Anno III – Numero 402 AVVISO Ordine: corso di vigilanza in farmacia: come prepararsi alla visita ispettiva Notizie in Rilievo Scienza e Salute 1. Un aiuto per chi soffre di tic 2. Ipertermia, ultrasuoni, laser, elettroterapia: a che cosa servono? 3. Prebiotici e probiotici insieme? Una “sana” alleanza per l'intestino 4. Posizione e velocità contapassi possono influire su precisione 5. La rabbia convince a smettere di fumare Prevenzione e Salute 6. I consigli per prevenire la toxoplasmosi Farmaci e Salute 7. In arrivo la pillola che blocca la sensazione di fame Lunedì 05 Maggio 2014, S. Angelo, Pellegrino Proverbio di oggi…….. ’A forza supraffà ’a giustizia. ORDINE: Corso di VIGILANZA in FARMACIA: Buttarsi a mare vestito = Ridursi alla miseria come PREPARARSI alla VISITA ISPETTIVA Stasera 5 Maggio, serata dedicata alla vigilanza in Farmacia. Anche quest’anno il Consiglio dell’Ordine ha proposto alcune serate dedicate alla Vigilanza in Farmacia. L’evento si svolgerà presso la sede dell’Ordine alle ore 20,45. Data ASL Argomento Relatori Lunedi 5 Maggio ASL-Na – 3 Sud Corso di Vigilanza in Farmacia: Dr. E. Nava come prepararsi alla visita ispettiva e coll. UN AIUTO PER CHI SOFFRE DI TIC Nella sindrome di Tourette tic motori e vocali cui possono associarsi altri disturbi come quello compulsivo o il deficit dell’attenzione Saltellare, sbattere continuamente le palpebre, soffiare col naso, pronunciare parolacce. Tic motori e vocali cui possono associarsi altri disturbi come quello compulsivo o il deficit dell’attenzione. Sono i sintomi della sindrome di Tourette. Informare, per superare il rifiuto, se non lo scherno, nei confronti di chi soffre di questa patologia è l’obiettivo del sito dell’Associazione sindrome di Tourette (www.sindromeditourette.it). In home page, cliccando su «Sindrome di Tourette» compaiono le sezioni «Fenomeni correlati», «Disordine da tic», «Equivoci», in cui si trovano approfondimenti sull’origine della sindrome, i sintomi, i tempi della diagnosi, i disturbi correlati, come quello ossessivo-compulsivo, deficit dell’attenzione, ansia e panico. Nella sezione dedicata a «Cure interventi» sono disponibili informazioni sulle terapie farmacologiche, psicologiche ed educative, con consigli per gli insegnanti che abbiano studenti affetti da questa sindrome. Nell’area «Contatti» si accede alle modalità per usufruire del servizio di consulenza, anche legale, offerto dall’Associazione. (Salute, Corriere) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 402 SCIENZA E SALUTE IPERTERMIA, ULTRASUONI, LASER, ELETTROTERAPIA: A CHE COSA SERVONO? L’efficacia potrebbe non essere generale, ma limitata a specifiche patologie. Le terapie fisiche vanno comunque prescritte all’interno di un progetto riabilitativo Le terapie fisiche strumentali - in particolare l’ipertermia, la «tecar», le onde d’urto focali e la laserterapia, gli ultrasuoni - hanno validità scientifica secondo la Società internazionale di medicina fisica e riabilitativa? O, pur essendoci studi positivi, ancora queste terapie strumentali non sono state validate? Da quel che ne so io, solo la cosiddetta Tens (mi hanno spiegato che significa: stimolazione elettrica nervosa transcutanea) è stata validata scientificamente, ma potrei sbagliarmi visto che non sono un esperto. Potreste chiarirmi le idee, spiegandomi anche per che cosa ognuno di questi trattamenti è più indicato? Risponde Mauro Zampolini, direttore del Dip. di Riabilitazione Asl 3, Reg. Umbria In poche righe è difficile declinare tutte le implicazioni delle terapie fisiche in riabilitazione che lei ha citato nella sua lettera, ecco comunque alcune indicazioni. L’ipertermia è una della più antiche modalità di trattamento. Può essere ottenuta con la trasmissione diretta del calore o in via indiretta con laser, ultrasuoni o elettromagnetismo. Lo scopo è quello di aumentare l’afflusso di sangue nell’area lesa/infiammata. Trova indicazione nella fase subacuta (ad es., dopo un trauma) come coadiuvante al trattamento riabilitativo. Anche con la laser terapia si riattiva la microcircolazione, ma in modo focale e quindi specifico per l’area lesionata. Le onde d’urto focali furono introdotte in medicina per la cura dei calcoli renali (litotripsia urologica). Più recentemente sono impiegate anche per curare molte patologie dell’apparato muscolo scheletrico (tendini e osso principalmente). Si tratta di onde acustiche a pressione positiva e negativa che si susseguono in modo asimmetrico e producono una sorta di micro-massaggio utilizzabile anche in fase acuta, perché ha potere antinfiammatorio e promuove rigenerazione tissutale. Gli ultrasuoni sono vibrazioni acustiche ad alta frequenza. Queste vibrazioni generano calore profondamente nei tessuti e hanno un effetto antalgico e rilassante. Possono essere utili nelle condizioni infiammatorie come epicondiliti, artrosi, ematomi, cicatrici La TECAR terapia, la più recente, è una forma di ipertermia profonda e selettiva che si ottiene attraverso correnti elettriche indirizzabili a profondità differenziate in base agli elettrodi usati. La TENS (Transcutaneous Electric Nervous Stimulation) è la tecnica di elettroterapia più usata nella riabilitazione. Consiste in una stimolazione elettrica utile nel trattamento del dolore sia acuto, sia cronico (es. lombare); è possibile utilizzare diversi tipi di frequenze, ognuna delle quali è utile nelle diverse fasi del dolore. A fronte di una grande esperienza empirica e un diffuso utilizzo non ci sono prove di efficacia clinica per nessuna di queste terapie fisiche. Questo non significa che non siano efficaci, ma che non ci sono studi rigorosi condotti su un sufficiente numero di pazienti che possano dimostrarlo. Inoltre, l’efficacia potrebbe non essere generale, ma limitata a specifiche patologie. Le terapie fisiche vanno comunque prescritte all’interno di un progetto riabilitativo, come sottolinea il nome della specializzazione medica: Medicina Fisica e Riabilitativa. (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 402 PREVENZIONE E SALUTE I CONSIGLI PER PREVENIRE LA TOXOPLASMOSI I gravidanza carne cotta e verdure pulite molto bene. Bisogna evitare di fare giardinaggio senza indossare guanti, poiché il parassita può annidarsi nel terreno La toxoplasmosi è una malattia abbastanza comune, che nella maggior parte dei casi non causa particolari disagi. Può però diventare un problema serio se viene contratta per la prima volta in gravidanza, perché la futura mamma può trasmetterla al bambino con conseguenze potenzialmente gravi. «La causa è il Toxoplasma gondii, parassita che ha come “ospite definitivo” il gatto, il quale si infesta ingerendo carne cruda o poco cotta di altri animali che contiene gli stadi intermedi del parassita. Il felino poi elimina le oocisti (le “uova” di toxoplasma) con le feci e può così infestare terreno e altri animali - spiega Massimo Candiani, direttore dell’Unità di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano -. Per infettarsi l’uomo deve ingerire le oocisti eliminate dal gatto. Ciò può, per es., avvenire in seguito al contatto con gatti randagi, in cui l’infezione è comune, oppure con il consumo di vegetali contaminati dalle feci di un gatto malato. Altra via di infestazione è il consumo di carne cruda o poca cotta, contenente gli stadi intermedi del parassita». Quali sono i sintomi? «In genere la toxoplasmosi non causa particolari disturbi, tanto che spesso non ci si accorge nemmeno di averla avuta. Solo talora possono esserci sintomi sfumati, come ingrossamento di linfonodi, stanchezza, malessere generale, febbre leggera. Se l’infezione viene contratta per la prima volta da una donna mentre è in gravidanza, in alcuni casi può avvenire la trasmissione al feto, con aborti e possibili malformazioni». Come si può proteggere il bambino in arrivo?: «In caso di contagio in gravidanza si può ridurre il rischio di trasmettere l’infezione al bambino con antibiotici mirati. Se l’amniocentesi conferma la trasmissione dell’infezione al feto, si raccomanda un trattamento antibiotico più aggressivo con una combinazione più efficace (pirimetamina e sulfadiazina) almeno nell’impedire la comparsa di postumi all’anno di vita. Con le attuali possibilità di trattamento, oltre il 90% dei bambini con toxoplasmosi congenita nasce senza sintomi evidenti e risulta negativo alle visite pediatriche di routine». Su cosa si basa la prevenzione? «Poiché non esiste un vaccino, l’unico modo per ridurre le possibilità di contrarre la toxoplasmosi è adottare alcuni accorgimenti, tenendo presente che il parassita muore in seguito alla cottura degli alimenti. E visto che tra le principali fonti di infezione nelle donne gravide c’è il consumo di carne cruda o poco cotta, ne consegue che è buona regola cuocerla sempre bene. Un’altra importante fonte di contaminazione è rappresentata dalla manipolazione della terra degli orti e dei giardini, dove animali infetti possono aver defecato. È quindi necessario usare i guanti e poi lavarsi bene la mani. Anche ortaggi e frutta fresca devono essere sempre lavati in modo accurato prima del consumo. Negli anni è stata ridimensionata l’attenzione nei confronti del gatto domestico come portatore della malattia, in particolare se alimentato con prodotti in scatola. Il vero serbatoio della toxoplasmosi è rappresentato dai gatti randagi, che si infettano cacciando uccelli e topi contaminati, e che possono defecare nel terreno rilasciando il parassita anche per diverse settimane. Quindi meglio stare alla larga dai randagi se si è in dolce attesa». (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 402 SCIENZA E SALUTE PREBIOTICI E PROBIOTICI INSIEME? UNA “SANA” ALLEANZA PER L'INTESTINO La ricerca sta studiando l'azione positiva dei simbiotici sul sistema immunitario È come avere una bella auto in garage. Se ci metti la benzina funziona meglio. Oppure un giardino molto ampio: con il concime giusto può diventare ancora più bello. Stessa cosa per l'intestino, un vero super-organo. Con probiotici e prebiotici insieme si assicura una maggiore funzionalità. Lo sostiene uno studio del Dipartimento di Microbiologica dell'Università di Minas Gerais, in Brasile, dedicato ad una nuova generazione di integratori, i cosiddetti simbiotici, che coniugano il potere di rafforzamento del microbiota con probiotici - batteri “buoni” e vivi che ripopolano un intestino lento, povero o danneggiato – con quello dei prebiotici, sotto forma di fibre – solubili o insolubili – che vanno ad “alimentare” la flora batterica e la proteggono dalle malattie infiammatorie croniche, l'assicurano dalla disbiosi, aiutano mentre si assumono antibiotici, rinforzano il sistema immunitario e tengono lontano persino diabete e cancro al colon retto. Cervello immunitario – Per capire l'importanza di un intestino sano posto al centro del sistema immunitario umano bisogna pensare al “film” interno che lo ricopre. La mucosa intestinale, ricordano gli scienziati brasiliani nello studio pubblicato su Frontiers in Immunology, è la principale e più estesa superficie di contatto tra i linfociti, cellule-soldato dell'organismo, con gli antigeni, le “antenne” proteiche di virus e batteri che entrano in gran quantità nell'apparato digerente insieme agli alimenti crudi e cotti. Fare in modo che le difese siano sempre forti e in equilibrio è un obiettivo complesso. Lo studio brasiliano ha indagato l'azione che gli integratori hanno nello “spegnere” i meccanismi proinfiammatori. Gli studi scientifici hanno messo in evidenza da tempo il ruolo che i probiotici possono avere nell'omeostasi (equilibrio) intestinale e quindi immunitaria. È stato dimostrato che l'alterazione, oltre a malattie metaboliche e infiammatorie, è legata più o meno strettamente allo sviluppo dell'obesità. L'equilibrio del microbiota intestinale è coinvolto nella regolazione del calcio e nell'uso ottimizzato delle calorie “estratte” dei cibi. Probiotici sono il latte, lo yogurt, i formaggi stagionati, per la loro presenza di batteri lattici vivi. Alcune ricerche si sono spostate nel campo della combinazione di probiotici con prebiotici, fibre e alimenti ricchi di fibre come: carciofi, banane, cereali integrali, frutti di bosco, verdura come bietola e cavoli, legumi, cipolle, soia. (Salute, Sole 24 ore) POSIZIONE E VELOCITÀ CONTAPASSI POSSONO INFLUIRE SU PRECISIONE Alcuni contapassi potrebbero risultare meno precisi se sono tenuti in tasca o in una borsa, specialmente camminando a una velocita' piu' bassa o piu' elevata, secondo un nuovo studio. La popolarità dei contapassi è cresciuta, in parte grazie alla convinzione, originata da uno standard industriale giapponese, secondo la quale gli adulti dovrebbero percorrere 10.000 passi al giorno per mantenersi in buona salute. (Agi) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 402 IN ARRIVO LA PILLOLA CHE BLOCCA LA SENSAZIONE DI FAME Una rivoluzionaria pillola promette di far perdere i chili di troppo o non far ingrassare grazie alla capacità piuttosto elementare di bloccare la sensazione di fame, specie quando è eccessiva e induce a mangiare troppo o dovuta all’assunzione di cibi raffinati. La pillola magica è quella che compie miracoli senza che vi sia un prezzo da pagare in termini di salute. Forse, su questo piano c’è ancora un po’ da lavorare, tuttavia sul fronte grasso corporeo arrivano buone notizie: non si tratterà di certo della pillola magica, ma un po’ si avvicina. Gli scienziati del Medical Research Council’s Population and Systems Medicine Board hanno pubblicato uno studio su Nature Communications in cui si presenta un rimedio in grado di far sentire pieni bloccando la sensazione di fame. Il rimedio è a base di acetato, una molecola anti-appetito che, secondo i ricercatori, può essere la chiave per vincere la battaglia contro l’epidemia di sovrappeso e obesità. Il segreto è l’interazione intestino/cervello, sottolinea il prof. David Lomas – presidente del MRC’sPSMB – che sta divenendo sempre più chiara giorno per giorno. Questa interazione è fondamentale nel controllo della quantità di cibo che assumiamo. Agire sul senso di appetito può dunque essere la soluzione per sviluppare nuovi trattamenti antiobesità che non prevedano un intervento chirurgico. Uno dei maggiori implicati nell’aumento di peso è l’assunzione di cibi industriali raffinati, e dunque poveri di fibre. Difatti la molecola anti-appetito viene prodotta naturalmente proprio quando mangiamo alimenti ricchi di fibra. Quando la fibra è lavorata nell’intestino e digerita dai batteri si rilasciano gradi quantità di acetato. La molecola così prodotta arriva al cervello dove si attiva il segnale che è ora di smettere di mangiare perché siamo sazi. Grazie alla fibra, l’acetato si accumula nell’ipotalamo e questo innesca una serie di eventi chimici che sopprimono definitivamente la sensazione di fame. Questa cosa non avviene con i cibi trasformati e raffinati: ossia la maggioranza di quelli che tendiamo a mangiare. Ma, soprattutto, in attesa della pillola spezza-fame possiamo seguire una dieta ricca di fibra che, alla fine, può sortire lo stesso effetto. (Salute, La Stampa) LA RABBIA CONVINCE A SMETTERE DI FUMARE La pubblicità televisiva più convincente come campagna antifumo è quella che usa emozioni come la rabbia piuttosto che la tristezza. Lo studio Le campagne antifumo sono ovunque. Sui mensili, sui quotidiani, in televisione e persino sugli stessi pacchetti di sigarette. Ci sarebbe da chiedersi se funzionano davvero, visto che sono molte – troppe – le persone che ancora fumano. Per capirne di più, alcuni ricercatori del Dartmouth College’s Geisel School of Medicine hanno voluto esaminare il modo in cui gli spettatori televisivi elaborano le emozioni negative. Per far ciò hanno prodotto alcuni spot pubblicitari in cui vari attori inviavano messaggi contro il fumo. Alcuni si concentravano più su emozioni come la rabbia; altri sulla tristezza, usando differenti toni vocali ed espressioni facciali per rendere più credibile e veritiero il turbamento. I ricercatori hanno poi misurato il ruolo delle emozioni sugli ascoltatori e sono arrivati alla conclusione che quando lo spot evoca rabbia il messaggio appare maggiormente efficace. E gli spettatori sono più restii a fumare o comunque più intenzionati a voler smettere. Ecco un caso in cui emozioni distruttive come la rabbia possano avere invece un impatto positivo. (Salute, La Stampa)