiano sofferto di una ricaduta entro un giorno o due, il 29% ha sperimentato un beneficio che è durato almeno tre settimane, mentre per il 15% i benefici sono durati oltre due mesi, prima di avere una eventuale ricaduta. I risultati si sono mostrati subito promettenti, e i ricercatori ora stanno valutando il modo di riuscire a mantenere l’effetto antidepressivo il più a lungo possibile, in modo da evitare ricadute. Anche gli effetti collaterali pare siano minimi, dato che non vi sono stati effetti negativi sulle facoltà cognitive o sulla vescica. Alcuni pazienti hanno tuttavia sperimentato sintomi d’ansia o di malessere. Ecco dunque come un farmaco, utilizzato anche in modo indiscriminato e pericoloso da certe persone, possa essere un aiuto per chi davvero ne avrebbe bisogno. (Salute, La Stampa) Dieta, ecco gli orari migliori per mangiare e dimagrire Anche gli orari dei pasti sono importanti quando si fa la dieta. La colazione dovrebbe idealmente essere fatta tra le 7 e le 7,30 del mattino (l'orario ideale è 7,11), il pranzo orientativamente tra le 12,30 e le 13, meglio ancora se sono precisamente le 12,38, la cena non andrebbe consumata troppo tardi, prima delle 19, con le 18,14 orario consigliato. E' quanto emerge da un sondaggio svolto nel Regno Unito da una azienda che produce e commercializza prodotti dietetici e integratori. L'azienda ha svolto un sondaggio su mille persone che sono dimagrite in maniera sana identificando gli orari ideali dei pasti per chi vuole essere certo di perdere peso, che non devono certo essere seguiti in maniera rigida, ma indicano una strada per seguire una certa ritualità, che per la riuscita della dieta è essenziale. Secondo l'esperienza di coloro che sono dimagriti, inoltre, per perdere peso è bene non saltare mai i pasti, fare un pranzo leggero e, nelle serate trascorse davanti alla tv, non cadere nella trappola degli stuzzichini dolci o salati dopo aver cenato. (salute, Il mattino)