Anno III – Numero 393 Giovedì 17 Aprile 2014, S. Rodolfo AVVISO Ordine 1. Auguri di Buona Pasqua Notizie in Rilievo Scienza e Salute 2. La salute digitale passa dalla tecnologia indossabile Prevenzione e Salute 3. "Vegetariani più a rischio per allergie, depressione e tumori" 4. Poco zucchero nel sangue, divorzio in vista 5. Integratori a base di erbe, possibili rischi per il fegato Farmaci e Salute 6. Ecco il gelato al Viagra, non scambiatelo per 'puffo' 7. Ideato un farmaco antimorbillo che evita la malattia e il contagio Proverbio di oggi…….. oggi…….. 'A gatta quanno nun po' arriva a 'o lardo, dice che fete. ECCO IL GELATO AL VIAGRA, NON SCAMBIATELO PER 'PUFFO' E' l'ultimo, folle esperimento del gallese Charlie Harry Francis, inventore di cibi. L'aspetto e il colore assomigliano a quello del famoso gusto 'puffo', ma in realtà è un gelato al Viagra, ottenuto da un mix di champagne e del noto farmaco (ogni palla contiene il dosaggio minimo: 25 mg). "Questa è la richiesta più strana che ho mai ricevuto - scrive Francis sul suo sito Lick Me I'm Delicious, che è anche il nome della sua azienda -. E' stato realizzato per il party di una celebrità di cui non posso fare il nome. Dico soltanto che tutti sono stati molto soddisfatti del prodotto". La Pfizer, azienda produttrice del Viagra, ricorda che l'assunzione del farmaco necessita di una prescrizione medica. Il giovane inventore inglese si era già fatto notare, a novembre 2013, per un curioso gelato fluorescente creato in occasione di Halloween. Anche il prezzo, in quel caso, era fuori dal comune: 222$ per un cono. (Salute, Repubblica) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 393 La salute digitale passa dalla tecnologia indossabile Se già oggi possiamo controllare la nostra salute con gli smartphone, a breve si potranno aggiungere consulti a distanza e visite in remoto. E se non fai movimento paghi pegno con un’app App per smartphone, chip sottocutanei, visite in remoto. Pazienti e big del settore medico sono pronti ad aprire le porte ad nuovo mercato. E la salute, presto, potrebbe diventare anche un business digitale. A confermarlo arriva “The Digital Health Revolution”, il rapporto sulla salute digitale firmato dall’agenzia internazionale Hotwire. “La Digital Health sta registrando una crescita straordinaria in tutto il mondo. Solo negli Stati Uniti nel 2013 gli investimenti in salute digitale sono cresciuti del 39% rispetto all’anno precedente, arrivando a quota 1,9 miliardi di dollari”, si legge nel rapporto appena pubblicato. Ma tra le principali tendenze in crescita, nell’ambito della salute digitale, spicca la tecnologia indossabile, la wearable tech grazie alla quale possiamo indossare sensori dislocati ovunque e in costante dialogo con il nostro smartphone. Prodotti come Fitbit, Nike FuelBand e Jawbone UP, bracciali che tracciano le nostre attività motorie, contribuiscono ormai con 5 miliardi di dollari al fatturato della tecnologia indossabile. E oltre ad essere diventati oggetti alla moda, contribuiscono a tenere sotto controllo chilometri percorsi e calorie bruciate in un arco di tempo utile a creare banche dati significative anche per lo sviluppo di diete ad hoc per ciascuno. “Ma perché uscire per andare a visita dal dottore, o effettuare un controllo del sangue, quando si può restare a casa?”, si chiedono a Hotwire, alludendo alla nuova frontiera della visita da remoto. Grazie a un sito come 23andme è ormai possibile ottenere la mappa del genoma umano semplicemente inviando una provetta al laboratorio di Los Angeles. Con poco meno di 100 dollari, si può acquistare il misuratore di pressione da polso in tempo reale firmato iHealth Wireless, che ovviamente ne registra l’andamento passo per passo sullo smartphone. Ma con lo sviluppo di sensori e processori sempre più sottili, alla pari di un pacemaker per il cuore, ormai possiamo inserire dei chip sottocutanei in grado di monitorare perfino la salute di altri organi. “Passi in avanti che si sono compiuti solo qualche anno fa”, spiegano da Hotwire. Non resta proprio semplice, infatti, installare all’interno del corpo umano hardware e dispositivi ad alto tasso di rigetto, con rischi anche acuti per la salute del paziente. Accanto all’hardware, però, ecco il software con le app per la salute fai da te: oggi il 20% dei possessori di smartphone ne ha almeno una, ma si stima che entro il 2017 gli utenti della categoria Salute e Benessere saranno uno su due. “Perciò un altro fenomeno da segnalare è sicuramente l’ascesa dell’m-health, la mobile health, di certo tra i trend di punta del settore”. Con le visite a distanza il paziente può risparmiare esborsi per spostamenti e consulti. Con app come STD Triage, ad es., con uno smartphone è possibile richiedere un consulto a distanza sulle malattie sessualmente trasmissibili. E a volte l’immediatezza del riscontro tra la diagnosi del paziente e quella successiva del medico, può aiutare anche il dialogo e la somministrazione di cure personalizzate e basate sui dati registrati. Grazie a GymPact, invece, una semplice applicazione per Android e iOS inchioda i più pigri alle proprie responsabilità: l’utente sigla un patto per cui si impegna a svolgere alcuni esercizi che l’app è in grado di monitorare. Se la tabella di marcia settimanale viene rispettata, l’utente riceve dei premi in denaro. Altrimenti, dal conto viene prelevata un’analoga somma come pegno per lo stralcio dell’accordo. (Wired.it) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 393 PREVENZIONE E SALUTE "VEGETARIANI PIÙ A RISCHIO PER ALLERGIE, DEPRESSIONE E TUMORI" A sostenerlo è un team di ricerca dell'Università austriaca di Graz, che ha esaminato i dati di 1320 cittadini. "Qualità della vita ridotta a causa di una dieta poco equilibrata" I vegetariani più sani, longevi e contenti? Forse non è così. Secondo uno studio austriaco, i cui dati sono stati pubblicati sul portale "Plos One" (e destinato a riaprire vecchie polemiche anche tra studiosi), chi rinuncia alla carne sarebbe più a rischio di allergie, problemi mentali e persino tumori rispetto a chi mangia proteine animali all'interno di una dieta equilibrata con frutta e verdura in abbondanza. I rischi. In pratica, gli esperti hanno notato che chi ha scelto di abbracciare la dieta vegetariana risulterebbe sì più attivo e meno propenso a vizi dannosi per la salute come fumo e alcol, ma al tempo stesso soffrirebbe maggiormente di ansia, depressione e allergie. Non solo. Secondo questo studio, per i vegetariani presi in considerazione il rischio di andare incontro a infarti o tumori sarebbe fino a 50 volte superiore. Inoltre, i vegetariani avrebbero anche una scarsa propensione a vaccinarsi e a poca prevenzione. Necessari altri studi. "Il nostro studio -hanno scritto gli autori - ha mostrato che gli adulti austriaci che seguono una dieta vegetariana sono meno sani in termini di allergie, tumore e problemi mentali. Inoltre, hanno una ridotta qualità della vita e più bisogno di trattamenti medici. Dunque occorre un forte programma di salute pubblica nel Paese per ridurre i rischi dovuti a fattori nutrizionali". I ricercatori, comunque, sottolineano anche il fatto che la ricerca necessita comunque di ulteriori approfondimenti. (Salute, Repubblica) IDEATO UN FARMACO ANTIMORBILLO CHE EVITA LA MALATTIA E IL CONTAGIO Sviluppato e testato con successo su animali un farmaco anti-morbillo che protegge dalla malattia gli individui infettati dal virus e ne previene la diffusione ad altri soggetti. È il frutto della ricerca condotta presso la Georgia State University e l’istituto Paul-Ehrlich in Germania, pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine. Nome in codice “ERDRP-0519”, il farmaco sperimentale si prende per bocca, costa poco ed è facile da produrre e conservare per cui potrebbe divenire un ottimo alleato del vaccino anti-morbillo. Ad oggi, infatti, il morbillo è tornato a colpire anche nei paesi europei, complici sia la riluttanza di molti genitori a vaccinare i propri figli, sia l’alta virulenza del patogeno che causa la malattia. Per di più non di rado il morbillo dà sintomi molto gravi e può persino essere fatale, quindi il farmaco potrebbe bloccare sul nascere possibili focolai di infezione. Dato per bocca a furetti infettati con un virus analogo a quello del morbillo, il farmaco salva gli animali da morte certa e riduce i sintomi della malattia e il rischio di contagio di altri animali. Per di più gli animali infettati sviluppano immunità al morbillo, segno che il farmaco può aiutare a coprire i gap di immunità laddove la copertura vaccinale non è ottimale. ERDRP-0519 potrebbe dunque divenire un ottimo ausilio per proteggere i familiari di una persona che si ammala di morbillo ed evitare la formazione di focolai di infezione. (Salute, Il Secolo XIX) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 393 Poco zucchero nel sangue, divorzio in vista Un nuovo studio trova che avere bassi livelli di zuccheri nel sangue rende le persone più arrabbiate, colleriche e aggressive, e in genere più propense a litigare con il coniuge. Forse che un matrimonio, un rapporto, possa essere salvato da uno zuccherino? Sugar, sweety, honey… in inglese; zucchero, dolcezza, miele… in italiano. Sono tutti termini che a volte si usano riferendosi alla propria metà, la persona che si ama. Accade però che delle parole che spesso usiamo tutti i giorni non sempre conosciamo il significato o l’origine. Perché dunque “dolcezza” può significare sia un qualcosa di dolce (o zuccherato, in questo caso) che una persona amabile, premurosa? Ma, soprattutto, cosa c’entra con il rischio di litigio tra i partner? Secondo un nuovo studio c’entra eccome. Anche se, in questo caso, dolce fa rima con sangue piuttosto che con amore. E la dolcezza del sangue sarebbe strettamente imparentata con la dolcezza nei rapporti a due, o il matrimonio, ritengono i ricercatori della la Ohio State University. Essi hanno infatti scoperto che i livelli di zuccheri nel sangue possono rendere le persone più o meno aggressive, arrabbiate e propense al litigio con il proprio coniuge. Da questo se ne deduce che se alti livelli di glucosio nel sangue possono essere dannosi per la salute, bassi livelli possono essere dannosi per il matrimonio. Coppie in pericolo per colpa di uno zuccherino è dunque quanto emerge dallo studio che ha coinvolto 107 coppie sposate al fine di comprendere come i livelli di zuccheri nel sangue fossero correlati ai litigi tra i due coniugi. E, alla fine, ha scoperto che bassi livelli di glucosio alla sera rendono le persone più aggressive e arrabbiate: cosa che si traduce in discussioni e litigi. La prima parte dello studio ha valutato il grado di soddisfazione circa il proprio matrimonio da parte di entrambi i coniugi, per mezzo di domande a tema. Nella seconda parte, i partecipanti hanno ricevuto una bambolina tipo “voodoo” che rappresentava il proprio coniuge, insieme a 51 spilli. Il compito era quello di infilzare uno spillo ogni volta che si sentivano arrabbiati con il coniuge (lo spillo doveva essere inserito non in presenza del coniuge, in modo che nessuno dei due sapesse se e quanti spilli l’altro avesse già conficcato). Il periodo di test durava 21 giorni e, durante questo, i partecipanti dovevano misurare i livelli di glucosio nel sangue sia al mattino prima di colazione che alla sera, prima di coricarsi. I risultati finali, pubblicati su Proceedings of the National Academy of Sciences, hanno rivelato come più spilli fossero stati conficcati, più la persona si era arrabbiata con il coniuge. Ma, cosa curiosa, era che più bassi erano i livelli di glucosio nel sangue alla sera, più spilli erano stati conficcati. I partecipanti con bassi livelli di glucosio la sera hanno anche confermato che sentivano di essere più arrabbiati, aggressivi e che avevano più spesso alzato la voce o erano scattati per un nonnulla. Chi, invece, aveva più alti livelli di glucosio nel sangue era meno propenso al litigio o agli scatti d’ira. Allora, essere “sweety” o “zuccherini” è soltanto una questione di zuccheri nel sangue? Se è così, quando il vostro partner, la sera, vi sembra più arrabbiato del solito, provate a rabbonirlo con un dolcetto o una caramella. In questo caso però, attenzione al diabete: per cui meglio mangiare un qualcosa che fornisca degli zuccheri più complessi come per es. i carboidrati o un frutto (magari delle fragole…), o a più lento rilascio come il miele... e chissà che anche il coniuge e la serata diventino più “honey”. (Salute, La stampa) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 393 PREVENZIONE E SALUTE INTEGRATORI A BASE DI ERBE, POSSIBILI RISCHI PER IL FEGATO «Le erbe possono essere direttamente tossiche o esserlo per i metodi di estrazione, per i principi attivi che non sono mai puri e per i dosaggi che non sono controllati» Hanno ingredienti «innocenti», come curcuma o tè verde, che però in alcuni casi potrebbero essere tossici. Oppure hanno un principio attivo «naturale» in etichetta, e poi si scopre che contengono nimesulide (farmaco antinfiammatorio non steroideo). Medicinali e integratori a base di erbe nascondono delle insidie per il fegato pari - se non superiori - a quelle dei farmaci tradizionali, avvertono gli esperti riuniti nell’International Liver Congress che si è tenuto a Londra. Con l’aggravante che per molte persone «sono solo erbe», che non vale la pena citare al proprio medico. Il fenomeno è difficile da quantificare, ma si stima che tra 12 e 19 persone su 100mila che prendono farmaci sviluppino un problema al fegato, una cifra non alta ma significativa, se si pensa che nel 10% dei casi il paziente muore. Circa un terzo delle segnalazioni, il 31,9%, ha spiegato Dominique Larrey, epatologo della scuola di medicina di Montpellier, riguarda gli antibiotici, con in testa l’associazione amoxicillina e acido clavulanico che da sola conta 23% dei casi, mentre una patologia su dieci è ascrivibile alle herbal medicines, usate dal 32% dei malati. Sostanze epatotossiche : «C’è una grande preoccupazione per medicinali e integratori a base di erbe, perché nei pazienti c’è la convinzione che siano prodotti naturali e quindi non possano far male, ma è sbagliato per vari motivi. Le erbe, infatti, possono essere direttamente tossiche o esserlo per i metodi di estrazione, per i principi attivi che non sono mai puri e per i dosaggi che non sono controllati». La stima considerata più attendibile afferma che il 9% delle segnalazioni di danni al fegato dipende da questi prodotti ma potrebbe essere più bassa della realtà, ha affermato Larrey, anche perché è emerso che il 90% delle persone che li usa non lo dice al medico, un‘abitudine che può essere pericolosa, per esempio se si assumono contemporaneamente altri farmaci. Le sostanze «naturali» epatotossiche censite finora sono più di 50. Ci sono stati casi segnalati di malattie del fegato provocate dal lievito di riso rosso, un prodotto molto usato contro il colesterolo che però può essere contaminato da un microfungo. Emblematico poi il caso del Fortodol, un antidolorifico a base di curcuma che contiene nimesulide, principio attivo noto proprio per il rischio di danni al fegato. L’attenzione verso le medicine «naturali», conclude Mondelli, non deve far dimenticare che anche i farmaci tradizionali, molto più controllati, possono nascondere rischi. «L’amoxicillina - clavulanico è il farmaco numero uno nel mondo occidentale per segnalazioni di epatotossicità, e gli antibiotici sono tra i principali nemici del fegato - ricorda -. Le cifre sono basse ma è un motivo in più per usarli correttamente». (Salute, Corriere)